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Racconti Erotici Etero

Sabrina si racconta ( Il cameriere )

By 17 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Sabrina si racconta ( Il cameriere )

La storia con il fisioterapista mi prese per diversi mesi e fu molto difficile dimenticarlo, avevo veramente perso la testa per quell’uomo, inoltre, sapeva fare del sesso veramente buono, i paragoni con il mio ragazzo, erano all’ordine del giorno e il fisioterapista ne usciva sempre vincente, ero frustrata per quel distacco, così, quando in una cena aziendale venni corteggiata da un cameriere di bella presenza sui trentenni, decisi che era ora di dimenticarlo.
Era ovvio che il mio ragazzo non mi bastava, pur essendo un buon amatore, non mi riempiva completamente, non come volevo io’
Il cameriere, era tutta la sera che mi dava da dire, a ogni occasione mi faceva complimenti, io avevo bevuto un poco e facevo la civettuola;
– Sei proprio la più sexy della festa ‘ mi aveva sussurrato passandomi un piatto di portata, poi, pochi minuti dopo;
– Hai un corpo da favola’
Io mi sentivo sola, anche in mezzo a tanta gente e quelle frasi mi avevano eccitata, sentirmelo dire di nascosto, mi elettrizzava: continuò per tutta la festa, ma pur essendo ormai ubriaca, dovetti uscire con i colleghi senza potere concludere niente, però avevo fatto la stupidina come sempre e lo avevo provocato, faceva parte del mio modo di essere, quindi, gli avevo fatto capire che in altre occasioni, sarei potuta uscire anche con lui.
Tutto finì li, o almeno credevo.
Con mia grossa sorpresa, un paio di giorni dopo, ricevetti una telefonata sul lavoro, era il cameriere;
– Ciao, sono Paolo, il cameriere dell’altra sera.
– Ciao, come hai fatto a trovarmi?
– Quando uno desidera una cosa, la cerca finche non la trova e tu l’altra sera mi avevi coinvolto molto, ti andrebbe di uscire con me stasera?
Sapevo che era sposato, quindi sapevo che se avessi accettato, voleva dire andarci a letto.
– Si, mi andrebbe, ma facciamo domani, stasera sono impegnata’
– No, sono libero solo stasera, liberati, vedrai che non rimpiangerai la serata.
Dovevo uscire con il mio ragazzo, ma quell’ultima frase mi aveva eccitata;
– Ok, ci vediamo alle nove in centro, sotto i portici.
– No, troppo casino, vediamoci al porto.
Pensai ai rischi, poi, pensai al piacere che avrei potuto provare, rabbrividendo risposi;
– Va bene.
Ero incredula, ero innamorata del mio ragazzo, eppure, era come se avessi una doppia personalità, di nuovo era scattato qualcosa dentro di me, che mi portava a uscire con un altro.
Andai a casa, trovai una scusa con il mio ragazzo e mi vestii per il cameriere, la mia intenzione, era di scopare, quindi, mi vestii di conseguenza, misi una gonna corta, niente reggiseno e uno slip piccolo, molto piccolo; mi guardai allo specchio, mi piaceva quello che vedevo e, sicuramente sarebbe piaciuto a lui, ancora una volta mi detti della troia mentre uscivo per andare al porto.
Alle nove precise, il cameriere arrivò con la sua macchina;
– Ciao bella, Sali che andiamo a divertirci.
– Ciao Paolo, dove mi porti?
– A vivere’
Lo gurdai mentre salivo, sprizzava sesso da tutti i pori, ma in fondo, era quello che volevo.
‘ Chiodo scaccia chiodo’ pensai;
– Proprio quello che voglio, divertirmi e vivere’
– Allora hai trovato la persona giusta.
Così dicendo, partì e subito dopo, una sua mano era sulla mia coscia.
Sapeva cosa voleva e non perdeva tempo, aveva capito che ero venuta per scopare e non voleva perdere tempo, dopo pochi secondi le sue dita erano sopra le mutandine e poco dopo erano dentro di me.
Si fermò dopo cinque minuti in una casa in mezzo alla campagna;
– Questa l’ho presa in affitto appositamente per ragazze come te.
Scese senza aspettarmi, apri il cancello e andò alla porta, la aprì e girandosi, mi guardò con occhi pieni di desiderio;
– Vieni qui!
Mi piaceva la sua sicurezza, era deciso e sensuale, le gambe mi tremavano mentre percorrevo il selciato, era pur sempre la mia terza eventuale esperienza.
Appena chiusa la porta, mi mise una mano tra le cosce;
– Mi piacciono le fighette bagnate!
Mi prese in braccio e mi portò su un letto vecchio e mi buttò sopra.
Il suo modo brusco, mi aveva intimorito e eccitata nello stesso tempo;
– Vieni al bordo del letto!
Lo guardai mentre si tirava giù la cerniera, non si era neanche spogliato, prese in mano il suo sesso, vidi che era corto, ma piuttosto grosso di circonferenza e esageratamente violaceo, vibrava tra le sue mani come un serpente a sonagli, poi, smisi di pensare, mi prese per i capelli e mi fece entrare il suo trofeo tra le labbra.
Mi resi conto che non cercava altro, d’altronde cosa potevo pretendere, cercavo sesso e l’avevo trovato, l’amore l’avevo lasciato al mio ragazzo.
Cominciò a scoparmi la bocca senza pietà, pensava solo a se stesso;
– Forza Sabrina, stringi quella bocca e fammi sentire quanto ti piace fare i pompini.
Io cercavo di seguire le sue spinte, ma il suo ritmo era forsennato, cercai di fargli capire che mi stava soffocando, ma lui invece aumentò ancora di più il ritmo e mi prese la testa bloccandomela, mentre il suo liquido caldo mi riempiva la bocca, cercai di liberarmi, non mi piaceva bere lo sperma, ma lui mi tenne stretta a se, obbligandomi a assaporare il suo nettare: alla fine con un ultimo urlo strozzato, mi lasciò andare;
– Come pompinara non sei un gran che, ne devi fare di strada, ma hai una bocca da favola e delle labbra piene che possono fare morire qualsiasi uomo, devi fare solo un pò di pratica.
Lo guardai stupita, era il primo che mi dicevo che ero scarsa, avevo sempre creduto di essere brava, quelle frasi mi avevano offeso. così mi ripromisi di farlo morire appena mi avesse posseduta.
La mia attesa fu brevissima, Paolo, sembrava non fosse mai venuto, il suo sesso, era turgido e pronto;
– Girati!
Ero ancora vestita, la bocca mi doleva, lo odiavo per come mi trattava e, nello stesso tempo, mi eccitava da impazzire, mi stava trattando per quello che mi sentivo ‘ una troia’
Mi girai e aspettai;
– Alza il culo!
Spinsi la schiena verso il letto alzando le natiche,
– Guarda che io lo faccio solo normale
– Un vero peccato, perché hai un culo che parla, comunque, per oggi m’accontento!
Così dicendo, appoggiò le mani sui miei fianchi e lo spinse deciso tutto dentro facendomi urlare, poi, cominciò a scoparmi seriamente per cinque minuti, le sue mani mi palpavano dappertutto e una volta sul seno, stringevano decise i capezzoli, era un bastardo, ma ci sapeva fare, a un certo punto smise di spingere;
– Adesso scopati da sola, muovi quel sedere e fammi sentire quanta voglia hai!
Cominciai a fare come mi aveva chiesto;
– Sei un bastardo’
– Forse, ma ti piace!
– Non &egrave vero’- cercai di ribattere
Mi diede uno schiaffo violento sulla natica;
– Dimmi che ti piace!
E in quel momento, ebbi un orgasmo pazzesco.
– Dimmelo!!
– Si, mi piace’
– Brava la mia proietta!
– Adesso girati di nuovo e fammi venire di nuovo con la bocca, non pensavo di scoparti la prima sera, quindi non ho portato preservativi e, visto che il culo &egrave tabù, vediamo di usare la tua splendida bocca:
Senza aspettare risposta, mi prese e mi fece girare e poi, si riprese la mia bocca.
Ero ancora presa dal mio orgasmo, cercai di fargli capire quanto fossi brava, se volevo; quella seconda volta, la sua resistenza fu molto più lunga, rimase tra le mie labbra molti minuti, sentivo le mandibole farmi male, alla fine venne e, come la prima volta, mi obbligò a bere tutto il suo seme.
Lo odiavo per come mi stava trattando, lui, fregandosene dei miei pensieri e dei miei problemi psicologici, andò in bagno e tornò dopo un minuto con il sesso ancora teso, era la prima volta che vedevo un uomo con tanta resistenza, non disse niente, mi venne vicino e alzandomi le cosce sopra le sue spalle, ricominciò a scoparmi.
Ormai, era solo un atto meccanico, in quella posizione, il suo sesso entrava violentemente, mi prese per mezzora facendomi gemere per il dolore e per il piacere; venni ancora una volta, poi, lo pregai più volte di smettere inutilmente: continuò a possedermi in quella posizione fino a che non fu soddisfatto, infine, mi venne sui vestiti imbrattandomi tutta:
Finito il rapporto, non mi diede una carezza ne disse una parola gentile, mi aveva reputata una puttanella e da tale mi aveva trattato;
– Rivestiti che &egrave tardi!
Uscii da quella casa con le gambe tremanti, facevo fatica a camminare dal dolore, avevo avuto quello che cercavo, ricordo che piansi per la rabbia appena sola: mi ripromisi di scegliere meglio le mie eventuali nuove avventure.
Quella, fu la prima e ultima volta che lo vidi, fu solo una scopata per dimenticare un altro’

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