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Racconti Erotici Etero

Sabrina si racconta( l’amico del mio ragazzo

By 8 Marzo 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Sabrina si racconta (L’amico del mio ragazzo)

Lo conoscevo tramite il mio ragazzo, si chiamava Massimo e ogni tanto uscivamo tutti insieme, anche lui era fidanzato.
Un giorno, casualmente venne a trovarmi sul lavoro, non sapeva che lavorassi come segretaria in quell’ufficio;
– Ciao Sabrina, che cavolo ci fai qui?
– Ci lavoro’
– Ma pensa te, come &egrave piccolo il mondo, sono venuto per fare un piacere a mio padre e mi ritrovo la mia amica più sexy’
Rimasi colpita da quella frase, non avevo mai pensato a Massimo come uomo, lo squadrai e mi eccitò quello che vedevo;
– Ehi, che hai? Mi stai guardando in un modo strano, non &egrave che hai brutte intenzioni su di me eh?
Sorrise.
Aveva un sorriso stupendo, denti perfetti, era veramente carino;
– Chissà, nella vita, ‘ Mai dire Mai’
Mi guardò serio, stette trenta secondi fisso nei miei occhi;
– Vieni a cena con me stasera? Conosco un posto bellissimo, dove si mangia da Dio!
Sentivo il suo sguardo sciogliermi;
– Solo cena? Niente sorprese?
– Se non vuoi, sarà solo cena!
– Va bene, a che ora?
– Appena sarà buio verrò a cercare il tuo sangue per assaporarne la linfa vitale- – sorrise a quella battuta
Ci lasciammo con l’impegno di incontrarci verso le nove.
Ero euforica, sentivo di nuovo quei brividi animaleschi dentro di me, di nuovo la parte nascosta prendeva il sopravvento, il solo pensiero che Massimo potesse provarci, mi aveva bagnata lo slip.
Arrivai a casa e m’infilai nel bagno, chiusi gli occhi massaggiandomi con un olio ristoratore, piano, le mani scesero tra le cosce, pensai al mio ragazzo, a come mi aveva amato dolcemente la notte prima, ma l’orgasmo tardava a venire, allora mi concentrai su Massimo pensando a cosa avrebbe potuto fare con me e, subito, ebbi un orgasmo struggente.
Odiavo il mio corpo per quelle sensazioni ambivalenti, ma nello stesso tempo dovevo accettare la mia sessualità.
Alle nove ero in una via semi buia ad aspettare Massimo: già il fatto che ci vedessimo di nascosto in quella via, dava adito a tentazioni nel proseguo della notte.
Entrai nella sua macchina sportiva, aveva messo un profumo fresco, era estate, ricordo che avevo messo dei calzoni lunghi per non dargli modo di pensare male, ma i miei capezzoli scoppiavano sotto il vestito, mettendo in mostra il mio desiderio, lui mi guardò, poi scese a vide i duo bozzoli;
– Freddo?
E sorrise di nuovo con quel suo viso angelico;
– Ti porto a mangiare in un posto da sogno, non potrai resistere alle mie avance’
Non risposi, pensai solo se avevo intenzione di resistere se ci avesse provato.
Il ristorante era veramente bello, era stato costruito su un dirupo a strapiombo sul mare, la luna era alta e piena, e il vento caldo, mangiammo pesce e sorseggiammo vino bianco fresco, i discorsi diventarono sempre più intimi e il vino fece il resto.
Uscimmo dal locale leggermente sbronzi, Massimo mi mise una mano sulla spalla, poi, mentre rideva sbandando, la appoggiò ai seni gonfi.
Il tocco delle dita mi fece sobbalzare piacevolmente, non feci niente per fermarlo, lui rassicurato, mi portò alla macchina e appoggiandomi al freddo metallo, mi baciò avvinghiandosi a me, sentivo il suo sesso duro spingere contro il bacino, ormai ero partita, le sue mani cominciarono a cercare il mio inguine e, quando s’intrufolarono dentro la mia vagina trovando la brina calda, feci una cosa che ancora mi sembra impossibile dopo tanti anni; mi guardai attorno, la zona era piena di macchine, la nostra era in semi oscurità, mi misi in ginocchio, gli aprii la cerniera, presi tra le labbra il suo sesso e cercai di stare calma e concentrarmi.
Il sapore era buono, e la situazione mi eccitava un casino;
– Sei pazza’
Ci guardammo negli occhi, vidi quel desiderio che tanto amo negli uomini e strinsi le labbra prendendolo per tutta la sua lunghezza; durò poco, ma fu un pompino stupendo, la lingua girò vorticosa e la bocca fece il resto, mi prese un dito e lo succhiò per non urlare, quando venne, lo tenni in me per non sporcare il vestito.
Mi alzai soddisfatta e entrai in macchina; lui mi seguì in fretta;
– Grazie per l’ottima cena, quello che &egrave successo dopo, non deve più accadere!
Mi guardò, vide che parlavo seriamente, sorrise dispiaciuto;
– Hai ragione, meglio finirla qui’
Accese la macchina e mi riportò a casa senza proferire parola.
Oggi dopo tanti anni, Massimo, &egrave ancora uno dei miei più cari amici, quella notte, &egrave stato come un ‘ sogno di mezza estate’.
Un ricordo flebile tra il reale e la fantasia, un esperienza di vita nel mio cammino fertile di storie’

per opinioni
fantasypervoi@libero.it

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