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Racconti Erotici Etero

Salgo le scale

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Salgo le scale, in fretta, per non farmi notare da nessun’altro del palazzo, Marilena abita in quell’appartamento da tre anni, ma i vicini, quasi tutti all’antica, hanno più volte manifestato di non gradire ospiti.

Suono il campanello, e dopo poco mi apre Teresa, la sua conquilina, anche lei lavora a Perugia, e insieme a Marilena divide le spese dell’affitto.

Poche volte ho incontrato Teresa, in quanto lei lavora come cameriera in un locale che dalle 10 di mattina chiude alle due di notte,e lei lavora tantissimo perché ha bisogno di soldi.

– Ciao Teresa, come mai a casa a quest’ora?

– Oggi il locale dove lavoro &egrave chiuso per disinfettare le cucine, quindi sono a casa per irposare, entra piuttosto.

– Marilena dove &egrave?

– Ah si, lei non &egrave in casa, le hanno telefonato per cambiare il turno di lavoro, perché si &egrave ammalata la collega.

– Cazz.., mi poteva chiamare per non farmi arrivare fino qui.

– Ci ha provato, ma tu non hai mai risposto al telefonino

– Come, non ho risposto, &egrave qui &egrave acceso, a meno che.. prova a chiamarmi tu per favore

– Si provo con il mio , dimmi il numero’ ok. Fatto sento che squilla, ma tu non rispondi

– Per forza, mi si &egrave rotta la suoneria

Sebbene con Teresa, non ci vediamo molto, siamo abbastanza in confidenza, in quanto lei sa di Marilena e di me, come io so di lei e di Riccardo Poi Marilena mi dice che si confidano proprio su tutto dei loro uomini, si dicono tutto, vizi e vitù, quindi mi viene quasi naturale sfogarmi con lei

– cazz. Proprio oggi che ero libero io e che avevo una voglia che non la tengo.

– Ed ora come fai?- mi chiede incuriosita Teresa

– Male, faccio, me ne vado via con la voglia addosso

– Ma &egrave un peccato andare via senza cavarsi la voglia- mi dice Teresa con aria furbesca

– Ma senza Marilena’come faccio ‘ dico io per mettere la cosa espolarita?

– In questa casa di donna non c’&egrave mica solo Marilena

– E’ vero, ma tu come amica di Marilena, faresti anche questo per amicizia, manderesti via l’uomo della amica che si &egrave tolto la voglia?

– Certo se ce ne &egrave bisogno, per amicizia si deve fare ance questo.

Per non perdere neanche un attimo, mi avvicino a Teresa, che rispetto a Marilena &egrave molto più piccola di statura, con le forme giuste. Lei a questo punto si appoggia a me e iniziando ad accarezzarmi il pisello da sopra i pantaloni ,mi dice:

– questo si fa per amicizia, ma poi &egrave meglio che nessuno glielo dica a Marilena .

senza nemmeno finire la frase, mi tira giù la cerniera dei pantaloni e con la mano, va a cercare il mio membro, lo trova abbassando gli slip e lo tira fuori,, istintivamente si inginocchia ed inizia a leccarmelo ed ad infilarselo in bocca con energia, facendo rotare la bocca per sensibilizzare al massimo il suo gesto.

– Teresa ,fai piano, che con questi movimenti così mi fai venire subito.

– E’ quello che voglio, così dopo sei mio per più tempo ‘ mi risponde Teresa, tenendo stretto il mio membro.

Per godermi meglio il pompino, mi sbottono e mi tiro giù i pantaloni e lo slip e mi concentro sulle magnifiche labbra di Teresa che lavorano con una frenesia maggiore, accompagnate dalla mano che mi impugna l’asta e con un movimento veloce, accompagna il piacere della bocca. Quando poi con il palmo dell’altra mano mi accarezza le palle, allora proprio non reggo più e inizio a sborrare tantissimo dentro la sua bocca,, mentre godo lei continua ad accarezzarmi le palle dandomi una sensazione, mai provata, di goduria infinita.

Dopo uno, due minuti di piacere, mi siedo nella poltrona dell’ingresso, per riprendermi, mentre Teresa, va in bagno a lavarsi la bocca, dopo poc esce e mi dice:

– ne avevi proprio voglia, mi hai riempito la bocca del tuo liquido

– merito tuo, me lo hai baciato così fantasticamente

– ora tocca a te dimostrare il tuo valore e se &egrave vero quello che mi ha detto Marilena ‘ e con una mano mi prende e mi invita in camera sua.

La sua camera &egrave più grande di quella di Marilena, forse perché ha un letto grandissimo.

Senza fermarsi mi porta a sedere sul suo letto e pano piano inizia a spogliarmi del tutto, e mentre lo fa, man mano che si scoprono le parti del corpo, me lo bacia tutto. Da questi gesti, si nota che a lei piace curare bene tutte le parti del corpo, infatti i suoi non sono semplici baci, ma carezze con la bocca, carezze lunghe e complete, senza tralasciare neanche un centimetro di pelle. Una volta denudato del tutto sono io che prendo l’iniziativa ed inizio a toglierle, prima la maglietta di lana,e restando in camicia scopro con sorpresa una cosa mai notata, visti i suoi maglioni molto larghi e calanti; e cio&egrave un paio di tette enormi, non di quelle ritte ma grandi e calanti. Lo noto aprendole la camicia e iniziando a baciarla, che i suoi sono seni grandi e che si reggono grazie al reggiseno, ma sono ugualmente belli e con dei capezzoli enormi, che occupano gran parte del seno. Appena la lingua arriva da loro sento che Teresa inizia a muoversi dal piacere tantissimo. Si vede che la sua sensibilità &egrave proprio al massimo; basta pochi baci e delle carezze sulla pancia per sentirle dire che quasi sta per venire, allora con la mano entro velocemente sotto la gonna, sotto lo slip e le accarezzo la passera, che trovo bagnatissima, basta appoggiare due dita su di essa, che Teresa parte in un orgasmo frenetico, si muove come una ballerina della danza del ventre; quasi mi sfugge sia dalla bocca che continua a leccarle il capezzolo che dalla mano che le sfiora la passera.

Il suo orgasmo &egrave accompagnato da n grido sempre più forte e da suppliche:

– lo voglio sentire dentro, presto entra dentro con il tuo cazzo, che impazzisco.

Il mio lui ancora non &egrave del tutto pronto, Teresa lo noto, allora ci si avventa con la bocca e con le mani, inizia una doppia masturbazione velocissima, per farlo tornar attivo, infatti così &egrave , nel frattempo, Teresa si &egrave tolta sia gonna che mutante, e si presenta a me a gambe larghe.

– dai Giacomo, fallo entrare, altrimenti impazzisco.

La sua passera bagnatissima, favorisce l’entrata del mio membro senza alcun problema; io sopra di lei inizio piano piano a muovermi; a lei questo non basta, infatti mi prende con le sue mani e mi avvicina forte a me e stringendomi a lei con le unghie mi stringe ancor di più per comandare il movimento che deve essere frenetico e forte.

Questo aumento di ritmo la fa partire in un secondo orgasmo con grida sempre più forti, che qusasi mi assordiscono, e con dei movimenti sguscianti, tanto che in qualche colpo, il mio attrezzo esce dalla sua passera, ma lei senza perdere un colpo, me lo riafferra e se lo rinfila dentro.

Dopo qualche minuto di goduria e di colpi sempre più frenetici, lei si abbandona a rilassarsi, ma lo fa per pochissimo, in quanto dopo neanche il tempo di rifiatare, vedo che lei si gira e arcua il sedere per farsi penetrare a pecorina.

Anche in questa posizione lei parte quasi subito in un terzo orgasmo. Mentre la pompo da dietro, mi lecco bene un dito e glielo infilo nel culetto, sento il suo ano, che prima non si allarga, poi insistendo nella spinta del dito cede alla tentazione di non farsi penetrare e si arrende. Il canale dell’ano sento che &egrave ruvidissimo, allora mi rilecco il deto, ma la saliva non basta.

– guarda che con l’ano io ho dei problemi. ‘ mi dice Teresa con aria dispiaciuta.

– Ma forse perché non viene unto con i metodi giusti, hai provato con l’olio?

– Ma. Non so, – mi risponde ‘ con quello d’oliva?

– – Ma che d’oliva; aspetta che vado in camera di Marilena e prendo l’olio giusto

dopo pochi minuti torno con un barattolo d’olio di mandorlo, apro i barattolo e infilo la bocca verso il suo ano, le faccio alzare le natiche e inizio un abbondante versamento di liquido, tanto che le ungo tutte le natiche.

– non ti preoccupare, che quest’olio non fa male, anzi.

E con le dita inizio ad esplorarle bene il culetto, ungendomi bene l’indice entro dentro e per prima cosa lo lubrifico tantissimo, infatti dopo poco, sento il dito scorrere bene. Quest’esplorazione sento che le piace, tanto che inizia di nuovo a mugolare. Dopo di che provo con due dita, l’ano dapprima non risponde bene, ma continuando ad ungere bene, e con un movimento drastico entro con due dita. Un urlo di dolore avvolge la stanza.

– ma &egrave la prima volta che provi nel culetto? ‘ le chiedo

– si, perché ogni volta ho provato dolore.

– ma vedrai che con calma e tanto olio non sentirai niente.

Riprovando con più calma, e ancora tanto olio, le due dita entrano con meno fatica ed iniziano a scorrere bene, sempre meglio, finche &egrave l’ora di provare la penetrazione.

– prima voglio che me lo lecchi ed accarezzi bene, lui deve essere di marmo ‘ le dico a Teresa.

La quale non se lo fa ripetere due volte, e dopo pochi colpi di ligua e delle carezze alle palle, il mio membro torna durissimo, allora mi avvicino al culetto, ancora tanto olio e poi con la mano metto la cappella all’imbocco della ano, con le mani le stringo i fianchi e con un colpo di reni deciso lo spingo dentro fino a metà. L’ingombro del nuovo inquilino, dapprima fa urlare Teresa dal dolore, allora io mi fermo per farla abituare, nel frattempo continuo ad ungere la parte dell’asta che ancora deve entrare, e dopo poco continuo la penetrazione.

Qualche secondo ancora e poi via con i movimenti, dapprima lenti e poi sempre più veloci. Teresa iniza a provare il piacere ed accompagna i miei con i suoi movimenti, tanto che i suoi diventano più veloci dei miei.

Ancora qualche colpo, e sento Teresa che inizia a muoversi ed ad urlare ancora più forte.

– siii, ancora, spingi ancoraaaaaaaa, non smettere, ancoraaaaa, daiiiiii ‘ mi dice urlando Teresa

I miei movimenti a questo punto si fanno non solo veloci, ma anche accompagnati da spinte forti.

– Sii, spingimelo dentro tutto, spaccami il culo, spaccamiiii ‘

E via ancora delle urla fortissime, e mentre lei veniva ancora, anche io non reggendo più mi lascio andare ad un orgasmo fortissimo, lei sente che il mio cazzo sobbalza dentro il suo culo, allora con una mano mi prende le palle e mel accarezza, incitandomi

– si dai vieni anche e dnetro il mio culo, dai che ti voglio sentire bene

vuoi le carezza, vuoi i suoi movimenti, vuoi le sue parole, il mio orgasmo non finisce mai, o meglio sembra non finire mai. Dopo poco ci buttiamo sfiniti nel letto, io sopra di lei con il mio cazzo dentro il suo culo, e mentre mi rilasso l’ultimi sussulti del mio orgasmo vibrano ancora.

– Marilena, mi aveva parlato di te, ma non pensavo che fossi uno stallone di questo tipo.

– io invece sono rimasto sorpreso dalle tue urla, ma non hai paura che non solo il palazzo, ma tutto il quartiere senta?

– E secondo te, perchéé quelli del palazzo, ci rompono sempre le scatole a noi? , perché li mettiamo tutti in imbarazzo.

Dopo circa un ora di rilassamento, mi rivesto e la bacio ancora per ringraziarla della bella esperienza fatta

– sai non &egrave bello mandare via un uomo con la voglia.

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