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Sara una moglie timida – parte 7

By 30 Ottobre 2024No Comments

La scopata post corna
Il capitolo precedente lo trovate
Sara una moglie timida 6

Restai sul molo ad aspettare mio marito, ero dolorante nelle parti intime in particolare mi bruciava il culo; aver preso due uccelli di cui uno, di dimensioni rimarchevoli, aveva lasciato il segno. Fortunatamente avevo in camera un lenitivo. Di sicuro per quella sera mio marito lo avrei mandato in bianco.
Quando il peschereccio arrivò Pietro e Francesco, al contrario della volta precedente, erano sul ponte. Nel frattempo era sbucata, non so da dove, Elena. Facemmo appena in tempo a scambiare due parole e ad accordarci per raccontarci le nostre giornate che il barcone attraccò. I nostri mariti scesero subito ed aiutarono a scaricare l’attrezzatura subacquea poi si dedicarono completamente a noi.
“Che giornata fantastica, abbiamo visto fondali meravigliosi e fatto anche delle splendide riprese. Ci hanno messo a disposizione anche delle custodie che consentono ai telefoni di riprendere sott’acqua e ne abbiamo approfittato. Non ho quasi più spazio sul telefono ma era troppo bello”. Disse Pietro subito seguito da Francesco che aggiungeva particolari sul paesaggio e sulla fauna marina che avevano incontrato. Dai delfini alle tartarughe passando per una serie di nomi di pesci che non avevo mai sentito nominare.
Ci avviammo verso le nostre stanze ma Elena propose di fermarci in piscina a bere qualcosa e così facemmo.
“Immagino che voi siate stanchi mettetevi comodi al tavolo, andiamo noi a prendere da bere” quindi chiese cosa volevano.
Al bancone c’era Mauro che, a volte, sostituiva Peter.
Elena ordinò facendo l’occhiolino al bel barista.
“Ma ti sei fatta lui oggi?” chiesi ad Elena lontana da orecchie indiscrete.
La risposta fu lapidaria e, per me, imprevista: “Anche”.
La guardai sgranando gli occhi, avevo poco da fare la furba ma anche se Elena era molto più scafata ed abituata di me nel rimorchio mi stupii ugualmente.
“Ho fatto doppietta: stamattina Peter, nell’intervallo per il pranzo, Mauro; praticamente fra uno e l’altro sono passate due ore che ho trascorso in piscina. Peter mi ha scopato al largo in barca poi mi ha riportato perché mi ha detto che doveva vedere suo fratello ma prima doveva passare a prendere un pesce da mangiare con lui. Ma non c’eri tu con Danilo?”.
“Si” risposi e ridacchiai, che canaglia, la storia dell’andare a pescare, scoparsi Elena, comprare un pesce spacciandolo per pescato da lui e poi si era scopato entrambe lo stesso giorno. Ogni volta che ci pensavo la promiscuità del villaggio mi sorprendeva di più.
Poi realizzai che la resistenza scopereccia di Peter era anche dovuta ad aver “già dato” in mattinata e, da come la raccontava lei, Elena era esigente.
“Poi ti racconto, quando avremo più tempo”.
Tornammo al tavolo ed Elena saltò su: “ma non abbiamo visto le vostre amiche, non dovevano farvi da istruttrici?”.
“Così è stato ma solo in parte” rispose Pietro proseguendo “subito dopo pranzo è arrivato uno yacht enorme da cui si è staccato un tender che ha raggiunto la nostra imbarcazione; un marinaio ha scambiato due parole con loro e se ne sono andate salutandoci. Ci hanno detto poi, guardando su Marine Traffic, una applicazione che monitora tutte le barche sopra una certa stazza, che lo yacht era di un riccone arabo che di tanto in tanto bazzicava in quella zona. Non so come facesse a sapere che Bea e Manola fossero li ma possiamo immaginare cosa siano andate a fare”.
Chiudemmo li l’argomento, pensavo che mentre io scopavo con i due gemelli mio marito si stava sollazzando con le due ragazze ed invece avevo sbagliato. Mi sentivo in colpa poi pensai sia che le corna me le aveva messe in precedenza, ma soprattutto che ero stata punita per il bruciore al culo. Dovevo tornare alla svelta in camera a mettere il lenitivo.
Dissi che avevo male di testa e mi congedai andando in camera. Anche il sale aveva un ruolo sul bruciore per cui mi feci una doccia tiepida indugiando sotto il getto. Non mi accorsi che mio marito era entrato in camera ed entrò nella doccia e mi abbracciò.
“Sei tutta rossa, quanto sole hai preso oggi, adesso mi vendico dell’altro giorno” e sorrise iniziando a baciarmi sul collo ed a palparmi ovunque.
Non avevo scampo, speravo solo che non volesse il culo, decisi di limitare i danni, cominciai ad accarezzarlo ed a segarlo di buona lena. Il suo uccello rispose velocissimo ed iniziai ad aumentare il ritmo quindi mi accucciai ed inizia a spompinarlo per bene partendo dalle palle ma un pelo mi si infilò in gola e per poco non soffocai. Resistetti perché volevo farlo venire ed in effetti dopo 5 minuti di sega combinata col pompino, il suo cazzo eruttò una copiosa sborrata, in parte mi finì in gola ed in parte in fronte e nei capelli colando poi sul seno.
“Esci che devo rilavarmi da zero”.
“Ma devo ricambiare” rispose mio marito.
“Esci subito” gli intimai un po’ stizzita.
Uscì rapido, mi rilavai quindi mi diedi una crema doposole molto idratante su tutto il corpo. Il buco bruciava già un po’ di meno, di sicuro però per almeno un paio di giorni non volevo vedere più cazzi in quei dintorni. Mi misi anche la crema emolliente quindi indossai una maglietta un po’ lunga che mi faceva da miniabito. Mio marito era sdraiato nudo sul letto e quando mi vide emise un fischio di approvazione. Non lo aveva mai fatto.
“Cosa vuoi ancora?” gli chiesi.
“Vieni qua che te lo dico anzi te lo mostro, ho una cosa per te disse e mi indicò il cazzo che si era già mezzo indurito.
“No dai hai già avuto, non ce la faccio”
“Cosa hai fatto per essere così stanca?” mi chiese.
Gli raccontai un po’ di dettagli della giornata, la passeggiata di mattina per arrivare alla spiaggia, la giornata al sole e le nuotate ovviamente tralasciando tutta la parte scopereccia.
“Chissà quanto ci avranno provato i due marpioni, in barca mi hanno detto che Danilo e Peter in coppia appena individuano una un po’ zoccola ci provano e quasi sempre ci riescono. Non ti conoscessi direi che oltre al sole hai preso anche dei cazzi.”
Divenni rossa come un peperone, dovevo attaccare altrimenti mi avrebbe messo alle corde.
“Ma per chi mi hai preso, non sono mica una zoccola come le tue amiche Bea e Manola, prima ve le siete fatte voi di sicuro poi sono andate a divertirsi col riccone in barca. Chi hai scopato delle due o te le sei fatte tutte e due?”.
Stavolta su Pietro a diventare rosso e smise di fare il galletto. Tirai un sospiro di sollievo.
Mi sentivo in colpa per cui gli dissi: “adesso riposiamo, dopo cena se ne avrai ancora voglia e forza faremo l’amore”.
Non poteva che accettare, ci mettemmo tranquilli, stavolta però puntammo la svegli per alzarci in tempo e non fare ritardo.
Pietro mi disse che lo avevo buttato fuori dalla doccia e che voleva farne una lunga e tiepida per togliersi il salino della giornata visto che con me nel box doccia non si era proprio lavato.
Mentre era in bagno approfittai per prendere il suo telefono, scorsi i filmati e mi trovai immortalata nella performance con Mauro, poi scorrendo in avanti trovai anche una inquadratura POV in cui un cazzo, che riconobbi essere di mio marito, veniva spompinato da una delle due bocchivendole, era la rossa quindi, se ricordavo bene, era Bea. Il filmato terminava con la zoccola che oltre al cazzo di Pietro ciucciava anche quello di Francesco (che era chiaramente riconoscibile) ed un terzo che, vista la stazza dell’uomo, mi sembrò quello di Martin il capo del gruppo dei subacquei. Il video terminava con un ricco bukkake. La maschera di sborra partiva dai capelli e terminava sulle tette, la ragazza alla fine con un dito prendeva parte dello sperma e se lo portava alla bocca ingoiandolo e sorridendo. Pensai che era molto più esperta di me, anche se poi il pomeriggio mi ero portata parecchi punti avanti pensai che era comunque irraggiungibile considerando come se ne era andata dal barcone per approdare dal riccone. Era di fatto una professionista ed ero ben contenta che si fosse levata dalle scatole. Cosa sarebbe successo una volta tornati a casa? Non lo sapevo, poteva andare in frantumi il matrimonio; da parte mia ero disposta a metterci una pietra sotto ma non sapevo come avrei reagito se mi fossero capitate ancora occasioni così. Nonostante il bruciore cominciavo ad avere qualche pensiero lubrico indotto dai filmati, mi stavo trasformando in una vacca come la mia collega Sonja?
Sentii che l’acqua della doccia veniva chiusa e rimisi a posto il telefono, Pietro uscì dal bagno.
Ci addormentammo subito tutti e due ma avevamo messo la sveglia per evitare di fare di nuovo tardi, come la sera precedente.
Quando la sveglia suonò sentimmo dei mugolii venire dall’altra stanza, stavolta erano Elena e Francesco a fare i fuochi d’artificio, ridemmo complicemente fra di noi.
“Certo che il tuo amico e tu siete due veri stalloni, oggi vi siete già scopati quelle due zoccole che chissà come vi hanno prosciugato ed ora entrambi avete voglia delle vostre mogli. Sappi che non voglio essere un ripiego perché non puoi svuotarti i coglioni nei buchi di quelle due mignotte”.
Forse avevo un po’ esagerato.
Pietro mi guardò negli occhi e mi disse che non voleva sminuirsi ma in tutto il giorno, prima di me, non aveva toccato donna.
Gli risposi che gli credevo poco ma che era successo solo perchè le due ragazze se ne erano andate prima che potessero fare “danno”.
Allora Pietro mi confessò che il giorno prima in effetti lui e Francesco avevano “usufruito” di un ottimo servizio delle due ragazze ma che aveva ceduto solo perché aveva saputo con certezza che mi ero concessa al maestro di danza e mi disse che girava per il villaggio un filmato e mi mostrò quanto avevo già visto mentre lui era in doccia.
Il porco aveva nascosto un telefono ed aveva ripreso il tutto.
“Ora siamo pari” aggiunse mio marito. “Dimentichiamo quello che è stato, da oggi siamo solo noi, ti va? Oppure hai qualcosa da aggiungere? Facciamo tesoro dell’esperienza fatta con gli altri uomini e donne e godiamoci gli ultimi giorni insieme scopando come ricci” e mi carezzò un seno baciandomi sulla bocca. La giornata aveva consumato tutte le mie forze scoperecce per cui, pur ricambiando il bacio, gli dissi che avremmo rimandato a dopo cena.
Temevo che anche ciò che era successo nella spiaggetta fosse stato ripreso ma ormai non potevo farci nulla. Dovevo confessare o no? Decisi di rimandare il tutto a dopo cena.
Ci vestimmo, lui indossò una camicia di lino color verde acqua che faceva risaltare l’abbronzatura associata ad un paio di pantaloni, sempre di lino, color nocciola. Me lo guardai volentieri e pensai che non volevo perderlo e che non era così male come scopatore, dovevo solo stimolarlo opportunamente e che gli eventi della settimana avevano fatto salire di livello entrambi nella scala delle capacità amatorie.
Decisi che volevo essere alla sua altezza, indossai il vestito migliore che mi aveva dato mia sorella “dimenticando” di proposito il reggiseno. Non si vedeva nulla ma si capiva benissimo da come ballonzolavano le tette che non lo indossavo. Mi truccai leggermente, eyeliner rossetto e stop. Mi guardai allo specchio e la mia immagine mi soddisfò. Il vestito bianco con tutto il sole che avevo preso, sembrava quasi accecante. Sotto un tanga di pizzo bianco scompariva fra le mie chiappe e davanti, non essendo attillato il vestito, poteva lasciare il dubbio che anche lì mi fossi dimenticata l’intimo.
“Mi vuoi far morire tutta la sera” fu il complimento che mi fece Pietro, lo presi sottomano e gli risposi: “pazienta e vedrai che non avrai a che pentirtene”.
Un attimo dopo che eravamo usciti anche Elena e Francesco uscirono dalla loro stanza e vidi lui strabuzzare gli occhi ed Elena che, divertita, gli passò un dito dal mento alla bocca dicendo “smettila di sbavare”. Ridemmo di gusto tutti e quattro.
Ci sedemmo al tavolo per la cena e chiacchierammo delle nostre giornate, ognuno raccontava una storia che aveva alcuni buchi e lo sapeva, la cosa mi consolò e mi fece sentire meno in colpa. Il culo la sera non lo avrei usato ma con Pietro avevo voglia di fare l’amore, non solo di scopare anche se mi ero messa giù “da corsa”.
Il giorno dopo non ci sarebbero state immersioni per cui i nostri mariti non dovettero partecipare a riunioni di preparazione. Nel villaggio c’era un piccolo anfiteatro e quella sera era previsto uno spettacolo di cabaret di circa un’ora e quindi un complesso avrebbe suonato un po’ di evergreen, insomma una serata tranquilla. Mentre ci avviavamo verso la struttura i nostri uomini ci precedevano chiacchierando fra loro e così potei parlare con Elena a cui raccontai quasi tutta la verità, del doppio colpo facendole notare che quel marpione di Peter si era scopate entrambe nella stessa giornata. Lei mi raccontò che dopo che Peter era andato via con la barca dopo averle dato una bella ripassata, era andata in piscina e c’era Francesco il bagnino che la aveva blandita con una serie di complimenti e lei aveva deciso di farsi anche lui. Nell’intervallo di pranzo in cui la piscina era chiusa nella parte alta (era possibile entrare solo nella parte con una profondità di 80 centimetri) aveva pranzato col bagnino andando poi direttamente nel suo alloggio ma tutto sommato non era stato un granché. La aveva ripassata in ogni buco ma le dimensioni erano normali ed anche l’utilizzo del suo arnese non era particolarmente memorabile, tre stelle disse Elena ridendo.
“Ma tuo marito sa tutto?” le chiesi.
“Certo gli racconto sempre tutto, quando è tornato dalle immersioni e siamo andati in camera non ci hai sentito? Lui si eccita a sapere come e quanto mi hanno scopato. Siamo una coppia aperta. Mi ha anche detto che in mattinata le due zoccole si sono divertite a tirarli scemi facendo finta di starci ma senza dargliela come nei giorni precedenti. Mi sa che ora non sei più in credito di corna ma in debito visto i due cazzi che ti sei presa oggi.
Se vuoi ti sollevo io dal debito” e rise profondamente.
Pietro la giudicava una bella donna “più che scopabile” la aveva definita in modo molto maschilista ma che non accendeva la sua fantasia. Chissà se aveva detto la verità o se era una frase per tenermi tranquilla. Comunque era stato il primo giorno poi non ne avevamo più parlato e, per come lo conoscevo, doveva essere così. Quando incontravamo una che gli piaceva ci girava intorno, ne parlava senza farle i complimenti per cui ero ragionevolmente sicura che Elena non gli interessava.
Lo spettacolo fu gradevole, un paio di comici si alternarono e combinarono con tante battute divertenti diverse anche a sfondo sessuale. Finito lo spettacolo scendemmo in pista e ballammo fra di noi scambiandoci i mariti a più riprese. Francesco mi stringeva a sé e mi faceva sentire il suo apprezzamento. Il suo uccello era di media taglia ma non ero interessata almeno non quanto lo era lui.
Ci ritirammo verso mezzanotte e Pietro non mi lasciò superare la porta prima di saltarmi addosso. Gradii questo suo entusiasmo. Mi prese di peso e mi sbattè sul letto sollevando il vestito ed iniziando a baciarmi le cosce fino alla passerina dopo aver scostato il perizoma, la sua lingua sembrava indemoniata, sarà stata l’esperienza con le due ragazze giovani ma mi sembrava molto più esperto del solito. Però dentro di me cresceva la voglia. Lo scostai ed iniziai a spogliarlo o per meglio dire ci spogliammo a vicenda come due adolescenti a cui gli ormoni hanno dato alla testa. Mi inginocchiai e gli presi in bocca l’uccello svettante e fradicio di umori come la mia topina. Ormai nudo si sdraiò tirandomi a sé per un 69 che durò alcuni minuti. Poi, d’improvviso mi ribaltò sul fianco e mi prese da dietro aggrappandosi alle mie tette pistonandomi lentamente. Lo tirava fuori tutto, strofinava la cappella sulle grandi labbra e sul clitoride per poi reintrodurlo con una velocità che mi faceva morire dalla voglia di averlo dentro fino in fondo. Poi lo estrasse del tutto e mi fece segno col dito di mettermi carponi. Ubbidii.
“E così le due ragazze sono delle bocchivendole e tu invece cosa sei?” Accese la tv col telecomando che aveva vicino e sul grande schermo comparsi io che “performavo” con il maestro di danza.
“Sei una gran troia, voglio che ti comporti così anche con me!”
Ero basita, ero partita per fare l’amore con mio marito ed invece stava diventando come con gli altri tre cazzi che avevo preso nei due giorni precedenti, una piacevole, anzi fantastica ginnastica. Decisi di stare al gioco.
“Ti piace la moglie zoccola che piglia cazzi? Allora sappi che oggi ne ho presi due insieme e che mi hanno talmente sfondato il culo che mi brucia ancora adesso. Mi hanno scopato anche insieme in figa, ti basta come mignottaggine caro il mio cornuto?”
Avevo forse esagerato, mi morsi il labbro, per il momento la cosa non sembrava averlo sconvolto anzi infilò il suo uccello con un colpo secco ed iniziò a pomparmi sculacciandomi ed insultandomi dandomi della mignotta zoccola beccacazzi, la foga era tale che nel giro di due minuti venne lasciandomi all’asciutto ed iper eccitata.
“Con questa siamo pari” disse Pietro, “ci siamo fatti delle corna a vicenda ma, almeno per me, era solo qualcosa di fisico che ho provato ora anche con te ma non voglio tornare a casa separati”.
“Allora facciamo l’amore, non scopiamo”.
Mi abbracciò e mi baciò dolcemente e da lì il suo membro riprese vigore aiutato dalle mie mani e dalla mia bocca. Stavolta la scopata fu molto dolce, prima alla missionaria guardandoci negli occhi e baciandoci delicatamente senza fretta e con passione coniugale.
Venni dopo 10 minuti mentre Pietro continuava a penetrarmi dolcemente. Il piacere fu meno esplosivo ma ugualmente appagante e continuai a prenderlo senza che la voglia scendesse. Ci mettemmo quasi un’ora a venire e questa volta quando venne lui anche io ebbi un orgasmo, meno forte ma molto più lungo di tutti quelli che avevo avuto in quella vacanza.
Restò dentro di me, abbracciati, carezzandoci a vicenda con dolcezza. Ci alzammo insieme ed andammo in bagno, erano passate le due.
Quando andammo a letto avevamo parlato tantissimo di noi e di come la parentesi scopereccia con gli altri si doveva ritenere chiusa per entrambi.
“Però devi eliminare quel film dal tuo telefono prima di tornare”.
“Lo farò ma devo confessarti che mi sono fatto anche un paio di seghe, eri fantastica, una femmina bollente che avevo sempre sognato”.
“Torneremo sul discorso, se vorrai un film lo faremo ma noi due”
“Va bene” e ci infilammo nel letto, mi addormentai in un baleno

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