Che giorni, quei giorni… La mattina scopavo con Rita, e dopo la scopata parlavamo di come avrei scopato con Angelica. Al pomeriggio, scopavo con Angelica. La sera, raccontavo a Rita di come mi ero scopato Angelica. Rita mi chiedeva i dettagli, si eccitava, facevamo scopate lunghe e perverse.
“Lo sa Angelica che ti piacciono le ciccione?” mi diceva Rita mentre ero dentro di lei.
“Tu non sei cicciona, Rita.”
“Sì che lo sono…”
“Sei una BBW, una big beautiful woman.”
“No, sono una cicciona… una troia cicciona.”
“Sei troia, questo sì.”
“Ah… prima… me ne sono accorta… cazzo quanto mi fai venire… non ti sei lavato il cazzo. Sapevi ancora della figa di Angelica quando te l’ho preso in bocca. E l’ho adorato.”
“Rita, cazzo, quando dici queste porcate…”
“Ha un buon sapore vero? Per questo gliela lecchi sempre?”
“Sì mi piace la figa di Angelica, Rita! Contenta?”
“Dimmelo ancora… gliela lecchi perché è meglio della mia”
“Rita, che vuoi dire? Stai iniziando una scenata?”
“Assolutamente no… Allora, Angelica sa che mi scopi?”
“No, ma non è scema, lo capirà presto”
“Sì, non è per niente scema, hai ragione… ma basta distrazioni, scopami e fammi godere!”
Glielo davo lento, ma forte, duravo di più. E potevo fare tante cose, scopando senza fretta, alle sue tette, ai suoi piedi, alla sua bella pancia, al culetto. Lento, perverso, bagnato, duro, e orgasmico, questo era il sesso con Rita. Dopo averla fatta venire, e averle sborrato abbondantemente il viso, ci baciammo di gusto, sudati, sporchi e soddisfatti. Prima di andarci a ripulire, Rita mi disse: “Domani non rientrare alla solita ora. Vieni un po’ prima, 15 minuti prima che finisca la lezione che ho con Angelica”.
“Va bene”, risposi, e la cosa finì lì.
Il giorno dopo tutto andò come al solito. Rientrando a casa di Rita, pregustavo le scopate che avrei avuto: con Angelica nel pomeriggio, subito dopo la lezione, e con Rita la sera.
E invece…
La porta era socchiusa. Non dovetti aprire con la chiave né suonare. Rita e Angelica non erano dove mi aspettavo, sembrava che fossero in camera. Ed erano lì.
Angelica era nuda, totalmente nuda. Era seduta in braccio a Rita, a cavalcioni. Si baciavano. Rita aveva tirato fuori il suo enorme seno, ma teneva ancora indosso la parte sotto del vestito. Mentre si baciavano, le mani di Rita erano sulla schiena di Angelica, la abbracciava. Angelica invece, si godeva le tette di Rita. Il mio cazzo ebbe un’erezione fulminante. Avevo il cuore in gola ed ero al settimo cielo!
“Ehi, voi due… è così che studiate?” dissi sorridendo. Volevo inserirmi subito in quel quadretto ma non avevo previsto la reazione di Angelica. Saltò in aria come se si fosse scottata, gridò “Oddio!” e cercò di coprirsi, guardava prima me, poi Rita, poi la porta, sembrava spaventata.
“Va tutto bene, stai tranquilla!” disse Rita con dolcezza. “Angelica, rilassati, dai, sono io” dissi. Era sconvolta. Si capiva, poverina. Ma che cosa si aspettava? Che poteva scoparsi me e slinguare la sua insegnante di ripetizioni (con cui vivevo) e non sarebbe successo niente?
Pianse un pochino, ma poi si rilassò. Era rimasta nuda. Già che c’ero mi tolsi i vestiti anche io, col cazzo in violenta erezione.
Rita la abbracciava, seduta di fianco a lei, e le diceva all’orecchio di stare tranquilla, che andava tutto bene.
“Oddio, cosa pensate di me adesso? Non ditelo ai miei o in paese, vi prego!” disse Angelica.
“No Angelica, no…Io penso che tu sia bellissima, che baci da Dio, e che devi essere molto curiosa, come ragazza… penso solo cose belle”, disse Rita.
“Ah, anche io la penso così” aggiunsi e continuai “ma… cosa ho interrotto esattamente?”
“Eh – disse Rita – la tua amica Angelica ha finito in due giorni il lavoro di una settimana. Così nel tempo libero ci siamo parlate… mi ha chiesto di noi, e io non sono una che dice le bugie, e più le parlavo e più la vedevo arrossire… ma non perché era scandalizzata, si stava arrapando questa finta santarellina. Così mi ha parlato di voi, le ho detto che ero non solo informata di tutto, ma anche felicissima. Le volevo dire un paio di cose all’orecchio e mi sono avvicinata… Angelica, glielo vuoi dire tu il resto?”
“No, dai, Rita… mi imbarazza…”
“Angelica, da brava, parla”.
“Beh… pensavo che Rita volesse baciarmi. Con tutte quelle cose di sesso che ci siamo dette… così l’ho baciata io. Ma non pensavo saremmo finite nude. Ci siamo toccate a vicenda. E baciate. E mi è piaciuto da morire”.
Senza pudore, avevo iniziato a segarmi lentamente il cazzo. Se Rita non mi avesse allenato a resistere, penso avrei fatto una pazzia. Invece stavo zitto ed eccitato in ascolto. Parlò Rita: “E questo succedeva ieri. Sai che vuol dire?” chiese rivolgendosi a me.
“Ah cazzo! – dissi guardando Angelica – vuol dire che ieri quando abbiamo scopato avevi già fatto dei gran preliminari con Rita… ecco perché eri così bagnata! Brave, belle zoccole che siete! Vi adoro!”
Rita mi guardò male, evidentemente non voleva che usassi quelle parole per Angelica. Ma era felice anche lei. Mi baciò. Poi ci girammo verso Angelica. La baciai. Poi ci baciammo a tre, in un intreccio di bocche e lingue. Ci accarezzavamo a vicenda, senza toccarci troppo nelle zone più erogene. Esploravamo il trio, che era una cosa sicuramente nuova per Angelica e per me. Rita condusse i giochi.
“Cosa ti senti di fare, Angelica?”
La ragazza si stava accarezzando distrattamente i seni (ma era praticamente piatta) ed un po’ ansimava, quando rispose: “Fate voi… anzi, fatemi voi, voglio tutti e due. Io mi faccio fare, fate voi…”
Rita ed io ci guardammo e cogliemmo al volo l’invito. Sapevo quello che voleva fare Rita, l’avevo intuito. Baciammo Angelica sul collo, io da una parte e Rita dall’altra, scendendo. La pelle morbida di Angelica sulle labbra era già un godimento. Trovammo i capezzoli di Angelica durissimi, piccoli ma tosti, e li succhiammo avidamente. Io scesi un po’, ma poi risalii. Rita mi guardò. La nostra intesa sessuale era perfetta: capì che avevo capito.
Rita allora scese, sempre baciando. Aprì le gambe di Angelica, scoprendo quella dolce figa che fino a poco prima di incontrare me era vergine.
Esitò un momento ad ammirarla. Poi scese col viso e le diede un bacio delicatissimo, sulle grandi labbra. Ma voleva di più e, per quanto fosse brava a resistere, alla fine Rita cedette e iniziò a leccare con un piacere immenso la figa aperta di Angelica.
Che meraviglia! Quante volte avevo sognato un momento come quello! La mia donna che leccava la mia ragazza… Angelica ansimava e godeva mentre le accarezzavo i suoi seni quasi inesistenti, per aumentare il suo piacere. Mi segava, Angelica, ma era inesperta e distratta, non le interessava il cazzo, non quanto la lingua di Rita che andava e veniva sul clitoride duro come un sassetto.
“Oddio sì sì sì… Rita è bellissimo… sei… sei… stupenda… ah… ”
Rita con me avrebbe detto un sacco di porcate, ma forse pensava che con Angelica non funzionavano.
Rita ce la stava mettendo tutta. Succhiava il clito. Si infilava con la lingua, baciava, risucchiava, voleva questo orgasmo con tutta se stessa. Ogni tanto la guardava negli occhi, ogni tanto guardava me.
Angelica non diceva ad alta voce quando veniva. Ma in quel trio, grazie alla lingua esperta di Rita, doveva essere venuta almeno un paio di volte. Era bellissima, accaldata, ed eccitante. Stava iniziando a sudare un po’ e sentivo la sua pelle inumidirsi a contatto con la mia.
Stavo per venire anche io, grazie alla mano di Angelica, che sarà anche stata inesperta e impacciata, ma non aveva mai mollato la presa sul cazzo. Così venni sulla sua coscia con grandi schizzi potenti, lasciando scie di sborra bianca sulla sua pelle.
Rita vide tutto. Spostò la lingua dalla figa alla sborra, la raccolse quasi tutta e venne a baciarmi. Sapeva di Angelica. Quando c’era Angelica non c’erano altri sapori o odori, solo il suo. E io, da parte mia, non mi facevo problemi per la mia stessa sborra. Angelica forse si perse questa scena. Era in estasi, perché Rita mentre mi baciava aveva iniziato un ditalino che l’aveva portata a un terzo orgasmo bagnato e profumato.
“Ehi Angelica – disse Rita avvicinandole le due dita lucide degli umori di figa – lo conosci il tuo sapore?”
“Sì…” rispose sospirando.
“Ah sì? E ti piace?”
“Sì…”
E senza dire altro, Rita fece scivolare le dita nella bocca di Angelica, che leccò e risucchiò con piacere.
“Vedi Angelica che lecchi bene? I pompini non sono una cosa tanto diversa. Succhia un po’, così, brava… ecco, così… ma ci sarebbe altro con cui far pratica qua…” Se parlava del mio cazzo, beh, era tutto pronto per loro! Ma rimasi deluso.
“Mmm – disse Angelica – ma oggi è tardi…”
“È tardi? – si chiese Rita e guardò l’orologio a muro – cazzo, hai ragione! Lavati veloce in bagno. Io prendo la macchina e ti porto dai tuoi…siamo ancora in tempo”.
“E io?” dissi.
“Metti un po’ a posto e pensa alla cena” disse Rita.
“E con questo che ci faccio, scusa?!” replicai indicando l’erezione di pietra che mi era rimasta.
“Te lo tieni! Oggi l’unica che non è venuta sono io, cosa dovrei dire??”
Angelica ridacchiava in bagno. Risi anche io. E poi anche Rita.
Angelica uscì con Rita. Prima, mi baciò sulla guancia. Appuntamento a domani, sempre un po’ prima del solito.
Io rimasi da solo con la mia erezione, il profumo di Angelica, e la voglia di far venire Rita come una fontana, per il regalo che mi aveva fatto.
Così feci in un lampo tutto quello che serviva fare in casa, cena compresa, senza rivestirmi, pensando intanto a come avrei fatto godere Rita.
Mi venne un’idea. Pazza e perversa. Proprio come piace a Rita.
ciao ruben, mi puoi scrivere a gioiliad1985[at]gmail.com ? mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze...
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?
Complimenti, argomento e narrazione fantastici.