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Racconti Erotici EteroTradimento

Scopate in famiglia 1

By 16 Febbraio 20242 Comments

Premessa:

Questo racconto nasce in onore di una persona speciale, spero lo apprezzi.

La mia idea è di scrivere una lunga storia. Ci saranno scene di sesso, esibizionismo, incesto……però per adesso ho bisogno di presentarvi il contesto ed i personaggi, quindi accontentatevi di questa intro soft……

Per commenti, suggerimenti o insulti scrivetemi a vlookup2980@gmail.com

1 – COME TUTTO INIZIO’ (la versione di Marco)

Ricordo ogni istante di quel maledetto/benedetto giorno e non solo perchè quello fu il giorno in cui tutto iniziò, ma anche perchè quello fu il giorno in cui probabilmente i miei capelli iniziarono a diventare bianchi per il mio primo grande spavento.

Ma andiamo con ordine, mi chiamo Marco e la storia che voglio raccontarvi inizia qualche anno fà. Io all’epoca avevo 28 anni ed ero un padre single di una meravigliosa bimba di 10 anni, Sara. E proprio per lei che ricordo quel giorno come un giorno anche maledetto. Non so quanti di voi conoscono la sensazione che sto per descrivere, ma la prima volta che ricevi una telefonata dall’infermeria della suola di tua figli che ti dice di andare lì perchè la bimba si è fatta male il tuo cervello esplode!

A niente servono le parole tranquillizanti della persona che ti ha chiamato o le evidenti prove che tua figlia non sta morendo (come per esempio che sia nell’infermeria della scuola e non in una sala operatoria del pronto soccorso), tu corri come se ne andasse della sua vita che per te è più importante della tua. Come detto mi precipitai a scuola di mia figlia e quando finalmente la vidi così carina, che giocava con un piccolo cerotto sulla fronte (di quelli per bambini, quindi molto buffi, colorati e simpatici) in mio cuore finalmente iniziò a rallentare, evitandomi un ifarto precoce. Corsi subito da lei per abbracciarla ed appena mi vide corse anche lei verso di me. Le prime parole che mi disse furono

S: “Scusa papà”. Mi sciolsi, non so come riuscii a non piangere. Ovviamente la strinsi forte dicendole mille volte che non doveva chiedermi scusa, che era normale per i bimbi cadere giocando (come mi aveva raccontato l’infermiera della scuola) e chiedendole come si sentisse e promettendole un weekend di giochi e di cibo che adorava oltre che di coccole per farla riprendere. Si, lo so, vi sembro iper-apprensivo verso mia figlia, ma lo sareste anche voi con il nostro passato (siate pazienti, ve lo racconterò più avanti!).

E chissà cos’ha pensato l’infermiera quando ha sentito Sara chiedermi scusa, anzi no, lo so già, sicuramente ha pensato che picchiassi mia figlia a casa. Non le do torto, quello è un chiaro segnale e poi lei, come ho scoperto in seguito, non conosceva la nostra storia. Sarà per questo probabilmente che ha accettato l’invito improvviso di Sara a venire a mangiare una pizza a casa nostra quella sera con noi o chissà, magari sarà perchè quella stronzetta (la mia meravigliosa bimba, Sara) quando ci si mette ti convince con quel suo fare dolce, quella sua vocina angelica e poi aveva appena battuto la testa. Più o meno la conversazione sarà andata così:

M: “Tesoro stasera mangiamo quello che vuoi, decidi tu!”

S: “Siiii…..pizza!!! Papà Adriana può venire a mangiare la pizza da noi stasera?” Mi disse mentre correva ad abbracciare la dolce infiermiera.

M: “Tesoro ma magari la signorina Adriana è impegnata stasera, facciamo che la invitiamo un altro giorno quando anche per lei è comodo? Per lei va bene signorina Adriana?”

A:”La prego mi chiami solo Adriana. Stasera sono libera e poi devo monitorare la mia piccola paziente, accetto l’invito ma solo se posso portare qualcuno con me”

S: “Siiiiiiiii!!! Evviva!!!!!!”

M:”Ma certo, ovviamente porti pure conse il suo fidanzato o compagno”

A: “ No no” mi disse ridendo “Anche io sono un genitore single. Sara posso portare con me mio figlio? E’ un pò più piccolino di te, ha 4 anni ma adora la pizza”

S:”Siiiii, che bello, così possiamo giocare insieme”

E così mia figlia mi aveva appena combinato un appuntamento con la donna della mia vita, o meglio una delle donne della mia vita mi aveva appena combinato un appuntamento con un’altra donna della mia vita.

E che donna……entrando di corsa non l’avevo molto considerata, poi una volta ripresomi dallo shock ed avendo realizzato che mia figlia non stava morendo mi ero presentato ed avevo avuto modo di vedere quanto fosse bella…….alta circa 1,70, un viso meraviglioso con occhi azzurri e labbra carnose (un pò alla Matilde Gioli per capirci), capelli neri molto lunghi che arrivavano a sfiorarle il seno…..ed anche il corpo poi ebbi modo di constatere che non era niente male……un seno non così pronunciato, direi una seconda, fisico magro ed un culo meraviglioso…….così bello da farmi sentire a disagio nel trovarmi in un istututo per bambini visti i miei pensieri sconci……..

E quindi mia figlia mi aveva appena organizzato un appuntamento con una gran gnocca! Incredibile!

Non che ne avessi bisogno, da quando Sara era venuta a vivere con me non mi ero mai fatto mancare le donne, ma erano avventure fugaci, mai relazioni stabili. Evitavo di farle entrare in contatto con Sara e per questo usavo l’ufficio situato in un angolo al piano terra della nostra villetta per i miei inconri, mentre mia figlia dormiva in casa di sopra nella sua stanza.

La serata fu davvero meravigliosa, non capitava spesso che Sara portasse qualche amica a giocare e non frequentavo le famiglie delle sue amichette di scuola (soprattutto non invitavo nessuna mamma da sola a casa). Ho sempre evitato di provarci con chiunque fosse legata al mondo di Sara (maestre, altre mamme, dottoresse) ma con Adriana fu tutto una splendida eccezione.

Quando arrivarono Adriana e Tony (il figlio di Adriana) Sara gli mostrò tutta la casa ed in particolare la sua stanza, dove spari con Tony fino all’ora di cena per giocare. Questo diede modo a me ed Adriana di conoscerci meglio mentre sorseggiavamo un calice di bolle.

In questo modo avemmo modo di conoscerci un pò meglio e di raccontarci le nostre storie reciproche. Così le raccontai del mio incidente a 18 anni poco prima che Sara nascesse e della seguente perdita parziale di memoria che aveva cancellato il mio ricordo di lei fino ai 24 anni, quando finalmente la memoria mi tornò e la ripresi dall’istituto dove i miei l’avevano spedita. Questa esperienza brutale l’aveva resa cosìdolce e servizievole, sempre autosufficiente, impeccabile, con la paura di sbagliare e di essere rimandata in istututo nonostante fossero passati 4 anni e nonostante io cercassi di dimostrarle quanto l’amassi ogni giorno.

Per lei invece la storia era stata diversa. Il padre di Tony si era volatilizzato una volta scoperto che Adriana era incinta. Lei aveva 21 anni e grazie all’aiuto dei genitori aveva potuto avere Tony e completare gli studi per diventare mestra di scuola materna. Aveva sempre adorato i bambini e lavorare con loro era il suo sogno. Non era l’insegnante di Sara ma fungeva anche da infermiera per la scuola elementare. Il vino l’aiutò a sciogliersi e così ridendo mi confessò che temeva che picchiassi mia figlia e per questo principalmente aveva accettato l’invito di Sara (ero sicuro che fosse così ma fui felice di sapere che prima di chiamare i servizi sociali m’aveva dato fiducia!).

Non passava spesso del tempo libero con adulti che non fossero i suoi genitori, quindi quella sera per lei fu un piacevole momento d’evasione. Ci divertimmo molto a chiacchierare e fu una piacevolissima serata. Quella sera non successe niente tra noi, ma in realtà penso proprio che in realtà fu la serata dove si accese definitivamente la scintilla tra me e lei.

In realtà ad un certo punto ridendo per non ricordo quale strano racconto ci avvicinammo molto ed eravamo sul punto di baciarci, ma prorprio in quel momento arrivarono i bambini di corsa riportandoci alla realtà. Lo so, è una storia da commedia romantica e non si addiceva per niente alla mia fama di playboy, ma con lei era tutto così diverso sin dal principio.

Purtroppo la serata si concluse lì, i bimbi dovevano andare a dormire ma ricordo ancora la nostra conversazione prima che andassero via:

M: ”So che ti sembrerà una scusa per avere il tuo numero, ma potresti scrivermi quando arrivate a casa, così non mi preoccupo?”

A: “Eh si, sembra proprio una scusa!”

M: “Se mi permettevi di venirvi a prendere e di riaccompagnarvi non ti avrei chiesto il numero”

A: “Certo, così sapevi anche dove abito” mi rispose ridendo prima di scambiarci i numeri di telefono.

Prima di andare via mi mise una mano dietro la testa e mi sussurrò all’orecchio “spero che userai il mio numero anche per invitarmi ad uscire ancora” prima di darmi un dolcissimo bacio sulla guancia. Fu una scossa, oltre a scatenarmi un’erezione istantanea quel bacio fece scattare qualcosa dentro di me, non so spiegarlo ma sentii una tempesta di emozioni….quella donna mi faceva impazzire e volevo che fosse mia, per sempre…….

1 – COME TUTTO INIZIO’ (la versione di Adriana)

Era un giorno come tutti fino a quando non mi chiamarono in infermeria. Una bimba correndo aveva sbattuto la testa. Per fortuna non era niente di grave, era bastato un semplice cerottino e qualche coccola. In realtà quella bimba mostrava un notevole autocontrollo, quasi non pianse e subito si calmò. Adriana sperava fortemente che i genitori fossero proprio come la figlia. Per lei, da sempre molto empatica e dolce con i bambini, i problemi nascevano spesso dall’ansia dei genitori che non dalle condizioni dei bimbi stessi.

Le premesse non erano delle migliori, il padre al telefono le era sembrato molto apprensivo e ne ebbe la conferma quando lo vide entrare e correre dalla figlia quasi senza neanche presentarsi a lei. In più appena lo vide la bimba gli chiese scusa e questo fece drizzare le attenzioni ad Adriana. Poi però l’uomo rimediò sia scusandosi con Adriana e presentandosi che essendo davvero dolce con la bimba, molto affettuoso e questo fece sciogliere anche Adriana. Poi certo, il fatto che fosse un bell’uomo alto, occhi azzurri, bei lineamenti del viso e della bocca, dal fisico proporzionato ma a prima vista attletico ma senza quei muscoli eccesivi e soprattuto senza fede aiutava molto. Ma come mai l’aveva notato ed aveva squadrato così bene quest’uomo se di solito non prestava attenzione ai genitori degli alunni? Sapeva che era l’unico genitore della piccola, in segreteria le avevano detto che la mamma della piccola era morta quando lei era nata.

Fece sparire quel pensiero dalla sua testa concentrandosi nello spiegare al padre come la piccola si era fatta male e soprattutto rassicurandolo. Però per qualche motivo cercava di prolungare il più possibile la sua presenza lì in infermeria. Cercava di convincersi che fosse per quel “scusa” detto dalla piccola, ma in cuor suo sapeva che non le dispiaceva gustarsi la presenza di Marco (così si chiamava l’uomo). Quindi quando Sara la pregò di andare da lei a cena a mangiare la pizza abbracciandola colse la palla al balzo ed accettò entusiata per entrambe le ragioni.

Ma adesso eccola lì, davanti la porta di questa villetta fuori città con in una mano un gelato e nell’altra il piccolo Tony sperando che quella sua idea non fosse un completo disastro. Già, Tony, l’amore della sua vita, il piccolino avuto 4 anni fa….lei oramai viveva per lui, da allora non aveva avuto nessun appuntamento con altri uomini e si dedicava solo al figlio ed in cuor suo si ripeteva che almeno poteva giocare con lui e Sara per evitare di stare con Marco se si fosse rivelato uno stronzo. Quel pensiero le fece forza, strinse la mano del bimbo e suonò il campanello!

La serata andò decisamente oltre tutte le sue aspettative!

Innanzitutto Sara li aveva accolti in modo molto caloroso e dopo aver mostrato la casa (in particolare la sua stanza con i suoi giochi) praticamente aveva rapito il piccolo Tony che molto volentieri la seguiva per giocare, laciando Adriana da sola con Marco. Anche in questo aspetto la serata era stata decisamente piacevole, scoprì che le era mancato parlare con una persona adulta che non fossero i suoi genitori e soprattuto con un uomo bello e simpatico. E Marco lo era decisamente, trasmetteva di saperci fare con le donne, proprio gli uomini da cui Adriana voleva fuggire dopo l’ultimo incontro con un tipo simile, il padre di Tony che li aveva abbandonati fregandosene di loro. Ma Marco in quella serata era pian piano riuscito a far cadere tutte le difese che Adriana era convinta di avere. Sarà stata la dolcezza che dimostrava con i bambini (non solo con Sara, ma anche con Tony), sarà stata la profonda chiacchierata che avevano avuto parlando delle proprie storie personali e di come mai erano soli o banalmente sarà stato il vino unito all’attrazione fisica che provava per Marco, amplificata dagli anni di astinenza dall’avere un uomo (non dall’auto-erotismo, quello era un piacere che amava ancora concedersi a fine giornata quando era finalmente sola).

La serata scorse via piacevolmente ed Adriana ad un certo punto stava proprio per baciarlo quello splendore d’uomo che si trovata sul divano con lei e che l’aveva ascoltata e con cui aveva non solo parlato tutta la sera, ma anche iniziato leggermente a flirtare attraverso i classici gesti del mordersi le labbra e dell’accarezzarsi i capelli. Tony l’aveva salvata fiondandosi da lei sul divano poco prima che raggiungesse le labbra di Marco. Aveva ripiegato sul poggiare la testa sulla sua spalla e sull’accarezzare una gamba, ma quel contatto l’aveva decisamente accesa come non accadeva da anni!

Per questo era stata felice quando Marco con una scusa quantomeno originale le avevo chiesto il numero ed era stata anche seducente e sfacciata nel salutarlo incitandolo a chimarla per un secondo appuntamento.

Il secondo appuntamento ci fu, sempre in presenza dei bimbi ma stavolta a casa di Tony ed Adriana. Per l’occasione Adriana decise un look decisamente più deciso rispetto alla volta precedente, un top che fasciava il suo seno piccolo ma sodo (portato senza reggiseno) ed un paio di leggins a fasciarle le gambe ed il suo punto forte, il suo sedere. Si, sapeva che con quel look così easy probabilmente si sarebbe esposta agli sguardi di Marco e lo voleva, voleva che lui le guardasse il culo, le tette, chissà, magari anche i capezzoli se si fosse eccitata, voleva farsi desiderare da quell’uomo così come lei iniziava a desiderare lui.

Marco era meraviglioso, con una camicia con collo coreano azzurra che risaltava i suoi occhi ed un pantalone di lino beige chiaro. Anche stavolta Sara e Tony sparirono per giocare, ma stavolta Adriana ne fu felice perchè così potette godersi il tempo con Marco.

Stavolta fu lei a preparare tutto. Non gli permise di aiutarla in alcun modo (come aveva fatto lui a casa sua). Adriana voleva occuparsi di Marco, voleva servirlo, voleva trattarlo come un re forse per ringraziarlo dei numerosi e potenti orgasmi (a sua insuaputa ovviamente) che le fantasie su di lui che la dominava le avevano regalato in quei giorni. Perchè si, ad Adriana piace nel sesso essere dominata, essere usata dal suo uomo per soddisfarsi e per soddisfarla. Ma oramai quei tempi erano decisamente lontani, la nascita di Tony aveva messo tutto in stand-by. Ma quel giorno per lei era una piccola finestra sul mondo del passato. Voleva sedurre Marco, voleva farsi desiderare da lui, sapeva che ogni volta che andava in cucina a prendere qualcosa lui le fissava il culo e le piaceva, anzi lo desiderava.

Questa volta le conversazioni erano diventate più intime, più piccanti. Lei aveva confessato a Marco di non avere avuto nessuno dopo il padre di Tony mentre invece Marco aveva continuato ad avere una vita sessuale piuttosto intensa, ma sempre nascondendo tutto a Sara. Incontrava le sue conquiste nel piccolo ufficio che aveva al piano terra e nessuna era mai stata più che una semplice avventura o cmq con nessuna c’era mai stato niente di abbastanza serio da spingere Marco a presentare una qualsiasi donna a Sara. La proteggeva molto e non voleva che si affezzionasse ad una donna o che in lei vedesse una figura materna per poi deluderla. Adriana in realtà si era un oò persa nel racconto, quanto desiderava andare in quell’ufficio e farsi sbattere da Marco con violenza, prepotenza, come piace a lei, fino a crollare entrambi soddisfatti di piacere. La destò dal suo sogno Marco chiedendole se era ancora lì e se stava bene, visto che sembrava distratta. Adriana non era distratta, era eccitata e tutto il suo copro lo evidenziava. Aveva le guance leggermente rosse , lo sguardo basso e dal top i capezzoli erano diventati decisamente visibili e per questo si precipitò con l’essenima scusa in cucina. Solo che stavolta Marco la segui e mentre le si avvicinava da dietro le disse

M: ”Sai, ho sempre evitato qualsiasi donna che fosse legata al mondo di Sara, tu sei la prima che frequento ma non riesco a resisterti, ti voglio”

E nel terminare la frase l’afferro per la vita facendola girare prima di baciarla. Era il loro primo bacio. Adriana all’inizio rimase anche sorpresa ma subito si riprese ricambiando quel bacio tanto desiderato anche da lei, gli si aggrappò al collo con le braccia, spinse il suo corpo contro quello di Marco per sentirlo più vicino e gli infilo la lingua in bocca iniziando un intreccio di lingue. Quel bacio fu pura passione, voglia, desiderio. Si staccarono quando sentirono i bambini correre verso di loro e chiamarli. Marco aveva un sorriso beffardo, da quello stronzo che sa di piacere e che sa di aver fatto centro…..stronzo ma dannatamente sexy. Adriana era in preda al desiderio, il suo corpo dopo anni di attesa si era acceso per qualcuno e lo dimostrava. I capezzoli oramai spuntavano dal top e si maledisse di non aver usato un regiseno. Sentiva la sua micia bagnata dalla voglia e sentiva in se tutta la passione ed il desiderio per Marco.

Corse in bagno per darsi una calmata (ed anche per accarezzarsi un pochino la micia desiderosa di attenzione) e torno da Marco che nel frattempo era stato preso dai bambini per giocare.

Passaro il resto della serata a giocare con i bimbi, come una famiglia felice e non ebbero momenti per loro, per poter riprendere il discorso interrotto.

Si salutarono stringendosi più del dovuto, ma senza potersi baciare perchè davanti i bambini.

Poco dopo Marco le scrisse “Siamo a casa, spero prorpio che mi concederai un terzo appuntamento…..” ed Adriana rispose “assolutamente si, ma che ne dici di vederci da soli senza i bambini…….”

“Ottima idea……non vedo l’ora………”

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