Vi voglio raccontare quello che mi è successo, o meglio, che ho fatto succedere poco tempo fa.
Sono felicemente sposata e ho un figlio di 22 anni, vivo in una zona isolata di montagna. Il paese vicino è a due chilometri di distanza. Mio marito lavora tutto il giorno, io sono casalinga e mio figlio studia all’università. Essendo molto distanti dalla città non frequenta molto.
Ho 43 anni, forse non è bello dirlo di se stessi ma sono carina. Non solo perché ho un seno molto pronunciato. Mi accorgo che quando sono fuori gli uomini mi squadrano. Sono alta 1 metro e 65, mi piace indossare gonne corte per uscire con mio marito. Vedo che non soltanto gli uomini maturi buttano l’occhio ma ai anche i ragazzi più giovani faccio un certo effetto.
Mio figlio, il problema che mi affligge da tempo; o meglio, non lui ma il suo modo di vivere.
Non ha amici, non esce la sera, non ha mai avuto una ragazza. E’ un bel ragazzo di 1 metro ottanta, va in palestra due volte la settimana. E, permettetemi, ha un pene da fare invidia ai migliori film porno.
Gli ripeto sempre di fare conoscenze in palestra, ‘non ci sono ragazze?’-gli dico, ‘mamma, non rompere con le solite cose!’ ricevo sempre la stessa risposta.
Alcune volte l’ho visto, attraverso il vetro, mentre faceva la doccia si masturbava. Provavo un certo senso di fastidio di fronte a quella scena.
Altre volte attraverso alla porta socchiusa della sua camera da letto l’ho visto mentre faceva scivolare su e giù la mano sul pene, per poi riempirsi la pancia di sperma. Pensavo che se una ragazza lo avesse visto, avesse visto che razza di pene, sicuramente lo avrebbe portato a letto con lei.
Il suo problema era che non si rendeva conto di quanto potesse essere bello accarezzare una ragazza.
Nessuna mai gli aveva fatto notare quanto fosse attraente e che un pene come il suo non è cosa da tutti.
Ero arrivata alla conclusione che si sottovalutasse e avesse quasi paura di un rapporto con una ragazza perché non si rendeva conto delle sue potenzialità.
Ormai ero cera di avere capito il suo problema ma non sapevo come fare a ‘sbloccarlo’. Non potevo certo andare a prendere una ragazza per strada e portargliela.
Decisi di affrontarlo e parlargli! E di andare anche oltre.
Volevo fargli accarezzare il mio seno, volevo che si rendesse conto quanto poteva essere bello non toccarsi da soli ma avere un rapporto di complicità. Ovviamente tutto doveva finire lì, sono sua madre, non posso assolutamente spingermi oltre.
Una mattina, eravamo soli noi due in casa, mi sono messa una maglietta senza reggiseno, una gonnellina di quelle svolazzanti a pieghe, corta. Guardandomi allo specchio sembravo proprio una troiona, forse avevo anche esagerato. La maglia attillata lasciava vedere perfettamente la forma del seno e i capezzoli.
Sono entrata in camera sua, era ancora a letto. Aveva le braccia sotto le coperte e sicuramente si stava toccando. Mi ha squadrato, o forse spogliato, con due occhi lucidi. Forse stava per venire in quel momento.
Mi sono seduta sul letto al suo fianco e passandogli una mano sulla fronte gli dico ‘Come va?’, tira fuori di scatto le braccia da sotto le coperte e risponde ‘Tutto bene, tu?’. Avevo il seno proprio sopra il suo viso a 10 centimetri da suo naso, ho notato che lo puntava con lo sguardo. Come non poteva, avevo i capezzoli che spingevano nella maglietta di due taglie più piccola.
‘Senti’-gli dissi-‘ma a te non piacerebbe avere una ragazza, la potresti accarezzare…’ intanto gli presi la mano sinistra e l’appoggiai sul mio seno, la muovevo per farglielo sentire. Rimase un attimo immobile, non mi diede risposta.
Poi mi accorsi che non avevo più bisogno di muovere la sua mano sul mio seno. Si muoveva da sola. Abbassai la maglietta e il reggiseno in modo che avesse campo libero.
Da quel momento iniziò un massaggio tenero, sfregava tutte e due le mani sul mio seno, dolcemente a tratti mi pizzicava i capezzoli.
Non riuscivo a provare piacere, in fondo era mio figlio. Il massaggio andò avanti per un quarto d’ora a tratti si faceva più ruvido. Cercavo fare trasparire un certo piacere dal mio viso, e comunque mi appagava molto questo massaggio.
D’un tratto, con tutte e due le mani appoggiate sul seno mi spinse violentemente sul letto e mi si sdraiò sopra. ‘No, max no, no lo fare’ esclamai.
Portò rapidamente una mano sul suo pene e lo usò per spostarmi le mutandine, la gonna era molto corta e non era certo un ostacolo, lo infilò. Lo infilò tutto, fino in fondo. ‘No max, no basta, ma ti rendi conto??’
Sembrava non sentire, io ero pietrificata. Non mi muovevo non opponevo resistenza, non sapevo cosa fare.
Andava su e giù senza sosta, sembrava che facesse delle flessioni sopra a me, io tenevo gli occhi chiusi e sentivo il suo pene enorme che mi penetrava. Per qualche istante ho avuto paura che mi avesse rovinata dentro. Continuava senza sosta, su e giù. Dentro e fuori.
Non fosse stato mio figlio mi sarei messa a urlare per il tanto godere. Non riuscivo o forse non volevo lasciarmi andare, non potevo godere con lui. Ero bagnata, molto bagnata, a tratti aprivo gli occhi e lo vedevo che saltava come un forsennato, sembra gli interessasse solamente metterlo dentro. Qualche volta si poggiava sul fianco e con una mano mi accarezzava il seno.
Stava per venire. Il suo pene si era fatto durissimo, lo sentivo pulsare dentro. Guardavo in basso ma non riuscivo a vederlo, era coperto dalla mia gonnellina.
Strinsi leggermente le gambe, mi riempì con il suo seme. Mi sentii piena come non mi era mai successo. Continuava ad andare su e giù, sentivo lo sperma che avvolgeva il suo pene e colava fuori dalla vagina. Una sensazione unica. Non raggiunsi l’orgasmo ma rimasi in uno stato di estasi, avevo le mani lungo i fianchi come durante tutto il rapporto, non riuscivo a muovermi avevo una sensazione di pieno indescrivibile. Si lasciò andare sopra di me per qualche istante poi fece uscire il pene dalla mia vagina, ‘Scusa, mamma, non so cosa mi è successo’ disse, ‘E’ colpa mia, volevo solo stimolarti’.
Passarono circa dieci giorni, non ne avevamo mai parlato, entrambi facevamo finta che non fosse successo nulla.
Una mattina entro nella sua camera, ‘sveglia! È tardi!’ esclamo, ‘Mamma… vieni qui da me’.
Feci finta di niente ‘Dai che il sole è già alto!’, ‘Mamma ho bisogno che vieni qui!’ esclama, come fosse un ordine.
‘Di, non ti mettere idee strane in testa, ho già fatto un errore una volta’, ‘Io non l’ho raccontato a nessuno’-mi risponde Max-‘ma visto che tutto questo è iniziato a causa tua ora voglio potermi sfogare quando ne ho voglia’.
Non sapevo come comportarmi, cercai di alleggerire la cosa, ‘Dai scopriti fammi vere cosa posso fare’, Max si scoprì, gli presi il pene in mano e comincia a masturbarlo. ‘Forse non ha capito’-disse-‘io con te voglio scopare, ora posso averti ogni giorno’, ‘No, non voglio!’ esclamai.
‘Mamma…, se io raccontassi che mi hai fatto toccare il seno, che hai cercato di fare sesso con me?’.
Mi sdraiai in silenzio sul suo letto pensando che volesse fare i suoi comodi dentro a me e invece mi sbottonò la camicetta e iniziò delicatamente a leccarmi e poi a succhiarmi i capezzoli. Poi scese con il capo fino all’ombelico e con la lingua tra pube e ombelico mi provocò delle sensazioni nuove, bellissime. Non mi muovevo faceva tutto lui, Continuava a leccami e teneva le mani sul seno accarezzandolo. Mi sfilò poi la gonna e le mutandine, portò il capo tra le mie gambe, avevo le gambe appoggiate sulle sue spalle e le con le braccia me le avviluppava.
Con la lingua faceva movimenti circolari sul clitoride e a tratti cercava di infilarmela quanto più poteva nella vagina. ‘Mamma, con tutto quello che ti sta uscendo non puoi dire che non stai godendo’ disse. Effettivamente stavo godendo in modo sublime, non osavo pensare che a provocarmi questo piacere fosse mio figlio. ‘No dire nulla’-ribattei-‘fai quello che vuoi fare’.
Andò avanti a leccare per molto tempo, a pensarci ora non riesco a rendermi conto se erano passati quindici minuto o un ora.
Mi rendevo conto che mi stava uscendo una quantità enorme di liquido dalla vagina e non era solamente la sua saliva. Stavo godendo, non capivo più niente, non mi importava più nulla che la testa che avevo in mezzo alle gambe fosse quella di mio figlio.
Gli misi entrambe le mani sul capo e lo spinsi contro la vagina, strinsi le gambe, iniziai a tremare all’inverosimile, mi venne un irrefrenabile stimolo a urinare. Sopraggiunse un orgasmo fortissimo iniziai spruzzare in faccia a Max. Tremavo, urinavo, avevo un orgasmo; stavo impazzendo. Lanciai degli urli ‘AAAAHHHHHH, DAIIIIIII, DAIIIIIII, DAIIII,’ e poi ‘ ahhh, pazzesco, pazzesco’.
‘Mamma, sembravi un fiume in piena’ esclamò Max.
Poi si sdraiò sopra a me, infilò il suo pene enorme nella mia figa e ci diede dentro, io continuavo ad ansimare stremata. Poi, finalmente, mi sentii riempire come la prima volta.
Con mio figlio, fortunatamente,non ci furono altri incontri ‘particolari’.
Quello che era successo mi aveva lasciato dei sensi di colpa, sicuramente non era normale che un figlio provocasse del piacere alla madre. Il piacere era stato enorme, quando mi saltava sopra non era più mio figlio, era un ventiduenne che scaricava con forza il suo seme dentro a me. E quanto seme.
Passò più di anno, i rapporti si erano normalizzati. Avevo ripreso ad andare a letto con mio marito, che non capiva cosa mi fosse successo. Gli dicevo che era un periodo passeggero, che ero depressa.
Un giorno, non so se un brutto giorno, o un bel giorno. Mio figlio porta a casa un amico, Tom, lui lo chiamava così.
‘Mamma! Tom magia da noi questa sera’.
‘Ok! Nessun problema’.
Un bel ragazzo di 23 anni, alto, muscoloso capelli chiari. Erano in giardino seduti al tavolo, io stavo sistemando i fiori, era primavera, e avevo una decina di vasi da trapiantare.
Tom non mi staccava gli occhi di dosso, avevo un gonna e quando mi mettevo carponi o in ginocchio per fare il lavoro è possibile che riuscisse a vedere qualche cosa sotto la gonna. Un ragazzo come quello che mi guardava come se volesse saltarmi addosso mi faceva piacere. Molto piacere.
Senza secondi fini, di tanto in tanto, allargavo leggermente le gambo e gli lasciavo vedere le mutandine. Pensavo: ‘gli sto fornendo del matereiale per masturbarsi questa sera’.
Non so cosa mi era preso, non ho mai tradito mio marito, non ho mai neanche fatto particolari pensieri su altri uomini. Dopo avere provato a farmi penetrare da un ventenne guardavo questo ragazzo, non solo come un amico di mio figlio. Era chiaro che se avessi voluto non avrei dovuto fare alcuno sforzo per farmi cavalcare da lui.
Ogni tanto scambiavo qualche parola con loro che stavano bevendo una birra.
‘Mamma, vuoi qualche cosa da bere?’
‘Si, grazie! Mi prenderesti una coca?’
Tom non staccava gli occhi dal mio seno. Era ipnotizzato, mi sentivo anche a disagio.
‘Mamma! Tom a tempo perso fa lavori di giardinaggio, se qualche volta vuoi che ti venga a dare una mano…?’
‘Si, Ambra’-disse Tom, ormai i ragazzi danno del Tu a tutti-‘ti lasci il mio telefono, quando vuoi un aiuto mi chiami, mi faccio pagare poco!’
‘No, non credi di avere bisogno’
‘Comunque ti lascio il mio telefono’, rispose Tom, che non so se sapesse quello che diceva o se tutti i suoi pensieri erano per le mie tette.
La sera si fermò a mangiare con noi, era arrivato dal lavoro anche mio marito. Dopo cena i ragazzi uscirono e noi, io e mio marito, un po di televisione, qualche pagina di un libro e andiamo a dormire.
Dopo dieci minuti già dormiva, io non riuscivo a rilassarmi. Il pensiero che mi ero comportata da puttana: aprivo le gambe apposta per farmi vedere le mutandine, mi ero sbottonata un bottone alla camicetta per… . Allo stesso tempo mi eccitava pensare che un pezzo di ragazzo come quello, la sera andava a letto e forse si toccava pensando a quello che aveva visto la mia gonna.
Mi girai verso mio marito, russava. Mi misi in posizione supina, con la mano avevo iniziato a accarezzarmi il pube. Il passo verso il clitoride fu breve, mi masturbai pensando a Tom.
Appena poche ore prima mi veniva da sorridere a pensare che un ragazzo di 23 anni si sarebbe masturbato pensando alle mie tette. E ora sono io che mi masturbo pensando a lui.
Nei giorni successivi continuava a tornarmi alla mente quel ragazzo, il pensiero ricorrente era di un suo orgasmo dentro a me, sentire il suo pene che pulsa e spruzza una quantità enorme di sperma rovente.
Lo volevo!
Per un paio di giorni feci finta di avere male alla schiena, finché una sera mentre stavamo cenando:
‘Mamma! Visto che ha male alla schiena chiama Tom per tagliare l’erba in giardino’
‘Ma, nooo… . Non so se è il caso…’ e rivolgendomi verso mio marito gli dissi ‘Tu cosa ne dici?’, ‘Si, chiamalo. Lui è contente che si prende un pò di soldi e te ne approfitti per stare ferma’.
Ero riuscita nel mio intento. Il giorno dopo gli telefonai, mi disse che sarebbe venuto la mattina successiva. Perfetto, ero sola a casa. Quella sera mi presero i rimorsi, ero combattuta.
Arrivò la mattina, mancavano dieci minuti alle otto. Suona il campanello, era lui. Indossavo gli stessi vestiti di quando era venuto qui a cena.
‘Ciao, Ambra’
‘Ciao, Tom. Vieni su a prendere un caffè?’
‘Certo, con piacere’
Caffè e biscotti, non una parola. Sicuramente non pensava che l’avessi chiamato per farmi cavalcare. Mi scrutava, sicuramente aveva notato che gli fissavo il pacco.
‘Sai Tom, mi metti in imbarazzo se mi guardi in quel modo!’
‘Ma no… Ma come… non mi sembra di guardarti in modo strano’
‘Credi che non mi sia accorta l’altro giorni che mi guardavi le mutandine’
‘Ma noooo. Dai… E’ come se fossi mia madre.’
‘Peccato…’ dissi con un filo di voce e mi alzai rimanendo a testa bassa. Mi diressi in camera da letto, Lui dietro, come un cagnolino. Mi stesi sul letto, alzai leggermente la gonna, Tom era in piedi al mio fianco, imbarazzatissimo. ‘Pensavo che qui ci fosse qualcosa che potesse interessarti’.
Salì sul letto, si mise a cavalcioni sulle mie gambe e iniziò a toccarmi: mi passava le mani sui fianchi poi saliva accarezzava i seni e poi nuovamente verso il basso, mi sollevò la gonna. Infilò un dito sotto le mutandine per accarezzarmi i peli sul pube. Lo lasciai fare, era bravo. ‘Togliti i vestiti’-gli dissi-‘fatti vedere nudo’. Era bello, muscoloso, con un pene durissimo che sembrava dovessero scoppiargli le vene che lo solcavano.
Si stese sopra a me, avevo la camicetta aperta, senza reggiseno, la gonna alzata; mi spostò le mutandine e lo infilò. ‘siiiii…. siiiiii….. dai Tom dai non ti fermare’, e così fece. Non durò a lungo ma come avevo sognato mi riempì con il suo seme rovente. Non raggiunsi l’orgasmo ma rimasi in uno stato che forse era qualche cosa di simile all’estasi. Rimanemmo sul letto per mezz’ora.
‘Ti devo confessare che mi facevi impazzire quando ti vedevo le mutandine in giardino’
‘Lo so. Me ne ero accorta’.
‘Dai adesso vai a tagliare l’erba, altrimenti cosa racconto a mio marito?’
‘Vado, vado! Ma tu…? non vuoi… finire?’
‘No, va bene così. Sono soddisfatta e stanchissima’
‘Ma… ci rivediamo?’
‘Non credo, non credo’ gli rispondo decisa, mi ero ripresa.
L’avventura con Tom mi aveva fatto tornare la voglia di trasgressione. Mi ero resa conto, per la prima volta, che avrei potuto in qualsiasi momento trovare un ragazzino e fargli fare quello che volevo.
Purtroppo con Tom non fu un rapporto soddisfacente come con mio figlio. Mi masturbavo pensando a quando mio figlio mi aveva fatto avere un orgasmo con la lingua.
Mi piaceva girare per casa senza reggiseno, con i capezzoli che foravano la camicetta, indossare gonne corte e chinarmi quando mio figlio mi poteva vedere. Un giorno addirittura lo chiamai, mentre ero sulla scala per pulire un lampadario. Gli chiesi di tenere la scala per farmi guardare sotto la gonna. A volte mi sdraiavo in costume da bagno sul balcone per prendere il sole e mi spalmavo la crema mentre mi guardava, la passavo sul seno sotto al costume, mi massaggiavo le gambe, il linguine.
Tutto questo, ovviamente, lo eccitava. Ma io lo facevo per me, farmi guardare era diventata una ossessione, mi eccitava. Nel letto o sotto la doccia mi toccavo senza mai raggiungere l’orgasmo. Non volevo raggiungere l’orgasmo! Volevo rimanere in quella condizione di eccitamento continuo, le poche volte che facevo l’amore con mio marito fingevo l’orgasmo.
Solo oggi mi rendo conto che mi ero ridotta in una condizione di fragilità tremenda, ero ossessionata dal farmi guardare da mio figlio. Ero arrivata al punto di masturbarmi con una zucchina lasciando la porta aperta per farmi vedere.
Venne il giorno che stavo per scoppiare, dovevo avere un orgasmo! Subito!
Dopo pranzo andai sul divano come facevo di solito, ma quel giorno indossavo: gonna cortissima, niente mutandine, niente reggiseno. I capezzoli erano durissimi e sembrava volessero bucare la camicetta.
Mi sdraiai in posizione supina, appoggia i piedi al divano con le ginocchia piegate. In questo se Max fosse venuto sul divano non poteva non vedere lo spettacolo della mia farfallina tutta rasata.
Pochi minuti e arrivò mio figlio, si sedette quasi sui mie piedi, il suo sguardo era fisso, puntava in mezzo alle mie gambe. Si alzò, si sdraiò sopra a me, rimasi con le gambe allargate e lui sopra. Riuscivo a sentire il suo bastone durissimo premuto sopra al mio pube.
‘Siamo soli a casa!’ disse in modo deciso ma con un filo di voce ‘Ti voglio riempire la figa di sborra!’
Intanto aveva infilato le mani sotto la camicetta strappandomi i bottoni, mi palpava il seno, con due dita mi schiacciava i capezzoli.
‘Mettiti nudo, dammi il cazzo bocca!’
Si mise in piedi davanti a me, ero seduta sul divano e iniziai un pompino, mi spingeva la testa verso di lui per farne entrare di più. Aveva un cazzo enorme!
‘Mamma… Sei una troia’ questa frase la ripeteva in continuazione.
‘Dai mettimi la testa sotto la gonnellina, daiii…’
Aprii le gambe e iniziò a muovere la lingua nella mia figa rasata. La sentivo colare.
‘Siiiii, Daiiiii,…. infila lingua… uuhhhhaaa… daiiii succhia il clitoride!!!!!!!!!’
Aveva la gonnellina che gli copriva per metà il capo, sentivo la testa che mi comprimeva sulle cosce, sembrava volesse entrare con la testa. Sentivo la sua lingua scendere come per cercare qualche cosa più in basso, con le mani afferrai le mie natiche e aprii quanto più potevo. Aveva la strada libera, la punta della sua lingua si muoveva nel buco del mio sedere, non mi trattenni ‘Aaaahhhhh… Daiiiii… Siiiii….’. Portò la mano sul pube e con due dita, senza mai fermarsi con la lingua nel buchetto, iniziò a masturbarmi il clitoride.
Dopo poco arrivò l’orgasmo, ‘Aaaaahhh.. daiiiiii… daiiii… siiiii…’. Gli inondai la testa, portò la lingua nella vagina come per bersi tutto il mio liquido.
‘Hai goduto?!’ mi chese
‘Siiiii… Dai vieni sopra voglio sentire la tua sborra dentro’
Così fece, mi saltò sopra come se volesse spaccarmi! Avevo le gambe bene aperte, la minigonna appena alzata, andava su e giù, stavo ricominciando a godere. Chiusi leggermente le gambe, mi portai una mano sul clitoride e iniziai un ditalino mentre mi sentivo squarciare la dal suo cazzo. Dopo qualche minuto lo tirò fuori ‘Dai, tria, girati che ti faccio il culetto’. Mi girai, come ipnotizzata, ero la sua serva, alzai leggermente il sedere, sentii che mi stava alzando la gonna. La punta del suo cazzo spingeva nel buco, alzai ancora leggermente il sedere e sentii che cominciava a penetrarmi, andava su e giù, ogni colpo era più deciso e andava sempre più a fondo ‘pano… piano… Toccami il clitoride’, mi passo per qualche secondo un dito sul clitoride mentre dava gli ultimi colpi per arrivare al fondo, sentii la sua pancia sbattere contro le mie natiche, mi ero messa nella posizione della pecora e lui dietro a volte in piedi a volte appoggiato alla mi schiena, mi prendeva in mano le tette, le strizzava, sentivo il pene dentro che pulsava, stava per esplodere.
‘Siiii… siiii… sborro…. aaahhhh…. troiaaaaa……’
Era venuto, dopo qualche istante lo tirò fuori ancora duro.
‘Sei una vacca mamma… sei una vacca’ continuava a ripetere ‘domani voglio ancora montarti’
Ero stremata, sentivo la sborra che usciva dal culetto, ansimavo.
Il giorno dopo non successe nulla.
Due giorni dopo, sempre dopo pranzo, Max mi disse
‘Vado a fare la doccia, vieni?’
‘Non sei capace di lavarti da solo?’
‘Non fare finta, ho il cazzo che sta scoppiando’
‘No… dai…’
‘Dai mamma! Ti faccio divertire!’ tirò fuori il pene.
‘Guarda che cazzo, voglio sborrarti dentro! Dai andiamo!’
Si avviò verso il bagno, ero come stregata, non sapevo cosa fare. Lo seguii. Arrivato in bagno si spogliò, aveva il pene rivolto verso l’alto, grosso, duro.
Entrò nella doccia e aprì l’acqua. Mi tolsi i vestiti ed entrai dopo qualche istante, l’acqua lubrificava le sue mani che pi accarezzavano i seni, era dietro, sentivo il suo cazzo battere contro le mie natiche.
‘Non possiamo fare nulla, è troppo stretto’ dissi
‘Chinati un po, non ti preoccupare’
Sentii il suo pene entrarmi da dietro nella vagina, lo sentivo dentro con l’acqua che scendeva. Era una sensazione bellissima. Passo una mano davanti e con un solo dito mi fece diventare il clitoride enorme. Andò a vanti a quel modo forse per dieci minuti, ogni tanto lo sfilava e provava a trapassarmi il culetto, pochi colpi dietro poi nuovamente nella figa.
‘Daiii… daiiii… Spingilo dentro alla figa. Daiiii…’
‘Troia, sei una troia. Ti riempio la figa di sborra’
E così fece, arrivò un orgasmo per tutti e due contemporaneamente. Avrei voluto che mi riempisse il culetto con la sua sborra calda, ma forse, questa volta, voleva provare la figa.
Uscii dalla doccia, ero presa dalla vergogna, e andai in camera mia.
Max era un fiume in piena, a 22 anni si farebbe l’amore anche diverse volte al giorno. Io cercavo situazioni sempre più estreme. Volevo provare ogni cosa.
Una volta, mentre ero in bagno, entra Max e mi spinge contro la lavatrice. Capisco subito le sue intenzioni! Mi chino sulla lavatrice, lui da dietro mi alza la gonna, sposta le mutandine e inizia a servirsi da solo.
Erano situazioni che mi eccitavano moltissimo, essere presa senza volerlo. A volte non si preoccupava neanche di farmi avere un orgasmo, si serviva e andava via.
Alcuni pomeriggi mettevo un lenzuolo sullo scorrimano del balcone, per non essere vista, una coperta in terra e mi sdraiavo in costume a prendere il sole.
Quel giorno arrivò Max, mi ero appena assopita, sentii una mano sul pube, un leggero massaggio. Poi quella mano si intrufolava sotto le mutandine, le dita scendevano per cercare il buco per penetrarmi. Tenevo gli occhi chiusi, allargai leggermente le gambe per facilitargli l’opera. Partì un massaggio al clitoride, giravo la testa a destra e sinistra, ansimavo. Con una mano mi aveva spinto in alto il reggiseno, sentii la lingua su un capezzolo, poi prese a succhiarlo. Mi penetrò prima con due dita, poi tre, quattro, avevo male ma ero allo stesso tempo eccitatissima. ‘Aiaaaa… Aiaaaa…’ Per farmi meglio sopportare portò la lingua sul clitoride e iniziò a giocarci, continuava a spingere, voleva farmi entrare una mano nella figa.
‘Dai… Troia… Daiii… che nel figa ti entra Siiii…’
‘Piano… Piano… mi spacchi, Aaahhh… daiii… spingiiii’
Mi stava facendo malissimo, ma stavo godendo con la sua lingua e sentirmi la figa piena a quel modo mi eccitava al punto che anche il dolore era diventato godimento.
Credo fosse riuscito a farla entrare quasi tutta, sentivo le dita muoversi dentro, era impazzito, andava avanti e indietro. La lingua sul clitoride, il male, le sue dita dentro… Raggiunsi un orgasmo fortissimo, tolse lentamente la sua mano da dentro a me e come se mi stesse dando un ordine esclamò ‘Dai, prendilo in bocca e beviti tutto’. Ubbidii, si inginocchiò al mio fianco, afferrai il suo pene enorme e durissimo lo misi in cocca e cominciai ad andare avanti e indietro con la testa, su e giù con la mano. Mi spingeva la testa sul suo cazzo per farmelo ingoiare, andai vanti lentamente per dieci o quindici minuti, fino a che mi afferrò il capo con due mani e tirandomi la testa riuscì a farmi andare il glande in gola, ora teneva la mia testa ferma e si muoveva lui, fino a quando mi sentii riempire la bocca dalla sua sborra, sembrava che più ne bevevo e più il suo cazzo ne buttasse fuori.
Per la prima volta mi disse ‘Grazie!’
Aveva preso gusto a sbattermi sul tavolo, arrivava da dietro mi spingeva sul tavolo e poi da dietro, con poca delicatezza, mi trafiggeva il sedere. Lo metteva fino in fondo: dentro e fuori, dentro e fuori, mi strizzava le tette fino a quando sentivo lo sperma caldo uscire da dietro e colarmi lungo le gambe. A volte mi masturbava, altre si preoccupava solo di venire.
Finalmente arrivò il giorno che Max portò a casa un ragazza, era la sua ragazza. Devo dire che aveva scelto bene, 21 anni, biondina, alta, misure generose, seno abbondante.
I nostri rapporti cessarono completamente. Quasi mi ero dimenticata di come si faceva a masturbarsi. Rispolverai il vibratore e a volte la mattina mi toglievo qualche soddisfazione.
Tutto quello che era successo mi aveva trasformata in una maniaca assetata di sesso.
Qualsiasi ragazzo che vedevo mi faceva sognare, il mio sguardo cadeva subito sul suo pacco, quando ero al supermercato mi chinavo di fronte agli scaffali per farmi guardare sotto la gonna. Ero addirittura arrivata a desiderare una ragazza, a sognarla nel letto con me, accarezzarla, farla godere. Sentirla godere!
Le mie fantasie erotiche si facevano sempre più audaci, quello che fino a un anno prima, il solo pensiero, mi avrebbe fatto ribrezzo, ora avrei voluto provarlo.
Non me ne rendevo conto ma avevo un disturbo che avrebbe dovuto essere curato, erano solamente fantasie ma non avrei esitato a metterle in pratica. Non dico questo per giustificare quanto era successo e quanto sarà successo in seguito.
Era il mese di Giugno, mi telefona mia sorella per chiedermi se mia nipote, Sara, poteva venire a passare qualche giorno da noi. Lei e il marito sarebbero andati per qualche giorno a visitare Firenze e non volevano lasciare mia nipote sola a casa.
Mia nipote era una ragazza di ventisei anni, alta, capelli lunghi neri. Aveva un fisico da urlo ma non faceva girare la testa ai ragazzi, era sempre un po dismessa nel vestire, non faceva nulla per mettersi in mostra. In quel periodo era a casa perché aveva perso il lavoro.
Averla per casa era un diversivo, riuscivo anche a distrarmi dai miei pensieri ossessivi. Il primo giorno lo passammo a chiacchierare passeggiando nei boschi vicino a casa. Mi disse che non aveva mai avuto un ragazzo.
‘Sto bene ugualmente, non mi interessa particolarmente…’
Per una ragazza di ventisei anni non mi sembrava molto normale, certo non ero io che potevo parlare di normalità in queste situazioni.
Un pomeriggio ci mettemmo sul balcone a prendere il sole, gli avevo prestato un mio costume da bagno. Aveva un fisico splendido! Abbastanza più alta di me, seno non grande ma sodo con i capezzoli che bucavano il costume.
L’ho vista avvivare, mi ha scavalcato e si è coricata al mio fianco, ho chiuso gli occhi e la mia fantasia cominciava a lavorare, a perseguitarmi. La immaginavo con la testa in mezzo alle mie gambe.
Mi misi seduta e, rivolgendo lo sguardo verso le sue mutandine, dissi ‘Non ti depili per metterti in costume?’
‘Veramente non mi sono mai depilata’
‘Guarda me!’ spostai leggermente le mutandine
‘Non fa male? Come fai a depilarti lì?’
‘No, figurati! Ho il rasoi apposta. Vuoi provare?’
‘Si! Dai! Vado in bagno’
‘No. Aspetta qui, vado a prenderlo’
Tornai dopo poco con il rasoio elettrico.
‘Dai! Sposta le mutandine che ti sistemo’
Sara divaricò le gambe e con la mano teneva le mutandine spostate mentre io tagliavo. Mi stavo eccitando, scendevo con la testa sempre più vicino alla sua figa. Avrei voluto passargli la lingua sulla riga, fare scivolare un dito sotto alle sue mutandine. Quando la guardavo avevo l’impressione che quella situazione le desse sensazioni simili a quelle che stavo provando io.
‘Lascia, le tengo io le mutandine’ Mi ero fatta più audace. Mollò la presa, passai tre dita sotto le sue mutandine per poterle spostare, le spostai molto! Avevo la sua figa in primo piano!
‘Vuoi che ti depilo tutta? ‘
‘Mah… Fai come pensi sia meglio zia’
Sentendo quelle parole capii che di li a poco avrei potuto provare a tuffarmi in mezzo alle sue gambe.
‘Allora dai! Sfilati le mutandine’
Un po’ titubante, Sara, si sfilò le mutandine.
Ero inginocchiata a cavallo di una sua gamba, ripresi la depilazione. Presa dall’eccitazione avevo perso ogni freno, con le dita di una mano le aprivo le grandi labbra e con l’altra mano gli passavo il rasoio. Mi fermavo spesso sopra al clitoride, abbassavo il rasoio per farle sentire la vibrazione. Alzai lo sguardo, Sara aveva gli occhi chiusi, la bocca leggermente a aperta, le braccia lungo i fianchi, apriva e chiudeva ritmicamente le mani. Forse stava godendo.
Spensi il rasoio, lo appoggia in terra e accostai le mie labbra al suo clitoride.
‘Ah!!’ Esclamò, senza esitare, con le mani, gli aprii la figa e comincia fare girare la lingua sul clitoride. Dopo pochi secondi mia nipote posò una mano sul mio capo, mi accarezzava e allo stesso tempo premeva la testa contro il clitoride.
Mi spostai al suo fianco, in ginocchio, senza mai staccare la lingua. Sentii le sue dita, da dietro, che cercavano di entrare sotto alle mie mutandine, alzai leggermente il sedere mi ritrovai due sue dita piantate nella figa.
‘Daiii… Ziaaaa… Siii… Brava…’
‘Dai, voglio sentirla contro la mia’ dissi io
Intrecciammo le gambe e iniziammo a strofinare la figa di una contro quella di quell’altra. Entrambe ci tiravamo per i piedi per sentirci meglio, infilai una mano per tastare il suo clitoride.
‘Daiii… Sara… Daiii… Ti ho sognato tante volte…’
‘Anche io ziaaa… Siiii… Daiii…’
Era lesbica, ora tutto mi era più chiaro.
‘Vienimi sopra’ disse Sara ‘Voglio sentire le tue tette contro le mie’
Mi stesi sopra a lei, mi baciava, mi toccava il seno. Sembrava impazzita.
‘Oooohhh… Siiii… Zia…’ vederla in quello stato mi eccitava da morire.
Iniziammo a leccarci il clitoride a vicenda, entrambe eravamo un fiume piena. Mentre leccava mi faceva entrare e uscire due dita nella figa.
‘Aaaaahhh… Ooooohhh… Siii… Zia… Siiii…’
Quando la sentii che stava raggiungendo l’orgasmo non mi trattenni.
‘Daiii… Saraaaa… Daiiii… Oooohhh… Oooohhhh.. Siiii…’
Eravamo venute quasi insieme, era stato bellissimo. Una trasgressione eccitante.
Mi alza e guardandola in faccia le dissi ‘Ti piacciono le donne?’
‘Non so zia, non so… Ma… a te si?’
‘Mi piaci solo tu! Sei bella! Mi hai fatto godere tantissimo. Ma è vero che hai sognato di fare l’amore con me?’
‘Si zia… Tante volte mi sono toccata pensando a come sarebbe stato… nel letto con te’
Il giorno dopo lo facemmo sul mio letto, sentivo la mancanza di un cazzo, volevo stare con mia nipote ma allo stesso tempo avrei voluto sentirmi riempire.
Gli chiesi di infilarmi il vibratore, era al mio fianco che con una mano mi massaggiava il seno e con l’altra andava su e giù con il vibratore.
‘Siiii… Daiii… Mettimi anche il dito… Daiii…’
Mentre mi succhiava i capezzoli cercava di farmi entrare due dita insieme al vibratore. Sfilò il vibratore e mentre mi massaggiava dentro alla figa con due dita mi succhiava il clitoride.
‘Siiii… Saraaaa… Brava… Riempimi… Riempimi…’
Non la stavo toccando ma era eccitatissima nel vedermi godere a quel modo.
‘Daii… Ziaaaa… Godiii… Godiii…’
Spingeva non solo più le dita, ma sembrava volesse farmi entrare la mano dentro.
‘Siiii… Saraaa… Spingi… Fammi entrare tutto…’
Non se lo fece ripetere, dopo poco sentivo le sue dita che si muovevano dentro, la sua mano, non so se tutta, entrava e usciva da dentro a me. La sua lingua non dava tregua al mio clitoride.
‘Aaaahhh… Saraaaaa… Daiiii… Cosiiii… Oooohhh’
‘Ti è piaciuto zia?’ sussurrò Sara
‘Bellissimo…’ risposi ‘sdraiati, tocca a te’
Ero stravolta, la masturbai con due dita, non riuscivo a fare di più.
‘Daiii… Ziaa… Dai… Non fermarti… Siii…’
Alla fine mi disse ‘Grazie zia, è stato bellissimo vederti godere’
Capitolo VI – Come una schiava
La permanenza di Sara a casa mia era terminata. Ma non tutto era finito…
Mi telefonava in continuazione, appena poteva veniva a trovarmi. Si era innamorata di me.
Io ero stata bene con lei, mi aveva fatto provare sensazioni incredibili ma avrei voluto che tutto finisse li.
Una volta che venne a trovarmi mi si scagliò addosso buttandomi sul letto, senza esitare intrufolò la sua testa tra le mie gambe e spostandomi leggermente le mutandine con una mano mi fece avere un orgasmo bellissimo con la sua lingua.
‘Zia… voglio che godi… daiii… godiiii… Ti amo zia, ti sogno ogni notte. Dimmi cosa ti devo fare!’
Avevo Sara in pugno, voleva essere la mia schiava.
Un pomeriggio venne a trovarmi, come entrò in casa gli dissi ‘Dai vieni in camera!’, la trattavo duramente, ero la sua padrona.
Mi spogliai, mi misi sul letto e gli ordinai di leccarmi.
‘No! Non il clitoride! Leccami il buco del culetto!’
Non mi interessava farmelo leccare ma l’idea di fargli fare tutto quello che volevo mi eccitava.
Quella volta dopo essermi fatta leccare il buchetto, la feci sdraiare a gambe larghe, presi il vibratore e con violenza lo piantai nella sua fighetta rasata.
‘Aaaaahhhhh… Zia sei pazzaaaa…’
Andavo dentro e fuori, lo piantavo fino in fondo. Lei continuava a urlare di dolore ma non si sottraeva a quello che gli imponevo di fare.
Mi inginocchiai sopra di lei, le appoggiai la figa sulla faccia ‘Dai lecca nipote! Datti da fare, fammi godere’.
Mi aggrappai alle sue cosce sode, mi stava leccando il clitoride in un modo sublime. Iniziai a succhiare a mordere il clitoride e le grandi labbra di Sara, volevo farla godere ma volevo anche sentirla urlare di dolore.
Staccava la lingua dal mio clitoride solamente per lanciare qualche urlo di dolore ‘Aaahhh… Mi fai maleeee… Daiiii… Siiiii… E’ Bellooooo…’
Mentre stava venendo gli strappai il vibratore dentro alla figa, mi riempì il viso con uno schizzo fortissimo. Dopo pochi istanti arrivò anche per me un orgasmo lungo, intenso, bellissimo. Rimanemmo in quella posizione, l’una con la testa tra le gambe dell’altra per almeno cinque minuti, eravamo esauste.
‘Zia… Zia… Ho goduto… ma ho malissimo alla figa, mi hai distrutta…’
Avevo scoperto che il ruolo della dominatrice mi eccitava. Unito al fatto che mi stavo anche facendo mia nipote, una ragazza alta, bella, soda…
Un pomeriggio le ordinai di venirmi a trovare vestita di minigonna inguinale e senza mutandine.
‘Dai andiamo al supermercato!’
‘Ma come zia…? Pensavo…’
Lungo la strada le spiegai che volevo vederla mentre mostrava cosa aveva sotto la gonnellina.
‘Ok… zia… Ma forse non stiamo esagerando un pochino?’
‘Non ti piace pensare a quei ragazzi che poi vanno a casa sborrarsi in mano pensando a te?’
‘Beee… siiii…’
Al supermercato mi tenevo a una certa distanza per godermi le scene che di volta in volta mi si presentavano.
Si chinava di fronte agli scaffali senza piegare le gambe lasciando vedere sotto alla gonnellina scozzese la sua farfallina rasata.
L’idea che tutti quei ragazzi volessero portarla a letto e invece soltanto io potevo farle quello che volevo, mi eccitava.
Uscimmo dal supermercato.
‘Sono andata bene zia?’
‘Si! Sei stata brava, ti meriti un premio’
Mi girai verso di lei, la spinsi contro la mia auto e iniziai a baciarla sulla bocca. Sara si irrigidì tutta, probabilmente l’idea di farsi baciare da una donna in un parcheggio con la gente che vedeva la terrorizzava.
‘Sei pazza zia!?’
Poi mi abbracciò e affondò la sua lingua nella mia bocca, credevo che volesse farmi avere un orgasmo. Sembrava impazzita.
Salimmo in macchina, le abbassai leggermente il sedile e partimmo.
Dopo poco le dissi ‘Dai Sara, ora fammi vedere come ti tocchi!’
Alzò leggermente la gonnellina e mentre io guidavo iniziò un favoloso ditalino, godeva ad alta voce ‘Aaaahhh… Siiii… Ooohh…’
‘Dai Sara… Godiii… Daiii… Fammi sentire…’
Le macchine che ci passavano di fianco non potevano non vederla, Godeva, urlava, si dimenava, il viso era tutto arrossato.
Allungai una mano sulla sua figa e finii io di masturbarla.
‘Aaaahhh… Daiii… Daiii… Ziaaaa… Daiii… Vengooo…’
‘Si Sara, dai, dai’
‘Godoooo…. Vengoooo… Aaaahhh… Oooohhhh’
Era venuta, e probabilmente altre persone che l’avevano vista, quella sera saranno venute.
‘Hai goduto Sara? Ti è piaciuto?’
‘S…si zia, s…si’
‘Vuoi che faccio venire te zia?’
No, no. Un altra volta’
Era stravolta. La riportai a casa. I suoi genitori vedendomi arrivare mi fecero salire in casa, mi offrirono un caffè, le solite cose.
La mamma, guardando Sara, esclamò ‘Sara! Ma come vai in giro vestita!? Non ti sembra un po corta quella gonna?’
Mi veniva da ridere. Pensavo che sotto non aveva le mutandine, che si era appena masturbata sulla mia macchina mentre tante persone la guardavano.
‘Ma dai! Sono giovani!’ esclamai.
Salutai e tornai a casa.
Ero soddisfatta, era stato un pomeriggio veramente fuori dal normale. La notte mentre mio marito dormiva mi masturbai pensando a Sara, a come mi baciava nel parcheggio, agli uomini che la guardavano mentre si masturbava.
Ebbi un idea!
Un pomeriggio chiesi a Sara di venire a casa mia.
‘Ora ti spiego cosa devi fare!’
‘Zia… Non esageriamo…’ rispose con un filo di voce
‘Voglio guardare mentre fai una sega a zio’
‘No! Questo no! E’ tuo marito… è mio zio…’
‘Anche tu sei mia nipote… Ora ascolta! Domani mattina Franco è a casa, io faccio finta di uscire e mi nascondo un cantina. Tu arrivi alle dieci, minigonna e tette bene in vista!’
‘Maaa… Ziaaa… non so…’
‘Zitta! Ascolta! Fai finta di non sapere che io sono in casa. Devi essere decisa! Gli dici di seguirti in camera da letto, lo fai sedere e allunghi subito una mano sul suo cazzo! Ti piacerà, è veramente grande. Poi lo masturbi fino a farlo sborrare nella tua mano’
‘Ma sei sicura…?’
‘Stai tranquilla! Quando glielo prendi in mano rimane pietrificato. Metti quella gonnellina scozzese, quando ti vede andrà subito in tiro!’
Il giorno seguente esco poco prima delle dieci con la scusa di andare a fare la spesa e vado in cantina.
Dopo pochi minuti suona mia nipote. Dalla cantina potevo sentire tutto.
‘Ciao zio!’
‘Ciao Sara! Ambra è uscita’
‘Ok… Posso entrare’
‘Certo, vieni’
L’avevo vista arrivare, era magnifica, alta, gonna cortissima e maglietta attillata.
Dopo non più di cinque minuti sento i passi, vanno dalla cucina alla camera da letto ‘Ci siamo!’.
Salgo cercando di non fare rumore, entro in casa, dall’ingresso riesco a vedere il letto.
‘Dai zio! Fammelo toccare!’
‘Ma… Nooo… Daiii…’ Franco non sapeva più che dire
Sara iniziò un massaggio da sopra i pantaloni, mio marito si distese sul letto. A quel punto mia nipote gli aprì i pantaloni, li abbassò leggermente insieme alle mutandine e afferro il suo pene durissimo.
‘Dai Sara… Daiii… Salimi sopra… Fattelo sbattere dentro’
Dopo pochi colpi Sara, forse non riuscì a resistere alla vista di un pene così grosso e duro, salì a cavallo di mio marito, spostò le sue mutandine e prese ad andare su e giù. La gonnellina mi copriva in parte la vista del suo pene che entrava dentro alla nipote.
‘Aaaahhh… Zioooo… Che cazzoooo…. Che cazzooo…’
‘Dai Sara… Daiiii… Salta… Oooohhh…’
A quella vista non riuscivo più a controllarmi, avrei voluto entrare, avrei voluto solamente assistere. Non sapevo che fare, mi avvicinavo sempre di più alla porta, ormai ero spudoratamente nel mezzo della porta. Ne mio marito ne mia nipote mi avevano visto.
Maldestramente toccai la porta che scricchiolò sonoramente. Sara si fermò seduta sul cazzo di Franco, girò la testa verso di me, mio marito alzò la testa e guardandomi balbettò ‘No… sai… io… perchè…’.
‘Aaahhh è così? Ti fai la troietta?!’
‘Maaa… zia…’
Mi avvicinai al letto, tolsi la gonna e mi sdraiai a fianco di mio marito, Franco mi guardava, non sapeva che dire.
‘Dai Sara! Fai godere anche me!’
Lei si alzò, sfilando il cazzo di mio marito da dentro, mise la testa tra le mie gambe e iniziò il lavoro con la sua favolosa lingua. Mio marito era esterrefatto, sembrava confuso.
‘Dai Franco! Non ti piacerebbe farti tua nipote alla pecora?’
Franco si alzò e si mise inginocchiato dietro a Sara, lei continuava a leccarmi, gli spinse su la gonnellina e iniziò a penetrarla con forza.
‘Aaahhh… Piano zio mi sfondi’
Godevamo tutti e tre come pazzi, mio marito dava dei colpi dentro a Sara che pensavo la sfondasse.
‘Aaahhh… zioooo… zioooo… daiiii…’
‘Saraaa… che culetto… siiii… Ho sempre sognato di montarti… Siiii…’
Ero eccitata oltre ogni limite e, rivolgendomi a Franco, dissi ‘Dai! Sfondagli il culo, mettiglielo dentroooo’
‘No zio! Mi fai male, nooo… fermoooo…’
‘Dai! Mezzo è già dentro. Aaahhh… Siiii…’
‘Dai zio! Toccami il clitoride, daiii…’
‘Daiii… Daiiii… Lecca Saraaa… Leccaaaa… Daiiii… Vengooo… Oooohhh… Siiiii…’
Ero venuta, mio marito stava scoppiando, gli dava dei colpi nel culetto che credevo la spaccasse in due.
‘Siiiii… Dai zioooo… Fammi venire Siiiii… Aaaaooohhh’
‘Sara…. Fatti riempire il culetto daiiii… Siiii… Vengoooo…’
Erano venuti insieme. Sara si alzò sulle ginocchia con una smorfia di dolore. Da sotto alla gonnellina si vedeva la sborra che gli colava lungo le cosce.
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........