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Racconti Erotici Etero

serata d’estate

By 5 Maggio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella che sto per raccontare &egrave una storia vera. Forse per questo meno eccitante per alcuni ma non per me che preferisco storie realistiche e veritiere. E’ la prima che scrivo ma se avrò commenti e apprezzamenti non esiterò un attimo a scriverne altre.
Roma, estate del 2002. Una delle tante serate passate ad attendere l’arrivo delle vacanze, del distacco dal lavoro, del mare. Come spesso accade a Roma faceva molto caldo e io e la mia ragazza decidemmo di uscire a cena per andare a un ristorantino in centro che ci riproponevamo di provare da parecchio tempo. La passai a prendere a casa dell’amica da cui abita. Premetto che stavamo insieme da circa anno (al momento della serata che sto raccontando) e la nostra intesa cresceva di giorno in giorno. Ci ritrovavamo quasi tutte le sere a uscire solo io e lei a bere, mangiare, andare al cinema e frequentare concerti dell’estate romana sempre con maggiore felicità. Sessualmente poi, l’affinità &egrave sempre stata altissima dal primo giorno che ci siamo incontrati. Pochi giorni prima eravamo andati a fare un po’ di shopping per i negozi di Roma e in un grande magazzino ci eravamo soffermati sulla biancheria intima. Conoscendo la mia passione per il tanga, lei non si era fatta sfuggire il pezzo migliore di tutti; un perizoma bianco di cotone, leggerissimo, la cui parte posteriore era composta soltanto da un filo sottilissimo.
Quella sera era uscita dal protone di casa indossando un vestito di cotone rosso che le scendeva sul corpo aderente ma non attillato, con due bretelline sottilissime sulle spalle e la schiena nuda fino a tre quarti della schiena. Le gambe scoperte fino a sopra le ginocchia e un abbronzatura perfetta frutto dei primi giorni di mare rubati nei week-end. La sua schiena, muscolosa la punto giusto e perfettamente liscia non poteva passare inosservata con i capelli lunghi ancora bagnati da una doccia appena fatta che ci si appoggiavano.
Ai piedi aveva un paio di sandali neri senza tacco. Era eccitante solo allo sguardo e subito la baciai con passione dicendole quanto fosse bella. Parcheggiata la macchina nei dintorni del ristorante decidemmo di prendere un aperitivo in un chiosco per poter raggiungere la nostra meta passeggiando. Arrivando al chiosco le guardai il culo, eccitatissimo dal suo abbigliamento per cercare di capire quale perizoma avesse indossato. Vidi subito che il vestito le scendeva sulle chiappe senza far trasparire alcun segno di biancheria e subito pensai che mi avesse fatto una sorpresa. Le dissi che aveva come sempre un culo perfetto (da sempre mi aveva conquistato, anche prima che lo vedessi e lo potessi toccare, quando ci frequentavamo da semplici amici) e con lo sguardo mi fece capire che aveva intenzione di passare una serata bollente. Ci prendemmo l’aperitivo seduti su dei panchetti alti in cui lei si sedette accavallando le gambe: era praticamente nuda, i capezzoli (avendo quel vestito era naturalmente senza reggiseno) si erano già fatti vedere da sotto la stoffa del vestito, eccitati dai miei baci e dai miei sguardi e dalla soffice brezza serale che portava un po’ di sollievo nell’estate afosa e creava un’atmosfera sempre più eccitante. Le chiesi che cosa aveva sotto e mi confermò che aveva quel perizoma comprato pochi giorni prima. Mi disse che era fantastico sentire l’aria sulla pelle nuda sotto quel vestito così morbido. E che la eccitava mortalmente l’idea di essere praticamente nuda per le strade. A me fece salire un misto di gelosia e grande eccitazione il fatto di poterla avere così: mia e sfrontata allo stesso tempo. Che tutti ne potessero ammirare la bellezza e anche la disponibilità a mostrarsi ma che allo stesso tempo solo o ne potessi avere il corpo in qualsiasi momento. Così le chiesi di fermarci a prendere un secondo aperitivo perché volevo stare ancora in mezzo alla gente con lei così bella e sfacciata. Volevo ancora che le si potesse guardare il culo e pensare che fosse uscita senza mutandine o (come era in realtà) con un tanga che ti metteresti solo per essere eccitante. Così bevemmo ancora e con la complicità dell’alcol, anche se non ce ne era bisogno ci cominciammo a baciare con veemenza seduti sul primo muretto che trovammo. Mi eccitai ancor di più a passare la mano sulla schiena e a infilarla sempre più giù, fino a toccare quel sottilissimo filo che la divideva dal culo perfetto. Le misi una mano sulle chiappe senza preoccuparmi del fatto che potessimo essere visti da chiunque. E il bello era che neanche lei se ne preoccupava. Anzi, era sempre più calda nei sui abbracci e nelle carezze che mi faceva sui pantaloni fino a toccarmi il pisello, duro come forse mai era stato.
Ci slacciammo per un po’ per raggiungere il ristorante, bello e con un’atmosfera molto romantica. Scegliemmo di sederci all’aperto, dove saremmo stati rinfrescati un po’, considerate le nostre condizioni. Ordinammo sotto lo sguardo del cameriere che sorrideva molto alla mia ragazza la quale non mancava di ricambiare, facendomi ingelosire e eccitare allo stesso tempo.
Dopo aver mangiato pesce e bevuto vino bianco di ottima qualità, prima di prendere il dolce la mia ragazza si alzò per andare al bagno, mostrandomi generosamente il seno sodo dalla scollatura anteriore del vestito. Dopo pochi minuti tornò con uno sguardo che voleva dire soltanto ‘ho una gran voglia di scopare e di essere troia per te’. Mi fece vedere la borsetta e dentro c’era quel piccolo perizoma bianco; ora sì che era veramente nuda. Mangiammo il dolce sempre più eccitati, pagammo e ci alzammo. Feci alzare prima lei, per guardarla nel suo splendore, e per farmi durare ancora di più questi momenti in cui lei era sotto lo sguardo di tutti. Cominciammo a camminare in direzione della macchina mentre ci continuavamo a leccare le lingue ogni pochi passi. Le staccai leggermente il vestito dalla schiena per poterle guardare il culo nudo, che con il segno del costume si vedeva ancor più nitidamente, nonostante fossimo avvolti dalle tenebre e dalle foche luci delle piccole vie che percorremmo. Arrivati dalle parti della macchina mi disse di fermarci ancora un po’ sedendoci sul muretto del lungotevere. Le dissi quanta voglia avevo di baciarla e di leccarla, e di sentire la sua bocca e le sua mani e i suoi bocchini favolosi. La presi per mano e la portai sugli scalini che scendono lungo l’argine del fiume e la feci sedere: volevo che allargasse le gambe e tenesse la fica nuda all’aria aperta, per poterla guardare. Glielo dissi e lei si sedette allargando solo leggermente le gambe e facendo salire un po’ il vestito. Con il suo sguardo che diventava sempre più porco mi prese la mano e se la mise tra le gambe: fu allora che sentii la sua pelle liscia che arrivava fino al clitoride. Si era completamente depilata la fica, come le avevo chiesto qualche giorno prima durante uno di quegli amplessi infiniti che ci univano. Le dissi che era la mia troia e che mi faceva impazzire così. ‘E’ quello che voglio”. Non le diedi il tempo di dire altro e le scesi ancora con la mano sotto al clitoride, dove era bagnatissima. Le accarezzai le gambe, levando la mano e guardandola così, con la fica depilata, all’aperto, con la possibilità che chiunque si potesse affacciare sulle scale e vederla.
Poi le misi la faccia tra le gambe per sentire con la lingua la morbidezza vellutata della sua fica e il suo sapore che mi arrivò fino alla gola, dandomi alla testa ancor di più. La leccai con foga mentre lei teneva la mia testa tra le mani stringendola. Sentii che stava per venire e accelerai i movimenti della lingua finché non venne fortissimo stringendo le gambe e le mani spingendomi la testa sempre più forte contro il suo ventre. La baciai con il suo sapore in bocca e questo la eccitò di nuovo. Dopo una splendida sigaretta post orgasmo (per lei) e con ancora tutta l’eccitazione addosso (per me) ci alzammo e raggiungemmo la macchina.
Appena saliti le proposi di arrivare fino al mare, per allungare ancora la serata il più possibile. Naturalmente accettò e si tirò il vestito fino a metà cosce per tutta la prima parte del viaggio. Durante tutto il tragitto mi accarezzò tra le gambe, facendomi sempre più eccitare. Non riuscivo a togliere lo sguardo dalle sue gambe e l’idea della sua fica depilata nuda mi faceva girare la testa. Le alzai ancora di più il vestito e la scoprii completamente; dovevamo viaggiare così, con la fica a disposizione delle mie mani, dei miei occhi e degli occhi dei viaggiatori che si fossero accostati alla nostra macchina. La sentivo di nuovo bagnatissima e ancor più troia. Mi aveva tirato fuori il cazzo dai pantaloni e me lo stava toccando e ogni tanto si abbassava per prenderlo in bocca, leccandolo completamente. Naturalmente il viaggio durò parecchio perché volevo andare piano per godermi lo spettacolo fino in fondo e lei continuava a toccarmi e leccarmi tenendomi sempre sul limite dell’orgasmo che non voleva che raggiungessi ancora. Arrivati al mare ci avviammo alla spiaggia e ci sedemmo non distanti da un gruppo di ragazzi che parlavano attorno a un fuoco. Distanti ma non troppo, nell’oscurità ma con la possibilità di essere visti. A quel punto la mia ragazza mi tolse i pantaloni e le mutande e si inginocchiò davanti a me iniziando un lento e fantastico bocchino. Mi toccava le gambe e poi le palle, sfiorandomele con maestria e stimolandomi leggermente con il dito il buco dell’ano. Mi stava facendo impazzire e le alzai di nuovo il vestito sdraiandomi e, facendole continuare il bocchino le chiesi di dirmi quello che provava. Mi raccontò, con il culo nudo a vista di chiunque che le sembrava di essere tornata adolescente, che le venivano in mente tutti i bocchini che aveva fatto sulla spiaggia e nelle tende dei campeggi. Sentendola sempre più troia cominciai a provare un orgasmo incredibile e le venni completamente nella bocca. Bevve tutto il mio sperma fino all’ultima goccia, si alzò, si tolse il vestito e nuda si avviò verso il mare per fare un bagno. La guardai, notando che aveva attirato l’attenzione del gruppo di ragazzi vicini, che non le toglievano gli occhi di dosso. Entrai anche io nel mare, facemmo un bellissimo bagno e tornammo sulla riva, dove dopo un’altra sigaretta la feci mettere a cavalcioni su di me le entrai dentro e scopammo con grandissima intensità fino a venire contemporaneamente. Si rimise il vestito e mentre riprendemmo la via della macchina mi disse all’orecchio che la faceva impazzire farmi veder quanto le piaceva fare tutto e in tutti i modi. Accompagnando la frase con uno di quegli sguardi provocanti che solo lei sapeva fare’.
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