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Sesso con il capo (1 parte)

By 3 Dicembre 2024One Comment

Il capo di Anna era il solito ricco, stronzo e viziato.
Due giorni prima di quel viaggio non programmato, mentre erano in ufficio si era permesso di fare apprezzamenti sul suo abbigliamento che, secondo lui, metteva in mostra il suo splendido corpo, parole esatte che aveva usato. Uscendo le aveva detto che al viaggio di lavoro programmato con un’altra collega avrebbe dovuto andare lei. Quindi eccola lì, rassegnata a passare quella settimana sopportando riunioni e briefing.
Vide l’autista della macchina verso cui si dirigeva scendere e aprire la portiera, appena Anna si sporse all’interno lo vide. Augustus era seduto con le gambe accavallate, sereno, affascinante e sicuro di sé.
Anna salì senza salutare.
“Le prometto che farò il bravo. Se l’altro giorno in ufficio l’ho messa in imbarazzo mi scuso”.
“Sono qui perché lei ha richiesto la mia presenza. Niente di più niente di meno. Faccio solo il mio lavoro”.
“Lei mi piace, Anna. Ha carattere”
“Mi scusi la franchezza. Io con lei devo solo lavorare, è chiara questa cosa giusto?”
“Wow, si certo. Io non la obbligherò a fare assolutamente nulla, aspetterò che sia lei a chiedermelo”
“Se lo scordi!”
“Lei colpisce duro. Vedo che non è una donna che finge gentilezza. Non sarà facile farle cambiare idea”.
“Esattamente”.
Arrivarono in hotel. Anna non aveva nemmeno disfatto le valigie che un cameriere bussò:
“Signora, l’ingegnere richiede la sua presenza nella hall”
Scese senza fare storie.
Era seduto al bar. Lo guardò attentamente. La sua altezza sfiorava il metro e novanta, indossava una camicia di lino bianca che faceva intravede i muscoli e non riuscì a evitare di guardare fra le sue gambe, anche così a riposo doveva essere molto ben dotato. Scacciò quel pensiero e si avvicinò.
Lui la guardò attentamente. Piccola e minuta, i seni esplodevano nella camicetta leggera.
“Si sieda. Posso offrirle qualcosa?”.
Si sedette accanto a lui, accavallando le gambe.
“No, grazie. Mi ha mandato a chiamare?”.
“Immagino di non essere il primo a dirlo, ma lei è molto bella e sfrontata”.
“E io immagino di non essere la prima e dirle che è un uomo affascinante, ma la cosa non mi interessa”
“Le farò cambiare idea. Venga, ci stanno aspettando”.
Si diressero verso la macchina che li attendeva all’uscita. Augustus le aprì la portiera, Anna salì senza obiezioni.
“Dove andiamo?”
“Voglio farle vedere una cosa”
L’auto imboccò un piccolo sentiero in salita e dopo diversi minuti si fermò.
Quando scesero dalla macchina Anna rimase incantata dalla vista. Erano su una collina molto isolata, la città era ai loro piedi e le nuvole di un rosso fuoco erano illuminate dal sole al tramonto.
“Grazie. La chiamerò io per il rientro”.
Il ragazzo annuì, posò a terra una cesta di vimini e una coperta e ripartì.
Augustus stese la coperta, si sedette e prese dalla cesta una bottiglia di vino bianco e due bicchieri.
“Adesso che siamo soli posso offrirle del vino?” disse Augustus.
Anna si sedette accanto a lui e prese il bicchiere. Lo guardò con attenzione, le sue idee erano chiarissime. Anna non era partita con l’idea di andarci a letto, ma più lo guardava più l’idea non le dispiaceva.
Anna appoggiò le labbra, piccole, rosse, carnose sul bicchiere.
“Non riesco a resistere”.
Si avvicinò e la baciò, dapprima solo sfiorandola, ma quando sentì le labbra di Anna schiudersi, impazzì. Spinse le sue labbra su quelle di lei e il bacio divenne profondo, passionale.
Anna pensò che tutto sommato una scopata con il grande capo non avrebbe fatto male a nessuno.
Lui la attirò a sé, la sollevò dalla vita fino ad averla sopra il suo grembo.
Le mani di Augustus erano sulla sua schiena nuda, la esploravano centimetro per centimetro. Lentamente il bacio terminò e si ritrovarono viso a viso. Gli occhi di Augustus ardevano di un’eccitazione che faticava a tenere sotto controllo.
“Sei ancora in tempo per dirmi di no”.
Anna rimase in silenzio, iniziò a passare le mani sul petto di Augustus e a slacciargli i bottoni della camicia di lino, la pelle era bollente sotto le sue mani, con delicatezza premette le unghie in un punto tra il collo e il petto che lei adorava. Augustus ansimò ed iniziò a slacciare la camicetta di Anna, lentamente, bottone dopo bottone, allargando la stoffa fra le mani mano a mano che scendeva. I seni di Anna erano piccoli, sodi e Augustus poteva prenderli per intero con il palmo della sua mano.
I loro corpi si cercavano e si eccitavano ogni secondo di più.
Le mani di Augustus, sempre più audaci, studiavano le cosce di Anna sollevandole la gonna.
La distese sulla coperta e iniziò a baciarla: prima la fronte poi gli occhi, il collo, le spalle fino ad indugiare sul seno. Le mordeva i capezzoli sempre più forte. Anna inarcò la schiena, Augustus la guardò per un attimo negli occhi e le sussurro sorridendo: “Dovrai essere tu a chiedere di farti mia”.
“Scordatelo”
Augustus riprese a baciarla su tutto il corpo. Era sceso sulla pancia e poi l’interno delle sue cosce, su e giù, la baciava e la leccava ovunque, arrivava sui capezzoli e la mordeva forte. Le tolse gli slip, le aprì leggermente le gambe e iniziò a torturarla con la bocca. Disegnava piccoli cerchi sul clitoride e quando fu bello gonfio lo succhiò e lo morse delicatamente.
Cazzo, il capo ci sapeva proprio fare! I gemiti di Anna erano sempre più intensi, non vedeva l’ora che iniziasse a scoparla per bene, ma Augustus si fermò e di nuovo si avvicinò al viso di Anna.
“Posso continuare finché vuoi, ma non ti concederò la più bella scopata della tua vita se non sarai tu a chiederlo”.
“Scordatelo”
“Non ti farò godere finchè non mi supplicherai”.
Si tolse i pantaloni davanti a lei e schizzò fuori un cazzo di dimensioni ragguardevoli, con una circonferenza impressionante. Anna avrebbe voluto prenderlo in bocca e succhiarlo fino a sentire la sborra che usciva calda, ma non riusciva a dargliela vinta.
“Tirerò fuori la troietta che è in te”
Tornò sul suo seno, la mordeva e la succhiava con un’abilità incredibile, poi si mise a torturarla con la bocca fra le gambe divaricate, le pulsava l’interno della figa che voleva assolutamente prendere quel bel cazzo che aveva solo potuto vedere, le stava leccando la figa da vero intenditore poi riprese a succhiarle il clitoride che orami veniva fuori come un piccolo cazzo da spompinare. Quell’uomo sapeva davvero il fatto suo, appena stava per raggiungere l’orgasmo si fermava, alla fine il corpo di Anna era invaso dai fremiti.
“Basta, ti prego scopami, non ce la faccio più”
“Brava. Dillo ancora”.
Le divaricò le gambe con il ginocchio e posizionò il suo corpo su quello di lei.
“Scopami ti prego”.
“Eccola, qui la mia ribelle che supplica per essere scopata”
La penetrò con forza, aveva il cazzo più grosso che Anna avesse preso in vita sua e cacciò un urlo misto di dolore e godimento.
“Ti piace, vero?”
Non riusciva a parlare, sentiva la figa allargarsi mentre la scopava sempre più forte.
“Che bella figa stretta che hai ma sei bagnata come una piccola cagnetta in calore. Posso sfondarti come voglio”.
La penetrò sempre più forte, ogni volta che urlava e gemeva aumentava l’intensità delle affondate.
“Cristo, come lo prendi tutto. Sono riuscito a ficcarlo tutto dentro a poche donne”
“Sì, dammelo tutto. Sfondami ti prego”
Lo tirò fuori. Non voleva proprio farla godere quel bastardo.
“Siediti e prendilo in bocca”
Obbedì immediatamente. Se lo ficcò tutto in gola, con il suo sapore sopra era ancora più eccitante. Cominciò a scoparle la bocca senza ritegno, se lo sentiva giù nella gola ed era fantastico.
“Porca puttana come lo succhi bene! Che voglia che ho di sborrarti dentro questa bella bocca da puttanella in erba”.
Le afferrò i capelli con forza e la spinse sul suo cazzo enorme fino in fondo.
“Basta così, voglio finire di sfondare la tua bella fighetta”
Le mise il cazzo nella figa con una forza animalesca.
“Godi troietta”.
La scopava come un animale. Sentiva la figa spaccarsi con quella forza e godeva come mai nella vita.
“Cazzo come godo!” e sentì la sua sborra calda dentro la sua figa che non aspettava altro, iniziò a gemere come una delle migliori troie esistenti al mondo e raggiunse un orgasmo pazzesco.
Glielo lasciò dentro finchè perse vigore.
“Devo dire che sei una gran cagna in calore. Mi hai fatto godere come poche!”
“Tu hai una cazzo che farebbe godere chiunque”
“Benissimo. Allora lo rifaremo. Tu mi soddisfi proprio come piace a me”
Si alzò e si rivestì.
“Moussa, per cortesia vieni a prenderci”.
“Anna, non c’è bisogno di dire che tutto questo deve rimanere fra di noi. Non vuoi che scoprano che piccola depravata che sei e che stallone da monta sono io, giusto”
“Assolutamente no”
“Ottimo”.
Quando Moussa arrivò salutò.
“Buonasera signore. Ha potuto mostrare il tramonto alla signorina? Com’è stato?”.
Non riuscirono a trattenersi e scoppiarono in una risata che cercarono subito di reprimere.
“Sì, giustissimo Moussa per me è stato molto bello, spero sia stato lo stesso per la signorina”.
“Sì, inaspettato e di grande effetto”.

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