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Racconti Erotici Etero

Sguardi Eloquenti

By 13 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Nella serata più buia di sempre un fresco venticello m’accompagna fra tende svolazzanti al limite della trasparenza, in quel lento incedere che mi porta verso di te. M’offro al tocco di quel vellutato tessuto che delicatamente accarezza il mio nudo corpo percorrendone l’addome rilassato, glabro e ben modellato in un corpo di uomo d’azione, d’un instancabile atleta. I pettorali accolgono le medesime attenzioni della tenda che perde vitalità d’improvviso, proprio quando il mio grigio sguardo si posa su di te. Splendidamente impegnata fra arance dorate, già bramo il tuo corpo nascosto solamente sotto una misera camicia a quadri, quella mia camicia dove tu più volte premesti il tuo bel viso per correre alla spasmodica ricerca del mio odore, della mia essenza. Inizio a muovermi ancora, ben presto ti raggiungo e con un solo sguardo ti lascio comprendere quanto adesso non serva più quella misera camicia, consumata. Percorro ogni singolo lineamento del tuo bel viso ed incastro gelosamente i miei occhi in quei preziosi smeraldi. Ma non mi basta, e nemmeno a te. Le labbra già si sporgono ed accolgono quelle gemelle femminili che si rivelano ben presto fameliche, ancora una volta accese dal desiderio che puntualmente ci anima. Le carnose si schiudono, offrono spazio al passaggio delle umide lingue che da subito suggellano la loro unione in quel nuovo, ennesimo incontro di sapori. T’assaggio, avido sporgo di più il mio volto alla spietata ricerca del tuo calore.
Bastano pochi attimi, i nostri nudi corpi strusciano l’uno contro l’altro in un ripetersi di lievi carezze. Il tuo ventre freme, i tuoi seni s’adagiano sul mio ampio petto che continua a spingersi verso di te, godendo di quei teneri graffi provocati dall’eccitazione nei tuoi piccoli capezzoli turgidi, di quel rosa acceso e scuro che tanto intriga e seduce. M’incateni al nostro letto, mi intrappoli soltanto grazie a quel lento incedere, quel sensuale indietreggiare che ti avvicina sempre più al mio stomaco, poi al basso ventre ed infine al pube. Mi esprimo, nulla più mi trattiene dall’esporre il mio commento influenzato da quei tuoi movimenti felini.
‘ Grr .. ‘
Basso e roco il ringhio animalesco che mi costringi ad emulare con quelle movenze seducenti. E già muoio nel trovare come unica risposta uno tra i più intriganti sorrisi di pura malizia, proprio quello che precede la tua discesa verso il mio essere maschio. Mi offro a te, le solide gambe s’aprono ed il bacino s’alza un minimo per permetterti di contemplare quell’erezione che spavalda appare di già protesa in tua direzione, verso quelle morbide e carnose labbra tumide che mi si avvicinano sempre più. Il mio grigio sguardo ti scruta, nota quel vago arricciarsi del tuo nasino a punta che a quanto pare ha colto solo ora la prepotenza del mio odore, di quel sentore pungente e al contempo seducente che contraddistingue noi uomini. Solo dopo mi accorgo di quanto tu ti stia aspettando il mio supporto; la grande mano destra è ben presto protesa verso quel capo castano che accarezzo più volte, intrecciando ed affondando le mie dita in quelle lunghe ciocche chiare, lisce e profumate. Ti fai subito più intraprendente, non posso che apprezzare quel sorrisetto che ti lasci sfuggire e che anticipa la tua prossima mossa.
‘ Dea .. Tu, la sola. ‘
Roca e bassa la mia voce maschia e avvolgente, pronta a farti rabbrividire un poco. Incapace d’accontentarti di quei complimenti, avida dei miei sussurri, schiudi ancor di più le labbra e t’accorgi ancora una volta di quanto sia impegnativo accogliermi in bocca, centimetro dopo centimetro. La mano che prima ti accarezzava la nuca scende alla tua guancia, poi alle tue morbide labbra tese e ben aperte attorno alla larga e profumata cappella violacea che già cerchi d’inghiottire. E mentre tu ti impegni in quel delizioso assaggio, il dito indice della man destra comincia a percorrere quelle rosse carnose sino agli angoletti laterali dove la tua pelle di pesca appare un poco tesa, lievemente.
‘ Aahn .. Ehi .. Ehi piccola, non ci provare .. ‘
Mi fissi negli occhi, ti stai divertendo un mondo a minacciarmi ora che stai in quella posizione a te favorevole. Sensibile alle numerose stoccate della tua sapiente lingua calda, ti sento soffermare la punta su quel frenulo che mi costringe a fremere visibilmente, a trattenere con difficoltà un più profondo mugolio. Tu non ti esprimi, è solo il tuo splendido viso dalla chiara carnagione a permettermi di comprendere quanto tu ti stia sforzando nell’ingoiare il fallo che grosso ed odoroso si spinge con la larga cappella contro il tuo morbido palato ed in ultimo sin quasi alla tua calda gola. La mia mano già è tornata alla tua nuca, in quell’esplicito invito ad accogliermi, ad infilzarti l’umida boccuccia che arriva ad emettere un unico tenero mugolio non appena senti di aver raggiunto il limite di vicinanza della punta del tuo naso al mio glabro pube. Ti lascio, tu mi abbandoni del tutto se non fosse per un sottile filo di saliva che dall’estrema punta del mio glande arriva a nascondersi nella tua bella bocca di donna.
‘ Sei stata brava, molto brava. ‘
Deciso il tono ed il timbro di voce che rimane bassa e profonda, sicura quanto me che con un semplice sguardo ti faccio capire come ora io voglia sentirti altrove. Non una parola, sei tu per prima a posizionarti su di me, a gattonare da perfetta pantera sì da riuscire a sistemarti con il basso ventre contro il mio.
‘ Ora è tuo .. ‘
Ti sussurro poco dopo, guardandoti negli occhi più a fondo grazie alla nostra nuova vicinanza. Socchiudo le palpebre solo quando le tue lunghe dita affusolate avvolgono la mia virilità, conducendola al tuo bollente e umido pertugio. Nel silenzio mi aspetto solo un tuo commento, subito pronto a farsi sentire.
‘ Mmhm .. ‘
Perdo l’attenzione del tuo sguardo su di me e senza che nemmeno io ci pensi contraggo gli addominali e mi sporgo con il volto per incontrare il tuo. Avido di quel sapore che va confondendosi con il mio, mugolo e godo nel sentirti accogliermi sino al pube. Solo un attimo in più, poi il bacino ti costringe a gemere sommessamente contro la mia bocca che ormai famelica cerca il tuo mento, le tue labbra e la tua lingua, indistintamente. Le mie forti braccia t’avvolgono in un caldo abbraccio quando le mie mani assaggiano la consistenza delle tue sode e piccole natiche, accogliendole contro i polpastrelli per condurti puntualmente verso di me e per consentirmi di sentirti sin quasi al collo del tuo stretto utero. Mi muovo lentamente ma con decisione, spingendomi dentro di te e consentendo al mio fungo violaceo di stimolare le tue già fradicie pareti rosee, bollenti. Debolmente ti sento appoggiare le manine contro il mio petto, alla ricerca di quella stabilità che io ti offro in un semplice abbraccio caloroso. Affondo più e più volte sino alla base dopo aver concesso le prime intrusioni a te in modo da abituarti alla mia invasione che dolcemente ti culla attimo dopo attimo.
Divino quel profumo di cui m’inebrio nel protendere il viso al tuo sottile collo che assaggio con l’olfatto più e più volte, mai sazio di quel tuo profumo delicato ed estremamente femminile.
E le parti s’invertono quando mi piego lungo un fianco lasciandoti cadere con la schiena contro il morbido materasso. Torno a guardarti e i miei affondi si fanno più profondi ed intensi, proprio mentre mi sistemo accanto a te in modo da rimanerti affianco, aderente a quel corpo di donna intenta ora a gemere, a godere di ogni mia singola penetrazione. Sistemo la tua tornita gamba dalla pelle vellutata sopra le mie, sì da scavalcarle per offrirmi apertamente quel fiore spalancato, pieno di me. Te lo spingo dentro sino alla radice e lì lo tengo fermo a lungo mentre una mia mano scivola sino al piccolo ed eccitato clitoride.
La passione anima le mie labbra ancora bisognose del tuo ossigeno, del tuo respiro. E in quel preciso momento ti strappo caldi mugolii, tormentando e torturando quel piccolo esserino rosa a dir poco sensibile che solo dopo qualche piacevole carezza ti costringe a venire. Affondo ancora una volta dentro di te e colgo ogni tua singola contrazione mentre il mio grigio sguardo si sofferma su quel sottile collo che ad ogni respiro mette in rilievo una piccola vena, deliziosa. La ammiro prima di soffermarmi sui tuoi seni che s’alzano e s’abbassano in quell’irregolare respirazione. La mia mano sale dunque al tuo ventre abbandonando la tua sensibilità, accompagnandoti in quel dolce su e giù del pancino che più volte accarezzo, sussurrandoti all’orecchio poche parole, calde e roche.
Torno poi a donarti piacere quando il mio bacino riprende a muoversi, in un ondeggiare continuo ma non certo presuntuoso od arrogante. Ti faccio sentire ogni singola vena del mio fallo, ogni singola piega e curva di quell’asta che a lungo si spinge dentro di te imbevendosi dei tuoi umori, di quell’orgasmo che hai da poco consumato. Sei poi tu a tormentarmi il collo con giochi di lingua, quando ormai sai che non ce la faccio più. Ed è all’ennesimo tocco della tua morbida lingua che torno a muovermi con il busto, allungando fra le tue gambe la mancina appena in tempo per estrarre il mio scettro fradicio, imbevuto nel tuo succo. I miei occhi nei tuoi, poi il primo caldo fiotto che erutta dalla larga cappella frustando dolcemente il tuo nudo ventre. Nel più totale silenzio vengo su di te, su quello splendido corpo che ancora tenta di ritrovare la quiete dopo la lunga tempesta.
I miei occhi sono ancora nei tuoi quando finalmente mi decido a fermare la lunga colata di seme. Non una parola, non un sospiro quando torno accanto a te, nuovamente disteso, ricevendo da subito la vicinanza del tuo corpo che si muove frettolosamente contro il mio alla ricerca di un degno rifugio. La pantera trova il suo fedele riparo che caldo la avvolge e le permette di trovare ben presto le braccia di Morfeo. Io, dopo un ultimo respiro strozzato, mi vedo costretto a cedere a mia volta per abbandonarmi ad un lungo sonno quando ancora un rivolo di seme deve toccare le nostre lenzuola di fuoco, umide di noi.

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