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Racconti Erotici Etero

Sicilia mia quanto ardore nascondi

By 17 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Città siciliana di provincia, estate, dopo cena.
Sono in un locale sul mare col mio amico Giuseppe, entrambi poco meno che trentenni, entrambi piacevolmente complici in un periodo di totale inibizione e di ricerca dell’effimero.
La gente inizia ad arrivare e come in tutti i piccoli posti conosci la maggior parte dei presenti. La vedo entrare: lei &egrave fuori posto, non fa questo genere di vita, non frequenta questo posto solitamente. E’ in compagnia di un’amica e fa finta di non vedermi l’infermiera che io solitamente rifiuto, ma che ogni tanto “ha avuto l’onore di farmi godere”: resomi conto di quanto si sia letteralmente incaponita su di me ci siamo visti un paio di volte in cui non ho mai dato soddisfazione alla sua vagina.
La vedo che mi guarda con la coda dell’occhio e la faccio morire parlando soprattutto con donne. La sua amica ad un certo punto va via.
Lei si avvicina, io la saluto affettuoso, prendo ancora da bere e le chiedo se gradisce qualcosa. Risponde gentilmente di no.
Ci sediamo su delle splendide sedute a dirupo sul mare, lo schienale alto, pochissima luce, ma comunque sempre in mezzo alla gente che parla e si diverte tutto intorno.
Tra i fumi dell’alcool, la musica ed il ricordo di lei nuda e vogliosa ho già il cazzo teso e dopo un paio di minuti di nonsocosacidiciamo le abbasso la testa verso i miei pantaloni. Lei non fa una piega. Mi sbottona ed inizia a succhiarmi con la solita splendida intensità…un risucchio forte, avido che crea un vuoto fisico e nella mente, che fa quasi male. Sento la mia minchia diventare dura come stesse scoppiando, le vene pulsare.
So che non possiamo rimanere lì, ma lei come fa a non curarsene?! E’ impossibile che non ci abbia visto nessuno!
La fermo. La prendo per mano, cerco con lo sguardo il mio amico a cui con un cenno lascio intendere che ci vedremo dopo e mi sposto sul fianco del locale…tre gradini e siamo in spiaggia. Una decina scarsa di metri e lei si mette una mano sotto il vestitino: “Sono un lago!”, dice.
Le ordino di mettersi a 90 gradi…lei naturalmente esegue. Alzo la testa e mi guardo in giro, il buio più totale della spiaggia contrasta con le luci del locale. Mi sembra di scorgere qualcuno nella notte…qualche decina di metri più in là in spiaggia…una coppia o qualche gruppo di ragazzetti che si fanno le canne…ma sono sicuro? sono molto brillo…chissà…
Le alzo il vestitino, leggerissimo e cortissimo, giusto quanto basta per vedere metà natiche, scosto il perizoma e con delicata violenza infilo due dita nella figa…&egrave bagnatissima e caldissima…si sposta leggermente verso di me e grida “ahhh”…non aspetta altro che di essere sfondata da uno, mille cazzi!
Apro i jeans ed esco il mio affare, allargo del tutto il perizoma e sputo sul suo ano…lei penso abbia già perso le speranze di aver penetrata la sua fighetta bagnata…appoggio la mia minchia al suo buco posteriore e la infilo con decisione…che goduria!
Mi piace il fatto che lei sia così abituata al sesso anale non solo da non soffrirne, ma da goderne di brutto!
Lei, sempre a pecora, inizia a spostare indietro e avanti il suo culo. I miei occhi si spostano nel vedo-non-vedo di parti della schiena e del culo che ormai ho scoperto del tutto. Metto le mani sui suoi seni e lei mi dice “strizzali forte mentre me lo metti dentro fino in fondo” e, mentre continuo ad incularla, inizia ad accarezzare la sua figa per poi infilarci due dita dentro.
Con un gesto le abbasso la parte alta del vestitino sino all’alto addome, facendole scivolare in basso anche il reggiseno e prendo i seni – una terza piena – tra le mani appoggiandomi a tratti sulla sua schiena…lei cade sulle ginocchia ed io continuo a sodomizzarla…mi sento esplodere, ma voglio resistere…un colpo, un altro…lei ansima…le spingo la sua stessa mano tutta dentro la figa mentre faccio entrare tutta la mia minchia fino a sbattere con forza le palle…”sei una maiala….” e lei “più forte…non ti fermare” e si muove ansimando sempre più forte ormai con la testa tra la sabbia mentre io do colpi sempre più violenti e rapidi sino a venirle dentro il culo.
Lei, bastarda, si gira lo prende tutto in bocca e succhiandolo con forza lo ripulisce, quindi lo lecca continuando a segarmi…mi fa così piacevolmente male….aaaahhhh…la sposto, mi alzo i pantaloni e scrollando la sabbia me ne vado.

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