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Racconti Erotici Etero

Sirene

By 30 Dicembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Le piaceva masturbarsi. Lo faceva tutte le volte che poteva. Divideva la stanza con la sorella minore e questo le aveva dato la possibilità di imparare a farlo in silenzio, reprimendo i gemiti che squassavano il suo esile corpo.
Cominciava carezzando il clitoride, e finiva con l’intera mano dentro la vagina. Quando poteva si stendeva nuda sul letto ed allora, tormentando anche i capezzoli, raggiungeva orgasmi potentissimi.
In quei momenti immaginava di essere posseduta da uno sconosciuto, di succhiare enormi membri di uomini di colore ed ingoiare lo sperma che essi le scaricavano in gola. Immaginava anche di essere sottomessa ad un uomo che la costringesse al suo volere.
Agli occhi di chi vedeva, il piacere che provava, sottolineato all’inarcare della schiena e dai mugolii che talvolta le sfuggivano, non poteva che apparire come una ragazza libidinosa e perversa.
Il suo fisico era esile, il seno grazioso non grosso ma con dei deliziosi capezzoli rosei, il sedere pronunciato altezzosamente verso l’alto ed un sesso turgido dalle grandi labbra molto evidenti la rendevano terribilmente eccitante.
La sua passione però era il sesso maschile, era un’esteta del pene. Lo voleva cilindrico, dritto e con un glande sviluppato. Preferiva che l’asta non avesse quei disgustosi peli che la costringevano ad interrompere le magnifiche fellatio in cui si esibiva. Riusciva anche ad raggiungere l’orgasmo semplicemente succhiando un pene o sfregandoselo sui sensibilissimi capezzoli. Per sostenere i ritmi che imponeva quando poi la si penetrava bisognava essere allenati e resistenti ma si veniva ripagati dall’inteso godimento che esprimeva con urli e contorcimenti attorno all’asta che tanto piacere le dava finché non sbottava in terribili orgasmi multipli. In quei momenti le si poteva chiedere qualsiasi cosa perversa e lei sarebbe stata disposta a farla. Stupefacente erano gli effetti quando veniva sodomizzata. Ogni spinta era accompagnata da una sorta di orgasmo.
A chi la conosceva dava l’impressione di essere una ragazza estremamente pudica e riservata e certamente sarebbe rimasto sorpreso dal vedere le sue performance ‘automobilistiche’, infatti l’eccitava da matti stare chinata sul suo uomo e praticargli sesso orale mentre lui guidava, e non capitava di rado sentirle fare la richiesta di andare a pomiciare in un parcheggio anche quando c’era la casa a disposizione. Lo costringeva a parcheggiare di fianco alle auto già in sosta, dove la altre coppiette si davano da fare, alla distanza di non più di due metri e cominciava il suo show.
Avevo sempre apprezzato le sue attitudini sessuali dopo diverse relazioni con donne che vedevano il sesso come un dovere, che avrebbero potuto farne a meno per mesi se non sollecitati.
Era la prima Estate che trascorrevamo insieme. Al contrario di quanto immaginavo lei indossava sempre costumi castigati, certo sempre bikini ma non particolarmente attillati o sgambati.
Un giorno di fine giugno ci eravamo trovati una bella caletta isolata tra gli scogli, così per stare un po’ da soli ma non era nei nostri programmi fare qualcosa di piccante, semplicemente volevamo godere della nostra intimità, fare il bagno e prendere il sole in santa pace. Con nostra massima irritazione la tranquillità durò una mezzora scarsa e fu infranta da una coppietta di ragazzi, ventenni al massimo, che si piazzò sulla roccia adiacente alla nostra a non più di due metri dalle nostre stuoie.
Lei era molto carina con dei capelli fluenti che alla luce del sole avevano riflessi del colore del rame, lui un ragazzo di statura media pelato. Accennarono un segno di saluto e cominciarono a spogliarsi e si tuffarono in acqua. Non facevano nulla per non disturbare la nostra quiete, tra tuffi, spruzzi d’acqua e schiamazzi risolvemmo ben presto che in quel posto all’apparenza magico non saremmo più tornati, meglio la spiaggia!
Presi da questi pensieri non avevamo notato che i due avevano preso ad avvinghiarsi in maniera molto equivoca, le grida erano state sostituite dalle risatine civettuole di lei. Ad tratto i due si staccarono ed il ragazzo guadagno da solo la riva portando in trionfo entrambi i pezzi del costume della ragazza che quindi era rimasta nuda in acqua e veniva da lui canzonata : ‘voglio vedere come esci’.
Vedendo lo sguardo attonito della ragazza la mia donna fece per intervenire ma io la stoppai sussurrandole: ‘ ci hanno rotto le scatole, che si arrangino sti deficienti’, ben presto però lo sguardo attonito si trasformò in un’espressione tra le più maliziose abbia mai visto in vita mia, la ragazza con due bracciate raggiunse lo scoglio e tese la mano che fu rapidamente afferrata dall’amante che la issò fuori dall’acqua. Ebbi un sussulto quando le vidi il seno scolpito ed il ciuffetto dei peli pubici, ma presto rimasi sconvolto dalla contromisura che la ragazza aveva preso per rifarsi del tiro subito afferrando i calzoncini del ragazzo e tirandoglieli giù con forza. L’asta del pene già eretta sussultò fuori come liberata ma da parte di nessuno dei due ci fu un accenno a coprirsi anzi si guardarono negli occhi e premendo l’uno contro l’altra i corpi nudi cominciarono a scambiarsi baci roventi e passò poco che lei si accosciasse per prenderglielo in bocca.
Da quella posizione privilegiata potevamo persino sentire i rumori tipici di quell’atto. La mia erezione traspariva dal costume e appena lei se ne avvide prontamente mi disse: ‘sei uno stronzo’ ma la voce la tradì era troppo roca, il rimprovero era una frase di circostanza, quasi dovuta ma era evidente quella situazione la stava eccitando.
Senza risponderle niente cominciai a palparle il seno infilandole le mani dentro il costume, incoraggiato dai suoi mugugni le slacciai il pezzo di sopra liberandole i seni più piccoli i quelli della collega ma ugualmente graziosi. Lei mi lasciò fare, aveva raggiunto quel punto di non ritorno oltre il quale tutto era permesso, ci baciammo mentre lei armeggiava con i laccetti del mio pantaloncino. Non appena le sue mani raggiunsero il pene turgido cominciò a masturbarlo lentamente e staccandomi da me vi si accucciò sopra leccandolo. La visuale mi tornò dunque libera e potei constatare che i ragazzi si erano sulle stuoie e stavano avvinghiati in uno splendido 69 in cui lei mi concedeva una magnifica vista della sua parte posteriore che il ragazzo leccava famelicamente.
Liberai la mia donna dal pezzo di sotto e la impalai su di me in modo che mi desse le spalle e potesse eccitarsi a guardare la scenetta che gli inopportuni vicini, che nel frattempo scopavano di buona lena, ci concedevano. Esplodemmo in un orgasmo multiplo praticamente tutti insieme, le ragazze praticamente urlandosi in faccia, noi con più virile compostezza.
Passato il momento e rivestitici optammo per un tuffo, i nostri colleghi ci imitarono e fu il momento delle presentazioni che si consumarono non senza un po’ di imbarazzo. Usciti dall’acqua andammo via guardandoci e sghignazzando per averne compiuto un’altra delle nostre.

Sono graditi commenti chimicare@libero.it

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