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Racconti Erotici Etero

Solo una volta

By 28 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Stiamo facendo l’amore.

Doggystyle, come piace a te e come piace anche a me.

Non è la posizione in cui arrivo più facilmente all’orgasmo, ma è quella che mi fa godere di più.

Potrei andare avanti per ore e generalmente se l’orgasmo arriva così è davvero fantastico.

Il bello di questa posizione è che mi lascia libera di potermi masturbare mentre mi scopano’davvero non si può chiedere di più!

E poi mi piace la sensazione di dominio e sottomissione che l’essere presa da dietro implica.

Nella vita normale non mi sento una ‘sottomessa”nel sesso mi piace essere dominata e usata e sbattuta.

A un certo punto, mentre mi scopi, mi metti un dito nel culo.

Sulle prime la mia reazione è di sorpresa e forse anche un po’ di fastidio.

‘Smettila’ ti dico.

‘Non ci penso neanche’ mi rispondi ‘Sei venuta qui per farti sbattere come un troia’e ora io ti sbatto come una troia’.

E per farmi sentire chi dei due comanda con l’altra mano mi prendi un capezzolo e me lo stringi fino a farmi gridare.

Però con il grido, mi sfugge, involontario, un gemito di godimento.

‘Lo vedi che ti piace? Ora godi, puttana, al resto ci penso io’

****

Sottomessa sì, ma fino a un certo punto.

Così ti dico ‘Fermati un attimo’. Il tono della mia voce è di quelli che non ammettono un no, come risposta.

Ti fermi ed esci da me.

Mi alzo e vado alla borsa.

Frugo un pochino dentro imprecando dentro di me (ma perché cazzo nelle borse delle donne non si trova mai niente’!!!)

E poi lo trovo.

E’ un piccolo sacchetto di carta con il logo di una catena di profumerie.

Tiro fuori un flaconcino da 15 ml e te lo porgo.

‘Cos’è questo?’

‘Leggi”

Olio per massaggio alla vaniglia.

‘Immagino tu sappia cosa voglio che tu ci faccia”

Così dicendo mi rimetto a quattro zampe e mi offro a te.

‘Sì lo so’ma voglio che tu me lo dica”

‘No, non te lo dico’mi vergogno”

‘ E invece me lo dirai”

****

Mi tiri i capelli e mi costringi a tirare la testa indietro.

Ti allunghi su di me e, arrivato al mio viso, mi baci con violenza.

La tua lingua invade la mia bocca.

La tua barba ispida mi sfrega le labbra, arrossandole.

Ti mordo.

Un lampo di vittoria attraversa i tuoi occhi, come se non avessi aspettato altro.

Con un gesto brusco e repentino mi fai girare.

‘Non lo dovevi fare” mi dice la tua voce carica di una sfumatura di lussuriosa minaccia.

Mi tiri su le braccia e me le porti oltre la testa.

‘Stai ferma così’ ordini e poi ti allunghi verso il pavimento a riprendere i pantaloni che sono volati via insieme al resto degli abiti quando siamo entrati nella stanza.

Sfili la cintura dai passanti e, tornato su, la fai passare tra le decorazioni in ferro del letto e intorno ai miei polsi.

‘Che cazzo fai” ti dico allarmata.

Non sono mai stata legata in vita mia.

Mi piace usare le mani quando faccio l’amore.

E poi come dicevo prima, sottomessa sì ma fino a un certo punto.

Ma, a quanto pare, il bastone del comando in questo momento ce l’hai tu.

‘Faccio quello che voglio” e stringi la cintura intorno ai polsi.

****

La tua testa finisce tra le mie gambe.

Sento la tua lingua che passa su e giù lungo la mia fessura.

Mi penetri con la lingua e dentro di me ti maledico perché vorrei avere le mani libere per trattenerti la testa e spingerla ancora più a fondo tra le mie gambe e dentro la mia fica fradicia.

Ma non posso fare altro che contorcermi e mugolare come una gatta in calore.

Risali su e inizi a succhiarmi il clitoride, lo aspiri come volessi strapparlo, lo mordi delicatamente con la punta dei denti.

Con le dita entri dentro la mia vagina.

‘Scopami’per favore’scopami’ ti imploro

‘Lo sto facendo” mi rispondi sadicamente, ben consapevole che è un altro tipo di penetrazione quella che voglio.

‘Non così”

‘E con cosa vorresti che ti scopassi allora’?’

Lo sai che mi vergogno a dire certe cose, lo sai, ma vuoi portarmi oltre il mio pudore.

Intensifichi il tuo succhiare sul mio clitoride e uncini le dita dentro la mia vagina, come sai che piace a me.

‘Dimmi con cosa vuoi che ti scopi”

Sento montare l’orgasmo.

‘Vorrei essere riempita da te’dal tuo cazzo’ urlo, senza più alcun ritegno

‘Dimmelo’dimmelo che sei la mia troia. Dimmi che vuoi essere troia per me.’

La tua voce non ha niente dell’autorità di prima, ma è così talmente carica di eros che bastano quelle due parole a scatenare l’orgasmo che con tanta maestria hai saputo provocare con le tue mani e la tua bocca.

‘Sì’sono la tua troia’voglio essere puttana per te, voglio esserlo’posso esserlo’

Urlo con tutta la voce che ho in gola e poi intorno tutto si frantuma.

Sleghi la cintura.

Mi massaggi i polsi. Non avevi strettito il nodo tanto da farmi male, ma è un gesto delicato, per prenderti cura di me.

Mi baci.

Aspetti il mio ritorno.

Ti abbraccio e apro le gambe in modo che tu possa adagiarti comodamente sopra il mio corpo schiacciandolo.

Tu non sei ancora venuto, hai dedicato a me tutte le attenzioni.

Scivolo fuori dalla morsa del tuo corpo e mi adagio tra le tue gambe, cercando il tuo cazzo.

Lecco.

Lecco l’inguine.

Lecco le cosce.

Mordicchio i tuoi testicoli.

Con la lingua risalgo lungo l’asta e arrivata alla punta, lascio che il tuo cazzo mi scivoli in bocca.

Le tue mani sono libere, non come le mie e così mi spingi la testa in giù per farmi entrare tutto il cazzo in bocca fino in gola.

Continuo ad andare in su e in giù succhiando e leccando con tutta la maestria e la passione di cui sono capace.

Mi piace il tuo sapore e mi sto godendo fino in fondo questo pompino che, incredibilmente e nonostante l’orgasmo che ho appena avuto, sta rieccitando anche me.

Lecco e succhio.

Succhio e lecco.

Hai veramente un’erezione ‘interessante’ e mi rendo conto di aspettare bramosa il tuo orgasmo.

Voglio che il tuo sperma mi riempia la bocca, voglio sentire il tuo sapore, voglio berlo.

‘Vieni qui” mi dici tirandomi verso di te e strappandomi al mio divertimento.

Ti guardo delusa.

Tu ridi.

‘Girati”

****

Mi dici ‘succhiami il cazzo’ e io lo succhio, come se non ci fosse altro da
fare. Ti torna duro. mi piace.
Prendi l’olio che ho comprato stamani.
Mi dici ‘ungimelo’, con lo stesso tono.
Te lo ungo, mi scivola tra le mani, mi eccita.
Poi tu mi fai girare e ti dedichi al mio ano. Lo lecchi a lungo, lo penetri,
mi fai venire voglia.
Ti immagino con il cazzo duro dietro di me.
Passi l’olio lungo il solco delle natiche indugiando intorno al mio buchino.
Il mio cuore batte all’impazzata: mi sento un fascio di nervi.
Ho paura.
Ho voglia.
Sono terrorizzata.
Sono eccitata.
Appoggi la punta del cazzo al mio ingresso e spingi.
Mi scappa un grido: sei entrato appena e già sento un dolore tremendo
come se qualcosa mi stesse aprendo in due.
Stringo gli occhi e serro la bocca’vorrei dirti di smettere’so che non
mi ascolteresti’in realtà nemmeno lo vorrei.
Voglio sentire male, letteralmente voglio che tu mi rompa il culo.
‘Però’Dio mio’che male che fa’ penso mentalmente tra me e me.
Stai continuando a spingere, lentamente, delicatamente, ma senza indugi.
Mi viene da piangere da quanto male sento.
Sto trattenendo il respiro.
Mi chiedo quanto manchi ancora prima che tu arrivi alla fine.
Mi accarezzi la schiena e poi mi serri i fianchi.
Ti ritrai e affondi.
Mi sfugge un altro urlo’credevo che arrivato in fondo avrei trovato
sollievo, ma mi rendo conto che la mia tortura è appena iniziata.
Ti ritrai e affondi.
‘Basta, smettila’mi fa troppo male’ dico mentre cerco di divincolarmi,
ma la tua presa sui miei fianchi non mi permette di scappare.
Ti ritrai e affondi.
‘Dove ce l’hai il mio cazzo?’
Ti ritrai e affondi.
‘Dove ce l’hai il mio cazzo’
Ti ritrai e affondi.
‘Nel culo’, ti rispondo.
‘Dimmi che ti piace essere inculata’dimmi che ti senti come una cagna
in calore”
Ti ritrai e affondi.
Le tue parole sono state una frustata.
Ho sentito la mia vagina aprirsi e dilatarsi per l’eccitazione.
Ti ritrai e affondi.
Scuoto la testa: non te lo voglio dire.
Ti sto già dando tanto di me.
Ti ritrai e affondi.
‘Dimmelo, Miki’dimmelo’!’
Ora i tuoi affondi stanno diventando più veloci, intensi, quasi selvaggi.
‘Dimmelo che vuoi che ti rompa il culo’ mi gridi nell’orecchio e con
la mano destra mi stringi con violenza un capezzolo.
Sento un piacere selvaggio montare dentro di me.
Vengo incontro ai tuoi movimenti, cercando, se possibile, una
penetrazione ancora più profonda.
Mi fai male.
Mi fai godere.
Mi fai essere come non sono mai.
Mi fai dire cose che non oserei mai dire.
‘Dimmelo cosa vuoi che ti faccia”
‘Voglio che tu mi rompa il culo”
Queste parole sono un incitamento per te, accrescono la tua
eccitazione, la tua voglia.
Ti aggrappi ai miei seni e spingi con foga dentro il mio culo.
‘Fottimi, scopami, sfondami” mi ritrovo a recitare come in un mantra osceno.
Porto una mano tra le gambe e comincio a masturbarmi, pizzicando e
sfiorando il clitoride.
‘Ti sto per riempire, Miki”
Sento un’ultima spinta profonda e poi avverto un getto caldo che si
riversa dentro di me.
Intensifico la tortura al mio clitoride e poi, mentre ancora sei
piantato dentro al mio culo, avverto il mio corpo tendersi e le
contrazioni straziare il mio ventre e la mia vagina.

Scivoli piano accanto a me.

Sei stanco. Siamo stanchi.

Allunghi un braccio e mi attiri verso di te, facendomi rannicchiare tra le tue braccia.

Mi accarezzi i capelli, mi sfiori le labbra e gli occhi con piccoli baci leggeri.

Ci baciamo a lungo, senza impazienza, senza urgenza, assaporando le nostre lingue e saggiando la morbidezza delle nostre labbra.

E’ il momento del ritorno adesso e la furia di prima, ha lasciato il posto al bisogno di raccoglimento.

Questo attimo, seppur breve, è solo nostro.

Ci guardiamo negli occhi, scrutando le nostre reciproche reazioni.

‘Solo una volta?’ ti chiedo

Non so se la mia è un’affermazione, la richiesta di conferma oppure un muto suggerimento.

So solo che mi guardi e annuendo mi rispondi ‘Solo una volta’.

Annuisco a mia volta e metto il viso nell’incavo delle tue braccia, tra il petto la spalla.

Adesso stai dormendo.

E’ un sonno calmo il tuo, rilassato.

Mi alzo e, facendo attenzione a non svegliarti, mi rivesto.

Calze, gonna, camicia, giacca, per ultime le scarpe.

Prendo la borsa e tiro fuori un fascio di fogli forati al centro e tenuti insieme da un nastro di organza rosso fermato con un fiocco: sono le mail che in questi mesi ci siamo scambiati, rimesse insieme in un racconto che parla di noi.

Mi avvicino al letto e deposito un bacio lieve sulla tua bocca e per un attimo appoggio la mia fronte alla tua, godendo di questo casto contatto.

Accanto a te, dove prima c’era il mio corpo, lascio il libretto e me ne vado.

Sulla copertina improvvisata, vergate a mano con la mia calligrafia, poche parole, ma so che tu capirai di cosa si tratta prima ancora di andare a leggere il contenuto delle pagine:

‘Te lo avevo promesso e in fondo è anche un po’ tuo. Non cercarmi mai più. M.’

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