Skip to main content
Racconti Erotici

Sono al limite

By 19 Febbraio 2020Giugno 16th, 2020No Comments

Io ti stuzzico il clitoride con la punta della lingua, la tua recente abitudine assieme alla tua mania di dormire nuda, la momentanea e provvisoria apertura che m’offrono le tue gambe e il mio desiderio, esprimono e dimostrano manifestamente una miscela esplosiva. Il tuo inconscio non sembra particolarmente felice né raggiante della mia giustificazione d’affetto nel sentire i mugugni e la stretta delle tue gambe, eppure la mia faccia resta lì, in quanto non t’offro la condizione né la possibilità di chiuderti del tutto. 

Io infilo subito la lingua nella tua pelosissima fica, tu sei arroventata e poco più che umida, non me ne faccio di certo una preoccupazione e ti penetro ripetutamente con la lingua, questo gesto sembri piuttosto apprezzarlo perché sospiri moderatamente riaprendo le gambe. A dire il vero continuo, tu hai un ottimo sapore di pulito mischiato al liquido che lentamente il tuo corpo produce in maniera autonoma. Il tuo non è mai stato un sonno leggero, però l’avere abusato e esagerato con i cocktail t’hanno spinto verso una sonnolenza forzata. 

Io allontano la mia testa, ma sento che mi chiedi con la voce impastata di non smettere, azione quest’ultima che tra l’altro mi eccita tanto, in tal modo mi rigetto tra le tue gambe leccandoti l’interno della coscia rallegrandomi totalmente del tuo odore. Ho troppo appetito e voglia di te, quindi sollevo il corpo e ti penetro, attualmente sono dentro spingendo con prestanza, vado avanti e indietro con pochi movimenti talmente intensi da farmi sentire d’essere già vicino al culmine. 

Ho l’impressione che ti stia arrendendo a una mia violenza, tuttavia la mano che mi poggi sul sedere per toccare la veridicità e l’autenticità di ciò che credevi fosse un sogno rende evidente e alquanto logico il tuo appassionato desiderio. Io non voglio arrivare dentro di te, così esco e ti sfrego il cazzo umido sul ventre, sul seno e sul collo. Lecco il liquido che ho sparso sul tuo corpo prima di sedermi sul tuo viso ancora con gli occhi serrati, spingendoti il pene nella bocca semichiusa. 

Tu apri gli occhi all’improvviso, sembri sbigottita, sorpresa e spaventata, vistosamente costernata e scoraggiata per il fatto che mi ritorna alla mente l’immagine d’una lieve violenza, eppure non smetto di scopare la tua bocca. Questo gesto tu non puoi contrastarlo né impedirlo anche volendo, però forse nemmeno vuoi evitarlo né schivarlo, tenuto conto che cominci a succhiare carezzandomi le natiche con una mano e masturbandoti con frenesia con l’altra. Succede tutto talmente in fretta che quasi non si riesce a raccontarlo: mi mordi con forza e non molli, perché se soltanto provo a spostarmi mi fai ancora più male. In un attimo sei passata alla conduzione del gioco e intuisco di non aver capito, perché non mi stavi accarezzando né ti masturbavi: ti eri semplicemente lubrificata un dito mentre con l’altra mano m’aprivi le natiche. 

Tu mi scopi violentemente e l’uscita del dito umido è solo il principio al rapido ingresso di due dita asciutte. Il punto mediano del mio indolenzimento si protrae in questo modo sull’oscillazione cadenzata che ben finemente e signorilmente tu concedi alle mie viscere, esaltando, infiammando e scatenando in ultimo in me l’immagine d’un lascivo aggeggio che si mette in azione spingendosi nel didietro. Veramente notevole e decorosamente ammodo. A dire il vero sposti avanti e indietro la bocca ancora stretta sul mio cazzo, capto di netto che tu vuoi staccarmelo a morsi regalandomi un dolore acuto, accresciuto e aggravato dalla consapevolezza di non poter fare nulla per impedirti di continuare. Al presente m’hai sopraffatto, ti sei aggiudicato la completa affermazione, potresti pure interrompere la tua lussuriosa azione, in conseguenza le tue dita escono con la medesima rapidità con cui m’avevano affabilmente e calorosamente violato, intanto che la tua bocca si schiude concedendomi l’opportunità di svignarmela, siffatto mi corico al tuo fianco distrutto, esausto e dolorante in tutto il bassoventre: 

“Fammi arrivare” – mi chiedi con una dolcezza e un’amabilità, che nulla ha a che vedere con quanto successo finora. 

L’inoperosità e il torpore in questo momento sembra passato, considerato che ti vedo addirittura molto attiva, in quanto devo sforzarmi per parlare: 

“Non ce la faccio proprio, sai, perché m’hai tolto tutte le forze”. 

Tu non mi rispondi nemmeno, ti siedi sulla mia faccia avvicinando la tua al mio sesso certamente meno in forma di poco fa: 

“Usa solamente la bocca” – sono le ultime parole che ti sento ripetere, prima d’iniziare a leccarmi il glande ancora gonfio. 

La tua bocca mi fa paura, dal momento che può diventare un’arma e comincio a leccarti quasi senza voglia. Non sei più violenta, anzi, sembri dolcissima e sensuale nel mentre avvolgi tutto il cazzo nel tuo calore. Al presente inizio a leccarti con desiderio crescente, immerso come sono nell’odore piacevole del sudore che ti bagna, la mia lingua entra ed esce di continuo passando dal clitoride all’ano e viceversa. Tu muovi incontrollatamente il bacino, mi succhi con calma interrompendo il gesto solo di tanto in tanto per masturbarmi, sempre con infinita e inspiegabile dolcezza. Io cerco di trattenermi, non voglio sborrare adesso, anche perché ho il sospetto che non mi lascerai andare, fino a che non sarai appagata anche tu, però non ce la faccio più ed esplodo deliziosamente. 

Tu apri la bocca per non restare soffocata e mi sento all’improvviso invischiato dal ventre alle gambe, in un’enorme quantità di sperma che non sembra voler smettere d’uscire. Come sospettavo non lasci segno di volere smettere, anzi, riprendi con vigore a succhiarmi il cazzo ormai scarico. Io sono al bordo, nel limite, non provo alcun desiderio se non quello di stimolarti e di provocarti un orgasmo per finire la nottata, seppure fantastichi che la tua lingua mi pulisce provochi determinando ancora ben più d’un brivido nella zona inguinale. 

Ti sento inghiottire spesso mentre boccheggi, mi rendo conto che stai ingoiando tutto quello che ho prodotto come non hai mai fatto prima d’ora, peraltro comprovando e dimostrando energia e voglia. Finalmente esplodi anche tu, spingi ripetutamente il bacino contro la mia faccia con forza mentre hai ancora il mio cazzo in bocca, leccando tutto il liquido rimasto sul mio corpo. 

In seguito t’alzi in fretta, mostrandomi e segnalandomi lo stato di pulizia in cui m’hai lasciato. Ti passi un fazzoletto sul pube e tra le natiche, poi lo annusi e mi dai un bacio istintivo, passionale e profondo. Ti stendi accanto a me e in modo amorevole m’annunci solamente buonanotte. 

{Idraulico anno 1999} 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leave a Reply