Skip to main content
Racconti Erotici Etero

SOTTO ALTRI OCCHI

By 2 Febbraio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Nei giochi della memoria il tempo, si dilata. Non ricordo, ne penso ricordero’ mai quanto tempo sono stato privo di conoscenza, assorto nel pensiero o nel non pensiero. Non ricordo che cosa ho provato, ricordo solo il girare, il parabrezza che splodeva i rumori di lamiere ed il torpore nella mente che mi assaliva e dolore. Mi sono svegliato tutto mi gira, cerco di aprire gli occhi, ma sono bendato. Avverto un sottile dolore al braccio sinistro, penso sia uno spillo, ed un fastidio notevole al pene che succede, mi agito

‘Aiuto, dove sono’
‘Si calmi stia tranquillo le chiamo l’infermiera’

E’ una voce di uomo, non capisco, infermiera, ma che dice che vuol dire.

‘Non si preoccupi, stia tranquillo, lei sta bene. Ora e’ ricoverato nell’ Ospedale di ”.,
ha avuto un incidente stradale, se lo ricorda?
‘Vagamente’
‘Ecco non entriamo nella dinamica, ha avuto un trauma cranico ed ha perso conoscenza, non ha ne fratture ne lesioni di nessun tipo, tack e radiografie varie hanno dato esito negativo, insomma sta bene e’ sano come un pesce’
‘Si ma perche’ ho gli occhi bendati’
‘Ecco, questo e’ il punto, non si preoccupi, o meglio stia tranquillo, non e’ niente di grave’
‘Che vuol dire, sono cieco’
‘No , o meglio lo dovra’ essere per un po’, lei ha avuto, per il trauma cranico, un ematoma alle retine, un ematoma che non ha comportato il distacco, quindi con il suo assorbimento lei vedra’ di nuovo, ed in piu’, e se sente dei forti bruciori agli occhi e’ per questo, uno slamellamento delle cornee’
‘Scusi che cosa e’ sta cosa ?’
‘Giusto ho letto dottore ma lei non e’ medico vero, comunque ha presente un salame, beh i suoi occhi sono come un salame e lei se li e’ affettati, ci vorra’ circa un paio di settimane per riacquistare un buon 70 % della vista, un mese per l’ 80 fino ai 4 il 100 verosimilmente il recupero sara’ migliore e piu’ in un occhio il che la rendera’ autosufficente da quasi subito. Abbiamo cercato di recuperare i suoi, abbiamo visto che vivono a Bari, ma a casa sua non risponde nessuno, ha un cellulare per avvisarli, sa comunque ha avuto un incidente e poi fra due settimane quando uscira’ lei non sara’ in condizione di essere completamente autosufficiente, menchemeno di guidare’
‘Beh anche perche’ non credo di avere piu’ una macchina, comunque non trovera’ nessuno per il prossimo mese. Mia madre e’ all’estero con il suo compagno in vacanzada una settimana e tornera’ fra un paio, mio padre, diversamente da quanto scritto su quell foglio, vive gia’ da un mese fuori dall’ Italia o meglio e’ tornato in Grecia, come vede dal cognomesono di origine greca e forse torna per Natale, sempre se non lo raggiungo io’

La voce ride, con gusto, e’ una voce femminile, con accento veneto spiccato (ormai avevo lasciato Torino e mi ero gia’ trasferito in veneto mia attuale residenza, quando sono in Italia), molto musicale e dolce, direi sensuale e giovane, vorrei vederla in faccia, ma e’ evidente che non posso.

‘Scusi, tre domande, la prima, lei sa chi sono e lei chi e’ ? e poi che giorno e che ore sono’
‘Giusto, io sono l’infermiera di turno, sono le tre di notte del 22 novembre, e se, non lo sa, ma se se lo ricorda puo’ arrivarci lei dorme da stamattina alle 7, ore dell’incidente soddisfatto?’
‘Grazie seconda domanda che cosa ho nel braccio eeeeeeeeeeeeee li giu’ nel pene’
‘Ha una flebo, logicamente nel braccio, non siamo dei sadici, di antinfiammatori ed antibiotici per curare le infezioni connesse all’affettamento dei salami, e per facilitare il miglioramento delle ecchimosi, nel pene, e’ chiaro ha un catetere, ma penso che sappia a cosa serva, quando sara’ in grado di camminare senza spaccarsi le gambe glielo toglieremo, se ha bisogno le avvicino qui il campanello’
‘Permette una terza ?’
‘Certo, ma poi basta se no mi fanno relazione perche’ dicono che mi corteggia’
‘Beh se la mette cosi’ rendiamolo vero, io, penso che lo sappia mi chiamo Antonio lei ? e poi penso sia mia coetanea diamoci del tu’
‘Ecco bravo ora mi ha corteggiato, comunque mi chiamo Elisa, sono TUA coetanea e va bene ci diamo del tu, ma non mi corteggiare, se hai bisgno di me, e non per chiacchierare chiamami pure, se gli occhi ti fanno male avvisami che ti porto un analgesico. Penso che fra un po finira’ l’effetto di quello di oggi pomerigio e ne avrai bisogno. Ora ti saluto a dopo’

cercavo di ricostruire i cocci di quanto era successo e ricordavo, a tentoni l’incidente. Ripresi a dormire, mi sveglia solo verso l’alba o giorno, sentivo un po di caldo sulle guacie

‘Antonio, sono Elisa, scusa ma ti devo medicare e darti delle pillole’
‘Tranquilla svegliarmi con la tua voce e’ bellissimo’
‘Smettila’
‘tanto se diventi rossa dall’emozione non ti vedo’
‘non e’ vero, anzi, ti devo togliere le bende per pulirti gli occhi e medicarti non spaventari’
‘perche’ sei brutta?’
‘Ma insomma sei impossibile la smetti, io che dico le cose per te, dicevo non spaventarti, vedari tutto sfocato, avvertirai solo le grosse differenze, forse, ma non proccuparti migliorerai a vista d’occhio’
‘beh anche tu non scherzi ad ironia’

Lei rise nuovamente e per gentilezza, o affetto mi strinse la mano con la sua. Inizio’ a sbendarmi, finito mi accarezzo i capelli e mi disse

‘stai tranquillo’

tolse i tamponi, mi chiese di aprire gli occhi e,

‘O mio dio’

‘Stai tranquillo passera’ fra un po guarirai’
‘No non e’ quello e che sei magnifica dammi il tuo numero’
‘Ma insomma fai il serio se no ti riempio di tranquillanti’

anche se scherzavo, lo facevo solo per tirare fuori le mie forti tendenze ironiche ed autoironiche, di fatto mi fece specie vedere in quell momento o meglio percepire, solo la differenza fra ombra e luce, tra figure e vuoto, con sagome sfocate. Veramente avrei voluto piangere. Rimasi in silenzio mentre Elisa mi ripuliva gli occhi, me li riempiva di cr&egraveme cremine e colliri, mi metteva i tamponi e mi ribendava. Era gentile e delicata, aveva delle mani morbide ed affusolate, le percepivo anche se si era messa i guanti.

‘Hei latin lover hai perso la lingua, guarda che musone non mi piaci’

questa frase mi fece tornare il sorriso, esplosi io in una fragorosa risata e risposi

‘Che fai ora ci provi tu’

Sentii la sua mano di nuovo nuda accarezzarmi il volto.

‘Ti saluto ,sei l’ultima medicazione della mattina ora vado a dormire ci vediamo, si fa per dire no’

la salutai in direzione dei passi che sentivo con un ciao ed un bacio volante.

Fui sottoposto nuovamente a visite e visitine. I dottori con solerzia ripetettero le parole di Elisa rassicurandomi che presto sarei stato meglio, che comunque avevo rischiato molto ecc. ecc. Passai la giornata parlando con la prima voce che avevo sentito, era un signore che aveva avuto una trombosi ad un occhio, di una certa eta’, simpatico, tipico veneto, capace pero’ di parlare solo di calcio (io non amo il calcio). La notte passo’ tranquilla, mi somministrarono altri analgesici, mi medicarono piu’ volte. Continuavo a non vedere per questo mi allenavo a sentire gli odori, i rumori, mi tastavo. La mattina successive trascorse serena, con il solito tram tram. Dimisero il vecchietto che ormai era diventato cieco all’occhio. Mi chiedevo che fine avesse fatto Elisa, ma non sapevo che turni facevano. La mia curiosita’ si sciolse alla medicazione del pomerigio,

‘Ciao Schumacher, come stai? Vedo che sei solo soletto’
‘Sento una voce stridula antipatica e fastidiosa chi e’ ‘
‘A ecco cosi’ corteggi una bella ragazza? Io ero venuta a salutarti, va bhe buon pomerigio ti saluto’
‘No dai rimani, scherzavo’
‘Scherzavo anche io, ti devo medicare’
‘Lo sai che hai un buon profumo e delle belle mani, morbide e vellutate, quando non vestiva i guanti’
‘Smettila’
‘Scusa non volevo ..’
‘No e che non sei mai serio, dai devo lavorare’

Mi sciolse le bende, e con mia somma sorpresa ero passato dal distinguere, poco le ombre, iniziai a percepire bene i chiari gli scuri e i contorni delle cose. Non percepivo bene la qualita’ delle cose, ma gli ostacoli potevo vederli.

‘Hei un po ti vedo, sei un po bruciacchiata, ma ti vedo’
‘Meno male che non mi vedi se no ti innamoreresti di me per sempre’
‘Beh almeno saresti corrisposta’

ridemmo nuovamente. Mi risistemo’, e finito mi diede una nuova carezza sul viso

‘sai mi dispiace vederti sempre solo’
‘tranquilla sono abituato’
‘Dai se ti fa piacere, se posso ti faccio compagnia dopo, ora devo andare occhi belli’
‘Non credo lo siano piu’ ‘
‘Non e’ vero, certo sono gonfi, ma si vede che hai dei bellissimi occhi dai a dopo devo andare, se posso e se ti fa piacere ripasso’
‘Certo se puoi ripassa, con te sto bene’

era vero, con lei stavo bene, c’era feeling o meglio simpatia. Passo almeno altre cinque volte, sia per servizio che per chiacchierare un po. Mi imbarazzava quando toglieva la sacca di urina collegata al catetere, ma era il suo lavoro, e non dipendeva da me. Ando’ via nel pomerigio e passo’ a salutarmi a fine turno.

‘Devo andare ma ci vediamo domani mattina ciao’

Sentii delle labbra morbide, sottili ma leggere, posarsi sulla guancia.

‘Hei fatti la barba pungi’

Si giro’ e ando’ via. Quel bacio affettuoso mi scaldo’ un po il cuore. Passai la notte, con meno dolori a pensare a quel bacio. La mattina dopo, con il giro visite c’era lei. Fu, logicamente fredda e professionale ma sentivo la sua voce bellissima.. All’atto della visita il dottore esordi’ soddisfatto dai miglioramenti in soli 4 giorni di terapia, iniziavo a distinguere i colori, cioe’ capivo se uno aveva i capelli rossi o bianchi, se una persona era di colore o eurasica, se era in camice verde o bianco, cosi’ via. Mi disse, che continuando cosi’ dopo poco avrei potuto togliere le bende e rimanere con i tamponi, tempo 4 giorni sarei tornato quasi del tutto autosufficiente. Succeiivamente passo’ lei per la terapia, era raggiante

‘hai sentito, stai andando una favola’

e mi accarezzo’ il viso

‘Mi dispiace una cosa, non ho capito chi tu fossi. Quando mi hanno sbendato non hai parlato e non ho collegato, sai mi avrebbe fatto piacere capire o meglio immagginarti.’
‘Non correre, dai se fai il bravo, sta sera sono di notte e ti faccio una sorpresa’
Un’altra carezza, sul braccio. E un saluto rapido. Aspettai la sera con trepidazione, ma passo’ fugacemente solo per motivi di lavoro. E’ notte dormo ma sento una carezza

‘E’ possible che dormi sempre’

Parla sottovoce.

‘Per prima cosa una sorpresa, lo vuoi un bacio ?’

rimasi basito

‘Dai apri le labbra’

ubbidii, ma con soma sorpresa era si un bacio, ma di cioccolata, mangiai, risi sottovoce insieme a lei.

‘Beh ti e’ piaciuto’
‘Molto e’ uno fra i baci piu’ dolci mai avuti’

parlammo per molto tempo, di tutto, mi chiese della mia vita, io lei chiesei della sua, poi

‘Dammi la mano’

prese la mia mano ed inizio’ ad accarezzarla piano, successivamente se la passo sulla fronte, sui capelli, erano lunghi, ricci, morbidi, legati a coda, poi passo sui suoi occhi sul naso sulle guancie, prese un ditto e lo passo sulle sue labbra, piano, facendomi sentire un po di saliva e la punta della lingua, poi passo’ sul collo e sulle spalle e infine si fermo’. Aveva una pelle morbida, e quell gesto cosi’ dolce ma sensuale mi emoziono’ molto

‘Beh che te ne pare, hai capito come sono fatta in viso’

il tono della voce era ancora piu’ dolce del solito. Io avevo ancora la sua mano in mano, iniziai a stringerla forte, l’avvicinai alle mia labbra, l’appoggiai sopra e le diedi un bacio Continuai a tenerla poggiata sulla mia bocca per alcuni minuti, penso, poi

‘Grazie sei veramente magnifica, questo e’ il bacio che ora ti vorrei dare, ma sono troppo legato, ed in piu’ non potrei mai centrarti’

lei rise, poi sentii del movimento, si avvicinava a me. Poggio’ le sue labbra sulle mie, piano ed iniziammo a baciarci, dolcemente, prima, con maggior passione poi. Le noste lingu iniziarono a cercarsi. Non duro’ moltissimo, lei si fermo’.

‘non posso continuare, credimi vorrei, l’hai capito, ma e’ pericoloso. Dai ora riposa devi guarire subito’

passo’ la mattina a salutarmi. I giorni successive passarono in fretta. La vista migliorava, lei quando era di notte o era libera perche’ I dottori non c’erano passava del tempo con me, alternando carezze a baci e promettendoci che non vedevamo l’ora che fossi dimesso. Iniziai a distinguerle il viso. Era bella, aveva dei lineamenti molto aristocratici, capelli neri corvine lunghi e ricci, bellissimi occhi scuri, labbra sottili, ma definite e morbide. Una mattina, il dottore decise che era il momento di liberare definitivamente gli occhi, e che il giorno dopo mi avrebbe dimesso dopo un giorno di osservazione ad occhi scoperti. Lei era di turno. Al termine della visita disse anche che logicamente flebo e catetere erano inutili ed ordino’ a Elisa di provvedere a togliere tutto alla fine delle visite. Finalmente la vedevo bene, dopo aver intuito il suo viso, vedevo il suo fisico. Era molto alta, quasi come me, magra, slanciata. Non riuscivo ad intuire la sue forme, nascoste dal camice, ma mi sentivo attratto da lei, molto attratto. Lei usci’ per ultima dalla camera, mi sembro di vedere un gesto della sua mano ed un sorriso di nascosto. Torno’ dopo un po’ con un carrellino, chiuse la porta a chiave ed esordi

‘Da oggi sei un uomo libero.’

Mi tolse prima la flebo, lo la sacca dell’ urina poi disse

‘beh devo chiederti di alzare il lenzuolo’

sorrideva. Aveva dei guanti monouso e mi disse,

‘Lo so che preferiresti in altra maniera, ma non devi correre’

mi tocco il pene, era indolenzito dai giorni di catetere. Delicatamente lo sfilo, poi butto tutto, guanti compresi e, con mia insaputa vi appoggio’ nuovamente una mano sopra,

‘Povero piccolo, tanto tempo cosi’ martoriato, ma non ti preoccupare pensero’ io a te.’

Si alzo, non mi fece replicare ed ando’ via dicendomi solo di pazientare. Ormai vedevo bene ed ero libero. Ripresi a camminare ad andare in bagno da solo. Girai finalmente per la corsia. Era un piccolo reparto dove erano ricoverati solo i degenti di oculistica, che non sono tanti. Ho poi scoperto di essere uno dei migliori centri in Italia. Il giorno passo veloce la vista, con somma sorpresa, sforzandola, migliorava, mettevo sempre piu’ a fuoco. Certo non ero in grado di guidare, ma camminavo e da vicino vedevo bene, dai da rischiare di essere cieco al massimo saro’ miope. La sera, come al solito venne sul tardi. Sta volta pero’ mi feci trovare sveglio. Appena entro’ scesi dal letto e la baciai abbracciandola. Ci stingemmo forte, ma lei dopo un po mi allontano’

‘era ora, ma sai che non posso esagerare, dai domani andiamo via ti aspetto fuori dall’ ospedale ti accompagno io a casa.’
‘Ma guarda che abito lontano’
‘tranquillo oggi ho chiesto le ferie, ti accompagnero’ io e staremo insieme per un po’
‘Non dovevi grazie’
‘Guarda che non lo faccio per compassione, ma lo faccio perche”. Beh ho curato i tuoi occhi ora devo curare un’altra cosa’

Detto questo si avvicino’ mi mise una mano sul pacco e inizio’ a baciarmi di nuovo. Si allontano’ quasi subito e mi invito’ a dormire.

‘riposa che da domani riposerai molto poco’

mi bacio di nuovo ed ando’ via ridendo.

Finalmente fuori, la vedo e’ li che mi aspetta, e’ ancora in camice, non si e’ cambiata

‘dai sali in macchina’

Mi indica un utilitaria sale e si dirige verso l’autostrada, ci vuole circa una mezz’ora. Al primo semaforo mi giro e ci baciamo. Parliamo poco finche’ non devo indicarle casa. Scendiamo saliamo a casa ed iniziamo a baciarci, la desidero e lei mi deisdera. Mi fermo

‘concedimi una doccia puzzo di ospedale’

lei ride. Mi faccio la doccia, esco in accappatoio lei e’ in camera da letto seduta sul mio letto, la raggiungo, e’ ancora in camice mi siedo vicino ci abbracciamo iniziamo a baciarci. La passione coltivata esplode in pochi istanti inizio subito a toccarle le gambe ricercando il contatto con il suo fiore, lei mi apri l’accapatoio e inizia a massaggiare il mio pene. Scoprii subito che il camice era un suo gioco, indossava degli autoreggenti e da sotto non indossava biancheria intima.

‘ti piace questa infermiera sexi’

Non risposi, ripresi subito a baciare e leccare quella lingua, mentre con le dita sentivo il piacere del suo sesso aumentare. Le scoprii finalmente il seno, era bellissimo, alto sodo, con un aurola un po grande, abbondante al punto giusto. Non potei resitere ed inizia a leccarglielo e baciarglielo. Nel frattempo i suoi massaggi, lenti e delicati diventavano sempre piu’ insistenti trasformandosi in una sega vera e propria. Il mio pene rispondeva con una crescente e pulsante erezione.

‘Il bimbo ha sofferto merita un bacino’

me lo prese in bocca, stendendomi sul letto con un colpo secco. Accettai con piacere quel magnifico pompino, contraddistinto da lunghe lecate sul glande e da profonde succhiate. Mi piaceva moltissimo.

‘Girati, su’

lei esegui. Si stese su di me, tenendo il pene in bocca e mettendo il suo sesso sulla mia bocca. Iniziai a succhiarle il clitoride, mentre con le dita iniziavo ad entrare nel suo sesso. Lei continuava a succhiare tutto il mio membro, mentre con 4 dita le ero completamente dentro e il suo clitoride pulsava piacere ad ogni mia succhiata e leccata.

‘Anto e’ magnifico cosi’ mi fai godere’
‘Sto godendo anche io dai contina’

Queste parole incitarono il nostro sesso orale, aumentando la foga e la passione. I nostri gemiti dovuti al piacere crescente erano soffocati dalla pressione dei nostri sessi sulle rispettive bocche.

‘Dai sto godendo, godiamo insieme su ?’
‘Anche io godo’

Furono le ultime parole soffocate che riuscimmo ad emettere, fra i gemiti e fra i nostri liquidi che uscivano a fiotti. Venni, di un orgasmo lungo, nella sua bocca. Sentivo il mio piacere colare dalle sue labbra mentre lei gemeva. Il suo sesso inizio’ ad emettere un profumato liquido bianco di goduria, che riempiva di sapore ed eccitazione sulle mie labbra. Era bellissimo leccare quel sesso depilato e curato, mentre mi godeva in faccia, in bocca.

‘Anto sai di buono, hai un sapore buonissimo ed eccitante’

Furono le parole che disse mentre raccoglieva dal mio pube il seme ricaduto dalla sua bocca.

Ci baciammo di nuovo, con passione mischiando i nostri sapori. Sentii, dopo qualche minuto passato a leccarle il seno ad accarezzarla a stringerla a toccarle quel sesso baganto e profumato, il mio sesso gonfiarsi di nuovo. Anche lei se ne accorse, sentendo il mio pene battere sulla sua coscia.

‘Ti prego prendimi, ti voglio, fammi tua, scopami’

la baciai di nuvo sulle labbra, mi stesi e la poggiai sul mio bacino. Lei si mise in piedi sulle ginocchia. Afferro il mio sesso di nuovo duro, forte e lo avvicino’ al suo. Si sedette piano piano sulle ginocchia e si fece penetrare completamente.

‘Si dio e’ bellissimo, mi stai aprendo, ti sento in pancia’

si stende su di me, mi bacia si rialza ed inizia a saltellare subito con forza. Geme, geme tantissimo. Mentre si muove le tocco i capezzoli, tirandoli e stringendoli, avvicinandoli alla mia bocca, alzandomi con il busto e leccando quelle tette dure e belle insieme, succhiando con forza e passione quelle fragile rosse che le spuntano dal seno. Allungai piano piano la mia mano verso il suo sesso e inizai con il pollice a toccarle il clitoride.

‘E’ bellissimo dai sto godendo continua’

Continuai infogato, inarcando la schiena, cercando di aumentare la forza ed il ritmo delle nostre pompate.

‘Continua su vienimi dentro riempimi tutta ti prego’

Il letto balza sotto di noi. Lei e’ impazzita, i suoi lunghi capelli si agitano su tutto il suo corpo il mio sesso inizia a reclamare voglia di piacere, mentre lei geme, urlando per tutta la stanza. Godo, e’ l’urlo che emettiamo insieme mentre le vengo riempendole la figa, mentre le sue pareti vaginali comprimono, per via delle loro contrazioni, il mio cazzo in un massaggio piacevole.

‘E’ stata una scopata bellissima Anto, grazie’

Passammo la successive settimana facendo l’amore ininterrottamente, mangiando e curando i miei occhi. Alla fine, comunque decidemmo di continuare a frequentarci, ma piano piano, quando alla grande passione si iniziarono ad associare discorsi sul futuro scappai, o meglio troncammo. Nonostante mi piacesse sotto tanti punti di vista iniziavo a vedere le cose con occhi diversi. Non volevo, o meglio non mi sentivo ancora pronto per un legame. Siamo rimasti amici, a volte ricordiamo quei periodi con affetto ed eccitazione, ma specialmente si preoccupa sempre dell mia salute. Lei, a volte, mi fa capire di amarmi ancora, ma io non credo di averla mia amata. Se mi leggi odiami, se non mi odi inizia, comunque grazie, per avermi dato degli occhi diversi e dei momenti unici.

Datemi il vostro feedback

Leave a Reply