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Racconti Erotici Etero

Spread (your legs)

By 17 Agosto 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

ELEONORA

Approfitto del pomeriggio di ferie per andare in banca: è un po’ che medito su che farmene di quell’investimento che scade il mese prossimo…

Entro, il ragazzo allo sportello ormai mi conosce, faccio segno verso la porta dell’ufficio del sig. Bruni, di solito per queste cose parlo con lui. Lui annuisce e mi fa cenno che posso andare, il sig. Bruni è libero.

Busso, mi risponde un “Avanti!”. Strano, la sua voce me la ricordavo diversa…

Apro la porta ed entro. Dietro la scrivania non c’è il sig. Bruni. Assolutamente. Anziché un metro e novanta per centoventi chili di pelo rosso e pelle ricoperta di efelidi mi trovo davanti un ragazzo più piccolo…e molto più carino! Avrà più o meno la mia età, capelli scuri corti e occhi azzurri, un accenno di barba e un fisico decisamente più asciutto. Un sorriso sbarazzino.

Avrò sbagliato stanza? Non mi pare. Dico: “Scusi, cercavo il sig. Bruni, ha cambiato ufficio?”

Mi risponde: “No, l’hanno trasferito. D’ora in poi può parlare con me. Si accomodi”. Il suo accento è netto, di una città ad almeno 200 km da qui…alla faccia del turnover!!

Mi avvicino alla scrivania, e mentre percorro quei pochi passi lui mi squadra da capo a piedi: sembra soddisfatto di ciò che vede. Mi presento e gli dò la mano. Una stretta decisa, e poi ci sediamo.

Gli espongo il mio problema, lui inizia a parlare di titoli, cedole, obbligazioni. Le solite cose anche se i tassi d’interesse sono scesi molto, negli ultimi tempi.

Mentre parla il suo sguardo percorre il mio viso, il mio collo, il mio decolleté. Anche io lo osservo, la prima impressione, molto carino, è confermata da un esame più ravvicinato. il suo sorriso si è fatto provocatorio, si è accorto che lo sto guardando, e che so che lui sta guardando me.

Alzando lo sguardo da un grafico che mi ha messo davanti noto che ora mi sta guardando insistentemente il seno. Se avessi una quinta, potrei capire, ma ho una seconda…e oggi non ho nemmeno messo il reggiseno, quindi spicca ancora di meno sotto i vestiti! Mi viene un dubbio, mi sarò mica macchiata a pranzo?

Abbasso lo sguardo: oh merda! Non mi sono macchiata…si è slacciato il bottone della camicetta! E dall’aumentata apertura fa capolino la curva del seno…dall’alto vedo i capezzoli, non li vedrà mica anche lui?!?!

Mi sento arrossire, che faccio? Faccio finta di niente? Allaccio il bottone con nonchalanche? Alzo la testa e vedo che non ha smesso di fissare con interesse l’enorme ed involontaria scollatura. i capezzoli si induriscono, e mi viene in mente che ho un’altra opzione: sporgermi in avanti e far sì che la camicetta si apra ancora un po’…

MARCO

Ormai mi stavo abituando a quella nuova città, a quel nuovo ufficio, a quei nuovi colleghi e alle abitudini dei nuovi clienti.

La banca l’aveva definita una grossa opportunità, un annetto nella filiale di quella cittadina così lontana da casa, un bel risultato da conseguire e poi l’agognata promozione a vicedirettore in una filiale vicina.

Come sempre la cosa più difficile era capire il contesto, entrare in sintonia con l’ambiente circostante.

Una pomeriggio mentre riguardavo una pratica sento bussare alla porta. Rispondo ‘Avanti’ e mi trovo davanti una ragazza giovane, più o meno della mia età, 1,70 circa, magra ma non secca, mora, con gli occhiali che le danno un aria da maestrina ma con uno sguardo vispo e solare.

Penso fra me e me ‘Oh finalmente una ragazza carina della mia età, ero proprio stanco di parlare sempre con persone dai cinquanta in su’

Dalla sua faccia stupita nel vedermi capisco che non è a conoscenza del trasferimento di Bruni tant’è che mi chiede ‘Scusi, cercavo il sig. Bruni, ha cambiato ufficio?”. Le rispondo subito che è stato trasferito e che d’ora in avanti il suo interlocutore sono io. A quel punto la invito a sedersi. Nel mentre i miei occhi percorrono il suo corpo e quando le do la mano ho un bel sorriso stampato sul viso.

Anche la stretta è come piace a me, non troppo forte ma nemmeno come una mano morta.

Cominciamo a parlare, mi dice che ha avuto una scadenza (dannazione a Bruni che non me l’ha detto) e ci mettiamo a parlare di investimenti.

Mentre sono lì che parlo il mio sguardo dal viso si posa sul corpo della ragazza e noto con piacere che la camicetta ha un bottone slacciato e si intravede il seno.

La guardo in faccia, sorrido, lei sostiene il mio sguardo, forse non si è accorta delle mie occhiate.

Con studiata maestria ne approfitto per mostrarle alcuni dati e darle da controllare alcuni fogli. Col movimento i lembi della camicetta si allargano lasciandomi intravedere la curva del seno e addirittura un accenno dei capezzoli. Di sicuro non porta il reggiseno!!! A occhio direi una seconda coppa B e solitamente il mio occhio non sbaglia.

Mentre sono lì imbambolato a guardarle le tette mi accorgo che ha mi sta osservando e capisce chiaramente la direzione del mio sguardo. Dovrei rialzarlo immediatamente ma i miei occhi sono come calamitati.

Comincio a temere di aver indugiato troppo quando succede una cosa che non mi sarei mai aspettato, la ragazza si sporge in avanti, ancora più verso di me, regalandomi una visione completa del suo bellissimo seno.

Improvvisamente sento l’erezione che comincia a montare.

Rialzo lo sguardo, i miei occhi incontrano i suoi, non posso non notare il rossore delle sue guance, segno che l’ultima mossa è una provocazione bella e buona. Decido allora di stare al gioco e riabbassando lo sguardo sul suo seno ormai non celato le dico ‘ Vedo con piacere che ha trovato qualcosa di suo interesse, me lo mostri pure”..

ELEONORA

Non credo alle mie orecchie’ ‘ Vedo con piacere che ha trovato qualcosa di suo interesse, me lo mostri pure”No, non può essere, avrò capito male!

No, non ho capito male, il suo sguardo è tornato sui miei seni, intendeva proprio quello. Un’ondata di calore mi attraversa, concentrandosi nel basso ventre. Mi sento bagnare. Prendo tempo scartabellando tra i fogli senza vederli.

Io rischio una figura di merda, ma lui rischia il posto se proseguiamo su questa strada! Però’però’

Il mio corpo prende la decisione per me. Mi protendo in avanti col busto, con in mano un foglio, uno a caso, premendo con le braccia sui lati dei seni mentre fingo di sollevarlo per mostrarglielo. So che in questo modo si slaccerà anche il bottone successivo, è quello dove appoggia la tracolla della borsetta e l’asola si è un po’ smollata col tempo. Questa camicetta è un pericolo pubblico!

E infatti come mollo la pressione sui lati del seno il bottone esce del tutto dall’asola, lasciandomi quasi del tutto scoperta.

Il foglio che ho in mano non lo guarda neanche, ormai è in fissa sul mio seno, probabilmente nemmeno una botta in testa riuscirebbe a distoglierlo. E la cosa mi piace, oh se mi piace. Il calore nel mio ventre, tra le mie cosce aumenta di un paio di centinaia di gradi.

Mi passo un dito della mano che non regge il foglio lungo la clavicola, lenta, avanti e indietro.

‘Che dice, le piace quello che ho scelto?’

MARCO

Alea iacta est. Ormai ho fatto il passo, non posso più tornare indietro. Ha capito chiaramente che le sto guardando le tette, gliel’ho detto.

La vedo scartabellare tra i fogli degli investimenti anche se sembra che lo stia facendo per celare il nervosismo più che non per effettivo interesse.

Stiamo veramente rischiando grosso, tutti e due. L’ufficio è chiuso, lei da le spalle al corridoio quindi se dovesse eventualmente passare qualcuno non noterebbe nulla ma il rischio è altissimo.

Finalmente decide, sceglie un investimento e me lo porge. Nel farlo si protende in avanti col busto e solleva un po’ il braccio. Il movimento fa si che la tracolla della borsetta poggi l’intero peso sul tessuto della camicetta e a quel punto succede un fatto insperato. Anche il bottone successivo della camicetta si apre! Il peso l’ha sfilato dall’asola.

A questo punto il suo seno è quasi completamente scoperto!!

Rimango di stucco, quasi a bocca aperta, lo sguardo fisso sulle sue tette. Non riesco a rialzarlo, mi attrae come una calamita.

Il suo braccio si allunga tendendomi il foglio, come alla moviola alzo il mio per ricevere quanto mi sta passando.

Le nostre mani quasi si sfiorano, un brivido di eccitazione mi pervade. Ormai la mia erezione è forte e completa.

La sua voce mi fa riavere da quell’attimo di stordimento ‘Che dice, le piace quello che ho scelto?’.

Alzo lo sguardo e controllo il foglio che mi ha passato, è un investimento completamente azionario.

Non so se la scelta sia stata casuale o voluta ma di certo calza a pennello. Infatti le rispondo prontamente ‘Non si può certo dire che non le piaccia il rischio!’ e sorridendo aggiungo ‘Anche a me piace molto, appoggio la sua scelta. Apprezzo molto chi sa cosa vuole e non si vergogna a farlo vedere’.

ELEONORA

Apprezzo chi sa cosa vuole e non si vergogna a farlo vedere, ha detto. E lui non si vergogna, oh no, di far vedere la sua erezione attraverso i pantaloni. E’ seduto un po’ discosto dalla scrivania, appoggiato comodamente indietro contro lo schienale della poltrona, la giacca è aperta coi lembi scostati, le gambe leggermente divaricate. Da dove sono vedo chiaramente il rigonfiamento nei pantaloni, Inequivocabile. Di nuovo un brivido mi attraversa, Si concentra a livello dei genitali, si trasforma in liquido che inzuppa la mia vagina.

La parte razionale di me chiede: che cazzo stai facendo? Il resto dice: al diavolo!

‘Apprezzo chi sa cosa vuole e non si vergogna a farlo vedere.’

Con gli occhi fissi sulla sua erezione, mi sfilo la tracolla della borsa, che lascio cadere a terra. Poi con gesti lenti e deliberati slaccio i bottoni mancanti, scosto i lembi della camicetta scoprendo completamente il seno. I capezzoli sono così duri che quasi fanno male. Ne sfioro uno col pollice. Finalmente alzo lo sguardo dalla sua erezione, lo fisso negli occhi.

Dico: ‘Ho fatto la mia scelta, ma lei…me l’appoggia?’

MARCO

Un attimo di silenzio. Un attimo sospeso. Non un suono. Il mondo pare essersi fermato in attesa che lei faccia la sua scelta. E a questo punto succede l’impossibile.

Mi fissa. Ma non negli occhi. Stavolta è il suo sguardo ad essere calamitato su qualcosa d’altro che in questo caso è la mia erezione, evidentissima solo il sottile tessuto dell’abito.

Non posso e non voglio nasconderla, anzi, piego la schiena leggermente all’indietro affinché possa vedere meglio.

E mentre lo faccio come dicevo succede l’impossibile, si sfila la tracolla della borsa e la fa cadere a terra, dopodiché con una lentezza esasperante slaccia gli ultimi 2 bottoni rimasti. Ora la camicette è completamente aperta! Ne scosta i lembi mostrandomi la completa nudità di entrambi i suoi seni. I capezzoli sono decisamente turgidi. Allora non sono l’unico ad essere eccitato! Il rossore del viso non è semplice vergogna, è qualcosa di più.

Con un pollice si sfiora un capezzolo, è una scena eccitantissima. Sento che il mio cazzo è teso al massimo, mi fa male dentro le mutande. Una gocciolina di liquido si sta formando sulla mia cappella, sono eccitatissimo.

Mi guarda dritto in faccia e mi dice ‘Ho fatto la mia scelta, ma lei… me l’appoggia?’.

Sta al mio gioco! Azioni inequivocabili e doppi sensi. Ora la palla è nelle mie mani, a me la scelta.

Esito un secondo ma poi decido, mi butto. Allungo il braccio, raccolgo il foglio dell’investimento, nell’alzarlo allungo ulteriormente la mano fino a che non è vicina a lei, con il pollice destro le sfioro il capezzolo sinistro che confermo essere turgidissimo, la guardo dritta negli occhi e le dico ‘Gliel’appoggerei volentieri, ma forse prima è bene che lei tocchi con mano la bontà dello stesso’

ELEONORA

Oook, mi dico. Ormai si balla. Non c’è più modo di fraintendere: nonostante i doppi sensi è chiaro cosa succederà.

Mi alzo, la voce mi esce roca quando dico: ‘Ha ragione, per capire se l’investimento che ho in mente è valido, devo accertarne la…solidità.’

Lentamente giro intorno alla scrivania, e mentre lo faccio lui si alza in piedi. L’erezione spicca nei pantaloni, tendendoli allo spasimo. Ora siamo uno di fronte all’altra. Sollevo lo sguardo ad incontrare il suo, pochi centimetri più su. Azzurro, luminoso…preso. Voglio vederlo in faccia quando lo toccherò.

Allungo la mano, con l’indice e il medio sfioro la sua erezione da sopra i pantaloni. Lentamente muovo le dita lungo tutto il membro, su e giù. Lui chiude brevemente gli occhi, inspirando rumorosamente. E’ duro, molto, molto duro. Sento il suo calore attraverso la stoffa, mi mordo un labbro…lo voglio! Pregusto il momento in cui ciò che sento agitarsi sotto le mie dita si muoverà dentro di me.

Lo stringo tra il pollice e l’indice: la sola espressione sul suo viso mi fa bagnare ancora di più…

MARCO

Passano un paio di secondi interminabili, tutto è silenzio. L’audacia della mia affermazione è decisamente altissima.

Ma eccola che si alza, le tette ormai completamente fuori dalla camicetta, cammina verso di me, fa il giro della scrivania. Non ci posso credere, sta succedendo davvero. Mi alzo a mia volta.

Mentre cammina verso di me mi dice con voce roca ‘Ha ragione, per capire se l’investimento che ho in mente è valido devo accertarne la ‘ solidità’.

I miei pantaloni non nascondono nulla della mia erezione, che svetta inequivocabile attraverso il tessuto teso.

Siamo in piedi uno di fronte all’altra. I nostri occhi si incontrano e i nostri sguardi si fondono. Leggo nel suo la stessa lussuria che sento in me.

Siamo pazzi, in un ufficio con decine di persone che possono scoprirci, ma in questo momento non ci interessa, l’ego razionale è schiacciato dall’eros, null’altro ha importanza.

Eleonora mi fissa negli occhi, non stacca i suoi dai miei e lentamente allunga la mano e con il dito mi sfiora il cazzo da sopra i pantaloni. Chiudo gli occhi e inspiro profondamente. Quel semplicissimo contatto mi ha provocato una scossa elettrica. Mi carezza e si morde un labbro.

Non resisto oltre, la prendo con foga e l’attiro a me. La mia mano sinistra si impossessa del suo seno destro mentre le mie labbra cercano le sue, così umide. La mia lingua non incontra difficoltà e si aggancia saldamente alla sua. Ci stiamo scambiando un bacio lascivo, senza vergogna, senza ritegno. Il suo alito sa di liquerizia, mi piace, mi spinge a leccare e succhiare.

Avvicino il mio bacino al suo. Voglio che senta tutta la mia erezione. Voglio che capisca quello che ha scatenato in me. Voglio possederla, voglio godere con lei.

Smetto un attimo di baciarla e le dico ‘Allora mi dica, è abbastanza solido per lei?’. Poi in un attimo di lucidità ricordo dove siamo e come fare per non rinunciare a questa bellissima esperienza senza rischiare la galera per entrambi. Così aggiungo ‘se no giù in caveau posso farle provare qualcosa di più solido e duraturo! E non si preoccupi la privacy è assicurata!’

ELEONORA

Mi ha baciata, con una foga sorprendente. Senza dubbi né esitazioni. Mi ha esplorata con la lingua e le labbra e mi è piaciuto, oh se mi è piaciuto. Così come mi è piaciuta la sua mano sul seno, e la sua erezione contro il mio pube. Il contatto col membro duro attraverso quei troppi strati di stoffa è stato elettrico, e non ho potuto fare altro che sfregare la mia parte più sensibile contro di esso.

Mi pone una domanda che la mia mente per un attimo fatica a registrare. Ma capisco dove vuole andare a parare, e avverto una nuova scossa al basso ventre e alla bocca dello stomaco: quella che prima era solo una possibilità ora diventa una certezza’basta che io dica sì.

Oscillando leggermente il bacino in modo da premermi contro un’erezione dalla quale non mi staccherei mai, rispondo in un sussurro: ‘Penso che un’indagine più ravvicinata e’approfondita’della solidità dell’investimento sia proprio quello che ci vuole. Se mi fa strada, io vengo’

Lo vedo spalancare gli occhi ancora di più, deglutire visibilmente. Forse in fondo non credeva che avrei accettato davvero. Avvicino di nuovo la bocca alla sua e lo bacio ancora, con meno foga ma più voluttuosamente, premendomi tutta contro di lui. Sento un corpo solido, compatto, come piace a me.

Mi stacco a malincuore, e riallaccio la camicia. Mi chino a prendere la borsa, mostrandogli la rotondità del mio sedere sotto la gonna. So che i ganci del reggicalze si notano quando è così tesa. E spero che gli piaccia l’idea’

MARCO

Oscilla il bacino e risponde con un sussurro alla mia domanda. Mi dice ‘Penso che un’indagine più ravvicinata e approfondita dell’investimento sia proprio quello che ci vuole. Se mi fa strada io vengo’. Strabuzzo gli occhi. La risposta è netta, decisa e inequivocabile.

Quello che sembrava nato come un gioco, ricco di malizia e doppi sensi ma pur sempre un gioco si sta evolvendo rapidamente in un’avventura sessuale vera e propria. Mi bacia di nuovo, voluttuosamente come a mettere il timbro di ceralacca e a ufficializzare il tutto. Si stacca da me, si riallaccia la camicetta e si china a prendere la borsa mostrandomi le sue forme attraverso la gonna. Il gesto mette in risalto la presenza del reggicalze e se possibile, aumenta ancora di più la mia erezione. Come sospeso in un sogno mi incammino verso l’ascensore con lei al mio fianco. So che a quest’ora il caveau è aperto e non ho bisogno di domandare le chiavi. Le telecamere a circuito chiuso inquadrano solo le cassette di sicurezza ma non la stanzina a fianco con un tavolo e alcune poltroncine dove i clienti al sicuro della propria privacy possono svuotare e riempire le loro cassettine.

Mentre attendo l’ascensore che ci porterà di sotto allungo una mano e le carezzo il sedere. Non voglio che l’incantesimo finisca e poi ho troppa voglia. L’ascensore arriva, le porte si aprono e ne esce un collega con una signora anziana che aveva evidentemente accompagnato in caveau. Ho un attimo di esitazione ma fortunatamente non si è accorto di nulla. Saluto cortesemente la cliente, avverto il collega che accompagno Eleonora di sotto e subentriamo a loro nell’ascensore. Come le porte si chiudono non resisto e le salto addosso. Le nostre bocche si attaccano, le lingue le esplorano, le mani vagano a tastare quelle tette e quel culo che fra un paio di minuti potrò finalmente baciare e leccare a fondo.

Il TLIN dell’ascensore ci avverte che siamo arrivati e che le porte si stanno per aprire. A malincuore mi stacco da quella bocca. La mia mente galoppa, pregusto già le sue labbra ad avvolgere il mio cazzo.

La prendo per mano e l’accompagno nella saletta, lontano da occhi e orecchie indiscrete. Qui nessuno ci disturberà. La guardo e mentre mi levo la giacca e la cravatta le dico ‘Credo si possa cominciare a mettere a nudo l’investimento’.

ELEONORA

Ci siamo baciati in ascensore come adolescenti infoiati. E ora siamo in una stanzetta sotterranea, chiusa a chiave, e lui si toglie la giacca e la cravatta, con un gesto molto sexy. Non vedo l’ora di togliergli il resto.

‘Credo si possa cominciare a mettere a nudo l’investimento’, dice, e sono perfettamente d’accordo. Ci sono troppi vestiti, sull’investimento. Tanto che mi avvicino a lui e con la punta delle dita gli slaccio i bottoni della camicia ad uno ad uno, accarezzandogli la pelle del petto man mano che la scopro. Il contatto con la sua pelle nuda mi dà un brivido. Arrivata in fondo la tiro fuori tutta dai pantaloni, sfiorandogli le anche.

Indugio un secondo con le mani che danzano sulla pelle del suo ventre e dei suoi fianchi, e mi protendo in avanti per leccargli un capezzolo. Un guizzo della lingua, rapido, e il bottoncino si tende e diventa duro. Lo prendo più saldamente tra le labbra, e con la punta della lingua continuo a stuzzicarlo. La mia bocca formicola, resa sensibile dall’eccitazione. Sento il suo gemito soffocato, le sue mani che scendono a slacciare la mia camicetta si scontrano con le mie braccia tese verso il basso: le mie dita si occupano adesso dei bottoni dei suoi pantaloni, slacciandoli uno dopo l’altro e sfiorando l’erezione sottostante nel mentre. Voglio liberarla da tutti quegli strati di stoffa, tirarla fuori e succhiarla a lungo.

Le sue mani tirano i lembi della camicetta, vuole sfilarmela di dosso’ho finito coi bottoni quindi mi stacco un attimo da lui e gli permetto di togliermi l’indumento. Calcia via le scarpe, si cala i pantaloni restando solo coi boxer, che il membro eretto tende all’infuori. Ha un bel fisico, il vestito gli stava bene ma non gli rendeva giustizia, seminudo rende di più e ci scommetto che nudo sarà anche meglio.

Decido di giocarmi ora la mia carta più alta: porto le mani dietro di me, slaccio la cerniera della gonna e la lascio cadere a terra. Rimango con il reggicalze e le calze, e basta. Oggi non ho messo nemmeno le mutandine’

MARCO

Mi risponde con un sorriso malizioso segno che anche lei è d’accordo ed infatti allunga le mani e comincia a slacciarmi i bottoni della camicia e ad accarezzarmi con studiata lentezza. Sono eccitatissimo, non vedo l’ora di sentire quelle manine attorno alla mia erezione per guidarla nella sua bocca. Ma lei vuole giustamente fare le cose con calma, vuole gustarsi il momento. Mi sfila la camicia dai pantaloni, mi carezza e comincia a succhiarmi un capezzolo strappandomi un gemito. Non me l’aspettavo ma devo dire che la cosa mi ha piacevolmente sorpreso e per un attimo mi ha colto impreparato lasciandomi immobile. Appena mi riprendo decido che anch’io non posso restare con le mani in mano e mentre le mie mani si impossessano dei bottoni della sua camicetta per aprirli ecco che si intrecciano con le sue che nel mentre scendono verso i bottoni dei pantaloni slacciandomeli. Nel farlo si sofferma ad accarezzarmi aumentando, se possibile, ancor di più la mia erezione che ormai tende il tessuto dei boxer in maniera importante. Si scosta un attimo da me permettendomi finalmente di toglierle la camicetta liberando i suoi seni, piccoli e sodi e con i capezzoli inturgiditi dall’eccitazione proprio come piacciono a me. Non vedo l’ora di mordicchiarli, succhiarli, stringerli.

Approfitto dell’attimo di tregua oltre che per riempirmi gli occhi con la visione dei suoi seni anche per levarmi le scarpe e le braghe. Abbasso lo sguardo per levarmi le mutande e sento che fa scendere la cerniera della gonna che cade ai suoi piedi. Lo risollevo e sorpresa delle sorprese mi accorgo che è nuda. Sotto la gonna non aveva le mutandine ed è davanti a me con solo calze e reggicalze. La mia erezione non più contenuta dal tessuto dei boxer può finalmente librarsi in tutta la sua pienezza.

Ci studiamo per un attimo beandoci l’un l’alta con la visione dei nostri corpi nudi. E’ la quiete prima della tempesta perché quasi all’unisono ci avvinghiamo. Le nostre bocche si attaccano, le lingue si fondono e le mani vagano libere sui nostri corpi.

Ho gli occhi chiusi mentre la bacio o meglio mentre la assaggio nuovamente con la lingua. Percepisco nuovamente il sapore di liquerizia, mi piace. La voglio scoprire col tatto e così faccio scorrere le mani sul suo corpo. Dal collo sottile e affusolato alla schiena magra fino ai fianchi un po’ più pieni proprio come piacciono a me. Le bocche si staccano e allora ne approfitto subito cominciando a baciarla dappertutto. Le bacio le guance, la fronte, le succhio il lobo dell’orecchio strappandole un brivido dopodiché scendo al collo e raggiungo finalmente i seni. Quello sinistro diventa preda della mia bocca che ne netta il capezzolo mentre quello destro lo assalgo con la mia mano cominciando a palparlo con vigore.

Mentre faccio tutto questo le sento retrocedere leggermente fino a raggiungere il tavolo alle sue spalle contro il quale si appoggia.

Capisco che l’ha fatto per favorire la mia azione segno evidente che le piace e vuole che continui. L’accontento subito invertendo il trattamento fra i due seni. La sento sospirare, mi piace, mi stimola ancor di più. Le voglio dare il massimo del piacere. Scendo a baciarle la pancia e gioco con la lingua col suo ombelico. Si sta sciogliendo sempre di più. Percepisco chiaramente il suo desiderio. C’è profumo di sesso e voglio gustarmelo fino in fondo. Le bacio le cosce, il monte di venere e ancora l’interno coscia visto che ha allargato leggermente le gambe. Lo vuole. Lo voglio anch’io. L’accontento.

Finalmente infilo la lingua nel suo sesso. Un triangolo di pelo nero ben curato sovrasta le sue labbra gonfie di desiderio e libere da peli. Fra le labbra già leggermente dischiuse fa capolino il clitoride segno che la voglia è tanta per entrambi. E’ proprio lì dove si posa la mia lingua. Comincio con dei leggeri colpetti di lingua che sembra gradire. Mentre lo faccio sento le sue mani carezzarmi la testa. Con le mie mani le carezzo i polpacci e da lì comincio una lenta risalita che mi porta a carezzarle prima le cosce e poi la parte bassa delle natiche. La sento sospirare e decido di smetterla coi colpi di lingua, è ora di fare sul serio. Comincio a succhiarle il clitoride e le infilo un dito dentro. E’ abbondantemente bagnata e non incontro nessuna difficoltà a farlo entrare. I sospiri di Eleonora aumentano d’intensità facendo aumentare di pari passo il mio ritmo e quello del dito che si muove dentro di lei al quale ne aggiungo prima uno e poi due.

Le sto succhiando il clitoride mentre con tre dita le scopo la figa ad un ritmo infernale. Lo sciacquettio dei suoi umori e l’unico suono che si sente nella stanza oltre ai suoi gemiti che aumentano d’intensità fino a raggiungere l’orgasmo con un gridolino strozzato che mi inonda il viso di umori che continuo a nettare.

Mi rialzo e sorridente la guardo, la bacio per condividere con lei il suo sapore e le dico ‘Allora signorina crede che l’investimento sia di suo gradimento?’

ELEONORA

‘Allora signorina crede che l’investimento sia di suo gradimento?’ Cristo’mi ha leccata, succhiata e penetrata con le dita come se sapesse da sempre cosa mi piace, mi ha fatta venire in un nanosecondo e ha ancora il coraggio di chiedere?

Sorrido tra un ansito e l’altro, cercando di riprendere fiato e il controllo dei miei muscoli. Sto al gioco.

‘Parrebbe di sì’ rispondo ‘però per poter essere sicura devo esaminarlo più da vicino!’

Lo scosto e lo spingo contro il tavolo, nel punto che occupavo fino a un attimo fa. I suoi occhi azzurri si sono scuriti, seguono ogni mio movimento.

Mi lascio cadere in ginocchio davanti a lui, trovandomi faccia a faccia col suo membro eretto. Resto un attimo stupita quando vedo che si è accorciato i peli’non sono in molti che lo fanno. Ma non è male, affatto.

Lo contemplo per un attimo: adoro osservare i membri maschili, la loro forma, il loro colore, il modo in cui ondeggiano e sussultano’

E poi lo afferro con la destra, repentinamente, abbassando delicatamente il prepuzio. Non posso più aspettare: ancor più che guardarlo, mi piace succhiarlo. Lui emette un sibilo, si appoggia meglio al tavolo, mentre la mia lingua guizza tra le labbra e va a stuzzicargli la punta del glande. Con la mano massaggio con dolcezza l’asta, e la mia lingua vortica sempre di più sulla sua cappella scoperta. Infine la prendo in bocca, chiudendo le labbra sotto il colletto, succhiando avidamente. Il suo sapore di uomo mi riempie la bocca, le narici. La mia lingua guizza ancora mentre succhio, la mano instancabile lo sega dolcemente, non più sola ma in compagnia dell’altra mano che soppesa i testicoli, li carezza, li massaggia.

Con la bocca scendo a prendere ancora più di lui tra le mie labbra, e poi risalgo fino a farlo uscire quasi del tutto. Ripeto il movimento più e più volte, accompagnandolo con la mano destra poco più sotto, che scivola agevolmente sull’asta bagnata dalla mia saliva. Coccolo le palle col palmo della sinistra: le dita accarezzano il perineo, lo premono, lo massaggiano, si spingono birichine ad accarezzare i contorni dell’ano.

Marco ansima, quasi geme, il capo reclinato all’indietro tanto che dalla mia posizione fatico a vederlo in faccia. Intuisco che ha gli occhi socchiusi, le mani che stringono il bordo del tavolo fino a far sbiancare le nocche.

Accelero il ritmo con le mani, riprendo a succhiare e leccare solo il glande, poi abbandono anche quello per leccare, mordicchiare e succhiare il frenulo. Scendo con la lingua lungo l’asta, fino alle palle dove la bocca sostituisce la sinistra mentre la destra, che ora ha campo libero, si muove con lunghe carezze lungo la verga, scopre e ricopre la cappella.

Lo sento espirare di botto quando gli prendo in bocca una palla per intero e succhio con la massima delicatezza.

Mi diverto per un po’ coi testicoli, poi torno a prendere in bocca tutto il membro, di più, sempre di più, stringendo le labbra intorno all’asta, succhiando, leccando, segando. Marco, che ansima sempre più forte, mi ha posato le mani sulla testa e me la spinge con foga verso il suo ventre, obbligandomi a prendere sempre più di lui, togliendomi il respiro. Finché con un rantolo inverte il senso di marcia, staccandomi con forza, bruscamente, tirandomi in piedi quasi di botto.

‘Sì, direi che l’investimento è di mio gradimento. Possiamo procedere all’acquisizione delle azioni allora. Non vedo l’ora di averle nel mio’portafoglio!’ dico. Poi mi premo contro di lui, aderendo al suo corpo con ogni centimetro del mio, baciandolo con foga.

MARCO

Oddio, mi sembra di essere in paradiso. Mi sta facendo uno dei più bei pompini che mi siano mai stati fatti in vita mia. Sembra conoscere alla perfezione quello che mi piace e come mi piace. E’ molto brava e soprattutto si capisce che lo fa con piacere, perché piace anche a lei e non solo perché deve.

Sono quasi pronto a raggiungere un orgasmo devastante che si ferma sul più bello. Si stacca da me e si mette in piedi di fronte a me.

La sto mentalmente maledicendo per non aver concluso ma le sue parole stravolgono tutti i miei pensieri. Mi dice ‘si l’investimento è di mio gradimento. Possiamo procedere all’acquisizione delle azioni allora. Non vedo l’ora di averlo nel mio portafoglio’. Capisco che ha smesso perché vuole scopare. Non si accontenta di pochi minuti di sesso orale. Vuole l’intera posta in palio. Benissimo, è quello che voglio anch’io. Come due ballerini ruotiamo di 180 gradi per l’ennesima volta. E’ di nuovo lei ad avere la schiena contro il tavolo. L’abbraccio, la tiro a me e mentre le nostre lingue ritornano ad intrecciarsi avvicino il bacino. Il mio cazzo in erezione viene a contatto con la sua figa già abbondantemente lubrificata. Mi basta una piccola spinta e penetra come una lama calda nel Burro (piccola licenza letterale :P ).

Non smetto per un solo istante di baciarla. Ho sete di lei. E nel mentre comincio un lento avanti e indietro con movimenti pelvici sempre più ampi.

Eleonora sta tornando anche lei all’estasi. Me ne accorgo perché mi si aggrappa completamente. Mi cinge il bacino con entrambe le sue gambe e fa di tutto per assecondare i miei movimenti. Contemporaneamente appoggia la sua bocca sulla mia spalla per soffocare i suoi mugolii.

Le mie mani sono ben posizionate sotto le sue chiappe a sorreggerla e la mia lingua le solletica il lobo dell’orecchio destro e il collo.

E’ così che la sento abbandonarsi a me e capisco che ha raggiunto l’orgasmo. Anch’io sono al culmine, mi basta pochissimo e potrei venirle copiosamente dentro. Ma un po’ perché non so se prenda le dovute precauzioni e un po’ perché in realtà voglio che sia lei a decidere se farmi venire mentre la scopo a pecorina piuttosto che mentre lo fa lei a smorza candela o meglio ancora nella sua bocca, delicatamente la metto a sedere sul tavolo (un flash attraversa la mia mente ‘ chissà cosa penserà la signora delle pulizie quando lo troverà macchiato ‘) e le dico ‘ è rimasta un’ultima tranche dell’investimento da fare, lascio a lei l’onore di portarlo a termine’

ELEONORA

Finalmente il momento che ho desiderato fin dal primo doppio senso. E la scelta si è rivelata azzeccata, visto quanto sto godendo’

Avrei voluto morderlo ma non ho osato’non so se è sposato, fidanzato, se frequenta qualcuna. Meglio non lasciare segni! Così mi sono limitata ad appoggiare la bocca sulla sua spalla anziché prenderla tra i denti, e soffocare lì il mio orgasmo, stringendo il suo corpo con le mani (faticando a non affondare le unghie nella sua pelle), strizzando gli occhi, mentre ondate di piacere mi attraversano. Lo sento dentro, amplificato mille volte, quando i miei muscoli pelvici ormai incontrollabili lo stringono dentro di me.

Quando il livello del godimento recede, mi accorgo che si è fermato.

Esce da me e mi posa sul tavolo, dicendo: ‘ è rimasta un’ultima tranche dell’investimento da fare, lascio a lei l’onore di portarlo a termine’

Lascia a me scegliere come farlo venire. So che ora non riuscirei a raggiungere un altro orgasmo, ma anche che adesso sono al picco della sensibilità il che rende la penetrazione un piacere tutto particolare’

M giro di spalle appoggiando le mani al tavolo e allargando le gambe. Girando la testa lo guardo invitante, ondeggiando il bacino e inarcando la schiena, offrendogli inequivocabilmente la mia femminilità bagnata.

Lui non si fa pregare, si avvicina e mi afferra per i fianchi, accostando il membro eretto e luccicante alla mia apertura. Prima che mi penetri gli sorrido maliziosa e dico: ‘Questa è la penultima tranche. L’ultima’la voglio in bocca’

Lui sogghigna, evidentemente l’idea non gli dispiace. Poi si spinge dentro, con forza, e affonda completamente in un colpo solo nella mia vagina ipersensibile. Non riesco a trattenere un grido.

Le sue mani stringono i miei fianchi, attirandomi a sé. Trova il ritmo, molto più serrato ed energico di prima. La piccola stanza risuona del rumore della sua carne che sbatte sulla mia, dei suoi ansiti rochi, dei piccoli gemiti che mi sfuggono ad ogni colpo. Aumenta ancora il ritmo, spostando le mani per stringermi il ventre e accarezzarmi il clitoride infiammato, sento il suo respiro pesante sul mio collo quando si china su di me, schiacciandomi sul tavolo, che vibra sotto i colpi.

Lo sento gemere sempre più forte, evidentemente sta raggiungendo il limite’infatti si sfila di colpo, e mi trascina a terra davanti a lui. Mi ritrovo faccia a faccia col suo membro madido e pulsante.

Lo afferro decisa, spingendomelo in bocca. Sento su di lui il mio sapore, e passo la lingua sul glande per assaporarmi.

Le sue mani si posano con decisione sulla mia nuca, e con un colpo del bacino affonda nella mia gola.

MARCO

Rimane un attimo ferma, quasi indecisa sul da farsi o semplicemente si sta ancora godendo la penetrazione di un attimo prima.

Alla fine si gira di spalle, si china appoggiando le mani al tavolo e contestualmente allarga le gambe, mi guarda e inarcando la schiena fa un movimento ondulatorio. Sembra quasi stia sculettando. Ma il movimento non fa che evidenziare il suo sesso bagnato. Non mi soffermo oltre ad osservare, la afferro per i fianchi e mentre sto per penetrarla ecco che mi sorprende per l’ennesima volta dicendomi ‘questa è la penultima tranche. L’ultima la voglio in bocca’. Non ci posso credere. Io che adoro venire nella bocca della mia partner e che sfortunatamente non sempre vengo accontentato me lo sento addirittura chiedere da lei. Oggi è senz’altro il mio giorno fortunato. Mi lascio andare ad un sogghigno mentre penso a queste cose ma poi ricomincio da dove mi ero interrotto. Affondo tutto d’un colpo il mio uccello dentro di lei strappandole un urletto. La cingo saldamente con le mani sui fianchi, l’attiro a me e comincio a fare avanti indietro col mio membro fuori e dentro la sua figa. Ormai sono partito. Spingo sempre più forte e ad un ritmo sempre più sostenuto. Stacco le mani dai fianchi per scendere ad accarezzarle il ventre e a stimolarle il clitoride. Mi chino su di lei, sempre più ansante e sempre più vicino al limite dell’orgasmo.

Quando capisco di aver passato il punto di non ritorno mi sfilo di colpo e forse un po’ bruscamente la trascino a terra davanti a me.

Senza nessun commento ma anzi con forse una luce birichina negli occhi se lo ficca in bocca cominciando a succhiare.

Non resisto un attimo di più e comincio a scaricarle in bocca tutto il mio piacere, tutta la mia eccitazione accumulata nel corso di questo pomeriggio indimenticabile. Le afferro la nuca con le mani mentre uno, due, tre, quattro schizzi di sperma fuoriescono da mio cazzo. Lei li ingoia tutti mentre con la lingua mulina intorno alla mia cappella ipersensibile.

Se sto per morire ditemi che questo è il paradiso perché credo di aver raggiunto la pace dei sensi.

Continua a leccare e succhiare il mio membro finché non perde consistenza. A quel punto pian piano mi accascio in terra di fianco a lei. A quel punto sorprendendo anche me stesso la guardo dritta negli occhi e mentre le sussurro un ‘grazie’ pieno di tutta la gratitudine del mondo faccio una cosa che non ho mai fatto prima, avvicino la mia bocca alla sua e ci scambiamo un ultimo bacio appassionato.

Le nostre lingue tornano ad intrecciarsi e sento chiaramente il mio sapore nella sa bocca ma stavolta lo trovo normale, la naturale conclusione e condivisione di un momento così intimo.

Finito di baciarci ci stacchiamo un attimo e guardandoci ci scappa una risata. E’ sicuramente un’esperienza irripetibile verificatasi con un allineamento di pianeti favorevole e che ricorderemo tutta la vita.

Con calma ci rivestiamo e cerchiamo di darci un contegno anche se ad un occhio attento certi dettagli non sfuggirebbero di certo per capire cos’è successo. Risalendo in ascensore sfruttiamo lo specchio per sistemarci i capelli e renderci definitivamente presentabili. La porta si apre e ritorniamo nel mondo reale dove siamo un consulente e una cliente. Arrivati davanti al mio ufficio le allungo la mano in maniera formale e le dico ‘è stato un piacere conoscerla e concludere l’investimento. Spero tanto che torni a trovarmi al prossimo versamento’

ELEONORA

Non so come ho fatto a rivestirmi. Non ho idea di come sono riuscita a raggiungere l’ascensore. Ho le gambe come budini, rese molli dalle emozioni e dagli orgasmi dell’ultima ora.

Sentire il mio sapore sul suo membro, sentirlo mischiarsi con quello del suo seme quando è venuto è stata una sensazione fantastica e quel bacio inaspettato…vederlo accogliere il suo stesso sapore senza tirarsi indietro è stato speciale. E molto sensuale. Ci vuole una buona dose di sicurezza di sé, per un uomo.

La risata, liberatoria, sbarazzina, ci ha resi complici a un livello che il sesso non aveva raggiunto.

E adesso siamo qui, davanti alla sua porta, più o meno presentabili. E non so se proporgli di rivederci o meno, non so se è il caso, non so nulla di lui e non so nemmeno come la prenderebbe.

Ma poi mi tende la mano dicendo: ‘è stato un piacere conoscerla e concludere l’investimento. Spero tanto che torni a trovarmi al prossimo versamento’.

Magari…

‘Sarà un piacere per me tornare ad usufruire dei suoi servizi. Ho molto apprezzato la sua professionalità e competenza: d’ora in poi affiderò esclusivamente a lei le mie pratiche e i miei investimenti in questa banca.’

Non vista, dato che do le spalle al resto dell’ufficio, gli faccio l’occhiolino. Lui ammicca appena, poi torna serio. Ci siamo capiti.

Con un arrivederci mi giro e mi avvio verso l’uscita.

Sì, penso che prossimamente giocherò un po’…in borsa!

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