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Racconti Erotici Etero

Stazione di ricerca

By 21 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Un po’ di anni fa mi sono trovato a dirigere una specie di stazione di ricerca universitaria, comunque studente tra gli studenti. La foresteria contava una dozzina di posti letto, spesso destinati ad ospiti stranieri, e ancora più spesso a studenti, e studentesse, occupati nella raccolta dei dati per la loro tesi di laurea. Una di queste, Susanna, era una di quelle ragazze minute con il viso e il fisico alla Audrey Hepburn, un po’ blasée e terribilmente sexy. Non potevo fare a meno di corteggiarla. Ogni occasione era buona per una battuta, ogni momento libero passato su un balcone o su un prato era il pretesto per strusciarsi, meglio ancora per sdraiarsi con la testa sul suo grembo. Sapete tutti cosa c’è lì sotto, no? Ma Susanna era fidanzata e ‘se la salava’ terribilmente, faceva la preziosa e al massimo potevo limitarmi ad ‘annusarla’ da sopra i pantaloni.

Potete immaginare quanto fossi arrapato.
Ero arrivato al punto di dirglielo apertamente: ‘Voglio farti godere, Susanna, voglio infilare la mia mano sotto le tue mutandine, aprire le tue grandi labbra e carezzare il tuo clitoride fino a farti venire, voglio farlo adesso’. Potevo andare avanti dei quarti d’ora, se per caso eravamo soli. Sorrideva, cambiava discorso, era sempre elusiva.

In quel periodo alla stazione c’era un ospite inglese, venuto a collaborare tra le attività di ricerca. Evidentemente la scienza doveva rendermi attraente, perché quello che io cercavo di fare con Susanna, Charles voleva farlo con me! Una sera mi ha messo un braccio intorno alle spalle, dicendomi ‘you are perfect’, ma non sapevo ancora a che cosa si riferisse. Una mattina di forte vento, ricordo il sole accecante che entrava dalla finestra come fosse adesso, mi sono svegliato con il suo braccio sul mio letto, la sua mano sulla mia schiena, e lui steso di traverso per riempire il vuoto che c’era tra il suo letto e il mio. Eravamo anche compagni di stanza’ Mi era davvero simpatico, ma non pensavo proprio di spingere la simpatia fino a questo punto. Così, per mettere in chiara evidenza la mia natura eterosessuale, appena sono stato sveglio e cosciente della situazione e del suo braccio intruso mi sono alzato, anzi alzato è poco, sono addirittura balzato in piedi, e sono passato nella camera a fianco destinata alle ragazze. Il letto di Susanna era vuoto, ma era ancora sfatto e caldo di lei. Mi sono infilato sotto le coperte, a godere del suo odore, quasi sconvolto dalle attenzioni che non mi aspettavo da parte di un uomo che consideravo mio amico e non volevo ferire, ma non potevo assolutamente accontentare. Ero davvero in una tempesta emotiva.

Inutile dire che sono rimasto teso per tutta la giornata, ci siamo scambiati tutti pochissime parole, persino a cena, ignorando apparentemente i fatti della mattina ma non potendo fare a meno, tutti, di pensarci. Sono stato l’ultimo ad andare a letto. Charles era in stanza da solo, io ho raggiunto Susanna nel suo. Perfettamente sveglia, Susanna taceva, mi sono steso accanto a lei e la mia mano a iniziato a percorrere il suo corpo. Susanna diceva di no, a voce bassa, ma il suo corpo diceva di si, seguendo letteralmente la mia carezza pesante, che andava continua dal fianco al seno per tornare verso il basso e ricominciare. Le mie labbra hanno chiuso le sue, e le nostre lingue hanno cominciato ad annodarsi, mentre la mia mano ha finalmente raggiunto le sue grandi labbra aperte e già bagnate, roride, quasi fradice dalla voglia di sentirsi toccare. Le ho morso la base del collo mentre mi sfilavo le mutande, e ho immediatamente infilato la mia erezione pazzesca dentro di lei. Ci muovevamo insieme cercando di soffocare i gemiti, baciandoci per evitare di fare rumore. Una scopata attesa così a lungo non poteva essere consumata in fretta, mi muovevo piano, aventi e indietro con un ritmo lento e costante, volevo farle pagare le settimane di attesa e farle realizzare quanto godimento si era persa fino ad allora. Ha goduto gemendo piano, tre, quattro, cinque volte. Al suo quinto orgasmo sono esploso dentro di lei, ho sentito come se tutto il mio corpo stesse passando attraverso il mio cazzo e ho faticato a non urlare. Ci siamo addormentati in silenzio, abbracciati, dopo esserci guardati a lungo negli occhi.

Susanna era fidanzata, si, ma la nostra storia di sesso è proseguita con reciproca soddisfazione per qualche tempo, e tutti a tre (anche con Charles, intendo) siamo rimasti amici, frequentandoci a lungo. E’ una storia vera.

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