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Racconti Erotici Etero

Strade Bagnate

By 30 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ una normale mattina di aprile. Sto andando alla stazione a prendere la mia ragazza, e’ stata fuori citta’ per un po’ e non vedevamo l’ora di riincontrarci. Ci metto un po’ ad arrivare, il paese e’ un po’ lontano dalla citta’; il tempo cattivo, inoltre, tende a snervarmi… piove a dirotto sotto il cielo plumbeo. Odio la pioggia, l’umidita’ e quel colore grigio che avvolge tutto e tutti.

Arrivato alla stazione aspetto giusto cinque minuti, il tempo che arrivi il suo treno. Eccola, la vedo scendere. Indossa una giacca ner

a che tiene chiusa con una mano, evidentemente non se l’era abbottonata prima di scendere, mentre con l’altra si ripara sotto il suo ombrellino rosso. I capelli neri lisci le incornciano il volto, dove marcate sopracciglia evidenziano i suoi grandi occhi verdi. Sotto il nasino, un po’ all’insu’, la sua piccola bocca delicata e’ appena messa in risalto da un delicato rossetto. Gonna e stivali completano il resto.

Quando ci salutiamo la sua lingua si infila subito nella mia bocca che la riceve generosamente, ricambiando il gesto. E’ un bacio lungo, caldo come sempre. Saliti in macchina, ci avviamo sulla strada verso casa, un piccolo viaggio di tre quarti d’ora ci aspetta, sotto questo cielo grigio e piovoso che di smettere proprio non ne vuol sapere. Mentre guido e parliamo, ogni tanto sento la sua mano scivolarmi tra le gambe, e anch’io faccio altrettanto. Con lo sguardo sbircio continuamente le sue belle tette tra la scollatura generosa della sua maglia nera, ben in vista sotto la giacca aperta.

Decido di fermarmi in una piazzola di sosta lungo la strada, mi fermo vicino a delle piante che coprono un po’ la visuale della strada, anche se non e’ quello l’importante. Lei mi guarda con aria interrogativa, ma la mia risposta e’ un bacio passionale accompagnato dalla mia mano che si insinua frenetica sotto la sua gonna: non resisto alla tentazione, non avrei potuto aspettare oltre. Felicemente sorpresa si lascia andare subito, slinguando a lungo e allungando anche lei la mano tra le mie gambe. Mentre mi sbottona i jeans infilo la faccia tra le sue grosse tette leccandogliele con voracita’ insaziabile, la riempio di saliva, non mi voglio controllare… a lei piace sempre il mio accanimento, gode nel vedermi perdere il controllo a causa dei miei ormoni in subbuglio. Intanto mi infila la mano nelle mutande liberando il mio membro duro che non aspettava altro che il morbido massaggio delle sue mani. In risposta io, con la mano dentro la sua gonna, le scanso un po’ le mutandine e le infilo dentro due dita: la sento gia’ totalmente fradicia. Iniziamo a masturbarci a vicenda, con le braccia allungate da un sedile all’altro. Lo scrosciare della pioggia sui finestrini sembra quasi isolarci dal resto del mondo. Lei geme per il piacere mentre le mie dita lunghe la penetrano nel profondo della sua intimita’, passando ogni tanto sul clitoride per poi rientrare dentro, muovendosi tra le pareti bagnate della sua vagina. Viene prima di me e, mentre raggiunge l’orgasmo, lascia il mio membro per premermi ancora di piu’ la mano dentro la sua fica, come se avesse paura che mi ritirassi proprio in quel momento. Aspetto che venga del tutto, poi le poggio le mie dita, sporche dei suoi umori, sulle piccole labbra che iniziano a succhiarle avidamente. Mi piace farmi succhiare le dita da lei, per poi baciarla e sentire sulla lingua la nostra saliva mischiarsi con il sapore dei suoi umori. Mentre ci baciamo sento la sua mano tornare di nuovo a farmi visita, afferrando con forza il mio membro per finire il lavoro lasciato a meta’. Mentre me lo sega energicamente, quasi impaziente, si china sulle mie gambe: mentre con la mano sinistra mi stringe il membro duro, con la destra inizia a massaggiarmi i testicoli, per poi poggiare le sue piccole labbra sulla punta del glande. Lo sento entrare lentamente fra le sue labbra, sento la sua lingua lavorarmelo per bene prima che inizi a spompinarmelo con foga insaziabile. Appagato dal grande piacere vengo presto, inondandole la bocca e la gola con un copioso flusso di sperma, che trattiene e ingoia quasi a fatica, tanto ne era. Non molla la presa fin quando non espello pure l’ultima goccia. Lei succhia sempre tutto, ingoiando avidamente questo nettare bianco che, evientemente, deve piacerle proprio tanto. Finisce di pulirmi il cazzo con la lingua, e qualche ultima succhiata. A volte mi chiedo come faccia a prenderselo tutto in bocca, con quella labbra piccole e delicate che si ritrova.

Ci guardiamo, sorridiamo contenti e soddisfatti, mentre la pioggia continua imperterrita la sua discesa.

Ci risistemiamo e rimetto in moto la macchina: ci avviamo sulla strada, bagnata dalla pioggia, come la nostra pelle, bagnata fino a pochi attimi fa dai nostri umori.

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