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Racconti Erotici Etero

Studio sui libri…e sul mio vecchio amico

By 28 Aprile 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ stato un periodo tranquillo, erano le vacanze di Natale e questo significava godere di un pò di meritato riposo a casa sia in famiglia che con gli amici. Qualche giornata passata ad oziare, la sera ad uscire con le amiche per rimettersi in pari con qualche pettegolezzo e per sapere cosa hanno fatto nei giorni in cui non ci siamo viste. Ma anche se ero in vacanza c’era un pensiero che mi tartassava: l’esame di economia politica dell’anno scorso nell’imminente sessione invernale. Odio le materie scientifiche, non ci sono portata e non ho nemmeno tanta voglia di applicarmici però nel piano di studi c’è e devo farla in tutti i modi, quanto basta per strappare un diciottino, sperando anche di riuscire a copiare qualcosa. Certo, se ci fosse qualcuno in grado di spiegarmi la maggior parte delle cose che non ho capito non sarebbe male, ma forse questa è stata la mia settimana fortunata…
Durante una serata in cui con le mie amiche siamo andate in un pub, abbiamo incontrato un gruppo di ragazzi nostri coetanei che non vedevamo da tempo e ci siamo fermate a parlare con loro del più e del meno, dato che ci eravamo un persi di vista: parla di lavoro, di ragazzi e ragazze e dello studio, un classico insomma, fino a che non mi ricordo che uno di questi sta proprio seguendo la facoltà di economia! Cerco quindi un modo per introdurre l’argomento, ma prima vi descrivo sia lui che me…Io mi chiamo Sara, ho 24 anni, sono alta 1 e 65, riccia e mora, fisico nella norma, proporzionato alla mia altezza, seconda di seno ma per fortuna posso compensare con un sedere niente male, piuttosto sodo, diciamo che è la parte di me di cui mi posso vantare. Il ragazzo che studia economia invece si chiama Daniele, ha un anno in più di me, più o meno della stessa altezza, biondo con capelli cortissimi e un pò di barba, fisico niente male, ha detto che continua a fare palestra e questo lo ha aiutato a scolpire un pò il suo fisico, anche se non è uno di quelli troppo palestrati, normale, senza “ciccia in eccesso” ma nemmeno troppi muscoli. Riesco a chiedergli se in questi giorni rimanenti di vacanze (siamo già nel 2012) può aiutarmi a studiare questa maledetta materia e accetta volentieri, mi sono offerta pure di pagarlo, certo una cosa contenuta visto che sono un pò a corto di soldi in questo periodo, e a quanto pare anche lui è nella stessa situazione dato che la soluzione sembra andargli bene. Ci siamo scambiati i numeri e mi ha dato il suo indirizzo, non pensavo potesse essere così facile, c’è da dire che sono anche una ragazza piuttosto timida, spero solo di riuscire a concentrarmi dato che è proprio un bel ragazzo.
Già la mattina dopo il nostro incontro al pub mi ha contattata con un sms dicendomi che il pomeriggio era disponibile a darmi una mano per circa un’ora e mezza e gli ho mandato la mia conferma; dopo pranzo preparo la borsa con tutto l’occorrente fino a che non mi prende il solito complesso femminile “cosa mi metto?” Beh, è vero che andavo da lui per prendere ripetizioni, ma era pur sempre un ragazzo attraente con cui non mi sarebbe dispiaciuto provarci, quindi non volevo essere trasandata come al solito…Medita e rimedita, ho optato per una maglietta a maniche lunghe con una scollatura non eccessiva, che arriva fino al punto giusto, con sopra un golfino aperto fin sotto al seno un pò pesante, a cui aggiungo un paio di jeans che adoro piuttosto attillati che risaltano proprio il mio sedere, più il solito trucco leggero e via, sono pronta e fortunatamente anche in orario!
All’ora stabilita sono arrivata a casa sua, un posticino piuttosto accogliente e mi dice che è da solo in casa, dato che i suoi sono ancora a lavoro e la sorella è agli allenamenti di pallavolo, meglio così almeno potremo studiare in santa pace. Ci siamo sistemati in camera sua, la classica camera di un ragazzo con montagne di vestiti sopra le sedie e letto rifatto tirando semplicemente su le coperte. Iniziamo con lui che mi chiede quali sono gli argomenti che non ho capito e per circa una quarantina di minuti va avanti a spiegare, spiegare, spiegare…riesco ad ascoltare e a capire effettivamente ciò che mi sta rispiegato ma la noia inizia già a salire fino a che mi è sfuggito uno sbadiglio e ho notato che si è lasciato sfuggire un sorriso.
-Quarantacinque minuti di fila già ti torturano così tanto?-
Meno male che lui prova a sdrammatizzare, per me è un inferno pensare a questo esame. Però lo guardo bene mentre sorride…cavolo non ci avevo fatto caso prima che il suo viso si illuminasse in quel modo, soprattutto i suoi occhi azzurri, davvero stupendi.
-Si, non puoi immaginare la fatica che sta facendo la mia particella di sodio per salvare tutte le cose che ha appena capito!-
Mi riprendo in tempo, sbloccandomi prima di fare una figuraccia a forza di fissarlo…
-Che ne dici di fare una pausa? Dai andiamo a farci un caffè!-
Sorrido felice di fare un break, dentro di me ho esultato come quando segna Jovetic, e se ne è accorto pure lui del mio entusiasmo. Siamo andati in cucina e lui mi ha raccontato qualche aneddoto delle sue lezioni sui suoi professori, mentre cercava dei biscotti e questo mi ha dato l’opportunità di osservarlo meglio: indossava una semplice tuta e maglietta sportiva, ma queste non gli impedivano di mettere in risalto il torace e anche il sedere, un modo per rifarsi gli occhi, fortuna che non si è accorto dei miei sguardi furtivi! I miei pensieri sono stati interrotti dal cellulare di Daniele che ha iniziato a suonare e mentre lui risponde decido di pensare a fare il caffè per entrambi…si, sapessi dove tiene il caffè! Non avendo alternative ho iniziato ad aprire qualche sportello a caso fino a che l’ho trovato, è proprio in basso; lui ha riattaccato e io stavo pensando a tutt’altro, tanto che in modo naturale mi sono “piegata a novanta” come si dice in gergo e non avevo sentito lui rientrare in cucina e nel rialzarmi con il barattolo di caffè noto che stava puntando il suo sguardo in un punto ben preciso ed arrossisce.
-Visto che eri al telefono ho pensato di prepararlo io il caffè, spero non ti dispiaccia.- Cercavo di rompere il silenzio per superare l’imbarazzo mettendomi a preparare il caffè e finalmente abbiamo ripreso a parlare del più e del meno, ma noto che ormai entrambi ci scambiavamo molto più spesso occhiate furtive e sentire i suoi occhi fissare il mio posteriore cominciava a farmi sentire brividi scorrermi lungo tutto la schiena passando poi direttamente davanti, nell’inguine. I caffè erano ormai pronti, ma come mi sono voltata per porgergli la tazzina lui, che si era alzato per prendere lo zucchero, mi è venuto addosso per sbaglio e la tazzina si è rovescitaa macchiandomi la maglietta e il golfino. In quel momento avrei voluto ucciderlo e dentro di me sono partite parolacce a go-go visto che era una delle mie magliette preferite, anche se il modo in cui si scusava mi ha fatto passare la rabbia quasi subito.
-Mi dispiace, non l’ho fatto apposta, aspetto ti prendo qualcosa per pulirti!-
Si è spostato per prendere una spugna mentre io ero costretta a togliermi il golfino e lui si avvicina notando che adesso la scollatura si vede di più, cosa che lo rendeva un pò impacciato ma allo stesso tempo da bravo gentiluomo (forse anche un pò opportunista) si è prodigato lui stesso a pensare alla macchia e ha sollevato un piccolo pezzetto di tessuto, macchiato proprio in mezzo ai seni, per poter passare meglio la spugna. Ma questo ha scoperto altri centimetri di pelle e gli effetti si cominciavano a vedere: io non smettevo di passare lo sguardo dalle sue mani ai suo occhi, lui è diventato di nuovo rosso in viso però non smetteva a sua volta di sbirciare oltre la stoffa, come se sperasse di poter vedere ancora qualcos’altro. E’ stato un attimo…Dopo aver eliminato la macchia, ha posato quasi come un automa la spugna e i nostri occhi si sono incrociati…
-Ora va meglio- ha sussurrato con un filo di voce mentre la distanza tra noi diminuiva sempre di più…
-Sì…forse sì- ho risposto anche io sottovoce pensando con quel “forse” a ben altra cosa.
E le sue labbra si sono appoggiate alle mie, sfiorandomi appena, con lo stesso tocco gentile con cui cercava di rimediare alla macchia, premendo un pò di più con delicatezza e a mia volta ricambiavo quel bacio senza esagerare, essendo ancora un terreno da esplorare. Cominciando a trovare maggiore sincronia e confidenza, le nostre bocche si sono dischiuse sempre di più permettendo alle lingue di incontrarsi ed iniziare a giocare con maggiore voracità, mentre le mani passavano sulla schiena dell’altro e si facevano più audaci sopra i vestiti. Ho iniziato a stringerlo a me dal momento in cui si è staccato dalla mia bocca per baciarmi sotto l’orecchio scendendo lentamente sul collo, cosa che mi ha sempre fatto letteralmente impazzire e che già iniziava a dare i suoi frutti, dandogli il coraggio di osare di più, di spostare le mani sui fianchi fino a raggiungere i seni tastandoli sopra la maglietta per poi scanzarla e andare direttamente sotto al reggiseno ed è stato in quel momento che siamo arrivati al punto di non ritorno, quando io stessa mi sono sfilata l’indumento. Daniele ha così potuto dedicarsi liberamente alle mie tette continuando a tastarne la consistenza e abbassando le spalline ha abbandonato il collo per spostarsi sui capezzoli, ormai turgidi, leccandone uno formando dei cerchietti intorno all’aureola andando poi a torturarne la punta con un movimento frenetico, fino a succhiarlo. Questi preliminari mi hanno fatta eccitare sempre di più, sentivo la mia fica bagnarsi ancora, e come voleva passare all’altro capezzolo a mia volta gli ho tolto la maglietta toccandogli il petto piuttosto definito dall’esercizio fisico. Le mani si fanno sempre più audaci, i nostri bacini si incontrano e nonostante abbia ancora i jeans percepisco che anche lui sta sentendo la stessa eccitazione; continua a divertirsi con i miei seni e con le mani questa volta tasta il sedere strizzando i glutei, ma ho voluto lasciare a lui il piacere di scoprire qualcos’altro dei nostri corpi, tanto da capirlo con un solo sguardo riniziando così a scendere con i baci fino all’ombelico mentre m ha slacciato la cintura ed ha abbassato pantaloni e slip insieme. Mi sono accorta di una sua espressione di sorpresa mista a malizia quando ha visto che ero completamente depilata e ha iniziato la sua esplorazione con le mani, passando gli indici sull’inguine rientrando a poco a poco verso l’interno ed eccolo che è arrivato alle grandi labbra e continua a tastare. Finalmente si è appoggiato con la bocca al monte di Venere per dare piccoli baci, seguendo lo stesso percorso fatto prima con le dita, ancora non si addentra di più e ripete per la terza volta quel percorso con la punta della lingua, con un polpastrello va direttamente sulla vagina, voleva sentire quanto fossi bagnata e ormai lo ero sempre di più e speravo che iniziasse a leccarmi il prima possibile, perchè doveva aspettare?! Sembra volermi accontentare e i baci sono andati sulla zona del clitoride: uno lì, leggero, uno un pò in là e come mi sono lasciata sfuggire un gemito si è staccato del tutto…”Cazzo, non ora!!” La mia mente protestava, ma era solo ciò che lui stava aspettando e mi ha liberata del tutto dai vestiti per solleverami e portarmi sopra il tavolo, divaricandomi le gambe senza tanti complimenti per infilarvici in mezzo la testa, ed eccomi accontentata! Questa volta le sue lappate erano più profonde, più vogliose e non si sono lasciate sfuggire nemmeno un centimetro di pelle, voleva provare e assaggiare tutto, compresa la stessa vagina che ormai era un lago per godersi il sapore dei miei umori, sembrava che stesse bevendo e che avesse sete da quanto si agitava frenetico. Mi sono appoggiata sui gomiti chiudendo gli occhi, oh se amo essere leccata, non deve mai mancare durante un rapporto e cavolo se ci sapeva fare, tanto che è andato a occuparsi anche dell’unica parte rimanente, il clitoride e lì non ho più capito niente…Leccava e succhiava, succhiava e leccava, e i miei gemiti aumentavano sempre di più di intensità e velocità fino a farmi raggiungere un orgasmo fantastico, più forte di quanto mi aspettassi e non si è staccato fino a che non ha sentito che mi stavo calmando, passando di nuovo a leccare i miei umori. Sonos cesa dal tavolo e mi sono buttata su di lui con un audace bacio e di nuovo le nostre mani sono andate per i fatti loro e questa volta sono state le mie a farsi strada su di lui tastando la sua erezione dalla tuta ed iniziando a passare la mano sù e giù da lì, ora potevo percepire quale fosse la sua versa consistenza e le aspettative avute dallo sbirciale quel bozzolo non deludevano affatto! Ho così appoggiato Daniele di schiena contro il frigorifero, inginocchiandomi davanti a lui e via anche la sua tuta per vedere quello splendido pene eretto di fronte ai miei occhi. Non era ancora completamente eretto, beh bisognava rimediare ricambiando le sue amorevoli cure e allo stesso tempo ho deciso che avrei ricambiato anche la sua tortura, imitando le sue precedenti mosse: ho iniziato a dargli tanti piccoli lungo tutta la superficie fino allo scroto, poi lo ammetto, nel vedere che l’erezioni si stava completando nel passare la punta della lingua, sono tornata indietro di nuovo ai baci e dalla risata mista a un sospiro di piacere che gli è sfuggita ha capito perchè lo stessi facendo, ma non penso proprio che gli sia dispiaciuta la mia piccola vendetta! Solo a quel punto la lingua è passata più velocemente sull’asta bagnandola sempre di più, spostandosi sul glande per avvolgerlo con le labbra succhiando a poco a poco, scendendo un pò alla volta per avvolgerlo con la bocca e non riuscendo a contenerlo tutto ho iniziato a muovermi, sù e giù, come la sua lingua ha fatto sul mio clitoride. Anche i suoi gemiti aumentavano vistosamente e così i miei movimenti, mi piaceva succhiarlo mentre risalivo con calma come si fa con un calippo che non riesce a sciogliersi subito, peccato che mi abbia fermata prima di arrivare all’orgasmo…
-Non voglio venire, non ancora- Strano, nonostante fosse chiaro il concetto non mi ha dato l’idea che fosse il classico tipo che ti dice “basta, voglio scoparti” e poi finisce lì e la dolcezza con cui lo ha detto mi ha mandata in un brodo di giuggiole…sto Daniele guadagna punti a vista d’occhio!
Mi sono ritrovata io contro lo sportello del frigo subito dopo che si è messo un preservativo, nemmeno mi ero accorta che fosse sbucato fuori, e alzando una gamba ha fatto pressione con la punta del pene per iniziare a farsi strada, piano, e non aveva molti problemi visto quanto ero bagnata e lo sento entrare pezzo dopo pezzo fermandosi solo quando non può andare oltre. Che sensazione stupenda, come mi piaceva stare in quel modo con lui che si ritraeva e rientrava lentamente per farmi abituare, fino a sentire che poteva scorrere con libertà e allora ha ripreso a baciarmi sul collo accompagnando le sue spinte, date a ritmo costante, restando tale anche quando ha preso velocità ormai vogliosi di regalarci un piacere più forte. Il mio bacino sbatteva di continuo sulla porta del frigo anche se la fatica per quella posizione non proprio comoda si stava facendo sentire e di nuovo siamo tornati dal nostro caro amico tavolo, con me seduta sul bordo e lui pronto davanti per pomparmi di nuovo; riprendeva a baciarmi e leccarmi le tette in contemporanea alle spinte e per non farlo allontanare ho passato le gambe intorno al suo bacino, non volevo che smettesse, quel clima, quel modo di fare contribuivano troppo a farmi godere oltre al modo con cui sapeva usare il suo cazzo (tanto che più avanti mi sorprese quando mi disse che aveva avuto due sole ragazze con cui era andato a letto, le sue due ex fidanzate, certo aveva l’aria di essere un tipo abbastanza tranquillo ma allo stesso tempo mostrava una sicurezza che non era spavalderia nel far vedere quanto può far godere una donna, non so come descriverlo e come ho detto poco fa già da queste cose era diverso dalla massa). A quella combinazione dovuta al senso di pienezza e alla stimolazione sui capezzoli non ho saputo resistere e sono venuta abbracciandolo, stringendolo a me perchè non si fermasse ed è stato ancora meglio di quando mi ha leccata. Anche il suo piacere stava salendo sempre di più e era evidente che non avrebbe resistito ancora molto, perciò sono scesa per cambiare posizione piegandomi a novanta sul tavolo, sembrava ci leggessimo nel pensiero…
-Ho visto come mi stavi fissando il sedere, così puoi vederlo meglio!- gli ho detto facendogli l’occhiolino e ha sfruttato l’occasione al volo divaricandomi un pò le gambe per farsi più spazio e rientrare di me. Lo sentivo meglio di prima, era entrato ancora un pochino nel mio utero raggiungendo il mio punto G e stavolta ha ripreso a spingere con più forza, come se avesse trovato un tesoro e non volesse farselo sfuggire, allo stesso modo non voleva perdere quel punto tanto bramato dagli uomini , sia perchè poteva affondare del tutto dentro di me, sia perchè poteva farmi provare più piacere. I colpi erano più decisi, più veloci e le sue mani palpavano i miei glutei con più forza strizzandoli sempre di più, era chiaro che mancasse poco perchè venisse e di nuovo stavo per godere anche io…Nel dare le ultime spinte mi ha sollevato il torace portano una mano sul seno e una intorno alla vita per tenermi attaccata a lui rimanendo sempre appoggiata coi gomiti al tavolo e con un ultimo morso sul collo ho iniziato a gridare il mio piacere, con la mia fica che avvolgeva il suo pene invitandolo a liberarsi con le sue contrazioni e questo ha risposto immediatamente…Sentire Daniele gemere mentre lo sperma inonandava il preservativo ha prolungato il mio piacere e le sue spinte si sono indebolite fino a che non è uscita l’ultima goccia, restando immobili in quell’abbraccio per scambiarci ancora qualche bacio, più pacati per riprendersi dall’amplesso appena concluso e solo quando il pene ha iniziato a perdere vigore si è staccato anche per potersi liberare dalla protezione usata.
-Penso che questo di caffè fosse venuto meglio di quello di prima!- Gli dico ridendo andando alla ricerca dei miei vestiti.
-Decisamente sì, come barista direi che sbaraglieresti la concorrenza senza troppi problemi!- ci scherza a sua volta rindossando la tuta.
Sono di nuovo completamente vestita dal bacino in giù che senza essercene resi conto siamo di nuovo incollati a pomiciare come dei ragazzini, quando sentiamo qualcosa che suona…Non aveva quella suoneria al telefono…O cazzo, è il campanello!! Panico, siamo ancora mezzi nudi, io sono mezza nuda e se fossero i suoi genitori?! Daniele non sembra preoccupato, e certo a lui basta rimettersi la maglietta ed è fatta a me no!! E con disinvoltura va a rispondere al citofono…
-Chi è?-
-Dany sono Alessia aprimi ho dimenticato le chiavi.-
-E’ mia sorella.- Posso dire che in questo momento non me ne frega niente?! Devo rivestirmi!! E solo ora si accorge che ho ancora le tette al vento tanto da lanciarmi il reggiseno mentre recupero maglietta e golf.
-Vai in bagno, in fondo al corridoio!-
Entro appena in tempo che apre la porta ad Alessia di ritorno dagli allenamenti.
-Sei in compagnia?- se ne accorge dal caffè
-Si una mia vecchia amica è venuta per farsi aiutare a studiare economia.-
Si congeda da lei tornando in camera dove sono sgattaiolata in fretta per non incontrarla e ci siamo rimessi a studiare, riscambiandoci qualche bacio ogni tanto, tanto la porta era chiusa e lei si stava facendo la doccia fino a che non è scaduto il tempo a disposizione, anche se in effetti avevamo raggiunto le due ore abbondanti, ma volevo evitare di ritrovarmi pure con i genitori e mi sono congedata, strappandogli un altro bacio quando mi ha accompagnata alla porta.
-Ti faccio sapere quando ho del tempo a disposizione per aiutarti ancora!- mi dice sornione.
-L’esame c’è a febbraio, abbiamo ancora un mese per poter ripassare!- rispondo a mia volta convinta che fosse il maestro ideale a cui rivolgermi e tornai a casa, soddisfatta sia delle prime cose capite con il poco tempo passato sia a studiare, sia per lo studio a tu per tu con lo stesso Daniele.
Ah, poi non ha voluto che lo pagassi ;)

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