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Erotici Racconti

Sussulto incontenibile

By 24 Gennaio 2019Febbraio 12th, 2023No Comments

Verdiana era alquanto incurante e spensierata, mentre stava filando via alla svelta con la sua lunga capigliatura ondulata che sobbalzava al ritmo della sua concupiscente andatura. Le sue belle gambe annerite dal caldo estivo da poco passato, attraversavano con rapidità e fermezza la superficie di quel sentiero sterrato, intanto che l’aria salubre e rigenerante del mattino accarezzava la sua faccia, assieme a quel disco cereo del sole appena spuntato. Il suo sguardo era fisso davanti, mentre la sua mente era immersa nel ricordo, in verità la reminiscenza di quell’incontro per l’appunto, scaturito per caso, pressappoco per gioco.

In quel fine settimana Verdiana era totalmente all’oscuro di quello che più avanti le sarebbe capitato, perché tutto sommato che cosa c’era di talmente azzardato e di temibile da ipotizzare? Ne scaturiva in effetti una serata passata amichevolmente al telefono con la sua coetanea di sempre, un incontro magari indistinto ancora da collezionare, le frivole e puerili conversazioni con un’amica di lavoro, ridere con alcuni espansivi ragazzi del supermercato che raccontavano barzellette di continuo, una mangiata accompagnata con dell’ottimo vino del luogo, il locale da ballo prediletto adocchiando il fusto di turno, le sonore ridacchiate e infine l’immancabile e gustosa bottiglia di Baileys Ice Cream da sorbirsi di nascosto. Nulla d’insolito né d’astruso in verità, poiché nell’insieme pareva a tal punto che tutto fluisse genuinamente in modo elastico, piacevole e svagante, in assenza di complicazioni. Il giorno successivo Verdiana incrociò di nuovo gli amici dell’emporio, dal momento che trascorse con loro un allegro e spassoso pomeriggio risultando in definitiva piuttosto festoso e spensierato. Verdiana in quel frangente, avvertì nitidamente di sentirsi assieme a loro un’affezionata e leale amica, giacché questa presenza fu per lei il più armonioso, assennato e obiettivo apprezzamento che potessero farle. In seguito tutto terminò, ogni cosa ricomparve seguendo il ritmo della quotidianità e la vita abitudinaria si ripresentò, il lavoro frenetico, il suo piccino d’accudire, il suo fidanzato, la casa, gli amici, i crucci da risolvere e le seccature da chiarire. 

Fino a quel momento Verdiana era sufficientemente appagata della sua frenetica e laboriosa esistenza, in quanto tutto avanzava svolgendosi come una preordinata e organizzata sceneggiatura, per questa ragione lei non si sarebbe giammai immaginata quello che avrebbe provato e nel contempo sostenuto. Attualmente il suo ingegno galoppava più delle sue tornite gambe, le numerose riflessioni gremivano la sua psiche, per di più adorabili, molto stuzzicanti, esaltate e in aggiunta a ciò palesemente e straordinariamente allettanti. Al presente, ripensandoci con ponderatezza, Verdiana non sa descrivere né narrare come sia placidamente successo, malgrado ciò il suo corpo è stato prima abilmente estorto e in un secondo tempo dottamente ghermito da Amedeo, in realtà un suo collega d’una borgata limitrofa alla sua, l’esperto fotografo dal piglio misurato e garbato, peraltro corretto e irreprensibile nella professione, all’opposto straordinariamente allegrone, bizzarro e in ultimo estroso al di fuori dell’ambito lavorativo. Verdiana, in effetti, non sa al presente quale sia stato l’originale e il sorprendente sotterfugio che li ha congiunti accomunandoli in conclusione nel loro lascivo gioco, tuttavia non le interessava, poiché percepiva il brio e l’esuberanza fluirle attraverso il corpo, spingendola al di sopra d’ogni soppesata ragionevolezza.

Adesso, in effetti, la considerazione del loro recente incontro stava ricomparendo irresistibilmente, perché un sussulto le attraversò interamente il fisico scompigliandole le membra. Quella domenica pomeriggio Verdiana era molto infervorata, animata e finanche turbata, giacché stava per imbattersi con lui per trascorrere un’ardente e peccaminosa nottata. Lei aveva già scopato con lui, i loro ricorrenti e intemperanti dispacci avevano fatto per l’occasione da lussurioso e da scostumato apripista, ambedue avevano gongolato ed esultato insieme con le loro viziose espressioni, eppure mai nella vita lei avrebbe concepito con la fantasia d’essere così esperta ed efficiente nel redigere le proprie intime emozioni, le private fameliche trepidazioni assieme alle sue inconfessate e dissolute specifiche fantasie, eppure lo aveva serenamente compiuto e ne era assai felice, per il lineare fatto che attualmente si sentiva lieta e sfavillante come una fanciulla il giorno della natività di Cristo.

Amedeo frattanto sopraggiunse, nella sua testa c’era manifestamente marchiato il loro proibito ritrovo, l’uscita dalla circonvallazione accanto alla piazzola di sosta, lui mentre usciva dall’automobile con il mazzo di fiori fra le mani, la borsa e in conclusione l’avvio in direzione della soave perdizione, del tenero tormento, di quell’inedita perversione, per poter assaggiare e vivere quella pura e viva esaltazione dei sensi. La stravagante meraviglia di conoscerlo apparve di nuovo nel corso del loro viaggio e quest’atteggiamento rapidamente la rasserenò, poiché s’abbandonò totalmente, per il fatto che adesso era piuttosto interessata.

L’ostello prenotato è già nelle vicinanze, arrivano, entrano e in ultimo alloggiano nella stanza, mentre Verdiana memorizza quel momento con delizioso imbarazzo, in quanto non aveva mai compiuto prima quel gesto, per lei è invero un’autentica quanto inedita diserzione dal pianeta terra. Lei entra nell’avvenente bagno e inizia a prepararsi con dovizia lasciando la lunga capigliatura sciolta sulle spalle. Verdiana si sente pronta, ma eccezionalmente agile e insolitamente irrequieta, la sua testa è al presente assillata e inaspettatamente gremita da un’enormità di dubbi e d’interrogativi. Lei effettua un profondo respiro ed esce decisa dal bagno, Amedeo in quel momento la sta attendendo, Verdiana entra, lui le chiede d’avvicinarsi e di voltarsi, dopo la bacia. Dopo, aver compiuto un lungo percorso, costeggiando il perimetro di quel folto vivaio Verdiana si era improvvisamente bloccata, il suo respiro era diventato affannoso, la sua cute era ricoperta da stille di sudore, mentre il sole splendeva alto e radioso nel cielo. Verdiana si distese allora sul prato e iniziò a fissare le nuvole, ancora conquistata dal ricordo e sorrise. Nel corso della cena ambedue vennero colpiti da un bislacco contegno nell’impulso nel mostrarsi, perché prosperò in loro l’ambizione e l’idea brillante di turbare i presenti. Il risultato che ne scaturì fu davvero appariscente, ma captò un fremito ripensando ai loro occhi, perché riesaminava i loro sguardi, in quanto erano indiscreti e agognanti d’identificare che cosa li attendeva. Infine degustarono il celebre Baileys e salirono su nella camera. Al momento i loro corpi non lottavano né si sfidavano più, si bramavano, la smania e l’ossessione d’abbandonarsi era diventata incontenibile e ingovernabile, quella porta si spalancò ed entrarono.

Cominciarono a sbaciucchiarsi, le loro ingorde bocche s’unirono con cupidigia, le loro mani ribollivano dal fremente e libidinoso ricercato desiderio, Amedeo reclamava il suo intimo e saporito miele, lo aveva esattamente illustrato e stilato variegate volte, perché ne anelava odorare la sua intima fragranza assaporandola con decisione. In seguito Amedeo la denudò distendendola sul pavimento, la sua lingua s’intromise lambendola in ogni parte del suo corpo, dopo si trattenne sulle tette, avanzò sul ventre, individuò il suo ombelico e da ultimo approdò su quel piccolo cantuccio di beatitudine e di perfezione da lui tanto bramato, ricoprendo di baci la pelosissima e rossastra fica di Verdiana.

Verdiana divaricò leggermente le gambe, provò il calore della sua bocca, la cavità pelvica seguì ogni piccolo movimento, il respiro divenne sempre più intenso e la schiena s’incurvò; a questo punto era sua, lei si sentiva apertamente ammaliata e indiscutibilmente coinvolta, in quel momento comprese che le sue congenite repressioni e che la sua ereditaria e intima ragionevolezza non esisteva più. Divenne celermente soggiogata e vessata da quell’incantevole e magico abbandono, da quell’imprendibile e meraviglioso anonimato, intanto che Amedeo gemendo sborrava di gusto sopra quella deliziosa e villosissima rossiccia fica, la sua densa e lattescente linfa vitale.

Con malagrazia, con un inedito e con un insperato stupore, Verdiana si risvegliò da quell’invasato quanto lussurioso sogno d’un momento, spalancò i suoi grandi occhi e stette ferma, perché reclamò con la sua rievocazione di rendere perpetua quella notte e quel loro lascivo gioco amoroso, così tanto entusiasmante, rapente e per di più intensamente abusivo e segreto. 

{Idraulico anno 1999} 

 

 

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