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Racconti Erotici Etero

TACCHI A SPILLO

By 26 Gennaio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho sempre amato i tacchi a spillo.

Allungano ancor più le mie belle gambe, velate da calze nere, autoreggenti. Ho una farfalla tatuata sulla coscia, sapete?

Ha le ali grandi e turchine, per volare verso i lidi del piacere.

Quando me l’hanno disegnata, ho quasi pianto. Sono stati tre uomini dalle mani irsute e grandi, un po’ tozze, fatte per toccare una donna.

Volevo qualche cosa di più oltre alle belle scarpe nere, col tacco a spillo. Volevo qualche gioiello, qualche bijou da portare sulla pelle.

E sono stata accontentata, ma, come vi accennavo, quel tatuaggio &egrave stata quasi una sofferenza per me.

Però, come diceva De Sade, i centri del piacere e i centri del dolore sono vicini.

Ricordo i ferri fumanti maneggiati da quei tre artisti, maestri decoratori della carne, ah, mi sembravano strumenti di tortura di altri tempi, rossi come l’acciaio fuso, e quando me li fecero sentire sulla pelle, gridai.

Sì, gridai, ma per il piacere.

– Ahi, scotta! ‘ dicevo, con la mia voce di ragazza di vent’anni. ‘ Scottaaaa!

Ma ai pittori del piacere non interessava se soffrivo, anzi, quasi ne godevano.

Ero ritta in piedi davanti a loro, gli mostravo le belle gambe, ma non riuscivo a stare ferma, non ci sarei riuscita neanche se l’avessi voluto, tra quelle mani maschili, che tanto mi eccitavano.

Non ho un solo paio di scarpe, vi dicevo.

Ne ho due dozzine.

Le tengo esposte sul mio scaffale preferito.

Ne ho di rosse, nere, gialle, azzurre, anche se però, lo devo ammettere, il nero &egrave uno dei colori che mi dona di più. Infatti, ben si adatta alla mia carnagione diafana, alle mie forme sode e abbondanti, ai miei occhi azzurri, e al tatuaggio che porto sulla coscia.

A volte, i miei amanti mi fanno salire sulle loro automobili di lusso, sulle loro Mercedes, le loro Ferrari Testarossa.

E io quasi mi diverto a mettere in mostra le mie belle gambe, in quelle occasioni. Mi dico che sono fatte apposta per essere mostrare, d’altronde, metto sempre una gonna stretch sopra il ginocchio, scura, che fatalmente evidenzia le mie forme desiderabili.

Per andare a fare shopping, però, metto le scarpe in vernice rossa o celeste, sempre col tacco a spillo.

Mi piace farmi vedere alta, anche quando ho due grandi borse della spesa per ciascuna mano.

Ah, sì, devono vedermi, devono guardarmi, e vedere quanto sono carina, specie quando metto in testa il cappellino a fiori, o quello decorato con la piuma d’airone.

Mi piace sentirmi addosso gli occhi dei maschi.

E’ una sensazione di fuoco.

A volte, però, invito la mia migliore amica nel mio appartamento, beviamo qualcosa insieme, ci facciamo un drink, e poi me la porto a letto. Adoro leccarla, toccarla, mentre lei impazzisce nuda davanti a me la bacio sulla bocca, e l’accarezzo nel posto giusto con le mie mani dalle dita lunghe, e dalle unghie rosse come il fuoco.

Dimenticavo di dirvi, però, che essendo donna, la cosa che più mi alletta &egrave penetrarla con uno dei miei tacchi a spillo. Quando ci mettiamo a letto, mi tolgo sbadatamente le scarpe, ma ne tengo sempre una in mano, perché mi serve per giocare.

I miei tacchi a spillo sono forse il primo particolare che i baristi e i camerieri notano in me, oltre alle mie curve sinuose.

Io faccio finta di niente, e sorseggio il mio Martini in santa pace, figuratevi. Però a volte sono sbadata, e quando uno dei camerieri si avvicina a me facendo finta di chiedermi cosa desidero (in realtà &egrave solo un trucco per guardarmi) sono tanto negligente da tirare su la gonna fin sopra la coscia, e da mostrargli la bella farfalla dalle ali turchine che mi sono fatta tatuare lì.

– Vuoi venire a fare un giro con me? ‘ chiedo a volte ai camerieri.

E quasi sempre la risposta &egrave sì.

Mi piace farmi scopare dappertutto. Non solo a casa, ma anche nel bagno di un bar, in un terrazzo tenebroso, in macchina, negli angoli deserti della metropolitana.

E anche quando mi faccio scopare, non mi separo mai dai miei tacchi a spillo, fedeli compagni di avventure. Adoro farlo in piedi, ad esempio.

Una volta mi sono messa dei lunghi orecchini decorati con perle indiane.

E mentre mi facevo sbattere dal cameriere di turno, tintinnavano. Dlin, dlin, dlin’ Ah, che passione!

I miei tacchi a spillo mi sorreggono quando faccio le scale. Allora, può capitare, per caso, che incontri qualche vicino, qualche ragazzo della porta accanto, che mi veda mentre tengo la gonna sollevata fin quasi al pube, per salire meglio, quasi correndo. Qualcuno mi guarda e ride.

Sciocchezze!

L’ultima volta che l’ho fatto &egrave stato sul pianerottolo, a mezzanotte. E pensare che chiunque avrebbe potuto salire, e vederci! E’ stata anche l’unica volta che mi sono tolta i tacchi a spillo, perché mi avevano stancata. I vicini già dormivano, chiusi nelle loro camere, o forse no, forse ci ascoltavano, bramosi di sentire i miei lamenti di piacere soffocati. Ero nuda, e avevo la gonna alzata fino all’ombelico.

Il mattino dopo, tutto ciò era rimasto di me stessa era il profumo.

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