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Racconti Erotici Etero

Tieni duro (diario erotico)

By 15 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

martedì 7 febbraio

Questo diario é per te, un giorno forse avrò il coraggio di consegnartelo e così potrai scoprire quante volte ti ho pensato e ho provato a confidarti i miei pensieri più intimi. Anche le mie compagne di scuola hanno un diario tutto loro, ma il mio vuole essere diverso, é rivolto a te Mi piacerebbe fartene dono, darti questi miei pensieri Ma non so se lo farò mai. .

giovedì 9 febbraio

Amore mio, oggi é trascorso un mese dal nostro primo bacio, mi sembra ancora ieri. Ti ricordi? Io stavo con gli occhi chiusi in attesa e tu ti sei messo a ridere, come se avessi fatto qualcosa di stupido, però eri emozionatissimo anche tu, ti sei deciso a posare le tue labbra sulle mie e poi… sono stata io per prima a cercare la tua lingua e a strusciarvi contro la mia. A un tratto ho aperto gli occhi un attimo e stavolta eri tu che te ne stavi con gli occhi chiusi, preso dal desiderio. Adesso te lo posso anche dire: volevo che tu mi toccassi e tu non ti decidevi, forse non te ne sei accorto ma io ho preso la tua mano per stringerla e poi ho fatto in modo che poggiasse sul mio petto, tu ti sei deciso e un secondo dopo eri lì a a carezzare il seno , lo so che era la prima volta anche per te, che avevi paura di esagerare, di essere respinto. Io invece tra di me pensavo: perché non prova a stringere tra le dita i capezzoli? Mi facevano quasi male per la voglia, li sentivo induriti. Vorrei tanto che tu sapessi fino in fondo i miei pensieri intimi, sono sicura che tu mi desideri e non te la senti di dirlo apertamente. Ogni volta che scrivo su questo diario immagino che tu legga queste pagine e ti emozioni insieme a me, mi guardi, sorridi, ma non credere che io arrossisca, al contrario, ho una voglia pazzesca di fare tutto, anche le cose ‘sporche’, che poi non devono essere tanto sporche se non facciamo altro che pensarci, parlarne fra amiche, immaginarle.

Mi sono fermata un attimo e ho pensato: chissà cosa penserà se legge queste righe, forse sbaglio a confidarti tutto. Io vorrei però che tu capissi davvero, che non pensassi male di me. Sai, adesso te lo dico, dentro di me ero così eccitata che mi stavo bagnando le mutandine. Anche la mia amica Emilia mi ha raccontato che le succede spesso, appena comincia a limonare, come se avesse voglia di essere toccata proprio lì, si,insomma,nel bottoncino. Adesso lo scrivo: la clitoride. Tra noi ragazze a scuola si parla spesso dei baci e di tutto il resto, ce ne sono alcune che sono più esperte, hanno avuto già due o perfino tre ragazzi, ad esempio Teresa, che credo sia la più porca di tutte noi. Dice che fin dalla prima volta che é stata con un ragazzo lui le ha messo subito le mani dentro le mutandine e ha cominciato a toccarla, a masturbarla, intanto ha tirato fuori a sua volta il suo coso e gliel’ha messo in mano per farsi menare. Adesso basta, devo smettere perché mi chiama mia madre e se non vado da lei magari viene in camera e mi scopre con questo diario. Ciao, amore mio, ti mando tanti baci.

sabato 11 febbraio

Riprendo a scrivere che sono passati due giorni dalla prima volta. E intanto oggi ci siamo visti, é stato bellissimo, anche in mezzo alla strada e sulla panchina del parco mi viene subito voglia e non me ne importa niente se altra gente ci può guardare, io ti bacerei sempre. Le mie compagne, sai, dicono che sei davvero carino. Non ti racconto quello che dice una mia amica che é davvero una porca, l’Emilia,una che almeno a parole é ancora più sfacciata di Teresa, ma lei ti filerebbe subito. Provaci a farlo e vedi cosa ti combino io, guarda che sono gelosa, sai.

lunedì 13 febbraio

Teresa mi ha chiesto come ce l’hai il coso, se te l’ho visto, mi ha perfino preso in giro quando ha saputo che io non te l’ho ancora preso in mano e nemmeno in bocca, lei dice che avrei già dovuto succhiartelo e che se non mi sbrigo a farlo poi succede come al presidente Clinton che si fa le ragazzine perché la moglie – che dev’essere fredda come un ghiacciolo- non gli fa i pompini. Che ridere, oggi, quando si é divertita a commentare quello che sta succedendo negli Stati Uniti, con la crisi del dollaro e l’accusa al presidente, tutto per colpa di un pompino. Teresa dice che passerà alla storia come la crisi del pompino.

Insomma, sarà stato il suggerimento della mia amica o il fatto che tu sei fatto più audace, ma oggi, ti ricordi, mentre ci baciavamo in panchina la tua mano ha preso la mia e l’ha posata proprio lì, sul gonfiore duro, in mezzo ai jeans. Io ho fatto finta di reagire, di staccarmi, ma tu hai tenuto ferma la mano e me l’hai stretta, poi hai cominciato a spingere il coso, dentro i pantaloni, come se volessi bucarli per farlo uscire e io sentivo che il cazzo pulsava, lo stringevo, tu mugolavi. Dimmi la verità, sei venuto, mi é sembrato proprio di sì, da come ti agitavi tutto e quasi gridavi mentre continuavi a baciarmi e poi mi hai stretto tutta, mi hai pizzicato i capezzoli con forza, io avrei voluto dirti di non smettere che era bellissimo. A me puoi dirlo, tesoro: sono riuscita a farti godere, é vero?

Immagino di nuovo che tu leggi questo diario. E’ la prima volta che sei venuto con me, non é vero? Anzi, per dirla nel modo sporco che diverte anche me, hai sborrato. Adesso se stai leggendo queste pagine credo che ti verrebbe una eccitazione da cavallo ( mi divertirebbe vedere il coso del cavallo, il cazzo, si, se ne parla per ridere. E il tuo com’é, quando me lo fai vedere?).

martedì 14 febbraio

Ieri ti ho fatto una sega? Forse non proprio, la mia amica Teresa me la immagino già che sghignazza e che dice che era solo una mezza sega, come me. Lei ha solo quattro mesi più di me, io ne ho diciotto e mezzo e lei sta per arrivare ai diciannove , ma continua a menarla che alla mia età lei ne aveva già fatte dieci tra seghe e pompini. Io non ci credo. E poi, scusa, anche se fosse vero, l’importante é che siamo noi, poco per volta, a conoscerci e a godere. Lo sai che per me é la prima volta e non so bene nemmeno io, no,non nel senso delle cose che si fanno, l’educazione sessuale l’ho fatta anche io a scuola, poi di certe cose fra noi ragazze si parla tutti i giorni, le cose le so perfino troppo. Comunque Teresa ha deciso di chiamarti Valentino perché, secondo lei, sei proprio lento, ci vai piano. Ma é scema, non riesce a capire che sono io a voler andare piano. Ho interrotto, la mia compagna di banco ha visto che scrivevo e si é incuriosita,io allora ho smesso perché non voglio che scopra questo diario. Io lo sto scrivendo solo per te e non voglio che lo legga nessun’altro.

sabato 18 febbraio

Non lo so se te lo farò leggere, mi vergogno un poco. Ho riletto le cose che ho scritto fin qui e mi sembra di aver parlato solo di sesso, come se non ci fosse niente altro, mentre io penso a te tante volte e ci penso per amore, quello vero, che mi fa diventare triste. E quando mi dici le cose dolci e che mi vuoi bene io sono felice, lo griderei a tutto il mondo. Poi penso che mia madre non sa niente, che se scopre questo diario chissà che cosa é capace di pensare. Direbbe di sicuro che sono una svergognata, con queste storie dei baci e delle seghe, delle prime carezze che mi hai fatto. E meno male che lei non sa una cosa. Si, adesso te lo dico, ieri in bagno ero così eccitata a ricordare che tu mi avevi masturbato per la prima volta che ho continuato a pensarci e a ripensarci e… ho goduto, si, mi sono masturbata io stessa.

Mi sembrava di avere il tuo cazzo tra le mani e di stringerlo, spingerlo avanti e indietro, ho pensato che tu stavi per godere e me lo dicevi, pregandomi di prenderlo in bocca. E l’ho fatto, si, nel mio desiderio folle mi carezzavo immaginando che il tuo schizzo caldo di sperma mi arrivasse sulla bocca, sulla lingua, ho cominciato a spingere in avanti il bacino e mi sono infilata due dita dentro, mi tormentavo da sola il grilletto e… sono esplosa, si, é stato bellissimo, ho avuto voglia di gridare ma mi sono trattenuta perché di là poteva sentirmi mia madre, che so. Penso che strapperò questo foglio. Sto arrivando alla pornografia, non credevo di saper usare certe parole e di eccitarmi anche io nel raccontare. Prima scrivo che devo smetterla di parlare solo di sesso e poi ti racconto i particolari della mia masturbazione, chissà che cosa potresti pensare di me, sono sicuro che se lo leggi insieme a me ti diventa subito durissimo e…. a volte penso di essere perfino più porca della mia amica Teresa, basta, non voglio esagerare con le porcherie.
mercoledì 22 febbraio

Adesso non ti devi ingelosire per quello che ti racconto, non é niente di speciale, sono solo delle impressioni e dei pensieri. Forse c’é un tizio che mi fa la corte, ma forse é solo una mia invenzione. Il fatto é questo. Da qualche giorno mi capita di incontrare sul metrò una persona, un uomo di circa cinquant’anni, coi baffetti brizzolati, davvero affascinante, sembrerebbe un ingegnere o un avvocato, ha la valigetta ventiquattrore e si veste con eleganza. Io prendo il metrò alle sette di sera, per ritornare a casa dopo aver passato il pomeriggio a studiare dalla mia compagna Teresa . L’ho notato la prima volta perché é salito sulla mia stessa carrozza, leggeva un giornale e io non ho fatto caso a lui se non per il fatto che ho notato che scendeva alla mia stessa fermata, a Cologno. Uscito dalla stazione, é salito su un’auto, probabilmente abita da queste parti.

giovedì 23 febbraio

La cosa strana é questa, non so spiegarmi bene nemmeno io. Ho cominciato a fantasticare su di lui senza un motivo speciale, mia madre dice che fin da bambina sognavo a occhi aperti. Ho pensato che forse mi avrebbe fatto un bel sorriso e poi avrebbe cominciato a corteggiarmi. L’idea mi ha divertito, ma sono cose che si pensano così, per puro passatempo.

venerdì 24 febbraio

Ho provato a raccontarti di questo signore sul metrò, ma tu quasi non ci hai fatto caso, hai detto che lui se ne stava tranquillo per i fatti suoi e che nemmeno aveva provato ad abbordarmi, in fin dei conti sono io che ci sto fantasticando su. Questo é vero, hai ragione tu, ma adesso ti racconto il seguito e credo che dovrai riconoscere che c’é qualcosa di strano. Anche oggi ho rivisto il tipo che ti dicevo, eravamo di nuovo nella stessa carrozza, forse si é accorto che lo fissavo e ha guardato verso di me. Io ho guardato altrove ma sentivo che lui mi fissava , poi distoglieva lo sguardo e io tornavo a girarmi verso di lui, a un certo punto l’ho guardato fisso negli occhi: lui ha retto il mio sguardo come una sfida e io ho capito dai suoi occhi che gli piacevo, ormai mi accorgo facilmente se uno sguardo é di quelli che ti scrutano, a volte certi uomini di una certa età te lo fanno capire apertamente, insistono, si divertono a fissare con insistenza, sono proprio dei porci. . Lui non insisteva a quella maniera, sembrava divertito, come se volesse prendermi in giro, ma certo mi guardava come un uomo che si sta facendo venire dei pensieri speciali. Non é che io sappia molto dei pensieri intimi di un uomo, ma senti dire spesso che son tutti dei maiali e che pensano a una cosa sola, così mi immagino che pensino delle cose tremende su quello che mi farebbero e comincio anche io ad eccitarmi.

lunedì 27 febbraio

Non so nemmeno io perché ti sto raccontando queste cose, forse tu ti arrabbieresti a leggere, ma io ormai vado avanti con questo diario e cerco di parlare con te di tutto quello che mi succede. Ti stavo dicendo di quei miei pensieri intimi sul tipo e sul modo con cui mi guardava. Ho pensato che mi considerava una bambina, anche se sono sviluppata per bene e adesso ho proprio il seno grosso ( lo so che ti piace tanto palpeggiarlo, io ci godo ) ma in fin dei conti ho solo diciotto anni e fino a qualche mese fa sembravo una di quelle con i calzettoni e le treccine, anche se cerco di fare la donna più grande e più disinvolta.

Se credi che io sia una bambina ti sbagli, ho pensato tra me. E ho cominciato a guardarlo con un sorriso tra le labbra, mi sono messa in un certo senso in posa, come se lui dovesse farmi una foto. Ho puntato il petto in fuori e ho pensato che lui me lo stava proprio guardando. (Ti sei ingelosito, amore mio?) .

martedì 28 febbraio

Allora ho ripreso a girarmi dall’altra parte, ma quando son tornata a guardare verso di lui era sempre lì, adesso sembrava proprio che ridesse. Vuoi vedere che mi prende in giro? Mi sono indispettita ma ho pensato di colpo che anche io sono una’ fica ‘, come dicono i miei compagni di classe, e che é arrivato il momento di metterla in mostra e di far vedere come son brava a far eccitare un uomo. Ho scoperto che mi divertiva un sacco cercare di essere seducente. Tutto qui, sono solo pensieri, ma come vedi non riguardano te o solamente te, riguardano gli uomini e il sesso, più in generale. Quindi non so se faccio bene a confidarteli perché probabilmente non li capirai e penserai anche tu che sono una troia. Lo so che quasi tutti i maschi la pensano così.

Devo ricordarmi di togliere queste pagine se ti farò leggere il diario, ho la sensazione che non capiresti. Io queste cose continuo a scriverle pensando a te come l’unica persona a cui mi piacerebbe dire tutto, proprio tutto. Ma forse non sei tu, sei un fantasma, il mio amore unico, l’amico speciale, un angelo e forse anche un complice, uno che capisce. La professoressa di Lettere direbbe che sei un espediente letterario, un io ideale, una mia rappresentazione.

giovedì 2 marzo

Una volta una mia compagna mi ha detto che la differenza tra la puttana e la troia é che la prima lo fa per soldi mentre la seconda é proprio una viziosa che vuole godere sempre e in tutti i modi. E dunque secondo questa distinzione dovrei essere anche io una troia perché penso sempre al sesso e ho provato a suscitare le reazioni di un maschio, a fargli capire che mi piacerebbe. Ma quando guardo i tuoi occhi teneri , penso sempre che tu sei diverso, che tu sei il mio amore, che a te posso raccontare tutto perché mi puoi capire. Ma lo so, in certi momenti sono sicura che ti piacerebbe che io fossi una troia, che mi lasciassi andare a godere senza nessuna vergogna. E io sarei felice di essere la tua troia, certo, di fare con te tutto quello che vuoi.

venerdì 3 marzo

Che rabbia, che delusione, che schifo. So che mi viene quasi da piangere e tutto per colpa tua. Non so se é il primo litigio e basta, come può capitare a tutti e come dice la mia amica Teresa, forse per consolarmi. So solo che sei stato odioso, non ricordo nemmeno io per quale stupidaggine é cominciata, credo di aver detto qualche cosa che ti ha fatto arrabbiare ( ho parlato male di un tuo amico, ho detto che secondo me doveva essere un poco stronzo) e hai replicato con stizza, poi io son diventata muta, tu mi hai detto che solo le sceme stanno zitte e io ti ho mandato a quel paese e poi e poi… insomma, la cosa vera é che te ne sei venuto fuori con certi discorsi sulle donne che ragionano con l’utero e non capiscono proprio una sega che era roba da spararti. Sei come tutti gli altri, amore mio, anzi non so nemmeno se ti devo chiamare ancora amore, solo perché mi hai dato il primo bacio e mi hai fatto sognare. Insomma, detto fra noi, vai a fare in culo, e questo diario non te lo farò mai leggere. Oppure sì, ma quando l’avrò riempito di insulti.

Mi hai deluso. Litigare é normale, pensarla diversamente anche. Ma ho avuto la sensazione che tu pensi proprio delle cose sbagliate, che non capisci quello che io sento. Che sei uno stronzo. L’ho scritto.

martedì 7 marzo

Anche ieri sera sul metrò ho rivisto quel tipo che mi guarda e che avevo cercato per gioco di incuriosire a mia volta. Certo era lì per i fatti suoi, non per me, aveva finito il lavoro e stava tornando a casa. Intanto ho notato che non porta anello al dito, non é sposato, o forse lo é stato prima e si é separato, magari ha perfino dei figli della mia età. Comunque stavolta é proseguito tutto come se fosse un bel gioco, io sbirciavo, lui si voltava, poi di scatto guardava verso di me, sembrava che sorridesse. E io mi sono messa di profilo, mettendo in evidenza il seno come il giorno prima, ho notato che era compiaciuto. Ho raccontato questa storia a Teresa e lei ha detto che di sicuro era uno che voleva abbordarmi, avrei voluto dirle che in realtà ero io a volerlo conoscere ma non me la sono sentita, la mia amica dice che sono scemate e che non é il caso di fare la civetta. Comunque ho detto a Teresa che forse era tutto un caso, non avevo nessuna certezza che ci saremmo rivisti ancora ed era esagerato pensarci sopra come se fosse importante. Quante volte mi sono sentita sfiorata,in autobus o in metrò, spogliata con lo sguardo, a volte perfino strusciata come per caso, e non me ne é mai fregato niente, solo un pochino di rabbia quando uno esagera. Con Teresa, che é l’amica migliore che ho, a volte devo stare attenta a come parlo: lei é capace di dire delle porcate tremende, si vede che i maschietti di casa, suo fratello e gli amici, l’hanno abituata al turpiloquio e alle cose spinte. Ma altrettanto spesso sospetta di tutti, dice che gli uomini sono delle bestie, ti fa sentire in colpa attribuendoti dei pensieri che in realtà ha elaborato solo lei. mercoledì 8 marzo

Stasera però l’ho rivisto. La porta della carrozza stava per richiudersi, lui é arrivato di corsa, é entrato, col fiatone. Ha tirato un respiro di sollievo e poi si é guardato in giro. Quando mi ha visto ha fatto un cenno di saluto, io ero incredula, ma ho risposto a mia volta con un cenno, devo aver detto ‘salve”, ma a voce così bassa che l’ho sentito solo io. Poi per tutto il viaggio me lo sono sentito dietro, addosso, come se giocasse al gatto e al topo, era sempre lì e me lo ritrovavo con lo sguardo allegro su di me appena provavo a sbirciare. Ti piaccio? pensavo tra me, lo sai che ho una bella fichetta che muore dalla voglia? E tu, dimmi che sei un maniaco sessuale, che mi vuoi fare tante cose brutte, no, non voglio, scemo, deciditi, fammi vedere il tuo uccello, scommetto che é bello grosso.

giovedì 9 marzo

Cosa pensi, forse pensi che sono una troietta, una di quelle che ti farebbe di tutto. E non sai che non riesco a decidermi, nemmeno col mio ragazzo, se lui sapesse tutte le cose di sesso, i pensieri folli, i desideri che mi passano per la testa, mi violenterebbe di colpo. Questo diario ho cominciato a scriverlo per lui, adesso però comincio a pensare che se glielo do da leggere mi conviene strappare alcune pagine. Amore mio, queste pagine non te le faccio proprio leggere, ma io ormai voglio raccontare quello che mi sta succedendo.

Al momento di uscire dal metrò mi ha salutato con un ‘buonasera’ amichevole, come si fa con un vecchio amico, io ho fatto altrettanto e sono andata via. Ma ho pensato: domani gli parlo io, voglio conoscerlo meglio, é proprio un uomo interessante. A casa mia madre ha notato che ero di buon umore e mi ha chiesto se stavo sognando come al solito. Ma io non potevo dirle che stavo pensando a un bell’uomo di cinquant’anni che mi guarda come se volesse leccarmi tutta e mi fa sentire importante. Mi direbbe che é di sicuro un maniaco, un pedofilo, un vizioso. Ma i pedofili che cosa fanno? Offrono le caramelle ai bambini e poi gli fanno il culo. Non mi sembra il caso, non ha tirato fuori nemmeno un chewing-gum e penso perfino che se gli facessi io una proposta lui scapperebbe via. Certo sarebbe buffo se fosse così, ma intanto mi piace sognarmelo mentre lo seduco io, ho la sensazione che ci riuscirò.E poi é stato così carino a salutarmi, mi sembra che adesso il ghiaccio é rotto e tutto é possibile.

venerdì 1′ marzo

Il ricordo di quel signore del metrò ha continuato a vivere nella mia testa, ogni tanto ho perfino fantasticato su cosa succederà se comincio a stare al gioco a mia volta. E’ una storia che mi affascina, forse per via della differenza di età e perché lui é davvero uno che- come si dice in questi casi- potrebbe essere mio padre.

Finalmente ti sei fatto vivo per chiedere scusa, cercando di fare la pace. Ti ho detto che volevo ancora pensarci su, però potevamo intanto sentirci per telefono e ho sentito che eri già sicuro di averla vinta. Invece no, ci voglio pensare davvero, e se devo dirti la verità é da un giorno intero che non faccio altro che pensare a quel tizio del metrò, anche se é assurdo. E come faccio a dire a te di quel tizio, non posso dirti che mi sono innamorata di un altro, tanto più se quest’altro tizio ci ha cinquant’anni e nemmeno mi pensa. Tu diresti che sono pazza oppure penseresti male. Oggi ho pensato perfino di raccontarti che mi sono vista con lui, inventandomi la storia, per farti ingelosire e anche per farti eccitare: in fondo se cominciassi a dirti che con lui ho fatto certe cose tu vorresti farle subito a tua volta, così ti decideresti. Ma non mi fido, forse ti sentiresti offeso e tradito e mi lasceresti. E se succedesse a te? Se fossi tu a raccontarmi che sei andato con un’altra, per il gusto di una avventura, anche se poi ami me? Io penso che certo ne soffrirei ma non ti lascerei per questo, e vorrei sapere tutto, proprio tutto, se con quella hai fatto l’amore, se gliel’hai leccata la passerina ( come dice Teresa, ormai tutte le parolacce e i modi di dire li sto imparando da lei ), se é più brava di me e perché non ti decidi a fare lo stesso anche con me, che sono più troia di quanto ti immagini.

martedì 14 marzo

All’improvviso, non ci credevo nemmeno io, ci siamo conosciuti davvero. Sulla banchina lui mi ha riconosciuto e si é subito avvicinato. ‘ Facciamo proprio la stessa strada…’ ha detto, io in fin dei conti avrei potuto evitare di rispondergli o dire qualcosa di formale, con freddezza. Invece gli ho chiesto se abitava anche lui a Cologno ed é cominciata una vera conversazione.

Si chiama Gianni, lavora a Milano, ha un ufficio tutto suo perché fa il commercialista. Io gli ho detto che vado a studiare dalla mia amica e lui, poco per volta, ha saputo di me che faccio la terza liceo , ho diciotto anni, un fratello più grande e una sorella più piccola. E quando ha detto che si vedeva subito che ero una brava bambina mi sono stizzita e gli ho risposto che non sono affatto bambina. E’ scoppiato a ridere, mi ha strizzato l’occhio e ha detto che se n’era accorto. Io sono arrossita, era chiaro che stava parlando del mio seno.

Poi, al momento di scendere dalla carrozza, mi ha offerto un passaggio con la sua macchina. Io avevo già visto la sua, é una Porsche e morivo dalla voglia di salirci dentro. Ma ho detto: ‘ Mia madre non vuole che accetti passaggi in macchina dagli sconosciuti…’, con tono incerto. ‘Sarà il nostro segreto…’ ha risposto lui. E per quella frase mi sono sentita morire, come se fossi diventata la sua amante In un attimo ho pensato proprio di tutto, adesso mi porta in un bosco e mi fa la festa, ma dove cazzo sono i boschi da queste parti? Comunque potrebbe essere armato,di sicuro ha un’ arma speciale, la pistola a minchiadura, lui ci ha il tappo e se la stura, come dicono i compagni di scuola. Invece vuoi vedere che é proprio uno bene educato e non succede niente? .

Son salita in macchina ma gli ho detto di non lasciarmi proprio davanti a casa, ma qualche traversa prima. E’ stato un tragitto breve, lui era allegro e si divertiva delle mie paure. ‘ Non lo dire a nessuno, sai… io sono un pedofilo, e quando incontro una bella ragazza me la mangio….’ ha detto, scoppiando a ridere da solo. In effetti ho pensato che se mi avessero visto con lui chissà di cosa avrebbero potuto accusarlo, così mi sono confortata e ho guardato con riconoscenza verso di lui.

‘Grazie del passaggio, signor pedofilo… ma non mi mangi, la prego…’ ho detto a mia volta con una risatina al momento di scendere dall’auto. Però, il tipo é davvero spiritoso, ci sa fare, anche se mi tratta sempre come una ragazzina. E comunque non é successo niente, coi tempi che corrono secondo me un uomo ha paura di combinare qualcosa con una minorenne, rischia grosso. Potrei denunziarlo subito, io stessa, e sono sicura che mi crederebbero tutti.

Mi sono guardata in giro, non c’era nessuno che mi conoscesse, ho imboccato la strada verso casa con un sospiro di sollievo, perché ci mancherebbe pure di avere delle grane ed essere rimproverata quando non é successo niente.

mercoledì 15 marzo

E meno male che ho detto solo una parte della storia, senza raccontare che quel tizio mi ha dato un passaggio in macchina! Quando ti ho raccontato che avevo ragione io, che quello voleva abbordarmi e ci aveva provato, tu hai cominciato per telefono a fare battutine stupide, offensive. E poi a dirmi che non dovevo parlare con degli sconosciuti, che non si fa amicizia così col primo che arriva, che magari é un maniaco sessuale e che io sono tutta scema che non capisco o forse sono troia e penso solo a darla al primo che mi fa un fischio.

Stronzo, stronzissimo, Michele, ti odio, non ti amo più, non me ne frega niente del tuo modo di fare, del tuo amore e nemmeno del tuo uccello, che credi che per una mezza sega hai acquisito dei diritti su di me? E poi parli e ragioni come i miei, sei proprio un bacchettone, non é gelosia, é che sei tarato in testa.

Certe cose le sono anche io, cosa credi? Questo non si fa, questo é un rischio, questo può creare equivoci e via discorrendo. Ma se ti ho raccontato la storia anche solo in parte é per metterti anche alla prova, per vedere se ti ecciti, ti ingelosisci, per capire se mi capisci e se sai giocare come me. Niente da fare, ho deciso che questo diario non lo leggerai mai, non ne vale la pena.

Basta. Da questo momento il diario é solo mio, un mio fatto personale e

segreto. E non ho nessuna intenzione di stare a preoccuparmi di quel che potrebbe pensare Michele se lo leggesse, tanto non lo leggerà mai e non vale proprio la pena che io scriva per lui.

giovedì 16 marzo

Oggi ero sicura che l’avrei rivisto. A Teresa ancora non ho raccontato niente, son curiosa di vedere come andrà avanti questa storia. Il signor Gianni in effetti non ha fatto niente di speciale, ma mi fila, questo é certo, lo capisco dal suo sguardo. Quando é arrivato mi ha detto subito che aveva posteggiato la macchina due fermate prima perché al mattino aveva avuto un incontro con un tipo a Cernusco, io ho detto va bene e sono scesa con lui alla sua fermata. E’ stato di poche parole, come se fosse nervoso. Sarà stato per via del lavoro, ho pensato. Ma poi é tornato allegro e, mentre guidava, mi ha chiesto se ho un ragazzo. Io sono stata incerta, non volevo farmi più grande di quella che sono ma non volevo nemmeno presentarmi come una senza esperienza. ‘Beh, qualcosina…niente di fisso, quando capita…’ ho risposto.

‘Ma ti capita spesso? E dove ve ne andate? Al giardino? ‘ ha osservato Gianni, intrigante, come se non volesse per nulla credermi. Ti piacerebbe sapere per filo e per segno che cosa faccio ai ragazzi, seghe o pompini, che ne dici, e magari me li scopo anche. Ma va, ancora sono tutta da svezzare, anche se le cose di sesso in teoria le conosco bene, perfino troppo. Non facciamo altro che parlarne tra noi ragazze.

‘Qualche volta a casa sua, oppure al cinema…’ gli ho risposto allora, gonfiando le cose perché finora mi é successo una volta sola di andare a casa di un mio compagno.

‘ Mi piacerebbe che qualche volta mi raccontassi tutto…così, per conoscerti meglio, per capire che tipo sei…’ ha detto allora, continuando a guidare. Allora avevo visto giusto, é proprio un pervertito, ho pensato. Poi ha infilato le mani nella giacca e ha tirato fuori un pacchettino.’E’ un regalino…’ ha detto. Io naturalmente mi sono sentita scoppiare dalla gioia, ho tolto subito la carta che copriva la scatolina, c’era un anellino,da infilare al dito. Sono rimasta sbalordita, non me l’aspettavo. ‘Ti piace? Spero di sì, ho preso un anellino piccolo, qualcosa che non desse nell’occhio, ai tuoi puoi sempre dire che é un regalo della tua amica….’ ha aggiunto, con una voce molto languida.

‘Io, io…non so se posso accettare….’ ho farfugliato, ma l’ho messo subito al dito, mi stava davvero bene.

‘Puoi ringraziarmi con un bacino…’ ha detto, fermando la macchina in un attimo. Ci siamo, ho pensato, ci siamo davvero.

Mi sono avvicinata a lui, gli ho dato un bacio sulla guancia, lui però si é girato e ha sussurrato che voleva un bacio sulle labbra. Un attimo dopo, posate le labbra sulle sue, ho chiuso gli occhi, ho sentito che le sue labbra si aprivano, sapevano di tabacco buono, ho aperto le mie labbra e a un tratto ho sentito la sua lingua che si apriva un varco, cercava la mia. Ha fatto tutto lui, ha cominciato a urtare la mia lingua, poi l’ha succhiata aspirandola. Io stavo con gli occhi chiusi, abbracciata. Le sue mani sono scivolate piano sul mio corpo, si sono posate sul seno, ho avuto un brivido di piacere ma ho detto ‘ no, cosa fai… basta….’ mentre sentivo che cominciavano a fare dei ghirigori attorno ai capezzoli, per poi stringerli tra le dita. Mi sono staccata ma subito dopo lui ha preso la mia mano per stringerla.Le dita si sono incrociate, Gianni ha ricominciato a baciarmi, di nuovo la sua lingua ha urtato la mia. E a un tratto la mia mano si é trovata trascinata dalla sua, proprio lì, in mezzo al gonfiore dei pantaloni. Mi ha tenuto la mano ferma facendo pressione con la sua, ho sentito quel suo sesso che pulsava, ero emozionata, non riuscivo a sottrarmi. E poiché la mia mano era pressata dalla sua, ho subito un nuovo assalto dell’altra mano sul mio seno sinistro, che é stato stretto a coppa. In quell’istante ho sentito di nuovo il gonfiore del suo membro attraverso i pantaloni, sembrava stesse per scoppiare, si irrigidiva. Il rumore di un clakson ci ha colpiti, Gianni ha smesso di baciarmi e io ho allontanato la mia mano dai pantaloni. Mi é sembrato che si ricomponesse.

Ho ripreso a guardare l’anellino. ‘E’ un regalo meraviglioso… ma dovrò tenerlo nascosto, peccato….’ gli ho detto, tornando a baciarlo sulle guance. Mica male, forse é un pochino timido ma é partito bene, con questa storia dei regalini mi ha conquistato davvero.

‘Ci vediamo ancora, io il sabato non lavoro, domattina però devo andare in ufficio a sbrigare certe cose… ecco, tieni il mio numero di telefono, perché non mi chiami, sono lì sino alle dodici almeno….’ ha aggiunto, dandomi il suo biglietto da visita. Poco dopo mi ha lasciato in una zona vicino casa, prima di scendere ho guardato in giro, via libera. Devo stare attenta a tener ben nascosto l’anellino.

sabato 18 marzo

Nel biglietto da visita c’era l’indirizzo del suo studio e poi anche quello di casa, con il telefono. Lo studio era a poche centinaia di metri dalla scuola dove vado, non molto lontano dalla casa di Teresa Alla mia amica ho raccontato tutto mentre eravamo in classe, quando ha visto l’anellino ha sgranato gli occhi e ha commentato che tutte le fortune capitano sempre a me. Quando le ho raccontato del bacio le ho detto anche che mi aveva fatto toccare il suo sesso e lei si é messa a ridere, voleva sapere se ce l’aveva duro e quanto era grosso. Inutile spiegarle che é stato tutto così rapido e che non l’aveva tirato fuori dai pantaloni, non ci credeva. ‘ Se ci fossi stata io al posto tuo, per quell’anello sarei stata capace di prenderglielo in bocca…’ ha detto di colpo, io le ho detto che era proprio una troia e lei mi ha strizzato l’occhio per dire ‘senti chi parla…’. Ancora un poco e litigavo con lei, a volte é così sboccata e volgare che mi fa venire i nervi Ma in fondo ha anche ragione, la cosa eccitante con uno di età maturo é che ci ha i soldi e li usa, questa storia dei regalini ad esempio, un mio coetaneo non se lo sogna nemmeno. .

Verso le undici sono uscita dalla classe con una scusa e ho provato a telefonare a Gianni. Ha risposto subito, ha detto che di solito c’é la segretaria ma di sabato lei non viene. Stava aspettando un cliente, ha voluto sapere se mi piaceva il regalino e io allora mi sono vantata, gli ho raccontato che l’avevo fatto vedere a Teresa e che lei era piena di invidia.

Così, senza pensarci su, le ho riferito che lei sarebbe stata capace di prenderlo in bocca per averlo a sua volta. E Gianni ha detto che la mia amica doveva essere una puttanella, io ero d’accordo. Poi però ha detto che aveva un’idea.

‘Perché non vieni a trovarmi insieme con la tua amica? Nel pomeriggio, se sei capace di trovare una scusa, dite che andate a cinema o a fare compere, che ne dici? Se venite tutte e due ti prometto un altro regalino…’. Io ho detto che ci avrei provato, anche a costo di venire da sola se Teresa non poteva. E in un primo momento ho pensato di andare io sola, poi però ho pensato che ci voleva anche lei per uscire e ne ho parlato con Teresa Non era difficile,da lei ci vado tutti i giorni, potevamo raccontare qualcosa, ad esempio che andavamo in palestra e poi alla Upim. La mia amica era d’accordo, ho telefonato di nuovo a Gianni per dirgli che saremmo venute presto, verso le tre del pomeriggio e lui ha confermato che ci avrebbe aspettato nel suo studio.

‘ Tra poco esco e vado a comprare un regalino… cosa ti piacerebbe, che ne dici di una collana?’. La sorpresa mi ha reso felice, non ho detto niente a Teresa ma dopo la scuola sono andata a pranzo a casa dei suoi, avvisando mia madre. Tutto a posto, la solita raccomandazione di non fare tardi, del resto non era la prima volta che restavo a pranzo dalla mia amica.

Eravamo tutte e due elettrizzate, lei rideva spesso e mi strizzava l’occhio, voleva sapere da me cosa indossare. Io allora le ho detto di non fare la scema che sua madre poteva insospettirsi. ‘ Comunque niente jeans, sono difficili da togliere…’ le ho detto ammiccando. E lei mi ha guardato a bocca aperta. ‘ Perché, tu credi che….’ ha detto, lasciando la frase a metà. Poi é diventata tutta seria in viso. ‘No, no, io ti accompagno e basta… sei tu che gli interessi…’.

‘Secondo me vuole farsela con tutte e due…’ ho detto allora, sapendo che Gianni voleva fare un regalino anche a lei.

‘E tu, non sei gelosa? ‘ mi ha chiesto Teresa.

‘Non lo so, non credo… sei la mia migliore amica….’ ho risposto, prendendola a braccetto.

‘E se vuole fare il porco? ‘ ha detto ancora lei, sembrava quasi un interrogatorio per mettermi alla prova, o forse voleva solo scherzare, certo andava di fantasia.

‘Ma se mi hai detto che eri disposta a fargli una pompa…. e se ti regalasse una pelliccia?’

‘ Gli darei anche il culo….’ ha detto ridendo, col suo solito modo pesante di fare le battutacce. Parla così tanto per parlare, per farsi più grande, in realtà siamo tutte e due senza quasi esperienza e non riesco a immaginare che cosa potremmo fare davvero. ‘E se fosse un pervertito, uno pericoloso? ‘ ha detto ancora Teresa. ‘Beh,siamo in due, ti prometto che se cerca di strozzarti io vado a telefonare alla polizia’.

‘Tu si che sei un’amica’ ha commentato.

domenica 19 marzo

Continuo la storia di ieri. Alle tre meno cinque eravamo davanti al suo portone. Per fortuna era chiuso, non c’era portineria. Ho citofonato e Gianni ha risposto subito. Lo studio era al pianterreno, lui ha aperto e poi ha cominciato subito a fare i complimenti a Teresa, che non aveva mai visto prima. In effetti la mia amica ha un seno grande, vistoso, poi lo mette in mostra più che può. Gianni ci ha fatto visitare lo studio, tre piccoli locali pieni di scartoffie e di libri, nella sua stanza c’era un bel divano in pelle e ci ha fatto sedere lì. Poi ha detto che voleva offrirci dello champagne per festeggiare e non abbiamo quasi fatto in tempo a dire di no che ha tirato fuori da un piccolo frigo lo spumante facendo subito un botto per togliere il tappo. Così ci siamo trovate coi bicchieri colmi, Teresa ha assaggiato con gusto, io le son venuta dietro. E Gianni si é seduto in mezzo a noi. La mia amica gli ha chiesto qualcosa sul suo lavoro, lui ha risposto ma poi ha di nuovo offerto da bere e lei ha commentato che forse voleva farci ubriacare per divertirsi con noi. Io ero allegra, forse vagamente brilla.

‘Sai che cosa ha detto Teresa quando ha visto il tuo regalino? ‘ ho detto io, forse con una punta di cattiveria, per mettere in imbarazzo la mia amica. Lei infatti é diventata rossa e ha detto ‘ No, non glielo dire….’. Io avevo già raccontato tutto a Gianni, lui era al corrente e stava al gioco.

A quel punto ha preso dal tavolo due pacchettini e ce li ha dati, dicendo che si trattava di un regalino. Teresa é stata la più curiosa, forse perché io sapevo già che avrei trovato una collanina, ma non mi aspettavo che fosse d’oro. Teresa ha dato un grido di sorpresa, Gianni intanto si é voltato verso di me e ha mormorato: ‘ Non credi che mi merito un bel bacio?’.

E ‘stato tutto fulmineo, io ero felice, lui si é accostato con le labbra e un attimo dopo ci siamo baciati. Teresa continuava a fare commenti sulla collanina, stava provando a indossarla,incurante del fatto che io e Gianni ci baciassimo. La lingua di Gianni ha cominciato a urtare la mia, il bacio si é fatto più caldo, io stavo ad occhi chiusi, sentivo le sue mani che mi sfioravano.

‘ A questo punto un bacio tocca anche a me dartelo…’ ha osservato Teresa,sedendosi di nuovo accanto a lui. Gianni ha posato le mani sulle mie spalle e si é girato, sembrava un poco incerto, come se non volesse andare oltre un bacio sulla guancia. Ma in realtà sapeva bene che carte giocare. ‘Cosa aveva detto la tua amica quando ha visto l’anellino? ‘ ha detto spavaldo, strizzandomi l’occhio.

‘Non glielo dire…. ‘ ha strillato Teresa. Come se volesse zittirlo, lo ha baciato sulla bocca e lui é stato al gioco subito. ‘Che era disposta a prendertelo in bocca… ‘ho detto io, tutto d’un fiato. Teresa sembrava volesse replicare qualcosa, arrabbiandosi, ma Gianni ha continuato a baciarla e glielo ha impedito.

Ho notato che la sua mano si era subito mossa per toccarle il seno, lo aveva palpato, glielo stava stringendo e lei, la porca,si lasciava fare. Intanto però Gianni, senza smettere di baciare la mia amica, ha preso di colpo la mia mano e l’ha posata in mezzo ai pantaloni, come quella volta che mi aveva baciato nemtre eravamo in macchina. Ho sentito subito che era eccitato, ho cominciato anche io a palparlo, lui stava ancora baciando Teresa con gli occhi chiusi e già la sua mano si era infilata dentro la camicetta e sotto il reggiseno, palpugnando con piacere tette e capezzoli. Ero forse ingelosita ma anche eccitata, brilla, volevo vincerla io e recuperare la sua attenzione, così ho continuato a stringere tra le dita il suo membro. Gli ho abbassato la cerniera, in un secondo, l’ho sentito fremere, mi sono data da fare tra le sue mutande e ho tirato fuori il suo sesso, l’ho messo a nudo, impugnandolo.

A quel punto Teresa ha guardato dalle mie parti e ha sospirato un ‘oh!’ di stupore, scoprendo il cazzo duro che svettava imponente tra le mie mani. E’ rimasta con gli occhi aperti, intenta a fissare il cazzo mentre Gianni le baciava l’orecchio e di colpo metteva a nudo il suo seno, chinandosi un attimo dopo per succhiarle il capezzolo sinistro.

‘Davvero me lo prenderesti in bocca? ‘ le ha detto Gianni, spingendo dolcemente la sua testa verso il basso.

‘Io… non l’ho mai fatto… non so come si fa….’ ha detto Teresa, che adesso era più vicina e guardava come ipnotizzata l’uccello di Gianni, o meglio la sua punta rossa e gonfia che sporgeva al di là della mia mano. Io infatti continuavo a masturbarlo lentamente.

‘Adesso te lo insegna Anna…’ ha detto Gianni, guardandomi con intenzione. Nemmeno io l’avevo fatto, lui però si era rivolto a me, ne ero orgogliosa, come se con quella scelta avesse voluto far capire che ero sempre io la sua preferita. E poi era quasi una sfida, volevo dimostrare a quella porca di Teresa che io ci sapevo fare meglio di lei. .Mi sono avvicinata a mia volta e ho deciso di colpo, ho dato un bacio sulla punta all’uccello, poi ancora, poi ho tirato fuori la lingua e l’ho leccato.

‘Oh! Te lo sta leccando davvero… ‘ha commentato Teresa, sbalordita. E io mi sono sentita la più brava, sapevo che adesso toccava a me, che tutto dipendeva da me. Ho applicato tutte le conoscenze teoriche che possedevo, ho aperto le labbra a ventosa, ho spinto in basso per scappellare il membro e ho cominciato a pompare di bocca mentre gli sfrullavo la punta di lingua. Facile, bello.

E pensare che temevo sempre di soffocare, quando se ne parlava tra amiche. Manco a dirlo, subito il suo uccello si é mosso, una spinta verso l’alto, ho faticato un attimo, poi mi sono adattata al suo volume, ho ripreso a pompare. Mi ha incuriosito non sentire più la voce di Teresa, io stavo succhiando a occhi chiusi, non mi sembrava bello aprire gli occhi per cercare di vedere cosa facesse lei. Ma la curiosità a un certo punto é stata più forte di me. Ho aperto gli occhi e ho guardato di traverso. Come avessero fatto tutti e due non so, tanto più che Gianni si stava facendo succhiare da me, ma la mia amica Teresa aveva le mutandine sfilate tra le gambe e le cosce aperte, Gianni aveva tre dita – non una, tre – nella sua fichetta e al tempo stesso succhiava il suo capezzolo come un lattante affamato. Teresa ha notato il mio sguardo e mi ha fatto un cenno con la mano.

‘Perché non provi anche tu a succhiarmelo? ‘ha detto Gianni alla mia amica. Per un attimo ci son rimasta male. Voleva farsi tutte e due, lo sapevo. Ma poi ho pensato che l’avevo messa in pista io a Teresa, dicendo che era pronta a fare pompe, e adesso non potevo lamentarmi. Mi sono sfilata il cazzo di Gianni dalla bocca ( ma ho detto fra me che era solo la prima puntata) e ho guardato tutta la scena: Gianni doveva avere qualche virtù di equilibrista, é riuscito in un attimo a far piegare la Teresa a testa in giù mentre continuava a masturbarla, in pratica appena lei si é presa in bocca il cazzo lui le stava strizzando le poppe e masturbando la fica al tempo stesso.

Sono stata incerta per qualche secondo. Gianni é stato rapido. ‘ Spogliati tutta, dai…’ ha detto, dando un vero e proprio ordine. E ha aggiunto’ Te la voglio leccare ….’.

E’ stata questa proposta a convincermi, tanto più che la mia amica ormai era partita per la tangente e stava ansimando in preda a un primo orgasmo impegnandosi a non perdere il contatto col cazzo. Ho obbedito senza alcuna preoccupazione.

Teresa si é resa conto che ero nuda solo al termine del mio spogliarello, la porca aveva continuato a fare il pompino a occhi chiusi, travolta dal suo stesso entusiasmo. Ma a un tratto, vedendomi nuda che mi avvicinavo, non ha potuto fare a meno di esprimere la sua sorpresa e di dirmi di non esagerare, di stare attenta. Gianni però mi ha fatto sedere sulla sua bocca e ha infilato la lingua, Teresa ha fatto un fischio e ha detto ‘ che porca…’, poi però ha smesso di parlare perché Gianni le ha detto di continuare il suo pompino. E’ stato uno spettacolo, io non sapevo se chiudere gli occhi o tenerli bene aperti, la lingua dentro la fica mi faceva impazzire di piacere e poi non potevo fare a meno dì osservare la mia amica che faceva su e giù con la testa. Gianni farfugliava qualche parola continuando a leccarmi, non capivo bene, però poi ho capito che stava per godere e spingeva con forza il suo uccello nella bocca di Teresa.

‘Succhialo, bevilo, ti sborro in bocca, prendi, lo senti, sto per schizzare, ecco… godo…. ti piace la sborra…;’mugolava. E Teresa sembrava trascinata dalle sue parole, in preda a un’eccitazione incredibile; io ho sentito che Gianni mi mordicchiava la clitoride e poi ho immaginato che lo sperma stava schizzando caldo caldo nella bocca della mia amica e lei era tutta bagnata, così sono venuta anche io, di colpo. Teresa continuava a pompare, ormai di sicuro aveva assaporato la sborra e l’aveva ingoiata tutta ma non per questo si era fermata, sembrava inarrestabile. ‘Si, ancora, succhialo ancora,vedi che rimane duro, é merito tuo…. ‘ diceva Gianni. E a un tratto ha proposto che fossi io a succhiare e lei a farsi leccare, Teresa non ha esitato un attimo e si é spostata, cominciando a sua volta a spogliarsi. ‘Aiuta la tua amica, spogliala…’ mi ha sussurrato Gianni e io mi sono avvicinato con gli occhi lucidi, piena di eccitazione, togliendo il reggiseno e prendendo tra le mani le sue tette. In quel momento ha suonato il citofono e Gianni ha imprecato. Io ho avuto paura che arrivasse qualcuno.
Un altro squillo al citofono, Gianni ha detto di rivestirci ma non é andato a rispondere, però ormai l’atmosfera si era decisamente raffreddata e abbiamo cominciato a vestirci, anche se lui diceva che non c’era nessun pericolo. Due minuti dopo ha suonato il telefonino e Gianni ha risposto, forse era un amico o un cliente, non so se fosse lo stesso del citofono, certo io ero un poco spaventata e avrei voluto andare ma lui mi ha tenuto ferma , era sempre con il cazzo fuori dai pantaloni, mi ha fatto cenno con lo sguardo e mi ha spinto in basso. In pratica adesso lui continuava a parlare di affari e di cose sue e io ero in ginocchio per terra intenta a succhiare il suo uccello. Teresa si é di nuovo accostata. Ho cominciato di nuovo a darmi da fare, il cazzo era tutto bagnato e vischioso, saliva e sborra insieme, io ho tirato fuori la lingua per assaporarlo e poi, spontaneamente, mentre impugnavo l’uccello con una mano ho sentito voglia di masturbarmi. Teresa guardava con gli occhi allegri, disinvolta, carezzandosi a sua volta le tette e strusciandosi addosso a Gianni che cercava di parlare al telefono mostrando una normale indifferenza. Ma a un tratto ha coperto con la mano il microfono per non farsi sentire e si é rivolto a Teresa dicendo che voleva mi leccasse la fica. Io ho avuto un brivido di piacere nel sentire e ho intensificato il ritmo del succhiare, Teresa ha fatto una specie di grido di sorpresa, ha detto che era proprio un porco. Ho pensato che si sarebbe rifiutata e invece, a sorpresa, ho sentito che si inginocchiava a sua volta e si metteva dietro di me, carezzandomi le natiche. Le ha aperte piano, sentivo di essere tutta nuda ed esposta al suo sguardo.

Gianni ha posto fine alla telefonata e subito ha ripreso a fare le sue proposte.

‘Hai visto il buchino… e la fica che é tutta bagnata, sta colando di sicuro… dai, infilaci la lingua, così… si, nel buco del culo, lecca e succhia, troia….’ ha detto a Teresa, che sembrava eseguire ogni suo ordine. Ho sentito infatti la lingua che mi penetrava, la saliva che scivolava lungo le cosce, le mani che aprivano la mia fica, un dito che cercava il grilletto, non capivo più niente, pompavo a mia volta quell’uccello come se volessi strozzarlo, con movimenti forti e continui. E ho cominciato a godere, a ondate, senza riuscire a trattenermi, anche se Gianni a quel punto mi ha tenuto ferma la testa e ha cominciato a scoparmi in bocca, a spingere forte il cazzo tra le mie labbra, col rischio di soffocarmi se non mi fossi adeguata a mia volta, cercando di tirarlo fuori e di respirare. E Gianni ha preso anche a strizzarmi forte forte i capezzoli, come se volesse torturarli, mi faceva male ma ero impazzita per l’orgasmo e sentivo mescolarsi la sensazione di godimento e quella di dolore, insieme.

Poi é continuata ancora a lungo, Gianni ha voluto che ci mettessimo rovesciate l’una sull’altra per fare sessantanove e io mi son trovata la fica di Teresa che mi sbatteva sulle labbra e sulla bocca, era fantastico, lui faceva da spettatore e da regista, continuando a fare commenti e a suggerire dei giochi speciali.

‘No, non metterlo dentro…niente scopata, non voglio…’ ha detto a un tratto Teresa, scostandosi bruscamente, ho capito che lui stava per penetrarla e lei si era sottratta. Gianni non si é irritato, anzi ha mostrato di capire o ha cercato di essere rispettoso. Solo qualche minuto dopo ho capito invece, da come si era allontanato cominciando a rivestirsi, che si era raffreddato o comunque si era fermato lì. E anche la mia amica e io siamo andate in bagno a lavarci e abbiamo cominciato a vestirci. Ma quando siamo rientrate nel salotto Gianni ha cominciato a fumare e a parlare del più e del meno.

‘Mi piacerebbe che ci vedessimo ancora…’ ha detto. ‘Beh, se ogni volta mi fai un regalino…’ ha risposto Teresa, ‘ io ci sto…’.

Gianni é scoppiato a ridere, dicendole che era proprio una puttanella. In quel momento invece io avrei voluto gridare che a me andava bene così e che non volevo i suoi regali. Ma sono stata zitta, intimidita dal modo di fare della mia amica. Il tempo di parlottare ancora un poco e di promettere un nuovo appuntamento, poi siamo andate via per tornare a casa di Teresa e non destare nessun sospetto.

‘Se lo sapesse il tuo ragazzo…’ ha detto Teresa, mentre passeggiavamo.E ho avuto la sensazione che ci fosse in lei una punta di cattiveria, ho pensato persino che sarebbe stata capace di dirglielo lei. Magari per farmi un dispetto o mettermi in difficoltà.

Solo a casa sua, per quei pochi minuti che siamo rimaste sole, abbiamo ripreso a parlare di quel che era successo. Teresa mi ha chiesto se mi era piaciuto e io ho detto di si, ma era stato tutto così improvviso, non capivo nemmeno io come fosse successo. ‘ Ma va che lo sapevi benissimo, ti ricordi che mi avevi detto tu stessa di non indossare i jeans che sono scomodi da togliere.E poi, scusa, non sei stata tu a voler raccontare a tutti i costi che io ero disposta a succhiarglielo? Certo mi hai messo in un casino, ma forse é stato meglio così’ ha risposto Teresa. Mi ha consigliato di non dire niente a Michele e ha promesso che non avrebbe fatto la spia. Poi si é avvicinata e ha sorriso. ‘ Ti é piaciuto anche lesbicare con me? Io ero tutta fradicia, sai, se ci penso mi eccito di nuovo, anche adesso, sono tutta bagnata, toccami…..’ e si é scostata la gonna per farsi guardare, ha infilato due dita nella fica e ha preso a toccarsi. ‘Baciami, ti prego….’ ha mugolato, era proprio partita mentre io le dicevo di star buona che tra qualche minuto sarebbe rientrata sua madre. ‘ Hai ragione… é rischioso, ma la prima volta che siamo sole….’ ha detto allora, strizzando l’occhio. ‘ Che porca che sei!’ ho commentato, lei si é messa a ridere. Poi é davvero arrivata sua madre.

lunedì 2′ marzo

Di notte ho dormito male, ricordavo le scene e mi eccitavo, poi pensavo a te, caro Michele, immaginavo che mi scoprissi sul più bello e mi insultassi. Così ho pensato che non potevo raccontarti tutto, ma provare lo stesso a farti ingelosire un pò questo posso, dirti che abbiamo incontrato per strada quel signore e ci ha offerto un passaggio, a me e a Teresa, e ha cercato di fare qualche carezza, niente di speciale, di sicuro dirai che non dovevo, che sono ingenua o forse sono una troia. E domenica, quando mi hai cercato per dirmi che avevi la casa libera e sono riuscita con una scusa a venire da te, ero incerta su quello che avrei potuto dire. La casa era a nostra disposizione, i tuoi erano fuori in gita e dopo cinque minuti ero già in camera da letto, con te che mi abbracciavi da dietro e mi facevi sentire che l’avevi duro. Questa volta é successo senza problemi, ti ho sfilato i pantaloni e ho preso in mano il tuo uccello, credo di averti stupita.

‘ Cosa vuoi che ti faccia? ‘ho detto, proprio per salvare la faccia, perché avevo voglia di succhiartelo ma non me la sentivo di fare la prima mossa. Per aiutarti mi sono sdraiata sul letto e ho tirato via le mutandine, tu hai cominciato subito a sfiorarmi le labbra della fica e a carezzarmi, io impugnavo il cazzo e lo tiravo, l’ho scappellato, mi sono avvicinata ancora e ho sussurrato ‘non so, non l’ho fatto mai…’, sentivo le tue frasi di incoraggiamento, ho dato un colpo di lingua sulla punta, ho riso e ho detto:

‘così va bene?’. Poi non mi sono più trattenuta, ho cominciato a leccare piano e a succhiare, spingendo al tempo stesso la fica verso le tue labbra affinché capissi che dovevi fare altrettanto. E a un certo punto anche tu ti sei smollato, ho sentito la tua lingua che frugava, ho detto di sì, ho stretto più forte il cazzo e ho cominciato a muovere la testa in su e in giù, spontaneamente, per pompare. Dopo pochi secondi ho capito che stavi per godere, ho cercato di smettere, ma oramai non sapevo come fermarti e tu hai sborrato di colpo, sulla mia lingua, con un grido di piacere. Ho capito che non dovevo prendermela, era la prima volta, semmai dovevo solo esprimere un qualche gesto di fastidio per il sapore dello sperma, anche se in realtà quello schizzo caldo mi ha portato sulla soglia dell’orgasmo e avrei avuto voglia di dirtelo, di invitarti senza ritegno a mordermi la clitoride così sarei venuta anche io.

Per fortuna tu hai capito che era tuo dovere proseguire, hai spinto la lingua dentro la fica, hai cercato di leccarmi, hai insistito, io ho pensato di colpo alla scena con Gianni e Teresa e ho avuto uno scatto di piacere, sono esplosa anche io nell’orgasmo.

E’ stato carino dopo, quando eravamo più rilassati e abbiamo cominciato a baciarci e a parlare, a bassa voce, come se avessimo paura di essere scoperti. Io ho ricominciato a carezzarti, il tuo cazzo é tornato subito duro, adesso é stato un gioco più morbido, tu mi hai baciato le tette e morso i capezzoli mentre mi carezzavi, mi hai detto che mi ami . E a quel punto ho raccontato quel che avevo già intenzione di dirti, quel signore ha incontrato per strada me e Teresa e ci ha offerto da bere al bar. ‘ Ha cominciato subito a scherzare con la mia amica…’ ho detto io, così i commenti di Michele si sono orientati verso Teresa e io ho fatto finta di dargli ragione. ‘La tua amica é proprio una troietta, scommetto che si é già messa d’accordo per uscirci, ma ci pensi, lui ha cinquant’anni, che porco….’. Si vede che la storia però ti ha eccitato,ho sentito che il cazzo ti pulsava, diventava più duro nelle mie mani. E grazie a chissà quali fantasie su Teresa hai ripreso a darti da fare. ‘ Lei mi ha detto che se lui le chiedesse un pompino lo farebbe….’ ho sussurrato e subito dopo ho preso in bocca il tuo uccello e ho cominciato a succhiare. Mio bel porcellino, a chi pensavi in quel momento, a me o alla bocca da pompino della mia amica Teresa? Io pensavo al cazzo di Gianni, sai, a quando l’ho sentito esplodere e ho ingoiato tutto.

martedì 21 marzo

Ho chiamato Gianni in ufficio e mi ha risposto la segretaria, io ero imbarazzata ma poi me lo ha passato e lui é stato contento, certo che posso telefonargli quando ho voglia- ha detto- ma può capitare che lui abbia gente attorno e allora devo aver pazienza. Mi ha detto che più tardi non sarebbe venuto al metrò perché doveva trattenersi in ufficio ma mi ha dato appuntamento per la sera dopo. Teresa invece mi ha detto che quel giorno i suoi non c’erano e che a casa sua saremmo state completamente sole. ‘Ti va?’ mi ha chiesto, aveva gli occhi che brillavano per l’eccitazione, ho capito subito che aveva voglia di fare la porca con me, ma mi é venuta subita un’altra idea. Perché non fare venire Michele? Gliel’ho detto e lei ha fatto una smorfia, dicendo apertamente: ‘ E io che faccio? Mi metto in disparte a guardare?’,facendomi ridere. Le ho fatto capire che prima saremmo state noi due sole, che avremmo avuto tutto il tempo. E lei ha detto che così andava bene, ho telefonato a Michele e gli ho detto di passare verso le tre e mezza , il tempo a scuola sembrava non volere passare mai.

Finalmente siamo uscite, Teresa era su di giri, appena siamo rimaste in ascensore mi ha baciato sulla bocca e mi ha infilato una mano tra le cosce per vedere se ero eccitata, dicendo che lei era fradicia. In pratica, non c’é stato nemmeno il tempo di mettersi a tavola per mangiare qualcosa, siamo andate subito in camera e la mia amica si é spogliata velocemente, poi mi sono ritrovata sdraiata sul letto mentre lei si tuffava tra le mie cosce e leccava, lappava, succhiava, cercando al tempo stesso di stringere tra le mani le mie tette e di pastrugnarle. Ho avuto un primo orgasmo, lei non ha smesso, anzi ha insistito, mi sembrava di non farcela più e invece dopo un minuto ero già sul punto di godere, non ho protestato quando si é girata a sessantanove e mi ha dato la sua fica da leccare, anzi mi sono immersa con la lingua e non ho smesso più. Teresa infilava la lingua anche più sotto, nel buchino, mi leccava il culo e cercava di aprirlo, ci infilava un dito, spingeva con forza. E quando a mia volta ho preso a titillare i capezzoli mi ha detto in un soffio di voce: ‘ più forte, strizzali forte, fammi male….’. Ho provato, lei mi mordeva il clitoride e succhiava, io le pizzicavo i capezzoli fino a graffiarli con le unghie e abbiamo gridato forte, in preda al piacere.

Non so come é successo, evidentemente eravamo travolte da quel nuovo piacere e continuavamo a sperimentare insieme, a un certo punto ha suonato il campanello e abbiamo visto che erano le tre e mezzo. Era arrivato Michele. Io sono stata presa dal panico, ma Teresa mi ha detto subito di andare nel bagno a rivestirmi e si é messa subito addosso una vestaglietta, dirigendosi verso la porta. Io ero spaventata, temevo che Michele avrebbe capito che stavamo lesbicando. Ho sentito la mia amica aprire e inventare qualcosa, che era a letto mezzo addormentata. ‘Scusami se sono mezza nuda…’ ho sentito che diceva e ho immaginato che lui si stesse lustrando gli occhi. Mi sono affacciata dal bagno per salutare, mettendo fuori solo la testa, ho detto che mi stavo lavando i denti e ho richiuso. ‘Beh, voi potete mettervi nella mia camera… dammi solo il tempo di vestirmi’ ha detto Teresa. Secondo me deve essersi spogliata del tutto davanti a Michele lasciando la porta aperta, l’ho capito perché ho sentito la sua voce che cercava di fare lo spiritoso. ‘ Puoi restare così, anzi… sei davvero carina….’.

‘Sai, stavamo provando a indossare per gioco un pò di biancheria intima…. tra amiche, capita che ci si diverta….’ ha aggiunto Teresa. ‘Mi piacerebbe assistere ….’ ha sussurrato Michele, subito seguito da una risatina della mia amica. Ancora qualche minuto e chissà cosa sarebbe successo, ho pensato di colpo, decidendomi a uscire ancora mezza nuda dal bagno per non lasciare troppo soli quei due.
Che ne pensi… quel porcellone del tuo ragazzo vorrebbe vederci indossare della biancheria intima….’ ha dichiarato Teresa, vedendomi arrivare. In mano aveva un paio di slip e un reggiseno, ma era tutta nuda e si vedeva benissimo che Michele era eccitato.

‘Per me va bene, ma se poi Michele ti salta addosso io gli taglio il coso….’ ho detto, mettendola sul ridere, anche se la situazione era diventata notevolmente erotica e capivo benissimo che quella porca di Teresa si divertiva a sedurre il mio ragazzo.

‘Che stupida… mi sono dimenticata che voi due volevate rimanere soli….’ ha aggiunto ancora.

‘Ma no, che c’entra, é casa tua.. e poi mica disturbi, anzi, se capisco bene,mi sa tanto che Michele si é eccitato a furia di guardarti e non possiamo lasciarlo a metà….’ ho detto allora, prendendo subito l’iniziativa. Le mie mani si sono posate sul cazzo duro che stava per sfondare i pantaloni, lui era imbambolato, non sapeva che dire. ‘Io non so…. siete tutte e due bellissime…. é tutto così strano….’ ha mugolato, io ho abbassato la cerniera lampo e ho tirato fuori il suo uccello, l’ho impugnato e ho preso a menarlo. Teresa ha roteato gli occhi per la sorpresa e per l’eccitazione, guardando la scena in silenzio, con un sorrisino tutto speciale.

‘Hmm…; ha proprio un bel cazzo…. beata te….’ ha detto. ‘ Dai, smettila… non possiamo così, davanti alla tua amica….’ ha frignato Michele, che si vergognava.

‘Basta, adesso vado di là …’ ha detto Teresa.

‘ Scommetto che ti fai un ditalino pensando a noi….’ ho aggiunto io. Ma intanto, a furia di masturbare Michele, ho sentito di colpo che stava per godere, si é agitato, senza trattenersi, poi ha eiaculato di colpo, schizzando il seme per terra.

‘Oh la là, che effetto speciale…sei sempre così veloce? ‘ ha commentato Teresa. La situazione era buffa, Michele era sempre col cazzo in fuori tra le mie mani, rosso in viso, io ridevo, Teresa ha preso un panno e si é chinata per asciugare le chiazze di sperma. Sono sicura che in quel momento lui avrebbe voluto sprofondare sotto terra, ma intanto la sua eccitazione rimaneva forte, nonostante l’orgasmo.

‘Non si ammoscia mica, é sempre in tiro…. vedi? ‘ ho detto, cercando di sdrammatizzare la scena.

‘Posso toccare anche io?’ ha detto la mia amica, avvicinandosi. Io avrei voluto dire di no ma lei era già lì accanto, ha preso in mano il cazzo e ha cominciato a toccare e a scappellare, come una intenditrice. Michele era come impazzito, ormai non aveva più il pudore di un minuto prima. ‘ Prendetelo in bocca, tutte e due, insieme….’ ha detto, sicuro che a quel punto tutto era possibile.

‘Si, ma tu cerca di trattenerti….’ gli ha detto Teresa, che non ha esitato un istante di più e si é inginocchiata, iniziando a spompinarlo. Ho proposto io stessa che ci mettessimo sul letto, cominciando a spogliarmi . Teresa era così presa che continuava a succhiare con passione, senza nessuna intenzione di fermarsi. Ed io mi sentivo combattuta tra una fitta di gelosia che mi irritava e una voglia di lasciarmi andare a mia volta. ‘Guarda che Michele é il mio ragazzo, io non voglio….’ ho detto di colpo, senza pensarci troppo. Lui si é irrigidito, come se fosse colpevole. E Teresa mi ha guardato un attimo, incerta.

‘E va bene, però fammi restare, solo a guardare…. ‘ ha detto.

A quel punto ci siamo ritrovati tutti e tre sul letto, Michele si é sfilato i jeans e le mutande, io ho ripreso a baciarlo e a masturbarlo, Teresa si é messa di fianco e ha cominciato poco per volta a masturbarsi, sfrenatamente. ‘Mettiglielo dentro, prendila, scopala….’ mormorava, come se oramai fosse lei la regista dell’intera situazione.

‘No, non lo fare…. non voglio….’ io ho detto, poi ci siamo ritrovati avvinghiati, lui era come impazzito e si é messo in posizione, cercando di penetrarmi, io mi sono scostata, ma intanto lui mi masturbava e non capivo più niente. Ho visto che toccava anche la mia amica e allora ho fatto un cenno a Teresa mentre dicevo a voce alta: ‘ E’ proprio una troia, sono sicura che ha voglia di leccarmi….’. Un minuto dopo lei era già inginocchiata tra le mie cosce e si dava da fare per leccarmi, Michele strabuzzava gli occhi e cercava di toccare dappertutto, goffamente, nervosamente. ‘Leccale la fica anche tu….’ ho detto allora, così lui si é messo dietro di lei e ha cominciato a sua volta a darsi da fare. A un certo punto lo abbiamo travolto, si é ritrovato sdraiato sul letto, io ero seduta sulla sua bocca e Teresa non ha esitato, si é sistemata sopra di lui e si é impalata di colpo sul suo cazzo.

‘Oh, si….é durissimo, mi fa male,é troppo….’ diceva, ma non smetteva di muoversi su e giù, poi si é rivolta verso di me e ha cominciato a baciarmi sulla bocca e sulle tette.

‘Sto venendo….’ ha detto Michele, che non ce la faceva più a resistere. Così Teresa si é scostata, si é avvicinata con la bocca al suo uccello e ha impugnato il cazzo per una spinta veloce, io l’ho imitata, ci siamo trovate con le labbra e la lingua impiastricciate, lo sperma ci ha bagnato, abbiamo continuato a bagnarci e a slinguarci mentre lui sussultava, spingendo il bacino verso l’alto per continuare a schizzarci addosso.

mercoledì 29 marzo

Non capisco più niente, forse ho sbagliato tutto. Ho fatto male a coinvolgere Michele nel sesso con Teresa, é successo di colpo, senza che io l’avessi voluto.

A ripensarci, per come sono andate le cose, é stata la mia amica a creare la scena, facendo in modo che lui arrivasse mentre eravamo nude e spingendoloa darsi da fare. Nei suoi confronti Michele ha usato parole molto pesanti, dice che é una lesbica e una viziosa, rimproverando me di essere caduta nella sua trappola, di essere stata sedotta. Non é così, io lo so bene: se lui sapesse che a mia volta sono stata io a portarmi dietro Teresa nell’ufficio di Gianni e a farla partecipare, penserebbe di me le cose peggiori. Ma intanto é stata una settimana di accuse e di offese, a furia di dirmi che lui sognava un amore puro e di accusarmi di essere una specie di donnaccia Michele si é messo da parte da solo, come se si sentisse in colpa e avesse bisogno di prendersela con qualcuno per recuperare la sua innocenza. . Si, é vero, gli é piaciuto spassarsela a casa della mia amica, ma mai e poi lui avrebbe creduto che la sua ragazza fosse così viziosa . E ha cominciato a menarla.

giovedì 3′ marzo

Il guaio é proprio nel suo modo di vedere le cose, io posso sempre dirgli che si tratta di un’avventura che é successa una volta e che non si ripeterà più ma lui dice che non é vero, che in fondo piace anche a me lesbicare e che io sono una specie di maniaca sessuale: quando sono sbottata e gli ho chiesto :’ ma tu, lo rifaresti?’, mi sono sentita rispondere che si, certo, anche a lui piace il sesso spinto ma per questo ci sono le troie. La sua é proprio una mentalità da stronzo, tutta doppia, la fidanzata vergine o quasi e poi le puttane da solo, così adesso se la prende con me anziché capire che dovrebbe ringraziarmi. Abbiamo litigato, gli ho sbattuto il telefono in faccia, lui mi ha richiamato, voleva sentirmi chiedere scusa e io l’ho mandato a quel paese. Poi non si é fatto vivo due giorni, infine ha telefonato con una scusa a Teresa e per poco non ha fatto una scenata anche a lei. Ho l’impressione che la storia sia finita lì. Ho raccontato tutto a Gianni l’indomani sera sul metrò e lui si é divertito molto: anzitutto ha espresso un fischio di ammirazione nei confronti di Teresa, facendomi notare che é stata lei a volere creare la scena e che é proprio una bella porcona che vuole inventare situazioni sempre più spinte, ma non lo ha detto per condannarla, anzi ho avuto la sensazione netta di ammirazione o di simpatia.

‘Forse per il tuo ragazzo si é trattato di un’esperienza troppo traumatica, ma al suo posto io non mi sarei fatto nessun problema….’ ha osservato ancora. Ne abbiamo parlato quasi per tre giorni di fila nel corso dei nostri viaggi di ritorno verso Cologno, certo non é che si potesse parlare liberamente in mezzo alla gente,una sera lui aveva la macchina posteggiata alla Cascina Gobba e son tornata con lui. Voleva sapere se mi piace lesbicare con Teresa e io ho detto di sì, dichiarando che ero pronta a rifarlo con lui e con Teresa come il sabato dell’ufficio, Gianni guidava l’auto ma si é sbottonato i pantaloni e ha tirato fuori l’uccello. ‘ Appena trovo un posticino mi fermo, hai voglia di farmi un pompino?’, ha detto. Si, certo, é proprio questo che mi piace con Gianni, lui é esplicito, sfacciato, ma non si fa scrupoli, non inventa scuse e giustificazioni cretine, sa quello che vuole. Io ho cominciato volentieri a prendere in bocca il suo cazzo e poi sono rimasta stupita da una proposta che ha fatto all’improvviso: ‘ Trova una scusa, fammi conoscere Michele- naturalmente senza dirgli di noi- e io sono sicuro che riuscirei a convincerlo….’ ‘Convincerlo di che?’ ho chiesto io.

‘ Beh… non ti piacerebbe fartela con due cazzi insieme?’ ha replicato. Mi é venuto da ridere, non ho preso sul serio la cosa sapendo che uno come Michele era capace di fare scenate e non avrebbe accettato. Ma Gianni insisteva: ‘ Sono sicuro poi che se ne parli con Teresa lei ci sta, si potrebbe fare un bel quartetto….’.

‘Che porco che sei…’ ho detto, ma ho sentito una certa eccitazione a pensare davvero a quelle combinazioni, certo la mia amica era capace di accettare con entusiasmo.

‘ Tu e Teresa, pensa un pò, una bella gara di pompino per stabilire che succhia meglio tra voi due….’ ha detto ancora Gianni. E con galanteria ha aggiunto che ero io la più brava. Mi ha stretto la testa fra le mani e ha cominciato a spingere il cazzo in su e in giù nella mia bocca. Ho capito che stava per sborrare, ho intensificato a mia volta i movimenti e i risucchi, poi ho vinto il primo premio, ingoiando la sborra .

domenica 3 aprile

Aspettavo che arrivasse il sabato, con la speranza di andare di nuovo nell’ufficio di Gianni, fermamente intenzionata a non portare con me Teresa e a godermi da sola la situazione. Intanto la mia amica non é venuta a scuola per via dell’influenza e non ci siamo viste per due giorni, anche a farle visita rischiavo di rimanere contagiata. Così la sorpresa che ho provato quando lei mi ha detto che in quei due giorni ne erano successe di tutti i colori e che lei si era fatta prima Michele e poi Gianni, é stata davvero grande.

‘Ascolta prima di giudicare, ti racconto tutto io, poi se vuoi puoi chiedere conferma a loro, se non ti fidi. Prima avevo pensato di non dirti nulla, tanto sono sicura che né Michele né Gianni ti avrebbero raccontato qualcosa, poteva rimanere un segreto. Ma tu sei la mia amica del cuore, ti voglio bene, abbiamo avuto anche l’esperienza di fare sesso insieme, non potevo non confidarti tutto’, ha detto la mia amica. E ha proseguito raccontandomi i particolari. Era stata lei stessa a dirmi che Michele l’aveva chiamata a telefono per sfogarsi e che per poco non litigavano, visto che lui non smetteva di insultarmi e di prendersela anche con lei, quello che non sapevo era che le telefonate erano proseguite ancora il giorno dopo e infine, quando Teresa era rimasta a casa con qualche linea di febbre, lui era passato a farle visita. Di mattina, quando lei era sola.

Per via della febbre se ne stava un pò a letto e un pò in piedi, così quando era arrivato Michele lei indossava una camicia da notte con nient’altro addosso, praticamente era quasi nuda e Michele non riusciva a fare a meno di fissarla con desiderio. Certo, parlavano di quello che era successo, Michele voleva sapere se io ero lesbica, che cosa facevamo tra noi ragazze. ‘ Cosa vuoi che ti racconti, tutti i particolari per filo e per segno, così intanto ti ecciti e hai di nuovo una bella scusa per fare qualcosa con me?’ le aveva detto la mia amica, provocando la sua irritazione. ‘ Avrei potuto mandarlo via, tenerlo a distanza in qualche modo, ma adesso lui si era messo a fare il sentimentale e il lamentoso, a dire che solo io potevo capirlo, che ero necessaria per farti fare la pace con lui.’ E poi, per via di quella particolare intimità dei corpi, di quelle confidenze a metà voce, bisbigliate, con descrizioni e spiegazioni più precise, l’atmosfera era ormai di eccitazione contenuta. Michele voleva sapere cosa facevamo con la lingua, se ci leccavamo la fica, come, fino a che punto. Ad esempio: era successo o no che ci leccassimo anche il culo, nel buchino? Magari all’inizio per caso, per via di un colpo di lingua più a fondo, poi per il gusto della morbosità. Beh, certo, a pensarci bene, in quei momenti la lingua fruga e corre dappertutto, si insinua, spinge, mentre con le dita succede lo stesso, una penetrazione più a fondo, una spinta, fin dentro il buchino, poi con due dita, con la saliva per ammorbidire l’ingresso. E lei aveva spiegato che la stessa cosa sarebbe successa in fondo tra loro, se si fossero messi a sessantanove. Si, é possibile, le aveva risposto Michele, ma lui in verità il sessantanove fino a quel momento non l’aveva fatto. Davvero?

Anziché mettersi a litigare con me per quel che era successo, gli aveva fatto notare Teresa, avrebbe dovuto fare da tempo i suoi giochini , compreso il sessantanove, e a quel punto tutto sarebbe stato più tranquillo. Non é vero, lui le ragazze serie le rispettava, in fondo era proprio la migliore prova del suo amore, aveva replicato Michele. Ma non aveva disdegnato dal fare intendere che con un’altra, una come lei, lo avrebbe fatto volentieri, e sarebbe stato capace di leccare il culo , sperando che anche lei facesse altrettanto. Si, perché lui ci pensava ogni tanto, e una volta che aveva visto in una rivista porno una donna che leccava il culo di un uomo gli era sembrata la cosa più oscena del mondo.Bel porcellino, però, il mio dolce amore, prima si scandalizza e grida al peccato, poi fa capire che i suoi desideri speciali sono ancora più spinti e che la cosa che più lo attira é di aprirsi le gambe e girarsi, dicendo ‘leccami il culo, troia….’. Cosa doveva fare una che poi l’animo della troia ce l’ha davvero, come la mia amica Teresa? Piano piano é passata al contrattacco, si é messa in posa, ha sospirato, ha fatto capire che si stava eccitando. E a un tratto é stata proprio più che esplicita, ha avvicinato le sue labbra all’orecchio di Michele, gli ha morso l’orecchio stesso, lo ha insaponato con la lingua e poi, con voce roca, gli ha sussurrato: ‘ Vuoi che ti lecchi il culo? Se tu lo fai a me, te lo faccio più volentieri….’.

lunedì 4 aprile

La scena la posso immaginare davvero, anche perché la porcona mi ha raccontato tutti i dettagli e intanto non ha smesso di pastrugnarmi, palpandomi le tette e la fica. Io mi sbrodolavo tutta a sentire, aprendo le cosce, senza più ritegno alcuno, infischiandomene perfino di quel vago e doloroso senso di gelosia che mi assaliva alla bocca dello stomaco. Perché Michele ha detto di sì e le ha messo in mano l’uccello, poi han cominciato a baciarsi e a succhiarsi la lingua e in un attimo lui si é tuffato tra le sue cosce per leccare, il tempo di un primo assaggio, di un morso quasi al grilletto, lei é partita, ma si é scostata e ha preferito sistemarsi meglio, fino a sedersi sulla bocca del mio ragazzo con la fica del tutto aperta. ‘Si, leccami la fica, mordimi il grilletto, porco, leccami il culo, lo senti il mio sapore, lavami tutto con la saliva….’ ha mugolato. E a quel punto si é chinata, proprio per fare il sessantanove sopra di lui, ha preso in bocca il cazzo e lo ha risucchiato tutto, come se volesse ingoiarlo. Era come se fosse diventata una mangiatrice di spade, lo tirava fuori e lo ingoiava, mentre Michele si apriva con le mani le natiche e cercava di spingerla proprio lì, tra le palle e il buco del culo, pr farsi succhiare e mangiare.’ Gli menavo l’uccello e intanto gli ho infilato un dito nel culo, dovevi veder come si é gonfiato ancora di più il suo cazzo, poi ho infilato la lingua nel buco, vuoi sapere se era pulita? si, ma sai, é proprio il posto, la sensazione, quel sapore che ti sembra di sentire… é sborrato con un grido, non la smetteva più, schizzava ancora e poi ancora , io allora gli son salita di sopra, mi sono infilata sul cazzo, chi se ne frega se uno perde la verginità, poi del resto l’avevo già fatto, insomma, il suo uccello era tutto bagnato ma continuava a restar duro, io l’ho scopato di brutto, come una pazza, velocissima, son venuta in meno di trenta secondi…’. Naturalmente a questo punto io ero col sangue alla testa, in preda a una masturbazione forsennata, le ho pizzicato forte il capezzolo destro, gliel’ho morso quasi per rabbia e per vendetta, siamo venute anche noi a furia di ricordare e di immaginare le porcate con Michele.

Questo é niente. La porca gli ha fatto quel giorno tre pompini, lo ha fatto sborrare sulle tette, fra le natiche, mentre scopava a pecorina, e ogni volta che lui stava per mettersi a frignare e a lamentarsi che certe cose non si fanno e come mai lui era lì, non era giusto in fondo, lei tornava a succhiargli l’orecchio con la lingua e a sussurrargli’: vuoi che ti lecchi il buco del culo?’, facendolo partire del tutto. C’é da ridere, lo so, almeno a come lei mi ha raccontato tutto, gli ha dato una vera lezione di sesso, lo ha spompato fino in fondo e ( guarda guarda) l’indomani la febbre ce l’aveva lui..

Che dovevo fare? Forse qualche altra al posto mio si sarebbe offesa a morte, ingelosita, risentita di brutto. Ma a me é venuto da ridere, perfino da farle quasi i complimenti per come lo aveva sedotto!
Adesso anche a me é successa una piccola avventura, l’ultimo giorno che ero a Bari, ma non so se la racconterò mai a Teresa, é qualcosa che deve rimanere segreta. Perché si tratta di un parente e mia madre potrebbe arrivare a saperlo: suo fratello Mimmo, anche lui sulla cinquantina, un tipo abbastanza grasso, sposato e padre di due figli. Avevo notato che sbirciava verso di me, guardava le tette e il culo tutte le volte che credeva di non essere notato, poi cercava di abbracciarmi e quando mi baciava sulle guance per salutarmi riusciva a palparmi un attimo, a stringermi, perfino a farmi sentire che ce l’aveva duro in mezzo alle gambe. Una volta che mi ha dato un passaggio mentre tornavamo a casa dall’ospedale, mi ha messo le braccia attorno al collo mentre parlava, con naturalezza. E ha osservato che facevo bene a portare delle gonne abbastanza corte perché ho delle belle gambe. ‘ Tu dici? ‘ ho risposto, sollevando alquanto la gonna per farmi ammirare meglio. E ho aperto le cosce quel tanto che serviva a far vedere le mutandine. Zio Mimmo ha posato subito una mano sulle gambe, con un complimento, io ho detto ‘ no, caro zio, si guarda ma non si tocca…’, senza però fare niente per respingerlo. Sul momento é finita lì, perché eravamo arrivati a casa, ma quel gioco di sguardi é continuato, io mi divertivo a notarlo, lui a un certo punto mi ha fatto l’occhiolino e io gli ho sorriso. Poi, la sera, mentre ero un attimo in cucina a sciacquare dei piatti lui é arrivato alle mie spalle, si é avvicinato, io ho capito che voleva qualcosa, l’ho sentito appoggiarsi a me, farmi sentire il suo cazzo duro che strusciava sulle natiche. E di colpo mi ha abbracciato da dietro, palpandomi le tette, ha infilato le mani sotto la camicetta, dentro il reggiseno, giocando coi miei capezzoli. Si sentivano le voci dalla camera da pranzo, qualcuno poteva arrivare a sorpresa, lui ha proseguito ancora qualche secondo ma poi si é staccato, dirigendosi verso il frigorifero per aprirlo e prendere una bottiglia. E la cosa é finita lì, ma é stata sufficiente per mettermi alla prova e capire che ci stavo.

Così ho trovato poi io la scusa buona, andare a prenotare il biglietto in stazione per il viaggio di ritorno, lo zio Mimmo sì é offerto subito, premurosamente. Gli altri erano tutti occupati in altre cose, la mamma doveva fare non so che cosa, gli altri parenti anche, in pratica lo zio ha detto che mi portava un poco in giro a vedere Bari vecchia e non so quale chiesa, con l’approvazione di tutti, povera ragazza almeno si distrae un pochino. E ‘ stata una storia formidabile, già in macchina quel porco ha preso a palpare e a fare commenti, a dire che moriva dal desiderio di mangiarmi tutta, io gli ho sbottonato i pantaloni e ho cominciato a masturbarlo lentamente, mentre lui guidava. Mi divertiva anche scoprire negli sguardi furtivi degli automobilisti che ci affiancavano la sorpresa, uno ha suonato il clacson, un altro ha gridato non so che cosa. Lo zio era tutto rosso in viso, ha detto che potevamo andare nel suo negozio, era di domenica ed era chiuso. E io non ho detto niente, ho lasciato fare, fino a quando non ha posteggiato la macchina e tirato su la saracinesca del negozio.

‘Guarda che sono vergine….’ gli ho detto. Ma intanto si é seduto su una poltrona, ha acceso la radio sintonizzando su un programma musicale e ha detto: ‘Fammi uno spogliarello, dai….’. Era un ‘idea carina ed eccitante anche per me. Ho ondeggiato al ritmo della musica, mi sono girata, sporgendo le natiche, lo zio ha fatto i complimenti, poi ho cominciato a sbottonare la camicetta. E quando ha cominciato a masturbarsi davanti a me e a commentare i miei gesti, ho tirato fuori la lingua per passarla sulle labbra, come una porca. Al momento di togliermi il reggiseno ho fatto il giochino di coprirmi con le mani, messe a coppa per protezione, fino poi ad aprirle per fare vedere le tette. ‘Toccati le tette, puttanella…’ ha detto ancora zio Mimmo e poi ha cominciato a venire verso di me, si é inginocchiato e mi ha sfilato le mutandine, ha annusato la fica, si é subito dato da fare con la lingua sul clitoride, io mi sono sentita aperta, con le labbra della fica gonfie per il piacere. Il primo orgasmo l’ho avuto così, in pochi secondi, bagnando tutto il viso dello zio, che era deliziato e non smetteva di succhiare nemmeno dopo, portandomi rapidamente a un nuovo stato di eccitazione.

‘Adesso voltati….’ ha ordinato, facendomi piegare su un tavolo in modo che sporgessi col culo in fuori. Ha aperto un cassettino, ha tirato fuori della crema emolliente e l’ha versata sul suo cazzo, io ho capito che cosa aveva intenzione di fare, lui del resto ha continuato e ha riversato la crema tra le natiche, spingendo un dito nel buchino per lubrificare tutto. Non ho fatto in tempo a dire niente, di non farmi male, di stare attento, non so. Con un colpo deciso ha spinto il suo uccello tra le natiche e ha infilato la punta direttamente nel buco, si é fermato per contemplare la situazione, ha tirato fuori l’uccello e ha di nuovo lubrificato il suo sesso e il mio culo. Poi ha dato una nuova spinta ed é entrato forte, a metà, fermandosi, forse perché mi abituassi.

‘Non mi fa male, ma ho paura….’ ho detto.

Le sue mani han cominciato a frugare tra le cosce, a cercare la fica e stropicciare il grilletto, poi ha spinto di nuovo e ha cominciato a muoversi avanti e indietro. Adesso mi bruciava, sentivo del dolore, avevo quasi fastidio per quel membro che mi squarciava, era un palo rovente, ma il mio clitoride ha cominciato a pulsare. Incredibile, anche per me, é stato un movimento automatico, la mia fica spingeva, si muoveva, le natiche si spingevano per aprirsi, mi veniva voglia di aprirmi tutta, come quando ci si trova intente a defecare. E il ritmo dei movimenti si é allineato con le spinte a godere, ogni colpo del suo cazzo provocava una mia reazione, una mia spinta come per espellere il corpo estraneo dal culo, provocando però un nuovo contraccolpo, una penetrazione ancora più forte. Zio Mimmo ha abbrancato le mie tette, le ha chiuse a coppa tra le mani, poi si é messo a strizzare forte i capezzoli mentre riprendeva a spingere il cazzo, io avevo tre dita nella fica e mi masturbavo per i fatti miei.

‘Ce l’hai nel culo…, ti sto penetrando, lo senti….’, mugolava lo zio, continuando a spingere.

‘Si, ancora… é bello, inculami, mi piace’ gli ho detto, accorgendomi che ero del tutto fuori di testa, in preda a un piacere fortissimo, poi ho cominciato a tremare e a scuotermi, senza potermi fermare, in preda a un orgasmo straordinario. E zio Mimmo ha resistito, tirando fuori il cazzo quando ha deciso che voleva godere in altro modo. Mi son ritrovata in ginocchio, col suo cazzo ancora viscido e bagnato che trovava un varco tra le mie tette e si muoveva veloce. Ho imparato subito a serrarlo, imprigionarlo tra i seni, in una gara reciproca, io lo trattenevo e lui spingeva, arrivando quasi a sbattermi sul viso. ‘Apri la bocca, sto venendo….’ ha detto. Spontaneamente la mia lingua é uscita in fuori, per accogliere lo sperma cremoso, assaporarlo. E le mie labbra si sono richiuse mentre pompavo veloce, prosciugandolo fino all’ultima goccia.

‘Non smettere, continua a leccare, fammi venire ancora….’ ha detto allora lo zio, tenendo ferma la testa per scoparmi nella bocca, con dei colpi veloci e continui, che facevo fatica a controllare. Poi poco per volta ha rallentato, lasciando spazio ai miei movimenti di lingua e al risucchio, fino a tirarsi fuori di tanto in tanto per farsi baciare e leccare lungo tutta l’asta. Avevo la bocca piena di sperma e di saliva, lui mi diceva di sputare sul suo uccello e poi di leccarlo di nuovo e io eseguivo, insalivandolo tutto, come se la cavità della mia bocca fosse ormai completamente liquida.

‘Basta… mi viene da fare pipì….’ ha detto a un certo punto. Poi mi ha guardato negli occhi e ho visto un suo sorriso malizioso, quasi un invito. ‘Lo faresti?’ ha mormorato.

‘Io… non so, mi fa senso….’ ho detto, ed era la verità. La punta del suo cazzo ha preso a sbattere sulle mie labbra e sulle guance, con insistenza. ‘Guarda che non ce la faccio più, devo pisciare….’ ha detto. ‘E allora fallo….’ ho risposto, anche se ero turbata. Un primo getto caldo mi ha schizzato sulle labbra, poi sulle tette. Era caldo, piacevole, una doccia bollente, ho detto di sì. E ho aperto la bocca per ricevere il suo liquido, che mi é gorgogliato sulla lingua, riempiendomi subito la bocca, non ce l’ho fatta, non riuscivo a bere, mi schizzava fuori, ma un poco mi é andato fino in gola e ho avuto un accenno di tosse, lui ha diretto il movimento del suo getto sulle labbra e sul collo, poi sul seno, bagnandolo tutto.

‘E’ strano… non so… se devo dirti la verità… mi é piaciuto’ ho detto qualche minuto dopo, provocando una sua risata di soddisfazione. Lo zio ha detto che per la mia età ero già una porca scatenata e promettevo bene. L’orologio segnalava che era passato meno di mezz’ora e che c’era ancora tempo.

‘Se me lo succhi di nuovo te lo metto una seconda volta nel culo…’ha proposto.

‘Affare fatto….’ ho risposto, invitandolo però a mettersi con me a fare sessantanove in modo da divertirci insieme a lungo.

Questa seconda volta é durata a lungo, perché io l’ho fatto godere nella mia bocca e poi ho dovuto di nuovo darmi da fare per rimetterlo in posa e farmelo ficcare nel culo. Alla fine era proprio spompato ma soddisfattissimo. E poiché abbiamo fatto in tempo a comperare il biglietto in stazione e tornare in orario normale, tutto é filato liscio. Peccato che son partita l’indomani presto, sono sicura che lo zio troverà in qualche modo una scusa per passare da Milano prima o poi e riprovarci.

mercoledì 13 aprile

Pochi giorni di assenza sono bastati lo stesso a creare una situazione alquanto diversa. Mentre continuavo a stupirmi io stessa per la facilità con cui mi sono lasciata andare con lo zio Mimmo, fino a fare con lui delle cose che non credevo ( ma la storia dei giochini con la pipì me l’ha suggerita senza saperlo la stessa Teresa , per quello che ha combinato con Gianni ) ho capito che mi piacciono le situazioni erotiche particolarmente spinte, combinare le porcate. E’ un lato di me che sto imparando a conoscere e che non esclude per altri versi il mio sentimentalismo e il bisogno di affetto. Ho voglia di conoscere, cambiare, lasciarmi andare, ma vorrei anche avere un ragazzo che mi corteggia o un uomo maturo che mi sa capire. Vorrei tutto, forse vorrei troppo. Ma la mia amica Teresa é ancora più porca e ha combinato un bel passo in avanti, anche se a ben vedere io capisco che il vero regista della situazione é Gianni, che mi aveva già confidato che avrebbe voluto conoscere Michele.

giovedì 14 aprile

Io l’avevo preso come uno scherzo o una battuta, invece in questi giorni di mia assenza ne ha parlato con Teresa e glielo ha proposto apertamente: un bel triangolo. E Michele, che a me aveva fatto scene pazzesche di gelosia, si é subito eccitato alla proposta: nella sua mentalità io sono la ragazza da amare e la mia amica invece é la troia, a lei é permesso quello che a me é proibito. Teresa ha convinto il mio ragazzo dopo avergli presentato Gianni, sono andati nel suo studio, in pratica lei era già d’accordo e a un certo punto ha cominciato a fare le prime moine e carezze, si é trovata rapidamente ad avere due cazzi denudati e in tiro, pronti per l’uso. ‘ Dovevi vedere, era proprio come in un film porno, uno a destra e l’altro a sinistra, tutti e due a baciarmi e a pastrugnarmi le tette…’ mi ha raccontato Teresa, che poi si é divertita a entrare nei particolari senza preoccuparsi minimamente di come io avrei potuto reagire. Solo dopo, quando ha visto che le rispondevo in modo acido e che ero scura in volta, si é resa conto che non riuscivo a condividere il suo entusiasmo.

venerdì 15 aprile

Mi sono sentita tradita da tutti e tre. Certo, io non c’ero, non ero stata esclusa appositamente, ma se Gianni me l’avesse proposto non me la sarei sentita, e poi di sicuro Michele con me avrebbe fatto il geloso. Insomma, anche se ci fossi stata, le cose con me non si potevano fare a quel modo e loro lo sapevano: Michele mi ha tradito per la seconda volta, Gianni mi ha mostrato nei fatti che preferisce le porcate di Teresa, che pure gli ho presentato io. E lei poi, l’amica del cuore, che con me fa la lesbica, é disposta a tutto e se la farebbe con un intero reggimento di soldati. Quando ha capito che c’ero rimasta male ha cercato di porre rimedio al suo errore, di scusarsi, di giurare la sua eterna amicizia. Le ho detto che non me la sentivo di continuare a venire a casa sua per studiare e lei si é irrigidita, poi é sbottata di colpo e . ha detto che sono una stronza, mi ha dato le spalle e ha smesso di parlarmi.

Più tardi é stato il turno di Michele, che mi ha telefonato. Non si aspettava che sapessi tutto. ‘ Come dice la tua Teresa, ah si… vuoi che ti lecchi il buco del culo? Bene, fattelo leccare da lei e vai a quel paese….’ gli ho detto di colpo, lui ha balbettato qualcosa, cercando di scusarsi o di inventare comunque un discorso qualsiasi, io gli ho chiuso il telefono in faccia.

Gianni invece non l’ho visto, non l’ho incontrato sul metrò per il semplice fatto che non sono più andata a studiare a casa. E nel giro di un giorno mi sono sentita sola, anche se la mia vita ha continuato ad avere il suo corso normale e io sono andata a scuola come sempre. Solo che con Teresa in classe abbiamo continuato a non parlarci o a ridurre lo scambio di frasi ai minimi termini, Michele invece ha provato due o tre volte a cercarmi e io l’ho sempre evitato dicendo che non volevo più saperne di lui. I primi giorni ho avuto dei momenti di rabbia e perfino di depressione, continuavo a sentirmi tradita e abbandonata, ma sapevo bene io stessa che nessuno mi aveva davvero abbandonata ed ero stata io a troncare ogni rapporto. Mia madre si é stupita che non andassi più a studiare da Teresa e ho dovuto dirle che avevamo litigato, cercando di inventare qualcosa, lei ha osservato che prima o poi avremmo pur fatto la pace e che questi litigi erano delle ragazzate, mio padre si é dichiarato d’accordo con lei, poi hanno visto che ero di cattivo umore e mi hanno invitato a uscire con loro per svagarmi. Ai loro occhi son sempre la ragazzina.

mercoledì 2′ aprile

Ieri, mentre stavo andando a prendere la metropolitana per recarmi a scuola, é passato Gianni in auto e si é fermato, offrendomi di accompagnarmi. Io son salita su ma poi ho cercato di star zitta e di fare la sostenuta. Lui ha detto che gli sembrava esagerato questo mio modo di fare e io ho risposto ‘ può darsi, ma sono fatta così….’, poi però lui ha cominciato a dire frasi carine e a farmi sorridere, poco per volta.

‘Non puoi arrivare a scuola con un’ora di ritardo?’ ha detto a un tratto, spegnendo il motore e accendendosi una sigaretta. Un attimo dopo le sue mani mi hanno sfiorato il viso, poi ha provato a darmi un bacio. E di colpo ho mollato ogni freno e mi sono abbandonata al suo abbraccio, mentre scoppiavo in lacrime. Mi ha coccolato, ha detto che non faceva che pensare a me, io mi sono messa a ridere. ‘ Ma va, se te la spassi con quella troia di Teresa….’ ho risposto, ma in fin dei conti non ero più offesa, mi veniva da sorridere per quel suo modo di fare.

‘Si, ma lei non sa fare i pompini come te….’ ha risposto a sua volta, strizzandomi l’occhio. E io sono scoppiata a ridere, dicendogli che era un vero porco.

Un attimo dopo il suo uccello era nella mia bocca, si vede che avevo una voglia arretrata, non so, ho cominciato a giocare con la lingua, a pompare veloce, ad accelerare il movimento con le dita e poi rallentare di colpo, lui mugolava, implorava quasi, diceva che ero fantastica. E io ho sentito che la mia eccitazione cresceva, mi sentivo tremare per il piacere, a un tratto ho goduto di colpo ma non ho smesso nemmeno allora di succhiare, ero completamente partita, sentivo che ormai tutte le fibre del corpo di Gianni erano sul punto di esplodere e che il suo piacere dipendeva totalmente da me, dalla mia bocca, dalla mia voglia.

Più tardi Gianni mi ha detto che sono andata avanti per quasi venti minuti, come se volessi tormentarlo, con dei sussulti e degli scatti, rallentando e riprendendo, mentre lui sussurrava frasi di una tenerezza inaudita, complimenti per la mia bravura, parolacce. Lo sperma che é schizzato mi ha bagnato il viso e la camicetta, sembrava non finisse più.

Riprendendo a guidare e a portarmi in direzione della scuola Gianni ha chiesto cosa volevo fare.

‘Non lo so… penso che con Teresa prima o poi farò la pace…ma Michele no, é un bamboccio viziato, non ho nessuna intenzione di far parte del vostro gruppo….’

‘E io? Vuoi che ci vediamo da soli?”

L’ho guardato dritto negli occhi e ho fatto una sparata, per vedere come reagiva. ‘ Ma tu non hai un amico da presentarmi? ‘ Certo é rimasto sorpreso, ha fatto una specie di smorfia. Ma poi si é messo a ridere. Ha taciuto un attimo, come se dovesse pensarci su. Ha osservato che sono minorenne e posso mettere nei guai un uomo adulto. ‘Se é per questo, anche Teresa lo é…’

‘Si, ma non la presento mica ad altri uomini della mia età…. forse non ti rendi conto dei guai che potresti farmi passare….’ ‘Uffa… ma non devi aver paura, non vado certo a raccontarlo ai miei….’ A un certo punto ha detto di sì, che ci avrebbe pensato e mi avrebbe fatto sapere. Così, quando sono arrivata a scuola ero finalmente contenta, anzi ero così contenta che ho sorriso a Teresa e le ho fatto un gesto d’affetto, non le sembrava vero, si é subito riavvicinata. ‘ Pace?’ ha chiesto, io ho fatto cenno di sì e poi le ho detto all’orecchio: ‘ Per festeggiare, più tardi mi leccherai la fica per due ore di fila, voglio venire dieci volte….’.La porca é stata di parola, ha fatto tutto quello che le ho chiesto, affermando che quello che prova con me é qualcosa di speciale.
Domenica 24 Aprile

Gianni é stato di parola e mi ha portato a casa di un suo amico, uno più giovane, sui quaranta, di quelli ricchi che si vede a prima vista, dal tipo di casa che hanno e da come si comportano, come se gli altri dovessero sempre obbedire ai suoi ordini. E infatti, dopo pochi minuti che parlavamo e aveva offerto da bere facendo il gentiluomo, Alessandro ha acceso il videoregistratore e ha cominciato a farmi guardare una cassetta porno. Io non ne avevo mai visto, ha avuto su di me un effetto straordinario, ero tutta accaldata e seguivo con eccitazione una scena molto forte: una ragazza che veniva presa e assalita da tre uomini mascherati, che la denudavano e cominciavano subito a darsi da fare. Lei certo aveva iniziato a protestare e a dire di no ma uno dei tre si era chinato fra le sue cosce strappandole gli slip e aveva cominciato a leccarle la fica, così si capiva che lei si era di colpo ammorbidita e non aveva più fatto resistenza. Tanto più che gli altri due a quel punto avevano cominciato a maltrattarla, uno le strizzava forte i capezzoli, li tirava, li allungava, li tritava con le dita e perfino li mordeva; l’altro poi le aveva messo una palla in bocca per farla tacere, una pallina rossa tenuta con delle cinghia. E le aveva legato i polsi con una catenella, in pratica la donna era una specie di schiava prigioniera, ormai obbligata a subire qualunque cosa. Infatti era comparso un frustino che la colpiva sulle tette, proprio sui capezzoli mentre lei mugolava di dolore, e poi la frusta aveva colpito la fica, le labbra vaginali, perfino il grilletto, ripreso in primo piano mentre era preso a frustate. ‘Lo faresti anche tu? ‘ mi ha detto a quel punto Alessandro. ‘Che c’entra, lei é legata e imbavagliata, é costretta a fare quelle cose….’ ho risposto.

‘Se é per questo, posso legarti e imbavagliarti anche io…’ ha risposto lui, io ho capito che la situazione si stava facendo intrigante e ho fatto uno scatto, dicendo ‘ no, ti prego….’ ma lui si é avvicinato. Io ho guardato verso Gianni, che però rimaneva fermo più a distanza. ‘Sei pronta a obbedire, a fare tutto quello che vogliamo… altrimenti…’ ha detto Alessandro, tirando fuori a sorpresa un paio di manette. ‘Non mi fare male, ti prego…’ ho sussurrato, ma sono stata io stessa, quasi in segno di sfida, a tendere le braccia verso di lui in modo da farmi imprigionare dalle manette. Sullo schermo adesso era pazzesco, la donna stava facendo godere tutti e tre, uno le aveva infilato la mano intera nella fica e spingeva con forza, l’altro le aveva messo delle pinzette sui capezzoli e le tirava di continuo, il terzo la scopava in bocca senza tregua, sempre più forte, uno spettacolo sconvolgente. Poi é toccato a me. In qualche modo mi vergogno a scrivere su questo diario le cose che mi hanno fatto, e non vorrei che qualche altro potesse leggerle. Penserebbe di me che sono una masochista: non sapevo nemmeno io che potesse piacermi tanto essere maltrattata, strattonata, con il cazzo che mi viene sbattuto sul viso e sulle tette come se fosse un manganello, con il grilletto che mi brucia perché viene morso e succhiato, fino a farmi gridare. E quando mi hanno inculata, prima Alessandro e poi Gianni, é stato più forte di quella volta con il mio parente, mi son sentita penetrare con rabbia, con violenza,con la bocca tappata da un secondo cazzo, senza poter quasi respirare.

Sono stati attenti comunque a non lasciare nessun segno. E alla fine Gianni mi ha abbracciato, quasi volesse coccolarmi tra le sue braccia per farsi perdonare. L’avevo chiesto io, era stata una sfida e una provocazione, ma non sapevo che mi sarebbe piaciuto davvvero e che si potesse arrivare a tanto. Io ho avuto almeno sei orgasmi, ero sfinita, a un certo punto avrei voluto chiudere gli occhi e addormentarmi. Poi Gianni mi ha riportata verso casa in silenzio, si vedeva che era imbarazzato, non osava chiedermi niente. ‘Mi é piaciuto molto…. davvero, sai….’ ho detto io, come per rompere il ghiaccio.

‘Me ne sono accorto….non credevo nemmeno io, sai, avevo parlato con Alessandro ed eravamo d’accordo, ma solo sul piano generale, non c’era niente di preciso nei dettagli….La sua violenza mi ha stordito, avrei voluto fermarlo, dire a te di andare via….’ ha detto allora, tutto d’un fiato.

‘Va bene, ci credo…. non vi denuncerò per stupro, stai tranquillo….’ ho risposto allora, cercando di sdrammatizzare. Ma anche io ho capito che quel che era successo era davvero diverso, troppo speciale, e che non sarebbe stato più come prima. Giovedì 28 Aprile

Ho ripensato a lungo a quel che mi é successo, poi ho deciso in qualche modo di cancellarlo dalla mente, di non pensarci più. Perché altrimenti é come una droga, una cosa che ti entra nel sangue e rivela il tuo vizio, il tuo bisogno segreto. Ho telefonato a Gianni, si sentiva che era ancora nervoso e preoccupato anche se cercava di non farlo capire. E ho deciso comunque che non racconterò a nessuno questa mia esperienza. E’ stato tutto troppo veloce, credo. Meno di tre mesi fa ero al primo amore e al primo bacio, adesso mi sembra di avere battuto ogni record. Mentre la mia vita é sempre la stessa, esteriormente sono la ragazzina di famiglia, alle prime armi, ancora verginella. E in fin dei conti lo sono davvero, mi diverto a ridere e scherzare con le mie coetanee, mi piacciono i fusti e i ragazzi bellini, probabilmente però non sarei più capace di prendere una cotta come succede alle adolescenti, dentro di me so che qualcosa é cambiato. E so anche che devo stare attenta, le ho lette anche io le storie di quelle che finiscono nel gorgo, o per la droga o perché qualcuno le prostituisce. Quando se ne parla sembrano dei casi limite, ma a me sembra di esserci passata vicino, di aver capito che in fondo non é difficile ritrovarsi, senza nemmeno sapere come, nel giro pericoloso. Se raccontassi a qualcuno, ad esempio a mia madre, quel che ho vissuto, mi guarderebbero come una malata o una sfortunata oppure come una viziosa. Questo si, mi piace fare sesso, é davvero il mio vizio. Ma credo di aver capito che devo anche tenere per me la cosa, permettermi di esplodere e di volare quando sono sicura di poter rientrare, non farmi travolgere dal mio stesso desiderio. E non essere oggetto, strumento, non essere un pezzo di carne, come si dice tra donne, anche se può piacermi in particolari momenti e può farmi eccitare in un modo pazzesco.

Martedì 2 Maggio

Mi viene da ridere. Mia madre ha fatto in modo che conoscessi il figlio di una sua amica, un ragazzo di vent’anni che si chiama Nico ed é anche simpatico. Naturalmente é timido e imbranato, le due mamme si devono essere messe d’accordo con la scusa di una festicciola. Perché se mamma mi avesse proposto ufficialmente di conoscere un ragazzo sa bene che le avrei detto di no e l’avrei mandata a quel paese. Così invece é stato quasi una cena di famiglia, poi Nico mi ha fatto fare una passeggiata in macchina e abbiamo parlato del più e del meno. Mi ha detto che non sa bene come si fa con le ragazze e io gli ho risposto che non é né brutto né scemo e nemmeno lebbroso, sicché dovrebbe smetterla di preoccuparsi. Insomma, gli ho detto di sì quando ha chiesto se poteva telefonarmi, se potevamo uscire. La mamma é contenta, cerca di sapere e di indagare con discrezione. Per me é stata una ventata d’aria fresca, un modo per cambiare ambiente. Alla faccia delle vicende di poco tempo fa, del mio ragazzo che non si fa più vivo, di Gianni che evita chiaramente di prendere la metropolitana per incontrarmi.

Venerdì 5 Maggio

Il primo bacio a Nico gliel’ho dato praticamente io, ancora non con la lingua, ma nei prossimi giorni vedremo. E l’ho preso per mano, passeggiando teneramente. Non mi sembra vero. In pratica ormai ci vediamo tutti i giorni, mi telefona, usciamo. Oggi é passato a scuola a prendermi e così lo hanno visto anche le mie compagne, risate, commenti di invidia, domandine. Penso che da domani sarò bersagliata dalla curiosità di turno, ma so già come rispondere.

Nico é brusco, a volte sembra parlare da solo, poi é anche goffo nel suo tentativo di lasciarsi andare, di dire qualcosa di carino. Io lo faccio parlare dell’università, dei suoi studi, degli esami, non é che siano argomenti molto forti, ma vedo che ha capito che si può, che io ho fiducia. E sto cominciando a raccontargli qualcosa di me, ma per sommi capi, non gli ho detto niente delle mie esperienze, ho solo accennato ridendo al fatto che certe mie amiche sono delle vere troie. E le ho parlato di Teresa, per incuriosirlo un poco. Del resto lei ormai non resisteva più dalla voglia di conoscerlo e se io l’avessi messa del tutto da parte, sarebbe capace di vendicarsi, di fare pettegolezzi. Le ho fatto capire che stavolta sono innamorata sul serio e che lei può tenersi il mio caro Michele e leccargli il culo quanto vuole. Ma lei vuole lesbicare, é tornata alla carica più di una volta, vorrebbe che tornassi a studiare da lei, mi confessa che si fa i ditalini pensando a me.

‘E Gianni? ‘ ho chiesto, cercando di indagare. Si, lei ogni tanto lo cerca ma sembra che lui sfugga, non si fa trovare a telefono, parla poco, ogni volta inventa qualcosa. ‘Secondo me sua moglie ha scoperto qualcosa e lui é preoccupato…’. Sua moglie? Non credo proprio. Teresa a volte é un pochino tarda, ma non sapendo nulla di quel che é successo, non può tirare a indovinare. Le ho chiesto se si trova bene con Michele e lei ha fatto una smorfia, poi mi ha detto sottovoce, come se fosse una cosa davvero speciale, che lui é sempre innamorato di me e non si dà pace. ‘Però il buco del culo se lo fa sempre leccare’ ho risposto acida. ‘Oh, si… almeno un pompino a giorno….’ ha replicato Teresa, stizzita, come se volesse vantarsi e spararla grossa. Ma comunque fa capire che a lei va bene così e non crede molto alle lacrime di coccodrillo di Michele nei miei confronti.
Domenica 7 Maggio

Nuovi baci, gli ho infilato la lingua in bocca, poco per volta ha cominciato a rispondere. Ho preso le sue mani e le ho posate sul mio seno, non si é tolto, ha provato dolcemente a strusciarsi, a carezzarmi, ha fatto dei ghirigori con le dita sopra il maglione, nel punto dei capezzoli. Un brivido di piacere. Ho fatto finta di niente e ho posato la mano sul suo gonfiore, senza fare niente. Siamo stati così, abbracciati, io avrei voluto tirargli fuori dai pantaloni il cazzo ma ho evitato. Sarà per una prossima volta. Intanto ha detto che é innnamorato e io gli ho risposto la verità, che non so bene e mi piace molto stare con lui, meglio conoscersi più da vicino, frequentarsi. Mia madre é raggiante, si vede che per lei ormai la cosa é fatta, evita di fare domande, mi chiede solo se va bene e se esco con Nico. Mio padre fa finta di niente, forse é geloso perché per lui é la prima volta, non so bene cosa stia provando, sta imparando che son donna e sono cresciuta anche se sono sempre una ragazzina ai suoi occhi. In verità Nico é davvero affettuoso. Io so di dovergli riconoscenza e cerco soprattutto di non strumentalizzarlo, di non approfittare della sua cotta per me, di farne un’amicizia intima, di aiutarlo a crescere insieme a me. Forse mi sto innamorando a mia volta, anche se non é quella cosa languida e forsennata che sentivo con Michele.

Mercoledì 1′ Maggio

Sorpresa. Zio Mimmo é passato a Milano per ragioni di lavoro. Si é guardato bene dal chiamare i miei genitori, in compenso ha cercato me, proponendo che andassi a trovarlo al suo albergo. E ogni proposito di buona intenzione legato al mio amore con Nico é andato a farsi benedire. Mi é bastato sentire la sua voce di porco per ricordarmi dell’avventura precedente e accettare subito, senza problemi. Certo che, essendo minorenne, se lo zio avesse deciso di portarmi in un motel avrei avuto dei guai, ma lui era in un comodo albergo di lusso e io mi son fatta coraggio, son passata dalla portineria e ho chiesto del dottor Nicotri presentandomi apertamente come sua nipote. Una citofonata e via, può salire, via libera, chi oserebbe pensar male di una nipotina che va a trovare lo zio?

Lui ha subito richiuso la porta e ha detto che aveva solo un’ora di tempo. Mi ha chiesto notizie dei miei, ma si vedeva lontano un miglio che non gliene importava niente, ha detto che più tardi avrebbe telefonato per salutare e per scusarsi di non poter passare a far visita, visti gli improrogabili impegni di lavoro. Il tempo per me lo aveva trovato. ‘Spogliarello, come l’altra volta…..’ ho detto io, mentre lui accendeva la radio cercando un programma musicale. Era deliziato del mio comportamento. ‘Sei sempre vergine?’ ha chiesto, cominciando a spogliarsi a sua volta. ‘Beh, si….’ ho risposto, sapendo bene che non era il caso di cominciare a spiegare per filo e per segno le mie cose.

‘Peccato, però… perché io, dopo avertela leccata, avevo fatto un pensierino su quello che poteva ricevere la tua fichetta….’ ha commentato, cominciando a inginocchiarsi e a sistemarsi proprio bene, per infilare la lingua tra le cosce e cercare subito di leccarmi. ‘Chiamalo cazzo… non chiamarlo ‘quello’…. ‘ ho sospirato, cominciando a sospirare di piacere nel sentire la sua lingua che vibrava. ‘ Quello lo voglio lo stesso, lo sai bene…’

‘E dove lo vuoi, porcellina….dimmelo….’ ha mugolato slinguandomi.

‘Lo voglio in bocca, si, te lo voglio succhiare….’ ‘E nel culo, nel culo lo vuoi?’ ha detto lui, sembrava che giocassimo a mosca cieca.

‘Certo che lo voglio….e lo voglio sentire fino in fondo’ ho risposto ancora, stando al gioco. Lo zio intanto aveva preso a impastare le mie tette, a strizzarmi i capezzoli, sbavando e grufolando di piacere. ‘Sai cos’é una spagnola?’ ha detto a quel punto, dopo avermi fatta sdraiare sul letto. Non ha cercato in alcun modo di spiegarmelo, sicuro com’era che io sapessi tutto in fatto di sesso o comunque fossi pronta per una conoscenza diretta e pratica. Si é proprio seduto sul mio ventre, si é avvicinato, ha spinto il suo uccello tra le tette e le ha richiuse per avvinghiare meglio il membro, poi ha dato altre spinte e ha preso a muoversi come se stesse davvero scopando con le mie tette. Il suo glande viola e gonfio si ergeva minaccioso, arrivava a strofinare le mie labbra, era chiaro che dovevo tirar fuori la lingua e completare l’opera. Di colpo intanto una sua mano si é piazzata tra le mie cosce, ha aperto bruscamente le labbra della fica, del resto illanguidite e insalivate dal suo leccamento, cercando il bottoncino e toccandolo. Ho avuto uno scatto. ‘Dai, fatti da sola un ditalino mentre ti scopo in bocca’ ha detto il porco, dandomi subito il via. Infatti si é piazzato meglio, a distanza ravvicinata, ha spinto l’uccello nella mia bocca e ha cominciato a strusciarsi sulla lingua mentre io ho obbedito e ho cercato con le mie dita il clitoride, strizzandomi.

Lo zio porco si é proprio sistemato per bene, ha cercato con le braccia di poggiare sul cuscino, mi ha penetrato la bocca con una spinta che mi ha tolto un attimo il respiro. Meno male che poi si é tirato indietro e ha cominciato a muoversi più lentamente, io dovevo risucchiarlo, aprire al massimo le labbra, farlo scivolare fino alle tonsille, smetterla di respirare un secondo, poi riprendere fiato, rincorrerlo con la lingua mentre si tirava indietro e intanto sgrillettarmi come una pazza. Forse c’era davvero qualcosa di acrobatico in tutto questo gran da fare, lo so, era una gara da perfezionisti, io dovevo mettercela tutta, ma mi divertiva un sacco e poi la mia fica sbrodava tutta per l’eccitazione. Sono venuta così, al solo pensiero della porcata che facevo, ho pensato ‘ ora gli lecco il culo, gli infilo la lingua nel buco’ e probabilmente l’avrei fatto, ma il solo pensiero é bastato ad elettrizzarmi fino all’orgasmo, costringendomi a perdere il ritmo, a non avere più i movimenti regolari, a rischio quasi di soffocare.

Meno male che lo zio porco mi ha fatto girare di colpo e, una volta messa a pancia in giù, mi ha sollevato il culetto di quel tanto che voleva. Non ha avuto scrupoli, ha passato per un attimo il suo cazzo tra le labbra della fica per inumidirlo, lo ha tirato fuori, ha preso la mira e ha centrato a primo colpo il buchetto, infilando subito quel tanto che gli serviva a cantare vittoria.

‘Piano, piano, non farmi male….’ ho detto, ma sapevo tra me che quella nuova violenza mi turbava, spingendomi a reagire e a dilatare il mio buco da sola pur di farmi violentare e che il ricordo di altri momenti in cui dolore e piacere si erano mescolati mi aveva già rivelato le mie tendenze. Avrei dovuto dirgli in realtà di farmi male, di incularmi forte, senza ritegno. Ma non avevo l’abitudine e il coraggio per dirlo, la confidenza. Certo però lo zio porco se ne accorgeva da solo, inoltre aveva già visto che avevo ripreso a masturbarmi e che da sola mi ero infilata due dita nella fica. ‘Vergine tu? Secondo me ti sei sfondata da sola….’ ha detto lui. ‘Porco zio! ‘ ho pensato fra me, comprendendo che quasi sicuramente aveva ragione lui e che avrei dovuto controllare,anche se forse non era proprio il caso di farlo sul momento.

Intanto l’inculatore maledetto ha preso gusto e trovato il suo ritmo, cominciando a comportarsi come un trapano elettrico che buca il burro, per me era un lago di piacere e non sentivo altro che nuovi colpi, spinte, pizzicotti che intanto colpivano i capezzoli tormentandoli. ‘Si, strizzami forte i capezzoli, più forte che puoi….’ ho mugolato, in preda a un secondo orgasmo del tutto irrefrenabile. E il porco zio ha sborrato anche lui, ha dato un grido, una spinta più forte, poi si é sistemato ed irrigidito, in preda alle contrazioni dell’eiaculazione, immobile.

‘Rimani così, non ti muovere….’ ha detto, senza tirarsi indietro. Non ci voleva molto per capire, oramai ero rotta al suo gioco, ma il piacere mentale era più forte di me e mi spingeva a parlare. ‘Cosa vuoi farmi? Porco zio, porco zio, lo so che cosa vuoi… tu vorresti pisciarmi nel culo, non é vero? E non ce la fai perché ti rimane duro….’ ho detto, sarcastica ed eccitata al tempo stesso. Era vero. ‘Zitta, sta ferma… adesso si ammoscia….’ ha detto ancora lo zio, senza muoversi di un millimetro dalla sua posizione troneggiante. Il cazzo era ancora tutto dentro e non si tirava fuori, ma certo cominciava ad ammorbidirsi, lo sentivo lentamente.

‘Ecco, si…. ancora un poco e ce la faccio….’ ha detto lui, concentrandosi. Certo non riuscivo a vedere il suo viso. ‘Si, forza, pisciami in culo, zietto porco, fallo davvero, ecco….ahh, la sento, la sento, é calda, mi brucia… é gialla….’ ho cominciato a dire, ed ero fuori di me, in preda a una specie di delirio erotico. Più la cosa si involgariva e si imbastardiva e più la mia mente entrava in tilt, provocando nuove risonanze erotiche, un susseguirsi di orgasmi, di languori, di strappi.

‘Sei fantastica, sei un mostro… qualcosa di speciale….’ ha detto, dopo qualche minuto. E di nuovo mi son sentita strana. Io non mi sento in colpa ma credo che gli altri uomini mi guardino con un misto di attrazione e di disprezzo, come se prima si fossero impegnati a dissacrare la mia pretesa purezza e poi si pentano del male fatto, in cerca di un confessore che possa assolvere una lussuria che son pronti a rinnovare mentalmente. Adesso, a freddo, lo zio Mimmo col suo modo di fare e le sue volgarità si rivela quello che già sapevo, uno stronzo di prima categoria. Ma se lo sapevo perché comunque mi basta il richiamo della foresta, il suo ghigno da maschio bruto e coglione, a turbarmi fino all’eccitazione. Prendi la clava! Si, deve essere qualcosa del genere, anche se mi viene da ridere..
Mercoledì 1′ maggio

La mia storia d’amore con Nico continua. E a me piace. Naturalmente non sa nulla del mio incontro con lo zio e non ho nessuna intenzione di raccontarglielo. E’ un lato della mia vita, credo che si possa parlare del lato segreto. Quello che ho imparato a tenere per me, visto che appena ho cominciato ad aprirmi e a lasciarmi andare é successo che Michele mi ha guardato male e si é ingelosito, la mia amica mi ha tradito, gli altri uomini mi hanno considerato come un oggetto. Come se infine una debba pagare un prezzo per il proprio piacere, quello di essere giudicata una troia e di doversi comportare di conseguenza, tanto ormai ci sei e tutti si aspettano che continui su questa strada. Nico é tenero, affettuoso, sta cominciando anche a lasciarsi andare dal punto di vista dei sentimenti e della sessualità, mia madre é contenta così, io ho trovato il ‘fidanzato’.

Forse dovrei sentirmi in colpa. Ho letto poi da qualche parte che questa specie di doppia vita, con la donna per bene e la puttana, é stato per secoli il comportamento tipico del maschio, che sa da sempre separare il sentimento e il sesso. Ma non accetta, se non a parole, che una donna faccia lo stesso. Se io dico all’uomo che amo che vado a letto con un altro per il solo divertimento sessuale, mi dice subito che non si può o che sono una troia. Se lo fa lui, visto che quando lo fa non c’entra niente l’amore, allora tutto é a posto. Credo sia sbagliato assumere a mia volta queste regole, io non ci credo, ma é una specie di difesa, un calcolo, qualcosa che mi viene richiesto dagli altri per non avere rotte le palle e per non essere condannata come una maniaca sessuale o maltrattata.

Domenica 14 Maggio

Oggi ho fatto la grande scena, dopo averci pensato un po’. Ho chiamato mia madre e le ho detto che secondo me era arrivato il momento, volevo che mi accompagnasse da un ginecologo e mi facesse prescrivere la pillola antifecondativa. Naturalmente prima lei é diventata di tutti i colori, non si aspettava tanto, poi mi ha chiesto se io ero già, si, insomma, se avevo fatto l’amore con Nico. E quando le ho detto di no e che però ormai sentivo che il momento si avvicinava e volevo essere pronta, si é illuminata, ha sorriso, ha annuito. E infine si é commossa, dicendo che era giusto, che lei era d’accordo e che ai suoi tempi aveva sempre sperato di educare i figli in questo modo. Anche papà sarebbe stato d’accordo, lui é un sessantottino, figuriamoci. Naturalmente lo avrebbe preparato lei, con le dovute cautele, perché si sa che gli uomini, anche quelli più aperti, sono un pochino conservatori. E mi ha strizzato l’occhio, in segno di complicità. Cara mamma, meno male, meglio così. Certo se leggessi questo diario ti prenderebbe un colpo, ma poi sono sicura che cominceresti a ragionarci anche tu e che capiresti, perché dalle cose che mi hai detto ho capito che ne hai passate di cotte e di crude anche tu, che pure dici di essere di una generazione che voleva cambiare il mondo e ha fatto tanti casini e tante esperienze, spesso sbagliate.

Insomma, d’accordo fra noi. Non devo dire niente a Nico, lei intanto mi prende l’appuntamento e mi accompagna, poi si vedrà.

A Nico però qualcosa ho detto, per fargli capire che sarebbe ora che si desse una mossa anche lui. Ho inventato i soliti problemi delle donne, tanto lui che ne sa, e insomma forse sarebbe bene che prendessi la pillola per regolarizzare il ciclo. Così, scherzando, gli ho detto che se avessi cominciato a prendere la pillola, avremmo potuto approfittarne anche noi. E lui ha tardato un attimo prima di capire, poi ha detto a voce bassa ‘ dici davvero?’, e ho sentito che già l’idea gli piaceva, anche se non aveva osato forse nemmeno pensarci fino a oggi.

Domenica 21 Maggio

E’ fatta. Visita medica ( una donna, naturalmente, per avere più tranquillità e meno problemi), mia madre che parla, poi le discussioni e quasi le spiegazioni da parte della dottoressa, poi la prescrizione, con l’avviso di stare attenta alle prime reazioni, che forse il dosaggio non é quello giusto e va modificato.

Da due giorni prendo la pillola, é ancora presto per capire se ci sono disturbi e complicazioni di qualunque tipo ma per la verità mi sento benissimo.

A Nico ho raccontato ogni cosa e poi é cominciato il giochino: ormai lo tira fuori da solo e gli faccio le seghe, lui ha imparato a pastrugnarmi, adesso é anche arrivato al primo dito nella fica. Le cose promettono bene, devo solo avere pazienza e incoraggiarlo.

Devo proprio farlo con lui la prima volta? Da un lato penso che forse si accorgerebbe di qualcosa, anche se questa storia della verginità e dell’imene mi sembra stupida e ha ragione mio zio quando diceva che probabilmente a quest’ora me lo sono rotto da sola a furia di ditalini, inculate e penetrazioni.

Dall’altro credo che sarebbe romantico ma forse anche stupido, perché di sicuro lui é in rodaggio e deve ancora imparare, avrà i problemi di tanti altri e forse avrà un poco di eiaculazione precoce. Insomma, bello si ma forse anche poco piacevole, una specie di piacevole inganno per educarlo e spingerlo a darsi da fare. Uno dovrebbe arrivare a queste scelte con una esperienza già maturata, una pratica di piacere già conosciuta, una conoscenza del proprio corpo e dell’altrui, in caso contrario dice davvero ‘ tutto qui?’ e ci rimane con l’amaro in bocca, con la convinzione che sia una cazzata.

Lunedì 29 Maggio

Ho fatto il grande salto, anche se so bene che si trattava di un fatto simbolico e non di una svolta realmente significativa. Nico si é procurato un appartamento da un amico, io ho inventato coi miei la scusa di una gita domenicale e siamo stati invece tutto un giorno per i fatti nostri. Nudi, a sentire musica, abbracciati. Ho voluto anche io che si trattasse di una cosa romantica, sapendo che le prime volte sarei stata una specie di cavia a disposizione, un primo esercizio di allenamento per le capacità del mio ragazzo. Che comunque ha conquistato scioltezza e naturalità nelle emozioni, specialmente per il fatto che siamo rimasti nudi tutto il giorno e la vista del mio corpo, il bisogno di esplorare, toccare, carezzare é stato forte e continuo. Ho voluto che lui arrivasse a penetrarmi la prima volta dopo più di un’ora che procedevamo con i nostri giochini , lui era più che teso, eccitatissimo, ma almeno non é venuto in trenta secondi come pensavo, é rimasto un poco sulle sue, rigide, cercando di muoversi poco per volta, io l’ho abbracciato e gli ho detto di lasciarsi andare. Ho goduto insieme a lui, mentre eiaculava dentro di me, non c’é stato alcun motivo per fingere, prima mi ero fatta masturbare a lungo, mi aveva succhiato le tette e perfino infilato la lingua nella fica per un primo gioco. Insomma io ero allegra ed eccitata, ho scoperto di essere una che si commuove e che crede nei rituali magici della prima volta. Anche per Nico, lo so, é stato bello, ci siamo messi poi nella vasca da bagno piena di acqua calda, riprendendo le carezze e lui si é di nuovo eccitato. Non so alla fine della giornata quante volte ha goduto, io gliel’ho succhiato e l’ho fatto godere in bocca, lui ha restituito il piacere, abbiamo fatto sessantanove uno sull’altra e al termine della giornata lui era fuori di sé, giurava eterno amore e fedeltà. Anche a me é sembrato bello, poi del resto questa storia della verginità l’abbiamo ridimensionata noi stessi, io gli ho spiegato che davvero tante donne hanno già l’imene rotto per via di piccoli incidenti, che tutta questa storia del sangue e del dolore é vera solo in parte, non era una scusa per giustificarmi, é vero, io non ho sentito altro che alcune fitte dolorose all’inizio, ho notato inoltre che davvero lui alla fine aveva il cazzo arrossato, un pochino sporco di sangue raggrumato. E poi io son venuta lo stesso, nonostante si dica che per tante donne la fatidica ‘prima volta’ succede di non sentire niente o quasi, di provare perfino fastidio e dolore. Ma va, in questi ultimi quattro mesi ne ho avuto di storie, di incontri, di esperienze, vien voglia di dire che in fondo ero già alla cinquantesima volta, altro che la prima!

Venerdì 2 Giugno

Ho letto in questi giorni un divertente libretto di Raymond Queneau che racconta, in forma di diario, le prime esperienze di una ragazzina di nome Sally nella Francia del primo novecento. Un libro carino, spassoso, in cui viene presa in giro l’ingenuità della candida fanciulla: su una nave, mentre c’é una tempesta un signore dietro di lei le dice ‘ tenga duro!’ e lei si appoggia a lui e si ritrova a impugnare un cazzo morbido e duro al tempo stesso. Invece alla fine del diario, quando parte per il viaggio di nozze col giovan sposo un pochino tonto, la scena si ripete, il temporale, lui che le dice ‘ Tieni duro!’ e lei che si gira ma non si trova più – come con lo sconosciuto iniziale- un cazzo in mano. No, il marito la sorregge e basta. E Sally commenta che si rese conto da quel momento che il matrimonio sarebbe stato una cosa rassicurante e sessualmente noiosa. Mi ha lasciato divertita e inquieta questa storia: perché io sono un pochino la nuova Sally di questa fine secolo, a Milano anziché a Parigi, più giovane ma molto meno sognatrice, più disinibita e molto meno ingenua, ma non vorrei finire come lei a proposito del matrimonio e della noia. Nico é carino e molto tenero, io so di amarlo, ma continuo a ridere tra me quando penso alla scena del ‘tener duro’, in fin dei conti avrebbe potuto succedere a me in metropolitana con il mio sconosciuto di allora, che il duro me lo mise in mano assai presto dandomi un primo passaggio in auto. E quasi quasi ( ieri l’ho finalmente visto in metropolitana, saluti e abbracci, anche se un pochino impacciati, con l’accordo di risentirci) penso che tornerò a incontrarlo domani o nei prossimi giorni. In quattro mesi la mia vita si é accelerata di colpo e adesso mi sembra di capire meglio come va il mondo. Credo proprio che riuscirò a tener duro.

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