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Racconti Erotici Etero

Tiziana (parte terza) il nuovo giorno

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La notte passò veloce e i sogni si rincorrevano nella mia mente, non ricordavo bene se ciò che mi era successo era un sogno o meno. Mi risvegliai felice, riposata, avevo fame..mi lavai e feci per vestirmi quando d’un tratto ricordai l’ultimo messaggio’vestiti come sei adesso’ero titubante, non sapevo che fare..accesi il telefono e prontamente arrivo un altro messaggio..stesso mittente..

Buongiorno Troia

Vestiti come sai e va dal parrucchiere

Devi farti bionda

Ero impaurita ma non potevo non farlo..ancora adesso non capisco il motivo, rimisi il vestitino corto senza intimo con dei collant color carne..uscii di corsa recandomi dal parrucchiere chiedendo un giorno di permesso al direttore del mio ufficio dove lavoravo part time da qualche mese. Tenni strette le cosce cosicché dallo specchio nessuno potesse notare il mio segreto..sentivo i capezzoli duri e non sapevo perché stessi ubbidendo ad una voce che non conoscevo..ma in fondo la cosa iniziava a piacermi..

Dopo due ore fui pronta..i miei capelli scuri erano stati sostituiti da un taglio scalato e capelli biondi..misi addosso il cappotto e uscii per passare dall’università..studiavo architettura ed ero fuori corso ormai da due anni..

Camminavo tranquilla quando il telefono suono e la solita voce tuono sicura’

Brava puttana’

Tieni aperto quel cappotto..

Devono saperlo tutti cosa sei..

Lo feci

Urlò’

Ieri avevi le calze??

Risposi di no

A allora perché le hai messe!!

Siediti in una panchina nel parco di fronte a te e toglile

Ma non nasconderti..

Mi avviai’

Bene’quella panchina va bene

Risposi titubante:’ ma ci sono gli spazzini qui vicino!’

Lei:’Meglio..’

Chiuse..

Mi sedetti e con fare circospetto tirai giù le calze stando attenta a non mostrare niente..sentivo lo stesso gli sguardi addosso anche se non so se mi stessero guardando..non avevo il coraggio di constatare..mi vergognavo, misi le calze in borsa e mi alzai tenendo aperto il cappotto. Sentivo l’aria inondare il mio corpo e mi sentivo nuda, umiliata e troia.

Mi recai verso la fermata per prendere il pulman per l’università..quando un messaggio mi fece sussultare ancora..cosa voleva ancora da me? Chi era?

Siediti alla fermata e accavalla bene le cosce..

Mostrale a tutti troia

Ero di nuovo in preda ai suoi voleri, incapace di reagire..eseguii..avevo lo sguardo basso ma so che agli occhi dei passanti e dei conducenti delle auto sembravo una puttana..infatti un ragazzo mi abbordo..

Come ti chiami?

Tiziana

Sei carina sai?

Io arrossita’grazie

Ti va di prendere un caff&egrave?

Io dissi di no..

Arrivo il pulman ma non mi mollava

Mi preoccupava..ma un messaggio aumento la preoccupazione

Troia’sei sua per due ore.

Non fiatare e va dove vuole portarti

Scesimi insieme e vedevo con la coda degli occhi che mi seguiva e quindi mi fermai, mi voltai e lo guardai negli occhi dicendo..

‘Cosa vuoi da me?’

Lui:’ solo offrirti un caff&egrave’

Ok..ma poi mi lasci in pace

Lui:’ va bene’

Ci incamminammo verso un bar e lo sentivo vicino, sentivo i miei fianchi sfiorare i suoi, sentivo il suo sguardo affondare nel cappotto e seguire i tratti del mio corpo..appena sotto il piccolo strato che lo nascondeva..

Entrammo e mi tolse da cavaliere il cappotto e resta preda degli sguardi dei clienti del bar, mi sedetti mostrando le cosce che comunque non avrei potuto coprire e parlammo..mi guardava ovunque e addosso avevo un misto si sensazioni tra paura a eccitazione..le ore passarono in fretta e gli dissi che dovevo andare’ma mi accarezzo la coscia..e continuò a salire..ma lo sbloccai..io non volevo farlo! Gli diedi un sonoro ceffone e uscii sbattendo la porta e mi incamminai verso una fermata ma sentivo i suoi passi..e come se non bastasse suonò in telefono..

Fermati troia

Entra ne vicolo alla tua sinistra e mettiti a faccia contro il muro

Togli il cappotto, tira su la gonna e aspettalo!

Lo feci senza fiatare spinta da una forza oscura.. e ben presto lo sentii in me..a suggellare la mia resa..la mia umiliazione..ormai non sarebbe più stato come prima. Urlai ma nessuno poteva sentirmi, gli avevo ormai dato una parte che segnava il mio cambiamento, il mio culetto era profanato e niente lo avrebbe reso come prima..mi venne sul sedere e se ne andò lasciandomi sola e umiliata..ma la voce torno a farsi sentire tramite il telefono..

Troia..

Non pulirti..

Tira gli la gonna e completa la tua giornata..

Ci sentiamo stasera’

To be continued..

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