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Racconti Erotici Etero

Tradire #7

By 8 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

I suoi occhi non si staccano da me, tanto che ho pensato d’aver qualcosa fuori posto: una calza smagliata, il trucco sbavato sulle labbra o un qualsiasi altro sconosciuto dettaglio del mio abbigliamento. Poi mi sono accorta che quegli occhi sono fissi sulle mie gambe e non si perdono il minimo movimento. Inizialmente un lieve senso d’imbarazzo mi spinge a serrarle e vinco a stento l’istinto di sistemarmi meglio la gonna che ora mi pare davvero troppo corta. Qui, nel vivo della festa, nel mezzo di tutti gli altri invitati, quegli occhi sono davvero imbarazzanti e temo che qualcuno noti quello sguardo irriverente puntato su di me; decido allora un diversivo. Mi alzo per dirigermi al tavolo delle bevande, mi lascio servire da un disponibilissimo attempato e galante signore che attende al varco ogni giovane donna per intavolare futili discorsi; lo scarico con un sorriso e mi sposto cercando di cogliere dove sono quegli occhi adesso. Stanno sempre su di me, puntati nella metà inferiore del mio corpo, mi domando cosa sta osservando e mi accorgo a chi appartengono quegli occhi. Curioso il fatto che sino ad ora non mi sia accorta di chi stava dietro quello sguardo: non male il ragazzo!
Mi avvicino a lui e torno a sedermi tra le amiche, questa volta mi sistemo in modo che le gambe siano dirette verso di lui e le accavallo lentamente, mentre sbircio la sua espressione. Gradualmente il senso d’imbarazzo svanisce vinto dalla mia perversa voglia di giocare con i sensi e, istintivamente, inizio a muovermi in modo da mostrargli sempre meglio ciò che sta ammirando. Distendo le gambe, le raccolgo, le divarico leggermente per richiuderle dimenandomi sulla sedia in modo da far salire la gonna; poco alla volta.
‘Si’, penso notando il suo sguardo quasi stupito, ‘ho le autoreggenti!’
Le amiche non si accorgono del mio gioco o se hanno intuito qualcosa fingono di ignorarlo, non mi aspettavo altro da loro!
Finalmente l’attenzione di tutti i presenti è attratta in un’altra zona, forse qualcuno sta per suonare qualcosa o sta per essere servito un nuovo rinfresco. Non m’interessa, quegli occhi sono sempre lì a pochi metri da me fissi sulle mie gambe, anzi ora dovrei dire tra le mie gambe!
Lascio allontanare la gente e mi alzo voluttuosa dalla sedia, fingendo indifferenze mi porto dinanzi a quegli occhi. Come mi fermo dinanzi a lui il suo sguardo si solleva verso il mio, due occhi verdi mi fissano.

– Mi stai guardando le gambe? ‘ domando con il miglior tono casuale che mi riesce.

Lui non risponde subito, ma le guance si tingono di rosso.

– Ti va di versarmi da bere? ‘ domando mostrandogli il bicchiere vuoto che ho in mano.

M’incammino verso il tavolo di servizio, non sono certa che lui mi stia seguendo, ma non posso voltarmi per accertarmene. Il mio gioco crollerebbe’ anche se non so ancora bene quale sia il mio gioco.
Ferma dinanzi alla fila di bottiglie fingo interesse per le varie etichette; il tempo pare fermarsi, dilatarsi, mentre lo attendo. Poi la sua voce, una bella voce calda:

– Cosa desideri?
– Quello! ‘ indico un bianco secco vivace.

Lui con mano ferma mi versa il vino nel bicchiere colmandolo. Belle mani, osservo.

– Tu non bevi nulla? ‘ domando
– Ti seguo. ‘ la sua voce si sta facendo meno incerta.

Attendo che anche il suo bicchiere sia colmo poi mostro il mio a lui invitandolo ad un silenzioso brindisi. Beviamo qualche sorso in silenzio, mentre ci osserviamo a vicenda.

– Non mi hai risposto’ – inizio ‘ Mi stavi guardando le gambe?

Inizialmente imbarazzato volge lo sguardo altrove, poi annuisce.

– Perché? ‘ domando con un tono leggermente malizioso.
– Mi piacciono! ‘ ammette lui
– Davvero?
– Sì!
– ‘ e hai ammirato solo queste? ‘ domando abbassando gli occhi sulle gambe che ora sono leggermente divaricate.
– No! ‘ il ragazzo sta prendendo sicurezza.
– Cosa?
– Beh’ – tentenna lui
– Cosa? ‘ insisto.
– Tutto il resto’
– Tutto il resto è troppo generico, dimmi quale parte di me osservavi con tanto interesse’ avanti!

La mia voce si è abbassata di almeno una tonalità; ora è calda, morbida e sensuale. è proprio il suono della mia stessa voce a farmi capire che il ragazzo mi piace.

– Il sedere! ‘ ammette lui
– Ti piace? ‘ domando voltandomi per mostrarglielo meglio
– Sì!
– Versami ancora da bere’ e versane anche a te. ‘ cerco in questo modo di smorzare la tensione che si sta creando tra noi.

Lui esegue e n’approfitto per osservarlo meglio. Davvero niente male!
Appena mi porge il bicchiere nuovamente colmo attendo che lui lo porti alle labbra poi domando a bruciapelo:

– E a cosa pensavi mentre mi guardavi con tanto interesse?

Il vino gli va di traverso, reazione scontata.
‘Prendi fiato e rispondi sinceramente, te la sto servendo su di un piatto d’argento!’ penso mentre lui cerca il modo di non far notare quanto la domanda diretta lo abbia messo in difficoltà.
Tace, allora mi porto tra lui ed il tavolo. Mi appoggio al ripiano e mi bilancio con la mano sinistra. Il movimento fa aprire la giacchetta leggera che copre il top trasparente e aderente che ho sotto.

– A cosa pensavi? ‘ insito.
– Sei una donna bella e desiderabile’ – confessa
– Desiderabile’ – mormoro rimuginando sul termine.
– Sì! ‘ sottolinea lui.
– Sii sincero’ non hai pensato questo! ‘ lo stuzzico
– Beh’ no! ‘ finalmente ride e mi piace il suono della sua risata.
– Ecco’ allora dimmi realmente cosa hai pensato.
– Le tue gambe non stimolano di certo pensieri casti!
– ‘ e il mio sedere?
– Ancor peggio!

Sordido maliziosa, finalmente si è sbloccato.
Intorno a noi il vuoto, siamo soli dinanzi al tavolo delle bevande.

– Quindi mi guardavi desiderandomi?
– Sì, lo ammetto’ puoi mollarmi una sberla, la merito!
– Perché? ‘ domando sorridente ‘ Mi hai appena fatto un complimento!

Beviamo un lungo sorso dai bicchieri svuotandoli.

– Mi vuoi?

Deglutisce, quindi ammette:

– Mi piaci!
– Ti piace anche il resto o solo le mie gambe?
– Tutto!
– Le mie labbra?
– Sì!
– Dove le vorresti?
– Non lo immagini?
– Dimmelo!
– Sul mio’
– ‘ e poi? ‘ domando eccitata
– Quello che vuoi?
– Dimmelo!
– Ti scoperei!
– Ora?
– Anche adesso!

Ripongo il bicchiere sul tavolo lentamente concedendomi il tempo di guardarmi intorno. Conosco bene il parco di quella villa.

– Adesso allora! ‘ gli sussurro in un orecchio.

Lui si allontana un passo da me e mi fissa.

– Tu’ tu sei’ sposata?
– Sì, ma la fedeltà non è la mia dote migliore’ questo ti crea imbarazzo?
– No, non credo! ‘ risponde dopo un istante.
– Vieni! ‘ lo invito a seguirmi mentre mi avvio lungo un sentiero che porta lontano dal centro della festa.

Cammino incerta sui tacchi lungo il vialetto di ghiaia che porta in un luogo appartato tra gli alberi circondato da discreti cespugli in fiore dove una comoda panca in legno promette riposanti pomeriggi al freso o’.

– Vieni qui!

La mia voce non riesce a nascondere la mia eccitazione.

– Baciami!

Mentre pronuncio questo invito mi avvinghio a lui e porto le labbra contro le sue, mentre si uniscono spingo il corpo contro il suo, lascio che il mio peso gravi completamente su di lui che mi trattiene senza cedere. Colgo in questa stabilità la forza del suo corpo e nella stretta della mano che ho sulla schiena la sicurezza, mi piace sentirlo così. Mi stimola la forza che sento e mi eccita quella mano che mi trattiene contro di lui. Spingo il pube contro il suo, mi dimeno dolcemente e percepisco contro di me la pressione di un qualcosa che sta crescendo.
Mi vuole!
Il nostro bacio è un concentrato di passione, non ci concede il tempo di respirare. Ma perché respirare in un momento come questo?
La mano, quella mano forte e decisa scivola dalla schiena verso il sedere, si apre sui glutei poi mi afferra sino a sollevarmi.
Sospiro staccandomi da lui, i miei occhi devono brillare come i suoi in questo momento.

– Mi vuoi? ‘ domando ancora.
– Non si vede!
– Voglio sentirmelo dire! ‘ ammetto mettendo nelle sue mani una mia debolezza.

Lui mi toglie la giacca e la ripone delicatamente sulla panca, mi guarda, ammira il seno e i fianchi mentre vi poggia entrambe le mani per attirarmi contro il suo corpo. Avvicina il viso, lo pone tra i miei capelli e sussurra:

– Ti voglio’ ti voglio godere!
– Sono tua! ‘ bisbiglio di rimando anche se so di mentire.

Con le labbra dischiuse cerco la sua bocca, le nostre lingue s’incontrano prima delle labbra mentre la mia mano scende sino alla patta dei calzoni e qui scopre un sesso duro, pronto.
Mi divincolo per voltarmi e tornare a spingermi contro di lui. Il mio sedere preme sul suo sesso, lo sento attraverso i vestiti spingere come se volesse strapparli per avermi.

– Toccami! ‘ Lo prego mentre sollevo la gonna.

Le mani, quelle mani forti, scendono lungo il mio corpo. Raggiungono la gonna passano oltre. Sfiorano le gambe che tanto ha guardato, le divaricano leggermente per posarsi sulle mutandine.
Fremo di desiderio, voglio quelle mani sulla pelle.
Non devo pregarlo; le dita scostano il tessuto leggero del mio intimo poi si posano sulla pelle morbida della vagina, divaricano le labbra e scivolano tra esse. Lui mormora un apprezzamento volgare scoprendomi così bagnata, mi piace!
Mi lascio toccare come meglio crede. La mano sulla vagina mi costringe a premere il sedere contro il suo sesso.
Ora lo voglio davvero!

– Dimmi che hai un profilattico’ ti prego! ‘ lo imploro.
– Non esco mai senza! ‘ riconosce lui.
– Perché ti capita spesso di trovare donne come me? ‘ domando maliziosa godendo nella sua mano
– No. Perché sogno sempre di incontrarne una’

Sorrido e mi spingo lontano da lui. Torno a voltarmi per fissarlo negli occhi mentre penso che sa dire le frasi giuste.
Un veloce bacio e inizio a scendere quasi sulle ginocchia, presto attenzione a non posarle in terra rimanendo accucciata sui talloni. Ho la patta dei calzoni dinanzi al viso e ripetendo quei gesti che oramai conosco alla perfezione lo spoglio.
Il suo pene rimane praticamente verticale dinanzi a me, lo ammiro per un istante prima di poggiare la mano sopra l’asta.

– Sì’ mi vuoi’ – osservo.

Lui tace. Percepisco la sua tensione.
La mia mano cinge il pene, scopre il glande.
Sollevo lo sguardo verso il suo mentre avvicino le labbra: mi guarda!
Poggio le labbra sul glande e le dischiudo mentre lo ingoio, poi è il turno della lingua.
Lui freme, geme e mormora complimenti che non ascolto.
Lo faccio godere e lo sento nella mano che lo stringe e sulla lingua.
Ci metto tutta me stessa, voglio farlo impazzire anche a costo di sprecare una così bella erezione. Il suo piacere è contagioso, la sua eccitazione spinge la mia a crescere mentre le labbra scorrono l’asta. Quando lo sento vicino al limite rallento, centellino gli stimoli. Mi limito a leccarlo languidamente sul glande.

– Ti prego’ fermati! ‘ rantola lui.
– Perché? ‘ domando con le labbra poggiate sulla sua pelle sensibile.
– Sei troppo brava’ non ti resisto!

Trattengo il pene orizzontale con la mano aperta sopra e lascio scorrere la lingua lungo tutto il lato inferiore dell’asta, sino ai testicoli. Apro gli occhi e vedo i suoi fissi sul mio viso mentre torno verso l’apice del suo sesso per riprenderlo sino in gola.
Succhiando con forza lo lascio uscire, poi torno ad ingoiarlo. Ripeto questa sequenza sin che le sue mani mi bloccano.

– Non resisto più’ – ammette
– Lasciati andare’ ti prego!

Il suono della mia voce eccita persino me.
Lui mi fissa negli occhi mentre spingo la lingua sotto al glande alla ricerca del suo punto più sensibile.
Sento che si trattiene, il suo corpo è teso allo spasmo. Come prima con le labbra poggiate sotto al glande lo imploro:

– Lasciati andare’ godi!
Sospiro sotto l’asta senza smettere di leccarla, devo essere uno spettacolo davvero eccitante per lui e la cosa mi eccita.
Lo ingoio ancora succhiandolo e, tenendolo tra le labbra, faccio scorrere la lingua sul glande; come se baciassi la sua lingua.
Sento il suo sapore.
Lo lascio uscire e fissandolo mi limito a leccarlo lentamente, dolcemente, esattamente nel punto in cui lo sento vibrare di più. Implacabile!
Il suo corpo si tende, il respiro perde ogni coerenza. Spinge in avanti il bacino e rantola.
Sento il seme arrivare lungo l’asta del pene, lo colgo con il palmo della mano che lo cinge. Il tempo di aprire le bocca per ingoiarlo e il primo lungo fiotto mi colpisce sul viso. Appena richiudo le labbra intorno al pene succhio con forza a tempo con le sue contrazioni, risucchio il seme che arriva aspirandolo avidamente. Bevo tutto il suo piacere trattenendolo anche quando lui vorrebbe ritrarsi.
So che ora è molto sensibile e lo bacio dolcemente sul glande per poi continuare a leccarlo piano. Colgo ancora uno spasmo di piacere e prontamente lo riprendo tra le labbra per succhiare.
Lui si regge a stento in piedi ora, quindi mi allontano e gli indico la panca.
Appena riesce raggiungerla mi richiama a sé, con gli occhi lucidi mi fissa poi prende il suo fazzoletto e ripulisce quel poco di sperma che ho sul volto.
I movimenti della mano sono simili ad una carezza.

– Perché? ‘ domanda con la voce rotta dal piacere.
– Questo è solo un anticipo di cui tu mi renderai tutto’ – rispondo.

Il suo sguardo interrogativo mi fa sorridere.

– Accompagnami a casa’ con te voglio farlo su di un letto, non su questa panca.
– Ma’
– Non c’è nessuno in questi giorni, ho la casa tutta per me’ Non mi dirai che avevi altri impegni per questa sera?
– No’ No, assolutamente!
– Ne ero certa!

Concludo con questa frase e mi rialzo per sistemarmi la gonna e indossare la giacca.

– Portami a casa…! ‘ sussurro.

Lui mi parla durante il breve tragitto, mi copre di complimenti. Esalta il mio corpo, la mia figura e la mia abilità nel donare piacere ad un uomo. Esprime il suo desiderio e ringrazia ancora il fato che ci ha fatti incontrare.
In realtà non lo sto ascoltando. Dovrei sentirmi gratificata dalle sue parole, esaltata. Ma queste passano senza lasciare traccia in me, sono scontate. Non vi colgo alcuna differenza nelle frasi che altri uomini mi hanno detto e sono certa che lui le direbbe a qualsiasi altra donna al mio posto.
Mi sta portando verso il mio letto per scopare con me, per cercare ancora una volta il piacere nel mio corpo e, spero, per darne anche a me. Niente di magico in tutto questo se non il semplice desiderio di provare piacere, se non una forte e micidiale attrazione chimica.
Lui mi vuole ed io, questa notte, voglio lui.
Lo voglio dentro.
Sono tentata di pregarlo di tacere spiegandogli il reale valore che le sue parole hanno per me, mi rendo conto però che per lui hanno valore. Un significato simbolico d’esaltazione di quella che crede una sua conquista.

Varcata lo spingo verso il letto.
Non parlo, mi limiti a fissarlo negli occhi.
Mentre si spoglia lo osservo allo specchio, quindi inizio levare anche i miei vestiti. Tengo solo le calze addosso, le autoreggenti nere che lo hanno attirato e che ho indossato proprio per questo motivo.

– Sei pronto? ‘ domando senza voltarmi.
– Vieni qui’!

Mi volto e lo sguardo cade immediatamente sul suo pube e sul pene eretto.

– Cosa è questa volta’ le calze o il mio corpo nudo ad eccitarti? ‘ domando mentre mi avvicino
– Sei tu’ tutta.
– Metti il profilattico!

Lo incito mentre penso: ‘le mie labbra le hai già avute, ora tocca a te farmi sentire qualcosa’
Lui srotola il lattice sull’asta durissima, quindi tiene il pene ritto con la mano e mi sorride. Salgo sul letto e carponi mi porto sopra di lui. Poggio il seno sul pene e mi struscio salendo verso il viso.
Lo bacio ancora, questa volta però è il mio pube nudo che struscia sul pene, poco alla volta porto la vagina verso il glande, divarico di più le gambe e sussurro al suo orecchio:

– Mettimelo dentro!

Sento la mano scendere verso il pene, la sento sollevarlo per guidarlo mentre spinge in alto il bacino, lo sento strusciare tra le labbra e quindi entrare. Mi penetra lentamente, quasi timidamente.

– Spingi! ‘ lo incito

Lui solleva ancora di più il bacino e mi entra completamente dentro.

– Sììì!!! ‘ mormoro.

Sollevo la schiena ed inizio a muovermi su di lui.
Le mani si portano sui fianchi e cercano di guidarmi nella cavalcata, poi rinunciano e cercano il seno.
Mi muovo ispirata. Ho voglia.
Lo sento bene dentro di me nonostante la forte eccitazione, nonostante lui continui a parlare lodando il mio corpo e come lo so muovere.
Chiudo gli occhi e mi concentro su ciò che sento: sulle sue mani e sul suo sesso dentro di me. Lo ascolto scorrere, godo nel comprendere quando sia dentro il ventre e mi contraggo con forza per coglierne ogni dettaglio.
Un mi sospiro di piacere lo eleva dal ruolo passivo che ha tenuto sino a questo momento.

– Ti vengo sopra? ‘ domanda incerto.
– Pensi di riuscire a sbattermi come piace a me? ‘ domando

Mi chino su di lui e poggio le mani sul cuscino a fianco della testa, sollevo il sedere e continuo:

– Fammi sentire’ dai!

Lui raccoglie le gambe e solleva il pube, si spinge dentro e prende a muoversi veloce, impetuoso, quasi violento.

– Così! ‘ gemo ‘ Continua’ così!

Il suo sesso scorre veloce dentro di me, scivola sugli umori della vagita dilatata dal desiderio e quasi non lo sento. So che questa monta è inefficace per tutti e due ma serve a scaricare la tensione.
Quando rallenta torno eretta con la schiena e mi adagio su di lui tenendolo tutto dentro. Mi limito ad orbitare il pube fissandolo negli occhi.

– Ora cambiamo! ‘ annuncio

Senza dire altro mi sollevo sino a farlo uscire e mi volto.
Calo su di lui volgendogli la schiena. Afferro il pene e me lo guido dentro.
In questa posizione lo sento meglio.
Inizio a muovermi ancora più ispirata, ancora più sensuale. Recitando la mia parte.
Tengo gli occhi chiusi e la testa reclinata all’indietro sospirando ogni volta che calo a prenderlo completamente dentro.
Cerco di ricordare dov’è la telecamera e mi volgo a lei.
Lui sospira dietro di me, geme, m’incita con le parole.
La mia mano scende verso il clitoride e dolcemente due dita lo stimolano lentamente mentre mi muovo.
Lo sento incitarmi a godere, come se mi servisse il suo invito a farlo.
Lo sento tenere il mio ritmo e spingere quando scendo.
Sento il suo sesso premere in fondo al ventre e rimpiango di non conoscerlo al punto di portelo fare senza precauzioni con lui.
Godo ed il desiderio di sentirlo venire dentro cresce al punto di divenire un ossessione, ed è proprio in preda a questo pensiero che raggiungo un devastante orgasmo.
Il corpo non risponde più alla mia volontà.
Godo ed il piacere mi fa inarcare e muovere su di lui come un’ossessa. Lo voglio sentire sempre più a fondo, sempre più dentro. Voglio che mi faccia male in questo momento.
Poi il piacere scema e crollo sdraiata su di lui che ancora spinge, ancora mi cerca.

– Vieni! ‘ lo imploro.

Sono esausta, languidamente distrutta.
Lo sento ritrarre il pene dal mio corpo e divincolarsi sotto di me.
Mi ritrovo stesa sulla schiena con le gambe divaricate e lui dinanzi a me sulle ginocchia.

– Come vuoi godermi? ‘ domando

Lui non parla ma si sfila il profilattico e si porta sopra il mio seno con il pene gonfio tra le mani. Immagino voglia ancora le mie labbra e sollevo il viso ma lui mi ferma.

– Posso?

Non comprendo subito la sua domanda, poi noto la mano che si muove sul pene.

– Bagnami! ‘ lo prego con un sospiro.

La mano inizia a muoversi veloce sul pene, sempre più veloce. Lui inspira a fondo riempiendosi i polmoni poi espira e viene spruzzandomi di seme il seno.
Il mio primo pensiero è stato proprio rivolto a quel seme sprecato sulla mia pelle piuttosto che dentro il mio corpo, ma la sua espressione mi ripaga quando comprendo d’aver realizzato un suo sogno.

– Vuoi fartene un’altra per venirmi addosso? ‘ domando maliziosa
– Se potessi’ lo farei! ‘ ammette lui ‘ Lo sai che ho appena realizzato un sogno?
– L’ho capito dalla tua espressione, puoi rifarlo quando vuoi!

Lui mi fissa stupito mentre scivolo via dal letto.
Dopo esserci lavati insieme sotto la doccia, dopo una lunga serie di baci sotto l’acqua corrente lui sta per uscire dalla mia vita.
So cosa sta per chiedermi sull’uscio, il suo sguardo l’ho già visto troppe volte su troppi uomini.

– Ti rivedrò?

La tentazione è quella di dare la solita risposta, ma i suoi occhi, la sua voce e i ricordi di questo amplesso. Rivedo il suo sguardo quando gli ho consentito di venire sul mio seno, rivedo i suoi occhi fissi sulle mie gambe’ risento la sua voce quando l’ho fatto godere nel parco e sento ancora il suo pene dentro di me, a come si muoveva’ a come mi riempiva.

– Forse’ – mi avvicino a lui, sono nuda ‘ Devo sapere sin dove sei disposto ad arrivare con me’ devo scoprire quali sono i tuoi limiti’ devo capire se comprendi il mio gioco’
– Cosa intendi? ‘domanda lui
– Non ora’ Mi faro viva io’ credimi!

Sono sola ora, stesa sul letto sfatto completamente nuda che mi godo il residuo languore.
Lentamente distendo il braccio e cerco il cellulare sul comodino, avvio una chiamata e attendo:

– Ciao amore! Sai cosa mi è successo oggi?
– Racconta! ‘ la voce all’altro capo mi fa rabbrividire di nuova eccitazione.
– Allora’ ero alla festa di compleanno di Lisa e’ noto uno che continua a fissare le mie gambe. Senza tregua, te lo assicuro’ Come cosa indossavo?
La gonna grigia corta e le calze’ poi quel toppino aderente che mi hai regalato lo scorso mese e’. Sì, vado avanti.
Questo fissava sempre le gambe e’ non solo le ginocchia non so se’ allora sono andata davanti a lui e””””

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