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TRASGRESSIONE IN BARCA ( segue Trasgressione in ufficio 1/2/3/4)

By 13 Dicembre 2024No Comments

Mentre seduta alla mia scrivania succhiavo con libidine l’uccello al sig. Gianni, (uno dei miei due titolari che ogni giorno lavorativo mi chiavavano o si facevano spompinare sia da soli che insieme) mi disse: – “Questo Week end andiamo a Savona per festeggiare l’acquisto della barca ci vuoi venire?”
Avevo il suo cazzo in bocca e capivo che stava quasi per eiaculare, così presi tempo e prima di rispondere gli frullai la lingua sulla cappella, sapevo che questo lo faceva impazzire, infatti cominciò a venirmi in bocca, così pilotai il suo uccello tra le tette, strofinandolo sui capezzoli mentre finiva di sborrare abbondantemente

La barca era il Riva Super Venere, (un mega yacht) i VIP si dilettano di chiamarli così, “la barca”, come nulla fosse. Erano mesi che ne sentivo parlare e la cosa mi intrigava parecchio, così finii di ingoiare golosamente le ultime gocce di sperma e gli risposi
– “Ci devo pensare, ma chi ci sarà a bordo?”.
:-“Se sei preoccupata per la tua castità stai tranquilla, ci saranno le nostre mogli e qualche ospite, oltre al comandante e un marinaio. Quindi faremo una piccola crociera e stapperemo un po’ di Champagne, insomma niente sesso, non ti preoccupare.”
:-Veramente il sesso non mi ha mai preoccupata, anzi tutt’altro, quando si parte? Risposi.

Era circa mezzogiorno, quando il taxi (offerto dalla ditta) mi scaricava nel porto di Savona. Proprio davanti alla passerella del “GIOGIA” l’acronimo dei due proprietari Giorgio e Gianni. La barca vista da vicino era semplicemente impressionante, 24 metri di lusso sfrenato. Grande, gialla e blu, la coperta in mogano, gli ottoni lucidi, veramente splendida, era uno spettacolo da vedere.
Un marinaio giovane, atletico e abbronzato, con calzoncini e maglietta bianca con la scritta Giogia, vedendomi indecisa, mi disse con un sorriso
: – “E’ la signorina Monica vero? Avanti si accomodi, venga.”
Così un po’ traballante sui miei tacchi 12, che avevo indossato per l’occasione, avanzai sulla passerella, ma quando feci per mettere piede sullo yacht, il marinaio lanciò un urlo, così dallo spavento misi il piede male e sarei caduta in mare se il ragazzo non mi avesse acchiappato al volo, solo che così facendo la mia camicetta si spalancò completamente mettendo in bella mostra le mie tette e poiché indossavo un reggiseno a balconcino anche i capezzoli svettavano impertinenti davanti al viso del mio soccorritore, che continuava a tenermi abbracciata mentre non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso.
Gli chiesi spaventata: – “Ma che cazzo hai da gridare?” e lui (sempre fissandomi il seno) :-“Mi scusi, ma non si sale su una barca con i tacchi a spillo, se no il comandante mi uccide”. : -“Bene! allora cosa mi devo mettere?” “Niente, può stare a piedi nudi poi le darò dei Pamperos, di corda”.
Mentre mi toglievo le scarpe inavvertitamente mi appoggiai a lui con il sedere sentendo che ce lo aveva già duro così pensai, beh il tipo non è niente male, chissà se durante la crociera ci scapperà una sveltina. Altro che sveltina! Ne successero veramente di tutti i colori.

Evidentemente ero stata la prima ad arrivare, poco dopo arrivò il Conte che portava sulla sua Jaguar tre passeggeri, erano degli Iraniani che commerciavano con gli architetti importando tappeti orientali, mi era capitato casualmente di vederli nei nostri uffici, ma non avevo mai avuto nessun contatto.
Il più anziano era; bassotto, grassoccio, pelato con la barba lunga, vestito come un facchino, ma con quattro anelli di diamanti sulle dita della mano destra e un Rolex Daytona d’oro massiccio al polso. Ad accompagnarlo due uomini alti dall’aspetto imponente, ma quello che colpiva maggiormente era la somiglianza, erano praticamente identici, (infatti come seppi dopo erano gemelli) leggermente scuri di carnagione, con i capelli ricci nerissimi, come gli occhi. Eleganti, trasudavano energia ma incutevano soggezione, decisamente affascinanti. Erano le guardie del corpo del vecchio che malgrado l’aspetto trasandato e sudaticcio, era in realtà un Boss che gestiva tutto il traffico di tappeti persiani con l’Italia.

Il signor Gianni arrivò solo nel primo pomeriggio insieme ad una tizia dall’aria un po’ svampita ma con un fisico da pornostar. Capelli rossi e ondulati che le arrivavano fino al fondoschiena, un vestito fuxia che le sembrava dipinto addosso tanto che il seno sembrava dovesse farlo scoppiare, camminava ondeggiando un bel culo a mandolino e sorrideva a tutti come se mezza dozzina di paparazzi la stessero fotografando.
Prima di affrontare la passerella si abbassò per togliersi le scarpette (che sembravano dei trampoli), così facendo tette e culo risaltarono al meglio. La zoccola evidentemente era abituata alle barche di lusso. Quando poi il signor Gianni la presentò a tutti come “Daiana, la mia signora”. Mi fu subito antipatica, conoscevo bene la moglie e non era certo la “pornostar” che si era portato dietro, ecco perché lo stronzo a me aveva mandato un taxi.

Nel pomeriggio noi due “signore” (il Conte mi aveva presentata anche lui come la “Sua signora”), mentre puntavamo verso la Corsica ci sdraiammo, sui materassini a prendere il sole sul ponte.
La zoccola rossa, noncurante degli sguardi dei gemelli, si mise completamente nuda, poi chiamò il marinaio chiedendogli di spalmarle l’olio abbronzante dappertutto, cosa che il ragazzo fece volentieri e con molta dedizione, soprattutto impegnandosi sulle tette, sul fondoschiena ed in particolare tra le cosce. Io indossavo un mini-bikini brasiliano. Praticamente una stringa che mi passava attraverso il sedere, un triangolino di stoffa copriva a malapena la vagina e due francobolli sui capezzoli, era più arrapante che se fossi stata nuda, l’olio me lo spalmai da sola, molto lentamente, su tutto il corpo. tanto che finii per eccitarmi, mentre gli occhi dei due gemelli, che si erano messi a torso nudo mostrando una muscolatura eccezionale, mi scaldavano più dei raggi del sole.
Intanto il marinaio ormai aveva perso ogni ritegno, aveva infilato indice e medio nella figa del troione, mentre con il pollice le titillava la clitoride.
Lei gli aveva infilato una mano nei calzoncini e ne aveva estratto un cazzo niente male e lo stava masturbando allegramente.
I gemelli li ignoravano, parevano concentrati solo sulle mie chiappe, mentre mi ero messa supina per abbronzare anche la schiena. Intanto la pornostar e il marinaio facevano un fantastico 69, si leccavano e succhiavano con passione, a mezzo metro da me, per l’eccitazione finii per spararmi un ditalino con tutte e due le mani e mentre godevo, vidi che anche i due al mio fianco stavano venendo, lei con due dita del ragazzo ficcati nel culo, sussultando spruzzava succo di fica e lui la inondava di sperma, sulle labbra e sulle mammelle. Io mi voltai verso i due bronzi di Riace, aprii le cosce mostrandogli bene il mio boschetto così venni copiosamente sollecitandomi la clitoride e strizzandomi i capezzoli.

E finalmente arrivò l’ora di cena intanto avevamo attraccato in un porticciolo privato riservato esclusivamente ai Vip nell’isola di Cavallò.
La cena a base di frutti di mare e pescato del giorno era veramente squisita, le bottiglie di Cristal millesimato non si contavano. Anche il comandante (un bel uomo brizzolate ed elegante nella sua candida divisa) si era aggiunto alla combriccola.
Arrivati al cognac ormai mi girava la testa. Nel frattempo lo stronzo (ormai Gianni lo chiamavo così) disse alla “Pornostar”,
:-“Amore perché non mostri ai nostri ospiti come sei brava a ballare”.

Certo che era brava, era una ballerina di Lap Dance che il sig. Gianni aveva conosciuto all’Extasià, il miglior locale del genere di Milano. Daiana sembrava non aspettasse altro, partì una musica sensuale e lei ondeggiando a ritmo cominciò lentamente a spogliarsi. Mentre gli uomini metà sbronzi e metà arrapati se la mangiavano con gli occhi. Io ero seduta tra i due gemelli che con la massima nonchalance mi avevano messo in mano i loro cazzi, di notevoli dimensioni. Ormai avevo capito perfettamente come sarebbe finita la serata e io non ero certo la verginella che si sarebbe tirata indietro.

Daiana stava strusciando le sue tette sula faccia del Boss, ma lui la allontanò con un gesto di stizza, era un voyeur, gli interessava solo vedere cosa stava succedendo tra me e i suoi bodyguard.
Guardai verso il Conte, il quale mi fece capire con un gesto di proseguire liberamente, così mi sedetti sul tavolo e aprii le gambe, uno dei gemelli approfittò subito per infilarmi il cazzinfiga, che era già bagnata, l’altro, salì sul tavolo di modo che tutti ci potessero vedere e con un colpo secco mi strappò la chemise e il reggiseno, ficcandomi senza complimenti l’uccello in bocca, io lo accolsi tra le labbra con un urletto di eccitazione e iniziai a leccargli la cappella con la lingua, mentre la mia vagina veniva massacrata dal “mandingo” numero uno senza misericordia. La puttanissima (non che io lo fossi da meno, ma certamente avevo assai più classe) non sapendo che cazzi pigliare, ormai nuda si era messa a cavalcioni sul discreto bastone del comandante che intanto gli ciucciava le tette libidinosamente.
Gli architetti, soddisfatti si godevano lo spettacolo trasgressivo, ovviamente la cosa era premeditata per combinare qualche grosso affare con l’Iraniano, mentre il vecchio sbavando si menava con foga un cazzetto molliccio, era chiaro che il guardone seminpotente si immedesimava nelle sue poderose guardie del corpo e si illudeva di scoparmi al posto loro.

Oramai la lussuria stava arrivando al culmine. I due magnifici “Bronzi di Riace” dopo avermi sborrato abbondantemente sia nella vagina che in bocca, si erano dati il cambio e mentre uno mi chiavava l’altro mi aveva sfondato il culo (che era ancora vergine e mi fece un po’ male) non solo non lo avevo mai preso in quel posto, ma neppure ero mai stata montata contemporaneamente da due grosse minchie, una in fica, l’altra nell’ano…. Ho avuto un orgasmo violento quando ho sentito due cazzi di notevole spessore dentro di me che hanno iniziato a pomparmi ben sincronizzati.
Ragazze se non lo avete mai fatto provateci! non perdetevi questa esperienza. Non avevo mai goduto tanto in vita mia, ma non era ancora finita.
Il marinaio, che fino a quel momento fungeva solo da cameriere, eccitato dalla scena, pensò bene di partecipare e visto che i miei due buchi erano già occupati mi ficcò il suo pene in bocca, io lo accolsi con piacere, succhiandolo appassionatamente.
Il Conte e il Gianni stufi di masturbarsi da soli, si accostarono e mi misero i cazzi in mano… fantastico! non avevo mai pensato di poter soddisfare cinque cazzi contemporaneamente, e cominciai a segarli.

La libidine mi diede come una scossa elettrica, ero in estasi, mi sembrava di volare, i due gemelli cominciarono ad eiaculare copiosamente, uno mi spruzzava sperma sulla pancia, l’altro invece mi riempiva di sborra il buco del culo. Il marinaio frattanto mi riempiva la bocca, ma il suo seme era troppo e non riuscivo a berlo tutto, che infatti mi colava sulle tette: I miei architetti arrapati, vedendomi così irrorata cominciarono a sborrarmi nelle mani,(poiché non mi ero certo scordata di menargli gli uccelli) poi mi puntarono i loro cazzi sui capezzoli ricoprendoli di sperma bollente.
La trasgressione ormai era arrivata all’apice, mi lasciai travolgere dalla goduria, nel più sconvolgente, fantastico, incredibile, orgasmo della mia vita, godevo e venivo come se non dovessi smettere più.
L a Daiana che stava ancora succhiando l’uccello del comandante, mi guardava con un misto di invidia e di stupore, malgrado avesse certamente preso molti più cazzi di me, probabilmente un’orgia così fantastica non l’aveva mai vissuta…

Continuaaa…

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