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Mi presento, mi chiamo Lavinia e sono del 1960, mi piace il cazzo e devo dire che mi è sempre piaciuto. Nel 1979 avevo 19 anni e per racimolare due soldini mi ero iscritta nelle liste degli scrutatori e fui convocata per le elezioni politiche di quell’anno. Non ero già più vergine, avevo fatto tanti pompini a partire dai 16 anni ed arrivata a 17 dopo un mese che stavo con Marco, mi sverginò con reciproca soddisfazione. Poi Marco passò e, quando andai a fare la scrutatrice, stavo con Alberto.
Quello che vi racconto è un episodio particolare, la prima volta che lo feci in un posto che posso definire senza tema di essere smentita come insolito. Eravamo tutti ragazzi giovani tranne il presidente che era un uomo di poco più di 40 anni, avvocato, ed era un figo da paura.
Nel mio seggio c’era anche una ragazza di un anno più vecchia di me con cui feci subito comunella, anche lei pensava che il nostro presidente fosse un bell’uomo e facevamo amichevolmente a gara ad eseguire le sue indicazioni per farci belle ai suoi occhi. Il giorno dell’apertura del seggio uscii di casa vestita con dei jeans, una maglietta attillata blu ed un paio di scarpe di corda con tacco e zeppa. Sembravo ben più alta del mio metro e sessantacinque ed il mio culetto beneficiava dello slancio risaltando bene nei jeans attillati.
Appena potevo mi muovevo e sculettavo a beneficio del presidente e mi accorsi che l’occhio gli cascava volentieri sul mio didietro.
Facemmo i turni per pranzare ed io riuscii ad infilarmi in quello in cui c’era lui. Nulla di che, andammo a mangiare al bar della scuola che era stato lasciato aperto per venire incontro alle esigenze degli scrutatori. La scuola infatti era un omnicomprensivo con moltissimi seggi. Era inoltre la scuola dove avevo fatto le superiori diplomandomi in ragioneria e conoscevo ogni anfratto.
Pranzando con il presidente avevo fatto la gattina mettendogli la mano sulla gamba vedendolo sussultare ma anche ricambiare, la tensione erotica fra noi due era palpabile e così, alla sera con la chiusura del seggio, avvenne il fattaccio. Con una scusa restammo solo noi due, mi avvicinai a lui e lo abbracciai, lui mi mise subito la lingua in bocca e ci baciammo molto appassionatamente. Mi staccai, lo presi per mano e mi avviai presso lo sgabuzzino delle scope del piano. Era chiuso a chiave ma la serratura era difettosa (lo conoscevo bene essendoci andata più volte a pomiciare con dei ragazzi nel corso degli anni). Entrammo ed in breve eravamo nudi. Mi buttai subito sul suo cazzo che risultò essere il più grande della decina che avevo visto di persona fino a quel giorno. Era già mezzo duro e con poche leccate divenne di marmo quindi lui mi sollevò di peso, mi fece sedere su uno scaffale ed iniziò a slinguarmi la passera con una abilità che non avevo mai riscontrato nei ragazzi che avevano avuto il piacere e la fortuna di averla a disposizione. Inizia a gemere e lui mi mise una mano sulla bocca per evitare che ci scoprissero. Io per tutta risposta inizia a leccagli le dita simulando un pompino alle ultime falangi. Ero un lago e lui se ne accorse, smise di leccarmi, estrasse da una tasca un profilattico, lo calzò e mi scopò mettendomelo dentro con tre colpi iniziando poi a pomparmi ed a baciarmi per soffocare i gemiti reciproci. Durai pochi secondi e venni. Lui se ne accorse ma non smise di pomparmi anzi appena si fu accorto che l’orgasmo era finito, uscì, mi girò e mi prese a pecorina.
Mi pompò con ritmo martellante ed iniziai a provare di nuovo piacere, intanto mi mordicchiava l’orecchio e con una mano mi strizzava i capezzoli provocandomi piacere e dolore al tempo stesso. Poi passò a sgrillettarmi e da lì sentii una vampa di calore salirmi dentro. Un secondo orgasmo strano misto clitorideo e vaginale come non mi era mai capitato fino a quel momento. Venni ancora e lui invece ne aveva ancora.
Fu così che, mentre mi pompava ancora, mi mise due dita in bocca, le leccai e lui le usò per lubrificarmi il buchino posteriore che non avevo mai dato a nessuno. Iniziò a lavoramelo con abilità ed a allargarlo. Non lo avevo mai preso nel culo fino a quel momento e temevo di sentire dolore invece lui, dopo aver rilassato e lavorato il buchetto, appoggiò la cappella e con un colpo secco la infilò poi si fermò.
Nel frattempo mi sussurrava parole forti all’orecchio cosa che mi faceva eccitare di nuovo. Mi diceva che mi avrebbe sfondato il culo e che una troietta come me si meritava un bel completo con tutti i buchi infilati. Quando smise di bruciarmi fui io stessa a spingere il culo indietro eccitata dalle parole e desiderosa di prenderlo tutto dentro. In un paio di minuti le sue palle sbattevano sul mio culo in una gragnuola di colpi mentre mi teneva per i fianchi. Sentii il suo aggeggio gonfiarsi dentro il culo (mai avrei immaginato di avere una sensibilità del genere) ed iniziò a rantolare per il godimento.
Uscì dal mio culo, ci rivestimmo e controllai che non ci fosse nessuno in corridoio. Mi avviai verso l’uscita incrociando una mia ex compagna di classe anche lei scrutatrice ma in un altro seggio e mi raccontò di come le fosse piaciuta l’esperienza e che vedere tanta gente così era stato piacevole. Mi chiese poi cosa ne pensavo e le risposi che era una esperienza che mi sarei portata appresso per tutta la vita. Lei ovviamente non poteva capire e mi divertii molto a giocare sui doppi sensi. Andammo insieme a mangiarci un panino prima di andare a letto dato che il giorno dopo avremmo dovuto essere lì presto.

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