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Racconti Erotici Etero

Tutto per Angela

By 8 Settembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Avete presente quei film che cominciano con uno schianto di ragazza che adesca non proprio il ragazzo più carino del locale, ma quello più imponente e prestante?
Ecco &egrave così che inizia questa storia.
Ero andato in quel bar dopo una pessima giornata. Il mio probabile datore di lavoro mi aveva detto in mattinata che non poteva assumermi dopo aver scoperto che la mia fedina penale era molto più sporca di quello che avevo lasciato credere durante il primo colloquio. Avevo proprio bisogno di quel lavoro date le mie ristrettezze economiche e i miei numerosi debiti con uno dei signori del gioco d’azzardo locali. Proprio per togliermi questi debiti ero stato costretto a lavorare per loro e svolgere certi affari segreti che mi hanno condotto in galera. I legali del signor X avevano trovato il modo di scagionarmi, ma questo aveva aumentato il mio debito nei suoi confronti e mi ero promesso di rigare dritto. E avevo cercato qualche lavoro onesto, ma la mia fedina penale (e l’influenza del signor X) mi impedivano di trovarlo.
La ragazza era entrate nel locale per adescare probabilmente uno come me. Alta, slanciata, longiliena, con un vestito rosso acceso che metteva in risalto i suoi fianchi e il suo seno. Era difficile che non attirasse l’attenzione di quella banda di ubriaconi che si era rintanata nel Charlie’s dopo una pessima giornata. Io generalmente bevevo un paio di birre, difficilmente qualcosa di più pesante, perché anche se l’alcol mi aiuta a dimenticare voglio mantenermi lucido per evitare o cavarmela nel caso in cui si scateni una rissa nel locale, cosa purtroppo frequente.
Lo sguardo di tutti era rivolto a quell’angelo appena entrato e che subito si era messa a guardare in qua e in là trovando con lo sguardo una probabile preda. Greg, decisamente più alto di una spanna rispetto a me, più nerboruto, più potente di me. La ragazza sicuramente non conosceva la pessima nomea di Greg. Un uomo grande, grosso e brutale. Aveva picchiato la sua ex moglie e a causa delle continue percosse era arrivata ad ucciderla. Non che gli piacesse il gentil sesso, ma la sua passione sfociava facilmente nella violenza.
Non so cosa la ragazza stesse dicendo a Greg, ma questi le aveva già dato una pacca sul suo culo generoso e penso proprio che avesse capito solo ora con che tipo di uomo stesse parlando.
Mi alzai e andai verso di loro. Non volevo avere il peso di una ragazza ferita o peggio sulla coscienza. Presi la mano di Greg e lo allontanai del sedere della ragazza.
Per tutta risposta cerco di mollarmi un ceffone in piena faccia, io schivai e contrattaccai con un destro che lo spedì a terra, privo di sensi.
Mi girai verso la ragazza che mi sorrise. Un sorriso ammaliante ed ipnotico cui non seppi resistere. E quando mi disse di chiamarsi Angela, che voleva ringraziarmi, chiedendomi ospitalità per la notte non potei rifiutare.

Non feci in tempo a chiudere la porte della casa che me la ritrovai avvinghiata addotto a me. Le sue labbra sulle mie, la sua lingua alla ricerca della mia. Ne approfittai subito cominciandola a toccare il sedere, mentre i suoi seni strusciavano sul mio petto. La strinsi a me, in modo che sentisse quanto fosse tanta la mia voglia e il mio desiderio per lei. Ci spingemmo, sempre lingua contro lingua, verso la mia camera da letto. Lei sussultò appena quando toccò con le sue gambe il letto. Lasciò il suo abbraccio e con un movimento lento e sensuale si tolse il vestito, restando con la sola biancheria davanti a me. Anche io cercai di togliermi il più velocemente possibile la maglia mentre lei si era già chinata e mi aveva già slacciato i pantaloni. Quando mi tolsi del tutto la maglia lei era già con la mano sul mio cazzo che svettava prepotentemente verso di lei. Senza troppi fronzoli cominciò a lavorare sul glande con la lingua mentre con le mani finiva di spogliarmi, abbassandomi i pantaloni e le mutande. Poi lo prese con la destra e si infilò il glande in bocca comincia a succhiare e poi a fare su e giù con la testa, molto lentamente
Nella mia vita non avevo ricevuto molte attenzioni sotto questa punto di vista. Le poche ragazze che avevo frequentato non sempre erano intenzionate a darmi questo tipo di piacere o lo facevano svogliatamente solo se lo chiedevo.
Le misi una mano sulla testa, ma non forzai alcun suo movimento. Mi sembrava così di poter dettare le regole di un gioco che non era mai stato in mano mia.
Dopo qualche minuto mi chinai per slacciarle il reggiseno, mentre Angela continuava il suo lento su e giù di bocca mentre la sua lingua ballava con il mio glande.
Una volta tolto il reggiseno mi rialzai e Angela se lo tastò con entrambe le mani, strizzando i suoi turgidi capezzoli. Lo spettacolo era davvero eccitante tanto da farmi sembrare che il cazzo si ingrandisse sempre di più dentro la bocca di Angela.
La ragazza si staccò con un sorriso malizioso e mi chiese ‘Ti piacciono?’.
Feci solo un cenno con la testa e subito lei alzò il busto in modo che il suo seno fosse all’altezza del mio pene per poi avvicinarlo e avvolgerlo.
La spagnola era una pratica che mi aveva sempre attirato nei filmati porno, ma che nessuna ragazza aveva mai voluto concedermi. Angela premette con le mani i suoi seni sul mio cazzo, chinò la testa e lasciò scivolare un po’ di saliva in modo da lubrificare al meglio il suo seno asciutto. Poi cominciò un secco su e giù del busto suo mio pene che spariva e compariva in continuazione dalle sue tette, alternato ogni tanto da una rotazione dei seni con le mani.
Misi le mie mani sulle sue e insieme cominciammo a dare il ritmo a quel tipo di masturbazione che mi mandò letteralmente in estasi. Sollevai il capo e rimasi ad occhi chiusi per godermi appieno le sensazioni di quell’atto. Mi misi ad ansimare sempre di più, sempre di più. Ero sicuro che Angela fosse ben conscia che quel trattamento mi stava facendo godere e che ogni secondo di più ero prossimo all’orgasmo, tant’&egrave che ogni volta che sentivo arrivare il punto di non ritorno Angela rallentava il ritmo, prolungando il mio piacere. Ma ci volle comunque poco. Il mio respiro era sempre più affannoso, i miei gemiti sempre più profondi, il mio battito sempre più veloce. Esplosi in un grido strozzato. Uno, due, tre schizzi sul suo mento, potenti e copiosi che scivolarono sulle nostre mani e sull’incavo dei suoi seni imbrattando anche il mio cazzo.
‘Direi proprio che ti piacciono’ disse Angela a quel punto, in riferimento alle sue tette con un sorriso estremamente provocante. Sorrisi anche io, poi la presi in braccio e l’adagia sul letto. Velocemente le tolsi le mutande nere, scoprendo il suo sesso, non depilato ma ben curato e rasato. Avvolsi le sue gambe con le mie braccia per portarmi il suo sesso davanti al viso, e poi ve lo affondai andando a leccare il suo clitoride. Vedevo la sua figa già bella bagnata, probabilmente eccitata dalla situazione che si era creata tra di noi. Succhia il suo clitoride già bello turgico per un po’ poi passai a leccare più in basso. Angela cominciò a gemere incitandomi di continuare. Io davo colpi veloci dal basso verso l’alto e poi feci entrare la mia lingua dentro di lei. Angela mi mise la mano destra sulla testa quasi a volermi impormi di continuare, mentre con la sinistra si toccava il seno ancora imbrattato del mio sperma.
Se c’&egrave una cose che le donne riconoscono di me &egrave la mia capacità di farle godere con la bocca e la lingua, cosa che in effetti eccita molto anche me. Tant’&egrave che il mio amico era già tornato svettante e duro come il marmo. Allungai una mano per andare sull’altro seno e comincia a fare dei lenti movimenti con le dita sul suo capezzolo.
‘Oddio sì, continua… continua’ diceva Angela sempre più calda, sempre più bagnata, sempre più eccitata. Osai solo a quel punto inserirle due dita nella figa che scivolarono dentro con estrema facilità. E mentre con le dita simulavo una penetrazione con la lingua e la bocca mi dedicavo al suo clitoride alternando leccate e succhiate che mandarono in estasi Angela che dopo pochi minuti di quel trattamente venne con un urlo, le sue gambe si strinsero sulla mia testa mentre le mie dita avvertivano tutte le contrazioni del suo orgasmo.
Quando si fu ripresa mi alzai in piedi e la guardai. Era bellissima, una dea nel mio letto soddisfatta della mia prestazione. Con la mano destra presi il mio pene e lo diressi verso il suo ingresso. Lei annuì senza dire alcunché. Entrai facilmente dentro di lei tanto era bagnata, ma scelsi comunque di fare le cose con calma, per godermi appieno quell’atto. Con le prostitute cercavo di essere il più rude e veloce possibile non potendo permettermi prestazioni troppo lunghe, ma quella sera volevo godermi ogni singolo istante. Con le ragazze che riuscivo a convincere a venire a letto con me era immancabile il preservativo (ne tenevo sempre una scatola vicino al letto, per ogni evenienza), anche se provavo sempre a non metterlo per avere una maggior sensazione. Lo so che il preservativo oltre alle gravidanze previene anche dalla malattie sessualmente trasmissibili, ma una dea come quella difficilmente aveva contratto l’HIV, a differenza di certe ragazze che in passato si erano rese disponibli a farlo senza protezione ma che proprio conoscendo la loro fama di donne facili io per primo avevo voluto evitare rischi.
Cominciammo a fare l’amore alla missionaria molto lentamente. Ogni volta quasi uscivo per poi rientrare del tutto. Ad ogni affondo Angela emetteva un gridolino di piacere. Con le gambe mi strinse sempre di più, limitando molto i miei movimenti. Compresi che quindi anche lei voleva qualcosa di più lento ed appagante. La guardavo dritto negli occhi. Occhi sempre più rapiti dal piacere. Mi abbassari per baciarla e poi scesi per dedicarmi con le mani e la bocca ai suoi seni. Mentre stringevo un capezzolo delicatamente succhiavo l’altro. Rimanemmo qualche minuti così, poi con una mano mi sollevò il viso e tornai a baciarla, mentre apriva le gambe. Diedi qualche colpo profondo avendo più margine di movimento, ma Angela aveva altro in mente. Indietreggiò, in modo tale che uscissi da lei, poi si mise al centro del letto a quattro zampe. Voleva farlo alla pecorina. Salii in ginocchio sul letto, mi avvicinai e dopo aver preso con le mani i suoi glutei sodi indirizzai la sua vagina verso il mio pene. Voltò il suo viso verso di me ‘Cosa aspetti?’ mi chiese ed entrai di nuovo in lei. Comincia a stantuffarla da dietro. E lei assecondava i miei colpi muovendosi avanti e indietro attivamente. La cosa mi sorprese, visto che erano davvero poche le prostitute che lo facevano rimanendo del tutto passive durante la scopata. Per provocarle ulteriore piacere avevo portato una mano sul suo clitoride e avevo iniziato a sgrillettarla. Gemeva Angela, ogni colpo era un fremito di piacere nel suo corpo. Ma la donna non era ancora contenta. Cominciò ad indietreggiare ad un certo punto e compresi che voleva avere lei il totale controllo della situazione.
Lentamente, senza staccarmi dai lei mi stesi, poi cominciò la sua cavalcata piuttosto dura e selvaggia, veloce e potente. Era brava Angela a salire ma senza farmi uscire e poi a scendere velocemente. Le mie mani erano sui suoi fianchi seguivano il ritmo della sua scopata. Dopo una ventina di colpi si mise le mani sui glutei e cominciò a ruotare il bacino, stringendo ritmicamente i suoi muscoli pelvici.
Il mio piacere stava montando di nuovo. E volevo che Angela vedesse la mia espressione di piacere. Con le mani sui suoi fianchi feci capire alla ragazza che volevo si girasse e lei senza mai staccarsi lo fece. Mi guardò col sorriso stampato sulla faccia ‘sto per venire di nuovo anche io’ disse.
Mi prese le mani e me le mise sui suoi seni, poi si mise una mano sul clitoride e cominciò a toccarsi, ballando una lenta e sensuale danza sul mio cazzo. Io premevo i suoi seni, stringevo delicatamente i suoi capezzoli a ritmo della sua danza. Ci volle molto poco. Pochi movimenti e i muscoli di Angela cominciarono a stringere in maniera convulsa il mio pene quasi a volermi spremere ed aspirare tutta la mia anima. Lei gridò, mentre il suo corpo era percorso da fremiti. In tutto questo anche io esplosi nel mio orgasmo in diversi schizzi dentro di lei.
Angela si accasciò su di me, priva di energie. ‘Era da tanto che non venivo così durante un rapporto’ mi disse.
Io la guardai e la bacia. Poi presi con le mani i suoi glutei e avvicinai un dito al suo buco proibito.
‘Mi piacerebbe provarci, &egrave da tanto che nessuno mi prende da dietro’ mi disse ‘ma il tuo amico non mi sembra molto per la quale’. In effetti il mio pene ora si era completamente ritirato e anche se montavo dal desiderio dopo due orgasmi non era in grado di tornare all’attacco. ‘Sono anche parecchio distrutta grazie a te. Però… domattina, dopo la colazione… se non devi andare via presto…’.
Sorrisi, poi lei si stese di fianco a me. Tempo pochi secondi e ci addormentammo nudi, l’uno di fianco all’altro.

Avete presente quei film che cominciano con uno schianto di ragazza che adesca non proprio il ragazzo più carino del locale, ma quello più imponente e prestante?
Avete presente come finisce la loro notte di passione e di sesso?
Esatto, quando mi svegliai Angela era lì, stesa al mio fianco, bianca come la morte, e priva di vita. E qualcuno dopo aver suonato il campanello stava gridando ‘Aprite polizia’. Non conoscevo il piano di Angela. Mai me lo avrebbe riferito se non per la parte che mi spettava.
Mi aveva anticipato che sarebbe stata uccisa, e che l’unico che avrebbe potuto vendicarla e sistemare anche la nostra faccenda personale era l’uomo con cui avrebbe passato l’ultima notte da viva, il signor Carl Efraim.
Stavo camminando lungo il corridoio accompagnata da un poliziotto. Accompaganta’ scortata o osservata nel mio lato B. E stavo guardando per l’ennesima volta la fedina penale di Carl Efraim. Davvero un poco di buono. Furti, rapine, omicidi. Eppure era sempre finito in galera per poco, pochissimo tempo, mai più di un anno o due, quando una qualunque altra persone al mondo sarebbe rimasta in galera a vita. E negli ultimi tre anni non aveva ricevuto nessun capo d’imputazione. Compresi già solo per questo perché Angela teneva in così alta considerazione Carl e perché credeva ci potesse aiutare: era collegata al signor X.
Ci fermammo davanti alla porta della sala degli interrogatori. Ero riuscita a farmi assegnare il caso come avvocato d’ufficio, e con le prove a carico di Carl non era stata una cosa troppo difficile. Praticamente nessuno conosceva in che rapporti fossi con la vittima per cui, per il momento, non ci sarebbe stato conflitto di interesse. Ma sapevo che forse ne avrei dovuto parlare con Carl se volevo ottenere il suo aiuto e questo poteva essere un problema. Ma relativo.
‘Ci sono telecamere e microfoni nella stanza, giusto?’ dissi voltandomi verso il poliziotto che prima mi guardò in faccia e poi rimase incollato sul mio seno. Una seconda, neanche troppo abbondante, ma la camicia slacciata che lasciva vedere l’incavo e il push-up potevano dare un’altra impressione.
‘Sì, ma saranno spente per mantenere il segreto professionale tra cliente avvocato’.
‘Ma tu sai che ci sono anche telecamere e microfoni nascosti, e che questi saranno attivi’.
Il poliziotto scosse il capo ‘No, sarebbe contro la legge e contro il regolamento’.
Sbatteva le palpebre mentre lo diceva. Stava mentendo. ‘Stai mentendo’ gli dissi.
‘No,no’ provo a giustificarsi, ma gli presi una mano e gliela portai sulla mia amica lui diventò rosso in volto. ‘So che stai mentendo.’ dissi mentre con la mano libera gli sbottonai il bottone dei jeans. ‘Facciamo così…’ gli presi il pene in mano. Era già duro e in erezione ma con la mano stretta a pugno glielo coprivo tutto, cappella compresa. Comincia un lento massaggio su e giù piuttosto discreto per non farci notare da eventuali altri passanti, mentre lui prendeva coraggio e cominciava a sfregare sulla mia amica la mano che gli aveva fatto appoggiare. Non era un granché a toccare una donna ma me l’aspettavo. ‘Tu disattiverai microfoni e telecamere. Tutte quante’ disse e comincia ad accelerare un po’ il ritmo. Lui avvicinò il viso al mio. Voleva baciarmi, lo sapevo, ma gli portai una mano sulla bocca ‘Questo era solo un assaggio’ dissi fermando la masturbazione ma continuando a tenergli il pene in mano. Lui massaggiò ancorò un po’ la mia amica sperando che io riprendessi ma il suo tentativo fu vano.
‘Devo andare un attimo nel bagno qui davanti’ dissi indicando il bagno davanti alla sala interrogatori. ‘Aspetterò che tu sia andato a disattivare microfoni e telecamere, e ci entrerò. Dopodich&egrave’ feci ancora un lento massaggio sul suo pene e il poliziotto annuì. ‘Bravo cucciolo’ dissi e il poliziotto si allontanò di fretta, e si voltò giusto una volta per controllare che io mi dirigessi al bagno e gli feci un occhiolino di incoraggiamento.
Era così facile essere per una donna ottenere certi favori. Non che mi dispiacesse sia ben chiaro, ho sempre apprezzatto un bell’uomo e la sua irruenza e potenza a letto, ma per fare davvero l’amore preferivo una donna. Aspettai davanti all’ingresso di uno dei tre gabinetti delle donne e attesi pochi minuti, poi il poliziotto tornò. ‘Ho spento le telecamere’. Con un cenno della mano lo invitai a entrare in quel cubicolo. Chiusi la tazza del water e mi sedetti mentre lui si avvicinava e chiudeva la porta. Slacciai velocemente il bottono dei pantaloni dell’uomo e li fece scendere insieme alle mutande.
Piccolo era piccolo per quanto fosse già in tiro, però era ben curato. Nessun pelo nemmeno sopra i testicoli. Lo presi per mano e comincia a segarlo in maniera piuttosto brusca, l’uomo cominciò subito a gemere.
‘Sei bravissima’ mi disse. ‘Ho appena cominciato’. Gli risposi e mi avvicinai la la testa al suo scroto. Lo baciavo mentre continuavo a segarlo poi feci qualcosa che non si aspettava. Glielo presi tutto in bocca, un soffocotto sarebbe stato ma non mi arrivava in gola. Ma lui ne fu strabiliato. Feci qualche giochino di lingua, sul suo frenulo, poi comincia un lento su e già con la testa facendo attenzione a non farlo uscire, cosa niente affatto facile. Sentii presto un gusto acidulo sul palato. Il suo liquido pre-eiaculatorio. Se prima era un dubbio ora era certezza. Il poliziotto non frequentava molte donne, probabilmente si limitava al massimo a qualche sega davanti ad un video porno, ma certe senzazioni non si possono provare in autonomia. ‘Sì continua’ disse l’uomo, ma io smisi di fargli il pompino e glielo presi con la mano sinistra. Movimenti lenti, lentissimi appena percettibili mentre mi succhiavo l’indice della mano destra mimando una fellazio. L’uomo cominciò a muovere il bacino per aumentare il ritmo della mia sega. ‘Più veloce, più veloce’ sussurrava. Voleva venire questo lo sapevo ma io volevo fargli capire chi comandava tra i due per cui smisi di segarlo, lo ripresi in bocca mentre con le mani gli allargai i glutei ‘Cosa stai?’ cominciò a chiedermi, ma non finii la frase che infilai il mio indice lubrificato nel suo buco proibito. Temevo di non averlo lubrificato abbastanza, ma infece riusci a penetrarlo ben in profondita senza alcuna fatica. ‘Ma che… ah AH… Vengo, SI?, VENGO!’ gridò il poliziotto mentre raggiunse un orgasmo estremamente violento, che mi fece pensare che era da un bel po’ che nemmeno si masturbava. Tanti e copiosi schizzi invadero il mio palato, più di quelli che potevo prevedere, ma rimasi a farmi inondare, mentre con il dito infilato nel suo didietro continuavo a masturbarlo e lui gridava come impazzito muovendo in maniera incontrollata il suo bacino e il suo cazzo dentro la mia bocca.
Continuai a tenerlo in bocca anche dopo che aveva finito di eruttare continuando a masturbargli un culo che sembrava sempre di più adattato a quella intrusione. ‘Sono venuto basta’ mi disse sentendo il fastidio dovuto al periodo refrattario. Ma solo quando si fu ritirato del tutto lo feci uscire dalla mia bocca e gli feci vedere il suo succo nella mia bocca per poi deglutirlo.. Il suo pene ebbe qualche sussulto a quella visione. Io mi alzai, e a labbra strette lo baciai continuando la mia lenta masturbazione al suo didietro. ‘E’ stato… piacevole’ mentii.
‘Anche per me’ disse il poliziotto ‘e… ecco mi piacerebbe… che ne dici di rivederci?’.
‘Perché no?’ gli risposi.
‘Facciamo… domani sera?’ mi chiese.
‘Facciamo che mi lasci il tuo numero e ti faccio sapere. Così se avrò ancora bisogno di te, potrò richiamarti e nel caso tu dovessi aiutarmi… beh sappi che ho anche altre… doti oltre a quelle che ti ho mostrato quest’oggi’.
Il poliziotto era eccitato alle stelle a quell’ipotesi, tanto che il suo pene si inturgidì di nuovo.
‘D’accordo’ disse mentre io segnavo sul mio telefono il suo numero. Poi uscimmo dal bagno e io entrai nella sala interrogatori.
La donna entrò in gran carriera nella stanza. Tutto mi aspettavo tranno un avvocato donna. Raramente il signor X si fidava di collaboratori donna quindi doveva essere il mio avvocato d’ufficio. Indossava una lunga gonna, una camicia sbottonata per un paio di bottoni e una giacca scura. Una seconda di seno abbondante. Capelli scuri e un bel viso. Probabilmente questa volta sarei rimasto dentro a vita, ma almeno il mio avvocato era davvero di bella presenza.
‘Carl Efraim?’ chiese la ragazza entrando.
Io annuii. La donnna di sedette davanti a me al di là del tavolo da interrogatori.
‘Mi presento, mi chiamo Tania Elder, e sarò il suo avvocato d’ufficio. E’ stato accusato dell’omocidio di Angela Alver, avvenuto tra le quattro e le cinque di questa mattina. Alle sette del mattino, a seguito di una telefonata anonima, la polizia ha fatto irruzione a casa sua dove ha trovato la donna morta e lei nudo ad attenderli nella stanza da letto. Sul seno della ragazza erano presenti tracce del suo sperma, così come dentro di lei, segno che avevate fatto sesso, apparentemente in maniera conseziente. Di fianco alla donna su uno sgabello &egrave stato trovato un bicchiere con ancora al suo interno tracce di veleno e sul bicchiere sono state trovate le sue impronte digitali.
Voglio che sia completamente sincero con me e mi racconti nel dettaglio cosa &egrave successo quella notte, e voglio la completa verità. Voglio sapere tutto per poterla aiutare in tribunale nel caso in cui le cose dovessero mettersi male, e voglio sapere subito se lei &egrave colpevole o meno’.
‘Diciamo che non questa non &egrave la storia che racconterei ad una donna al nostro primo incontro… ma sa cosa intendo visto che ha già letto il mio fascicolo’.
‘Non la giudicherò affatto per ciò che ha fatto con Angela in campo… sessuale. Ma ogni dettaglio può essere importante’.
Sbuffai un attimo poi cominciai a raccontarle la storia ‘Eravamo in un bar, io per i fatti miei e Angela alla ricerca di un uomo grande e grosso. Penso che sapesse fosse nei guai e voleva avere qualcuno che la… proteggesse. Col senno di poi potevo arrivarci. Fatto sta che prima aveva abbordato un poco di buono e io sono intervenuto per salvarla poi, per ‘riconoscenza’ mi ha chiesto di venire a casa mia. Abbiamo fatto sesso per un po’ poi…’
‘I dettagli. Voglio di dettagli’.
‘Di cosa?’
‘Di come l’avete fatto. Potrebbero rivelarsi decisivi’.
La guardai corrucciata ma, se voleva conoscere certi i dettagli chi ero io per negarglielo. E poi potevo rivivere quella fantastica notte almeno con il ricordo. ‘Abbiamo cominciato con un po’ di petting nella stanza d’ingresso, poi siamo andati in camera dove lei si &egrave subito avventata su di me facendomi del sesso orale. Gli massaggia un po’ i seni e lei mi propose di fare una spagnola.
Venni una prima volta tra i suoi seni, ecco perch&egrave ci sono tracce del mio sperma.
Decisi solo a questo punto di ricambiare il favore. Le feci del sesso orale fino a quando non venne a sua volta’.
‘Angela &egrave venuta?’ chiese Tania.
Io annuii. Tania si alzò e venne dalla mia parte del tavolo e si sedette sul tavolo stesso.
‘Continua. Come &egrave continuata la serata?’.
‘Beh praticare quel sesso orale su di lei mi aveva eccitato a tal punto che mi alzai e mi avvicinai per penetrarla. Lo facemmo in più posizione, prima alla missionaria, poi alla pecorina…’
‘Alla pecorina? Si &egrave fatta umiliare così?’ mi chiese Tania.
Io annuii ‘Sì, ma abbiamo concluso con la posizione dell’amazzone. Venne nuovamente, copiosamente, e poi venni a mia volta. Eravamo entrambi stremati e soddisfatti. Anche Angela disse che era da tanto che non provava un piacere così intenso’. Tania mi guardò dritto negli occhi ‘Vedo che questo racconto ha sortito un certo effetto su di te’.
Era difficile che non se ne fosse accorta. Anche se cercavo di far finta di niente il mio pene si era indurito al solo pensiero di quello che era successo la notte precedente.
‘Continua il racconto. Cosa avete fatto dopo?’
‘Ci coccolammo per un po’, e provai a masturbarla nel didietro, e lei mi promise che la mattina seguente l’avremmo fatto analmente se avessi voluto’.
Tania mi guardò stupita ‘E’ la verità. Mi hai chiesto tu di raccontarti tutto’.
‘Cosa &egrave successo dopo?’
‘Mi sono addormentato. Anche lei credo. E quando mi sono svegliato lei era…’ non riuscivo a terminare la frase. Era ancora tutto troppo inverosimile.
‘E’ la verità? Non hai ucciso tu Angelica?’ chiese Tania.
‘Lo giuro su quanto ho di più caro al mondo’.
‘Ho solo un modo per sincerarmente’ disse alzandosi la gonna e aprendo le gambe. ‘Scopami’.
Io la guardai per un attimo stupefatto. In che trappola voleva mettermi?
‘Come?’
‘So che può sembrarti strano, ma fidati di me, e scopami, solo così saprò se mi hai mentito o meno’.
Rimasi immobile. Certo era una bella donna, ma le circostanza mi facevano temere una trappola di quelle dalle quali non sarei più uscito. Tania si alzò si avvicinò a me e mi baciò, poi si abbassò e mi abbassò i pantaloni. Mi prese il pene in mano e me lo massaggiò un po’ ‘Notevole. Davvero notevole. Ora che ho rotto il ghiaccio che ne dici di… scoparmi?’. Lei si risedette sul tavolo, io mi alzai e le mostrai le manette ai polsi. ‘Sono un po’… limitato con le mani’.
‘Non c’&egrave problema’ mi disse scostandosi le mutande e riprendendomelo in mano per indirizzarlo alla sua tana. Non trovai difficile entrarci. Era già pronta e bagnata. Il mio racconto aveva forse eccitato anche lei.

Mi stesi di schiena mentre Carl entra dentro di me e cominciai a gemere fin dai primi colpi che mi diede. Pensare che Angela aveva goduto con quel cazzo dentro di lei per l’ultima volta mi aveva fatto eccitare, e se già prima col poliziotto volevo osare qualcosa di più ora non potevo resistere. Muoveva sì bene il bacino e le anche penetrandomi per bene in profondità ma voleva fare qualcosa di più. Ma le manette limitavano la sua fantasia. Mi slaccia un paio di bottoni della camicia e gli portai le mani sui miei seni. Cominciò a massaggiarli a stringerli a ritmo di quella scopata, non selvaggia, ma neanche lenta. Si abbassò su di me baciandomi il collo, per poi salire più su fino alle labbra. Mi guardò dritto negli occhi. Voleva farlo glielo si leggeva, ma voleva la mia approvazione. Chiusi gli occhi e mi lasciai baciare mentre Carl aumentava il ritmo della sua scopata. Sempre più veloce, sempre più selvaggio. Non riuscii a resistere e dopo pochi minuti allontanai con le mani il suo viso dal mio e venni. Gli feci vedere il mio volto e le mie espressioni di godimento, mentre i miei muscoli pelvici stringevano come una dolce morsa il suo pene. Carl non smise mai di pomparmi durante il mio orgasmo prolungandolo di diversi secondi il mio piacere. Quando mi fui ripresa lui era ancora lì anche se stava rallentando il ritmo ‘Continua, e vieni’ dissi ‘Vieni dentro di me’. Non se lo fece ripetere due volte e aumentò il ritmo fino a quando non sentì il calore del suo sperma scorrere caldo dentro di me.
Uscì da me con ancora il pene in semi erezione. Avremmo potuto forse continuare a lungo, ma ora avevo la certezza che non mentiva sul fatto che Angela aveva goduto con lui. E dato quello che Angela mi aveva detto ero certa che mi aveva detto solo la verità.
‘D’accordo signor Efraim- dissi ‘ le credo. E sono contenta del fatto che Angy abbia passato un ultima notte con te’.
‘Angy?’
‘La spiegazione &egrave un po’ lunga, ma Angy era la mia amante’.
Carl era sbigottito ‘amante?’
‘Siamo bisessuali. Ma al di là di questo Angela aveva un problema con un certo signor X’.
Carl scosse il capo ‘Cosa intendi dire?’
‘Aveva scoperto qualcosa sulla sua scalata al potere, qualcosa di completamente illegale che avrebbe distrutto per sempre la sua persona’.
‘Quindi sono stati gli uomini del signor X ad uccidere Angela…’.
‘Immagino di sì, anche se non so ancora come’.
‘Gli uomini del signor X hanno le chiavi di casa mia’.
‘Cosa?’
‘Ho diversi debiti con lui dati i miei trascorsi e hanno le mie chiavi di casa’.
‘Ecco come sono entrati. Comunque poco importa. Angela dovrebbe averti detto dove si trovano queste informazioni. Temeva che dicendomelo mi avrebbe messa in un pericolo pari al suo, per questo ha scelto un aiuto esterno cui dire come incastrare il signor X’.
‘Ma a me non ha detto nulla’
Tania rimase sconcertata ‘Come?’
‘Non mi ha detto nulla’.
Tania scosse la testa ‘Impossibile. Può essere che tra le righe ti abbia detto qualcosa ma tu non l’abbia colto’.
‘Pensi che possa aver nascosto qualche indizio in casa mia?’
Tania annuì ‘E c’&egrave solo un modo per verificarlo. Farti uscire di qui e portarti sulla scena del delittto di nascosto per farti verificare se c’&egrave qualcosa di strano’.

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