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Racconti Erotici Etero

Tutto questo non è mai successo

By 24 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e la mia ragazza, Angela, stavamo insieme da tre anni quando mi laureai in medicina. Lei studiava all’università in un facoltà dell’Italia Centro-settentrionale, era napoletana e, dunque, aveva trovato una sistemazione abbastanza carina in condivisione con un’altra ragazza.
Dopo la laurea, lasciai la casa dove vivevo -ero fuorisede anche io-, e tornai al mio paese, lontano solo 50 km, per cui in un oretta di treno ero da lei. All’epoca, vivevo ancora con i miei, per cui, improvvisamente, dopo tre anni di libera vita di coppia, le occasioni per stare insieme e per vivere la nostra intimità si erano rapidamente ridotte, tanto più che mentre prima io avevo una camera singola, Angela, condivideva la sua stanza con una studentessa siciliana, Laura.
Cosa rara tra Angela e le sue compagne di casa e di camera, le due ragazze andavano molto d’accordo e si venivano incontro reciprocamente, per cui il venerdì sera Laura faceva in modo di tornare molto tardi, o qualche volta, di passare la notte fuori.
Sin dall’anno precedente, quando era cominciata la loro condivisione, questa loro amicizia mi parve quasi un po’ sospetta: capitava di sentirle confabulare e ridacchiare come delle liceali, mentre Angela aveva 25 anni e Laura 22. Poi, forse per la lieve differenza d’et ma soprattutto per il loro carattere, Angela si sentiva come una sorella maggiore per Laura. Per alcuni aspetti erano proprio complementari, fisicamente e caratterialmente.
Angela era bionda, alta e magra, con delle gambe e un sedere da infarto,
Laura mora bassina e rotonda al punto giusto. Entrambe belle, ma diversamente.
Angela si curava molto, e  Laura no. Angela era molto disinvolta a letto ed avevamo, soprattutto in quel periodo, causa astinenza infrasettimanale, un’intesa perfetta e prepotente, mentre di Laura non si era mai capito bene la storia, non era mai stato accertato che avesse concluso qualcosa con qualcuno, nonostante fosse molto molto carina e nonostante cercasse di contenere un seno spettacolare. Cominciava a uscire con qualcuno e poi finiva lì.
Io e Angela ci amavamo, ma restare indifferente a Laura no, non era possibile, era troppo vicina, bella e timidamente vogliosa perchprima o poi il grillo non mi venisse alla mente.
Precisamente, accadde quando una notte in cui sapevamo che saremmo stati soli, nelle chiacchiere successive ad un bellissima chiavata, Angela mi disse che Laura era vergine. Quella forse fu la goccia che fece traboccare il vaso, che fece cadere le mie resistenze nell’ammettere a me stesso che se ci fosse stata la possibilità mi sarei dato Laura di santa ragione, facendola miagolare come non avevo fatto nemmeno Angela.
Nei weekend successivi, non ci furono occasioni in questo senso, nè del resto, ce ne erano state prima: già era difficile vedere Angela, figuriamoci un’occasione propizia per provarci con Laura. Del resto, ero in pratica alle fantasie: mi immaginavo le sue bocce ciondolanti una volta strappatole il reggiseno, la sua pelle scura, i riccioli dei suoi capelli. Tanto più che spronata da Angela, Laura cominciava a vestirsi un po’ non dico audace, ma femminile. Comincia truccarsi un po’ di pia mettere vestiti piaderenti, decise di fare nuoto. Un sabato sera, poi, mentre Angela faceva la doccia, ero in camera mentre Laura si stava preparando per uscire. E mentre si rifiniva il trucco, mi parlava del tizio con il quale stava uscendo. Io seguivo quello che mi diceva, sperando che Laura finisse quanto prima per evitare quella situazione che da una parte desideravo ma da una parte mi imbarazzava con Angela solo nella stanza a fianco. Mi chiese come stava, chissà se con malizia o meno. L’arnese mi venne in tiro all’istante. Le girai intorno. Aveva una top bordeaux che le lasciava la schiena un po’ scoperta evidenziando un bel reggiseno di pizzo nero, una gonna lunga nera che le stava molto bene.  -Laura, stasera il tuo tipo svenirà quando ti vedrà- le dissi ridacchiando.
Poi ritornai di fronte a lei: davanti il top era quasi chiuso, lasciando pergiusto uno squarcio per vedere un’incavo dei seni da buttarcisi dentro all’istante. Decisi di osare, aveva raccolto i capelli e non aveva nessuna collana.
-Però, dai Laura, non farteli dire da me i trucchetti che le donne usano per… valorizzarsi- le dissi ridacchiando, ma non le diedi il tempo di chiedersi meglio che cosa io volessi dirle, che presi una sua collana a filo e le tornai di spalle. Gliela infilai, sfiorandole la spalle e le sciolsi i capelli portandoglieli davanti proprio davanti ai seni, poi mentre lei si sistemava meglio la collana, le sistemai con meglio i capelli tirandole un po’ il top per allargarle appena lo spacco centrale. -Così stai proprio bene- dissi facendol l’occhiolino e in quel momento suonò il suo cellulare, il tipo era arrivato, mi salutò rapidamente e scappò via. Niente male a pensare che Angela stava finendo di asciugarsi i capelli nella camera a fianco!

Passarono alcuni mesi senza che accadesse nulla di diverso da solito. Anzi, ormai a quel grillo non pensavo più. Laura, tra l’altro, aveva finito la triennale e sarebbe andata via per fare la specialistica vicino casa.
Esattamente il giorno della sua partenza, decisi di fare una sorpresa ad Angela, anticipando di un giorno la mia transumanza del weekend e partii di giovedì sera: cosa c’di meglio che una sana notte di sesso per festeggiare il ritorno al non vivere più in condivisione?
Ma quando entrai a casa -avevo una copia-, sicuro di trovare lei, non c’era nessuno. Immediatamente la chiamai, ma al cellulare non rispondeva. Mi chiamò più tardi, chiedendomi un po’ inquieta dove fossi.
-Sono da te, amore! A casa tua! Tu dove sei?-
-Vaffanculo, ed io sono da te!- Quella settimana i miei erano in vacanza, eravamo all’inizio di un torrido luglio, ed avevo praticamente casa libera.
-Uff ma che diavolo… ci siamo fatti una doppia sorpresa col risultato che stasera siamo comunque lontani…-
Decidemmo alla fine che sarei tornato io la mattina seguente col primo treno disponibile, visto che entrambi ci eravamo mossi in treno. Ci demmo la buonanotte, mangiai qualcosa ed andai a dormire.
Ma dopo un quarto d’ora la porta si aprì: era Laura.
Il suo volo era stato annullato, il primo sarebbe stato 24 ore dopo e non aveva senso fermarsi nell’albergo dell’aeroporto. Essendo uscita dopo Angela, aveva lasciato le chiavi nella cassetta delle lettere e sapeva che intrufolando la mano sarebbe riuscita a riprenderle.
-Ma tu piuttosto, come mai sei qui… senza Angela?- mi chiese dopo avermi spiegato al sua storia. -Sembra un colmo- mi disse quando le spiegai tutto.
Ora per si poneva un problema: come riuscire a dormire nella stessa stanza con lei? Senza provarci, ovviamente. O farmi una doccia gelata.
Mi venne l’idea di chiamare con una scusa Angela. Forse sarebbe bastato per impedirmi di fare sciocchezze, di tradire la donna che amavo. Ma quel pensiero sparì subito e ormai sapevo che se avessi sentito il terreno soffice dall’altra parte, ci avrei provato.
-Scusa, Laura, ma ora come facciamo? Posso provare a chiamare, Marco, quel mio amico dell’universitper fermarmi da lui, sempre se ancora in citt.
-Ma no… Perchè mai? Fai come vuoi, ma sappi che da parte mia non c’imbarazzo o problema a che tu rimanga- mi disse sorridendo.
-Beh, se dici così allora non lo chiamo-
Decidemmo di farci una pasta al volo, Laura aveva fame e cucinò due spaghetti.
Che situazione… nel giorno in cui doveva andare via per sempre, era mezzanotte passata e mangiavamo uno di fronte all’altro in cucina, chiacchierando allegramente. La guardavo quelle labbra carnose mentre si parlava alla bocca gli spaghetti, le sue mani mentre li arrotolava con la forchetta. Ebbi l’impressione che fece finta di macchiarsi involontariamente quando uno schizzo d’olio le anda finire sul petto.
Nessuno dei due aveva nominato la parola “Angela”, buon segno.
Io avevo da mezz’ora lo strumento che stava per esplodermi nei calzoni, ma mi restava aderente al corpo e dunque non era evidente.
Mentre lavai i piatti, Laura si cambiò in camera.
-Io vado a nanna- disse parlandomi dalla camera.
-Io finisco tra un minuto-
Quel minuto durò parecchio: la volevo ma avevo comunque qualche timore. E se lei non ci sta? E se Angela lo venisse a sapere? Le dovrò comunque dire che ho dormito con Laura in stanza?
Con queste domande mi avviai in camera.
La trovai seduta sul suo letto, con un pigiama a canotta gonna rosa leggermente largo, tale da far vedere tutto l’armamentario a disposizione e scoprirle le ginocchia.
Mi resi conto che faceva bene a non usare troppo maquillage: completamente struccata era di una bellezza disarmante, era sensuale, finalmente la sentivo serena, libera di darsi.
Vidi che si era presa la briga di mettersi la collana a filo e sciogliersi i capelli come quel sabato sera di qualche mese prima: il messaggio era chiaro. Si alzò, mi venne incontro, si voltò e mi disse -Allora, come sto?-
Le risposi cingendole la pancia e baciandola sul collo. Poi ci baciammo con passione. Poi con dolcezza, poi di novo con passione, in un crescendo che ci fece finire sul so letto. Mi spogliò completamente quando lei era ancora in pigiama. Aveva, evidentemente, voglia di verga ed a quella aveva puntato direttamente e quando aveva visto i miei 18 centimetri di buona carne, le si illuminarono gli occhi. Le tolsi il pigiama. Le sue bocce erano davvero tante e tanto marmoreo!! Non curava la sua micia pidi tanto, la sua peluria diffusa strabordava un po’ rispetto a dove ti saresti aspettato di trovarla. Mi resi conto che era giustamente in linea con la persona, che in fondo tante sofisticazioni non sono necessarie almeno perchi dispone due bocce come le sue. Mi attaccai ai suoi bottoncini, come la sua mano alla mia cappella, che poi misi dove tanto avevo voluto in quell’incavo rigoglioso. Ed alzando un po’ più il bacino, me la sbaciucchiò con molta esperienza. Almeno lì non era vergine. La penetrai con tanta attenzione, vedevo che comunque aveva paura, non fu facile nonostante la sua micia fosse un lago, ma alla fine le piantai il mio paletto facendola venire due volte e facendola ululare come solo nei suoi sogni aveva immaginato.
Mi sveglia la mattina solo. Era andata via lasciandomi un biglietto “il mio aereo è partito e tutto questo non è mai accaduto”

 

 

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