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Racconti Erotici Etero

Ultima sera

By 2 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

VRRRRRRR VRRRRRRRRRR VRRRRRRRR VRRRRRRRR
Il telefonino vibrava insistentemente. Avevo tolto la suoneria per evitare di svegliare i miei perchè non di rado mi capitava che amici e/o amiche mi svegliassero nel cuore della notte per consigli, inviti o chiacchiere.
Erano circa le tre e assonnata afferrai il cellulare dove spiccava il nome ‘Silvio’ il mio ex.
‘Ma ti rendi conto di che ore sono?’ gli dissi piano per non farmi sentire.
‘Devo fare l’amore con te’ la sua voce era ferma e seria.
‘ Ma ti sposi fra poche ore…che vuoi?’ non volevo andare a letto con lui com’era capitato la settimana prima, anche se era incredibilmente appagante.
‘Sara, sarò lì tra un quarto d’ora, scendi devo scoparti’ chiuse la telefonata senza darmi il tempo di ribattere e ovviamente quando provai a richiamarlo aveva già spento il telefono.
Mi alzai e mi infilai le prime cose a tiro, mutande, gonna e maglietta.
Mi recai in bagno per lavarmi i denti, infilai scarpe e giubbotto uscii di casa in silenzio.
Nonostante i miei 20 anni, i miei non avrebbero approvato…la solita tiritera ‘questa casa non è un albergo’ è così via…
Quando fui fuori dal cancello era già lì, appoggiato alla macchina.
Appena mi vide mi saltò addosso, baciandomi e palpandomi ovunque.
Sentivo perfettamente il suo cazzo in tiro anche attraverso i jeans.
Lo spinsi via.
‘La vuoi finire? Ti stai per spo-sa-re! Non ci vengo a letto con te!’.
Ma sapevo che era una finta lui era incredibilmente bello, alto, occhi verdi, fisico atletico e un tatuaggio sul braccio destro che mi aveva sempre eccitato da morire; due serpenti avvolti nell’atto di scopare.
E ovviamente il suo uccello. Lungo, largo, che conosceva perfettamente la strada per il mio orgasmo.
‘Forse non hai capito, amore, voglio fare sesso con te’ si riavvicinò a me baciandomi sul collo mentre le sue mani salivano dalle ginocchia alle cosce.
‘No…e poi sotto casa…dai smettila’ lo spinsi ancora una volta e indietreggiai.
Tragico errore, mi appoggiai alla macchina, non avevo via di fuga.
‘Solo un po’…’ mi sussurrò prima di baciarmi.
Le sue mani adesso mi sfilavano via le mutandine e mi accarezzavano dolcemente le grandi labbra.
Adesso undito, poi due…
‘Dai così no…’ sospirai ma sapevo che ormai non potevo dire no.
‘Hai ragione così non va’ sorrise maliziosamente e si inginocchiò, alzò la gonna e cominciò a baciarmi, leccarmi la figa per poi penetrarla con la lingua.
Le mie inibizioni caddero all’istante e cominciai a muovere il bacino facilitandogli il lavoro mentre gemevo di piacere.
Le sue mani salirono sotto la maglietta a cercare le tette, non avevo il reggiseno e i miei capezzoli erano già durissimi per il suo lavoro di bocca.
Sentivo il clitoride torturato dalla sua lingua e venni, più bagnata che mai.
Silvio si tirò su e cominciò a slacciarsi i jeans.
Appena vidi il suo cazzo gonfio e perfettamente eretto mi abbassai ma mi fermò:
‘non ora piccola o vengo subito…’
Voleva scoparmi ma lo fermai io, ne avevo troppa voglia.
‘solo un assaggio….’
lo presi in bocca e lo sentii subito gemere. lo succhiai avidamente come se fossi stata a digiuno da anni mentre lo segavo con le mani. Lui aveva preso il ritmo e si muoveva di conseguenza
‘Brava piccola dai….così….’
mi staccai solo un momento per leccargli le palle, per poi riprenderlo in bocca, tutto quanto. Ce l’avevo quasi in gola.
‘Vengo…guarda che vengo’ Silvio mi avvisava sempre sapeva che non mi piaceva che mi venisse in bocca.
Smisi di succhiarlo e lo tirai fuori…ma per uno strano impulso cominciai nuovamente a leccargli dolcemente la cappella per poi prendere in bocca solo la punta.
Gli stavo accarezzando le palle con le mani quando un lungo getto e altri schizzi minori mi finirono in gola. Non l’avevo mai ingoiato ma mi eccitava da morire.
‘Grazie Sara….’ mormorò Silvio riprendendo il suo respiro regolare.
Mi fermai per deglutire, poi gli dissi ‘non ho finito’
E ricominciai a succhiarlo tutto fino a che non è tornato duro.
Era bollente ed ero anche stanca di stare in quella posizione, gli afferrai il sedere per avvicinarlo ma lui mi prese le mani e mi fece alzare.
‘apri bene le cosce tesoro’ mi disse. Poi mi infilò due dita nella figa fradicia e il medio nel culo.
‘no no dai non fare cazzate!’ non me l’aveva mai messo lì.
Sorrise, era consapevole che avrebbe fatto di me quello che voleva.
Mi infilò il suo uccello, lucido della mia saliva, di botto nella passera.
Scivolava parecchio, ero eccitatissima.
Cominciò a stantuffarmi, e io cominciai a gemere sempre più forte.
Con la mano libera mi alzò la maglietta e cominciò a mordicchiarmi i capezzoli, poi a leccarli e infine a succhiarli. Sentii un altro dito nel culo e protestai debolmente, ma lui mi fece tacere con una serie di baci sul collo, il mio punto debole.
Ero totalmente avvinghiata a lui, le mie braccia gli cingevano il collo, le sue labbra erano incollate al mio.
Venni a ripetizione un paio di volte prima che mi dicesse di girarmi. Io non lo feci.
Lui si avvicinò al mio orecchio e mormorò ‘faccio piano amore…’
Lo guardai negli occhi supplichevole e mi girai pian piano, appoggiandomi alla macchina e spoegendo il culo. Prima di penetrarmi mi chinò e cominciò a leccarmi il buco. Mi bagnai ancora. Poi mi penetrò ancora con due dita, poi tre, poi le sfilò e appoggiò la cappella leggermente.
Mi penetrò lentamente, stringendomi a sè
‘non ce la faccio…è troppo grande’ gemetti, il dolore era enorme.
La sua mano sinistra tornò sul mio seno, mentre la destra scendeva a masturbarmi, un lento e lungo ditalino fino a che non sentì le sue dita contro il cazzo che ormai mi aveva sfondato il culo.
Cominciò a pomparmi sempre più forte, mentre io mescolavo lamenti a gemiti di piacere.
Sentivo la mia figa grondare e sentivo colare sulle gambe tutti miei liquidi
‘sei fradicia lo sai? Dimmi che ti piace…’
‘ si amore dai….mi piace lo sai….’ ormai ero in balia dell’ennesimo orgasmo.
Venni ancora una volta e mi abbandonai contro la macchina, mentre sentivo il mio sfintere riempirsi di sperma.
Silvio si stava già ricomponendo mentre io ero ancora con il culo all’aria e le tette al vento.
‘vestiti! Non voglio che la gente pensi che la mia ragazza è una troia!’
‘la tua ragazza? ‘ risposi mentre mi infilavo le mutande ‘ non sono io che ti raggiungerò all’altare tra poco caro…’ormai ero quasi in ordine, a parte i residui di sperma ai lati della bocca, sul collo e nel culo.
‘non credo che mi raggiungerà mai…io ho da fare questa mattina’ ribattè guardandomi negli occhi e tirandosi su la zip.
‘ah sì?? E con chi?’ chiesi maliziosa anche se sapevo già la risposta.
‘Sali in macchina’

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