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Racconti Erotici Etero

Un giovane paziente

By 2 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano ormai le sette di sera. All’uscita della signora Rossi, un’ anzianotta logorroica che, immancabilmente da dieci anni, una volta alla settimana, viene a farsi visitare per capriccio, mi diressi lungo il corridoio fin verso la sala d’aspetto.
Era stata una giornata piuttosto faticosa, non vedevo l’ora di tornarmene a casa.
Per fortuna, nella sala d’attesa non era rimasto che un ragazzotto sui vent’anni.
Non han mai niente di che i giovani ‘ pensai ‘ In pochi minuti avrò finito.
Ma mi sbagliavo di grosso’
– Prego ‘ lo invitai ad alzarsi ‘ venga pure.
Sembrava piuttosto a disagio, ma a quell’età son tutti un poco timidi, soprattutto quando si trovano ad avere a che fare con una donna più grande.
– Ha dovuto aspettare tanto? Certe signore, quando si mettono a parlare’ – e gli sorrisi.
Cercavo di metterlo a suo agio. A queste mie parole il ragazzo ricambiò il sorriso: – Non c’è problema, tanto non avevo niente da fare’
Eh si, era proprio un po’ timido il ragazzo!
Arrivati nel mio ufficio chiusi la porta alle nostre spalle e lo invitai a sedersi sulla seggiola di fronte alla scrivania, sulla quale avevo dimenticato alcune confezioni di medicinali.
– Mi scusi solo un attimo, sistemo solo queste confezioni nell’armadio’
– Si figuri’ – io raccolsi dal piano le scatolette e mi diressi verso la vetrinetta. Il ragazzo mi seguiva con lo sguardo, quel silenzio doveva imbarazzarlo ancor di più, perché cercò di rompere il ghiaccio in qualche modo: – Il vostro è un settore in cui la crisi non s’è proprio sentita!…
La battuta mi fece sorridere: – Eh no! Fortunatamente.. o, a seconda dei punti di vista’ sfortunatamente’ Lavoro ce n’é sempre! Oggi non son stata ferma un attimo’
Così dicendo mi andai a sistemare dall’altra parte della scrivania, così da essere faccia a faccia.
– Allora.. ‘ incominciai ‘ Mi dica pure.. A vederla così non mi sembra affatto malato!… ‘ altro sorriso.
– Allora’ – ma si fermò subito per fare una pausa. Sembrava tornato a disagio, come se non sapesse quali parole utilizzare: – è un po’ di giorni che’ si..
Vedendolo in difficoltà cercai di incoraggiarlo: – Parli pure liberamente, non si faccia problemi.. è il mio lavoro questo’
– Si, insomma’ è un po’ di giorni che.. il mio ‘pene’ ‘ e pronunciò questa parola con un filo di voce’ – si, la pelle del prepuzio.. è un po’ di giorni che si son formate delle specie di taglietti’
– Taglietti? ‘ gli chiesi ‘ Dal lato interno od esterno?
– Ehm’ dalla parte interna’ e’ brucia’
– Capisco’ Vuole accomodarsi nell’altra stanza, così vediamo bene di cosa si tratta
A queste mie parole lo vidi arrossire come una bambinetta. In quel momento, scommetto che se avesse potuto scappare lo avrebbe fatto volentieri, ma si trattenne.
Mi alzai e mi diressi verso la stanzetta. Il ragazzo, senza molta convinzione, mi seguì tenendo gli occhi abbassati.
– Si abbassi i pantaloni e le mutande e si sieda pure sul lettino..
Io nel frattempo gli davo le spalle, mettendomi i guanti di lattice.
Il ragazzo nel frattempo si era denudato, come gli avevo chiesto, e s’era seduto, i genitali coperti dalle mani intrecciate’
Era teso come una corda di violino: – Non si preoccupi, stia tranquillo’ mi faccia vedere..
Al che scostò le mani, lasciando in bella mostra un pene di dimensioni notevoli. Era ancora floscio, ma piuttosto ingrossato’ Nel giro di pochi secondi sarebbe stato completamente eretto.
Questo lo imbarazzava enormemente’
– Mi scusi, è che’
Io gli sorrisi benevola: – Te l’ho detto, stai tranquillo. è una cosa normalissima’ preferiresti che non ti si drizzasse quando sei insieme ad una donna?
Questa battuta lo fece ridere, oltre che riflettere: – No, bhè’ è che’ è una situazione piuttosto imbarazzante’
– Capisco benissimo, non credere che per noi donne sia così semplice andare per la prima volta da un ginecologo, ma è una cosa normalissima! Col tempo t’accorgi che al ginecologo, ormai, non gliene frega assolutamente niente della tua vagina!
– Che brutto lavoro.. ‘ mi rispose. Finalmente aveva preso coraggio. La sua battuta mi fece ridere di gusto: – Quindi anche lei.. ‘ mi chiese ‘ Anche a lei non fa più nessun effetto vedere certe cose!…
Aveva preso anche troppo coraggio! Hai capito il ragazzino!?
Non gli risposi nulla, ma una mia occhiata maliziosa gli dovette far capire che, nonostante il mio lavoro, ero tutt’altro che disinteressata all’ ‘argomento”
– Ecco’ vede che allora ho ragione ad essere imbarazzato! ‘ a queste parole ridemmo entrambi, mentre il suo pene svettava ormai duro come il marmo a pochi centimetri dalle mie mani.
Portai uno sgabello proprio di fronte al lettino e ne regolai l’altezza in modo da poter osservare comodamente quel bellissimo esemplare stando seduta.
– Allora.. mi faccia vedere dove sta il problema’ a me sembra tutto in regola!…
Il ragazzino aveva preso coraggio, ora parlava con tranquillità: – Vede, qua sulla punta.. la pelle è leggermente secca.. e’ vede’ – impugnandolo con la mano provò a far scivolare la pelle del prepuzio verso il basso, scoprendo un accenno di cappella violacea, carnosa.
– Vede’ questi taglietti’
Abbassando la pelle, alcune micro lacerazioni fecero capolino nel risvolto del prepuzio. Erano piccole, ma molto arrossate, quei taglietti, così come quelli che si formano alla base della nostra vulva, sono piuttosto dolorose.
– Le brucia ad abbassare la pelle’
– Si, ecco’ quando è in erezione’ sento che sforza’ e poi’ se la faccio scorrere in giù.. ‘ e così facendo la abbassò del tutto, mostrandomi nel’interezza quella cappella enorme, pulsante’ una smorfia di dolore gli sfuggì per un istante ‘ Ecco, vede’ quando me lo scappello’ Mi scusi!… se abbasso’
Che ridere che mi faceva quel tipino, cercava di utilizzare un gergo tecnico, pur non conoscendolo per nulla: – Scappellare va benissimo, potrà sembrarle strano, ma anche noi dottoresse, conosciamo certi termini! ‘ e non potei trattenermi dal ridere, dicendoglielo
– Ah, ok, perfetto.. ‘ a questo punto rideva pure lui
– Prosegua.. ‘ lo incitai
– Si, quando lo ‘scappello” quei taglietti bruciano’ soprattutto al primo abbassamento’ poi mi da meno fastidio’
– Bhe’ allora provi a non scappellarlo’ – era una battuta, ma gliela dissi stando seria.
Queste parole dovettero stupirlo, tuttavia tentò di giustificarsi. : – Eh, lo so’ ma non è facile’ io ho sempre voglia’ e poi, la mia ragazza’ anche lei’
Queste sue parole mi fecero scoppiare in una sonora risata, che lo spiazzò. In quel momento dovette capire anche lui
– Ti stavo prendendo in giro! Lo so che alla vostra età’
– Ah’ – e rise anche lui, di gusto
– Quanti anni hai?
– 19 a luglio.
Quella visita si stava trasformando in una specie di farsa. Non riuscivo a stare seria!
– Fammi vedere bene, dai’
Il suo cazzo era sempre in tiro, duro e bello tozzo, la cappella si stava lentamente ricoprendo per la salita del prepuzio. Glielo impugnai con la mano destra, proprio sotto la cappella, mentre con la sinistra lo presi alla base, all’attaccatura con i testicoli. Il mio contatto dovette eccitarlo, perché lo sentii tremare leggermente, mentre il suo pene iniziò a pulsare molto velocemente.
Io feci finta di non accorgermene e continuai nell’esame: la pelle più esterna era leggermente arrossata, mentre quei taglietti non sembravano nulla di che, anche se immaginavo potessero dare fastidio.
Inavvertitamente, comunque, mi stavo eccitando di fronte a quel ragazzo così inesperto. Me ne accorsi in quel momento, quando chinandomi su di lui, a causa dello strofinare del camice sul mio seno, mi resi conto di avere i capezzoli inturgiditi e proprio per questo resi sensibili ad ogni contatto. In quei giorni, tra l’altro, mi eran venute le mestruazioni, e quando son mestruata son sempre particolarmente eccitabile’
– Non ti brucia quando hai un erezione? ‘ chiesi
– Si, quando diventa duro la pelle tende a scendere un po’ da sola.. soprattutto quando ho i pantaloni’ un po’ brucia’ ma che ci posso fare.. io ce l’ho sempre duro’- disse, quasi scusandosi
– Buon per te!.. ‘ gli risposi, con un occhiolino ‘ E se l’abbasso così ‘ e tenendolo per la base con la mano sinistra, con la destra srotolai il prepuzio fino in fondo. La sua cappella ora pulsava come non mai
Lo vedevo incredibilmente eccitato, ora. Dovetti ripetergli la domanda, perché era rimasto imbambolato a fissare le mie mani guantate.
– Si, un po’ brucia’ ma non tanto’ solo all’inizio, quando si srotola’
– Ma se faccio così.. ‘ e gliela sollevai ed abbassai un paio di volte, ma tenendogliela in basso, appena sopra il bordo carnoso del glande – Così’ senti male?
– No’ disse con un tremito evidente della voce.. No, se rimane alla base della cappella’ Ops! ‘ la parola ‘cappella’ dovette metterlo molto in imbarazzo’ – Del glande’ – cercò di riparare
– Cappella va benissimo, stai tranquillo’
E continuai quel lento movimento, facendo finta di niente. In realtà, in quel momento, ero davvero molto eccitata. Maledizione alle mestruazioni!
– Da quand’è che ti son venute queste lacerazioni?
– Da 5 giorni’
– Hai avuto rapporti’ particolari?
– Particolari?
E intanto io continuavo a massaggiargli il pisello, come se niente fosse.. La sua voce si faceva tremolante’ Era eccitato, ma anche intimorito da me’
– In realtà’ mi son venute il giorno dopo che ho avuto un rapporto’ si, un rapporto ‘particolare’ ‘ sottolineò questa parola con una certa timidezza ‘ con la mia ragazza’
– Particolare?… ‘ chiesi, ironicamente, ma avevo capito benissimo. Questa volta, però, non si scompose più di tanto, anzi, sembrava quasi’ orgoglioso’
– Si’ abbiamo avuto un rapporto anale’ senza preservativo, e’
– Capisco’ può capitare.. l’ano non si lubrifica naturalmente come la vagina’ son cose che possono capitare’ Che lubrificante usate?
– Lubrificante? ‘ chiese, sembrava non capire la domanda’ la mia mano che lo continuava a scappellare lo distraeva troppo’ Io, ormai, lo facevo senza quasi accorgermene, parlare di sesso con questo ragazzo sconosciuto, la mia posizione dominante sulla sua giovane età, mi distraevano tanto che nemmeno mi rendevo conto che stavo facendogli una sega.
– Si, lubrificante, olio, vaselina’ per farlo scorrere nell’ano’
Adesso sembrava aver capito, questi discorsi, però, non facevano che eccitarlo ancora di più
– No, non usiamo olio’ la mia ragazza si bagna molto e allora’
– Eh lo so’ però gli umori fanno presto ad essere assorbiti.. e così si finisce con un pene tutto malandato’ – dicendo questo, abbassai lo sguardo sul suo cazzo paonazzo e così mi accorsi del lavoro che avevo fatto..
Ora, lui era davvero al limite della sopportazione. In realtà, e dico davvero, non avevo proprio nessuna intenzione, quando avevo iniziato a toccarglielo, di fargli una sega. Solo’ al punto in cui ero arrivata, me ne accorgevo’ mica potevo lasciarlo a bocca asciutta proprio adesso!
Lui, poi, doveva essere convinto di esser capitato tra le mani della dottoressa zoccola che è sempre presente nei film porno’ e la cosa certamente non gli dispiaceva, almeno a sentire il suo fiatone e le sue pulsazioni tra le mie dita. A dire il vero’ la cosa non dispiaceva neanche a me..
Però’ mica potevo fargli una sega così, di mia esclusiva volontà’ ‘Violentato dalla dottoressa!’.. dovevo esser certo della sua volontà.
– Ti da fastidio se faccio così?
– Eh? ‘ lì per lì non aveva capito la domanda ‘ No’ – si riprese ‘ no, anzi’ Così è’
– ‘Piacevole? ‘ suggerii io
Lui annuì con il capo, senza più la forza di far nulla.
Aumentai leggermente la pressione e subito lo vidi mordersi le labbra. Doveva essere agli sgoccioli ormai. Allora avvicinai la mia bocca alla sua cappella; le labbra morbide e umide a ricoprire la parte superiore di quella boccia carnosa. A quel contatto, subito il sapore lievemente salato tipico del cazzo accaldato mi riempì la bocca. Una sensazione di piacere mi invase la mente e brividi freddi mi scorsero il corpo, dal seno fino alla bocca dello stomaco. Involontariamente staccai la mano sinistra dalle sue carni bollenti e me la abbassai all’altezza dell’ inguine, ma subito mi ricordai delle mestruazioni, maledette! Allora utilizzai la mano libera per sbottonare il camice fin sotto il reggiseno.
Il ragazzo a quel punto incominciò a gemere.. I brividi che potevo percepire sulla sua cappella mi avvertirono del’arrivo dell’orgasmo, così arrotai la lingua, in modo da non farmi cogliere impreparata.
Fu il tempo di un istante: un fiotto denso di sborra mi riempì le fauci, impastandomi la lingua. Con la mano continuai il lavoro di scappellamento, e come se si trattasse di una pompa dell’acqua, ogni volta che le mie dita abbassavano la sua pelle carnosa verso il basso, un nuovo schizzo mi riempiva la bocca.
Ne aveva tantissima, come è normale a quell’età, dove l’eccitazione è continua e la produzione di sperma è continuamente stimolata, tuttavia non ero più abituata a tanta abbondanza. Per evitare che mi andasse di traverso, quando ancora lo sperma continuava a fuoriuscire copioso, scostai leggermente le labbra e inizia a fargli colare quella crema biancastra lungo l’asta. La cosa dovette eccitarlo molto perché gli scappò un: – Si, così’ si’ – poi si accasciò all’indietro, appoggiato sui gomiti contro il piano del lettino.
Continuai i miei movimenti di bocca e di mano ancora per un po’ dopo che i fiotti erano cessati. Gran parte della sborra l’avevo fatta colare fuori e scivolando sul suo cazzo rugoso, dopo aver impiastrato le mie dita inguantate, era colata a grandi gocce lattiginose sul mio seno, macchiandomi il reggiseno color pelle, ed in terra, dove, ben presto, si allargò una bella pozzanghera gelatinosa.
Finalmente mi staccai da quella carne umidiccia e, passandomi il dorso di una mano sulle labbra, le asciugai un poco.
Il ragazzo era stremato ed io lo lasciai così coricato a riprendersi. Mi alzai ed andai verso il lavandino, dove per prima cosa mi sfilai i guanti di lattice, anche loro belli inzaccherati, e li gettai nella pattumiera, poi staccai alcuni pezzi di Scottex e mi asciugai per bene il seno, sul quale la crema si stava già sciogliendo diventando assai più liquida e trasparente.
Infine, mi chinai sul lavandino e mi riempii la bocca con una sorsata d’acqua; poi, dopo essermela sciacquata per benino, sputai il tutto.
Intendiamoci, non sono una di quelle schizzinose cui la sborra fa venire la pelle d’oca! Solo, quei rimasugli piuttosto densi che ti rimangono dopo aver ingoiato o aver sputato fuori la più grossa, mi han sempre dato piuttosto fastidio’
A quel punto staccai altri pezzi di Scottex e tornai dal mio ometto che, con il fiatone, se ne stava coricato sul lettino le gambe a penzoloni ed il pene ormai flaccido, ma ancora di notevoli dimensioni, abbassato verso il pavimento.
Ce l’aveva tutto sporco di crema, così come i coglioni pelosi. Con calma lo asciugai ovunque.
Lui si rialzò, guardandomi intenta in quel lavoro, silenziosa.
– Grazie’ – mi disse con un filo di voce
– Non c’è di che’ – gli sorrisi. Aveva gli occhi luminosi, beati
Finito quel lavoro buttai la carta umida, poi mi diressi alla vetrinetta e gli mostrai due confezioni.
– Quelle piccole lacerazioni non son nulla’ solo un poco di infiammazione, tutto qua. Per un paio di giorni mettici un po’ di questa, è Connettivina’ nel giro di un paio di giorni, se non lo ‘usi troppo’ ‘ e a questa parola ci scambiammo un sorriso complice ‘ dovrebbe passarti. Per i rapporti anali, invece, prova questo.. è il KY della Bayer, io uso sempre questo ‘ altro sorrisetto complice, soprattutto da parte sua, che forse pensava che il sesso anale fosse un’invenzione della sua generazione ‘ Vedrai che anche la tua ragazza te ne sarà grata!
– Grazie.. ‘ sorrise nuovamente timido – Quanto costano?
– Niente, tieni.. fai conto che sia un regalo!
– No, davvero, non posso.. quanto’ – protestò, mentre, in piedi davanti a me, stava ancora tentando di abbottonarsi i pantaloni.
– Davvero, va bene così’ tutt’al più’ quando sei guarito, vieni di nuovo, così controllo che’ che tutto sia apposto, ok?
Questa risposta lo sorprese ancor più di tutto il resto’
– Ok, allora’ – balbettò ‘ Ok, quando sarò guarito’
Impacciatissimo, prese le confezioni che gli avevo consigliato, poi si avvicinò alla porta.
– Arrivederci, allora’
– Arrivederci
E si chiuse la porta alle spalle.
Rimasi così, in piedi, immobile, per un bel minuto, ripensando alla pazzia che avevo appena compiuto, all’eccitazione che, in un’ istante, m’aveva aggredita in quell’ambulatorio.
Poi ritornai in me, mi ricordai dell’ora tarda e mi avvicinai all’attaccapanni per posare il camice.
In quel momento, mi passai leggermente la lingua ai lati della bocca e quel sapore leggermente aspro mi invase nuovamente le papille gustative.
Mi avvicinai allora allo specchio e, agli angoli delle labbra, vidi una bavetta bianca e quasi secca che, scivolando verso il mento, era rimasta a documentare l’orgasmo.
Di nuovo, una fitta di eccitazione mi pervase il corpo e lo spirito.
Di nuovo, una mano si spinse involontariamente verso l’inguine, ma anche questa volta dovette arrestarsi’
Maledette mestruazioni!

Carissimi lettori e lettrici, se il racconto vi è piaciuto, se non vi è piaciuto, se avete anche solo voglia di scambiare quattro chiacchiere con me, la mia mail è dottoressa1968@hotmail.it.
Vi avviso, però che i messaggi (come le persone) stupidi o volgari, non solo non mi eccitano, ma mi annoiano alquanto’
A presto!

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