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Racconti Erotici Etero

una casalinga trascurata

By 4 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Gabriella &egrave una donna molto fortunata. La sua vita sembra perfetta. E’ una casalinga. Media altezza, magra e i capelli mossi abbastanza lunghi. Suo marito &egrave un uomo di affari e guadagna molto bene e quindi lei si era dedicata a crescere il loro unico figlio e alla casa. Con il suo marito si erano conosciuti giovani. Erano una famiglia tranquilla, forse un po’ all’antica. Lei si era sempre vestita sobriamente ed aveva ricevuto una educazione abbastanza severa e bigotta. Lo stesso si poteva dire per il marito. Vivevano in una bella casa appena fuori città, alle soglie della campagna. Era una casa grande a due piani, con un grande giardino, una piscina e altre comodità. Si sposarono presto, anche perché lei rimase in cinta giovane. Suo figlio ragazzo &egrave un bravo ragazzo, diligente e studioso. La sua vita era una routine. La mattina preparava la colazione per tutti, metteva in ordine la casa, preparava il pranzo e la cena. Qualche volta andava per negozi o in palestra. A pranzo talvolta il marito non tornava. Tuttavia quella monotonia sembra essere inosservata per lei. In fondo a quella vita si era abituata e credeva che le piaceva. Le attenzioni del marito non erano mai state molte, e negli anni diminuivano. Lei non ci pensava a questo, d’altronde non ci aveva mai pensato.
Quando suo figlio andò all’università fuori città la sua vita subì un piccolo trauma. In fondo la sua vita girava intorno al suo unico figlio. Sarebbe stato fuori tutta la settimana. I primi giorni da sola in casa si dette alle pulizie. Questo la tenevano occupata. Mentre i giorni passavano lei si ritrovava da sola in casa a pensare. Le faccende da fare per due persone non erano poi molte. Spesso poi il marito tornava solo la sera. Le amiche lavoravano e non poteva chiamarle. C’era sempre la palestra e lo shopping ma non poteva starci tutto il giorno. Si sentiva sola.
Una mattina seduta sul divano si guardava intorno. La casa era più che pulita. Non aveva più niente da fare. Salì in camera e si guardò allo specchio. Si guardò in un modo diverso dalle altre volte. Vedeva una donna ancora giovane. In fondo non aveva nemmeno quarant’anni, anche se ci era molto vicino. Si accorse che i suoi vestiti non erano molto femminili. Si levò il golf e si guardò nuovamente. Era davvero una bella donna. I suoi seni erano ancora floridi. Era abbastanza snella e il suo culo era bello alto. Pensò che poteva fare invidia a molte ragazze più giovani di lei. Si piaceva. Si chiese perché suo marito non le aveva mai dato molte attenzioni. Anzi si accorse che la loro intimità si era limitata solo a qualche rapporto nel fine settimana. D’accordo che lavorava molto, ma perché non avere un po’ di tempo per lei. Qualche sua amica raccontava una vita privata molto più entusiasmante della sua. Non ci voleva poi molto. Pensava che qualche sua amica era meno attraente di lei ma molto più soddisfatta. I loro racconti la intimidivano un po’, e lei non aveva un gran che da raccontare. Si ritrovò a pensare come poteva essere le coppie sue amiche nell’intimità. Raccontavano anche di rapporti orali che lei e suo marito non avevano mai fatto. Si accorse che non avevano mai fatto grandi cose all’infuori della classica posizione della missionaria. Suo marito era un grande uomo d’affari, ma abbastanza imbranato nel sesso. Nemmeno lei si era mai dedicata tanto, e non aveva mai dedicato tanto tempo a sé stessa. Tutti quei pensieri e la vista del suo corpo ancora oggettivamente piacente la fecero arrossire. E cominciò a sentire caldo. Si tolse anche la gonna e la canotta. Poi anche i collant. Era davanti allo specchio in mutande e reggiseno. Era ancora una bella donna, non c’era nessun dubbio. Si chiese se anche le sue amiche portavano mutande come le sua, non certo sexy. Erano mutande abbastanza larghe, lontane da perizomi e tanga. E il reggiseno non era certamente all’ultima moda. Sentiva la voglia di sentirsi desiderata. Sentiva la mancanza di attenzioni. La mancanza di complimenti. Con la mano si sfiorava il corpo. Voleva essere desiderata. Era una sensazione strana, una sensazione nuova. Voleva essere toccata. La mano scorreva sulla sua pelle. Si slacciò il reggiseno. Il seno balzò fuori libero. Si tolse anche le mutande. Quel ciuffetto non aveva mai avuto molte attenzioni, e la cosa si notava. Non era mai stato curato e la cosa si vedeva. Si piaceva allo specchio. Si chiese a quanti potesse piacere. Decise di dedicarsi quei momenti. Tutta nuda iniziò a girare per casa. Pensava che le sarebbe piaciuto avere qualcuno che la guardasse così indecente come era. Qualcuno che la spiasse. Andò in bagno. Si depilò le gambe. Le piaceva sentirle lisce. Pensò che le sarebbe piaciuto sentirsi ancora più donna. Con la lametta iniziò a curarsi anche quel ciuffetto di peli in mezzo alle gambe. Tornò a guardarsi allo specchio. Le piaceva la sua nuova forma, una piccola striscia curata. Voleva che qualcuno la guardasse. Il desiderio cresceva dentro lei. Tornò nel bagno e riempì la vasca con acqua calda e schiuma. L’aveva visto molte volte nei film ma non l’aveva mai fatto. Era abituata alla doccia, veloce e pratica. Ma quella mattina era dedicata a sé, come da tempo non succedeva. Il bagno era in stile ottocentesco, colori chiari. Era molto curato, l’arredamento studiato come tutto il resto della casa d’altronde. Come nei film si accese qualche candela e oscurò la stanza. Era riuscita a creare un’atmosfera davvero romantica pensò. Peccato che era sola e non la poteva condividere con nessuno. Si immerse nell’acqua, fece un gran respiro e si adagiò dolcemente lungo l’intera vasca. Era più comoda di quanto pensasse. Appoggiò la testa al bordo e socchiuse gli occhi. Pensava che magari in quel momento, almeno nei film, sarebbe entrato qualcuno. Le sarebbe piaciuto magari qualcuno che entrasse in quel bagno e le dedicasse le attenzioni che cercava. Si immaginò un uomo non ben definito, con un bel corpo lì accanto a lei. Si immaginò degli occhi su di lei, che l’ammiravano e la guardavano con desiderio. A quei pensieri corrispose un leggero formicolio tra le sue gambe. Una leggera piacevole sensazione. Non pensava ad altro se non a quell’uomo immaginario li accanto a lei. Immaginava che quest’uomo iniziasse a toccarla lungo il suo corpo. Le sue mani rendevano reali quei pensieri. Si stava carezzando il seno, si toccava la sua pelle. Con una mano scese ancora fino al suo sesso. I pensieri correvano veloci, le mani quasi meccanicamente obbedivano a questi. Allargò leggermente le gambe per potersi toccare meglio. Quell’uomo entrò nella vasca con lei e iniziò a baciarla. La sua mano si muoveva sempre più freneticamente, l’altra massaggiava il corpo. Quasi involontariamente si infilò un dito in bocca iniziando a succhiarlo. Quell’uomo ora nella sua mente l’aveva presa, era dentro di lei. Le sue gambe erano spalancate a lui. La mano si muoveva sul clitoride, ma adesso voleva qualcosa che la penetrasse per rendere quel pensiero ancora più reale. Vi infilò due dita e si accorse che iniziò a gemere. Le dita penetravano sempre più dentro lei, quell’uomo era dentro lei. Muoveva il bacino per rafforzare il piacere. La mano che teneva sulla bocca scese sui suoi seni. Si massaggiava sempre più forte. Aprì gli occhi e d’impulso afferrò una candela. Era allungata e spessa. La spense, l’infilò sotto l’acqua per farla freddare. Stringeva quella candela come fosse il membro di quell’uomo. La fece scorrere sul suo corpo fino ad arrivare alle gambe. Si massaggiò le labbra con quella candela. La faceva scorrere lunga la sua fessura. Era il membro dell’uomo che giocava con lei per farle aumentare ancora più il desiderio. Il suo sesso era molto bagnato e accolse facilmente quel membro immaginario. Sembrò essere un po’ troppo grosso quindi cercò di farlo entrare lentamente. La sua fica si aprì facilmente e accolse tutta la candela. Iniziò un lento movimento dentro fuori. Quell’uomo la stava scopando. Il movimento aumentò. Il suo respiro si fece più affannoso. Il suo corpo rapito dal piacere. Aumentò ancora. Aumentò anche il movimento del bacino. L’altra mano le stava stringendo i seni. La sua testa era reclinata all’indietro. Le gambe aperte e quella candela la stava scopando. Il movimento sempre più veloce. Sentì come un’esplosione dentro lei. Un forte squasso. Il movimento cessò. I suoi muscoli si rilassarono. Aveva goduto. Era da tanto che non provava una sensazione del genere, se mai l’aveva provata. Le era piaciuto. Era come se si fosse assentata dal mondo per un po’. Sentiva il suo sesso pulsare con le gambe ancora aperte e la candela su di lei. Le era piaciuto immaginare quell’uomo, le era piaciuto toccarsi. Dopo poco si alzò dalla vasca e davanti allo specchio si sembrò ancora più bella. Si avvolse nell’asciugamano e si incamminò verso camera per vestirsi. Le venne qualche senso di colpa. Si era toccata come una adolescente, aveva immaginato un uomo che non sapeva chi fosse, ma non certamente suo marito. Non sapeva perché si sentiva in colpa, ma le era piaciuto molto.
Suo marito tornò per pranzo. Lei aveva mille pensieri per la testa. Quella mattinata l’aveva scossa. Aveva svegliato una parte si se che sembrava essersi nascosta chissà dove. Lui non ci fece molto caso. La televisione attirava molte più attenzioni. Quando ripartì per il lavoro Gabriella era ancora immersa in mille pensieri. Tuttavia cercò di destarsi, riordinò la cucina e si preparò per uscire. Decise di andare a fare la spesa e per negozi. Si preparò con noncuranza ed uscì.
Mentre passeggiava per i negozi si guardava intorno con più attenzione. Vedeva ragazze e signore della sua età che vestivano in modo più vivace del suo. Erano curate, vivaci e qualcuno persino un po’ smaliziato. Riflessa in una vetrina si vedeva molto casta e classica. Si vedeva come una sua zia più anziana. Girando guardava con più attenzione anche alle vetrine. C’erano molti negozi di vestiti che mostravano dei capi molto belli e seducenti. Notava che molte scarpe in vetrina avevano dei tacchi a spillo vertiginosi. Le sue scarpe pensò erano così semplici e senza senso in confronto. Si soffermò dinanzi un negozio di intimo. Guardava quei perizomi con particolare attenzione. Chissà come le sarebbero state addosso si chiese con una insistente curiosità. Poi volse lo sguardo verso le calze autoreggenti, i bustini e i baby doll. Si sentì accaldare all’immagine di se con quell’intimo. Chissà cosa avrebbe pensato suo marito. Si immaginava bella e sensuale. In fondo lei era abituata a completi intimi molto casti e nessuno le aveva mai regalato ho chiesto indumenti più seducenti. Ora desiderava che suo marito gliene regalasse almeno uno. Lo volesse per lui. Quasi imbambolata davanti a quella vetrina si accorse che si stava facendo tardi e torno verso casa.
Aveva un sacco di cose in testa. Quella mattina fu una rivelazione per lei. Desiderava che suo marito fosse più intraprendente, che la volesse più donna, più seducente. In fondo erano ancora entrambi giovani e non era mai troppo tardi per dedicare un po’ di tempo per loro. Ma non sapeva come affrontarlo. Non avrebbe avuto il coraggio di affrontarlo direttamente. Non avrebbe saputo come avrebbe reagito. Era sempre impegnato nel lavoro, ma Gabriella voleva che desse molto più tempo a loro. Erano ancora innamorati, doveva solo far scoppiare la scintilla. Tutti questi pensieri la resero agitata. Si sentiva in fermento. Tuttavia la cena scorse tranquillamente, lei non riuscì a dire niente. Guardarono la tv e poi si avviarono a letto. Lui si addormentò subito, come al solito, ma quella sera lei si sentì delusa. Voleva attenzioni. Quelle attenzioni che lei stessa si era concessa quella stessa mattina. Si alzò, si guardò allo specchio e si guardò. Quel pigiama non le rendeva certo giustizia. Annullava le sue forme e, vuoi per l’assenza di trucco o per la maglia pesa, non la rendevano una vera donna. Dall’armadio prese una vestaglia da notte che non aveva mai messo. Si spogliò completamente e se la mise. Si truccò leggermente. Adesso aveva un altro aspetto. Era femminile. La vestaglia stringeva leggermente sopra la vita per cadere morbida sui fianchi. Copriva malamente i suoi seni. Il sedere spuntava leggermente di fuori. I capezzoli liberi, dal reggiseno, spuntavano ritti da sotto la vestaglia. Una vestaglia leggera che sembrava voler lasciare trasparire la pelle. E il leggero trucco che si era messa rifiniva l’opera. Era una Gabrielle diversa. Era una donna nuova. E voleva farla conoscere a suo marito. Ritornò nella camera da letto dove lui dormiva ma non sapeva cosa fare. Non sembrava volersi svegliare a breve. Provò a sedersi accanto. Si sporse a lui. Sentì che il seno stava per uscire di fuori. Provò ad avvicinarsi con la bocca ma risultò inutile. Ritornò a distendersi ma non riusciva a prendere sonno. Era troppo eccitata per dormire. Provò silenziosamente a toccarsi. Ma la paura di svegliare suo marito vinse e con il corpo in fermento si addormentò.
Quando la mattina si svegliò si accorse di essere molla tra le gambe. Come poteva non esserlo dopo i sogni che aveva fatto. Aveva sognato degli sconosciuti che la possedeva, in ogni modo e in ogni luogo. Si mise una mano tra le gambe e si accorse che era molto più umida di quanto pensasse. E soprattutto si accorse che voleva sfogare il suo piacere. Guardò suo marito. Si era appena fatto la barba e si stava vestendo. Era ancora un bell’uomo. Il brizzolato lo rendeva affascinante e il completo giacca cravatta gli rendevano merito. Gabriella non capiva perché non si erano concessi mai tanto tempo per loro, ma decise che le cose sarebbero cambiate. Si alzò da letto e andò verso il bagno passando civettuosamente davanti al marito. Si accorse che gli occhi suoi erano su di lei. La seguirono fin dentro il bagno.
‘Codesta veste da notte?’ le disse
Gabriella quasi sorpresa ‘non l’avevo mai messa’
‘Ti dona molto. Ti sta bene.’
Gabriella era felice di quell’attenzione ‘E’ un complimento?’
‘Lo sai che sei bella, e quella veste ti sta proprio bene’ .
Quella risposta era inaspettata per lei. Quel complimento era inaspettato per lei. Suo marito si affacciò sulla porta del bagno dove era, guardandolo con occhi diversi. La salutò, le disse che a pranzo non tornava ma la sera l’avrebbe portata fuori a cena. Poi uscì di casa e andò al lavoro.
Gabriella era rimasta elettrizzata. Era da tanto che non le faceva un complimento, o perlomeno che se ne accorgeva. E si era accorta anche di come l’aveva guardata quella mattina, come una donna da ammirare.
Pensava che forse era anche colpa sua se il loro rapporto si era freddato. Si vestiva sempre distrattamente e per abitudine, non certo per il suo uomo. Si era dedicata al figlio e alla casa trascurando il suo compagno. E lui si era assottigliato alle abitudini familiari. Ma l’idea di ravvivare il rapporto si faceva sempre più forte, ancora più dopo quelle piccole attenzioni del marito.
Quel giorno si sarebbero rivisti solo a cena. Decise di dedicare tutto il giorno alla cura di se stessa per poter essere pronta per la sera. Voleva che quella sera desse una svolta al loro rapporto.
Si preparò per andare dell’estetista, cosa pressoché nuova per lei. Poi sarebbe andata per i negozi a cercare qualcosa adatto per la serata. Dall’estetista fece il trattamento completo. Pulizia, depilazione e lampada. Tra i negozi non sapeva da quale parte farsi. Erano tutte cose nuove per lei. Entrò dentro una boutique. Scelse un paio di vestiti e se li provò. Uno era proprio bello, nero stretto con un generoso scollo. Arrivava sopra il ginocchio e lo spacco dietro era molto provocante. Era troppo per lei, ma presa dal fermento disse che doveva osare almeno una volta. Scelse un paio di scarpe rosse col tacco alto e aperte davanti. Non portava spesso tacchi così alti, specialmente con un tacco così fine. Ma non importava. Quella sera doveva essere una serata unica. Per ultimo lasciò il negozio di intimo. Nonostante le intenzioni si sentiva molto in imbarazzo. Entrò e cominciò a guardarsi intorno. Non sapeva cosa prendere. Una gentile commesse le venne incontro e, capendo la timidezza, la tolse dall’imbarazzo. Prese un paio di autoreggenti nere, un perizoma di pizzo scuro e un reggiseno a balconcino piccolo che non riusciva a capire come potessero contenere i suoi seni. Non se li volle provare lì, era già fin troppo imbarazzata. Decise di correre il rischio della taglia.
Quando arrivo a casa aveva ancora tempo prima della serata e decise di farsi un bagno rilassante. Immersa nell’acqua pensò a come poteva svolgersi la serata. Pensava a cosa avrebbe fatto e come potesse reagire lui. Quei pensieri la eccitarono e la mano scese sul suo sesso quasi involontariamente. Cominciò a muoverla dolcemente, voleva godersi quei momenti. Mise un piede fuori dalla vasca per darsi ancora più piacere. Scese anche con l’altra mano su di sé. Come il giorno prima era lì a masturbarsi. Ma questa volta pensava a suo marito, a quello che sarebbe potuto succedere. Uscì dalla vasca e si preparò per la serata. Si vestì e si trucco con molto cura. Quando ebbe finito si guardò allo specchio. Era davvero bella, era davvero donna. Come non mai prima di ora. Si chiese se sarebbe stata quella la nuova Gabriella. I capelli mossi erano raccolti. Il rossetto rosso rendeva le labbra desideroso di un contatto. Il vestito era davvero scollato, e quel reggiseno aumentava ancora più l’effetto sembrava che le spalline cedessero da un momento all’altro lasciando libero il seno. I tacchi la obbligavano a quella camminata seducente che mai pensava avrebbe fatto prima. Quelle autoreggenti le facevano sentire l’aria sotto la gonna e quel perizoma la faceva sentire indecente. Le venne il dubbio se dallo spacco non si vedesse la balza delle autoreggenti. Le stavano venendo i primi dubbi quando il campanello suonò. Suo marito era arrivato. La sua eccitazione salì. I capezzoli si indurirono e il suo sesso si bagnò leggermente. Si mise il soprabito lungo e scese. Non voleva ancora farsi vedere nel suo nuovo look. Anche se il rossetto e le scarpe furono subito notate e apprezzate dal marito. Nel tragitto parlarono in generale. Al ristorante, quando si tolse il soprabito suo marito rimase sbigottito. Non l’aveva mai vista così. Rimase senza parole fino a quando lei gli disse
‘Cosa c’&egrave?’ come una gatta maliziosa
‘Non ti avevo mai vista così’ non sapendo se fare domande su quel cambiamento. Di certo apprezzò molto. Tutta la cena non fece altro che guardarla nella scollatura e farle i complimenti per quanto era bella quella sera. Gabriella era euforica, era riuscita nel suo intento, almeno nel primo. Aveva tutta l’attenzione di suo marito. E si accorse, insieme al marito, che non attirava la sua unica attenzione. Oltre a qualche altro cliente anche i camerieri cercavano di sbirciare il suo bel decolté. Era tra la lusingata e l’imbarazzata. Tutte quelle attenzioni, e il vino, avevano aumentato il suo stato di eccitamento. Quando il marito, aprendole la porta, le aveva toccato il sedere avrebbe voluto girarsi e fare l’amore lì. In macchina il suo vestito salì e gli occhi di suo marito furono calamitati da quella gambe. Maliziosamente scostò le gambe facendo salire ancora più il vestito. Avrebbe voluto che la toccasse li tra le gambe, ma si accontentò di quegli sguardi desiderosi.
Quando entrarono in casa posò il soprabito nel divano e salì sinuosamente le scale. Sapeva che gli occhi di suo marito erano incollati al suo sedere, e questo le piaceva. Suo marito esitò un poco, ma poi salì in camera pure lui.
‘Sapevo saresti venuto’ disse Gabriella prima di baciarlo appassionatamente.
Lo fece sedere sul bordo del letto. Sentì le sue mani salire lungo le gambe, e quando finite le autoreggenti alzando il vestito toccò la carne nuda sentì un fremito di piacere dietro la schiena. Con le mani le toccava il culo coperto solo dal filo del perizoma. Quando il marito alzò ancora il vestito e vide che gli slip erano trasparenti gli occhi si illuminarono di desiderio. Lei si staccò. Davanti a lui si sgangiò il vestito lasciandolo cadere per terra. Si sciolse i capelli lasciando liberi quei ricci. Slacciò il reggiseno facendo sobbalzare i seni all’aria. Si tolse le autoreggenti e infine lasciò cadere a terra anche il perizoma. Era nuda davanti a suo marito, ma si sentiva come fosse stata la sua prima volta. Solo un piccolo ciuffo di peli nascondevano il suo sesso. Suo marito la guardava come non aveva fatto mai. Alzandosi in piedi si vedeva il suo membro in erezione sotto i pantaloni. Accarezzò i seni con desiderio, come un diciottenne che non li aveva mai visti prima. Si baciarono. Le lingue si intrecciavano. Le loro mani esploravano il corpo dell’altro. Lei gli sbottonò la camicia. Poi i pantaloni. Gli abbassò gli slip liberando il suo membro teso. Lo accarezzò con la mano. Era duro, non se lo ricordava nemmeno così. Iniziò un lento movimento sul suo membro. Lui faceva altrettanto sul suo sesso. Sentiva quel membro pulsare come la sua fessura nelle sue mani. Si toccarono appassionatamente come degli amanti che non si vedevano da anni. Lui si staccò e la buttò sul letto. Si guardarono per qualche istante. Lui si tolse gli ultimi indumenti e si avvicinò a lei. Il membro puntava verso di lei. Aprì le gambe per accoglierlo. Quando la penetrò non riuscì a trattenere un piccolo gemito. Lo sentiva grosso dentro di lei, lo sentiva crescere ad ogni movimento. Sentiva la sua pelle. Sentiva il suo odore. Le mani percorrevano ogni tratto del corpo. Le labbra non si davano un momento di riposo. Ad ogni movimento il respiro si faceva sempre più affannoso. La mente si offuscava, il piacere li stava persuadendo. I loro movimenti si fecero sempre più frenetici. Si sentivano i gemiti di piacere nella stanza sempre più frequenti. Quando la mano di lui si posò nel sedere di Gabrielle ansimò intensamente. Stringeva quell’uomo a sé come lo volesse far entrare tutto dentro lei. I movimenti aumentarono e i gemiti diventavano sempre più forti.
Fino a quando sentì riempirsi dentro lei, dei movimenti scomposti li sopravvasero e i loro muscoli poi si rilassarono. Rimase per qualche istante a guardarsi immersi nel niente. Poi scoppiarono a ridere.
Quando si preparò ad andare a letto non mise il pigiama, ma la veste della sera prima. E quando sotto le coperte senti lui avvicinarsi con il suo membro di nuovo teso sapeva che quella notte ancora non era finita.

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