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Racconti Erotici Etero

Una strana serata

By 9 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ arrivata, reggiseno a balconcino e perizoma a filo trasparente che non nasconde nulla. Si &egrave sfilata i pantaloni e la magliettina corta ed &egrave rimasta così, in attesa. Di cosa non lo avevo ancora capito’ Poi d’un tratto si &egrave sfilata il reggiseno e le mammelle sode e dure rimangono lì con i capezzoli che puntano in alto a sfidare la forza di gravità. Poi &egrave stato il turno del perizoma. Lo ha tolto con una lentezza esasperante scoprendo millimetro dopo millimetro il pube che già si intravedeva nitidamente sotto quel lembo di stoffa trasparente. Lo ha lasciato scivolare ai suoi piedi per poi scalciarlo lontano facendolo roteare in aria. E’ rimasta nuda, completamente nuda, alla mia vista. Io ho continuato a stare seduto nella penombra di quell’angolo del soggiorno. La guardavo con occhi bramosi, anche se l’immobilità del mio corpo non faceva trasparire alcun sentimento, alcuna eccitazione. E’ rimasta spiazzata dalla mancanza, da parte mia, di qualsiasi tipo di reazione. Non era normale per lei non suscitare eccitazione in un uomo. Ha continuato a guardarmi per cercare di capire il perché di questa mancanza di reazioni per poi avvicinarsi a me con passo deciso.
– Non ci credo che non ti stai eccitando! Vuoi solo umiliarmi!
Mi ha preso la testa fra le mani e l’ha avvicinata al suo ventre.
– Guardala bene. Lo so che la vuoi. Dimmelo che mi vuoi!
La mia assoluta immobilità ed il mio silenzio hanno solo sortito l’effetto di farla irretire ancora di più. Si &egrave inginocchiata ai miei piedi.
– Ora vediamo se davvero sei diventato un algido pezzo di ghiaccio o stai solo provocandomi!
Velocemente e con mani ancora tremanti per la rabbia comincia a sbottonare ad uno ad uno i bottoni della patta dei miei pantaloni. Ancora più velocemente infila la sua mano nell’apertura dei boxer e la posa sul pene ritto e duro come il marmo.
– Stronzo! Ce l’hai duro come il ferro!
Non aveva ancora terminato la frase che il mio pene già svettava dai boxer, finalmente libero da quella stoffa. Non ha perso tempo. La sua bocca ha cominciato una lunga serie di discese e risalite lungo quell’asta di carne. Io, intanto mi gustavo quel rapporto orale, ma continuavo a non far trasparire le mie emozioni. Non una parola, non un apprezzamento per quel magnifico lavoro, neanche un gemito. Dopo qualche minuto si &egrave rialzata, mi ha guardato per qualche secondo e ha cominciato a togliermi le scarpe per poi sfilare i pantaloni insieme ai boxer. Poi &egrave passata alla maglietta che mi ha sfilato quasi con violenza. Sono rimasto con i soli calzini addosso. Ha cominciato a tirarmi per i piedi. Per evitare di andare giù dalla poltrona, mi sono alzato. Mi ha fatto stendere sul tappeto. E ha ricominciato esattamente da dove aveva interrotto. Ha ripreso a succhiare il membro ancora duro mettendoci tutto l’impegno possibile, quasi fosse un esame. Poi si &egrave alzata, mi ha guardato ancora una volta e senza distogliere i suoi occhi dai miei, si &egrave posizionata in modo che la sua vagina fosse direttamente sopra il mio pene. Si &egrave lasciata andare, scendendo lentamente, impalandosi col mio arnese. Quando ormai ero completamente dentro di lei si &egrave chinata su di me ed ha avvicinato la sua bocca al mio orecchio.
– Ti sto scopando, bastardo! Oggi sono io a dettare le regole del gioco! Volevi fare l’indifferente, ma non sai resistermi!
Ha cominciato a muoversi sopra di me lentamente andando su fino quasi a sfilarsi il pene dalla sua vagina umida e calda per poi tornare giù fino a sentire i miei testicoli contro i peli del suo pube.
Dopo un tempo che mi &egrave parso infinito, di colpo si &egrave rialzata. E’ tornata su di me, ma stavolta mi sono ritrovato la sua vagina fremente direttamente sulla faccia. Intanto la sua bocca era di nuovo sul mio pene.
– Ed ora leccamela. E fallo bene, devi farmi godere con la tua lingua!
Ed ha ricominciato a succhiare con un’avidità impressionante. Ormai l’eccitazione stava per arrivare al culmine ed al punto di non ritorno. Dopo qualche minuto, senza nemmeno una parola le ho riempito la bocca di sperma. Ha inghiottito tutto ed ha continuato a succhiare e a leccarmi il glande fino a che anche l’ultima goccia di liquido seminale &egrave scomparsa nella sua avida bocca.
– E adesso non fermarti. Lecca, lecca stronzo! Voglio godere. Fammi venire!
Ho continuato a leccarle il clitoride con sempre più impeto. Le ho infilato il dito medio della mia mano destra nel buchetto stretto e sensibile del suo ano, mentre in preda ad una eccitazione sempre più profonda ha cominciato a muovere il bacino per permettere alla mia lingua di essere ancora più efficace. Non ha resistito tanto. Violentissime contrazioni e spasimi le hanno fatto raggiungere l’apice del piacere. Quando l’orgasmo ha abbandonato il suo corpo, lei &egrave scivolata accanto a me. In silenzio. Eravamo lì da un tempo che non riuscivano a computare, quando ho sentito i suoi singhiozzi. Stava piangendo. Lacrime calde stavano solcando quel viso ora dolce e quasi infantile. Eccola lì, ancora con la testa a pochi centimetri dal mio pene ormai floscio, il corpo in posizione fetale. L’avermi quasi violentato non ha lasciato in lei il gusto della vittoria. Ed il vederla così, senza più quella maschera di donna affamata di sesso mostrata fino a pochi minuti prima, la rendeva quasi fragile ai miei occhi.
Mi sono girato in modo da essere col viso all’altezza del suo. L’ho abbracciata e le prime parole di tutta la serata sono uscite dalla mia bocca.
– Perché piangi? Vieni qui’
– Perché ti comporti così? Ti costa tanto mostrare un minimo di interesse per me? E poi, mi hai trattata come una puttana. Neanche un briciolo di sentimento mentre mi scopavi’
– Ma non sei stata tu a scopare me?
Non mi ha risposto ed ha ripreso a piangere.
– Ok, scusami’
Ho cominciato a baciarle il viso ancora solcato dalle lacrime. La baciavo ed intanto accarezzavo il suo corpo bellissimo.
– Claudia, sei bellissima. Lo sai che non so resisterti. E non hai bisogno di giochetti come quello di stasera per averne la dimostrazione pratica.
Non mi ha risposto, ma ho sentito i suoi muscoli rilassarsi. Ha cominciato a rispondere ai miei baci, prima timidamente, poi con passione. Tutte le tensioni sono svanite. I nostri corpi si intrecciavano con passione alla ricerca del piacere. Sono rotolato su di lei. Con naturalezza le sue gambe si sono aperte per accogliermi. L’ho penetrata ancora una volta lì su quel tappeto. Ma stavolta era diverso. Stavolta c’erano due corpi che si cercavano. Abbiamo scopato per un tempo indefinibile. La passione aumentava, il ritmo dei colpi anche finch&egrave non &egrave esploso per entrambi, all’unisono il piacere. Un orgasmo che ci ha lasciati sazi e stremati. Siamo rimasti abbracciati a lungo, col mio pene ancora in lei.
– Ti amo Claudia.
– Anch’io ti amo’

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