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Racconti Erotici Etero

Una vita tranquilla

By 11 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella mattina di fine giugno, Antonella si svegliò più stanca di quanto non lo fosse la sera precedente: il caldo e i pensieri che le passavano per la testa non le avevano fatto chiudere occhio. Sebbene l’unica cosa che desiderasse fosse restarsene a poltrire tutto il giorno, sapeva di avere una giornata ricca di impegni e commissioni da sbrigare, così fece appello a tutta la sua forza di volontà per alzarsi e iniziare a prepararsi.
Ventisette anni, proprietaria di una piccola libreria, Antonella era la classica ragazza della porta accanto, senza grilli per la testa. Fidanzata con Claudio da quasi tre anni, conduceva una vita che tutti, lei per prima, avrebbero definito ‘tranquilla’.
Uscita da casa, si avviò velocemente verso l’ufficio dell’anagrafe per affrontare il primo degli impegni che l’attendevano quella mattina. Con suo enorme stupore, la fila era relativamente accettabile e così, in poco meno di mezz’ora, venne il suo turno di essere ricevuta dall’addetto comunale.
Appena entrò le si gelò il sangue nelle vene: seduto alla scrivania c’era Luca, quel grandissimo bastardo del suo ex fidanzato. L’ultima volta che si erano visti fu quando, circa tre anni prima, lei lo beccò a letto con Simona, una troietta che viveva nel suo stesso palazzo. Il più classico dei cliché: lei che rientra prima da lavoro e trova il fidanzato intento a sollazzarsi con un’altra. Fortunatamente, lui aveva avuto la decenza di risparmiarle il patetico ‘Non &egrave come sembra’. Anzi, le aveva candidamente confessato che quella non era la prima volta, invitandola a non farne una tragedia perché con Simona era solo sesso, ma lui amava lei!
Antonella, ovviamente, non reagì bene e, nonostante quella sorta di dichiarazione d’amore, lo lasciò seduta stante, non prima di avergli distrutto la sua adorata Stratocaster. Tutto sommato, il bastardo poteva anche ritenersi fortunato: si era limitata a scagliare la chitarra contro una sedia invece che rompergliela in testa.
Ed ora, eccolo là, di fronte a lei.
‘Buon giorno signorina, come posso aiutarla?’, le disse, con un sorriso sarcastico dipinto in volto.
‘Devo rinnovare la carta di identità’, gli rispose lei, senza neanche guardarlo in faccia.
‘Sarà un piacere aiutarti, grandissima stronza’.
‘Tu che dai della stronza a me?! Vorrei ricordarti che sei stato tu a farti beccare mentre ti scopavi un’altra. E scusami tanto se non ho accettato le tue patetiche giustificazioni’.
‘Sei sempre stata melodrammatica, riuscivo a sopportarti solo perché a letto ci sapevi fare’.
‘Non abbastanza a quanto pare, visto che io da sola non ti bastavo. Ma ora basta parlarne, di rivangare il passato non mi frega niente. Fai quello che devi fare e rinnovami la tessera, ho fretta’.
‘Della tua fretta non m’importa, se voglio ti faccio restare qua per ore ed ore. Sai’ La burocrazia’ Così, nel frattempo, mi godo la vista delle tue tette. A proposito, mi sembrano più grandi di almeno una misura, sbaglio?’
‘Sei talmente squallido che nemmeno ti rispondo. Sai che c’&egrave? Me ne vado, Milano &egrave piena di uffici dell’anagrafe, preferisco attraversare mezza città piuttosto che avere a che fare con te’.
Detto questo, Antonella si alzò e andò via il più velocemente possibile. Arrivata al parcheggio, non riuscì a mettersi subito in auto. Era troppo nervosa. Quei minuti che aveva perso, però, servirono a Luca per raggiungerla.
‘Mi spiace, mi sono comportato come uno stronzo, perdonami. Ti chiedo scusa, e non solo per oggi’.
‘Che eri un bastardo e un bugiardo lo sapevo già, ora scopro che sei anche un assenteista. Hai lasciato così l’ufficio, ma sei scemo?!’.
‘Mi sono fatto sostituire. E poi non potevo lasciarti andare via così, senza spiegarti. Rivederti dopo tutto questo tempo &egrave stato pazzesco e mi sono comportato nell’unico modo che conosco, come uno stronzo’.
Antonella cerco di entrare in auto, limitandosi a sottolineare quando poca voglia avesse di ascoltarlo. Luca, però, le si piazzò davanti, impedendole di entrare.
Antonella ebbe un attimo di esitazione. La verità &egrave che, per lei, rivedere Luca era stato uno shock. Antonella era pazza di lui, e beccarlo con un’altra era stato terribile. Fortunatamente, dopo pochi mesi dalla fine della loro storia aveva incontrato Claudio. Il suo adorato Claudio. L’uomo che le aveva fatto capire come al mondo esistessero anche uomini dolci e premurosi, capaci di trattarla come meritava. Nonostante l’amore che provava per lui, però, non era mai riuscita a dimenticare del tutto Luca, soprattutto perché Claudio, l’uomo perfetto, una pecca l’aveva: non riusciva nemmeno lontanamente a farla godere come era, invece, capace di fare quel bastardo del suo ex.
‘Togliti dai piedi’ Devo andare via’, intimò la ragazza a Luca.
‘Dovresti dirlo in maniera un po’ più convinta però, altrimenti mi dai da pensare che anche a te abbia fatto piacere rivedermi’, le disse in tono suadente, mentre con la punta delle dita le accarezzava il volto.
‘Non mi toccare’, replicò lei.
‘Più convinta, ho detto’, proseguì Luca, mentre le sue dita scesero lungo il viso fino a posarsi sul seno. La mancata reazione di Antonella fu, per il ragazzo, il segnale di via libera. Le posò le mani sui fianchi e la baciò. Lei rispose con passione e, nonostante la sua mente le stesse dicendo di smetterla, di andare via da lì, di pensare a Claudio e alla loro vita insieme, le uniche parole che la sua bocca riuscì a proferire furono ‘Ti voglio’.
Luca la prese per mano e la condusse in una zona appartata del parcheggio, al di fuori del raggio d’azione delle telecamere di sicurezza. La adagiò su un muretto e riprese immediatamente a baciarla, ma lei si staccò subito: ‘Queste smancerie falle con qualcun’altra. Io voglio solo che tu mi faccia godere’.
‘Ai suoi ordini, signora’, replicò Luca, staccandosi dalla sua bocca e sbottonandole la camicetta. Dopo aver liberato le tette di Antonella, le abbassò il reggiseno e cominciò a tastarle e a leccarle i capezzoli.
‘Oh sì’, fu il gemito di approvazione della ragazza.
Senza smettere di leccare, Luca le sollevò la gonna e le sfilò le mutandine, andando subito a verificare con le dita quanto la sua ex fosse su di giri.
‘Qui &egrave un lago’ Sei proprio come ti ricordavo’ Vediamo se la mia lingua ti manda ancora al manicomio’, concluse, prima di abbassarsi e cominciare a leccarle la figa con intensità. I gemiti sempre più forti di Antonella non resero necessarie parole, gli dimostravano che, si, riusciva ancora a mandarla ai matti.
In un attimo di lucidità, lei si stacco dalla sua morsa e cominciò a slacciargli i jeans: ‘Ora basta, scopami. Fallo subito, ti prego’.
Luca non se lo fece ripetere due volte. Con un colpo secco, violento, la penetrò. Essere di nuovo dentro di lei, nella sua fighetta stretta, come amava chiamarla, fu, al tempo stesso, eccitante ed emozionante. Antonella muoveva velocemente il bacino per favorire la penetrazione, e dopo pochi colpi sentì montarle l’orgasmo. Fremeva come un’ossessa. Il piacere le stava dando una scossa lungo tutto il corpo. Era da tanto, troppo tempo, che non godeva in quel modo.
Dopo averla fatta venire, Luca uscì da lei e le impose di inginocchiarsi: ‘Voglio che me lo succhi, voglio venirti in bocca’.
Lei si abbassò e, senza perdere tempo, cominciò a leccargli il cazzo, completamente lucido dei suoi umori, a succhiarglielo, facendoselo pian piano scomparire in bocca.
‘Ah’ Quanto mi fai impazzire’ Continua’, le disse Luca, mentre le sue mani erano sulla sua testa a darle il ritmo. ‘Sto venendo’, annunciò. Prima ancora di finire la frase, i primi fiotti di sperma inondarono la bocca di Antonella.
Successivamente, lei, ancora impastata dello sperma del suo ex, si sistemò velocemente per montare in auto e andar via, sottolineando come quello che era appena successo non si sarebbe più dovuto verificare in futuro. Era stato un errore che non aveva intenzione di ripetere. Senza nemmeno attendere la replica di Luca, montò in auto.
Una volta acceso il motore, cominciò a guidare senza una meta precisa. Tant’&egrave che, dopo poco, dovette fermarsi per capire dove si trovasse. Cominciò a pensare a quello che era appena successo, a come avesse potuto fare una cosa del genere, quando lo squillo del cellulare la riportò alla realtà.
‘Antonella?’.
‘Sì’ Sono io’ Chi parla?’.
‘Ciao, sono Marta, dell’Atelier Sposa Oggi. Volevo ricordarti l’appuntamento per questo pomeriggio, per l’ultima prova dell’abito’ Pronto? Antonella? Antonella, mi senti?’.

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