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Racconti Erotici Etero

UNA VITA VISSUTA A MODO MIO

By 16 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Perché mai mi sono messa con Rocco? La domanda per chi mi conosce bene è oziosa: ha una sola risposta:
SONO PORCA ED ESIBIZIONISTA!!!
Lui mia ha ordinato di tenere un diario, dove descrivere tutto quello che faremo insieme. Sì. Le nostre piccole e grandi perversioni, per farle leggere a voi.
Ma voi, dopo aver letto ogni passo, dovrete socchiudere gli occhi e visualizzare nella vostra mente le varie scene che descriverò Se lo farete e se riuscirete ad immaginare bene, quasi foste voi stessi lì ad assistere e a partecipare, allora vi ecciterete anche voi. E il il mio e il suo obbiettivo sarà raggiunto.
Mi piace pensarvi tutti emozionati per le mie avventure sessuali.e di sapervi, seppure virtualmente, vicino a me. è come se facessi le cosette anche con voi.

CAPITOLO 1′ UNA DOMENICA IN CITTA’

Domenica, 15 maggio

Ho passato tutta la notte a fare sesso con lui e adesso, dopo alcune ore di riposo, mi sveglia, picchiandomi in faccia con il suo membro nuovamente, mostruosamente eretto.

– dai svegliati, Lucrezia. è domenica e sono già le 11 del mattino

Glielo prendo in mano, per farlo smettere e, ancora assonnata, glielo bacio

– e allora? Ho ancora sonno, vorrei dormire ancora un po’
– non ti ricordi il programmino che abbiamo messo a punto ‘stanotte?

è vero! Me ne ero proprio dimenticata. Salto su come una molla, vado in bagno. Naturalmente, lui mi segue. Sono seduta sul water e lui, per tenermi compagnia, si avvicina a me e me lo schiaffa in bocca. Succhio. Succhio e svuoto l’intestino e la vescica.
No, non mi vergogno. Ormai è da tanto tempo che stiamo insieme e siamo come una persona sola. Non c’è alcun momento di privacy tra noi. Facciamo tutto insieme.
Mi faccio la doccia e, aiutata da lui, perfeziono la depilazione delle gambe e della fica. Già anche quella deve, secondo lui, essere depilata. Mi vuole come una bambina e, devo dire, che l’effetto che ne risulta è proprio quello. Nuda davanti allo specchio mi ammiro.
Ho un faccino che dimostra molto meno anni di quanti in effetti ne ho. Anche le tette sono piccoline, ma sode e con capezzoli di un colorito che li fa quasi scomparire rispetto a tutto il rimanente contesto. Sì, proprio così: tono su tono. Il culetto ben evidente e due gambe lunghe e ben tornite.
Indosso quello che lui, dopo aver scelto dal mio guardaroba, mi porge. Oggi, un abito completo, lungo fin sotto le ginocchia, ma abbastanza largo. Con una scollatura generosa e senza maniche. La temperatura di questo scampolo di primavera lo permette. Metto, senza calze, delle scarpe con tacchi alti, che lasciano scoperte le dita dei piedi. Una grossa collana mette in risalto la scollatura.
Do una spazzolata alla mia bionda chioma fluente sulle spalle e’. sono pronta. Possiamo andare. Sì, avete capito bene. Non è stata una mia dimenticanza, né ho pensato di non scriverlo perché lo ritenevo pleonastico. Sono realmente senza reggiseno e mutandine.

Camminiamo svelti: Non c’è tempo da perdere. La messa di mezzogiorno sta per cominciare. Finalmente arriviamo. La chiesa è dall’altro lato della strada. Si erge nel suo barocco maestoso sopra una seria di gradini: Lui si ferma, mi prende per un braccio e mi sussurra

– allora, sei proprio decisa, lo vuoi fare?

Per tutta risposta, mi libero con uno strattone, attraverso la strada e vado sulla scalinata. Salgo tutti i gradini e vado a sedermi sull’ultimo, in cima. I gradini sono bassi e mi costringono a tenere le ginocchia molto alte. Allargo un po’ le gambe. Lo so, seduta n questo modo mostro tutto lo splendore dei miei pudendi alla gente che sale per andare in chiesa. Ma è proprio quello che voglio. è proprio quello che vogliamo tutti e due.
Gli rivolgo uno sguardo d’intesa. è seduto ad un tavolino del bar di fronte e si gode la scena. Ha ordinato una birra ed io devo rimanere in quella posizione, facendo finta di prendere il sole, fino a quando lui non finirà di berla.
Assumo un atteggiamento indifferente, socchiudo gli occhi per non rimanere abbacinata dai raggi del sole e sento la gente che affluisce. Il cuore mi batte all’impazzata, sento gli sguardi posarsi su di me. Commenti volgari, si mischiano a quelli di riprovazione. Faccio finta di non sentire. Mentalmente mi immagino la scena. Lui certamente sta fotografando. Fotografa con un teleobbiettivo le facce della gente e la mia fica. Stasera le guarderemo e commenteremo al computer. Comincio a sentire un calore che pervade la fica, la sento bagnarsi e gonfiare. Mi piace sapermi oggetto dell’ammirazione e della riprovazione della folla che continua a salire per andare ad ascoltare la messa.

Ormai i passi attorno a me si sono diradati. Apro gli occhi. Più in basso, sei ragazzini, con gli occhi strabuzzati, sono fermi a godersi lo spettacolo che io offro loro gratis. Guardo Rocco: Ha finito di bere, mi fa un cenno ed io capisco che per oggi questo giochino è terminato: Mi alzo, mi sistemo il vestito e, come se nulla fosse successo, mi avvio.

Raggiungo Rocco che è già vicino all’auto. Mi apre la portiera del lato passeggero. So cosa devo fare. Tiro su un po’ la gonna e mi siedo scompostamente. Un fischio di ammirazione mi fa capire che ha gradito. E, mi sembra che ha gradito anche il vecchietto fermo sul marciapiede che aspetta di poter attraversare.

Partiamo. Oggi è domenica e, come tutti i giorni festivi, ci regaliamo il pranzo al solito ristorante.
Prima di sedermi al tavolo, vado alla toilette. So che questa è l’ultima occasione che mi viene concessa per liberarmi la vescica. Quando mi pulisco con la carta igienica, mi accorgo che non è solo il rimasuglio di pipì quello che resta sul foglietto’.
Ordiniamo il pranzo e mangiamo allegramente. Discutiamo del più e del meno, accarezzandoci, di tanto in tanto la mano. Uno vicino all’altra. Bevo birra. Tanta birra. A me piace la birra, ma oggi ne devo bere un po’ più del normale. Mi sento allegra. Il pranzo, come sempre, è ottimo.
Un caffè, per finire, paghiamo il conto ed usciamo.

In macchina puntiamo verso la periferia. Verso il mare. Arriviamo in una piccola spiaggia. Grazie al tepore della primavera avanzata ed alla bella giornata c’è un mucchio di gente.
Dobbiamo toglierci i vestiti e metterci i costumi. Per lui è più facile perché l’aveva già indosso al posto delle mutandine, ma per me vuol dire fare una certa ginnastica. Non riesco. Scendo dalla macchina, mi tolgo il vestito, rimanendo per qualche minuto completamente nuda. Mi accorgo che non passo inosservata perché mi raggiunge un lungo schiamazzo. Sono degli uomini che, dopo aver posteggiato la macchina più indietro della nostra si stanno avviando verso la spiaggia. Faccio finta di niente, ma divento subito rossa e il solito calore invade le mie parti intime. Non posso fare a meno di toccarmi. Ritiro il dito che è già bagnato. Indosso in fretta, prima che quelle persone arrivino proprio vicino a me, gli slip e il reggiseno del bikini e, trotterellando, mi metto alle calcagna del mio uomo.

Sì, passiamo una bel pomeriggio sdraiati sulla sottile rena. Adesso, però, il sole è calato. Decidiamo di andare via.
Mi viene da fare la pipì. Ma non posso adesso. La trattengo. La farò più tardi.
In macchina, mi metto il vestito e sfilo il bikini. Questa è un’operazione più facile

Ci sediamo ad un bar. Bevo un’altra birra. Lo stimolo ad urinare diventa più forte, ma non vado in gabinetto. Non sono questi i patti.

Ci rimettiamo in macchina e andiamo, attraverso stradine secondarie, verso casa.

– devo fare pipì ‘ gli dico ‘ non ce la faccio più a trattenerla
– Va bene. Mi fermo. Adesso è il momento giusto

Mentre lui ferma la macchina mi metto una mano nella fica. è gonfia, turgida e bagnata: La tocco e un piccolo fiotto di urina mi bagna la mano. Finalmente è fermo. Scendo e mi avvio verso il marciapiede opposto. Mi accoscio, tiro su il vestito e mi svuoto. Guardo istintivamente in alto verso il palazzo di fronte. Affacciato ad un balcone, un ragazzo mi guarda, la sua mano si accarezza la patta dei pantaloni.
Finito vado in macchina. Sono eccitata. Mi masturbo.
Riesco a venire solo pochi minuti prima di arrivare a casa.
In ascensore lo bacio. Un lungo, appassionato bacio per ringraziarlo per le emozioni che mi ha dato.
La sera non ceniamo. Guardiamo le foto sul computer. Mi eccito nuovamente, soprattutto quando viene selezionata la foto della mia minzione.
Lo prendo per mano e lo porto in camera da letto
Anche questa notte sarà insonne.
Sabato, 21 maggio

CAPITOLO 2’ IL CIALIS-PARTY

,Nel pomeriggio, sono venuti i nostri amici. Sono due coppie ben affiatate che condividono con noi le stesse nostre abitudini sessuali. E le condivido a tal punto che ogni terzo sabato del mese viene organizzata un cialis party.
Voi tutti sapete cos’è il cialis. Sì, proprio quella piccola pillolina che, ingerita dagli uomini, permette loro un’erezione duratura con un effetto di 36 ore. Meglio del Viagra.
Non, i nostri maschietti non hanno necessità di assumerla, ma, siccome gli incontri di questo tipo possono durare diverse ore, finchè noi ragazze non diciamo di smetterla perché non ce la facciamo più, per non correre rischi, loro assumono una dose di questa sostanza.

Per farvi capire, vi dico che ci siamo conosciuti l’anno scorso ad un campeggio. Abbiamo subito fatto amicizia e, siccome eravamo tutti, diciamo così, disinibiti, nelle ore più calde, all’interno delle verande dei nosri camper, per il gran caldo, stavamo tutti nudi. Da lì, a tutti i giochini che siamo ormai abituati a fare, il passo è stato breve.
Al rientro in città abbiamo continuato a frequentarci e gli uomini hanno deciso questo particolare incontro mensile. Naturalmente noi donne abbiamo accettato entusiasticamente la proposta. E quando mai, gentili lettrici, ognuna di voi può avere a disposizione tre cazzi sempre eretti e pronti a soddisfarvi in tutti i modi fino al vostro esaurimento?
Loro ci mettono il pene e noi i nostri buchi. Ma non tutti nella stessa giornata. A turno ne viene utilizzato uno solo. Qualora il membro di un ragazzo dovesse ammosciarsi, noi donne possiamo provvedere alla bisogna con qualsiasi parte del nostro corpo, ad eccezione di quella che è l’oggetto della serata. Comunque, se leggerete il seguito, capirete meglio il gioco con tutte le sue regole.
Dimenticavo. Come ben sapete, mi chiamo Lucrezia, il mio ragazzo, Alex. Le altre coppie sono formate da Marta e Rocco, Sabrina e Gianluca

Siamo riuniti e nudi in salotto che discutiamo. Rocco ha portato la sua nuova telecamera semiprofessionale e la mostra a tutti.
Per la verità io non ci capisco niente e comincio ad annoiarmi. Come me anche le altre ragazze cominciano a dare segni di insofferenza
Ad un certo punto Gianluca ha un’idea
– perché non facciamo dei filmini con quest’aggeggio per madarli in rete
– che genere di filmini? ‘ fa Rocco
– Siccome siamo tutti dei porcelloni, facciamo dei filmini a sfondo porno-soft
– Io togliere il soft dal porno ‘ obietta il mio caro Alex
– Ma ce ne sono in giro talmente tanti che corriamo il rischio di essere ripetitivi ‘ ribatte Gianluca
– è vero. Facciamo dei veri e propri filmati corti, ma che abbiano una trama ed una recitazione
– Wow! ‘ faccio io ‘ questa sì che è una grande idea
– Un momento ‘ è Sabrina che parla ‘ a me non va, però che si veda la mia faccia. Qualcuno potrebbe riconoscermi
– Non ti preoccupare, Sabrina ‘ la rassicura Alex ‘ metteremo una mascherina, così tutti noi saremo resi irriconoscibili. Andiamo alle votazioni. Chi è d’accordo, alzi la mano

L’idea viene votata all’unanimità. E come sarebbe stato diversamente. Avremo potuto godere di un’ulteriore piccola orgia ogni mese.

– Allora, ragazzi, cominciamo? ‘ Riprende Marta. Che sembra la più arrapata

Dopo che i maschi sono andati in cucina per assumere il Cialis, ritornano. Dovendo aspettare qualche tempo che il farmaco faccia effetto, discutiamo sul progetto-film. Conveniamo che ne sarà fatto uno al mese, al posto del cialis party, che, alla lunga sarebbe diventato ripetitivo e cominciando, per la novità, dal prossimo sabato.

Adesso è ora di cominciare. Per oggi, la parte anatomica da usare è la bocca. Noi donne veniamo bendate in modo da scegliere il partner a caso, mentre gli uomini stanno in piedi in tre angoli della stanza. Naturalmente per questo preliminare viene sempre scelta la sala d’ingresso che è priva di mobili.

Dopo essere stata bendata, qualcuno mi fa fare dei giri attorno a me stessa per farmi perdere ogni punto di riferimento.
Al via, dato con un piccolo gong, barcollando e a tentoni, vagolo per la stanza. Raggiungo una parete e decido di seguirla, tastandola, dirigendomi verso sinistra. Raggiungo la porta della cucina, la suero e quasi subito dopo, tocco la spalla di qualcuno. Sempre a tentoni, dirigo la mano sul suo pene e lo afferro. è già in erezione, bello duro. Da questo momento in poi, lui sarà il mio uomo.
Poiché bisognerà utilizzare la bocca, bisogna che anche gli uomini abbiano una fica da leccare. Ma quale? E questo è facile da determinare, poiché ognuno deve leccare un’altra ragazza che non sia la sua partner abituale.
A questo punto, possiamo toglierci le bende. A me è capitato Gianluca, pertanto chi mi leccherà sarà Rocco, secondo il seguente schema:

Io farò i pompini a Gianluca e mi farò leccare da Rocco, che verrà spompinato da Sabrina, leccata da Alex, che lo metterà in bocca a Marta. Per chiudere il cerchio, Marta sarà leccata da Gianluca.
Poiché siamo in cerchio, ci mettiamo per terra attorno al tavolino che sta al centro del salotto.
Ci distendiamo. Io non mollo il pene del mio compagno di gioco emi dispongo, aprendo le gambe, in modo da offrire la mia topina a Rocco.
Comincio. Dapprima con la punta della lingua tasto la punta del glande. è già lubrificato da un trasparente liquido salato, proseguo, leccando tutto introno al prepurzio e mi spingo in giu fino a prendere in bocca la borsa dello scroto. Dò un piccolo succhione e me lo tolgo dalla bocca, per poter risalire. Quando ritorno al punto di partenza, me lo metto in bocca. Riesco a farmelo affondare per buona parte della sua lunghezza e comincio, andando su e giù con la testa, a il mio pompino.
Rocco, mi sta con la testa tra le cosce e si da da fare con la sua lingua. Devo dire che è la prima volta che capita questa combinazione e che trovo il ragazzo molto capace, tanto che mi manda su di giri in breve tempo.
Continuiamo così per qualche minuto. La stanza comincia a risuonare di lamenti e da muggiti, provenienti da gole sia maschili che femminili. Gianluca in breve tempo mi viene in gola. Non faccio a tempo ad ingoiare, che sento che Marco sta per venire anche lui nella gola di Sabrina. Me ne accorgo perché i colpi della sua lingua si fanno più frequenti e profondi. Anche lui sborrando, quasi assieme a me. Mancano all’appello Alex, Sabrina e Marta, che però riescono a venire subito dopo, l’uno dopo l’altra.

Per statuto abbiamo circa mezz’ora di tempo per riposare e riportare il tutto come alla partenza del gioco.

Con uno straccio asciugo i liquidi che bagnano il pavimento perché se è vero che tutti ingoiamo ‘ e dobbiamo farlo ‘ è altrettanto vero che qualche rivoletto di saliva o di sperma esce sempre dalla bocca.

Vado a sedermi vicino al mio partner e glielo prendo in mano, aspettando che si risvegli.
Il suono del gong segnala che la mezz’ora è passata: Il mio amichetto non è ancora pronto e allora comincio a menarlo con la mano. Risultati vani questi tentativi, mi siedo a cavalcioni su di lui e mi metto il suo membro semi ammosciato tra le grandi labbra della mia fighetta. Muovo il bacino avanti ed indietro e, quasi subito, mi accorgo che sto ottenendo l’effetto desiderato. Anch’io, sollecitata da questa manovra, mi sento calda ed umida.
Ispezionati i cazzi e constatato che tutti sono nuovamente eretti ci rimettiamo all’opera.
Questa volta devo succhiare per più tempo e la quantità di liquido che mi fa bere è molto ridotta. Anche io faccio sudare parecchio Rocco, ma alla fine, riesco a venire con molta soddisfazione (bisognerà che lo tenga a mente per il futuro, questo partner. è magnifico).

C’è bisogno di fare un altro giro, prima di decidere di smettere, alla fine del quale le nostre facce beate denotano una piena soddisfazione.

è l’ora della tisana. Quando è serata di pompini, noi donne abbiamo diritto ad una tisana per lo stomaco e loro, maschietti, hanno il diritto di mettercelo in bocca tra un sorso e l’altro della bevanda.
Gianluca, in piedi davanti a me, mostra di gradire molto questo diritto al punto che mi accorgo che sta per venire un’altra volta. Dirigo gli spruzzi dentro la tazza e, alla fine, bevo una tisana corretta che neanche nei migliori bar ti offrono.

Ci sediamo tutti sui divani e cominciamo a discutere sui film da girare.

Quando vanno via, tutto è organizzato

Rimasti soli, ritorniamo in salotto. Alex ce l’ha ancora duro. Lo guardo negli occhi e lui mi sorride.
So cosa vuole. Abbiamo stabilito che dopo il cialis party orale, lui mi incula.
Mi metto di traverso sul bracciolo della poltrona, mettendogli a disposizione il culetto. Mi viene dietro e, dopo aver forzato con un dito impregnato dei miei succhi, l’orifizio, mi sodomizza.
Questo, per me, è il momento più bello della giornata. Non che il pomeriggio mi sia andato male, ma è il nostro modo di chiudere in bellezza e me lo assaporo con voluttà.
Sabato, 28 maggio

CAPITOLO 3’ IL PRIMO FILM ‘ AVVENTURA IN HOTEL

Con Alex non abbiamo combinato nulla di esaltante, presi come eravamo dalla novità del film.
Per quanto riguarda la trama, è passata l’idea di Rocco. è la più cretina, ma in definitiva la telecamera è sua e lui vuole, almeno questa volta fare il regista. E poi, anche se è banale, può andare, tanto per cominciare. Siamo mica Fellini o Monicelli, perdinci.
Io e Alex abbiamo studiato il canovaccio, consci che, durante lo svolgimento delle riprese, la maggior parte delle battute sarebbero state recitate a braccio.

Oggi siamo nuovamente tutti riuniti in salotto. Nudi discutiamo sulle modalità di ripresa.
Per non confonderci, durante le riprese, adotteremo i nostri veri nomi e giuriamo che gli orgasmi saranno veri e non ‘recitati’

Camera da letto di un albergo
Io e Gianluca, distesi, nudi e abbracciati, uno sull’altra.
Lui, che nel film gioca il ruolo del mio fidanzato, tira fuori il suo cazzo dalla mia fica e si distende per fumarsi una sigaretta. Io con la faccia beata, fissando il soffitto, come se stessi osservando il moto delle 7 stelle dell’Orsa Maggiore, glielo tengo teneramente in mano, ancora grondante dei miei e suoi umori..
Non parliamo. Finisce la sigaretta, si alza, si veste e.

Gianluca:
Vado al bar a fare colazione

Lucrezia:
Va bene, Gianluca. Fa pure con comodo. Se vuoi fatti pure una passeggiata, ma ritorna per pranzo perché oggi il menu prevede la pasta al forno che a te piace molto

Entra in camera Marta che gioca il ruolo di cameriera dell’albergo. Le faccio segno di avvicinarsi, le infilo una mano tra le cosce e, vedendo che ci sta,

Lucrezia:
dai, Marta, spogliati e vienimi vicino sul letto

Marta comincia uno spogliarello e si distende a cosce aperte sul letto
Io mi metto a pecorella tra le sue cosce e comincio a leccarle la fica
Dopo qualche minuto di effusioni, entra nuovamente Gianluca, di ritorno dal bar e mi vede mentre,, tra le cosce di Marta, le lecco la passera.

Gianluca (con aria stupita, ma visibilmente arrapata):
Che cazzo combinate voi due?

Io continuo a slappare, come se non fosse successo nulla

Marta:
Entri, signore, venga avanti pure lei

Gianluca entra e va a mettersi ai bordi del letto, vicino a noi due per godersi lo spettacolo
Marta gli abbassa la cerniera della patta, gli tira fuori l’uccello e se lo infila in bocca.
Per qualche minuto continuiamo così, emettendo mugugni e gridolini di piacere [questi sono reali e non recitati].

Richiamato dai nostri schiamazzi, approfittando che per l’emozione Gianluca aveva dimenticato la porta della camera aperta, entra Alex, il padrone dell’albergo
Un attimo di sbigottimento. Poi, Marta ricomincia a pompare ed io a leccare con la solita lena e senza dar peso al nuovo arrivato
Alex va a posizionarsi ai piedi del letto. Ha davanti la mia fica, che per la posizione a pecorina da me assunta, è ben esposta e aperta
Me la comincia ad accarezzare, infila due dita nella vagina, poi due, poi quattro e con queste mi stantuffa. [Mi fa piacere essere così profanata, soprattutto immaginando che queste scene verranno poi divulgate nel web. Mi bagno a fontana e lecco con più foga]

Alex:
Che bella fica che ha questa troiona. Immagino che non avrai nulla da ridire se prima te la lecco e poi te la chiavo fino in fondo, vero?

Come risposta, le afferro la mano e mi faccio penetrare di nuovo.
Alex si spoglia, mi viene dietro e con un sol colpo mi impala, immergendo il suo attrezzo nella mia fica ben lubrificata.
Continuiamo così per una decina di minuti
Marco, grazie al pompino che gli sta facendo Marta, viene, inondandole di sborra la bocca. [la telecamera zuma sulla bocca di Marta] Marta apre la bocca e fa vedere lo sperma raccolto dentro. Ci gioca con la lingua e poi lo ingoia.
Io, sotto i colpi sferratimi da Alex vengo. E lui, non ancora soddisfatto, va a chiavarsi Marta che lo accetta con un grido di gioia.

Aspetto qualche minuto, mentre la telecamera registra le effusioni della coppia, dopo di che, mi metto in bocca il pisellone, eretto per metà, di Marco.
Lo spompino per un po’ e poi, quando è diventato duro me lo infilo nella figa.
Adesso a scopare siamo due coppie:
Quella composta da Alex, sdraiato sotto, e Marta seduta su di lui, che si fa infilare a candela,
quella composta da me, sdraiata di traverso sul bordo del letto, con le gambe giù ed i piedi poggiati sul pavimento e Marco, disteso su di me che mi pompa.

Marco:
Brava, puttana, continua così che ti sfondo

Lucrezia:
Si mi piace avanti sfondami tutta con questo bel cazzo duro e grosso! [mi piace sentire quel cazzo duro dentro di me e mi piace sentirmi chiamare Puttana o con epiteti ben più degradanti]

Vengo con somma mia soddisfazione
Anche Marta viene

A questo punto, entra in scena Sabrina, la moglie del proprietario dell’albergo

Sabrina:
Ma bravi! Qui si scopa e non mi dite niente.

Mentre si spoglia, continua rivolta ad Alex
E tu, brutto maiale, hai fottuto la nostra cameriera facendola godere come una maiala. Pazienza per i due clienti che fanno coppia fissa. Adesso però voglio essere inculata da tutti e due, altrimenti faccio succedere un quarantotto, licenzio la cameriera e non te la darò mai più

Marco:
Ma, signora, non posso incularla con un cazzo ormai così moscio

Alex:
Il signore ha ragione. Non possiamo farlo. Le conviene che si masturbi, piuttosto, se vuol godere anche lei

Sabrina:
Sì, mi faccio un ditalino per prepararmi, nel frattempo queste due troie, ve lo faranno riattizzare con le loro bocche.

Con un’espressione intimidita, Mi prendo in bocca il membro di Marco e glielo lecco per tutta la sua lunghezza. Ha un buon gusto di sperma, misto a quello dei succhi vaginali. Mi arrapo e comincio a sditalinarmi anche io.
Quando diventa duro, me lo tira fuori dalla bocca e va verso Sabrina che, vedendoselo arrivare, si mette in posizione.
Le ficca un dito dentro la fica, le fa cadere un po’ di saliva nel buchino e con un colpo solo, la impala.
Mentre i due continuano, la telecamera si sposta verso la coppia formata da Alex e Marta. Lei ha cominciato a lapparlo.

Sabrina e Marco godono contemporaneamente.
Si aspetta Alex che sia pronto. La telecamera indugia sulla mia fica e sulle mie dita che giocano con il clitoride.
Ecco, Alex è pronto.
L’inculata dura una decina di minuti, ma poi Sabrina gode.
Alex non è riuscito ancora a venire

Alex:
Bagascia, tu sei venuta e non ti sei preoccupata di me che ancora non ti ho sborrato nel retto. Meriti una punizione. Invece di sperma, riceverai la mia urina.

Ci fermiamo tutti. Mai abbiamo fatto una cosa così degradante tra noi. Lui volge lo sguardo verso Gianluca. Questi, sempre riprendendo, fa di sì con la testa. Anche Sabrina non dice nulla e dà il suo consenso, rimanendo in posizione.
Alex si concentra e, mentre il suo membro si ammoscia, riversa dentro tutto il contenuto della vescica. Sabrina lo riceve contorcendosi un poco, ma, stoicamente, lo prende tutto.
Il cazzo di Alex esce. Noi siamo tutti allibiti.

Sabrina:
Sei un grandissimo porco. Mi hai fatto un clistere di piscio

Evidentemente tutto quel liquido caldo comincia a fare il suo effetto. Sabrina corre verso il bagno.
La telecamera, la segue. Zuma su lei seduta sul water.
Dissolvenza.

FINE

Ancora sconvolti per questo sorprendente finale, rimaniamo zitti per un po’ di tempo. Poi, riprendo la parola, rivolto a Gianluca

– Così, però, tu non hai partecipato attivamente

– no, però mi sono divertito moltissimo a vedervi. Era come se fossi spettatore di una pièce teatrale pornografica

– Si, ma non hai sborrato neanche una volta

– Che vuoi, Lucrezia, l’arte richiede dei sacrifici

– No, bello mio. Né io, né Marta permetteremo una cosa del genere

Marta si alza dalla sedia sulla quale era seduta e si mette in ginocchio tra le sue gambe
Quando hanno finito e lui si è ripreso, mi metto a pecorina davanti a lui

– Adesso ti faccio ricambiare quello che il mio Alex ha fatto alla tua Sabrina ‘ con aria lasciva gli dico

Concludiamo la serata seduti nuovamente in salotto, visibilmente soddisfatti che ognuno di noi abbia raggiunto almeno due orgasmi e discutendo e analizzando il nostro primo filmato.

Domenica, 5 giugno

Capitolo 4’ MA COSA SONO, VERAMENTE?

Siamo nudi, Alex ed io, sul letto. Leggiamo sul PC portatile racconti erotici di un sito specializzato in questo genere di letteratura e, man mano che andiamo avanti, eseguiamo quello che viene narrato negli scritti.
A un certo momento, lo squillo del telefonino ci distrae. C’un messaggio

Guardate a questo indirizzo. C’è il filmino che abbiamo girato sabato scorso

Ci spostiamo immediatamente e con ansia all’indirizzo fornitoci e guardiamo

Vederci recitare (ma recitavamo, o facevamo sul serio?) e prendere che tutte quelle scene, sarebbero state guardate da moltissime persone, ci eccita fino al parossismo.
Ci abbracciamo felici e finiamo distesi a scopare con una foga ed una violenza mai avuta in nessuno de precedenti rapporti.
Quando abbiamo terminato Alex mi fa

– sai, Lucrezia, è da tanto che voglio dirtelo, ma non trovo il coraggio
– tu non trovi il coraggio? Ma non lo sai che puoi dirmi tutto quello che vuoi
– sì, ma è una cosa che vorrei fare con te
– e che cosa potrebbe essere questa cosa. Non faccio già tutto quello che tu vuoi? Mi sembra che ti do tutto del mio corpo e che nessuna esperienza viene negata
– sì, è vero. Ed anche per questo ti amo tanto. Ma, sai, questa è una cosa particolare
– e cosa sarà mai questa cosa?
– Il BDSM
– Nientemeno. Mi chiedi di passare al BDSM?
– Sì, ma prima ad una versione soft e poi, se ci va. Se a te va, magari potremo fare qualcosa di più avanzato. Io sarei il padrone e tu la mia schiava.
– E quale sarebbe questa versione soft?
– A mio avviso, Quella che non prevede spargimento di sangue e supplizi molto forti
– Cosa vuol dire. Fino a che punto vuoi spingerti?
– Fino a sculacciate o, al massimo, qualche piccola frustata
– Mi dispiace, Alex, dirti di no tutto subito. Fammi pensare

Questa discussione ci distoglie da quello che stavamo facendo. Ci alziamo dal letto e ci prepariamo per andare al mare..

C’è gia tanta gente che prende il sole e fa il bagno. Ci tuffiamo anche noi. L’acqua non è ancora calda, ma, dopo qualche bracciata, la trovo piacevole.

Al ritorno della nuotata, mi distendo ad asciugare al sole. Socchiudogli occhi e ripenso a quello che Alex mi ha detto.
Non credevo che lui fosse interessato al BDSM. Sono sicura che neanche lui sappia cosa vuol dire veramente e come si deve comportare un padrone e cosa deve fare una schiava.
Però sono curiosa. Prima di dire no, voglio approfondire, per quanto possibile, l’argomento. Sono sicura che lui non mi farebbe mai alcunché di terribile e il dolore, per la mia esperienza, lo sopporto molto bene.

Prima di ritornare a casa, pranziamo al ristorante dello stabilimento balneare
Seduti al tavolo comincio la mia interrogazione

– senti, Alex, ritornando alla tua idea, tu sai come si comporta un padrone?
– No, Lucrezia. Non so assolutamente nulla. Lo potremo scoprire insieme, leggendo sui siti specializzati. E se a te va bene quello che leggiamo, continueremo anche con il capitolo successivo, altrimenti ci fermiamo lì
– No, per leggere possiamo leggere tutto quello che ci pare e piace
– Bene, allora cominciamo subito fin da quando rincasiamo. Sappi, però, che se tu non vuoi, naturalmente non ci saranno ripercussioni sulla nostra bellissima storia
– E ci mancherebbe altro!

Continuo a pranzare più tranquilla. Sì, la cosa mi incuriosisce e non vedo l’ora di approfondire l’argomento. Sento la passerina inumidirsi, ma non so neanche io perché.

A casa ci spogliamo e riprendiamo la nostra posizione sul letto. Lui accende il pc e scorre i vari siti.
Finalmente ne apriamo uno. Andiamo al capitolo ‘Pratiche del BDSM’, lo scorriamo. Molti termini non li capiamo e andiamo a cercarne il significato altrove.
Alla fine scelgo e scrivo su un notes le pratiche che sono disposta a fare
 Giochi di ruolo
 Bendaggio e bendatura
 Bondage (ma solo con manette o con lacci)
 farmi sporcare o bagnare il corpo solo da sostanze che provengono dal tuo corpo che tu
leccherai dopo averle cosparse)
 Disciplina
 Dog boy
 Foot fetish (feticismo del piede, adorazione dei piedi nudi o con calze)
 Massaggio
 Pissing (pioggia dorata)
 Pony boy
 Rimming (leccare intorno all’ano)

Voyerismo, leccamento dell’ano e fotografie erotiche, li facciamo già

Continuiamo a leggere. Si arriva al capitolo punizioni. Riprendo il notes sul quale trascrivo le mie opzioni e scrivo:
 Punizioni corporali. Ci penso
 Umiliazioni.

Lui mi bacia con passione ed io rispondo con altrettanta veemenza. Questa storia del BDSM mi sta cominciando ad intrigare.

Dopo un sonnellino ristoratore. Mi sveglio e penso. Riprendo il foglietto e leggo, notando che, in fin dei conti molte cose, le abbiamo già fatte. Ad esempio mi ha fatto tante volte la pipì addosso o io gli ho leccato i piedi o il buco del culo. Per quanto riguarda i giochi di ruolo, cosa mi costa a fare la camerierina, o la segretaria o il cagnolino.

Lo sveglio, baciandogli il suo buchino. Lui allunga un braccio e, spingendomi dalla nuca, mi fa affondare la faccia di più tra le sue natiche. Apro la bocca e comincio a leccarlo. Affondo la punta della lingua dentro al buchino, la tiro fuori e la dirigo in basso verso i testicoli. Metto in bocca lo scroto e succhio. Ritorno nuovamente su e rilecco il buchino. Lui muove il bacino, evidentemente eccitato. Sorrido tra me e me. Lui si rigira e la sua verga ben ritta salta dinanzi ai miei occhi. Sempre spingendomi dalla nuca, mi costringe a prenderla in bocca. Gli faccio un pompino e, quando viene ingoio.

Mi siedo sul letto, incrociando le gambe, in modo che la mia micetta risalti ai suoi occhi

– sai? Ho quasi deciso di dirti di sì. L’unica cosa che mi frena è la punizione fisica
– senti, Lucrezia, sai che facciamo? Stasera stessa andiamo in un sexy shop e vediamo cosa c’è. Quello che ci piace lo compriamo e cominciamo a provare
– OK ‘ gli faccio scherzosamente ‘ approvato, padrone
– Brava, cominci già? Però, vorrei dirti che il BDSM tra noi sarà praticato solamente il sabato e a casa nostra, senza amici.
– Concordo perfettamente.

Dopo cena, usciamo. Dobbiamo andare al sexy-shop. Sono curiosa. Man mano che ci avviciniamo sento che mi bagno sempre di più. Gli prendo la mano e me la porto tra le cosce. Lui comincia a carezzarmi e a titillarmi il clitoride ed io vedo la patta dei suoi pantaloni ingrossarsi a vista d’occhio.
Finalmente arriviamo. Ne abbiamo scelto uno in un’altra città per la paura di essere riconosciuti. Titubanti entriamo. Una ragazza ci viene incontro e ci chide cosa desideriamo.
Gli spieghiamo la situazione e lei ci porta al reparto abbigliamento. Lui mi fa scegliere ed io prendo un completino da camerierina, una minigonna molto piccola e larga. Mentre scelgo anche un collarino molto elegante e un guinzaglio, lo guardo negli occhi e lo vedo fare un profondo respiro di soddisfazione. Sorrido dentro di me. Scelgo anche delle manette e una sorta di legatura che tiene insieme mani e piedi. Una serie di braccialetti da indossare per essere legata.
Adesso arriva il punto essenziale. La punizione. Ci facciamo consigliare dalla ragazza. Lei sorride e ci dice che, essendo la prima volta, sarebbe meglio utilizzare un flogger
Che cos’è un flogger? è una frusta a molte code che, appena lo vedo mi fa rabbrividire. La commessa, però mi tranquillizza. Non fa, nonostante l’aspetto, alcun male e ce ne sono di due tipi, uno a code quadre e l’altro a code pungenti, che fa sentire un piccolo dolore puntorio. Naturalmente scelgo questo ultimo tipo. Se devo essere frustata, devo provare, anche se minimo, un certo dolore, no?

Decidiamo che, per cominciare, abbiamo tutto.

A casa, scarto i nuovi acquisti, provo la minigonna e la tenuta da cameriera. Mi sta alla perfezione. Con la sua scollatura fa comparire le tette ad ogni movimento e lascia scoperte generosamente le cosce. Indosso il collare e gli prometto spontaneamente, che lo porterò sempre (tranne quando faremo i film con gli amici). Stessa promessa (sempre spontanea) la faccio per i braccialetti.
Lui mi sorride e mi bacia.

– Ma dobbiamo farlo solo il sabato ‘ mi dice
– Certo che sì, ma queste piccole cose in fondo mi stanno bene e non significano nulla prese in se stesse. E poi, mio caro, ancora non ho deciso se iniziare questo gioco
– A Ah, no? A me sembrava di sì, invece
– No. Rimane sempre il punto della flagellazione
– E quando mi darai una risposta definitiva, allora?
– Andiamo di là e prova a flagellarmi
– Adesso? Subito?
– Sì, così mi levo il pensiero
– Ma tu lo vuoi realmente ‘ mi chiede titubante

Per tutta risposta gli guido una mano sulla mia fica e costatando che è nuovamente bagnata, mi sorride e scarta il flogger.

In camera da letto, mi spoglio e, per entrare nella parte, indosso la minigonna. Mi sdraio sul letto a pancia in giù

– dai comincia pure, vai pure avanti fino a quando non capisci che non lo sopporto più

mi solleva la gonnellina e, subito dopo, sento arrivare il primo colpo. Forse perché lui non ci mette molta forza, ma a me non fa assolutamente male. Mi sento quasi accarezzata

– forza, fallo con più violenza ‘ lo incito

Lui va avanti. Sembra una sorta di massaggio ed anche abbastanza piacevole. Però, quando continua comincio a d apprezzare del dolore. Mi agito e comincio a lamentarmi. Il dolore puntorio aumenta, si propaga per tutte le natiche, va verso le mie parti intime. Anche quelle, adesso, sono interessate, mi bagno. Lui continua. Il dolore diventa più forte. Mi lamento, comincio a piangere. Lui si ferma e mi ricopre il sederino con la gonna.
– Sei un cretino. Ti avevo detto di smettere, quando vedevi che soffrivo
– Scusa, sono stato preso dall’eccitazione ed ho continuato. Ma adesso ho smesso. Non facciamolo più

Mentre con una mano mi risollevo la gonna, l’altra la porto al mio clitoride e comincio a farmi un ditalino

– se non continui, sei uno stronzo! ‘ gli dico

Bastano ancora pochi colpi ed io vengo urlando sguaiatamente. Lui mi abbraccia. Gli tocco il pisello, che è diventato enorme. Mi rigiro e lo prendo dentro la fica.

Merita anche lui un premio, no?

Quando finiamo, semiseduta sul letto, con la schiena appoggiata alla testiera

– Sì, Alex. Sarò la tua schiava
– Hai capito cosa vuol dire
– Credo di sì. Ti appartengo con il corpo e con il cuore. D’ora in poi, cercherò di appartenerti anche con la mente. Durante i nostri sabati farò tutto quello che tu vorrai e se, ubbidendoti, sbaglierò, potrai punirmi fino a farmi piangere.

Un bacio lungo ed appassionato suggella la nostra nuova intesa

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