Stavo guardando l’orologio nervosamente, la lancetta dei minuti doveva compiere ancora un giro completo, e poi finalmente sarei uscita. Ancora sessanta minuti che possono sembrare eterni. Soprattutto in quei giorni dove un piccolo incidente trasforma l’efficienza dell’ufficio in caos. Le urla del capo riecheggiano nei corridoi ed i colleghi lavorano nervosamente borbottando tra loro. Insomma una di quelle giornate da dimenticare. Posso solo ringraziare di avere il pomeriggio libero, preso settimane prima per svolgere una commissione che poi era saltata. Resto così defilata, lavoro e, aspetto che la lancetta dei minuti compia il suo tragitto.
Finalmente è ora di uscire, mi dirigo con passo tranquillo verso la bollatrice. Immaginando le maledizioni e l’invidia dei miei colleghi.
Non vedevo l’ora di essere a casa, di rilassarmi facendo un bagno caldo e dimenticarmi la mattinata appena vissuta in ufficio.
Lo smog non aveva mai avuto un profumo migliore, mi ritrovai a pensare mentre uscivo.
Appena infilai le chiavi nella toppa del portone di casa, mi resi conto che il nervosismo provato era ormai scemato via. Mi attendeva un pomeriggio da dedicare a me stessa, avevo idea di starmene in panciolle per un po. Immaginatevi il mio disappunto, quando dopo neanche dieci minuti che ero a casa, il campanello inizio a suonare. ‘Che palle!’ fu il mio commento mentre dallo spioncino vidi Massimiliano il vicino del sesto piano che suonava nervosamente. Sapendo che era un piantagrane su qualunque questione condominiale mi sentii un po’ avvilita. Infatti, neanche tempo di salutarci che mi disse subito ‘Dobbiamo parlare’. ‘Parliamo’ risposi io stizzita, ma per il quieto vivere lo feci entrare in casa sperando che la cosa fosse il più rapida possibile. Lo feci accomodare in cucina, appena fu seduto prese in mano una cartellina. ‘Ecco che tira fuori le sue lagnanze’ pensai fra me, invece lo vidi estrarre delle foto e me le passò. Notai che mentre me le passava che sulla faccia aveva stampato un sorriso da squalo.
‘Merda!’ pensai tra me mentre guardavo quelle foto che mi ritraevano mentre stavo facendo sesso con il mio amante. Le scorrevo nervosamente, mi trovai a guardarle più e più volte nella speranza fossero un falso, un fotomontaggio. Purtroppo erano vere e, quella fotografata con quel cazzo in bocca ero proprio io. Alzai il mio sguardo sconsolato verso Massimiliano, non sapendo cosa aspettarmi e provando un senso di infinito smarrimento. ‘Vede signora, da queste foto si deducono due cose: la prima che lei è una gran troia, la seconda che suo marito sarà molto triste nel vederle’ disse con calma. Io ero arrossita e sentivo la rabbia montarmi dentro ero sul punto di esplodere, avrei anche potuto dargli un pugno sul viso. Lui con calma mi disse ‘Lei non vuole che suo marito le veda vero?’. La mia risposta fu no, ovviamente. Anche se avevo capito che la cosa avrebbe avuto un prezzo, ma speravo non troppo alto. ‘Bene le chiedo solo un pomeriggio tutto per me che apprezzo le sue capacità viste nelle foto’ disse, e aggiunse ‘tanto non sembra possa scegliere diversamente’ mentre lo diceva il suo ghigno da squalo torno a far capolino sulla sua faccia.
In quell’istante, quando il suo ricatto mi fu chiaro mi sentii in preda alla frustrazione ed alla vergogna. Non sapevo che fare, sicuro era che se quel bastardo di Massimiliano avesse dato le foto in suo possesso a mio marito, lui mi avrebbe ammazzata di botte. Raramente mi ero sentita tanto smarrita dinnanzi ad un uomo. In più sapevo di non avere scelta, anche se quell’uomo mi faceva schifo e mai mi sarei voluta concedere a uno come lui mi trovavo mio malgrado a fare sesso con lui. Così rassegnata risposi di si, ma che se doveva essere volevo che fosse oggi,subito. Lui non disse nulla sembrava pensare un attimo, poi mi disse placidamente di salire nel suo appartamento tra un ora.
Appena fu fuori dal mio appartamento, guardai di nuovo l’orologio, stavolta sperando che la lancetta dei minuti non si muovesse.
Mi ritrovai seduta sulla poltrona bianca come un cencio, incapace di formulare un pensiero coerente. Volevo sprofondare, sparire. C’era la rabbia: verso Massimiliano e il suo ricatto; verso la mia privacy rubata; verso me stessa che mi ero messa in quella condizione. C’era frustrazione: perché non c’era via d’uscita. E, anche se odiavo ammetterlo c’era eccitazione: l’idea di estrema perversione di quella situazione che si andava disegnando nei miei pensieri. L’idea di essere usata sessualmente era un mio sogno ricorrente. Così mentre le lancette dei minuti scandivano il ritmo mi ritrovai con una sensazione dolce amara. Più o meno come se trovaste cinquanta euro per strada e chinandovi per raccoglierli vi accorgete di aver messo un piede su una merda di cane.
Salendo gli scalini che dividevano i nostri appartamenti, lentamente uno ad uno, mi ritrovai a sentirmi pervasa da quella sensazione di perverso eccitamento. Mi ritrovai così a suonare il campanello di Massimiliano carica di turbamento.
Lui mi aprii la porta, era già completamente nudo, con il suo membro gonfio ed in tiro. Mi soffermai a guardarlo, il suo corpo grassoccio e un po’ flaccido faceva torto a quel membro teso, liscio e lungo. Mi tiro dentro con una certa forza e richiudendo la porta mi disse: ‘Spogliati troia’, diventai rossa a quell’epiteto non mi piaceva ma era quello che ero in quell’istante. Lo accontentai spogliandomi subito, pensavo che la cosa sarebbe durata poco e mi feci coraggio. Anche se la boccetta di viagra poggiata sul tavolino non deponeva a mio favore.
Lui mi strattono fino nella sua camera da letto dove scoprii ad attenderci vi era un altro uomo, anche lui come Massimiliano sulla cinquantina. Era tarchiato e stempiato e stava guardando un film porno, era nudo e metteva in mostra un corpo muscoloso e un cazzo nodoso e largo. ‘Carina la troia’ disse ridendo e, poi mi venne incontro per esaminare il mio corpo. Si soffermò a commentare oscenamente il mio culetto e la mia passera rasata.
In quell’istante provai un forte imbarazzo, mi sentivo molto più che nuda dinnanzi a quegli uomini che mi avevano privata dei miei segreti e, che mi avevano portato qui mio malgrado. Mi sembrava quasi come non avessi più carne ne muscoli ed il vento fischiasse fra le mie ossa.
Per prima cosa si premurarono di legarmi le braccia dietro la schiena, mi dissero anche che mi avrebbero fatta urlare di piacere.
Non dubitavo della cosa, facendo a pugni col mio buon senso mi resi conto che la mie fantasie stavano lentamente prendendo corpo.
Appena le mie mani furono immobilizzate entrambi si chinarono ed entrambi cominciarono a leccare i miei due orifizi. Massimiliano mi leccava le labbra della figa con estrema foga mentre, il tarchiato da dietro mi leccava l’ano ed ogni tanto vi inseriva una delle sue dita tozze. Mi sentivo in loro potere, succube della situazione e scoprii che mi piaceva. Sentivo le mie gambe intorpidirsi e fare fatica a reggere il mio peso: mentre quei due mi usavano per appagare le loro fantasie più oscene, ed io piano stavo per raggiungere l’orgasmo. Mi ritrovai a godere senza più saper nascondere a me stessa che mi stava piacendo e, che per un assurdo scherzo del destino le loro fantasie e la mia coincidevano.
Il tarchiato si alzò e mi obbligò a inginocchiarmi, mettendomi senza tanti complimenti il suo cazzo duro davanti alla bocca. Io cominciai a leccarlo, facendo saettare la mia lingua sulla sua cappella gonfia. Purtroppo il tarchiato non lo ritenne sufficiente, visto che mi afferrò per i capelli e me lo schiaffò violentemente in bocca. Si muoveva nella bocca come se stesse scopando, quasi mi soffocavo con la mia stessa saliva che mi colava dai bordi della bocca inumidendomi i seni. Poco dopo Massimiliano mi costrinse a chinarmi in avanti e da dietro cominciò a scoparmi con violenza la fica. I suoi colpi erano decisi, mi scoprii a mugugnare di piacere mentre il tarchiato mi guardava ed esclamava: ‘Ti piace vero troia?’. La cosa irritante e che mi piaceva veramente, quella situazione che era nata in quel modo brutale mi stava regalando piacere e perversione. Così lo guardai con aria di sfida e risposi ‘Si’ tra un sussulto ed un altro, dovuti agli assalti di Massimiliano alla mia figa. Il tarchiato mi prese per i capelli e cominciò a strusciare il cazzo sulla mia faccia, picchiettandomelo sulle labbra facendolo scivolare ogni tanto nella mia bocca. Mi strappò quasi con violenza al trattamento di Massimiliano, gettandomi supina sul letto. Si mise sopra di me e facendo scivolare il suo cazzo lungo il solco delle natiche prese a spingere con la cappella sul buchetto del culo, rimanendo insensibile al mio mugolio di dolore. Lo sento farsi largo dentro di me, inesorabilmente mentre la sensazione di dolore viene sostituita da quella di piacere. Mi ritrovo a mordere le lenzuola, mentre lui mi scopa facendomi sentire ad ogni affondo tutto il peso del suo corpo. Continua a scoparmi così senza pietà alcuna mentre i miei gemiti non assumono quasi il tono del pianto. Non ho nemmeno il tempo di rifiatare, terminata quella furiosa inculata che mi ritrovo girata a pancia in su, con Massimiliano che mettendosi le mie gambe sulle spalle comincia a scoparmi nella figa con vigore. Poco dopo mi sento percorrere da brividi assurdi e urlando di piacere mi abbandono ad un orgasmo che mi fa fremere tutta. I miei due aguzzini mi riportano in ginocchio e a turno mi fanno succhiare i loro cazzi fino a che non vengono entrambi sul mio viso e sul mio corpo.
Quando ormai rivestita stavo per andarmene via, Massimiliano mi consegnò un plico con foto e negativi. Lo presi e lo lasciai nelle sue mani, perché quello che avevo provato quel giorno mi piacque profondamente e in un certo senso volevo che si ripetesse ancora. Anche se parte di quella magia sapevo sarebbe stata irripetibile. Uscii da quell’appartamento in cui ero entrata con la forza quasi sorridendo, sapendo che avevo realizzato una delle mie più perverse fantasie.
Stupendo
Ciao purtroppo non sono brava nello scritto, Se vuoi scrivermi in privato . delo.susanna@gmail.com
Per un bohemienne come me, che ama l’abbandono completo al piacere e alle trasgressioni senza limiti, questa è forse la…
Ho temuto che non continuassi… sarebbe stato un vero peccato, il racconto è davvero interessante
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…