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Racconti Erotici Etero

V.M. 13

By 10 Dicembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

V.M. 13

Giovedì 19 Dicembre 1996

Aveva letto giusto Fred…l’insegna recitava proprio la scritta V.M. 13, non era una svista…sorrise all’evidente errore ortografico e si avviò verso l’ingresso del cinema. Quando chiese informazioni al momento di pagare, un cassiera butterata dai capelli unti e la sigaretta che penzolava tra le labbra rispose semplicemente ‘Giovanotto, questo posto ha più di vent’anni, permetti che l’insegna al neon vada a farsi benedire di tanto in tanto?’ Fred pagò e tirò dritto, lasciandosi alle spalle il mondo.
Per la prima volta in cinquant’anni aveva varcato l’ingresso di un cinema a luci rosse. Un matrimonio e due figlie fa non avrebbe mai immaginato di trovarsi dove si trovava in quel momento. Era ancora indeciso se quella fosse la decisione giusta. Lui, così ligio nella vita, così eticamente impeccabile, così un marito ideale…ma quelli erano altri tempi e un altro Fred.
La prima cosa che lo colpì fu il buio pesto…si immaginava si un luogo poco illuminato, ma così era dura persino camminare senza inciampare…la seconda cosa fu l’arredamento…esattamente come prevedeva…poltrone logore in pelle, di un colore che sapeva di vecchio…come l’aria pesta che circolava spazzata ogni tanto da dei ventilatori posti sul soffitto…erano vecchi anche loro. Non sapendo come muoversi in quel mondo nuovo seguì l’istinto e si accomodò sulla prima fila di sedie alla sua sinistra…stare vicino all’uscita gli dava un senso di sicurezza che davanti non avrebbe avuto.
Il cinema non aveva degli spettacoli precisi, i clienti pagavano e dei film venivano proiettati in sequenza, senza un ordine particolare, per dodici ore al giorno, Domenica compresa. Il sesso non riposava mai e non andava mai in vacanza. La sedia, al di là dell’aspetto consumato era comoda e Fred aveva dovuto lasciare a casa i suoi buoni propositi di igiene senza farsi troppe domande sulla pulizia alla quale andavano incontro i suoi jeans. Così reclinò la testa e si concentrò sulla schermo. Nulla che non conoscesse già…corpi sudati che si intrecciavano, cullati da musiche jazz e new age in sottofondo…aveva sempre pensato che i film porno mancassero di personalità e si accorse che con il passare degli anni le cose non erano cambiate.
Poi scrutò la gente in sala…a occhio e croce una trentina in tutto, non male per un Giovedì pomeriggio, pensò Fred…per lo più pensionati, che sperperavano i risparmi di una vita sperando che qualche mano, qualche bocca, fica o culo giustificassero l’aver lavorato per quarant’anni. A prima vista niente donne, si sapeva che questi cinema erano per uomini soli o checche in cerca di soldi facili. Raramente il gentil sesso si sporcava la coscienza graziando qualche fortunato.
La pellicola terminò e dopo i titoli di coda (anche gli attori porno avevano i loro diritti) un nuovo film si fece spazio in sala. Fred, finalmente abituatosi all’oscurità, individuò la toilette, spostata di qualche metro a destra dal maxi schermo. Notò anche un viavai notevole dal bagno e si chiese se i rapporti sessuali si consumassero lì, o se le vesciche degli anziani giocassero dei brutti scherzi nei pomeriggi invernali.
Fred pareva più affascinato dalla fauna del posto che dal film in sé…due attrici bionde stavano slinguando in modo provocatorio nella pellicola quando la notò…seduta alla sua sinistra, sola, l’espressione concentrata sullo schermo e le gambe accavallate con un piede che dondolava…indossava una giacchetta in tessuto di pelliccia senza maniche che non le arrivava alla vita…parte delle braccia erano coperte da una t-shirt bianca…jeans chiari e stivali grigi con il tacco completavano l’opera…i capelli, dalla poca illuminazione, parevano castano scuro e, di profilo, naso e labbra erano minute.
Fred restò concentrato sull’unica creatura di sesso femminile del locale e notò che un paio di ragazzotti dai modi goffi l’avevano a loro volta notata…il meno impacciato dei due le si avvicinò con in mano una banconota da cinquanta…quando ormai le fu accanto, lei con uno sguardo schifato prese la banconota e se la mise in tasca…poi si girò verso il giovane e con un gesto deciso e meccanico gli abbassò i pantaloni…Fred restò pietrificato come quando da piccolo spiava dalla serratura sua zia spogliarsi in bagno…la ragazza si trovò davanti un pene eretto e controvoglia iniziò a segarlo…il ragazzo muoveva il bacino avanti e indietro come a simulare una scopata e teneva la testa verso l’alto, godendosi il momento…momento che durò poco, perché un attimo dopo il giovane venne, a giudicare dal suo gemito soffocato…la ragazza prese un fazzolettino dalla borsa e si asciugò le mani con un gesto abitudinario.
In tutto ciò Fred non le aveva staccato gli occhi di dosso e solo quando la situazione tornò alla normalità si rese conto di dove fosse…si destò mentre il porno in sottofondo entrava nel vivo e un vecchietto vicino a lui gli sussurrava all’orecchio ‘Quella lì è la Lucy…è una gran porca…te lo mena per cinquanta e te lo lecca per cento.’ Fred, sempre più sconvolto da questo microcosmo così estraneo al suo, non riuscì a rispondere e fece solo cenno di si con la testa.
Dieci anni prima sarebbe stato in qualche negozio a ultimare i regali di Natale, con moglie e figlie ad aspettarlo a casa…un bel quadretto famigliare…poi la scoperta che oltre a quel quartetto c’era un quinto incomodo e il resto è storia…dieci anni dopo, solitario e senza più stimoli, si trovava in uno squallido cinema a luci rosse a cercare qualcosa che non sapeva nemmeno lui.
Il secondo ragazzo le aveva già infilato il cazzo in bocca…probabilmente, a dar retta al vecchio, era messo meglio economicamente…anche lui venne in fretta, proprio mentre la situazione iniziava a eccitare Fred…la gente in sala si divideva tra spettatori del film sullo schermo e spettatori del film dell’ultima fila…’Ora vado io bello, fammi passare’ – era ancora il vecchio – che in modo febbrile si avvicinò alla ragazza…vedendolo arrivare, lei si girò verso Fred e lo penetrò letteralmente con lo sguardo, come a volerlo ammonire. E infatti, al momento di pagare, il vecchio dovette farsi da parte perché la ragazza con l’indice a uncino stava indicando a Fred di avvicinarsi…l’ex marito e padre di famiglia, come in uno stato di trance, fu costretto ad avanzare verso la fonte del richiamo…prima che mettesse mano al portafogli, la ragazza gli stava già baciando il ventre…quello che ne seguì fu un puzzle di ricordi vaghi e flashback indelebili…lui che la penetrava da dietro…lei che urlava come una matta, i guardoni affollati attorno a quell’imprevisto spettacolo…chi si segava sognando di essere al posto di Fred, chi cercava di inserirsi nell’amplesso…Lucy che a gambe divaricate sulla seggiola e i jeans abbassati alle caviglie gli teneva la nuca mentre gli gridava ‘fottimi’ e poi ancora la foga di lui, che in una scopata selvaggia diceva addio per sempre a chi l’aveva tradito…le gocce di sudore sulla fronte di lei…le contrazioni del corpo di lui e lo sperma che inondava la pancia scoperta della ragazza e firmava il poggiatesta del V.M. 13.
Fu come un sogno, nel quale non si ragiona lucidamente…nel quale si agisce e basta…poi arriva la forza devastante dell’orgasmo a riportarti alla realtà…e li capisci che davvero si potrebbe impazzire per dieci secondi scarsi di libidine…dieci secondi per i quali anche un uomo così ‘puro’ come lo era Fred poteva prendere una ragazza sulle poltrone di uno squallido cinema porno con decine di persone a guardarlo.
Da quel giorno la vita di Fred cambiò, ci sono delle scelte durante il proprio cammino alle quali non si può porre rimedio…non si può tornare indietro…il cinquantenne scapolo aveva oltrepassato quella linea…cos’era diventato? Un maniaco? come definiva lui stesso quelli che passavano le giornate a guardare un porno in una sala buia con qualcuno accanto che ti spiava mentre ti facevi una sega? Un fallito? Perché pagava una ragazza per una scopata? Fatto sta che da quel giorno la vita di Fred non fu più quella di una volta…sapeva esattamente dove dirigersi quando aveva un momento libero…ormai anche la cassiera butterata lo chiamava per nome…era diventato una specie di divo in quel posto…e lei? E Lucy? La ragazza che te lo menava per cinquanta e te lo leccava per cento? Lucy probabilmente aveva trovato l’amore, o comunque un sentimento nuovo, non necessariamente legato al denaro…per la prima volta si era concessa per il piacere di farlo…a un uomo per il quale provava qualcosa…come non le era mai successo.
Da quel Giovedì pomeriggio in poi Fred e Lucy diventarono complici, lui era l’amante che rimediava alla noia della clientela comune e, nonostante lei continuasse nelle sue abitudini sessuali, Fred non fu mai geloso, perché sapeva che con lui era diverso e quando arrivava il suo turno, solitamente per ultimo, come il dolce tanto atteso dopo le portate principali, era tutto vero…e gli altri sapevano che era arrivato il momento più bello della giornata, ormai il film alle loro spalle non contava più…contava solo vedere Fred che inculava Lucy sfatando un tabù che altrimenti non si sarebbe mai concesso, osservarlo prenderla da dietro con forza mentre il viso di lei era contratto in una smorfia di piacere…ammirare Lucy che al momento di farlo esplodere lo prendeva tutto in bocca con dei movimenti circolari e un mugolio che la gente comune si sognava e poi esultare quando dopo aver pompato il cazzo, questo eruttava nella bocca della ragazza annegando la sua lingua.
Fu un gioco che durò quasi quattro anni, con gli stessi protagonisti e un copione sempre diverso…

Giovedì 23 Novembre 2000

Fred imboccò il vialetto che portava al V.M. 13 e, non appena si apprestò a parcheggiare, capì che il suo presente era sconvolto.
Una bronchite l’aveva legato al letto per più di un mese, impedendogli di continuare la sua recente routine e il ritorno alla vita fu una sorpresa amara. Abbassò il volume dell’autoradio e si rese conto della triste realtà. Un incendio aveva distrutto la sua nuova casa.
Si incamminò come uno zombie verso la cabina dove una volta sedeva la cassiera dai capelli unti e cercò di sbirciare ciò che restava del cinema. Un ammasso di travi e poltroncine che puzzavano ancora di fumo. Stordito come il primo giorno nel quale mise piede al V.M. 13, sentì dei passi dietro di lui e una mano che gli toccava la spalla confortandolo. ‘E’ tutto finito Fred ‘ disse la voce monocorde ‘ è successo l’altro ieri, quella maledetta insegna ha creato un corto circuito devastante. In dieci minuti era tutto andato ‘ continuò l’uomo ‘ hai fatto bene a non esserci.’ Fred deglutiva con dolore senza ancora capacitarsi della tragedia, per poi balbettare qualcosa: ‘Ma, come…cioè, non riaprirà più? E gli altri? ‘ anche se la sua mente correva solo verso Lucy ‘ ci sono tutti?’ ‘Gli altri stanno tutti bene ‘ rispose la voce dietro di lui ‘ ma probabilmente questo è un addio Fred. Ti saluto amico, non prendertela, la vita è così, un giorno ti va bene e un altro ti va male ‘ pronunciò le ultime parole allontanandosi ‘ stammi bene Fred.’
L’ex marito perfetto e padre di famiglia sentì il mondo crollargli addosso per la seconda volta e, grattandosi la nuca sconsolato, si avviò verso la sua macchina. ‘E’ tutto finito Fred’ – questa era la frase che gli rimbombava nella testa ‘ e capì in quel preciso istante che assieme al V.M. 13 se n’era andata anche Lucy…non l’avrebbe mai più rivista…perduta per sempre…si sentì doppiamente tradito mentre sprofondava nel sedile anteriore della sua Lancia.
I ricordi lo colpirono come un’emicrania fulminante mentre fece la retro…Lucy se n’era andata, la ragazza che te lo prendeva in mano per cinquanta e te lo succhiava per cento…mise la prima e si chiese cosa avrebbe fatto dal quel momento della sua vita…accese lo stereo con un gesto meccanico proprio mentre i Beatles intonavano ‘Lucy in the sky with diamonds’ e per un attimo Fred sorrise…..

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