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Racconti Erotici Etero

Valentina al cinema

By 30 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella sera Valentina era stanca, ma non voleva starsene chiusa in casa. Ad un paio di isolati c’era un cinema e decise di farci un salto per vedere se davano qualcosa di interessante, avrebbe potuto guardare in internet, ma pensò fosse meglio fare due passi.

Non c’era per nulla freddo e decise di infilarsi una gonna a metà coscia jeans, una magliettina con collo a v, un po’ scollata, nera e poi la parte più divertente, ma più difficile: la scelta delle scarpe. Le adorava e ne aveva tantissime, quasi un armadio pieno, per il cinema voleva qualcosa di comodo visto che doveva camminare, ma anche un po’ sexy. Cominciò ad osservarle da lontano, tutte, con calma, poi le vide, erano perfette: nere, tacco non troppo alto, con cucitura bianca che faceva contrasto e un piccolo fiocchetto sulla punta.

Le infilò, prese la borsetta, ovviamente nera e abbinata alle scarpe, e si incamminò verso il cinema.

Vale non era una ragazza molto appariscente, ma quella sera era stupenda e tutti si giravano a guardarla, anche se lei, come sempre, non se ne accorgeva, oltretutto se se ne fosse accorta sarebbe diventata rosso peperone per l’imbarazzo.

Ci vollero poco più di venti minuti prima di arrivare al cinema, le scarpe erano state perfette ed il cinema era aperto, non aveva controllato nemmeno quello. Andò subito a vedere il programma delle proiezioni: c’erano un paio di film romantici, un horror e un film d’azione. In realtà c’era anche un film erotico tratto da un romanzo di successo che aveva letto, ma non era il suo genere. Decise per il film d’azione, andò alla biglietteria: ‘Uno per…’, pensò pochi istanti, ’50 sfumature di grigio’.

Vale era diventata rossa nel momento in cui aveva pronunciato il titolo del film e il ragazzo di fronte a lei la squadrò dalla testa ai piedi, sorrise, le diede il biglietto e aggiunse:’Meglio che ti muovi, sta per iniziare. E’ molto bello’, sorrise di nuovo.

Si affrettò verso la sala, quando entrò prese fiato, non era facile correre con quelle scarpe, si guardò intorno e vide con sorpresa che non c’erano molti posti liberi. Ne vide uno più o meno a metà sala, da lì poteva vedere bene e aveva un posto libero vicino dove poter mettere la borsa, tutto perfetto pensò.

Mentre saliva le scale notò che c’erano quasi esclusivamente coppie e si sentiva un po’ fuori posto, ma poi si disse:’Chissenefrega, stasera mi andava il cinema, mica è colpa mia se non ho il moroso’.
Chiese permesso e iniziò a passare tra le gambe delle altre persone, camminava di lato, il sedere un po’ in fuori, le mani appoggiate ai sedili della fila davanti.

Era estremamente sexy in quei movimenti e Carlo, appena entrato in sala la vide e decise che si sarebbe seduto vicino a quella morettina favolosa.

Vale si sedette, la gonna le era salita e le gambe erano in mostra, ben tornite, un po’ muscolose, non passavano di certo inosservate, e procurarorono qualche rimprovero ai poveri ometti da parte delle loro donne che li scoprivano a fissarle.

Stava per mettere la borsa sul sedile affianco a lei:’E’ occupato?’, era Carlo. Valentina fu costretta a dire di no, anche perchè le luci si stavano per spegnere e non riusciva proprio ad essere maleducata.
‘No prego è libero’ con un piccolo sorriso.

‘Grazie, non pensavo ci fosse così tanta gente a quest’ora, per fortuna ho trovato posto’, Vale non disse nulla, si limitò a sorridere e fare un piccolo cenno. Carlo sedendosi guardò curioso, forse un po’ eccitato, la scollatura di Vale e le sue gambe.

Le luci si spenserò.

Carlo ogni tanto si voltava a guardare Vale, che sembrava rapita dallo schermo, sembrava cercasse di ricordare ogni dettaglio, ogni parola. Decise di avvicinarsi.
Attirò l’attenzione di Valentina picchiettando con un dito sulla coscia di lei, poi all’orecchio le disse:’Certo che ti piace proprio questo film. Ma hai letto anche i libri? Io li ho trovati molto belli, molto meglio del film.’

Sentire il fiato di Carlo, un completo sconosciuto, nell’orecchio fece venire i brividi a Vale, non si aspettava una reazione del genere. ‘Si si li ho divorati tutti i libri, il problema del film credo siano gli attori’, cerco di mantenere un certo distacco rispondendo, ma Carlo si era accorto del brivido che il suo soffio aveva provocato e osò di più:’Tu saresti stata perfetta come Anastasia sai’. Poi si voltò subito e tornò a guardare il film, senza dare modo a Valentina di rispondere.

Le scene di sesso erano molto esplicite e molto eccitanti, Vale se le era immaginate proprio così mentre leggeva le pagine del libro, e le stavano facendo lo stesso effetto, si sentiva accaldata e le si era formato un leggero sorriso sul volto. Con gli occhi guardò la sala e vide che molte coppie si stavano baciando e pensò che se non ci fossero stati tutti i posti riempiti, qualche coppia si sarebbe spinta oltre il bacio.

Carlo si accorse dei fremiti di Vale mentre Ana e Grey si lasciavano andare alla passione, era parecchio eccitato anche lui e si cominciava anche a notare, non sapeva se Vale fosse pronta e disponibile, ma non voleva perdere un’occasione. Allungò la mano e la appoggiò sulla sua gamba soda e nuda.

Vale sentì un calore improvviso, si girò di colpo, ma l’uomo accanto a lei non la guardava neppure, e lei non sapeva che fare, ma non tolse la mano calda dell’uomo dalla sua coscia. Ci volle solo qualche istante perché si rendesse conto che le piaceva. Non sapeva se fosse perché erano in pubblico, per il fatto che era uno sconosciuto, per il film o forse per tutte quelle circostanze sommate tra loro, stà di fatto che le piaceva.

Carlo fu felice della reazione di Vale, sorpreso forse un po’, ma felice e soprattutto desideroso di continuare e di vedere fino a dove si sarebbe potuto spingere.
Non aspettò molto, solo alcuni secondi dopo che Vale era tornata al film con lo sguardo inizio a muovere la mano, spostandola delicatamente fino al ginocchio per poi tornare su, salendo ogni volta un po’.

Valentina sapeva che nessuna poteva vederli, ma aveva lo stesso un po’ di paura e la cosa con sua sorpresa la eccitava ancora di più, quell’uomo aveva un tocco favoloso, era delicato, le mani erano morbide e lei cominciava a lasciarsi andare. Si rese conto che non sapeva nemmeno il nome di quello sconosciuto e decise di presentarsi:’Io mi chiamo Valentina’.
‘Piacere, sei stupenda’, ma non aggiunse altro. La sua mano però salì e si infilò sotto la gonna in modo quasi felino ed iniziò a massaggiare l’interno coscia.
Sentiva il calore di Valentina aumentare mentre si stava abbandonando al suo tocco, aveva infatti aperto le gambe per favorire i suoi movimenti, ma cercava di trattenersi e per non farsi scoprire teneva la borsa sopra la mano di Carlo, per nasconderla.

L’eccitazione di Carlo ormai era evidente e pulsava sotto i pantaloni, le prese una mano e se la mise proprio sopra la patta e iniziò a muoverla. La mano di Vale era affusolata, piccola, le unghie non troppo lunghe di un rosso acceso, come la passione che stavano emanando entrambi.

Vale fu colta di sorpresa, sia dal gesto, che da quello che sentì. Era durisimo e pulsava, non poteva credere che fosse a causa sua, ma la cosa la eccitava ancora di più. Stava vivendo una cosa completamente nuova, non sapeva come comportarsi, ma decise di viverla fino in fondo, non voleva fermarsi, non poteva più.

Le dita di Carlo si muovevano sapienti, e poco a poco arrivarono a sfiorare il fiore caldo e umido di Valentina, che fece un sussulto appena sentì il contatto. Si girò anche il ragazzo che era accanto a lei dall’altra parte, ma si limitò a sorridere, senza capire cosa stava succedendo.

Valentina era in balia della passione e dell’eccitazione, stava accarezzando dolcemente il membro di Carlo, lo afferrava e poi lasciava da sopra i pantaloni, aprì la lampo, stava per infilare la mano dentro, quando si accesero le luci. Rossa di imbarazzo ritirò la mano e accavallò le gambe un attimo dopo che Carlo aveva tolto la sua.

Non si guardarono nemmeno durante quei lunghissimi 5 minuti di pausa, era evidente la tensione che si era creata e anche alcune coppie l’avevano notata, Carlo infatti sentì distintamente alcuni commenti su Vale, commenti anche poco educati, che decise di tenere per sè.

Quando le luci si spensero e il film ricominciò Vale rimase immobile, la paura l’aveva bloccata, ma non aveva bloccato Carlo che cerco di riprendere da dove aveva lasciato, ma non trovò la stessa collaborazione. ‘Apri le gambe Valentina. Non vorrai fermarti ora.’

Sottovoce e un po’ innervosita ‘Ma ci scoprono, non posso’. Il tono di Carlo allora si fece più duro, e proprio mentre Grey mostrava la sua stanza BDSM ad Ana:’Vale ti ho detto di aprirle, non farmelo ripetere’.

Questa volta non riuscì a rispondere e si sentì in obbligo di assecondare l’uomo, aprì le gambe e subito Carlo infilò la mano, lei si senti nuovamente invasa dal calore della passione, trattenne a stento i sospiri e i fremiti. Allungò anche lei la mano di nuovo e, trovando la patta già aperta, la infilò subito nei pantaloni. Scopri che Carlo non portava i boxer e prese subito in mano il suo membro, iniziando a massaggiarlo dolcemente, ma con decisione.

Carlo scostò con l’indice le mutandine di Valentina e inizioò ad accarezzare la pelle umida, calda e vogliosa del sesso di quella donna favolosa.
Lei non resisteva più, ma non voleva continuare così, sentiva crescere il desiderio di essere posseduta, diventava quasi una necessità a quel punto.

‘Non possiamo continuare qui, ci scoprirebbero, ma non voglio, non posso fermarmi’ furono le parole che diedero la conferma a Carlo che ormai Valentina era completamente, inevitabilmente schiava della passione.

‘Si Valentina usciamo. Seguimi tra 5 minuti, ti aspetto fuori in auto.’ poi si alzò e uscì.

Valentina rimase lì ad attendere, fu come aspettare l’eternità, ma non poteva alzarsi subito, avrebbero capito tutti, doveva sforzarsi di aspettare. Ogni secondo ricontrollava l’orologio. Finalmente quei lunghissimi cinque minuti erano passati e si alzò, le gambe quasi le cedettero all’inizio per l’eccitazione, la gonna era rimasta sollevata, sembrava un minigonna e quando passò davanti agli altri spettatori della sua fila, se non fosse stato per il buio, avrebbe mostrato le mutandine.

Quando uscì dalla sala si sistemò la gonna, fece un lungo respiro, come per darsi coraggio e si diresse a passo veloce verso l’uscita del cinema.
Appena fuori notò una cabrio con all’interno Carlo, che le stava facendo un piccolo gesto per richiamare la sua attenzione. Andò da lui, o guardò, sorrise e salì in auto.

‘Sei tutta rossa Valentina.’ disse sorridendo Carlo, ‘andiamo da me ora, lì saremo tranquilli, ci vuole poco’. Per un attimo Valentina pensò di scappare, poteva essere un maniaco, poi pensò al film, a come Carlo le aveva parlato prima e immaginò che una volta a casa dell’uomo si sarebbe trovata nella stessa situazione di Ana. Carlo partì, Valentina strinse la borsetta tra le mani, cercò di rilassarsi e decise di accettare il fato.

Durante il breve tragitto Carlo non la sfiorò e non le disse nulla. Quando arrivarono le aprì la porta, le porse la mano per farla scendere. Un vero gentiluomo e Valentina ne fu piacevolmente sorpresa.

‘Scusami per come ti ho parlato prima, ma sentivo che ti stavi richiudendo in te stessa, e avevi bisogno di una scossa’.
Lei sorrise ‘Sai credo tu abbia fatto bene’, mentre lo diceva arrossì.

Carlo la fece accomodare in casa, era bella, non enorme, ma ben arredata, quasi non sembrava la casa di un uomo single. Valentina si stava guardando intorno, sentì chiudersi la porta e un istante dopo sentì l’abbraccio di Carlo, che la prese da dietro e iniziò a baciarla sul collo ‘Non potevo aspettare ancora’, Valentina gemette e un brivido le attraversò la schiena fino al bacino, che mosse piano in cerca del membro sempre durissimo di Carlo.

Lui continuò a baciarla, poi inizio a massaggiarle i seni, grossi e sodi con una mano, mentre con l’altra le sollevò la gonna fino in vita e poi la infilò sotto le sue mutandine. Al contatto con il suo fiore dischiuso Valentina ansimò:’Oh si, hai delle mani fantastiche, ti prego dimmi il tuo nome però’. Lui si avvicinò al suo orecchio: ‘Mi chiamo Carlo’, poi le morse il lobo e lo succhiò.

‘Carlo ti prego continua’

Lui non se lo fece certo ripetere, la girò verso di sè e la bacio con tutta la passione che aveva, le tenne stretta, le fece sentire il suo membro, e lei lo cerco con il bacino, come volesse massaggiarlo, come ne avesse bisogno.

Il bacio continuò per molti attimi intensi, durante i quali Valentina aprì gli occhi un istante e vide due figure allo specchio in preda all’eccitazione, come fossero due animali, non credeva di essere lei, ma si rese conto che le piaceva, era felice di quello che stava succedendo e sorrise a se stessa.
Iniziò a sbottonare i pantaloni di Carlo che nel frattempo le stava palpando il sedere morbido, leggermente in fuori.

I pantaloni di Carlo caddero a terra e Valentina, sorridendo, scese lentamente in ginocchio, fisso il membro eretto dell’uomo davanti a lei, lo tocco facendolo tendere di più, poi si avvicinò e lo bacio in punta. Poi fissandolo negli occhi aprì la bocca e avvolse delicatamente il sesso di Carlo con le proprie labbra calde e rosse.

Carlo piegò indietro la testa, quasi automaticamente mise una mano sulla nuca di Valentina e iniziò a muovere il bacino avanti e indietro piano, senza fretta, voleva far durare quei momenti il più possibile. Valentina invece mise le proprie mani sulle natiche e lo tirò a sé. Mentre il cazzo dell’uomo entrava nella sua bocca lei lo leccava dolcemente e lo succhiava piano, lo assaporava, lo coccolava.

‘Mi fai impazzire Valentina, sei meravigliosa’, Carlo era in estasi e guardare negli occhi Vale mentre lo succhiava era tremendamente eccitante, anche per lei. Si tolse la maglietta e il reggiseno senza mai staccare le labbra, mostrando un seno rotondo, sodo, invitante con i capezzoli turgidi di un rosa più scuro.

Si rialzò in piedi e bacio Carlo, mentre con la mano continuava a massaggiare il suo cazzo. Lui la prese, la sollevò e si diresse verso la camera, senza mai smettere di baciarla. Sentire i seni che premevano sul petto era fantastico, una sensazione eccitante. Adagiò Vale sul bordo del letto a gambe aperte, si abbassò e sorridendo iniziò delicatamente a succhiarle la clitoride. Adorava il sapore di Valentina, era afrodisiaco, Carlo era completamente perso ormai.

Continuò ininterrottamente a leccarla e succhiarla, a volte infilando un dito per aumentarne il piacere e l’intensità, lei gemeva forte e lo incitava a continuare.
Sopra il letto c’era un altro specchio e Valentina si guardava eccitata, si piaceva, era bellissima, non si era mai vista in quel modo, lei che pensava di essere brutta ora si sentiva una dea.

‘Carlo non resisto ti voglio!’ gemette tra un sospiro ed un fremito. Carlo allora si alzò, le tolse le mutandine e la gonna. Era nuda, stupenda, distesa sul letto che lo guardava desiderosa, con quel sorriso voglioso invitante. La spostò verso il centro del letto, poi salì anche lui, mi mise piano sopra di lei, che gli prese il sesso in mano e lo indirizzò verso il suo fiore.

Lui non dovette far altro che muovere il bacino in avanti, entrò come fosse burro talmente lei era bagnata per l’eccitazione. Carlo si sentì avvolgere, il calore che sprigionava Valentina era confortante, stava bene, e iniziò dolcemente a spingere sempre di più, fino ad affondare completamente dentro di lei. Si guardarono intensamente, sorrisero e si baciarono.

Lei lo abbracciò e iniziò dei movimenti del bacino complementari a quelli di Carlo, come fosse una danza, anzi proprio come un ballo, meglio del tango, più sensuale della lambada. Erano mesi che Valentina non provava nulla del genere, sentirsi riempita in quel modo la faceva godere all’invero simile.

Quella danza fu interrotta solo molto dopo da gemiti sempre più forti, Valentina affondò le proprie unghie nella schiena di Carlo, era in preda all’orgasmo, un’orgasmo intenso, stupendo. Anche lui stava per raggiungere il culmine, aprirono gli occhi contemporaneamente e continuarono a fissarsi mentre insieme raggiungevano l’apice del piacere. Lui venne e lei sentì il suo seme riempirla, in quegli istanti era completamente sua. Lui affondò gli ultimi colpi succhiando i capezzoli di Valentina e alzandosi sulle braccia per ammirarla mentre godeva.

Furono istanti magici per entrambi e alla fine si misero uno accanto all’altra e si guardarono sfiniti e esanimi nello specchio. Erano l’immagine della passione, dell’eros.

Lei si girò verso di lui e sorridendo mentre con una mano gli accarezzava il petto:’Sapevo che era una buona idea andare al cinema’.

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