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Nei giorni successivi ogni volta che mi capitava di essere sola e rientrare in casa Ettore si palesava sulle scale. Non volevo che si abituasse all’idea di potermi avere quando voleva e scelsi di ignorarlo salutandolo in modo distaccato. Però il suo uccello non mi era dispiaciuto, avevo raccontato quanto avvenuto a mio marito al telefono e ci eravamo fatti quattro risate per il fatto che Ettore pur scopandomi, al di fuori della fase più acuta, mi desse del lei.
Dovevo passare ancora alcune settimane lì al Forte con mia mamma e la voglia di cazzo stava tornando così decisi di dargli una nuova occasione.
Anche questa volta lo provocai spudoratamente, questa volta non un copricostume trasparente che provocava ma direttamente un abito di maglina bianco, trasparente, scollato e cortissimo senza intimo sotto che disegnava le mie curve. Guardandomi allo specchio prima di uscire mi dissi che ero proprio una porca.
Avevo lasciato in auto due casse di acqua ed anche stavolta le usai come grimaldello.
Feci abbastanza rumore uscendo e puntuale arrivato sul pianerottolo di Ettore lo trovai con il telefonino in mano.
“Non ti è bastata la foto che mi sono fatta l’altra volta?” gli dissi facendogli l’occhiolino.
“E’ bellissima signora Viola, questo abito le sta benissimo un vero schianto”.
Notai il bozzo in mezzo alle gambe “sembrerebbe che anche al tuo amichetto lì sotto piaccia. Ho due casse di acqua in auto me le porteresti su?”
“Subito, le dispiace se mi faccio aiutare dal mio amico Jimmy?”
Da dietro la porta spuntò un ragazzone di colore grande quanto il pur grande Ettore.
Mi bagnai all’istante. Di doppiette insieme a mio marito e senza di lui ne avevo fatte diverse ma con due ragazzi giovani così non mi era mai capitato.
“Basta che portiate su l’acqua poi chi lo fa poco mi importa”.
“Vorrà dire che la mancia la divideremo in due” disse Jimmy pregustando quanto sperava sarebbe accaduto dopo.
Risi e proseguii per le scale, l’auto era poco distante dal portone e mentre mi avviavo radiografata dai due ragazzi, sentii uno dei due salutare un altro loro amico.
“Può salire anche lui?” chiese Ettore.
“Ho solo due casse di acqua, per cosa gli posso dare la mancia?”
“Facciamo che uno di noi la porta in braccio su per le scale così non fatica e non rischia di cascare con quei tacchi che indossa” disse il terzo arrivato che scoprii poi chiamarsi Davide.
Davide era un po’ meno alto e muscoloso dei due però aveva due occhi verdi, capelli biondi e nn era fatto per nulla male che non mi stupì la risposta, era uno che con le ragazze dava l’impressione di saperci fare al contrario di Ettore.
“E sia, chi mi porta?” dissi una volta aperta l’auto.
“L’idea è mia quindi faccio io” disse sfacciatamente Davide.
Jimmy ed Ettore presero le casse, chiusi la macchina con il telecomando e mi avviai al portone.
Davide era dietro di me, appena varcata la soglia mi sollevò come un fuscello iniziando da subito con una bella tastata al sedere ed una strofinata alle tette.
Il vestito si sollevò e praticamente mentre salivamo le scale ero con la passera completamente esposta.
Porsi le chiavi di casa a Davide che, senza appoggiarmi, aprì la porta.
Una volta dentro tutti e tre mi posò delicatamente sul divano.
“A che tipo di mancia pensavate” dissi alzandomi e dirigendomi alla borsetta per estrarre il portafogli.
“Non ci offenda, non siamo qui per i soldi” disse Davide mentre con una mano mi prendeva il braccio e con l’altra, spingendo sulla testa mi faceva inginocchiare, quindi lasciò il braccio ed aprì la zip rei pantaloncini che indossava facendoli poi scendere lungo le gambe.
Non feci un oooh di meraviglia ma il suo cazzo mi sorprese. Era barzotto, largo come una lattina e lungo un po’ di più. Se in tiro avesse mantenuto le proporzioni mi avrebbe sventrato.
Me lo sventolò davanti al naso, la presi come una sfida e lo afferrai per leccarlo per bene.
Gli altri due non persero tempo ed in pochi secondi erano nudi davanti a me con i cazzi dritti.
“Avevi ragione è proprio generosa la signora Viola” disse Jimmy avvicinandosi e mettendomi praticamente l’uccello in mano. Altrettanto fece Ettore. Avevo la bocca piena ed un cazzo per mano ed inizia a segarli.
Quando l’uccello di Davide fu completamente eretto tirai un sospiro di sollievo, era cresciuto, era enorme ma non quanto temevo.
“Che ne direste di darmi una leccatina?”
Davide tolse l’uccello dalla mia bocca e si infilò sotto di me che, con la bocca libera iniziai ad alternare i cazzi degli altri due fra le mani e le labbra fino a che furono un tutt’uno. Strofinavo fra loro le cappelle e le leccavo ed al contempo segavo i due uccelli. Il contrasto del cazzo bianco di Ettore con quello nero di Jimmy mi divertiva ed eccitava al tempo stesso.
Al piano di sotto Davide non aveva bisogno di lezioni. Leccava con maestria alternando, di tanto in tanto dei deliziosi morsetti per poi infilare un dito alla volta nella mia passera che grondava umori.
Eravamo in tre a mugolare, io per il trattamento di Davide ed i due ragazzi per il mio.
“E’ pronta per essere scopata sta porca” disse Davide cambiando posizione e mettendo l’uccello in corrispondenza della mia passera.
Non ci fu bisogno di altro, mi ci calai sopra, ero così fradicia che non mi fece nemmeno male. La mia figa si aprì all’enorme cazzo del ragazzo che mi abbassò la parte superiore del vestito liberando le mie tettone afferrandole e strizzandole senza misericordia strappandomi al tempo stesso gemiti di piacere e versolini di dolore.
I due sopra invece si godevano il pompino di coppia ed erano prossimi a venire.
A me mancava ancora un po’ ma quando il primo dei due, Jimmy iniziò ad ansimare ed iniziando ad eiaculare, lo segai indirizzando il getto verso il basso per evitare che mi accecasse. Nonostante questo un paio di schizzi mi presero sui capelli e sulla bocca mentre avevo ancora in bocca il cazzo di Ettore.
Questa situazione fece partire l’orgasmo di tutti gli altri, me compresa. Sentii il cazzo di Davide pulsare ed ingrossarsi e godetti poco prima che un fiume di sborra calda mi invadesse la passera.
L’ultimo fu Ettore, mentre ansimavo senza controllo si staccò da me e segandosi mi schizzò sul viso e sulle tette un numero di schizzi di sperma che non riuscii a contare distratta come ero dal mio orgasmo.
Ero un disastro, il vestito era inutilizzabile il viso le mai e le tette coperte di tanta crema bianca.
Anche i tre uccelli erano impastati del proprio ed altrui seme.
Davide si sfilò e, messosi in piedi mi porse l’uccello disse “sembra che la sborra ti piaccia, vedi di pulirmi l’uccello”.
Obbedii come un automa ed una volta sistemato lui anche gli altri due ricevettero lo stesso trattamento. Avevo nella bocca un mix di sapori di sperma che non avevo mai provato.
“Vado a farmi una doccia poi devo scappare, rivestitevi ed andate” dissi caracollando sui tacchi con il vestito impregnato di sborra nella mano. Dovevo levarlo di mezzo alla svelta per evitare che mia madre lo trovasse così.
I tre iniziarono a vestirsi mentre io entravo in bagno per una doccia.
Quando uscii c’era solo Ettore.
Quando mi vide mi disse, porgendomi due banconote da 50 euro: “grazie signora Viola, avevo raccontato ai miei amici quello che avevamo fatto la scorsa volta ma non ci credevano, ho così scommesso 50€ con ciascuno di loro. Questi soldi sono suoi, i punti che ho guadagnato vanno ben oltre questa cifra”.
Restai di sasso, Ettore vedendomi perplessa poggiò le due banconote su un mobile, prese la porta e se ne andò.

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