Ciao a tutti, e rieccomi! Sono il vostro Paolo, già protagonista di ‘Geminae’, e sono qui per raccontarvi le tanto paventate vacanze di maturità, vero e proprio prequel del racconto sopracitato. A proposito: ho inserito più di una citazione all’interno, ma il racconto può anche essere letto indipendentemente.
La storia inizia con la comitiva più affiatata della mia classe del liceo (10/11 persone) che, durante una delle classiche uscite serali di fine aprile, inizia a pensare alle varie destinazioni per il tanto agognato viaggio di maturità. A coloro di voi che non hanno dovuto affrontare mille e mille traversie per incorrere in questa ardua decisione dico che siete fortunati. Noi invece, per mettere d’accordo così tante persone e organizzare definitivamente l’avventura, ci abbiamo messo più di un mese, riducendoci quasi all’ultimo a prenotare volo + hotel.
Io all’epoca facevo coppia con una compagna di classe, e la storia perdurava sin dall’inizio del liceo. Non avevo avuto altre ragazze prima di lei, e avevo pianificato di non averne altre dopo. Insomma, avevo in mente programmi di lunghissima durata con Laura (era così che si chiamava). Quanto candido ero!
Io e Laura non avevamo mai sperimentato niente di particolarmente eccitante sotto le lenzuola, e anzi era già tanto se avevamo rapporti sessuali una volta a settimana. A lei piaceva ritrarsi come una ragazza acqua e sapone, e non troppo spregiudicata. Spero che non mi giudichiate male se vi confesso che all’epoca, scosso da ormoni adolescenziali, avrei sperato di più. Inoltre pensavo di meritarmi qualche divertimento in materia sessuale: avevo diciott’anni e io e Laura stavamo insieme da ben quattro anni! La mia occasione con lei, speravo, sarebbe arrivata durante la vacanza, in un ambiente libertino come quello di Malta d’estate. Sì, alla fine la meta scelta era stata Malta, isola a detta di tutti molto frequentata dai ragazzi della nostra età e organizzata ad hoc per quel target. Inoltre prezzi contenuti, belle spiagge e possibilità di escursioni in barca avevano svolto il resto della decisione.
Il problema si manifestò nei primi di giugno quando, decisa la meta e i compagni di viaggio, Laura iniziò a tirarsi indietro. Mi disse che non le andava di pensare in quel momento alle vacanze che avremmo fatto dopo, perché prima avrebbe voluto concentrarsi sull’esame di maturità. Fino a lì poteva sembrare una giustificazione plausibile, poi invece capii che la sua decisione era già stata presa e che non avrebbe partecipato al viaggio; perdipiù iniziava a spingere perché neanch’io ci andassi. La scusa ufficiale era che i genitori non l’avrebbero mandata. Ma io conoscevo i suoi genitori e sapevo che era una bugia. In realtà Laura non si trovava bene con la nostra comitiva e avrebbe voluto allontanarcene.
Avendo capito il suo gioco non le diedi corda, e in poco tempo il nostro rapporto andò logorandosi. Studiavamo sì insieme, ma i contatti tra noi erano sempre più infrequenti e soprattutto non scopavamo più. Potete solo immaginare quanto fossi infoiato in quel periodo. Fatto sta che tempo due settimane ci lasciammo, e qualche giorno dopo venni a sapere che la troia si era scopata un altro. Ero incazzatissimo, ma gliel’avrei fatta pagare.
Conclusi gli esami (a proposito, sono uscito con un bel 88!) Laura mi chiese di tornare insieme, giustificando il suo come un errore isolato. In quel momento una scintilla di cattiveria eruppe in me, che per la prima volta osservavo il genere femminile come realmente avrebbe dovuto essere: un gingillo per soddisfare i propri bisogni sessuali, e nient’altro. Poi in futuro, grazie soprattutto a Sara, mi sarei ricreduto, ma in quel momento ero totalmente disincantato. Perciò pianificai freddamente di illuderla, e accettai: ovviamente invece avrei fatto il bello e il cattivo tempo in vacanza per ripicca. Quella sera stessa facemmo una discreta scopata.
Arrivò il giorno della partenza e all’aeroporto ci presentammo in undici, dei quali sei femmine e cinque maschi. Oltre a me, gli uomini erano: il mio grande e ricco amico Edoardo; Mario, il secchione della classe; Fabrizio e Matteo, grandi amici divisi dall’amore per la stessa ragazza. Le rappresentanti del gentil sesso erano invece: Elettra, bionda e intrigante, nota per aver flirtato con tutti ma essersi concessa a nessuno; Ilaria, la ragazza che divideva Fabrizio e Matteo, bassina e neanche tanto bella; Giorgia, la ragazza di Mario e l’unica della combriccola a non far parte della classe del liceo; Marta, molto seducente e matura ma da tutti reputata troppo seria; Flavia, un po’ insignificante, ha sempre avuto un debole per me; e infine Becca, la più bruttina e acida tra tutte, con lievi tendenze al saffismo. Esclusa quest’ultima, mi rendo conto solo ora che ve le elenco di quanto fossero appetibili le mie compagne di viaggio, ma prima di partire pensavo di vendicarmi di Laura solo con delle sconosciute rimediate in qualche locale. Ancora non sapevo che avrei avuto modo di provare l’una e l’altra compagnia.
L’hotel ci fece subito un’ottima impressione. Aveva una zona piscina per i clienti, e le camere erano in forma di mini-appartamenti dotati di bagno e angolo cottura. Ne avevamo prenotate quattro, di cui tre triple e una doppia. Quest’ultima spettava di diritto a Mario e Giorgia, in quanto coppia fissa. Ci accorgemmo subito che tra le triple, una avrebbe dovuto per forza essere mista: decidemmo perciò di tirare a sorte i componenti, fermo restando che una sarebbe stata di tre femmine e una di tre maschi. La rimanente avrebbe quindi dovuto essere composta da due ragazze e un ragazzo. Suppongo che gli unici che desideravano ardentemente di capitare nella stanza mista fossero Matteo e Fabrizio, nella speranza di dormire insieme alla loro anelata Ilaria. Io, da parte mia, speravo di capitare insieme ad Edoardo, così che avremmo potuto rimorchiare insieme e portarci le prede in camera. Il rischio più grosso sarebbe stato quello di venire estratto insieme a Becca e Flavia. Subito fu schivata quest’ipotesi: la tripla interamente femminile, secondo estrazione, fu composta da queste due più Marta. Per quella maschile furono invece estratti, nell’ordine, Fabrizio, Edoardo e Matteo.
Dopo lo stupore e la delusione iniziale capii subito che mi si stava aprendo una prospettiva dapprima neanche immaginata: Elettra mi aveva da sempre attratto in maniera particolare, sebbene fossi sempre stato insieme a Laura. E ora avrei dormito in camera con lei, stavolta libero da vincoli di coppia… Magari sarei riuscito a rimediare una sacra scopata! Peraltro le due ragazze, Ilaria e la stessa Elettra, non solo non sembravano deluse ma anzi decisamente soddisfatte. Avrei solo dovuto capire come sfruttare la situazione a mio vantaggio, dopo ben quattro anni senza mai aver approcciato con una ragazza diversa dalla mia Laura.
Quindi, dopo aver sistemato nelle camere i nostri bagagli, ci poggiammo in piscina. Fu lì che iniziai a mettere in atto qualche stratagemma per adescare la mia preda. Confesso che non fu molto difficile: le mie due coinquiline, stese entrambe a pancia in giù sui lettini, mi chiesero di spalmare loro la crema sulla schiena. Iniziai da Elettra: seduto sul suo culo, le spruzzai la crema sulla schiena e spalmai con movimenti circolatori. Inutile dire che già mi stava diventando duro, però non volevo scoprirmi così presto; quindi cercai di tenerlo a bada nella retina del costume. Nel frattempo Matteo, avendo osservato la scena, si era accorto che si era presentata una ghiotta occasione per provarci con la tanto amata Ilaria, e si propose di spalmarle la crema al posto mio. Premetto che Matteo è un ragazzo carino e simpatico, e assai desiderabile per il pubblico femminile; stesso discorso vale per Fabrizio che, invece della simpatia, punta molto sul proprio fisico palestrato. Tornando alla situazione precedente, Ilaria rispose:
– No grazie Matteo, sei molto dolce, ma è una cosa che deve fare Paolo per dimostrare che può convivere con noi –
La risposta mi colpì. Confesso che non avevo intenzione di puntare Ilaria per le mie mire sessuali, in primis perché sapevo della faida dei miei due amici a causa sua, e in secundis perché non la trovavo poi così attraente. Però quello era un segnale troppo forte perché non lo cogliessi, e in un modo o nell’altro l’avrei colto. Pazienza se avrei infranto i cuori di due dei miei migliori amici.
– A proposito Paoletto, ma quand’è il mio turno? –
– Arrivo subito! –
– Poi se ti va torna da me: visto che sei così bravo, non mi dispiacerebbe anche un massaggio! – si era intromessa Elettra.
– Agli ordini! –
Avrebbero dovuto smetterla di parlarmi in quel modo, o sarei diventato un toro da monta. Quel loro giocare al gatto col topo con me mi stava facendo eccitare oltre ogni possibilità. Ad ogni modo, mi trasferii sopra Ilaria e spalmai la crema anche a lei. Tornato poi a massaggiare Elettra, ricevetti i complimenti di entrambe. Addirittura Elettra mi chiese cosa poteva fare per me in cambio.
– Dai, figurati, l’ho fatto con piacere –
– No, insisto, devo ripagare questo favore –
Detto questo, indicò uno dei suoi azzurrissimi occhi (il destro, per la precisione), e disse: – Facciamo così: tu pensaci, e se ti viene in mente qualcosa, me lo fai sapere. Nel frattempo sappi che quest’occhio ti appartiene, così ogni volta che lo guarderai ti ricorderai che sono in debito con te –
Mah, che affermazione bizzarra. Fatto sta che bastò per conquistarmi, ma soprattutto per togliere un freno alle mie residue inibizioni. Così dissi:
– Bella idea. Ma a questo punto, per ripagarmi, dovresti fare a me qualcosa di intimo e appagante, come io l’ho fatto a te –
– Per esempio? – Civettuola, Elettra stava al mio flirt. Voleva però farmi dire cose sconvenienti.
Mascherai il mio desiderio sotto forma di scherzo: – Che so, un pompino – e mi misi a ridere.
– Forse, forse’ – e rise anche lei.
In tutto questo Ilaria aveva assistito alla scenetta e, ridendo anche lei, si erse a garante della promessa.
Partite a carte, docce e vestimenti avevano impedito che succedesse altro. Usciti fuori a cena, ci spartimmo in gruppetti in base alle preferenze: io, Edoardo, Fabrizio e Matteo ci dirigemmo al Burger King. E lì gli ultimi due mi chiesero le mie intenzioni con Ilaria. Evidentemente avevano messo da parte le loro divergenze personali per far fronte al nemico comune. Comunque li rassicurai, dicendo loro che il mio obiettivo principale era Elettra, e loro si tranquillizzarono. Sul momento omisi che, se Ilaria mi si fosse proposta, non l’avrei rifiutata.
Edoardo, quando fummo rimasti soli, mi disse:
– Mah, secondo me Ilaria te la fai –
– Se capita, perché no? –
Concordò con me.
PRIMA SERA.
Ci eravamo dati un appuntamento dopo cena per andare tutti allo stesso locale. Scegliemmo il Qube, non per un motivo specifico, anche perché in sette notti li avremmo visitati quasi tutti. Anche perché la scelta era amplissima, e tutti i locali/discoteche presentavano l’entrata gratuita e alcolici a prezzi stracciati. Entrammo: la musica era a volume altissimo, c’erano delle gnocche stratosferiche che ballavano sul cubo. Forse è per quello che il locale si chiamava così. Ad ogni modo io ed Edoardo andammo subito al bancone ad ordinare le prime birre e a battere la zona in cerca di ragazze papabili. Si presentò un’occasione: due ragazze di evidenti origini scandinave erano salite a ballare sul bancone. A gesti offrimmo loro un cocktail ciascuna e le invitammo a scendere per farci compagnia. Poco meno di cinque minuti dopo ognuno aveva preso la propria norvegese e se la stava slinguando. Purtroppo fu l’unica azione degna di nota che le due ci concessero.
Arrapatissimi e un po’ delusi, ci spostammo in un altro locale, il Red. Nome non molto originale, poiché tutto il mobilio era di colore rosso. All’entrata c’era un cartello che prometteva birre gratis a tutte le ragazze scandinave. Quindi, se erano menzionate addirittura su un cartello all’entrata di un locale, le scandinave a Malta erano un fenomeno comune. Quella era un’informazione che io ed Edoardo avremmo sfruttato appieno.
Effettivamente appena entrati eravamo stati invasi da un’onda di ragazze bionde, carine per la stragrande maggior parte: ci dicemmo che là avremmo avuto più fortuna. Rimorchiammo due paia di ragazze, ma con entrambe non riuscimmo ad andare oltre alla pomiciata estrema. Io palpai il culo a quella che mi pare si chiamasse Klara, ma niente più. Sconfortati, ritornammo alle nostre rispettive camere d’hotel con l’obiettivo di migliorare le nostre performances la sera successiva. Nel frattempo tutti i nostri compagni erano già ritornati in albergo.
Entrando in camera, vidi che le mie coinquiline stavano già dormendo. Silenzioso, mi spogliai, accingendomi a mettere il pigiama’. E invece le due stavano fingendo, e mi colsero nudo e con il cazzo barzotto.
– Ti abbiamo seguito stasera, hai rimorchiato un sacco, eh? – disse Ilaria.
– In effetti sì, ma non ho rimediato granché’ Sono un po’ triste – risposi io cogliendo la palla al balzo.
– Allora ti tiriamo su noi – fu la risposta di una maliziosa Elettra.
Detto questo Ilaria, già nuda, si avvicinò a me e cominciò ad accarezzarmi il corpo, spostandosi sempre più verso il membro. La bionda, invece, si stava ancora togliendo mutande e reggiseno. Poi disse:
– Non pensavamo che fossi così spigliato. Non hai problemi a tradire così Laura? –
– Un tempo li avrei avuti, da quando siamo tornati insieme non li ho più. è una troia –
– Perfetto, perché quella puttanella sta sul cazzo anche a noi –
Ormai nuda, si avvicinò a me e cominciò a baciarmi. Nel frattempo Ilaria aveva cominciato a farmi un pompino. Non l’avevo mai provato perché Laura si era sempre rifiutata ma, pur essendo il mio primo, potevo dire senza dubbio alcuno che Ilaria era una campionessa della fellatio. Aveva una tecnica particolare e usava entrambe le manine: stavo godendo come un porco. Senza avere il tempo di avvisare, le scaricai in bocca un litro di sborra. Anche se non ne aveva la reputazione, appresi che era così brava perché aveva sbocchinato metà del nostro liceo.
– Non avrai mica già finito – disse Elettra mentre aiutava la sua amica a ingoiare il mio sperma – Io ho questo occhio da offrirti – e subito il mio cazzo tornò svettante.
C’è da dire che Elettra era tecnicamente meno brava di Ilaria, ma a me attizzava di più. Perciò svuotai le mie palle anche sulla sua lingua.
A quel punto ero definitivamente esausto, ma per fortuna neanche loro avevano voglia di scopare. Ne avremmo avuto certamente la possibilità. Quindi ci mettemmo tutti e tre a dormire.
Il giorno dopo mi svegliai, ovviamente con l’alzabandiera. Elettra e Ilaria stavano preparando la colazione. Mi appropinquai dietro a Ilaria, la più vicina, e la baciai sul collo. Nel frattempo le facevo sentire la presenza del mio membro sul culo largo, un po’ troppo per i miei gusti.
– Fermo là, campione – si intromise Elettra – Prima facciamo colazione, sentiamo gli altri, e se ci avanza un po’ di tempo lo usiamo per divertirci –
– Dai, non mi puoi stroncare così! –
– E va bene, ci penso io – disse Ilaria, forse eccitata dalla presenza del mio cazzo marmoreo tra le chiappe.
Me lo tirò fuori e iniziò a segarlo lentamente. Ero sì eccitato, ma quella sega non è che mi facesse così felice: preferivo qualcosa di più’ movimentato. Non feci in tempo a palesare questo mio desiderio che Elettra ci interruppe con la scusa che era pronta la colazione. A sorpresa a tavola non parlammo della notte precedente né delle nostre voglie sessuali, ma del più e del meno e dei piani riguardanti la settimana.
Poi sentimmo gli altri e, malgrado quello che speravo, non avemmo del tempo libero come ipotizzato da Elettra. Uscii dalla camera deluso e ancora con l’erezione.
Il piano per la giornata prevedeva di noleggiare dei motorini e poi buttarsi in spiaggia, dopo aver girato un po’ l’isola. Undici persone significavano cinque motorini più un quad. I motorini sarebbero stati composti da coppie miste e la ragazza mancante avrebbe guidato il quad. La prescelta fu Becca. La mia passeggera designata fu invece Marta, e la cosa non mi dispiacque. In tutti gli anni del liceo avevo provato a socializzare con lei, senza doppi fini, perché la trovavo una ragazza matura e intelligente. Marta purtroppo non era come le altre, infatti usciva con ragazzi più grandi e in una classe goliardica come la nostra era la più seria. Motivi per cui alcuni, me compreso, furono presi alla sprovvista dalla notizia che sarebbe venuta con noi a Malta. Comunque, la feci sedere dietro di me, cercando di farla stare più a suo agio possibile; ogni tanto scambiavamo qualche parola ma, data la difficoltà di parlarci in moto, smettemmo quasi subito. Apprezzai però il suo stringersi a me invece che alle maniglie ai lati del sedile: lo interpretai, forse stupidamente, come un gesto di intimità.
Decidemmo di fermarci in una spiaggetta appartata, ma bellissima, situata nel nord dell’isola. Io e Marta fummo i secondi ad arrivare, dopo la coppia formata da Edoardo ed Elettra. Prima che arrivasse il resto della compagnia, Edoardo mi prese da parte mentre le due ragazze si sistemavano sulla sabbia.
– Dio, quanto me la farei Elettra! Ci ho provato tutto il tempo con lei e la cosa bella è che lei è stata al gioco! Quella ragazza mi fa impazzire’ –
– Sì, ma stai attento – risposi io – Come ben sai, è una profumiera, te la fa solo annusare’ –
– A proposito, ma ieri notte? Se dici così non devi aver concluso niente –
– Guarda, a dire il vero non posso lamentarmi. Entrambe mi hanno fatto un lavoro con la bocca, ma di una trombata neanche l’ombra. Tra le due la più disponibile è senza dubbio Ilaria, ed è anche la più brava. Elettra invece sembra non aver voglia di andare oltre il petting’ –
– Mah, proviamoci entrambi e vediamo se alla fine della vacanza almeno uno dei due riuscirà a cavarne fuori qualcosa –
– Ci sto – dissi io chiudendo il discorso, anche perché avevo visto arrivare anche tutti gli altri.
La giornata in spiaggia fu piacevole, e notai diversi particolari nei rapporti tra gli altri ragazzi: Matteo e Fabrizio che come al solito si litigavano le attenzioni di Ilaria, con il secondo che rosicava perché al primo era capitata lei come passeggera; Edoardo flirtava con Elettra, ricambiato; Mario e Giorgia non sembravano la tipica coppietta di piccioncini che tubano, e anzi preferivano trovarsi insieme agli altri piuttosto che da soli; Becca e Flavia che al contrario stavano un po’ sulle loro, una perché scorbutica e l’altra perché timida, con la seconda che ogni tanto tentava di approcciare la conversazione con me. Come già ho detto, infatti, Flavia ha sempre avuto una cotta nei miei confronti, ma non le avevo mai dato spago sia a causa della mia relazione con Laura sia perché non la trovavo poi così interessante. Forse le avrei concesso una possibilità durante quella settimana, magari aiutato anche da qualche bicchierino superalcolico. Ma per quel giorno avevo occhi solo per Marta, della quale volevo approfondire la conoscenza più che in passato. Inoltre avevo anche osservato dettagliatamente il suo fisico, e quello che vedevo non mi dispiaceva affatto: aveva due gambe meravigliose, che culminavano nel culo più seducente che avessi mai visto. Sembrava una mela, e avrei voluto darle un bel morso. Purtroppo di seno era decisamente piatta, ed era il suo unico difetto.
Tornando verso il residence, mi resi conto che la mia opera di socializzazione aveva avuto effetto, perché spesso era Marta ad iniziare la conversazione. Ora scherzavamo serenamente e lei rideva, e questo mi fece molto felice. Aggiungo inoltre che, a differenza dell’andata, i rumori del viaggio non interrompevano le nostre chiacchiere, ma ne alzavano il volume.
La lasciai in stanza e poi mi diressi a fare la spesa con Ilaria, perché avevamo invitato tutti a cenare in camera nostra. Mentre eravamo soli, mi divertii a stuzzicare quest’ultima riguardo ai due ragazzi che se la contendevano, e se le fosse piaciuto il viaggio in sella a Matteo. Lei diplomaticamente glissò sull’argomento, ribattendo che aveva occhi solo per me e il mio cazzo. Le diedi una pacca sul culo in risposta. Culo che, secondo i miei gusti, era un po’ troppo largo e flaccido, ma perlomeno era sempre disponibile al mio tocco senza che la padrona se ne lamentasse. Non potevo però fare a meno di sognare di palpare il culo di Marta, che reputavo perfetto.
In quei giorni di vacanza, la mia mente funzionava in maniera sistematica: ogni giorno avevo un obiettivo sessuale diverso, e mi dedicavo anima e corpo alla conquista dello stesso. C’era però una costante: ogni volta che puntavo a scoparmi una ragazza, pensavo a Laura, sempre in maniera negativa. Mentre mi trovavo al supermercato ci fu uno di quei momenti, e decisi che l’avrei chiamata come avrebbe fatto un fidanzato perfetto. Ovviamente fingevo. La chiamata durò pochissimi minuti in cui le dissi che mi stavo divertendo moderatamente, ma che mi mancava da morire.
– Sei proprio uno stronzo, Paolo, anche se quella puttana se lo merita – mi disse Ilaria, che aveva ascoltato tutto.
Concordai con lei, e ritornammo in hotel. Elettra si stava facendo la doccia e noi la avvisammo che saremmo andati a farcela negli spogliatoi della piscina per risparmiare tempo. Quello che omettemmo fu che nel periodo passato da soli, io e Ilaria avevamo riscontrato una gran voglia di scopare, e finalmente avevamo creato l’occasione giusta.
Come già sottolineato in passato, Ilaria non ha mai esercitato in me un’attrazione fisica o caratteriale, ma in quei giorni ero così infoiato che mi sarei scopato qualsiasi cosa con una vagina. Poi, dopo la giornata passata al mare, Ilaria aveva scurito ancora di più la carnagione olivastra e aveva la pelle imperlata di sudore: non so perché, ma quei dettagli bastarono a farmi eccitare. E quindi, visto che al cazzo non si comanda, la portai sotto una doccia e me la scopai.
Per fortuna iniziò con uno dei suoi magistrali pompini giusto per tastare la mia durezza poi, appoggiandosi con le mani alla parete della doccia, divelse le gambe offrendomi la sua fregna odorosa. Con la gamba sinistra ben piantata a terra e la destra appoggiata sulla mia spalla, si fece trapanare da dietro. In quella posizione la penetrazione era massima, e potevo sentire i muscoli della sua vagina contrarsi sul mio cazzo. Infine le sborrai sopra le tettine flosce. Poi tornammo in camera e trovammo Elettra ai fornelli insieme a Giorgia, che era venuta a darle una mano.
La bionda era decisamente stizzita, e ci rimproverò di averci messo troppo tempo. Poi, polemica, aggiunse che se proprio avevamo necessità di scopare, almeno non lo avessimo fatto mentre lei lavorava. Certo era un’uscita che si poteva evitare, soprattutto considerando che ci trovavamo in presenza di un’estranea. Invece Giorgia ci rivolse uno sguardo solidale e, silenziosa, tornò a cucinare. Anche io e Ilaria ci aggregammo ai preparativi.
SECONDA SERA.
La cena si svolse in un clima goliardico e godereccio, anche se Elettra non rivolse la parola né a me, né alla sua migliore amica, per tutto il tempo. In compenso sembrava apprezzare la vicinanza di Edoardo, e io ero felice per lui, così vicino all’obiettivo da me solo sfiorato. Io di rimando spostai le mie attenzioni su Marta, più gioviale che mai con me. Subito dopo prendemmo i motorini e uscimmo tutti insieme, diretti verso la via dei locali notturni. A differenza del giorno precedente, quella sera frequentammo tutti insieme gli stessi due club. Se poi qualcuno individuava qualcosa di meglio da fare, si staccava dal gruppo e procedeva in quella direzione. Io ed Edoardo per esempio puntammo gli occhi su un duo di biondone, ovviamente scandinave (Dio solo sa perché Malta sia così fottutamente piena di ragazze nordiche), ma non ne fummo così tanto attratti da separarci dai nostri compagni. Anche perché, presi com’eravamo dalle nostre due prede (Elettra per lui e Marta per me), non volevamo risultare troppo ingordi.
Marta ballava muovendosi lentamente e con passi studiati. Ogni tanto scuoteva i capelli neri, corti, non troppo, ed eleganti. Portava un vestito da sera di un colore a metà tra il blu e il nero, troppo corto per poter essere indossato ad una soirée e troppo lungo per essere definito ‘striminzito’. A guardarla sapevo che stavo correndo il rischio di innamorarmene, ma per una ragazza così il gioco valeva la candela. La guardai negli occhi nocciola e lei mi sorrise, invitandomi a ballare insieme a lei. Non mi feci pregare, ma prima ordinai due cocktail e gliene portai uno. Ero contento di essere entrato più in confidenza con lei, e in un solo giorno: l’avevo conosciuta meglio in quelle ventiquattr’ore che in cinque anni di liceo. Mentre la raggiungevo in pista, pensai che per Marta avrei fatto follie, persino rinunciare alla mia idea di un viaggio lussurioso e alla ricerca del solo piacere sessuale.
Mentre i nostri corpi si muovevano come uno solo, ci accorgemmo entrambi che tra noi c’era una certa intesa, nonché una tensione sessuale. Inoltre avevamo bevuto entrambi, lei forse un po’ di più perché io avrei dovuto guidare anche al ritorno. Così lasciammo il gruppo senza avvertire nessuno e salimmo in sella al motorino, diretti verso l’albergo. Arrivati in camera sua sembrò naturale spogliarci, guardandoci sempre negli occhi e senza dire una parola. Lei si sfilò il reggiseno, io volli avere il privilegio di toglierle gli slip: come immaginavo, il suo sedere era modellato e monumentale, quasi perfetto. O meglio, in quel momento per me era più che perfetto, ma avrei rettificato la definizione quando avrei incontrato Sara e la sua famiglia poco tempo dopo, all’università. Ad ogni modo, restai qualche secondo in adorazione del suo posteriore, realizzando poi che era a mia disposizione. Quindi cominciai, con religiosità, ad avvicinarmici e ad accarezzarlo. Marta mi fece fare, e rimase stesa sul letto a pancia in giù, per facilitarmi il compito. Allora mi appoggiai là vicino e iniziai a massaggiarla, più o meno come avevo fatto con Elettra il giorno prima in piscina. Lei sembrò gradire.
Ma a me non bastava: volevo avere più parti di lei, volevo assaporarla. Quindi la feci rigirare delicatamente. Ora potevo vedere da vicino la sua fighetta, pelosa ma ben curata, e sprofondai dentro con la lingua. Subito incominciò a gemere di piacere, e umori grondavano per lubrificare il suo sesso. Capii che non c’era bisogno di aspettare oltre per penetrarla. Ma non volevo farlo in quel modo, a corpo ‘morto’: volevo invece avere piena visione del suo movimento sopra di me per confermare l’intesa che avevamo durante il ballo; e volevo anche (chiamatemi scemo) avere il panorama del suo bel sedere che mi cavalcava. Quindi la feci sedere sopra il mio membro con la schiena rivolta verso di me, e incominciai a dettare il ritmo. Fu una bellissima sensazione, che durò il giusto; poi lei volle accogliere il mio seme sul suo ventre.
Ci addormentammo abbracciati nel suo letto singolo, prima che le sue compagne di stanza rientrassero.
Mi svegliai perché avvertii del movimento vicino a me. Saranno state le sei di mattina. Marta si era svegliata e ora stava stesa sul fianco opposto al mio. Piangeva? Prima di palesare definitivamente di essere sveglio, il mio primo istinto fu quello di fissare il suo deretano ancora nudo. Che meraviglia! Poi, ancora assonnato, le chiesi cosa avesse, carezzandola.
– Abbiamo fatto un errore stanotte, Paolo –
– Ma no, perché? è stato bellissimo –
– Lo so, ma è proprio quello che mi preoccupa. Mi è piaciuto un sacco ma non possiamo più farlo –
Non ci stavo capendo un cazzo. Perché, dopo la favolosa notte precedente, Marta aveva fatto un passo indietro?
– Cosa c’è che non va? –
– Forse non lo sai, ma io sono fidanzata da due anni. Amo il mio ragazzo, e in futuro vorrei sposarlo. Con te è stato un terribile sbaglio –
In effetti quello che mi stava dicendo mi colse del tutto di sorpresa. In effetti di Marta non sapevo granché, anche perché durante il liceo lei frequentava altre compagnie.
– Ma’ E tutto quello che c’è stato stanotte? Lo vuoi rinnegare? –
– Vattene via, per favore –
La storia si era chiusa ancora prima che mi prendessi una seria cotta per Marta per fortuna, ma non posso dire che non ci rimasi male. Pensavo che fosse stata una notte speciale, e per lei avrei rinunciato alle altre ragazze. Ma mai come in quell’estate il genere femminile si prese gioco di me, e quell’episodio non fece altro che accentuare la mia voglia di divertimento erotico, e niente più.
Quindi mi alzai dal letto e, senza far rumore (Becca e Flavia erano tornate, e dormivano ognuna nel suo letto), uscii dalla stanza.
Entrando nella mia, trovai Edoardo che dormiva sul mio letto. Forse anche lui era riuscito a concludere la serata e, magari, senza neanche i drammi che erano capitati a me. Quindi, per non svegliare nessuno, mi adagiai sul divanetto e mi addormentai là.
Ci risvegliammo tutti e quattro che era già l’ora di pranzo, quasi simultaneamente. Le ragazze presero l’impegno di andare a controllare la situazione nelle altre camere, e lasciarono soli me ed Edoardo. Approfittammo per scambiarci commenti sulle ultime esperienze: io gli raccontai degli avvenimenti riguardanti me e Marta, sperando che lui avesse buone notizie.
– Eh, Pablo, anche stanotte sono andato in bianco –
– Com’è possibile? Stavi dormendo nel mio letto! –
– Guarda, ho tampinato Elettra tutta la sera e abbiamo bevuto molto. A quel punto, un po’ come hai fatto tu con Marta, l’ho accompagnata in camera e l’ho messa a letto, sperando che la situazione si sarebbe evoluta. Infatti sembrava così quando mi ha chiesto di restare a dormire là, invece è finita là –
– Che sfiga Edo. Sai che ti dico? Stanotte ci rimorchiamo due svedesone e ce le scopiamo, dimenticandoci delle nostre compagne problematiche. Che ne dici? –
– Alla grande! –
Poco tempo dopo Elettra e Ilaria tornarono e ci fecero sapere che il piano per il giorno sarebbe stato di comprare dei panini per strada e pranzare in spiaggia.
Venni a sapere che Marta aveva chiesto a Ilaria di scambiarsi i posti in motorino, e che quest’ultima aveva accettato perché non ne poteva più delle gelosie di Fabrizio. Comunque io e Ilaria parlammo molto: lei mi suggerì di lasciar perdere Marta e, se proprio volevo trombare, di riprovarci con Elettra; io invece le consigliai di provare un menage a trois con Matteo e Fabrizio. Sì, mi ero scopato Ilaria, ma dovevo loro un favore e misi quella buona parola, che poi scoprii essere stata seguita quella sera stessa.
Infatti, dopo il pomeriggio in spiaggia e la cena in hotel, venni a sapere che i tre ragazzi non erano usciti con noi per locali e che anzi erano rimasti insieme nella camera dei due maschi. Neanche Elettra era uscita, per fare compagnia a Marta che a quanto pare stava poco bene. Poco male: io e i residui cinque uscimmo per il solito giro di discoteche. La sera passò come al solito, tra alcol a fiumi e ragazze seminude che si strusciavano sul cubo; Mario e Giorgia litigarono per qualche motivo e se ne ritornarono al residence, seguiti a ruota da Becca e Flavia. Così rimanemmo in giro solo io ed Edoardo, in cerca delle prede perfette e determinati a restare fino a trovarle, a costo di rimanere svegli tutta la notte.
TERZA SERA.
L’occasione ci si presentò al ‘Vodka’, locale che ovviamente serviva molteplici versioni del superalcolico a prezzi stracciati. Evidentemente ne avevano fatto un grande uso due ragazze sedute da sole ad un tavolino, che ridevano ininterrottamente da dieci minuti. Una bionda, denti perfetti, con due labbra da pompinara; l’altra rossiccia, lentiggini vistose ma due tette che si vedevano da chilometri di distanza. Entrambe erano vestite con una gonna che dire ‘mini’ è un’accrescimento, e una maglietta fluorescente (la bionda di colore rosa, la roscetta gialla) sulle quali loro stesse avevano scritto ‘I love italian cocks’. Sarebbe stato difficile per noi non approfittare di un’occasione così lampante, e infatti ci sedemmo al tavolo con loro. Pagammo per le due ragazze (Alexa e Inga erano i loro nomi) due cocktail giusto per essere sicuri di approcciare.
– Tu quale vuoi?- mi sussurrò Edoardo all’orecchio, anche se avrebbe potuto urlare, data l’ebbrezza delle due e soprattutto la non comprensione della nostra lingua.
– Guarda, per me è uguale, scegli tu quella che preferisci che io mi prendo l’altra –
– Ottimo, allora io mi prendo la bionda bocchinara –
Si rivelarono essere finlandesi, e non svedesi come ci eravamo preposti, ma di certo non ci flagellammo. Non appena dicemmo di essere italiani (e aver detto qualche parola per conferma) loro ci mostrarono orgogliose le loro magliette, come se non le avessimo notate. A quel punto io e Edo adottammo un comportamento piacione e le scortammo al nostro albergo. La mia stanza avrebbe dovuto essere vuota, e quindi ci adagiammo là.
Per tutto il tempo io ed il mio amico avevamo cercato di rispettare l’assegnazione delle due troiette, tanto che ormai mi immaginavo di trapanare Inga, la tettona roscia. Aveva un nonsoché da cagna vera e propria, una che a letto ti smonta il cazzo e te lo rimonta. Anche Edoardo ormai faceva affidamento sulla scopata con Alexa. Ma le due zoccolone, che evidentemente si erano spartite i partner come avevamo fatto noi, erano di tutt’altra opinione. Infatti ogni volta che noi maschi cercavamo di separare le coppie, loro si ricompattavano e ricreavano il gruppo. E si sa che in questi casi sono sempre le donne a spuntarla. Sulla soglia della stanza infatti, Alexa si avvicinò a me mentre tentavo di aprire la porta, e mi baciò. Stessa cosa fece Inga con Edoardo. Una volta entrati, io e Alexa ci piazzammo sul mio letto, gli altri due su quello di Elettra. Sorrisi al pensiero che il mio amico si stava prendendo la giusta vendetta sulla ragazza che non gliela dava.
Da quel punto in poi, mi concentrai solo sulla bomba sexy che stava davanti a me, dimenticandomi completamente dell’altra coppia. Alexa mi guardò maliziosa, e mi strappò le mutande con i denti. Poi iniziò a succhiarmi il cazzo. La sua cascata di capelli biondissimi mi solleticava le cosce, e quell’azione mi fece ricordare il porno di Pamela Anderson. In effetti le due inquadrature erano quasi identiche, ma la protagonista della mia situazione era forse più simile ad una giovane Victoria Silvstedt. Invece che azzurri, i suoi occhi erano verde giada, ma l’atteggiamento da porca era lo stesso.
Poi la feci impalare sul mio cazzo. La sua figa era larghissima. Lei si muoveva e urlava come un’ossessa, sembrava che stesse cavalcando un toro ad un rodeo. Si teneva persino i capelli proprio come i cowboy con il cappello. Il suo viso era stravolto da smorfie di godimento che prima di allora avevo visto solo nei film porno, probabilmente Alexa attingeva da essi molti dei suoi comportamenti per eccitare il partner.
Dal momento che avevo a disposizione una puttana di quelle dimensioni, perché non approfittarne? Scopammo in tutte le posizioni che conoscevo, più alcune che mi insegnò lei. Diamine, se ci sapeva fare, quella finlandese!
A quel punto decisi che con lei avrei potuto fare tutto, e decisi di incularla. Laura, figuriamoci, non me l’aveva mai permesso e, dopo aver avuto la visione del culo di Marta senza avere la possibilità di violarlo, adesso volevo sperimentare la sensazione per la prima volta. La troiona che avevo di fronte era certamente la mia occasione migliore. Perciò la girai nuovamente a pecorina, ma stavolta le sputai sull’ano e ci infilai l’indice. Lei non diede cenni di opposizione, quindi infilai pure il medio e allargai l’ano. Arrivò infine il momento in cui la dilatazione fu sufficiente a circondare il mio uccello, e la penetrai. Quant’era stretto il suo buchino! Ma tra i due, fui io quello a provare dolore, mentre lei sembrava a suo agio, e mi incitava di continuare in inglese.
Pochi secondi dopo anch’io mi abituai alla sensazione, e iniziai a stantuffare. Provai pura goduria, tanto che cominciai a urlarle parole offensive in italiano, sculacciandola.
– Oh sì, che troiona che sei, fatti cavalcare da quella cavallona che sei! –
– Oh yeah, God yes, fuck me in the ass! –
Lessico imparato sicuramente dal porno, ma sul momento era tutto così reale’ La mia prima ragazza inculata, e me la stavo godendo alla grande! Dopo pochi minuti le scaricai una quantità industriale di sborra nel retto e mi accasciai al letto stremato.
Lei però sembrava non aver finito e iniziò a sgrillettarsi furiosamente. Dopo pochi istanti esplose in un urlo disumano, mostrandomi che aveva l’abilità di squirtare. Inondò me e l’ambiente circostante di un liquido dolciastro e appiccicoso, ma che fui felice di assaporare. Infine anche lei si appoggiò a me.
Mezz’oretta dopo si rivestì e andò a prendere la sua amica Inga, che stava dormendo insieme ad Edoardo. Mentre uscivano dalla camera mi fecero sapere che anche loro soggiornavano nel nostro hotel, e di affacciarci alla stanza 208 se volevamo rifarlo. Risposi loro che sicuramente ci saremmo fatti sentire, e mi addormentai anch’io.
Wow, che scopata epica! La mattina, appena svegli, Edoardo e io ci scambiammo le impressioni su quelle due bombe del sesso. Sicuramente la fortuna aveva voluto premiare la nostra determinazione regalandoci due puttanoni di quel calibro. Poi diedi al mio amico la lieta notizia: le due finlandesi alloggiavano nel nostro stesso albergo, a due piani di distanza.
– Beh cazzo, è una cosa che sicuramente dovremo sfruttare, ma di certo non stasera. Quella Inga mi ha distrutto – mi rispose lui.
– In effetti’ Poi a me piace variare, teniamole da parte nel caso non ne trovassimo altre –
Poi, piano piano, le camere ritornarono alla loro composizione naturale: Elettra e Ilaria rientrarono nella mia, Edoardo tornò a fare compagnia a Matteo e Fabrizio. Elettra sembrava voler continuare a mantenere un comportamento freddo con me anche se, dopo la notte precedente passata con Marta, pareva un po’ più ambigua, come se non sapesse se dirmi qualcosa oppure no. Così le volli parlare, approfittando del fatto che Ilaria tenesse occupato il bagno.
– Ele, ma che succede? Non ci credo che ce l’hai ancora con me perché l’altro giorno io e Ila abbiamo scopato mentre tu cucinavi –
– No, no, non è per quello, anche se potevate evitare di farlo –
– Allora cos’è? –
– Ho parlato con Marta ieri sera, e ho saputo che hai fatto sesso pure con lei’ Non credevo che sarebbe stato possibile, conoscendola lei non avrebbe mai tradito il suo ragazzo. E invece è bastato che tu ci provassi con lei, e subito siete finiti a scopare. E lei dice pure che è stata un’esperienza stupenda! Se penso a quanto tu l’altro giorno l’abbia corteggiata, l’hai fatta sentire come se fosse l’unica donna sulla terra’ E invece con me ti comporti come se fossi la tua puttanella, buona per farti i pompini! –
Allora’Premesso che di pompino me ne aveva fatto uno, e che io non l’avevo trattata come la mia puttanella (se qualcuna si fosse dovuta lamentare, penso che avrebbe dovuto essere Ilaria), non mi sarei mai aspettato da Elettra un discorso così, anche perché conoscendola era sempre stata una ragazza un po’ superficiale. Rimasi un po’ spiazzato, senza poter ribattere qualcosa. Poi, dopo qualche momento di pausa, come un idiota risposi:
– Quindi sei gelosa? –
Non finirò mai di ripetermelo: che idiota.
– Senti, lascia stare –
Il piano della giornata prevedeva una crociera verso Gozo, l’altra isola abitata dell’arcipelago. Dirigendoci al porto con il solito motorino, Ilaria mi chiese di cosa stessimo parlando io ed Elettra in camera. Disse che stava in bagno e che aveva recepito poche parole e non ci aveva capito molto, ma sembrava un discorso serio.
– Mah, niente di che, non serve parlarne –
Non serviva parlarne perché mi ero accorto di essermi comportato da completo imbecille, mettendomi sulla difensiva nella conversazione con Elettra. Forse lei voleva solo conferme. O forse no, non avevo proprio capito cosa volesse. Comunque, per farmi perdonare, per tutto il viaggio provai a ricucire con lei. Le andavo vicino e la accarezzavo, oppure la abbracciavo quando faceva troppo vento, o infine le sussurravo all’orecchio una battuta divertente. Nessuno di questi gesti sembrò avere successo, e quindi dopo un po’ rinunciai per non sfociare in una situazione imbarazzante o ridicola.
Nel frattempo, mi accorsi che nel nostro gruppo le relazioni interpersonali non sembravano così idilliache, e quella sembrava la crociera dei contrasti. Elettra e Marta stavano da sole, nei due capi diversi della barca, chiuse in se stesse; Mario e Giorgia affrontavano l’ennesimo litigio e stavano più tempo insieme ad altri che insieme al proprio partner. Figurarsi che quella fu l’occasione giusta per conoscere un po’ meglio Giorgia, che non avevo mai visto prima di partire per Malta. Gli unici che stavano a proprio agio insieme erano Fabrizio, Ilaria e Matteo, che avevano ormai intrapreso una specie di relazione morbosa a tre.
Infatti, in una delle tante occasioni in cui mi ero ritrovato da solo con Edoardo, i suoi due compagni di stanza ci raggiunsero.
– Paolo, noi ti dobbiamo ringraziare – esordì Fabrizio.
– E perché? – chiesi io, pur sapendo dove volevano andare a parare.
– Non so che le hai detto, ma da quando hai parlato con Ilaria ci sta facendo vedere i sorci verdi a letto! Ci ha detto che te la sei trombata, ma deve essere stato un bene, perché durante il sesso è assolutamente disinibita! – rispose un estasiato Matteo.
Allora Edoardo entrò nella conversazione e disse:
– Ma non vi dà fastidio dovervela dividere? Cioè, io vi conosco, siete entrambi molto possessivi’-
– Mah, alla fine meglio un amico che uno sconosciuto – disse uno.
– E poi finché ci divertiamo, perché no? – disse l’altro.
– Vabbè, contenti voi’ –
La crociera si concluse con un vasto buffet sulla spiaggia, poi ritornammo in albergo.
Eravamo più o meno tutti stanchi e assonnati, ma decidemmo comunque di andare in giro per locali a divertirci.
QUARTA SERA.
Pronti, via e Edoardo, mia spalla nel rimorchio, aveva già adescato un’irlandese e se la stava slinguando al centro della pista da ballo. Due rosse in due giorni, doveva essere un record! Io ero ancora rimasto a secco perché era stata la ragazza ad avvicinarlo e a provarci con lui. Io ero quindi rimasto senza compagno di acchiappo, e a dire il vero parecchio assonnato. Decisi perciò che quella non sarebbe una serata condita dal sesso, anche perché non ero proprio dell’umore.
Poi Elettra venne da me e mi disse che voleva ritornare in albergo, perché non le andava di rimanere ancora in giro. Era ancora discretamente presto, saranno state le undici e mezza/mezzanotte, ma le dissi che l’avrei accompagnata io. Infatti, dopo un’intera giornata a tentare di relazionarmi con lei senza successo, che lei venisse a parlarmi era già un passo avanti. Poi magari, vedendo com’era la situazione, sarei anche riuscito a ricucire i rapporti parlandole una volta da soli.
Quindi avvisammo Edo e Ila, ricevendo entrambi i loro placet, e salimmo in moto.
Una volta saliti in camera, feci un tentativo:
– Senti Ele, mi dispiace per quello che ho detto stamattina, se solo potessimo parlarne’ –
– Non sono sicura di volerti ascoltare. Anzi, non sono proprio sicura di voler avere ancora a che fare con te –
– Ti prego, Ele’ –
– Buonanotte! –
Poi si mise nel suo letto, stesa sul fianco destro così da darmi le spalle. Senza avere idea di come riparare la situazione, mi misi il pigiama e mi sistemai anch’io a letto.
Però, a differenza di poco prima, non avevo affatto sonno. Perciò mi misi a pensare, e per parecchi minuti guardai a pancia in su il soffitto buio. Pensai ad Elettra, al nostro rapporto. Pensai che non si sarebbe arrabbiata per i miei rapporti con altre ragazze se non ci avesse tenuto a me. Quindi capii: forse avevo ragione quella mattina quando le dissi che era gelosa, forse voleva avermi tutto per lei come era capitato alle altre’ Voleva solo sentirsi adorata. Sicuramente non avrei potuto darle quella sensazione per il resto della vacanza o per la vita intera, ma di certo potevo dargliela per una notte.
Quindi, preso da una determinazione mai vista prima, mi alzai, feci due passi e mi infilai nel suo letto. La abbracciai, mettendomi nella posizione del cucchiaio.
– Cosa stai facendo? –
Quindi non stava ancora dormendo, lo sapevo!
– Ti voglio –
– Dai deficiente, vattene e fammi dormire –
Nel frattempo provava a divincolarsi, ma la mia presa su di lei era ferrea.
– Sono serio. Ti voglio perché sei una ragazza intelligente, simpatica e molto affascinante. Ti voglio perché mi attrai come nessuna, e perché sei l’unica con cui avrei tradito Laura. Ti voglio da morire, non vedevo l’ora di averti da quando sono stato sorteggiato per dormire insieme a te –
– E allora perché ti sei scopato le altre, pur sapendo che io ero disponibile? Paolo, ti sei fatto entrambe le mie migliori amiche e perfino una puttana sconosciuta rimorchiata in un bar! –
– Te lo spiego: dopo quel magnifico pompino tu non mi hai più dato segnali di disponibilità, e anzi ti sei mostrata più distante; da quel momento ho puntato prima su Ilaria perché era disponibile, poi su Marta perché volevo avvicinarmi a te tramite lei. La finlandese invece me la sono scopata perché era molto simile a te, e mentre facevo sesso con lei immaginavo di farlo con te. Ti desidero ardentemente –
Forse la maggior parte delle cose che le dissi in quel momento non corrispondevano a verità, ma ero così preso dalla passione che avrei potuto dire qualsiasi fregnaccia risultando sincero. Però era vero che Alexa, la finlandese, un po’ le assomigliava, ma non me l’ero certo scopata per quello.
In ogni caso cominciai ad accarezzarla, e le baciai il collo.
– Davvero sono l’unica con cui avresti tradito Laura? –
– Sì. –
A quel punto era fatta: l’avevo resa mia. Lei girò la testa per baciarmi, e ammetto che fu molto intenso.
Proseguimmo spogliandoci: lei aveva un fisico non propriamente asciutto, ma neanche cellulitico. Semplicemente aveva una corporatura media per una ragazza, con la roba nei punti giusti ma senza avere nessun dettaglio di perfezione. Aveva belle tette, una terza circa, con belle areole rosee e capezzolini all’insù; un culo candido, che se schiaffeggiato produceva un rumore pieno e un movimento ondulatorio; delle gambe lunghe il giusto. Ma quello che mi piaceva di lei erano i suoi occhioni azzurri, accoppiati alla cascata di capelli biondi mossi. Labbra rosa e carnose rendevano il suo viso una bella opera.
Baciarla mi piacque, e piacque anche al mio inquilino là sotto: subito si impose svettante. Elettra, rivolta a Lui, disse:
– Ma guarda chi si rivede! Eccolo il nostro amichetto, mi mancavi! –
Il mio uccello avrebbe anche potuto scodinzolare, per quanto era contento.
Elettra gli si avvicinò e lo impugnò, segandolo prima a una e poi a due mani. Poi io le avvicinai la testa al mio pene, senza bisogno di aggiungere altro. Lei lo imboccò fino alla gola (non credevo che lo sapesse fare!) poi continuò il movimento. Dopo qualche minuto mi disse che era lei ora a volere il piacere orale, e glielo concessi.
La sua figa era ben depilata, e profumata per fortuna. Le allargai le grandi labbra con le dita e infilai la mia lingua tra le sue piccole, lappando il clitoride. Ci volle poco perché fosse madida di umori.
Quindi le appoggiai il glande tra le labbra vaginali, e lo strusciai cercando il varco giusto per entrare.
Elettra mi disse:
– Attento –
Perché mi avesse detto quella cosa lo capii solo pochi istanti dopo. Intanto ero riuscito a varcare la soglia del suo caldo antro, pronto a trapanare.
Le ruppi l’imene in un impeto di sorpresa. Non me lo sarei aspettato per nulla al mondo che Elettra fosse vergine, data la sua familiarità con il sesso opposto.
– Sciocco, ti avevo detto di stare attento! Mi hai fatto un male cane! –
– Scusa, ma – balbettai – Non lo sapevo’ Vuoi che smettiamo? –
– No, per carità, mi sta piacendo un sacco! Continua, ma stai più attento –
Seguii le sue raccomandazioni, e fui molto delicato. Inginocchiato sul letto, mi presi le sue gambe in spalla per facilitare la penetrazione. Per ogni colpo che davo, Elettra gemeva di piacere, e le sue tette sballonzolavano ovunque. Le venni sulla pancia mentre ci baciavamo.
Dopo esserci ripuliti e rimessi a letto, fui assalito dai sensi di colpa. Avevo illuso quella ragazza solo per scoparmela, per poi scoprire che l’avevo addirittura deflorata! Questo era troppo perfino per il mio ego misogino ed edonista, e perciò decisi di essere onesto con lei e di mettere le cose in chiaro.
– Ele –
– Sì? –
– Volevo dirti che è stato meraviglioso passare la notte con te, ma purtroppo mi trovo in un momento in cui mi è difficile impegnarmi sentimentalmente –
– Non c’è problema, vale lo stesso per me –
Cosa? Questa era una risposta che di certo non mi aspettavo!
– Sei’ Sicura? –
– Sì. Vedi Paolo, come sai io ho avuto parecchie relazioni, molti ragazzi li ho perfino illusi’ Ero così espansiva col genere maschile, ma dentro di me avevo paura a concedermi sessualmente’ Non era nessun freno di tipo caratteriale, semplicemente cercavo un ragazzo con cui mi trovassi a mio agio e che fosse passionale a letto, esperto ma non puttaniere. Quando ti sei lasciato con Laura ho visto in te il profilo perfetto, anche perché le sei sempre stato fedele; poi una volta arrivato qua hai scopato a destra e manca, e perciò credevo che non mi avresti affrontato col piglio giusto. Ora che è successo quel che è successo, posso dirti che sono contenta che ci sia stato tu con me, e adesso mi sento più libera –
– Ah. Quindi tutto a posto fra noi? –
– Tutto a posto, ognuno per la sua strada –
– Bene, felice di essere stato il tuo primo – dissi io, e poi la baciai per chiudere il discorso. Mi addormentai di ottimo umore.
Inutile dire che anche il mattino dopo ero di ottimo umore. Mi alzai e trovai Elettra che, fischiettando, preparava la colazione. Arrivandole da dietro, le strusciai il poderoso alzabandiera mattutino sulle natiche, e la abbracciai in cerca di un bacio. Me lo concesse, ma per stroncarmi subito mi disse:
– Non riceverai altro da me, maschione. Ti ricordi? Una bella notte e poi amici come prima –
– Ma io speravo che potessimo farlo almeno un’altra volta! Così anche tu potresti sentirti più a tuo agio dopo averlo fatto ancora! –
– Ma io mi sento già a mio agio, e grazie a te. Ora vorrei provare finalmente qualcun altro, e ho già in mente qualche ideuzza’ –
– Va bene’ – risposi io un po’ abbacchiato.
Però aveva ragione, e io me l’ero cercata; già tanto che fossi riuscito a portarmela a letto senza conseguenze sentimentali. Poco male: potevo sempre trovarmene un’altra.
Dopo aver fatto colazione, raggiunsi Edoardo in camera sua: quest’ultima era parecchio affollata, visto che oltre ai tre inquilini erano presenti anche Ilaria e una ragazza rossa, che riconobbi come l’irlandese rimorchiata la notte prima da Edoardo. Perché si trovasse ancora lì era un mistero, ma non stava certo a me cacciarla. Poi Ilaria tornò in camera nostra, Matteo e Fabrizio uscirono per farsi un bagno in piscina e la roscia finalmente si dileguò.
– Oh, molto carina la roscetta. Ed è pure simpatica! – dissi io ad Edo una volta liberi da orecchie indiscrete.
– Vero? Si chiama tipo Alayne, o qualcosa del genere’ Di certo mi ha fatto passare una bella nottata –
– Ma’ Avete scopato qui? Con gli altri tre? –
– Sì, ma quelli già dormivano. Poi lei, a differenza della finlandese, era poco rumorosa –
– Ah, ok –
– Senti, ma tu? Come mai ieri eri così stanco e scazzato? –
– Mah, niente di che’ Tra una cosa e l’altra mi sono scopato Elettra –
– COSA? E come hai fatto? Dai, raccontami tutto –
Non mi feci sollecitare e narrai tutti i fatti. Alla fine del racconto Edoardo disse:
– Pazzesco! E quindi poi siete rimasti come se niente fosse, e lei non voleva di più? –
– Proprio così. Anzi, visto che vuole passare per altri lidi ti suggerirei di farti di nuovo sotto prima che vada a darla al primo sconosciuto che passa –
– Sicuro, non ti dà fastidio? –
– Macché, figurati –
– Allora mi ci butto già da oggi! –
Mi aveva preso in parola. Subito si era catafiondato in camera mia, per vedere dove riusciva ad arrivare con Elettra. Quindi io, rimasto da solo in una camera non mia, uscii. Poco fuori dalla stanza incontrai Giorgia che, furente, usciva dalla sua camera sbattendo la porta.
Non avendo granché da fare, la placcai e le chiesi cosa fosse successo. Andammo nella hall dell’albergo per parlarne in santa pace.
Venne fuori che Mario e Giorgia litigavano così spesso durante quella vacanza per via del sesso. Nel caso specifico, Giorgia mi confidò che lei aveva sempre voglia, mentre il suo compagno sembrava reticente. Io personalmente non capivo come potesse un ragazzo della mia età ed in piena tempesta ormonale rifiutare del sesso dalla propria ragazza, in vacanza da soli, ma a quanto pare Mario aveva di queste necessità.
Giorgia mi spiegò che il problema era sorto solo da poche settimane, mentre all’inizio del loro rapporto i due scopavano se non assiduamente, almeno costantemente. Mi rivelò che secondo lei Mario stava volgendo sempre più i propri interessi verso il sesso maschile, ma mi fece giurare di non dirlo a nessuno.
Cavolo, avevo sempre reputato Mario un tipo eccentrico, ma addirittura diventare omosessuale così, da un giorno all’altro! Ok, forse non del tutto omosessuale, forse manteneva un orientamento bisessuale, ma comunque era un cambiamento troppo netto da attuare in pochi giorni! Consigliai a Giorgia di non saltare subito alle conclusioni, ma di parlarne prima con il suo ragazzo a mente fredda.
– Eventualmente poi vieni da me se hai bisogno d’altro! – aggiunsi, mostrandomi disponibile a farle da amico confessore.
– Ok, grazie – disse lei, e tornammo ognuno nella propria camera.
Nella mia stanza trovai Edoardo ed Elettra. Non facevano niente di che, parlavano, ma si vedeva che era aumentata la confidenza e l’intimità tra i due. Erano aumentati anche i contatti fisici. Mi scappò un sorriso: forse il mio amico ce l’avrebbe fatta, finalmente, ad andare a segno con Elettra.
Ad ogni modo, i due mi informarono che quel giorno saremmo stati sciolti, perché bene o male tutti volevano rimanere in albergo e riposarsi là, prendendosi una pausa dalle spiagge. Quindi uscirono per andare in piscina.
Decisi che rimanere in albergo non mi sarebbe dispiaciuto per niente, e che forse sarei andato in piscina o a cercare altre persone per giocare a carte. Prima però mi sarei concesso un pisolino.
Mi svegliai dopo un paio di orette che era già ora di pranzo, quindi raggiunsi gli altri in giro per l’hotel e pranzammo tutti insieme. Nel mentre osservavo la coppia formata da Giorgia e Mario per capire se avevano già parlato o no, ma non mi sembrò di vedere notevoli cambiamenti. Beh, non era affar mio, quindi avrei lasciato che loro due risolvessero i propri problemi senza il mio intervento.
E invece fui costretto a ricredermi alcune ore dopo. Avevamo passato tutto il pomeriggio in piscina cazzeggiando e rilassandoci, e poi tutta la comitiva cenò al ristorante dell’albergo. Neanche una mezz’oretta dopo esserci separati, che Giorgia venne da me, dicendomi che mi aveva cercato dappertutto.
Aggiunse che aveva delle novità e voleva parlarmene; quindi mi chiese di seguirla in camera sua, dove avremmo potuto parlarne senza orecchie indiscrete.
QUINTA SERA.
– Mario non c’è? – chiesi io prima di entrare.
– No, se n’è andato dopo che abbiamo avuto una discussione – mi rispose lei.
Che palle. Io speravo di cazzeggiare tutta la sera e magari trovarmi una scopata in hotel, e invece avrei dovuto consolare una semi-sconosciuta per un litigio con un mio amico. Tutto questo perché mi ero mostrato troppo disponibile.
– Cos’è successo? –
– Riesco a malapena a parlarne, visto quanto mi sento frustrata e delusa adesso, ma sento che con te posso aprirmi’ –
– Certo che puoi – dissi utilizzando il tono più accomodante possibile.
– Te la faccio breve: finalmente dopo cena sono riuscita ad affrontare Mario sull’argomento di cui ti parlavo prima’ Non ha provato nessun senso di colpa mentre mi diceva che io non lo attraggo più dal punto di vista sessuale. Dice che vorrebbe fare nuove esperienze, e io lo tengo ancorato ad una monotonia che non regge più –
Che paroloni, tipici di Mario. Quel ragazzo era sempre stato un po’ bislacco per i miei gusti, e mi sono chiesto come avesse fatto a mettersi insieme ad una ragazza tutto sommato appetibile come Giorgia.
– Ma come? è stato uno stronzo, io non ti trovo affatto monotona! In più non so come faccia a non essere più attratto da te sessualmente, io invece ti trovo molto sexy –
Ed era vero. Sebbene qualche malelingua la chiamasse ‘Ronaldinha’ per via di una somiglianza con il noto calciatore (io non ero d’accordo, gli unici tratti in comune potevano essere forse la carnagione biscottata ed il viso un po’ allungato), io la trovavo appetibile. Il viso non era meraviglioso, ma neanche da buttare: Giorgia era il classico ‘tipo’, che può piacere o non piacere. Il fisico era tutt’altro discorso. La carnagione brasiliana, distribuita sul suo corpo, donava un fascino non indifferente, soprattutto alle gambe toniche. Il sedere era piccolino ma ben conformato. Le sue tette meritano una descrizione a parte: difficilmente se ne trovano di più sode e rotonde in giro. Potevo asserire ciò perché qualche giorno prima, in piscina, le era scappata una coppa del reggiseno del costume, lasciandole scoperta una tetta. Si era coperta in fretta e furia, ma non prima di lasciare estasiati me e Fabrizio, gli unici due ad aver notato il particolare.
In ogni caso, non dissi quelle cose perché avevo un secondo fine (a dire il vero la possibilità non mi era passata neanche per l’anticamera del cervello), bensì per pura e semplice carineria. Invece quelle parole sembrarono sortire un effetto inatteso.
– Davvero? Ti ringrazio, questo mi conforta molto. Se devo dirti la verità, Paolo, anch’io ti trovo parecchio sexy. Parlando con le altre ragazze, ho saputo delle tue imprese con tre di loro in quattro giorni di vacanza. Da quel momento non ho fatto altro che pensare a come sarebbe fare sesso con te. Come ben sai, è parecchio tempo che io e Mario non ne facciamo, e io sono moooolto arrapata! Ho bisogno di un maschio vero, come te –
Sapevo dove voleva andare a parare e, pur rimanendone un po’ sconcertato, decisi che avrei potuto esaudire le sue richieste. Però le domandai comunque:
– Cosa mi stai chiedendo di fare? –
– Voglio che mi scopi, qua e adesso –
– E Mario? –
– Mario lasciamolo stare –
Non servì molto per convincermi. A quanto pare, la serata che temevo avrei passato si stava trasformando in quella che speravo di trascorrere. Mi avvicinai a lei, accarezzandole prima il braccio, poi le spalle.
Mordicchiandole i lobi dell’orecchio, le sfilai da dietro il vestitino leggero, lasciandolo poi cadere per terra. Lei rimase in lingerie, di un tipo decisamente osé.
– E questa da dove spunta fuori? – chiesi io accennando alla sua biancheria intima.
– Immaginavo che avrei fatto del sesso stasera, solo che non sapevo ancora con chi –
Continuai il mio lavoro certosino di svestimento lento, e in pochi secondi sul pavimento c’erano anche perizoma e reggiseno. Come sempre quando l’avevo vista in costume, rimasi soddisfatto alla vista del suo corpo nudo. Si vedeva che faceva molto caso alla linea e a tenersi in forma.
Fu poi il suo turno di spogliarmi, fino a che liberò il mio amichetto felice.
Prese in mano il mio cazzo, ancora barzotto, e lo maneggiò perché raggiungesse la massima erezione. Poi iniziò a sbatterselo sulle tette. Tette che volli tastare anche con la bocca, e quindi le mordicchiai i capezzolini, leccando la piccola area scura che li contornava. Continuai a succhiarle le mammelle, palpandole i seni con le mani. Farle ciò mi procurava una sensazione che non volevo terminasse, almeno fino a quando non mi propose una spagnola.
M-A-G-N-I-F-I-C-A. Quella ragazza ci sapeva davvero fare con le spagnole, ero in estasi. Le sue tette sode (non eccessivamente grandi, vorrei puntualizzare, penso avesse tra la terza e la quarta) cullavano il mio cazzo assecondandone i movimenti. Le sue bocce avrebbero anche potuto essere rifatte per quanto risultassero turgide, ma vi assicuro che erano frutto di costante allenamento in palestra. Non resistetti più di tanto, e le sborrai sul petto.
Ma di energia ne avevo ancora e, ristabilito anche il vigore del membro, mi accinsi a scopare Giorgia. Volevo trombarla chissà perché in piedi, appoggiati al muro, e tenendola in braccio. Così infatti ci posizionammo e, mentre la trapanavo, non potevo fare a meno di dedicare le mie papille gustative al suo bel seno. Saranno passati neanche dieci minuti, che sentii un rumore e mi accorsi di qualcosa di strano.
– L’hai sentito? – chiesi io non fermandomi.
– Dai, non è niente, continua a scoparmi’ Sì, così, dai, continuaaaa! – mi rispose lei in evidente stato di godimento.
Ma io ormai mi ero insospettito, e girai la testa per controllare.
Quello che vidi fu scioccante, e totalmente inaspettato.
C’era Mario dietro di noi, che osservava la scena menandosi il cazzo.
– Cosa cazzo sta succedendo qui?- urlai io interrompendo l’azione di trivellamento della fica di Giorgia.
Lei, messasi ormai in piedi e staccatasi da me, aveva assunto un’aria imbarazzata. Era totalmente rossa in faccia, ma non so dire quanto derivasse dall’assurdità della situazione e quanto dallo sforzo e dall’eccitazione dell’atto sessuale.
– Speravamo non te ne accorgessi – mi disse mogia mogia.
– Dai, non dovete smettere solo perché mi avete visto – continuò Mario, che non sembrava minimamente a disagio nonostante la situazione.
– No, ora voi due mi spiegate tutto –
Ero senza fiato dallo sforzo precedente, e furioso del fatto che i due avessero combinato qualcosa alle mie spalle. Ero inoltre confuso perché non ci stavo capendo un cazzo, e scioccato alla vista del mio amico con la minchia in mano, che godeva guardandomi scopare la sua ragazza.
– Però devi prometterci che non ti arrabbi – ribatté Giorgia, ancora in debito d’ossigeno.
Mi spiegarono che ciò che mi aveva confidato Giorgia era vero, e cioè che i due non intrattenevano più rapporti sessuali, e che soffrivano di una certa monotonia a letto. Mario però non era passato all’altra sponda, aveva solo manifestato l’intenzione di provare qualche esperienza con il genere maschile. I due perciò ne avevano parlato, ed erano giunti alla conclusione che attirare un terzo componente nella loro vita sessuale avrebbe aggiunto un po’ di pepe al rapporto. Dissero che la scelta ricadde su di me perché non avevo remore a scopare in quella vacanza, e magari non avrei rifiutato di farmi Giorgia. Purtroppo avevano ragione.
– Capisco – dissi io – e sono onorato che abbiate scelto me, ma non voglio entrare nei vostri giochetti perversi – e iniziai a ripescare i miei abiti sparsi per terra.
– Come ti dicevo, non smettere solo perché ci sto anch’io – fu la risposta di Mario – D’altronde, sai che io sono d’accordo, e se non mi avessi visto tu avresti continuato a scoparti Giorgia fino alla fine –
Non si poteva dire che avesse torto. Mi ero fermato perché avevo avvertito qualcosa di strano, ma se non avessi visto Mario avrei continuato come un treno. Stavo iniziando a pensare che non mi sarebbe dispiaciuto concludere al meglio la serata, visto che ero stato interrotto a metà. Inoltre avevo ancora il cazzo semiduro, e mi sarebbe piaciuto continuare con Giorgia, che scopava molto bene.
– Ok, ma a due condizioni. Uno, tu non intervieni per nessun motivo al mondo. Solo io mi trombo la tua ragazza stanotte, e tu puoi solo guardare – dissi rivolto a Mario.
– Beh certo, la mia intenzione era proprio quella di guardarvi e magari masturbarmi, ma niente di più che apprendere qualche trucchetto da te – rispose lui.
– Mmm, diciamo che va bene. E tu Giorgia, devi continuare a farti scopare senza remore di alcun tipo, come se Mario non ci fosse, e devi prestare attenzione solo a me. Ok? –
– Accordato – rispose lei.
– Perfetto, allora direi che possiamo ricominciare. Diamoci dentro –
La risbattei al muro con violenza, e ricominciammo proprio come stavamo facendo prima. Intanto Mario si era seduto su una poltroncina defilata e si massaggiava il pene, senza emettere neanche un fiato. Tant’è che nessuno tra me e Giorgia gli prestò attenzione neanche per un momento, con la ragazza che continuava ad urlare il mio nome per tutta la durata del rapporto.
Chiudemmo con Giorgia che mi fece un discreto pompino, al termine del quale disseminai ovviamente il mio sperma sulle sue splendide tette.
Dopo che mi fui rivestito e che loro mi ringraziarono per ‘averli aiutati’, ci ripromettemmo di non farne parola con nessuno dei nostri compagni, e che la storia sarebbe finita là.
Poi tornai nella mia stanza, contento di aver giovato a quella coppia e di aver rimediato un’ottima e insperata scopata.
In camera mia, a differenza di quello che mi aspettavo, trovai sia Elettra che Ilaria, entrambe sveglie, e nessun altro. E io che tifavo per Edoardo! A quanto pare però, il mio amico non stava facendo compagnia alla mia bionda coinquilina nelle ore più calde della notte.
– Ehilà, pupe! Come butta? – esordii io un po’ su di giri.
– Non molto bene – mi rispose Ilaria con una mestizia assai maliziosa, – Stasera non siamo riuscite a farci scopare, io e la bionda qui presente –
– Sì, però non ti far venire strane idee – intervenne l’interpellata.
La ignorai, e continuando a parlare con Ilaria dissi:
– E come mai non ci siete riuscite? Non c’erano maschi alla vostra altezza come il qui presente? –
Tornavo appena da una estenuante scopata con Giorgia, ma quei discorsi mi fecero rieccitare.
– Forse’ Elettra mi ha convinto a mollare una cosa a tre sicura con Fabrizio e Matteo per uscire in cerca di carne fresca, ma poi mi ha piantata in asso e siamo ritornate in albergo’ Così sono rimasta senza cazzo –
A questo punto Elettra subentrò nel discorso, prima che potessimo coinvolgerla troppo:
– Ragazzi, so dove state andando a parare, ma non mi contate. Io ho sonno adesso. Voi fate pure quello che volete, basta che non facciate troppo rumore –
Se da una parte era un peccato, dall’altra era una fortuna: non avrei avuto le energie per soddisfarle entrambe. A dire il vero non sapevo neanche se avrei potuto soddisfarne una, quindi proposi:
– Senti Ila, a dirla tutta anch’io arrivo da un’attività molto faticosa e non ti sarei molto d’aiuto’ Che ne dici se te la lecco? –
– Ah, quindi tu sei riuscito a rimediare anche stasera! E bravo il nostro Paolo! Comunque non rifiuto mai un bel cunnilingus ben eseguito! –
E io, modestamente, i cunnilingus li sapevo (e li so tuttora) eseguire più che bene.
Mentre era in preda ad un orgasmo particolarmente lungo, Ilaria strinse i lembi delle lenzuola con le mani e quasi mi strozzò stringendomi il collo con le gambe; inoltre non esaudì la richiesta di Elettra ed urlò nell’apice del piacere. Poi ci addormentammo.
La mattina dopo, mi incontrai con Edoardo per la solita chiacchierata riguardante le avventure di ciascuno della notte prima, e io ero parecchio curioso sulla situazione Elettra.
– Ho saputo che ieri Elettra e Ilaria sono uscite in cerca di una scopata occasionale. Ma quindi tu ieri sei rimasto a secco? –
– Au contraire, mon ami – mi rispose lui in un francese esibizionista – Sono così vicino che quasi sicuramente oggi riesco a scoparmela! Ieri era sì uscita insieme a Ilaria, ma poi io ho chiamato Elettra e le ho detto che volevo parlarle’ Ovviamente è voluta tornare subito qua, costringendo pure Ila! –
– Amico, ma sei un grande! Però mi è stato detto che nessuna delle due ha rimediato cazzi, era una balla? –
– No, purtroppo su quello avevano ragione’ Elettra è subito venuta da me lasciando Ilaria da sola, e abbiamo pomiciato per un bel po’. Sono pure riuscito a pastrugnarle la fregna (che tra parentesi era tutta fradicia), ma non siamo andati oltre –
– Come mai? –
– Lei se n’è andata dicendo che non voleva far insospettire Ilaria’ Comunque secondo me ho bisogno solo di un altro po’ di tempo con lei e me la scopo –
– Lo spero per te! Senti: io però, visto che stasera è l’ultima, volevo ripassare dalle finlandesi e farmi una scopata come Cristo comanda! Devo andarci da solo? –
– Facciamo così: a cena decido e ti faccio sapere. Se vedo che Elettra non ci sta, ti seguo a ruota dalle due porcone; altrimenti’ Penso che dovrai cavartela da solo – mi rispose ammiccando.
– Mi sembra giusto –
Poi ci riunimmo con tutti gli altri e, presi i motorini, ci dirigemmo in spiaggia.
La giornata trascorse abbastanza serenamente, visto che tutti sapevamo che quello sarebbe stato l’ultimo giorno in spiaggia in quel di Malta. Infatti, saremmo partiti l’indomani.
L’unico fatto degno di attenzione che mi riguardò fu che a un certo punto Flavia mi prese da parte per parlarmi. Sembrava una cosa importante.
– Senti, vorrei parlarti di una cosa molto importante –
Come volevasi dimostrare.
– Di che si tratta? – chiesi allarmato.
– Giorgia si è confidata con me, e penso che sia necessario trattare con te di questo argomento a quattr’occhi. Che ne dici di stasera? –
Non poteva essere. Giorgia aveva raccontato tutto a Flavia, e ora lei mi voleva fare la paternale o qualcosa di simile. E pensare che io, per mantenere la riservatezza, non l’avevo raccontato neanche a Edo, mio confidente da sempre!
Comunque, qualsiasi cosa volesse dirmi Flavia, doveva rimandarla. Avrei preferito contattare le finlandesi e ricevere un rifiuto, rimanendo a bocca asciutta, piuttosto che dover conversare ore con Flavia riguardo quello che era successo con Mario e Giorgia. Inoltre sapevo dell’interesse di Flavia verso di me, e volevo evitare un confronto ad ogni costo.
– Guarda, stasera ho un impegno che proprio non posso evitarmi. Possiamo rimandare? –
– Sì, ma facciamo domani mattina, tanto dobbiamo partire dopo pranzo. Fidati, è urgente –
– E va bene, ti busso in camera non appena mi sveglio –
Il resto della giornata si svolse tutto sommato senza ulteriori intoppi.
SESTA SERA.
A cena parlai con Edoardo, chiedendo le sue intenzioni. Avevo infatti già chiamato le finlandesi in camera, facendo loro sapere che dopo aver mangiato mi sarei presentato da loro. Accolsero la notizia (da quanto riuscii a capire) con fervore, e dissero che mi avrebbero aspettato. Mi ero mantenuto vago sulla presenza di Edoardo, per tenere il piede in due staffe.
– No Paolo, stasera penso che riuscirò nel mio intento. Elettra è tutta la serata che continua a toccarmi il pacco! Prima mi faceva piedino sotto al tavolo, e non serve dirti fin dove è arrivato il suo alluce’ Penso che tra poco scoppierò –
– Dai, amico, resisti e avrai un’ottima ricompensa! Vorrà dire che mi spupazzerò quelle due troione tutto da solo’ –
– Quasi quasi ti invidio, ti appresti alla prima cosa a tre che qualcuno di noi due abbia mai fatto! Sarei tentato di impedirtelo, se non avessi quest’ossessione per Elettra’ Almeno concedimi la disponibilità del tuo letto –
– Ahahahaha ma certo! –
Però in effetti aveva ragione, e io non ci avevo ancora pensato: chiunque di noi aveva sempre sognato di far parte di un menage ‘ trois (persino quando stavo con Laura sognavo di farlo con un’altra partecipante), e adesso stavo per compiere il grande passo! Certo, in quella settimana avevo prima ricevuto un doppio pompino da Ilaria ed Elettra, poi ero stato vittima del perverso raggiro di Giorgia e Mario. Ma nessuno di quei due poteva essere considerato un rapporto a tre come quello che mi accingevo a svolgere. Di lì in poi la mia eccitazione montò ancora più animalesca. Dovetti finire il mio cibo in fretta e in furia per raggiungere il prima possibile le due puttanelle che mi attendevano. Poi salutai Edo con un augurio di buona fortuna, che ricambiò, e mi separai dal gruppo.
Arrivai davanti alla porta della 208 poco dopo, e bussai con colpi decisi.
Mi vennero ad aprire entrambe le ragazze, e penso di aver avuto il cazzo di marmo già da quella visione.
Le due avevano addosso le stesse magliette della notte passata insieme, quelle fosforescenti con su scritto sopra ‘I love italian cocks’, ma le avevano modificate. Ne avevano tagliato la parte inferiore così che adesso sembrassero top striminziti, e ne avevano tagliato anche il colletto così da mostrare il più possibile le scollature esagerate. In basso non portavano niente se non due perizomi: Alexa, la bionda, ne aveva uno bianco, di pizzo; mentre Inga, la rossa, aveva quello nero.
– Where’s your friend? – mi chiese Inga.
– I’m sorry, he couldn’t come – risposi io.
– No problem, we will make YOU cum! – Alexa mi diede la risposta che speravo.
Poi, per farmi subito capire che aria tirava, tirarono fuori le lingue e limonarono duro. Poi mi tirarono per la maglia, ‘invitandomi’ ad entrare.
Devo ammettere che in quel momento ero spaesato, non sapevo cosa fare o da dove cominciare: in fondo era la mia prima volta. Fui fortunato ad avere loro due come mie partner, perché mi guidarono e feci tutto ciò che volevano facessi. Come prima cosa mi spogliarono, sempre continuando a pomiciare tra loro.
Poi staccarono le loro lingue per dedicarle al mio cazzo, che fu leccato prima da una, poi dall’altra, poi da entrambe. Anche le palle furono ben inumidite dalle lingue sporcaccione delle due zoccole.
Prima si spartirono la mia verga, leccandone una il lembo sinistro e l’altra quello destro. Inutile dire che le loro lingue si incrociavano spesso durante quell’esecuzione, e ciò aumentava sempre di più il mio livello di eccitazione. Poi Inga si defilò, lasciando alla sua amica bionda il compito di infilarsi tutto il membro in bocca: compito che Alexa fu ben felice di assolvere. Sebbene quest’ultima fosse più che capace di gestire un eccellente pompino da sola, e la sua gola profonda ne era testimone, mi chiesi che intenzioni avesse Inga. La risposta non si fece attendere più di qualche secondo: mi aveva circumnavigato e aveva iniziato a solleticarmi l’ano con la lingua.
Sebbene non fosse una sensazione tanto spiacevole e la ragazza lo svolgesse con una perizia meritevole, le feci capire che non mi piaceva. Lei comprese e, senza perdere tempo, dedicò la sua lingua alla stimolazione del perineo e della parte inferiore dello scroto, zone più accettabili per me rispetto all’ano.
Penso di non aver mai goduto così in vita mia, nemmeno nelle volte successive. Di solito durante il sesso sono un tipo abbastanza moderato, non rumoreggio mai troppo né mi esprimo in maniera volgare verso la mia/le mie partner. Invece in quella situazione non potei fare a meno di incappare in entrambe le azioni, soprattutto la prima. Infatti durante quel magistrale lavoro orale da parte delle due finlandesi continuavo a esprimere versi di godimento, con la voce rotta dal piacere. Capii che stavo per venire e, per chiudere in bellezza, attirai a me la testa di Alexa e le tappai il naso, costringendola così ad ingoiare tutto il mio sperma.
Dio, quelle due ragazze erano davvero delle professioniste del sesso. I loro movimenti, la loro esperienza, la loro capacità di far godere l’uomo’ Arrivai a temere che fossero due escort (cosa peraltro non impossibile, data la vasta presenza di accompagnatrici nei posti di vacanza più frequentati). Era anche vero che la volta precedente non avevano chiesto soldi, e se me li avessero chiesti stasera di certo non le avrei accontentate.
Quindi, una volta tralasciato questo pensiero passeggero, mi abbandonai di nuovo alle cure erotiche delle due finlandesi.
Le due tornarono a toccarsi, a baciarsi, a leccarsi dappertutto, forse per farmi tornare l’erezione dopo l’orgasmo appena precedente. Ci riuscirono in pochissimo tempo, e anche meno.
Porca troia che tette aveva Inga! Me le ricordavo già dalla volta precedente, ma vederle in quel momento nude, libere da ogni costrizione e con i capezzoli turgidi mi fecero montare una furia sessuale animalesca.
Così caricai la rossa di peso, separandola dal petting con la sua amica, e la buttai sul letto. Mi dedicai quindi all’esplorazione del suo seno color latte puntinato da tenere lentiggini, mordicchiandolo con i denti.
Poi mi misi a cavalcioni sul suo addome e presi nelle mani quelle favolose bocce, stringendole per favorire il passaggio del mio cazzo. Nel frattempo Alexa ci guardava e si masturbava.
Per coinvolgere anche la bionda, dopo qualche minuto di quella soddisfacente spagnola la presi per mano e la accompagnai sul letto, esortandola a leccare la vagina della sua amica. Vagina vaporosa e pelosa, rossa anche là sotto, e disponibile ad accogliere qualsiasi cosa volesse entrare. Invece la fica della bionda era completamente depilata e larghissima, come avevo già potuto constatare tre sere prima. Volli rientrare là dentro, e lo feci mentre la proprietaria stava a pecorina e gratificava oralmente l’altra ragazza.
Wow, di nuovo quella sensazione di rodeo. La puledra, godendo, si muoveva come un’ossessa. Per domarla continuavo a schiaffeggiarla sulle chiappe fino a che non diventarono rosse a anche oltre, e urlando oscenità in un misto di italiano e inglese. Le palle sbattevano sull’incavo del suo culo, producendo un ‘clap’ continuo e martellante, ma così ritmico e rotondo da risultare per me un suono gradevolissimo.
Ora anche Inga voleva provare la mia penetrazione feroce, e si posizionò anch’ella a pecorina, subito accanto all’altra troia. Trapanai anche lei, dopo averle sbattuto qualche volta il cazzo sulle natiche. La morsa delle mie mani, dapprima presente sul suo bacino, andò a chiudersi sulle sue tette, perché sballonzolavano troppo e volevo placarle, ma soprattutto perché amavo tenerle in mano. Inga era molto meno vivace della sua amica nel godere, ma altrettanto sensuale. I suoi gemiti sommessi rappresentavano per me la conferma della mia potenza a letto. Continuai finché non la vidi raggiungere l’orgasmo.
Sebbene io non ami continuare le stesse posizioni a lungo durante il rapporto sessuale, vedere quelle due strafighe appaiate a pecorina sul letto mi fece venire voglia di prolungare la penetrazione in quel modo, magari alternandole come mi era capitato di vedere in qualche video porno. Inoltre entrambe avevano un meraviglioso culo scolpito, e continuare a scoparle in quella posizione mi donava un panorama veramente spettacolare.
Quindi tornai da Alexa; quattro-cinque colpi e mi ritrasferii da Inga; e così via per un bel po’ di tempo. Nel mentre le due avevano preso a baciarsi e ad accarezzarsi ovunque mentre io da dietro le sfondavo.
Poi mi ricordai della sera di tre giorni prima, quando avevo visto Alexa così libertina e avevo deciso di incularla, e lei non aveva fatto storie. Ecco, mi venne voglia di approfittare un’altra volta del suo culo, e con l’occasione anche del culo di Inga. Partii perciò da quest’ultima.
Mi abbassai, sputai sul suo ano e roteai la lingua al suo interno, finché non mi parve sufficientemente lubrificato. Poi puntai la cappella ed entrai, con cautela. Il suo buchino era più largo di quello della sua amica, e questo rese più facile la penetrazione. Stavolta non provai nessun dolore, solo godimento estremo. Per continuare il mio giochetto di alternanza tra le due passai dietro ad Alexa e, dopo averle schiaffeggiato un paio di volte quelle chiappe ormai livide, lubrificai anche il suo forellino. Memore della volta precedente e dell’ampiezza minore rispetto alla rossa, ritenni opportuno infilare anche qualche dito prima di entrare col membro. Dopo poco lei stessa mi incitò di penetrare con il cazzo, e io non me lo feci ripetere due volte.
Stavolta non ebbi problemi di sorta nello stantuffarla, e già da subito presi un ritmo abbastanza veloce. Come al solito lei godeva urlando e scalpitando. Tornai a sodomizzare Inga e poi di nuovo Alexa, ripetendomi per più e più volte. Infine compresi che sarei venuto entro breve, quindi le costrinsi a farmi esplodere con un nuovo doppio pompino, al termine del quale sparai tutto il mio seme sui loro visi invocanti.
Come tre sere prima, anche stavolta Alexa volle concludere regalandoci lo spettacolo del suo squirting. Perciò si sedette sulla spalliera del letto, di fronte a noi due che aspettavamo vogliosi, e si esplorò furiosamente la vagina. Io e Inga fummo inondati dei suoi appiccicosi umori, e ce li scambiammo slinguandoci a vicenda. Il tutto si concluse con un bacio a tre che fu eccitante e tenero al tempo stesso.
Volevo rimanere in quell’ambiente di lussuria e spensieratezza, e quindi mi addormentai in camera loro, sul letto matrimoniale fra le due finlandesi.
Mi svegliai abbastanza presto il giorno dopo, poco riposato ma decisamente soddisfatto. La scopata della notte prima era stata qualcosa di epico, da raccontare ai posteri e da ricordare per sempre.
Trovai le due finlandesi già sveglie che, nude, si stuzzicavano a vicenda. La cosa non mi stupì: da quando le avevo incontrate la prima volta le due non avevano mai smesso di eccitarsi sessualmente a vicenda e, di conseguenza, di eccitare anche me. Mi avvicinai ai loro giochetti con il solito alzabandiera mattutino, pronto per ricominciare a ribaltare le lenzuola.
– Wow babies, you two whores don’t waste time – esordii con fare piacione, sperando di rimediare qualcosa di veloce.
(*traduzione = ‘Wow ragazze, voi due puttane non perdete tempo’)
– Well man, you’d do better not to make another move. If you didn’t understand, we’re actual whores –
(* ‘Senti, faresti meglio a non fare un altro passo. Se non l’avevi ancora capito, noi siamo davvero puttane)
Fui invaso da brividi freddi: a quanto pare le mie ipotesi sul loro professionismo erano azzeccate, e io non avevo neanche un soldo. Chiesi spiegazioni, e loro mi confermarono di essere due escort da poco arrivate a Malta per rimediare clienti. Di fronte al mio evidente disagio, mi rassicurarono del fatto che la prima volta (quella in cui era presente anche Edoardo) era solo per divertirsi, e non avrebbero voluto niente. Per la notte precedente a dire il vero mi dissero che si aspettavano qualcosina, almeno quanto potevo dar loro per un servizio di quel genere: una donazione, diciamo. Risposi loro quella che era la verità, e cioè che ero totalmente a secco di soldi. A quel punto mi dissero che non faceva niente, ma che allora quella mattina non avrei concluso niente. Già grato di essermela cavata senza svenarmi, mi rivestii in tutta fretta e le salutai. Loro non erano affatto contrariate, e mi salutarono dandomi il loro biglietto da visita, raccomandandosi di chiamarle se avessi voluto divertimento a pagamento. Inoltre, forse per farmi vedere cosa mi sarei perso, presero a baciarsi e a leccarsi dappertutto. Scappai in fretta e furia da quella stanza, ma non prima di aver riferito loro di abitare a Roma e di dar loro il mio numero nel caso fossero passate di là. Non si sa mai, meglio tenere tutte le porte aperte.
Chiusi la porta della loro stanza arrapatissimo e trafelato, accingendomi ad andare nella mia per, che so, farmi una sega o vedere se rimediavo qualcosa da Ilaria oppure Elettra. Poi mi ricordai che dovevo andare da Flavia per parlare con lei (che scocciatura!), e inoltre la mia camera avrebbe potuto essere occupata da Edo ed Elettra, finalmente arrivati al sodo. Quindi andai alla reception e feci chiamare la stanza di Flavia, per non svegliarla bussando. Rispose subito e mi disse di raggiungerla là dopo dieci minuti.
Sperai che sarebbe stata una cosa breve, perché prima di partire avrei voluto sfogarmi con l’ultima scopata vacanziera.
Bussai alla sua porta esattamente dieci minuti dopo, proprio come da lei richiesto. Non volevo perdere altro tempo. Mi aprì sorridente, la trovai persino carina con quell’abito da mare che indossava.
– Dai, entra –
– Siamo soli? Sai, non vorrei che Marta o Becca ascoltassero i fatti miei –
– Tranquillo, le ho mandate via. Penso che siano in camera tua ad organizzare la giornata di oggi –
– Perfetto, allora possiamo cominciare. Di che volevi parlarmi di così urgente? –
– Come ti dicevo, Flavia mi ha parlato di tutto. So cosa avete fatto l’altra sera, e so che non era una cosa proprio ordinaria, ecco. In più’ –
La interruppi. Di certo non volevo farmi dare da lei lezioni di moralità.
– Senti Fla, non ho intenzione di farmi giudicare da te. Inoltre chi ti dice che quello che dice Giorgia sia vero? Non hai’ –
– Lasciami finire – stavolta fu lei ad interrompere me. – Non ho parlato solo con lei: parlando con le altre ragazze so che te le sei scopate quasi tutte, senza farti nessunissimo problema –
– Senti, arriva al punto. Non ho intenzione di stare qui a farmi fare la paternale da te sulla mia vita sessuale –
– Forse non hai capito, non voglio assolutamente farti la paternale. Quello che voglio capire è: come mai in questa settimana ti sei trombato quasi tutte noi, sei perfino rimasto coinvolto in un perverso menage a trois, ma non hai mai pensato a me? Mi trovi brutta e inscopabile? Perché lo sanno tutti che ti vengo dietro da un bel po’, e ormai dovresti averlo capito pure tu –
Oddio, forse preferivo la paternale a questo. La ragazza che aveva una cotta per me ora era invidiosa e voleva essere rassicurata. Sperava che io le dicessi che non la trovavo brutta, e in effetti era anche la verità. Come vi ho già accennato, l’avevo sempre giudicata indifferente ai miei occhi, né brutta né bella.
Così, per chetare le acque, risposi:
– Macché brutta e inscopabile! Anzi, devo dirti che questo vestitino ti sta molto bene, e stamattina ti trovo particolarmente carina. Semplicemente non ti reputo il tipo di ragazza in cerca di avventura come le altre e, in questa settimana in cui mi sono liberato da Laura, non c’è stata nemmeno un’occasione con te. Ecco tutto –
– Bene, dimostramelo. L’occasione te la sto offrendo ora – Detto questo, si sfilò l’abitino e rimase in completo intimo da porca. Da dove usciva fuori tutta questa intraprendenza?
– Senti, se è uno scherzo o qualcosa di simile’ –
– Nessuno scherzo. Voglio che mi scopi, così da non sentirmi inferiore alle altre –
– Non funziona così, non puoi semplicemente chiedermi di scoparti. Inoltre mi sono stufato di essere sempre la mira di ragazze insicure per una scopata –
Non so per quale motivo stavo dicendo quello. Era vero che ero già stato richiesto per una scopata di quel genere (vedi Giorgia & Elettra), ma non avevo mai rifiutato una scopata semplice. In più ero ancora eccitato dalle due troie scandinave, e quello che vedevo in quel momento mi stuzzicava assai. Probabilmente volevo solo mettere alla prova Flavia, per vedere dove voleva arrivare.
– Oh, poverino’ E quindi mi staresti dicendo che non vuoi fare sesso con me? Non ti garantisco che non mi metterò a piangere, adesso –
– Semplicemente non sono in cerca di niente di serio, e non voglio spezzarti il cuore. Poi sai, tecnicamente sarei ancora impegnato con Laura’ –
– Ma io non ti sto chiedendo niente di serio. So che non provi niente per me, ma vorrei almeno riuscire ad essere scopata da te, e penso che questa sia l’occasione giusta. Se quello che vedi adesso un minimo ti piace e la mia richiesta ti stuzzica, ti chiedo solo di accettare –
– Va bene, allora, se è quello che vuoi tu’ Iniziamo col togliere quello scomodo completino – e mi avvicinai a lei, famelico.
– Ti chiedo solo una cosa: sii delicato. Sai, sono ancora vergine’ –
Forse in altre circostanze mi sarei persino rifiutato di deflorare Flavia per più motivi, ma in quel momento ero entrato nell’umore del toro da monta, e non avrei più potuto fermare il mio istinto godereccio. Quindi risposi solo:
– Non ti prometto niente, sono arrapatissimo e tu mi hai provocato. Ti posso dire però che godrai come mai in vita tua – e le sfilai la lingerie.
Da nuda devo ammettere che il suo fisico era molto migliore di come lo immaginavo o di come sembrava in costume; non era certo un fisico da top model, le curve non erano poi granché, e in quella settimana mi ero scopato ragazze con corpi di gran lunga più appariscenti. Viceversa, me n’ero fatte anche con fisici peggiori, come sicuramente Ilaria e forse anche Elettra. Insomma, dovendolo giudicare il suo corpo era da 6/6.5, con tette e culo di misure medie e forme gradevoli.
Spogliatomi anch’io la baciai, facendole sentire il cazzo in erezione a contatto con il ventre.
Sorprendentemente Flavia prese l’iniziativa, stringendo in mano quella ingombrante presenza che le spingeva la pancia, e segandola. Era brava a masturbarmi e glielo dissi. Lei mi rispose che non ero il solo tra i due ad aver fatto esperienza in quella vacanza, ma che anche lei era riuscita a rimorchiare un paio di ragazzi e a fargli una sega. – Niente di più, però – ci tenne a precisare, non smettendo mai di farmi una pippa.
Quel ‘di più’ glielo avrei fatto sperimentare di lì a poco, anche perché ormai avevo una voglia immensa di trapanare qualcosa, e lei si trovava pericolosamente nei paraggi. La spinsi con forza sul letto e iniziai a leccarle la fica, per non trovarla troppo stretta quando l’avrei penetrata. Lei incominciò a gemere di piacere già dal primo contatto con la mia lingua.
– Se cominci già così, dopo non saprai più a quale santo appellarti, quando ti trivellerò con il mio cazzo –
Ormai era decisamente lubrificata, grazie soprattutto ai suoi umori più che la mia saliva, ma fatto sta che era giunto il momento di fotterla per bene. Puntai la cappella tra le grandi labbra, poi scivolai tra le piccole, e infine diedi un colpo deciso per entrare completamente. Le sfuggì un grido, in fondo l’avevo appena sverginata, e di delicatezza ne avevo usata poca. Non mi importava, lei da me voleva solo uno stallone da scopare e quello avrebbe avuto. Continuai con la foga iniziale, noncurante dei suoi gemiti di dolore, che alla fine si trasformarono in esclamazioni di estasi. Non sarà stata una prima volta poco traumatica per lei, ma di certo sarà stata una assai soddisfacente.
Volle farmi venire con la sua specialità della casa, e cioè la sega, ma dirottò il mio sperma sulle sue labbra, per poterlo gustare. Contenta lei’
Ci rivestimmo e io me ne andai in camera mia, dove avrei dovuto finire di preparare le valigie.
Lì trovai Edoardo, da solo, che mi aspettava con le sue valigie già pronte. Mi disse che le ragazze erano andate insieme ai maschi a restituire i motorini, e che lui era rimasto per aspettarmi. Mentre infilavo gli ultimi vestiti nei bagagli, lui mi raccontò di come finalmente era riuscito a scoparsi Elettra, e di come ne fosse rimasto soddisfatto.
– Ora che mi sono tolto questo sfizio, posso benissimo liberarmi di lei –
– Ben detto, amico – convenni io.
Di rimando lui mi chiese delle mie avventure della notte prima, e io gli raccontai per filo e per segno della cosa a tre con le due scandinave ninfomani. Notai divertito che lui ascoltava, non senza provare una punta d’invidia. Gli raccontai anche che le due erano escort, ma che per puro culo ero riuscito a filarmela senza spendere un soldo.
Già si stava complimentando con me che gli dissi che le mie esperienze non finivano là, ma che poco prima mi ero scopato pure Flavia. Forse era stata per me la scopata peggiore della vacanza, ma tutto sommato non mi era dispiaciuta: questo dimostrava quanto mi fossi divertito durante quella vacanza.
– Incredibile, pure Flavia’ A questo punto ti manca Becca e fai l’en plein! Dai, che forse fai in tempo prima di pranzo – mi disse divertito, essendo ormai a conoscenza che io mi fossi trombato pure Giorgia.
– Pff, per carità’ Piuttosto mi taglio l’uccello! –
Mentre ci dicevamo queste amenità, ci eravamo diretti verso la hall, dove avevamo trovato tutti gli altri, pronti per andare in aeroporto. Vidi Flavia che era ancora semistordita, e che mi guardava maliziosa; Marta se ne stava per i fatti suoi, evitandomi come aveva fatto per la maggior parte della permanenza; Elettra guardava me e Edo sorridendo, come se sapesse dei nostri discorsi; Giorgia e Mario tubavano come piccioncini innamorati.
In aereo pensai che quella era stata una vacanza senza dubbio libertina, senza vincoli morali, eppure grazie al sesso ero riuscito a migliorare alcune situazioni: Mario e Giorgia avevano ora una forte intesa, e tutto questo perché si erano resi conto delle proprie perversioni; Elettra, deflorata da una persona a lei gradita, aveva iniziato una vita di esperienze e ora si concedeva più facilmente; Matteo e Fabrizio, che prima rischiavano la loro amicizia per colpa di una ragazza, ora l’avevano cementata grazie ad un rapporto morboso con la stessa ragazza, consigliata da me; infine Flavia, conscia di non poter avere di più da colui che le piaceva, almeno aveva rimediato una scopata dal ragazzo dei suoi sogni. E tutto questo perché mi ero dato molto da fare dal punto di vista sessuale. Certo, avrei dovuto far rientrare nel conto anche il caso di Marta: con lei avevo probabilmente rovinato un rapporto positivo, ma l’avevo fatto senza volerlo e con le migliori intenzioni.
Ora avrei dovuto solo tornare a casa e affrontare Laura, sicuro di me e determinato a votare la mia vita ad un susseguirsi di piaceri dell’eros.
Ero tornato a casa oramai da qualche giorno, ma non avevo ancora incontrato Laura. Quella vacanza mi aveva cambiato la vita: avevo apprezzato l’esistenza da single, la libertà di fare sesso con più ragazze e non volevo più tornare a com’era prima. Forse a modo mio l’avevo già fatta pagare alla mia ex (tecnicamente non ancora ex, ma di fatto la nostra relazione non esisteva più), ma la vendetta non bastava. La stronza meritava anche lei un cambio repentino di visione della vita, così magari non avrebbe torturato nessun altro come aveva fatto con me.
La chiamai.
– Ciao amore, come va? Sei tornato? –
– Sì, sono tornato ieri – dissi mentendo, e probabilmente lei lo sapeva – Qui va tutto bene, ma mi manchi. Ti va se ci vediamo? –
– Certo! I miei sono partiti, se riesco a cacciare mia sorella potremmo stare a casa mia tutti soli’ –
– Magari! Ci vediamo da te appena mi sveglio allora? –
– Perfetto, a domani –
Stare a casa sua da soli era per me un inaspettato colpo di fortuna. Per qualche ideuzza che stava iniziando a venirmi, avere a disposizione il suo letto avrebbe potuto farmi comodo. Lasciarla solo con le parole non sarebbe servito a niente, avrei finito per insultarla e lei sarebbe passata di palo in frasca. Invece stavo cominciando a pensare che, se l’avessi costretta a fare sotto le lenzuola quello che mi aveva sempre negato e poi l’avessi mollata, ci sarebbe rimasta sicuramente di merda.
L’unico problema era la sorella: una piccola rompipalle, di un anno più giovane di noi, che amava stare tra i piedi. Dubitavo che saremmo riusciti a convincerla a schiodare per lasciarci soli. Beh, ci avrei pensato una volta là, era inutile fasciarsi la testa prima di rompersela.
Il mattino dopo mi svegliai con tutta calma, verso le 11 o giù di lì. Feci colazione, mi vestii e uscii, diretto a casa di Laura. La porta me la aprii sua sorella, Carmen, e la cosa non mi fece affatto piacere. Laura non era riuscita a scrollarsela di dosso. La cosa che invece mi fece piacere fu vedere com’era vestita Carmen: abitini succinti e tette, più grosse di quelle della sorella, in bella mostra. Mi sedetti sul divano e lei chiamò Laura, probabilmente al piano di sopra.
Una volta scesa, Laura mi chiese notizie del viaggio. Le risposi che più vago non si può, raccontandole solo gli aneddoti più blandi. In cambio le chiesi cosa aveva fatto lei in quei giorni, e mi rispose, altrettanto vagamente, che era rimasta perlopiù a casa a studiare per i test d’ingresso all’università. Che squallore.
Mentre eravamo in cucina a preparare il pranzo, mi avvicinai a lei e le mollai una sberla sul sedere.
– Ma cosa fai? Lo sai che non mi piacciono queste cose – fu la sua risposta.
– Ti chiedo scusa, mi hai fatto venire voglia’ Ma tua sorella non sei riuscita a cacciarla? –
– Ancora no, ma dice che forse esce con gli amici dopo pranzo –
– Allora quando se ne sarà andata ti mostrerò il mio dispiacere per averti sculacciata come solo io so fare –
– Dai, poi vediamo –
Una risposta che non mi piacque. Non voleva scopare? Lo volevo io, e quindi l’avremmo fatto. Dovevo solo aspettare il momento giusto.
Mangiammo una pasta niente di che, ma che io lodai per blandire Laura. Carmen invece, acidella come al solito, disse che lei l’avrebbe fatta meglio e poi salì in camera sua.
– Che palle, ma dobbiamo sorbircela tutto il giorno? – dissi io dopo che la sorella ebbe lasciato la stanza.
– Dai su, sii paziente. Possiamo aspettare che esca in camera mia, magari facendoci una bella dormita sul mio letto –
Acconsentii, sperando che per ‘dormita’ intendesse qualcos’altro di più divertente. E invece mi dimostrò che intendeva proprio quello dopo che, una volta stesi sul suo letto, si assopì. Provai ad addormentarmi anch’io, ma non avevo affatto sonno. Così osservai Laura che dormiva: aveva il sedere a pizzo semiscoperto. Notai definitivamente che quella ragazza ormai non mi attraeva più sessualmente, soprattutto dopo tutto quello che avevo provato nella settimana a Malta. Però quel giorno, anche fosse cascato il mondo, avrei dovuto scoparmela, anche solo per darle una lezione.
Al momento non ero affatto arrapato, ma forse avrei dovuto esserlo per dopo; scesi al piano di sotto per vedere la televisione, che magari mi avrebbe mostrato qualche strafiga o qualche programma conturbante.
Dopo una decina di minuti di zapping fui raggiunto sul divano da Carmen, che mi chiese dov’era sua sorella.
– Sta dormendo –
– Ottimo, così possiamo finalmente parlare – disse maliziosa.
– E di che vorresti parlare? –
– Tu sai che io vado in classe con la sorella di Fabrizio, e che siamo molto amiche –
– No, non lo sapevo. Embè? –
– Beh, pare che Fabrizio abbia una lingua molto lunga, e che abbia raccontato tutto di Malta alla sua sorellina. Che poi ha raccontato tutto a me –
– Interessante. E cosa sapresti, di preciso? –
– Tutto quello che tu non vorresti sapesse mia sorella –
– Senti, non mi interessa cosa vuoi dire o non dire a tua sorella –
– Quindi non neghi? –
– No, non nego. E se vuoi proprio sapere la verità, ho intenzione di mollare Laura –
Non so perché stessi dicendo quelle cose a Carmen, ma mi ero stufato di intrighi e sotterfugi. E soprattutto mi ero stufato di ragazze che provavano a tenermi sotto scacco.
– Questa è una bella novità! Sai che c’è? Ti sostengo. Quella perfettina miss-so-tutto-io da sempre mi ha rinfacciato di avere una relazione perfetta, e andava in giro a fare la stronza. Se ti serve qualcosa, chiedi pure –
– A dire il vero sì, potresti fare qualcosa per me. Potresti andartene così da lasciarci la casa libera –
Fece finta di pensarci, poi rispose:
– Ok, ma ad una condizione. Prima facciamo sesso io e te, e poi me ne vado. Pensaci, potremmo fare entrambi uno sgarro a mia sorella, e ricavarci comunque qualche soddisfazione’ –
Voleva continuare a parlare, ma la interruppi. Stranamente avevo già le idee chiare e una ferma convinzione.
– Sì, ci sto. Ti fotterò come non ti ha mai fottuto nessuno –
– Ehm, a proposito’ –
– Che c’è, sei vergine? –
Dato il suo abituale comportamento, non mi sarei mai aspettato che fosse una verginella. Mi avrebbe deluso se fosse stato vero, avrei voluto divertirmi’ Anche se non mi sarei certo tirato indietro.
– Quasi. Ho già fatto del petting con i miei precedenti ragazzi, con uno sono anche andata oltre’ Ma il mio imene è ancora intatto, ho letto che può capitare quando la penetrazione non è profonda. Forse aveva il cazzo troppo piccolo’ –
– Tranquilla, con me non ci sarà questo problema –
Mi portò al piano di sopra, in camera sua, per non correre il rischio che sua sorella ci scoprisse mentre scopavamo in salotto. In realtà rischiavamo anche in camera sua, perché era attaccata a quella di Laura. Comunque quest’ultima aveva sempre avuto il sonno pesante, e arrivato a quel punto neanche mi interessava più di tanto.
Preso dalla foga le strappai di dosso la magliettina bianca aderente, rivelando due poppe esaltanti. La porcellina non portava il reggiseno, e le sue tette non vedevano l’ora di essere liberate. Poi fu il turno di spogliarla anche degli shorts di jeans, che invece rivelarono un tanga da puttanella.
– Ti aspettavi di essere scopata oggi? – dissi io, a proposito del suo outfit provocante.
– A dire il vero, sì. Dopo uscirò con i miei amici, e ce n’è uno che vorrei tanto farmi –
– Non so se ne avrai le energie – chiusi il discorso io liberando il cazzo svettante dai boxer.
Carmen si inginocchiò e cominciò a succhiarlo. Si vedeva che aveva esperienza, forse avrebbe dovuto dare lezioni anche a sua sorella’ Mi prese un giramento di testa. Non mi facevano un pompino di quel tipo da un bel po’ (in fondo a Malta mi ero abituato alla mirabile media di uno-due al giorno), e stavo apprezzando a pieno la sua tecnica. Quando notai che stava calando d’intensità preferii occuparmi io di lei, prima che un bel pompino si trasformasse in una noia mortale. Le leccai quindi la fighetta: era ben curata e depilata alla brasiliana. La zoccoletta voleva proprio fare bella impressione sul tipo che voleva scoparsi!
La misi a pecorina e la penetrai da dietro, strizzandole le tette nel frattempo. Stavolta la troietta non poteva più neanche fingersi vergine, perché mi resi conto di averle trapassato l’ostacolo ancora intatto. Mi trovavo però in una situazione strana: a differenza delle altre che mi era capitato di deflorare (sua sorella compresa), la vagina di Carmen era larga e accogliente per il mio amichetto lì sotto. La cosa comunque non mi trovò insoddisfatto, perché fotterla era una cosa godibile e non necessitava dello sforzo di cui abbisognavano le vergini.
Smettemmo una volta che lei ebbe avuto un orgasmo, probabilmente il primo della sua vita; magari non l’ultimo della giornata. Mordicchiandole i capezzoloni le dissi che sarei stato disponibile a rifarlo, una volta che avessi lasciato sua sorella. E in effetti l’avremmo rifatto molte altre volte durante l’estate e prima dell’inizio della mia vita universitaria.
Mentre ci stavamo rivestendo entrambi, Carmen mi disse:
– Senti Paolo, io volevo starmi zitta perché l’avevo promesso, ma ora che abbiamo condiviso questo non posso più tacere. Ho un segreto da rivelarti –
– Spara –
– Ho sentito mia sorella che ti diceva di aver passato gli ultimi giorni in casa a studiare, ma non è vero. O meglio: è vero che è stata in casa, ma non studiava; invitava un tipo qua e spesso li sentivo scopare –
Che troia, avrei dovuto saperlo.
– E il tizio, sai chi è? –
– Sono quasi sicura che sia il ragazzo che si è scopata dopo che voi due vi eravate lasciati –
– Grazie di avermelo detto, lo apprezzo. Le farò pagare anche questo. Ora vai, e in bocca al lupo con quel ragazzo che vuoi farti! Se gli mostri quello che hai mostrato a me, non potrà certo rimanere indifferente! –
Mi ringraziò, e ci salutammo con un bacio. Poi lei uscì di casa.
Non ero neanche tanto arrabbiato dopo aver sentito le ultime notizie su Laura, in fondo io avevo fatto più o meno lo stesso se non peggio. Il suo problema era che voleva far credere a tutti di essere una santarellina, ed invece era un troione come poche. Adesso volevo anch’io la mia parte, però. La meritavo, dopo aver sofferto tanto, e lei avrebbe dovuto darmi quello che mi aveva sempre negato, volente o nolente.
La cosa più incredibile ed eccitante era che mi ero appena scopato sua sorella, nella stanza attaccata alla sua, senza che Laura se ne accorgesse. Il guaio era che io non avevo eiaculato con Carmen, e quindi mi sarei sfogato con Laura. Ironico il fatto di come poco tempo prima stavo cercando un modo per arraparmi e invece in quel momento ero infoiato come un animale.
Entrai di soppiatto nella sua camera per controllarla: stava ancora dormendo. Allora era vero che aveva il sonno pesante! Prima sua sorella aveva emesso qualche gridolino e gemito un po’ fuori dalla norma, e lei non aveva sentito niente! In ogni caso, mi sedetti sul letto e cominciai ad accarezzarla per vedere se reagiva. Invece niente. Allora mi spinsi un po’ oltre, e le sfilai i calzini, massaggiandole i piedi. Ancora niente. La mia prova finale fu quella di sfilarle anche maglietta e gonna, sempre utilizzando molta cautela. Stavolta si rigirò, sempre continuando a dormire. A differenza di quella porcellina di sua sorella, Laura portava un reggiseno antiquato e i mutandoni della nonna; sicuramente il suo piano era quello di farmelo ammosciare e negarmi per l’ennesima volta il sesso, per poi scoparsi l’altro tizio. Non le avrei certo dato quella soddisfazione.
Infine, dopo essermi rispogliato, mi dedicai al suo svestimento finale. Le mutande furono facili da togliere, e rivelarono la sua topa, come al solito ricoperta da una voluminosa e folta peluria, tanto che non si vedevano le grandi labbra. Invece sfilarle il reggiseno fu più difficile, ma riuscii comunque a farlo senza svegliarla. Aveva le tette un po’ più piccole rispetto alla sorella minore, ma comunque di una misura accettabile. Anche nuda non mi faceva più nessun effetto, ma ormai ero partito con l’intenzione di trombarmela a sangue e quello avrei fatto.
Mi feci strada nella fitta foresta, arrivando a tastare la sua micetta con il dito. Era già umida, chissà se stava sognando il suo amichetto’ La sgrillettai un po’, poi passai a leccargliela. Fu dopo che avevo iniziato che Laura si svegliò.
– Paolo! Ma che stai facendo? –
– Lo vedi e lo senti da sola, cosa sto facendo –
– No, smettila! Ora non mi va –
– E invece a me va, quindi zitta e godi. Tra l’altro non puoi negare che ti piaccia –
In effetti, durante tutta la nostra relazione, in ambito sessuale Laura era sempre stata favorevole alla soddisfazione del suo piacere sessuale. Ero così bravo con il cunnilingus perché lei non lo rifiutava mai, e ormai ne avevo imparato tutti i segreti. Il problema arrivava quando io le chiedevo di fare qualcosa per me, e lei declinava utilizzando sempre qualche scusa.
Quindi si mise più comoda e mi fece continuare, sebbene avesse giurato che non gli andava.
Dopo un po’, quando lei era ormai alla mercé dell’atto, le dissi che sarei andato in bagno per ritornare con una sorpresa. Tornai con un rasoio elettrico.
– Che vuoi fare con quello? –
– è ora di dare una bella tosata alla tua patatina –
– No, a me piace così! –
– A me invece no. Voglio leccartela senza dover sputare ogni due secondi un tuo pelo pubico. Quindi ora stai zitta e te lo fai fare –
Non seguì come speravo le mie indicazioni, e prese a divincolarsi. Comunque non fu difficile per me trovare una posizione stabile e tagliarle buona parte di quella folta peluria, finché non rimase una base soffice e curata.
– Ecco, ora sei contento? Visto che l’hai fatto contro la mia volontà, ora vorrei che te ne andassi da casa mia –
– Io sono contento, ma forse quello che non è contento è l’altro tizio che ti scopi. Cos’è, a lui piace il pelo? –
– Di cosa stai parlando? –
– Oh, lo sappiamo entrambi che sei una troietta traditrice. Ora, se rimani seduta qui sul letto ne parliamo, invece di fare l’isterica –
Rimanendo forse un po’ punta sul vivo fece quello che le avevo chiesto, non intuendo che io di parlare non ne avevo nessuna voglia. Una volta che mi raggiunse, mi misi sopra di lei e, puntandole la cappella contro la fighetta ormai rasata, la penetrai rapidamente.
– Ma cosa fai? Hai detto che ne avremmo parlato! Smettila subito! –
– Ma ne stiamo parlando! Non vedi il mio punto di vista? –
– Senti, allora facciamo l’amore, e quando abbiamo finito ne parliamo. è un’accusa seria quella che mi rivolgi! –
Non me l’aspettavo così arrendevole e accondiscendente; se devo dire la verità mi sarei aspettato che continuasse a dirmi di smetterla. Evidentemente le stava piacendo.
– è seria ma è vera, e lo sappiamo bene entrambi – dissi continuando a scoparla nella posizione del missionario, l’unica mai provata con lei – Non ti bastava aver scopato con quel tizio quando non stavamo insieme? Dovevi farlo anche mentre ero via? Cos’è, avevi voglia di cazzo, troia? – Sfruttando la sua sorpresa totale (non ero mai stato così scurrile con lei, tantomeno a letto), la girai a pecora e la penetrai anche così, poi continuai: – Ma tanto non c’è problema, anch’io a Malta mi sono divertito –
– Che vuoi dire? – sembrava più interessata a quello che avevo da dirle più a quel cambiamento improvviso delle nostre abitudini sessuali. Si faceva stantuffare senza scomporsi.
– Oh, posso farti la lista se vuoi. Ma non ti piacerà –
– Voglio sapere tutto – mi rispose lei ansimando.
– Già la prima sera mi sono fatto fare un pompino sia da Ilaria che da Elettra. Poi mi è capitato anche di fotterle, e la seconda era vergine –
– Quelle due puttane! Lo sapevo io che erano due troiette che ti si volevano fare! Quanto mi stanno sul cazzo! Ah, se la pagheranno’ – Ora anche Laura aveva iniziato ad esprimersi volgarmente, come mai l’avevo sentita fare, ma la situazione lo richiedeva.
– Sì, ma non sono state certo le uniche! Anzi, quelle che sono venute con me le ho scopate quasi tutte, esclusa Becca che è un cesso. Marta ha un culo molto più bello del tuo –
– Non ci credo! Ma come quasi tutte? Anche la ragazza di Mario, come si chiama’ Ronaldinha? –
– Oh sì, anche lei, e mentre il suo ragazzo ci guardava. Una vera porca –
– Qua sei tu il porco! Mi avevi detto che avresti fatto il bravo, invece sei un puttaniere! –
– Ora non fare la santarellina – velocizzai il ritmo della penetrazione – e dimmi che hai continuato a scoparti quel tizio –
Avendo accusato il cambio di ritmo Laura, sempre più affannata, rispose:
– E va bene, sì, ci sono andata ancora a letto. Ma solo perché mi mancavi tu –
Fu il segnale che aspettavo. ‘Per sbaglio’ il mio cazzo scivolò fuori dalla sua fregna bagnata, andandosi a incuneare nel suo ano con un movimento secco e deciso. Laura ululò di dolore. Io continuavo a pompare noncurante dei suoi lamenti, ormai ero una macchina.
– Testa di cazzo, mi stai inculando! Smettila subito, mi stai facendo male! –
– No che non mi fermo. Questo è quello che ti meriti per essere una puttana come poche! – poi continuai ad affibbiarle epiteti poco carini, scandendo con essi il ritmo dell’inculata.
Ci presi gusto, e sembrava che stesse iniziando a godere anche lei, nonostante il suo ano sanguinante. Smisi giusto prima che il suo piacere raggiungesse il culmine. La feci stendere sul letto e le schiaffeggiai il seno con il pene.
– Sì, sbattimelo sulle tette! – disse lei con fare da porca.
Rimasi quasi scioccato, non si era mai comportata così, e ora si stava aprendo del tutto! Evidentemente questa nostra discussione/scopata violenta la stava aiutando a schiudersi, a non rimanere frustrata sessualmente. Fatto sta che iniziavo ad eccitarmi anch’io, in una maniera inesprimibile.
Mi fece una spagnola tenendosi strette le bocce e lasciando che il mio cazzo entrasse ed uscisse.
A quel punto avevo ormai provato quasi tutto con Laura, tranne una cosa: il bocchino. Si era sempre rifiutata categoricamente di soddisfarmi con la bocca, ma vedendola in quel momento così sciolta mi fece credere che lei fosse disponibile a tutto. Così le chiesi di farmi un pompino.
– Non esiste, io cazzi in bocca non ne voglio. Mi fa schifo –
– Sai, è questo che odio di te. Fai tanto la schizzinosa con le nuove esperienze poi quando lo prendi in culo ti piace. E ti ho fatto solo un esempio, ma potrei fartene altri –
– Ma se mi hai inculato a tradimento! Comunque io il tuo cazzo in bocca non lo piglio –
– è un peccato, vorrà dire che rimarrò con il ricordo di quello che mi ha fatto tua sorella poco fa –
– COSA? CHE CAZZ –
Non fece in tempo a finire la frase, che le accompagnai la testa vicino alle mie parti basse e la imboccai col mio membro. Poi, sempre continuando ad accompagnare il movimento con la sua testa, aggiunsi:
– Eh già, l’abbiamo fatto prima mentre tu dormivi. Tua sorella è proprio una porcellina, e i pompini li fa da Dio –
Prendendo una pausa per respirare, lei mi rispose:
– Non è vero, lo stai dicendo solo per farmi incazzare –
– Ah sì? E allora come farei a sapere che ha una voglia nell’interno coscia destro? E poi secondo te chi mi ha detto che ti scopavi ancora quel tizio? –
– Che brutta tr –
Di nuovo non fece in tempo a finire la frase che le riempii la gola con il mio cazzo. Quando venni le tenni ferma la testa così che fosse costretta ad ingoiare il mio sperma.
– Sei un bastardo – mi disse lei una volta che l’ebbi liberata.
Le dissi che quella sarebbe stata la nostra ultima volta insieme e che la nostra relazione avrebbe potuto definirsi chiusa. Ci lasciammo dopo che ci eravamo detti e fatti tutto, quindi non avevamo molto rancore l’uno per l’altra. Io avevo risolto le mie questioni in sospeso, e lei si era liberata dei suoi fardelli.
Tempo dopo venni a sapere da amici che lei a letto era una bomba, e che non c’era più traccia della frustrata sessuale di cui parlavo io. Ero contento, perché voleva dire che in quel periodo avevo aiutato un’altra persona nella sua vita sessuale, poco importava se era la mia ex. Anche perché ormai durante quell’estate avevo iniziato la mia vita da single, passando da una ragazza all’altra solo per spassarmela. Spesso mi presentavo da Carmen per una scopata lampo, e mi capitava di incontrare Laura, ma non c’erano più problemi tra noi. Ogni tanto mi sono ripresentato alla porta delle ragazze che mi sono fatto a Malta, per riprovare l’esperienza. Solo alcune di esse hanno acconsentito ad un nuovo giro con il sottoscritto.
Durante quell’estate provai tutte le esperienze che un giovane deve maturare nella sua età d’oro; avrei voluto iniziare così anche la mia vita accademica, ma presto incontrai Sara’
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…