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Racconti Erotici Etero

VIDEOAMATORE

By 4 Giugno 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho l’hobby dei video, nel senso che li giro. Una passione nata quando ero giovanissimo e praticamente portavo dappertutto la macchina fotografica digitale non accontentandomi della scarsa qualità della camera del cellulare.

Crescendo sono passato ai video procurandomi attrezzature via via migliori tanto da poter rivaleggiare con i professionisti. Mi sono fatto anche un certo nome e mi capita di lavorare come free-lance per agenzie oltre a matrimoni, cresime e ricorrenze varie di amici e di amici degli amici.

Un hobby che svolgo nel tempo libero e che continua ad appassionarmi dandomi belle soddisfazioni.
Mai avrei pensato ad un certo ‘tipo’ di soddisfazione se non fosse stato per il mio amico Cristiano. Ci conosciamo fin da piccoli, anche con sua moglie Elisabetta (sono sposati da due anni) e spesso usciamo in quattro con la mia morosa. La confidenza &egrave profonda ma non mi aspettavo la richiesta che mi fecero una sera.

Eravamo al solito locale per un aperitivo e Anna, la mia morosa, era come sempre in ritardo. Cristiano e Elisabetta si guardavano nervosi; sembravano sul punto di dire qualcosa e poi si bloccavano. Alla fine fu lui a parlare:

– Senti Jay (&egrave il mio soprannome, in realtà mi chiamo Adolfo, capirete perché preferisco il soprannome), ho un favore da chiederti ‘

– Dimmi Jolly, se posso no problem ‘

Risposi usando anche io il suo soprannome.

– Vorrei” anzi vorremmo che”.. insomma, dovresti fare un video e”. ‘

S’interruppe bruscamente perché vide arrivare Anna. Velocemente mi disse di non volerne parlare davanti a lei e passò ai saluti festosi che solitamente ci scambiavamo.
La mia curiosità iniziale si spense subito persa nelle chiacchiere leggere ed amichevoli di ogni incontro. Già non ripensavo più alla richiesta quando Cristiano, mentre eravamo alla cassa a dividerci il conto, me ne parlò ancora.

– Scusa ma preferisco non parlarne davanti ad Anna. Potresti venire domani pomeriggio a casa nostra? Ti diremo tutto ‘

– Senz’altro Cris, ma hai qualche problema? ‘

– No, no, domani ti spiego tutto ‘

Ci lasciammo così e il giorno dopo, recandomi da loro, la curiosità si faceva pressante, non immaginando mai il perché di tutto quel mistero per un video (avevo tra l’altro fatto quello del loro matrimonio a un prezzo veramente da amico).
Mi fecero accomodare in salotto e, bicchiere di birra in mano, Cristiano cominciò a spiegarmi. Elisabetta era seduta vicino a lui, addosso un vestito leggero a fiori il cui orlo tormentava con le mani, evidentemente nervosa.

– Jay, &egrave una cosa un po’ particolare, capirai perché sono nervoso nel dirtelo ma”’. Insomma, io e Eli vorremmo che ci facessi un video nella nostra intimità ‘

Lo disse tutto di un fiato respirando forte alla fine e guardandomi con aria d’attesa. Elisabetta al suo fianco si torceva le dita alzando più del dovuto il vestito e mostrandomi la bellezza delle sue cosce.

Elisabetta &egrave una bella ragazza, ma fino a quel momento non mi ero mai soffermato a ‘valutarla’ da un certo punto di vista. Le parole di Cristiano mi indussero a notare quel che prima probabilmente non avrei mai notato. Ero parzialmente scioccato, non mi aspettavo proprio una richiesta del genere.
Vedendomi pensieroso Cristiano proseguì:

– Vedi, &egrave imbarazzante dirlo ma io e Eli siamo un po””’ esibizionisti. Ci piace che gli altri ci guardino. L’abbiamo fatto dappertutto, soprattutto dove c’era il pericolo di essere scoperti. Qualche volta siamo andati anche a XXXXX ‘

E mi disse il nome di una località appena fuori città conosciuta per le coppiette che vi si appartavano e per i guardoni appostati.

– Da qualche mese abbiamo fatto amicizia con una coppia che ha i nostri stessi gusti e ci troviamo a vedere insieme i nostri e loro video però”’. non ci piace come vengono. Vorremmo un video fatto veramente bene da mostrare loro. So che di te possiamo fidarci, che non rischiamo di trovarci sbattuti su internet a nostra insaputa. Allora che ne dici? ‘

Li guardai entrambi. Ancora non completamente ripreso dalla sorpresa, per evitare fraintendimenti la buttai sul tecnico chiedendo cosa volessero esattamente e cosa volessero invece evitare.

– Ti facciamo vedere ‘

Elisabetta si alzò di scatto e andò alla tv accendendola e facendo partire il lettore DVD.
Sullo schermo apparvero i loro corpi nudi sul letto.

– Guarda, vedi come le immagini sono buie? E qui &egrave sfocato, qui non si vedono i volti e poi, soprattutto, la ripresa &egrave fissa, dobbiamo sempre fare attenzione a non finire fuori dall’inquadratura quando usiamo lo zoom, e senza &egrave troppo distante ‘

Era chiaramente una ripresa amatoriale con una videocamera di poca qualità e i difetti che mi descriveva Cristiano c’erano tutti, ed anche altri che vedevo evidenti. Sentii un calore al basso ventre. Guardai Elisabetta che arrossì abbassando la testa, vergognandosi forse un po’, stessa cosa anche se minore Cristiano. Presi in mano il discorso per evitare di guardare ancora le immagini di loro due che si rotolavano sulle lenzuola, sul divano dove ero seduto in quel momento, sul tavolo della cucina. Per non sentire i gemiti che venivano dalla TV.

– Scusate, mi avete detto di essere esibizionisti, perché allora ora vi vergognate? ‘

– E’ perché sei tu Adolfo, con gli altri &egrave diverso, con te che ci conosci così bene”.. ‘

Fu Eli a rispondermi mentre Cristiano annuiva convinto.

– Non sappiamo come potresti prenderla. Non ci offenderemo se ci dirai di no ma soprattutto speriamo di non aver offeso te chiedendotelo. Se l’abbiamo fatto ti chiediamo scusa ma tu sei l’unico di cui possiamo fidarci, veramente. Capisci anche perché non ne abbiamo voluto parlare davanti ad Anna? ‘

Lo capivo sì, Anna sarebbe saltata in aria insultandoli. Li considerava amici ma non come me che, in pratica, c’ero cresciuto assieme.
Li tranquillizzai e, trattenendo una risata in parte di nervosismo, decisi di accontentarli.

– Tranquilli non mi sono offeso. D’accordo, se volete posso riprendervi, ma siete sicuri che non vi bloccherete davanti a me? Un conto &egrave farlo con una videocamera appoggiata a un mobile, un conto &egrave se la videocamera &egrave in mano a un operatore ‘

– No, no, non ci saranno problemi”’ forse solo all’inizio magari ma passeranno subito. Grazie Jay, grazie, ti pagheremo quello che vuoi ‘

– Ora mi offendi Jolly, pagare cosa? Non se ne parla. Dimmi piuttosto quando volete farlo che mi organizzo. ‘

– Che ne dici di domani sera? Potresti venire qui a cena e poi”.. ti crea problemi con Anna? ‘

– Facciamo dopodomani, Anna &egrave di turno. Va bene lo stesso per voi? ‘

– Sì, sì. Grazie Jay, non so dirti quanto ti sono grato. ‘

– Lascia perdere, ora vado. Ci vediamo dopodomani. Se cambiate idea chiamatemi senza problemi. ‘

Li lasciai pensando di avere forse fatto una cazzata ad accettare, ma oramai era fatta e in fondo ci tenevo a loro, e la faccenda non era forse una dimostrazione di amicizia nei miei confronti?
Due giorni dopo mi presentai all’ora di cena con telecamera e un po’ di luci che pensavo di dover usare.
La cena fu entusiasmante, nel senso che loro erano entusiasti e presto coinvolsero me nella loro allegria. Elisabetta indossava un abito da sera con due ampi spacchi laterali che mostravano le belle gambe, Cristiano era in giacca e cravatta, solo io, vestito comodamente con jeans e maglietta parevo fuori luogo. Il cibo era delizioso, il vino bianco fresco e sincero. Quasi dimenticai il motivo della cena godendomi la loro compagnia. Solo dopo il dessert Cristiano mi chiese:

– Allora, quando vuoi cominciare? ‘

– Anche subito, anche qui se volete, datemi solo due minuti per prepararmi. ‘

In fretta sistemai le luci per non lasciare zone d’ombra nella cucina, misi in spalla la videocamera e dissi:

– Da questo momento inizio a riprendervi, fate come se io non esistessi ‘

Inquadrai Cristiano che si avvicinava a Eli lentamente, poggiandole la mano su un fianco, tirandola a sé per baciarla. Lei era legnosa, si muoveva nervosamente, solo quando le loro labbra si unirono parve rilassarsi, sciogliersi. Li ripresi mentre limonavano per un paio di minuti, le mani di Cristiano che scorrevano sul corpo di lei stringendo con forza le curve messe in evidenza dal morbido abito. Quando si staccarono lei si accovacciò slacciando con furia cintura e bottoni, abbassando i pantaloni e i boxer e facendo svettare fuori l’uccello di lui. Se ne impadronì velocemente con la mano che mosse su e giù un paio di volte prima di aprire la bocca e prenderne dentro la punta.

Accovacciata così Eli mostrava ampiamente le cosce, solo il davanti dell’abito, ricaduto tra le gambe, le copriva le parti intime. Il seno florido, evidentemente nudo sotto la stoffa, si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro. Feci un primo piano del suo volto, gli occhi chiusi, le guance incavate, le labbra chiuse strettamente intorno all’asta che scivolavano su e giù facendo un rumore umido e eccitante.

Li lasciai fare per qualche minuto, inquadrando anche la faccia in preda al godimento di lui, le cosce di lei che, devo ammetterlo, mi affascinavano, per poi tornare al primo piano del pompino.

– Basta o vengo subito ‘

La voce di Cristiano la fece smettere a malincuore. Si rialzò voltandosi, appoggiandosi al suo uomo con concupiscenza. Lui la spinse verso il lavabo, la fece chinare in avanti e, rimboccatole l’abito sulla schiena, mostrò all’obiettivo le natiche appena coperte da una striminzita culotte. Gliela fece scendere sulle gambe e, accostatosi, le strusciò la punta dell’uccello un paio di volte sulle labbra prima di penetrarla lentamente. Il gemito roco di lei mi fece effetto; mi accorsi di avere un’erezione. Mi concentrai sulle riprese per non pensarci e continuai a riprenderli mentre lui la sbatteva con forza per diversi minuti con lei che gemeva in continuazione. Senza staccarsi da lei Cristiano arretrò di qualche passo e la fece chinare sul tavolo dove avevamo appena mangiato.

Mi spostai velocemente dall’altra parte per inquadrare il viso di lei, perso nel godimento, la bocca semiaperta da cui usciva un unico gemito prolungato, le mani aggrappate all’orlo, il corpo scosso dai colpi di lui. Mi mossi per riprenderli di lato, le mani di lui sui suoi fianchi scoperti, un seno che usciva dal lato del vestito oscillando per le spinte di lui, In fretta riguadagnai la posizione davanti e la ripresi così mentre veniva, incitandolo a spingere più forte, a godere dentro di lei. I corpi sovrapposti, i visi stravolti dal piacere, la mano di lei che lo stringeva al collo tirandolo a sé. Pensai che come video porno sarebbe stato un successo. Senza farmi vedere mi aggiustai il cavallo dei pantaloni ed attesi che tornassero alla realtà.
Quando si sollevarono dal tavolo erano evidentemente felici.

– Andiamo in camera ‘

Cristiano si avviò tirandola per la mano e io mi sbrigai a spostare le luci nel nuovo ambiente.
Con un’aria eccitata attesero che io finissi e poi si riabbracciarono baciandosi. Feci un altro primissimo piano delle loro lingue che si intrecciavano e tornai in campo lungo lasciandoli fare.

Lei si staccò e con un solo movimento fece cadere l’abito ai suoi piedi, uscì dal cerchio di stoffa e io feci una panoramica del suo bel corpo dai piedi alla testa, soffermandomi sul sorriso libidinoso che rivolgeva all’obiettivo. Riallargai l’inquadratura per riprenderla mentre si toglieva le culotte e, non so cosa mi prese, iniziai a guidarla:

– Voltati lentamente Eli. Chinati in avanti, allargati le natiche. ‘

Lei eseguì con gesti fluidi, come se non aspettasse altro. Ripresi la posizione oscena, i due buchini dell’amore esposti, la micina che iniziava a trasudare il seme di lui, le unghie curate che segnavano la carne soda.

Intanto Cristiano si era spogliato del tutto e reclamò l’attenzione della moglie sdraiandosi sul letto e tirandola a sé.
Lei salì in ginocchio sulla coperta e si chinò per omaggiarlo con la bocca. Girai intorno al letto per riprendere da più angolazioni il pompino goloso che in breve fece tornare completamente turgida l’asta di lui. Mi tirai indietro riprendendo il totale, le natiche esposte di lei, la schiena curvata, la testa che si muoveva lentamente sull’inguine di lui. Poco dopo lui la fece smettere e salire sopra di sé. La ripresi mentre scendeva lentamente facendo scomparire dentro di sé, centimetro dopo centimetro, l’asta lucida di lui. Quando lo sentì tutto dentro Eli cominciò a muoversi, prima piano, oscillando avanti e indietro, poi più velocemente, roteando le anche, infine come in una giga impazzita spronandolo a darle di più, a darglielo tutto, mugolando impazzita mentre raggiungeva un altro orgasmo abbandonandosi poi sul petto di lui.

– Ho bisogno di una pausa ‘

La voce flebile di Eli mi fece interrompere la ripresa. Mi sedetti sulla sponda del letto aspettando le loro decisioni. Lei si tolse da sopra il suo uomo e con aria stanca si avviò al bagno. Restai a guardare Cristiano che mi sorrideva felice.

– Come pensi sia venuto finora? ‘

– Non mi intendo di film porno ma credo che i vostri amici apprezzeranno molto questo ‘

– Grazie ancora Jay, spero che non ti stiamo creando problemi ‘

Lo disse ammiccando verso il mio inguine dove l’evidente bozzo tradiva la mia condizione.

– No, tranquillo, credo sia normale nel vedervi. Siete molto eccitanti devo ammetterlo, ma non c’&egrave problema. Al limite passo a trovare Anna al lavoro dopo ‘

Cristiano fece una risatina mentre Eli rientrava nella stanza.

– Che avete da ridere voi due? Che c’entra Anna? ‘

– Niente amore, &egrave che Jay ha un piccolo problemino che Anna potrebbe sistemare ‘

Ammiccò ancora verso il mio inguine; Eli seguì lo sguardo e, notato il mio gonfiore, ridacchiò anche lei.

_ Mi dispiace Adolfo (lei usava spesso il mio vero nome), se vuoi smettiamo così puoi andare da Anna ‘

– No, tranquilli, &egrave solo una reazione fisica. Se volete riprendiamo senza problemi. ‘

Lei salì di nuovo sul letto e di nuovo prese in bocca l’uccello di lui che nel frattempo aveva perso parzialmente vigore. Lo succhiò a lungo e, alla fine, si sdraiò sul letto allargando le cosce. Lui le salì sopra e la penetrò. Io mi sbrigai a zoomare e riprendere l’asta che si muoveva nella micina come uno stantuffo, il buchino dell’ano che occhieggiava poco sotto.
Presto i gemiti di entrambi riempirono di nuovo la stanza. Io cambiavo inquadratura in base alla sensazione del momento, riprendendo le loro bocche unite, la faccia di lei stravolta da un ulteriore orgasmo, la bocca di lui sul capezzolo, il movimento frenetico delle anche, le braccia e le gambe di lei che lo stringevano forte quando lui godette nuovamente riempiendole ancora l’utero.

Stanchi ma non paghi restarono abbracciati sussurrandosi parole dolci, come se io non esistessi. Ripresi anche quelle. Stavo diventando esperto nel riprendere le loro sfumature, le loro emozioni, i piccoli gesti che si scambiavano. Devo ammettere che mi sentivo coinvolto emotivamente e fisicamente. La sensazione al basso ventre si era fatta pressante e meditavo di passare veramente a trovare Anna non appena finito.

– Ancora? Così presto? ‘

La voce stupita di Elisabetta mi distolse dai miei pensieri. Si era accorta che Cristiano era di nuovo in erezione. Probabile che la novità influisse su di lui.

Lo vidi scivolare tra le gambe della moglie, succhiarle il clitoride, usare le dita su di lei, ed Eli si contorse gemendo per il nuovo piacere che la invadeva. La leccò a lungo fregandosene dei loro umori mescolati insieme e quando Eli sembrava pronta per un nuovo orgasmo la fece girare bocconi affondando ancora il viso tra le natiche. Ripresi il volto trasfigurato dal piacere di lei, la sommità della testa di lui che sporgeva tra quelle colline di carne, i rumori che facevano.

– Fammi ora, fammi dove vuoi ma fammi ora. ‘

Eli anelava la penetrazione, la lingua di Cristiano la stava portando oltre ogni limite. Lui si erse incombendo sopra di lei, puntò il pene e si lasciò andare di peso.

– Oooohhhhhhhhhh ‘

Gli occhi chiusi, la bocca spalancata, Eli emise un gemito più forte degli altri, il suo volto inquadrato in un primissimo piano era di un erotismo sconvolgente per me. Le girai intorno per riprendere i due sessi uniti e mi accorsi che Cristiano l’aveva penetrata dietro, affondato fino alla radice in lei scuoteva le anche lentamente. La micina spalancata trasudava umori; apparvero le dita di Eli protese in una masturbazione veloce mentre la sua voce lo incitava a muoversi di più, che la stava aprendo in due, che le piaceva, di fare più forte.

Tornai a inquadrare le loro facce: accasciati sulle coperte: le loro teste erano vicinissime, la lingua di lui nell’orecchio di lei, lei che girava la testa protendendo la lingua per baciarlo.
Infine lui la tirò su in ginocchio, la prese per le anche e si mosse con forza avanti e indietro.

Stavo per tornare dietro loro per riprendere la furibonda cavalcata quando la voce arrochita di Eli mi bloccò sul posto:

– Amore, posso? ‘

Nell’oculare vidi Cristiano guardare prima me e poi dirle qualcosa all’orecchio. Gli occhi eccitati di Eli mi fissarono, la sua mano si protese verso di me:

– Avvicinati Adolfo, ti dobbiamo ringraziare per quello che stai facendo per noi ‘

Come un automa feci un passo avanti arrivando a portata della sua mano che, lesta, slacciò la cintura e calò la zip intrufolandosi tra le mie gambe. Me lo tirò fuori con qualche difficoltà tanto era teso e i jeans attillati ma appena lo ebbe a disposizione lo prese tra le labbra con un mugolio contento.
Mancò poco godessi in quell’istante. Troppo forti le emozioni vissute fino a quel momento, troppa l’eccitazione nel vederli fare l’amore, troppo morbida la sua bocca, troppo dolce il tocco della sua lingua. Sobbalzai perdendo l’inquadratura e mi sbrigai a sistemarla. Fu questo che mi salvò dal riempirle la bocca all’istante. Ripreso il controllo delle mie emozioni mi godetti il tocco vellutato delle sue labbra inquadrando alternativamente la sua bocca piena di me, gli occhi chiusi, le guance incavate, il pene di Cristiano che come uno stantuffo scorreva tra le sue natiche.

Guardai lui negli occhi e lo vidi eccitato. Mi strizzò l’occhio e prese a colpire più forte, più veloce. Persi ogni timore nel vederlo eccitato dal fatto che sua moglie mi tenesse in bocca mentre lui l’inculava con forza. Era tutta la situazione ad essere particolare, ma ci avrei pensato dopo; in quel momento sentivo avvicinarsi l’orgasmo. La avvertii e lei, con libidine, si puntò l’uccello in faccia segandolo velocemente finché non esplosi rantolando. Riuscii non so come a mantenere l’inquadratura (anche se mossa), a riprendere i miei schizzi che le colpivano la faccia, le centravano la bocca aperta, la sua lingua che saettava fuori a lambirmi la cappella prima che le sue labbra si chiudessero ancora intorno ad essa dandomi un ulteriore brivido di piacere. Quando mi lasciò andare, quando non avevo più nulla da darle, alzò lo sguardo verso di me, la faccia impiastricciata di sperma, la bocca spalancata in un sorriso prima di fare una smorfia mentre era lei a godere sotto i colpi di lui che a sua volta mugolava riempiendole l’ano.

Furono momenti brevi ma che mi parvero durare anni. Mi staccai da loro allontanandomi di un passo, riprendendoli di tre quarti mentre il loro orgasmo si completava e lui si accasciava sopra di lei senza forze.

Spensi la videocamera e mi recai in bagno a lavarmi. Dovetti sciacquarmi più volte la faccia per riprendermi ripensando incredulo a ciò che era appena successo. Ero contento ma temevo il momento in cui sarei rientrato nella stanza, in cui a bocce ferme avrebbero realizzato quel che era accaduto. Timore infondato il mio perché li ritrovai abbracciati e sorridenti salutandomi festosamente.
La serata si concluse con un brindisi a tre. Dissi loro che, se volevano potevo tagliare l’ultima parte, quella dove c’ero io, per non far vedere ai loro amici quelle scene. Mi risposero che no, andava bene così, che anzi erano contenti di mostrare le loro ‘prodezze’.

Tornai a casa in uno stato d’animo tra il felice e l’inquieto, ma oramai era fatta, e, in fondo, sembrava andare tutto bene.
Pochi giorni dopo ci ritrovammo per il solito ape tutti e quattro insieme. Approfittando del ritardo di Anna mi dissero che i loro amici erano stati entusiasti del video e che, anzi, avrebbero voluto farne uno anche loro, magari tutti e quattro assieme”.cinque con me.

L’arrivo di Anna mi salvò dal rispondere subito. La proposta mi aveva eccitato e, nel contempo, mi sentivo in colpa verso la povera Anna ignara di tutto questo. Dovetti fingere spensieratezza quella sera, perché il pensiero mi andava sempre lì, e Cristiano ed Eli parevano intuirlo guardandomi maliziosamente ad ogni occasione.

Quella notte scopai Anna come forse mai avevo fatto, con sua grande sorpresa e piacere.
Passarono diversi giorni, solito tran tran. Cristiano ed Elisabetta non accennarono più alla cosa, non fecero più nemmeno battutine o sguardi maliziosi nei nostri incontri di gruppo e, se pur con una punta di rammarico, anche io smisi di pensarci.
Poi, una sera, complice il solito ritardo di Anna, avemmo alcuni minuti per parlarci.

– Jay, saresti disposto a fare un altro video? Questa volta con Sabrina e Mauro, i nostri amici. ‘

Nelle loro posture, nella voce, negli sguardi, non c’era più l’insicurezza della prima volta. Anzi avevano un’aria di ansiosa attesa, come pregustando il mio sì che davano per scontato.

Per qualche giorno dopo la sera fatidica ero stato in parte tormentato.
Anche se Elisabetta mi aveva fatto solo un pompino avevo comunque, nella sostanza, tradito Anna. Soprattutto col mio silenzio.

Io e lei avevamo fatto un patto di sincerità, promettendo di dirci tutto quello che poteva influire sul nostro rapporto di coppia. A onore del vero io avevo taciuto soprattutto per evitare di rompere l’amicizia con Cri e Eli più che per coprire me stesso. Ero sincero nell’attribuirmi questa scusante, avendo in passato già confessato ad Anna un breve e piccolo flirt innocuo con una collega, però trattandosi di Elisabetta ero sicuro che Anna sarebbe andata su tutte le furie. Lei era sincera con me, anche lei mi aveva confidato di un suo collega che le faceva una corte serrata e che, approfittando della quiete del turno di notte, le aveva ‘strappato’ un bacio.
Non mi ero ingelosito, anzi ne avevamo riso assieme mentre lei raccontava di come lui ci fosse rimasto male all’improvviso ritrarsi di lei.
Mi ero sentito in colpa e contemporaneamente eccitato e avevo deciso che, se ci fosse stato un altro video da fare, sarei rimasto un semplice spettatore, rifiutando anche ‘aiuti’ da parte di Eli.
Quindi accettai di buon grado. Prima che potessi però dettare le mie regole parlò Elisabetta:

– E se dovesse ripresentarsi quel tuo problema di ‘gonfiore’ non preoccuparti Adolfo, so io come fartelo passare. Anche se credo che con Sabrina non ce ne sarà bisogno ‘

Lo disse ridacchiando e ammiccando a Cristiano che ricambiò con un sorriso a 32 denti.

– Eh sì Jay, Sabrina &egrave un vulcano, non credo che si lascerà scappare un bel ragazzo come te. In confidenza, oramai possiamo dirtelo, con loro non &egrave solo esibizionismo, pratichiamo di fatto lo scambio di coppia ‘

Rimasi interdetto, la cosa diventava più complicata del previsto. Mi affrettai a dir loro ciò che avevo intenzione di fare, che non volevo tradire ancora Anna. Eli mi fece una carezza sul viso:

– Che tenero che sei. Anna &egrave fortunata ad averti. Stai tranquillo, non ‘attenteremo’ alla tua virtù, sappi solo che se dovessi cambiare idea, se non ce la facessi più”’.. c’&egrave la tua Eli a disposizione”.. sempre col permesso di Cristiano ‘

Aggiungendo l’ultima frase volse la testa verso suo marito, quasi timorosa di una improbabile gelosia, o forse a cercarne il permesso. Cristiano sorrise ancora e annuì:

– Nessun problema Jay, Ti capisco, ma se dovessi aver bisogno” sono contento che ci pensi Eli a te. Gli amici servono a questo no? ‘

Rise forte trascinando anche me e Elisabetta nell’ilarità, e così ci trovò Anna arrivando trafelata.

– Scusate il ritardo, un problema nel cambio turno. Ma che avete da ridere così tanto? ‘

– Nulla amore, Jolly ha raccontato una barzelletta. ‘

Mi alzai abbracciandola e baciandola per poi farla sedere, e la serata prese i binari consueti con la sola avvertenza di Cristiano, al momento di dividerci il conto, che mi avrebbe chiamato il giorno dopo.

Il sabato successivo, con Anna nel turno di notte, caricai telecamera e luci sull’auto di Cristiano e ci recammo in periferia ove avrei conosciuto i loro amici.
In un appartamento spazioso, in uno stabile signorile, venimmo accolti da Un uomo e una donna sui trenta anni. Ben vestiti, capelli biondi e corti lei, scuri lui, carnagione già abbronzata, bella presenza entrambi dovetti ammettere, capendo come Cri e Eli fossero stati attratti da loro.
In breve facemmo le presentazioni e io ricevetti i complimenti da entrambi per il video” compresa la parte finale. Con un sorriso accattivante Sabrina mi chiese se avrebbe potuto ‘aiutarmi’ anche lei come aveva fatto Elisabetta.
Credo che arrossii all’impertinenza, all’esplicita offerta di quella che era ancora una perfetta sconosciuta. Quasi balbettando spiegai loro le regole che mi ero imposto, suscitando sorrisi di sufficienza e un ironico e stuzzicante:

– Vedremo ‘

da parte di lei.

Poi ci spostammo nel salone, ambiente da loro scelto, e cominciai a montare le luci mentre loro quattro, su un televisore a parete che mi parve enorme, rivedevano il video precedente.
Lo guardavano stretti tutti insieme sul divano e già le mani correvano sopra i vestiti, intrufolandosi negli spacchi degli abiti, nelle cerniere dei pantaloni. Commentavano con voce eccitata quel che vedevano e quando apparve il primo piano di Eli che, la faccia coperta di sborra, lasciava andare il mio uccello per gridare il suo piacere, Mauro e Sabrina applaudirono convinti.

– Bel video, si vede che ci sai fare Jay, posso chiamarti così vero? E complimenti per il tuo affare, quasi quasi invidio Elisabetta ‘

Sabrina mi guardò fisso negli occhi e mi sentii come una gazzella fissata da un leone: in trappola, mentre gli altri tre ridacchiavano guardandoci.
Mi feci forza e, imbracciata la telecamera glissai chiedendo come volevano cominciare.

Da quel momento, almeno apparentemente, mi diedero retta.
Sabrina si alzò tirando con sé Eli. Davanti al divano prese a farle scorrere le mani su tutto il corpo e Eli ricambiò baciandola con gusto. Sobbalzai, non mi aspettavo un intreccio lesbo. Il mio fratellino iniziò a dare segni di risveglio. Cercai di essere professionale girando intorno alle due, cambiando inquadratura per cogliere gli sguardi eccitati dei due uomini ancora seduti sul divano.
In primo piano Sabrina che faceva scendere l’ampia gonna di Eli, le slacciava la camicetta esponendo il florido petto senza reggiseno, chinandosi a baciarlo, aiutandola a togliersi tutto prima di alzare le mani per permettere a Eli di far scivolare verso l’alto il tubino nero, con trasparenze sulla scollatura, che non essendo attillato scivolò facilmente scoprendo il perizoma pure nero che indossava insieme a” nient’altro.
Un seno sodo, una terza misura credo, sobbalzò appena sotto la spinta del vestito che saliva, esponendosi alla telecamera e alle mani di Eli che lo carezzarono dolcemente.

Le due donne parvero ballare, abbracciate seminude davanti agli uomini sempre più interessati, scambiandosi baci bagnati e carezze sempre più intense, sempre più vicine all’incavo delle cosce dove si rifugiarono simultaneamente per carezzarsi l’un l’altra le micine.
Mauro e Cristiano si affrettarono a spogliarsi rimanendo in pochi secondi completamente nudi e avvicinandosi alle due donne ancora abbracciate.

Come a un segnale le coppie si divisero, a partner scambiati, e Mauro guidò Eli verso il divano facendola sedere a cosce spalancate, immergendosi tra esse. Un buon linguista a giudicare dal gemito che emise subito lei. Sabrina invece si era inginocchiata davanti a Cristiano e glielo aveva preso in bocca. Scorreva con le labbra sull’asta cercando l’obiettivo con lo sguardo. Fece l’occhiolino quando la inquadrai in primo piano e subito se lo affondò in gola arrivando a toccare il pube di lui col naso. Cristiano emise un verso roco, appoggiandole una mano sulla testa mentre lei tornava indietro lentamente, le labbra strette intorno all’asta resa lucida dalla saliva, gli occhi fissi sull’obiettivo come a trapassarlo, a cercare i miei occhi.

Sobbalzai sentendomi toccare il ventre. Era lei che aveva allungato una mano verso di me strizzandomelo attraverso i pantaloni. Scattai all’indietro prima d’istinto e poi allarmato dalle sue intenzioni”. Mi rise in faccia. Letteralmente. Si tolse l’uccello di Cristiano dalla bocca e rise guardandomi. Una risata sfrontata, irridente, squillante, provocatoria.

Ne aveva tutte le ragioni. Sicuramente aveva avvertito il mio turgore che smentiva la mia ritrosia. Poi riprese in bocca Cristiano, la mano che scorreva veloce sull’asta umida, le guance incavate nel succhiare la cappella, le labbra strette alla base di essa.
Mi voltai verso l’altra coppia che aveva nel frattempo cambiato posizione assumendo quella classica del missionario. Anche Elisabetta mi guardava ironica, la scena non le era sfuggita. Solo per un istante però, i colpi di Mauro le fecero rovesciare la testa indietro, scoprire la gola candida che lui riempì di baci e leccatine.

Gemevano in tre in quel momento, solo Sabrina mugolava, la bocca occupata nel tentativo di prenderlo ancora fino in gola. Scivolai di lato per riprendere insieme le due coppie, zoomando su questo e sul quel particolare.

L’atmosfera si stava facendo sempre più bollente. Era chiaro che le due coppie erano affiatate, chissà quante volte avevano fatto sesso assieme, e quando Mauro si rovesciò indietro, tirandosi addosso Eli, istantaneamente Sabrina si staccò da Cristiano e, tenendolo per l’uccello, lo condusse verso la coppia sul divano.
L’intenzione era palese e estremamente stuzzicante: inginocchiata vicino al divano, sempre tenendo in mano l’uccello si Cristiano, si chinò sulle spalle di Elisabetta, le stuzzicò l’ano prima con la lingua e poi con un dito. Eli, riversa sopra Mauro, la testa girata di lato, aveva un’espressione di attesa. Immobile sopra l’uomo che si muoveva appena, entrando e uscendo da lei con movimenti misurati e costanti, la vidi portarsi le mani dietro, spalancarsi le natiche per esporre meglio il buchino. Era ciò che aspettava Sabrina: tirò a se l’uccello di Cristiano e lo appoggiò alla corona di muscoli. Tenendolo ben saldo nella mano fu lei a spingere piano ma con decisione. La bocca di Eli si spalancò senza emettere suoni, come a cercare un respiro perso, poi inarcò la schiena:

– OOOOHHHHHHHHH, PIANOOOOHHHHHHH ‘

Sabrina le diede ascoltò, si fermò tenendo la mano intorno al cazzo di Cristiano per impedirgli di affondare ancora, con l’altra mano cercò il clitoride stringendolo tra due dita.
Io saltavo dalla faccia di Eli alla penetrazione, con primissimi piani che prima registrarono la pletora di espressioni di lei: il mutare dall’attesa all’ansia, gli occhi sbarrati e la bocca aperta mentre lui entrava, gli occhi che si strizzavano appena entrato, di nuovo l’espressione, ansiosa e goduriosa mentre Sabrina lo spingeva centimetro dopo centimetro dentro di lei.

Rimpiansi di non avere due telecamere per poter riprendere insieme, e montare poi con calma, il procedere del cazzo in quel culetto e le smorfie di lei. Riuscii comunque ad avere belle immagini di entrambe le scene, con Sabrina che toglieva finalmente la sua mano e Cristiano che spingeva ancora entrando lentamente fino in fondo.
Mi accorsi solo in quell’istante che Sabrina aveva ancora allungato la mano verso di me e me lo massaggiava attraverso la stoffa. Il tocco lieve non mi aveva distolto dalla concentrazione su quello spettacolo per me estremamente eccitante.
Saltai ancora indietro per sottrarmi e lei mi guardò ironica per poi spostarsi davanti, sedere su un bracciolo così da trovarsi davanti a Eli, aprire le gambe per permetterle l’accesso alla micina.
Girai intorno alle due coppie zoomando ancora questo e quel particolare: i due cazzi che scorrevano insieme dentro Eli, la sua lingua tesa a entrare nella micina di Sabrina, le dita di queste che giravano circolarmente sopra il proprio clitoride, la smorfia di Cristiano per resistere a quello che doveva essere un piacere assoluto.

Mi allontanai di due passi per riprendere l’insieme, per vederli galoppare verso l’orgasmo. Sentivo il mio inguine pulsare, mi sarei volentieri tuffato in mezzo a quelle gambe e braccia intrecciate, sicuro che non sarei stato respinto, il senso di colpa verso Anna era molto attenuato dall’erezione che sentivo premere nei miei pantaloni dandomi veramente fastidio. Mi maledissi ma mi feci forza, concentrandomi sui quattro.
Elisabetta era la più vicina all’orgasmo, gemeva continuamente e diceva frasi smozzicate sollevando la testa dal pube di Sabrina per poi rituffarcisi e leccare con forza la micina allagata.:

– SSSIIIII, insiemeeeeee”’. Dai, più forte”’. Mmmmhhhhhhh”’. Spingi, SPINGIIIIIIIII”.. NO, NON FERMATEVI’OOOOOHHHHHHH ‘

Ad occhi chiusi, scuotendo la testa con forza di lato, la vidi godere mentre i due maschi si accanivano su di lei dando colpi sempre più decisi, sempre più profondi.
L’orgasmo successivo fu quello di Mauro, il meno inquadrato dei quattro coperto com’era, in pratica ripresi solo parte del suo corpo che si agitava scompostamente sgroppando verso l’alto. Mi affrettai a riprendere da sotto i due uccelli che ancora scorrevano dentro Eli, quello di Mauro che fuoriusciva lasciando tracce biancastre, quello di Cristiano che come un treno andava e veniva dall’ano dilatato.

– SSSSIIIIIIIII”’. VENGOOOOHHHHHHHHH ‘

Mi alzai di scatto: era la voce di Sabrina che gridava il suo piacere. La inquadrai scuotersi sotto le frustate del piacere che le sue dita e la lingua di Eli le davano.
La testa rovesciata indietro, gli occhi che mostravano il bianco, si scosse crollando addosso alla testa del povero Mauro sepolto sotto i loro corpi.

L’orgasmo durò diversi secondi e feci in tempo a riprenderlo tutto, le dita che ancora si muovevano pigramente sul clitoride, le cosce che stringevano la testa di Eli che non si muoveva, la lingua di Sabrina che guizzava freneticamente dentro e fuori le labbra aperte in un gemito prolungato.
Quando si riprese mi guardò con occhi ancora velati e mi sorrise mostrando il bianco perfetto dei suoi denti. Un sorriso felice ma non ancora pago che si perse quando Cristiano urlò:

– ECCOMI.. CI SONO”. STO VENENDO”’ –

Sabrina si tirò su con uno scatto dei reni accorrendo sopra la schiena di Eli ancora distesa e abbandonata, sporgendosi quando Cristiano uscì dall’ano violato e iniziò a spandere il suo seme sulla schiena di Eli.
Non fece in tempo, Sabrina, ad accogliere il primo schizzo che la colpì sul volto e sul busto, poi strinse le labbra intorno alla cappella vibrante e succhiò con forza ingoiando gli schizzi successivi.

Fu un primo piano da brivido, il profilo di lei interrotto dall’asta di carne, il movimento delle guance che si gonfiavano nel ricevere il seme di lui, il pomo d’adamo che testimoniava la deglutizione. Quando Cristiano non ne ebbe più lei si staccò quasi con dispiacere, dispensando un’ultima leccata alla cappella che stava perdendo turgidità, e ancora fissò gli occhi sull’obiettivo, su di me, passando lubricamente la lingua sulle labbra, sorridendo ancora invitante.

Mi alzai dalla posizione assunta per riprendere la scena a mi accasciai su una poltrona poco distante. I quattro si stavano sciogliendo dall’abbraccio, con mosse languide e carezze equamente divise a confortarsi e ringraziare del piacere dato e ricevuto.
La telecamera in mano che pendeva di lato, li fissai imbambolato. Abbassando gli occhi vidi i miei pantaloni tesi allo spasimo. Era peggio dell’altra volta, e ora non avrei avuto nemmeno il sollievo della bocca di Eli. Ogni mio buon proposito stava per andare a farsi benedire.
Per distogliermi posai la videocamera e mi recai al bagno ove mi sciacquai più volte il viso arrossato chiedendomi perché mi fossi cacciato in quella situazione che era una vera e propria tortura.
Quando tornai nel salone i quattro erano spaparanzati chi qui e chi là, ognuno aveva un bicchiere di vino in mano.

– Jay, non dirmi che”’ ah, no, sei ancora ‘in forma’ ‘

La voce ironica di Sabrina mi fece trasalire e provocò la curiosità di Eli:

– Perché? Cosa”. Ah, capisco ‘

Seguendo lo sguardo dell’amica Eli guardò verso la mia patta gonfia, e comprese la mia situazione e la battuta. Sorrise. Un sorriso dolce, di comprensione.

– Povero Adolfo, sei proprio sicuro di non voler essere ‘aiutato’? Lo sapremo solo noi. Dai, non puoi soffrire così ‘

Rifiutati chiedendo invece anche io un bicchiere di vino.

– E’ lì sul tavolo. Eccolo, o preferisci altro? ‘

Mauro tornò ad essere il padrone di casa e si alzò per versarmi un bicchiere di vino.
Mi pareva comico l’essere lì, in piedi, completamente vestito, a prendere un bicchiere dalle mani di un uomo nudo, il cui affare ciondolava tra le cosce, con altri tre corpi nudi sdraiati ad osservarci.
Mi sedetti da parte centellinando il liquido fresco, trovandone ristoro, e attesi che decidessero cosa fare. Non ero certo del prosieguo, se la serata finisse lì, volessero vedere il girato oppure continuare.
A turno andarono in bagno e ancora nessuno accennava a rivestirsi o dire qualcosa, solo frasi di circostanza, battute maliziose, carezze accennate di passaggio.

Poi, insieme, le due donne si inginocchiarono ognuna davanti al proprio uomo, riempiendosene la bocca, cercando di resuscitare i due arnesi non più rigidi. Occorse loro poco tempo per avere successo e io ne approfittai per riprendere, di lato, entrambe le teste chine sugli inguini, le bocche al lavoro, confrontando i diversi modi che avevano di spompinare. Eli preferiva dedicarsi alla cappella girandole attorno con la lingua, baciandola, succhiandola, facendosela scivolare sulle e tra le labbra. Sabrina invece preferiva ingoiare buona parte dell’asta, facendola scivolare dentro e fuori dalla bocca, fermandosi quando la cappella era ben affondata nel suo palato e muovendo la lingua sull’asta. Entrambe con una mano carezzavano la sacca dei testicoli. Due modi diversi, un unico risultato: i due uomini che le incitavano gemendo a tratti, presi dal piacere di quelle bocche servizievoli.

Non era che il prologo al secondo tempo: Sabrina volle imitare Eli, alzandosi di scatto per spingere Cristiano sul divano, sottraendolo così a Eli che, sorpresa, si trovò a leccare l’aria.
Si riprese subito, sapeva già cosa c’era da fare, come aiutare Sabrina nelle sue intenzioni. Si avvicinò alla sua amica, che intanto era salita sopra Cristiano facendosi penetrare, e le allargò le natiche contraccambiando, con lingua e dita, la cortesia precedentemente ricevuta.
Mauro attese un cenno di Eli per avvicinarsi, il membro duro tenuto in mano, inginocchiandosi sul divano dietro la moglie, puntando il cazzo sul buchino grinzoso che, mi parve, si contraeva nell’attesa.

Mi posizionai davanti al gruppo, inquadrando la testa di Sabrina.
Ancora una volta mi guardava maliziosa, gli occhi che ridevano e che si chiusero un attimo nel momento in cui il cazzo di Mauro le forzava l’ano. Si spinse indietro per farsi penetrare meglio, più a fondo, poi cominciò a muoversi avanti e indietro sui due cazzi, sempre fissandomi attraverso l’obiettivo. Tese una mano verso di me, ma me l’aspettavo e mi spostai a distanza di sicurezza, poi perse ogni interesse, iniziando a gemere ad occhi chiusi mentre i due uomini si alternavano a penetrarla, affiatati come se l’avessero sempre fatto, e forse era così.
Mi rialzai per inquadrare la schiena di Sabrina, le rotondità delle natiche e il cazzo che ci scivolava attraverso penetrandola con colpi cadenzati, senza mai uscire completamente, senza mai arrivare fino in fondo.

Sentii una presenza alle mie spalle: era Eli che mi abbracciò da dietro. Sentivo le sue tette premermi sulla schiena, la sua mano era scivolata sul davanti carezzandomi attraverso la stoffa. Non volevo essere brusco e la pregai:

– No Eli, per favore, non voglio ‘

Ultimo tentativo di sottrarmi, sentivo che se avesse insistito avrei ceduto. Non lo fece:

– Ti farà star male Adolfo, ma ti ammiro ‘

Mi passò davanti dandomi un bacio a fior di labbra, un bacio che si poteva definire ‘triste’, poi si pose davanti a Sabrina, allargando le gambe e piegando le ginocchia per porgerle, a portata di labbra, la micina.
La lingua di Sabrina scattò come una freccia verso le grandi labbra, leccandole con avidità prima di tuffarsi tra esse, rigida come un cazzetto. Mi feci da parte riprendendo ancora l’insieme, attendendo il trasfigurarsi dei volti, i loro gemiti di godimento, con i due uomini che intensificarono i propri movimenti facendo sobbalzare Sabrina.

– VENGO’. VENGO”.. OH CAZZO STO VENENDOOOOHHHHHH ‘

Sabrina urlò il proprio piacere staccandosi da Eli che si portò le mani sul ventre carezzandosi velocemente mentre osservava l’orgasmo dell’amica, godendo pochi istanti dopo di lei, due dita profondamente conficcate nella micina, l’altra mano che si muoveva impazzita sul clitoride.

I due uomini resistettero ancora prima di lasciarsi andare, senza preoccuparsi di uscire, riempiendo Sabrina che, si muoveva a scatti, negli ultimi sussulti del piacere, stretta tra i due.
Dopo aver ripreso anche questa scena spensi la videocamera, la posai per terra e presi un altro bicchiere di vino. Stavo sudando, più per la tensione che per il caldo. Il liquido mi scese freddo e morbido nella gola dandomi sollievo.

Erano forse due ore che stavo con l’uccello teso. I testicoli mi dolevano sempre di più. Mi sedetti su una poltrona meditando seriamente di andare in bagno e soddisfarmi da solo, maledicendomi ancora una volta per la decisione presa e nello stesso tempo fiero di aver saputo resistere.
Il pensiero di Anna mi confortò. La mia Anna, che non si meritava di essere tradita, che forse sarei andato ad aspettare all’uscita dell’ospedale dove lavorava per portarla di corsa a casa a fare l’amore.
Finii il vino e posai il bicchiere per terra, di lato. Perso nei miei pensieri non mi ero accorto che le due donne ora erano in piedi davanti a me, lo sguardo che oscillava tra il mio viso e il mio ventre teso.
Lo sguardo di Eli era più preoccupato che altro, si rendeva conto di come stavo, e anche gli occhi di Sabrina erano più incerti, meno maliziosi. I due uomini, seduti ancora sul divano, mi guardavano pure sconcertati.

– Beh? Che succede? Perché mi guardate così? ‘

Cristiano si alzò e venne al mio fianco:

– Sei ai limiti del masochismo amico mio, se potessi vederti ora ti impauriresti per come sei pallido. No, non va bene. Mauro, dammi una mano ‘

Prima che potessi capire cosa intendesse, Cristiano si mise dietro la poltrona afferrandomi un braccio ed una spalla, imitato subito da Mauro. In quella posizione non riuscivo a divincolarmi né a fare forza per alzarmi. Ci provai comunque urlando per chiedere spiegazioni:

– MA CHE CAZZO FATE? CHE VOLETE? LASCIATEMI! ‘

– No Jay, anche se non vuoi noi ti aiuteremo”. Anzi, lo faranno le ragazze ‘

Ad un cenno di Cristiano le due donne si inginocchiarono davanti a me, una per lato. Gli occhi pieni di malizia.
Avrei potuto scalciare, ribellarmi e colpirle, ma non potevo far loro del male, non per quella che non era un’aggressione ma”’.
Eli mi slacciò velocemente i pantaloni tirandomelo fuori. Uscì teso allo spasimo, la cappella totalmente scoperta, la pelle tesa in una erezione spasmodica. Lo strinse piano muovendolo come per osservarlo da tutti i lati. Sabrina fischiò sommessa:

– Accidenti Adolfo, come hai potuto resistere? Guardalo. ‘

Abbassando la testa vidi che il mio uccello era scuro, gonfio di sangue all’inverosimile. Una specie di attacco di priapismo. E mi faceva male.

– Senti, sei duro anche qui ‘

Sabrina mi aveva toccato la sacca dei testicoli indolenziti, una carezza che non era stata piacevole, tutt’altro.
Poi Eli si sporse in avanti, la lingua protesa, a scivolare sull’asta seguendo le venature, bagnandolo copiosamente di saliva. Presto Sabrina si unì a lei dall’altro lato. Vedere le due lingue che si muovevano pigramente sulla mia asta, se possibile, mi eccitò ancora di più. Eppure non sentivo lo stimolo dell’orgasmo. Pensavo bastasse poco data l’eccitazione prolungata, ed invece”’
Stando così le cose potei godermi il doppio pompino a lungo. Eli e Sabrina si alternarono a succhiarmi e leccarmi usando una delicatezza incredibile. Presto la tensione in me si sciolse e scintille di piacere presero a percorrermi le membra. Le due bocche quasi unite, separate solo dalla cappella violacea, scorrevano all’unisono su di me, poi una si fermava a leccarmi i testicoli, cercando di prenderne uno in bocca, l’altra risaliva e mi prendeva in sé per quanto poteva.
Cristiano e Mauro non mi tenevano più stretto, avevano capito che non mi sarei più sottratto preso com’ero da quelle quattro labbra e due lingue che mi deliziavano.
Mauro addirittura prese la videocamera e iniziò a riprenderci.
Il loro gioco continuò per diversi minuti senza che io sentissi lo stimolo dell’orgasmo anche se i miei mugolii esprimevano tutto il mio piacere. Mi costrinsi a tenere le mani sui braccioli anche se avrei voluto prenderle per la testa, spingerle sul mio inguine, dettare io i ritmi.
Presto avvertii le contrazioni pre-orgasmiche e le avvisai:

– Ci sono quasi”’ sto per venire ”’. ‘

Le due ragazze in quel frangente se lo stavano passando come un lecca-lecca, succhiandolo brevemente per poi porgerlo all’amica che, a breve, ricambiava il favore.

– Eli, permetti? ‘

Sabrina guardò l’amica e avuto un cenno di assenso si affondò l’uccello in gola, succhiando mentre con la mano andava velocissima sull’asta. Godetti così, nella sua bocca, irrigidendomi nell’orgasmo, stringendo i denti e gemendo per la sua forza, stringendo allo spasimo i braccioli della poltrona, sparandole interminabili schizzi di seme nella gola. Lei si affrettò a inghiottire quanto poteva, senza smettere di tenermi nella sua bocca, ma la quantità era troppa anche per lei: due rivoli bianchi apparvero ai lati delle labbra serrate sull’asta.
Godetti a lungo in lei, oltre ogni mio limite precedente, e alla fine mi abbandonai pienamente soddisfatto. Il rilassamento totale mi fece comprendere quanto fossi stato teso prima.

– Grazie ‘

Mormorai.

– Accidenti quanta ne avevi, sembrava non finire mai, non mi sono mai sentita così riempita -‘

Sabrina mi aveva mollato l’uccello per guardarmi stupefatta, togliendosi con le dita i residui di sperma agli angoli della bocca. Eli aveva invece preso in mano l’uccello, leccandolo con grandi lappate come per pulirlo, dandomi brividi di piacere mentre la durezza andava scemando.

– Grazie ‘

Ripetei ancora, veramente grato e conscio di quanto ero stato stupido. Sabrina si alzò appoggiandosi alle mie ginocchia e venne a darmi un breve bacio, imitata da Elisabetta.
Girando la testa vidi Mauro e Cristiano fare dei gran sorrisi guardandoci.

– Cazzo Jay, adesso già sei più normale, mi avevi quasi fatto spaventare ‘

– Lo so, sono stato stupido ma”.. non pensavo ‘

– Non importa, chiariamo subito che la prossima volta non farai lo stronzo come oggi. ‘

– Sì,”’.sempre se Eli e Sabrina saranno disposte ad”.. aiutarmi. ‘

Il sorriso malizioso che fecero mi lasciò senza dubbi in proposito.
Il dubbio amletico sul continuare a prestarmi per quel tipo di video, visto che non era proprio il caso di ‘praticare l’astinenza’ lì sul dunque, mi durò fino alla richiesta successiva.
Mi sentivo in colpa verso Anna ma nello stesso tempo mi piaceva far parte di quel gruppo di libertini. In fondo, mi giustificavo, un pompino non &egrave come tradire.

Così continuai ad accettare gli inviti, a volte delle due coppie insieme, a volte solo di una, per nuovi video in diverse ambientazioni (una volta in un bosco, dove venimmo quasi sorpresi da una comitiva di ragazzi).
Ogni volta venivo ‘premiato’ con una pompa magistrale di una o di entrambe le ragazze. Non le scopai mai, su questo mi ero ‘impuntato’, così il mio peccato mi pareva ipocritamente più lieve. Ovviamente ad Anna non dissi nulla, approfittando di quando lei era di turno. Altrettanto ovviamente, inconsciamente, aumentai le premure verso di lei, sollevando forse anche qualche sospetto ma lasciandola contenta della mia aumentata disponibilità.

Ogni situazione ha un’escalation. La nostra significò l’inserimento di una nuova persona nel ménage a cinque. Cristiano mi disse che era l’amante di Mauro da qualche mese, conosciuta sul lavoro, che nemmeno loro la conoscevano ma che ne avevano sentito parlare entusiasticamente dall’altra coppia. Perfettamente inserita in un rapporto a tre che, ora, Mauro e Sabrina volevano diventasse a cinque appagando la loro vena scambistica ed esibizionistica.

Con l’aggiunta del ‘cameraman di fiducia’, cio&egrave io.

L’appuntamento era in una casa che Mauro aveva appena fuori città e lì ci recammo io, Cri ed Eli con la loro auto, carica come al solito della mia attrezzatura.
Ad aprirci venne Mauro, a torso nudo e in pantaloncini:

– Venite, entrate, Sabrina &egrave di là che”’. si sta prendendo un assaggio ‘

Al di là del vano di una porta si sentivano dei gemiti femminili. Noi tre ridacchiammo immaginando già la scena che avremmo incontrato.
Eli era un metro davanti a me. Appena entrata la vidi bloccarsi e subito girarsi e dirmi:

– No, non entrare, non”. ‘

Troppo tardi. Ero già sulla soglia e, da sopra la sua testa, vedevo distintamente Sabrina nuda con la testa tra le gambe di una ragazza bionda che, stesa su un divano, miagolava scuotendo i capelli a destra e sinistra, gli occhi chiusi nell’acme del piacere.
La riconobbi all’istante: ANNA.

Fu come una doccia gelata: Anna, la mia Anna, quella che pareva tanto puritana, che mal sopportava il linguaggio triviale, che aveva persino rifiutato di venire con me in un campo nudisti durante una vacanza, ora era lì che godeva sotto la lingua di Sabrina. Era chiaramente lei l’amante di Mauro”’ da mesi come mi aveva detto Cristiano.
Proprio Cristiano era lì al mio fianco, immobile, stupefatto anche lui. Dietro di noi c’era Mauro che, non capendo, ci spingeva:
– Allora entrate o no? Che succede? ‘
In quel momento Anna aprì gli occhi velati dal piacere. La sua espressione cambiò totalmente nello spazio di microsecondi, dal godimento all’orrore puro, quando mi riconobbe.

– ADOLFO!?!? ‘

Si sottrasse di scatto dall’abbraccio di Sabrina, la quale, presa com’era dal cunnilingus, non aveva fatto caso al nostro arrivo. Si tirò a sedere all’angolo del divano raggomitolandosi, cercando di coprire le sue nudità.
Io, come un automa, ero entrato nella stanza, forse addirittura spingendo via Eli, nemmeno lo ricordo, ed ero fermo, telecamera e valigia dell’attrezzatura in mano, a pochi metri da lei.

– Beh, che succede? ‘

Sabrina era ancora in ginocchio e guardava alternativamente me e Anna. Lentamente la comprensione si fece strada in lei:

– Anna”’. La tua ragazza si chiama Anna ”’.e fa l’infermiera”’ Oddio”.. ‘

La piena coscienza della situazione ci immobilizzò tutti come statue. La prima a riprendersi fu Anna:

– Adolfo, posso spiegarti tutto ‘

Lo stupore in me diventò rabbia, e subito dopo calma, una calma olimpica. Dentro di me pensavo:
‘Sì, spiegarmi tutto, sono proprio curioso di vedere cosa t’inventi’.
Posai a terra la valigia dell’attrezzatura e la telecamera e mi spostai verso di lei:

– Jay, non fare cazzate ‘

Cristiano stava per mettersi tra noi due temendo una mia reazione violenta. Lo spiazzai mettendomi a sedere all’altro capo del divano.

– Nessuna cazzata Cri, sono proprio curioso di ascoltare la spiegazione di Anna ‘

Accavallai le gambe e andai anche oltre.

– Mauro, per cortesia, avresti un po’ di quel tuo delizioso vinello bianco? Lo berrei volentieri mentre ascoltiamo cosa ha da dirci la tua amante, cio&egrave la mia ragazza ‘

Mauro obbedì meccanicamente portandomi un bicchiere di vino. Eli e Sabrina si erano sedute sulla poltrona, abbracciate, guardandomi con occhi spauriti. Cristiano era fermo a un passo da me, forse temendo un mio scatto.
Presi un sorso sentendo il liquido freddo scendermi nello stomaco.

– Avanti Anna, dimmi tutto ‘

Il tempo passato le aveva dato modo di riprendersi, ideare una linea difensiva, e infatti subito passò all’attacco:

– Quindi sei tu l’amico di Mauro che fa le riprese”.. quello che Sabrina vuole farsi a tutti i costi e che invece accetta solo pompini ‘

Il volto non esprimeva più paura ma rabbia, la rabbia di essere stata ‘tradita’ a sua volta.
Ero sorpreso dalla mia calma, mi sembrava di vivere una dissociazione, di parlare come se l’argomento fosse una terza persona e non io, non noi due.

– Sì, sono io, e se ti hanno raccontato tutto ti hanno anche detto che loro non le ho toccate nemmeno con un dito. Una situazione strana, &egrave vero, ma penso un pochino diversa dalla tua. Da quanto tempo vai a letto con Mauro? Sicuramente da prima che io”’ iniziassi a riprenderli. Adesso che ci ripenso, non mi avevi detto che un tuo collega ti aveva ‘rubato’ un bacio? Immagino sia Mauro, ma si trattava di un bacio o di un pompino? Oppure gli hai dato direttamente il culo? ‘

Pur restando calmo e parlando con un tono monocorde, come di una cosa priva di interesse, usai parole turpi, dure, senza eufemismi.
Anna mutò ancora espressione, il che mi fece supporre di aver colto nel segno. Quindi mi tradiva da tempo.

– Vorrei solo sapere perché Anna, le mie motivazioni penso te le abbiano dette, ma le tue? Se hai smesso di amarmi perché non dirlo? Perché portare avanti questa farsa? ‘

– Ma io ti amo ancora”’.. ‘

La sua protesta fu veemente ma s’interruppe quando mossi una mano facendole segno di tacere:

– Davvero? Allora spiegami perché mentre io ti facevo al lavoro tu ti facevi sbattere da lui, e anche da lei già che ci siamo. Non &egrave una tranquilla scappatella con un collega, mi pare ‘

Mauro intervenne noncurante della mia occhiata di sbieco per l’intromissione.

– Aspetta Adolfo, forse posso spiegarti io. Innanzitutto &egrave vero che lei &egrave innamorata di te, ce l’ha ripetuto spesso. Ma forse &egrave meglio che ti dica dall’inizio, da quel bacio ‘rubato’ che, hai ragione, in verità fu un pompino.
Oramai conosci me e Sabrina, non ti stupirai se ti dico che, avendo al lavoro una ragazza bella come Anna, io abbia tentato di approcciarla. Lei niente, scherzava con me ma non si lasciava andare. Ne avevo parlato a Sabrina e lei era d’accordo nel tentare di ‘circuirla’ a attrarla”. Beh, diciamo nel nostro modo di vivere che oramai conosci.
Puoi anche non credermi ma non &egrave stata così semplice. Alla fine ha ceduto, il perché io lo so ma &egrave meglio che te lo spieghi lei. Posso però assicurarti che, pur non sapendo chi fosse, c’era l’intenzione di ‘tirare dentro’ anche il suo ragazzo. Ma anche questo &egrave meglio che te lo spieghi lei. ‘

– Bella arringa avvocato, allora sentiamo direttamente da lei. ‘

– Adolfo, io’.. io ti amo’ NO, &egrave vero, ma lasciami dire ‘

Avevo fatto un gesto di insofferenza alla sua affermazione. Decisi di trattenermi e lasciarla parlare.

– Il fatto &egrave che”’. Non fraintendermi, io con te sto bene, mi piace come facciamo l’amore ma”’ siamo monotoni. Quasi sempre negli stessi giorni, negli stessi posti, allo stesso modo. Potrei prevedere come e quando lo faremo da qui a un anno. Io”. Io avevo voglia di cambiare, fare qualcosa di”.. diverso, più stimolante. Quando Mauro ha cominciato a girarmi intorno mi sono sempre, pur lusingata, negata, buttandola sullo scherzo per non offenderlo ma dicendogli comunque di no. Poi, una notte”. non lo so cosa mi &egrave preso, mi sentivo calda, disponibile, non vedevo l’ora che finisse il turno per venire da te. E Mauro se ne deve essere accorto perché non mi mollava più, faceva le solite battute a sfondo sessuale, era diventato una specie di scherzo tra di noi.
Eravamo nella medicheria, lui appoggiato alla scrivania, quando mi ha detto: ‘non avresti il coraggio di farmi un pompino qui, col rischio di essere scoperti”” beh, non lo so cosa mi &egrave passato per la testa: ho pensato alle colleghe che potevano tornare da un momento all’altro, a un paziente che ci poteva chiamare e’.. mi &egrave venuta una voglia tremenda di prenderglielo in bocca, di succhiarlo, di fargli vedere che ero capace”.
Mi sono inginocchiata e gliel’ho tirato fuori velocemente, l’ho masturbato un poco per farlo irrigidire e poi ”.. mi sono messa a pomparlo.
Adolfo” non so cosa dirti. Sentivo i rumori nella corsia, i passi lontani delle colleghe e mi eccitavo al pensiero di poter essere scoperta. Gli ho fatto un pompino veloce, sbrigandomi perché sentivo dei passi avvicinarsi. Lui mi diceva di staccarmi, di lasciar perdere ma io’.. non volevo. Ero così fradicia che se appena mi fossi toccata sarei venuta all’istante.
Dopo pochi momenti lui &egrave venuto e non mi sono staccata, non potevo lasciare tracce nella stanza. Ho bevuto tutto e mi sono rialzata giusto in tempo con lui che &egrave corso a sedere dietro la scrivania. Cinque secondi dopo &egrave entrata una collega per una medicina e io sono filata in bagno. Se non avessi goduto avrei dato fuori da matta. Ho dovuto masturbarmi due volte per calmarmi e poter tornare di là.
Ecco, da quel momento &egrave stato un susseguirsi di occasioni prese al volo, non appena restavamo soli, nascondendoci negli sgabuzzini. Sempre col rischio di essere scoperti, eccitandomi proprio per quello.
Mauro mi ha proposto più volte di partecipare a degli”.. ‘incontri’, dicendomi di questi amici con cui si vedevano e della novità delle riprese video, chiedendomi di coinvolgere il mio ragazzo ma io”.. non me la sono sentita, pensavo ti saresti arrabbiato sapendo della cosa. Poi mi ha fatto conoscere Sabrina e lì ho ceduto, ero troppo curiosa di farlo a tre. Alla fine ho acconsentito anche a incontrare i suoi amici questa sera e”’ eccoci qui. ‘

La confessione, detta tutta di un fiato, mi aveva fatto scoprire una Anna che non conoscevo. Interrogandomi dovevo riconoscere che sì, mi sarei un po’ arrabbiato, però forse avrei accettato. In effetti anche io trovavo abbastanza monotono il nostro rapporto. Non era stato forse anche per quello che mi ero prestato alle riprese?
Mauro intervenne per precisare:

– E’ andata proprio così. Anna ci ha detto più volte di amarti e che non voleva rischiare di perderti per questo, che avrebbe voluto coinvolgerti ma non sapeva come l’avresti presa. Nello stesso tempo, lo ammetteva, era intrigata dalla situazione. Abbiamo rischiato parecchie volte di essere sorpresi; secondo me una collega qualche domanda se l’&egrave posta. Anche per questo abbiamo iniziato a vederci in tre, per farlo fuori dal posto di lavoro e per non escludere Sabrina. ‘

Anna teneva la testa bassa, senza guardarmi, e io avevo la testa confusa, non avevo la minima idea di cosa fare. L’orgoglio spingeva per farmi alzare e abbandonarli tutti, ma rinunciare ad Anna mi doleva, lo stesso per gli amici, però la situazione non poteva restare così.

La smossa la diede Eli che, vedendo Anna affranta, le si portò di fianco per consolarla abbracciandola stretta, dicendole qualcosa che non udii alle orecchie. Poco dopo si aggiunse Sabrina.
Anna si mise a piangere confortata dalle amiche, e io mi sentivo in colpa.

Assurdità della cosa: una donna che piange e noi uomini ci sentiamo colpevoli di qualcosa. Assurdo, ma sufficiente a farmi passare ogni pensiero bellicoso. Avrei voluto consolarla io, stringerla a me, e stavo per farlo quando vidi che l’abbraccio a tre stava mutando in qualcosa di completamente diverso.
Sabrina stava coprendo il volto di Anna di baci, soffermandosi spesso sulle labbra, e Anna rispondeva. Vidi distintamente le labbra di Anna inseguire quelle di Sabrina dopo un bacio fuggevole, la lingua che sporgeva fuori cercando un contatto più intimo che trovò subito.
Eli era a pochi centimetri, spettatrice assorta e confusa. Ancora più confusa quando Sabrina baciò lei. Sulle prime provò a sottrarsi, ma quando anche Anna si unì a quel bacio si lasciò andare, stretta tra i corpi nudi delle due, lei ancora vestita.
Anna cercò il mio sguardo, i suoi occhi erano supplichevoli e pieni di timore, ansiosi. Le sorrisi facendole cenno con la testa. Era fatta, aveva il mio consenso e lo usò subito per baciare con più forza Eli che ricambiò rapita.

Guardai i due uomini: Mauro, che conosceva la moglie meglio di noi, sogghignò. Si aspettava evidentemente qualcosa del genere. Cristiano invece era ancora titubante, incerto sui miei pensieri. Gli ammiccai amichevolmente e lo vidi distintamente rilassarsi.
Un minuto dopo l’abbraccio divenne a sei, con noi tre uomini che circondavamo le donne dispensando baci e carezze, soprattutto ad Anna che si trovò oggetto delle attenzioni di tutti quanti. Lei si districò e mi cercò la bocca, mi baciò con impeto, mi strinse a sé con una forza inaspettata.
Contraccambiai l’ardore. Non era più tempo di ripicche o gelosie, né la mia erezione premuta contro il suo pancino poteva dare adito a fraintendimenti. Avevamo entrambi fatto un passo avanti, e questo passo prevedeva la piena libertà.

Tutti insieme tornammo a dedicarci a lei, e lei baciava chiunque riuscisse a raggiungere, gli occhi ridenti, un sorriso estatico.
Mi staccai per spogliarmi, imitato dagli altri due uomini, mentre le donne aiutarono Eli a fare altrettanto. Una volta tutti nudi, Sabrina prese per mano Anna e la condusse da me, inginocchiandosi con lei, dandomi una veloce leccata sulla cappella prima di porgere il membro ad Anna. Le avevo entrambe ai miei piedi, le teste vicine tra loro e vicinissime al mio uccello. Anna mi guardò dal basso verso l’alto e, emettendo un sospiro, aprì la bocca fagocitando almeno metà dell’asta. Ristette un attimo come indecisa, poi sentii la lingua carezzarmi, con accanto quella di Sabrina che l’aiutava, scendendo sino ai testicoli e risalendo, inseguendo le labbra di Anna che si ritraevano, leccandole, contendendole la punta gonfia di sangue.

Per la seconda volta in vita mia, l’altra era stato con Eli e Sabrina, un cerchio quasi perfetto, formato da due paia di labbra, racchiudeva il mio pene, scorrendo dalla punta alla base, irrorando la pelle di saliva con le lingue che scivolavano morbide. Due paia di occhi mi fissavano dal basso, attenti a ogni mia reazione. Era troppo per me, sentivo che sarei potuto venire così, solo per quello. Per distrarmi mi guardai intorno e invece i miei sensi ricevettero un’altra scudisciata: Eli era in ginocchio tra i due uomini, tenendone uno per mano cercava di farli entrare entrambi nella bocca. Non riuscendoci li leccava insieme per poi prenderne uno dentro, succhiarlo un poco e poi passare all’altro. L’espressione della sua faccia, gli occhi chiusi completamente concentrata nell’opera, era quella di una Eli che non conoscevo, che non avevo visto nemmeno nelle riprese fatte. Era il cagnolino che si attacca al capezzolo della madre, era l’assetato che si aggrappa alla bottiglia. Era godimento allo stato puro.
Riabbassai lo sguardo sulle due donne ai miei piedi, che da brave amiche si dividevano equamente il mio pene.
Sabrina si alzò di scatto per baciarmi, avvinghiandosi al mio corpo, strusciando il pube sul mio fianco, gemendo nella mia bocca. Era eccitatissima.

– Lo voglio dentro, lo voglio dentro ora ‘

Un ordine perentorio che risuonò per la stanza, fermando anche gli altri.
Mi sentii spingere sul divano fino a cadervi sopra.

– Lasciamelo Anna, tu vai da Mauro ‘

Ancora un ordine da Sabrina. Anna mi guardò incerta, forse pensava di stare, almeno inizialmente, con me per sugellare la pace fatta. Le feci cenno che andava tutto bene e lei si mosse verso il gruppo dei tre che era vicino all’altro divano.
La vidi sedere, aprire le cosce e attendere.
Rimasi sorpreso: non fu Mauro ma Cristiano a mettersi tra le gambe aperte, inginocchiarsi e strofinarlo brevemente sulle labbra intime prima di spingere e penetrarla lentamente.
Poi non potei più guardare nulla:

– FINALMENTE!! ‘

Con un urlo di trionfo Sabrina mi era salita sopra e, sistematasi a gambe aperte, si impalava sul mio uccello teso. Era stretta, insolitamente stretta, solo l’abbondante lubrificazione le permise di penetrarsi senza problemi.

– Mmmmhhhhhhh, non ti muovere, fammelo sentire per bene”. Ooohhhhhhh sììììììì ‘

A occhi chiusi, reggendosi alle mie spalle, la testa reclinata indietro, iniziò a salire e scendere lentamente, roteando il bacino per farsi toccare nei punti che più le piacevano.
Mi stava scopando lei, io ero solo uno strumento nelle sue mani. No, mi dissi, così non va. Le afferrai i fianchi e la guidai nel movimento, alzandola e tirandola a me, dettandole il ritmo.

– Nooohhhh’..aaaahhhh”.. fai fare a meeeeehhh” mmmmmhhhhhh catti”voooohhh ‘

Protestò blandamente senza fare nulla per impedirmelo.
In quel momento Eli ci raggiunse seguita da Mauro. Pose un ginocchio sul divano e si chinò in avanti per baciare i capezzoli di Sabrina. Dietro di lei Mauro accolse l’invito e iniziò a scoparla.
Gemiti e mugolii riempirono la stanza.
Da sotto vedevo la lingua di Eli roteare intorno ai capezzoli tesi di Sabrina, le labbra racchiuderli per succhiarli. I seni di Eli si muovevano per i colpi di Mauro. Sembrava tutto al rallentatore, nessuno aveva fretta, scopavamo con calma, assaporando ogni piccolo movimento, per me ogni serrarsi di quel sesso accogliente intorno alla mia asta era in uno, invito e delizia, ma non volevo essere io a rompere il ritmo, a muovermi diversamente dagli altri.
Eli scese verso di me: un sorriso felice, eccitato, malizioso esprimeva la sua contentezza di vedermi coinvolto. Mi baciò ficcandomi la lingua in bocca, mugolando, e la ricambiai con passione, felice a mia volta.

– Mauro” vieni”.. voglio anche te”.. ‘

La voce di Sabrina interruppe l’idillio. A labbra serrate, concentrata, senza smettere di muoversi invitò suo marito a raggiungerla, a unirsi a noi due, a chiuderla in una morsa di piacere.
Si chinò sul mio petto, mi serrò le mani sulle spalle, con forza, spalancando gli occhi quando Mauro la penetrò:

– CHE COS’EEEEEE”” mmmmmhhhhhhhh”” dai, fottetemi, scopatemi insiemeeeeehhhhhhh ‘

La vidi perdere la testa, letteralmente. La saliva le usciva da un angolo della bocca mentre sbatteva la testa di qua e di là gemendo, urlando, quasi spaventandomi. Baciandomi con forza e l’attimo dopo mordendomi una spalla.

– SIIIII’ VENGO”. VENGOOOOOHHHHH”..PIU’ FORTE MAURO” PIU FORTEEEEEEE ‘

Si irrigidì stretta tra noi due, con Mauro che la penetrava con grandi colpi e io che mi limitavo a movimenti brevi, per evitare di uscire da lei. Un sospiro lunghissimo le tolse tutta l’aria dai polmoni. Boccheggiò alla ricerca di aria, gli occhi rovesciati indietro, e crollò sopra di me come colpita da un macigno. Questa volta ero veramente spaventato. Mai avevo visto una donna in quelle condizioni per un orgasmo.
Stavo per divincolarmi quando il suo respiro riprese normale o quasi. Sempre abbandonata sopra di me faceva brevi inspirazioni e altrettanto brevi espirazioni. Non era più rigida ma rilassata e piano a piano la respirazione tornò normale. Mauro si era accorto della cosa e si era fermato. Accanto a noi, preoccupati, c’erano gli altri tre. Si rilassarono solo vedendola tornare normale, aprire gli occhi e sorridere:

– Oddio”’ &egrave stato incredibile”. Non ho mai provato una cosa del genere”’ –

Con gentilezza ci sciogliemmo tutti dall’abbraccio appoggiandola, esausta, sul divano, guardandoci tra noi increduli della cosa a cui avevamo appena assistito.
Ma passata la crisi già l’eccitazione tornava a farsi sentire. Eli, gli occhi brillanti, fece cenno a Cristiano e venne a posizionarsi sopra di me, mettendoselo dentro da sola, muovendosi col bacino per assestarselo per bene. Cristiano arrivò con un lubrificante che sparse abbondantemente sul suo buchino, poi sul suo pene.

Anche Eli sgranò gli occhi quando si sentì penetrata nell’ano, e subito li chiuse come per assaporare meglio le sensazioni.
Così come con Sabrina prima, io assecondai i movimenti dei due sopra di me, sopportandone lietamente il peso. Fu una cosa meno brutale ma altrettanto intensa.
Da sotto vedevo i volti contenti dei miei due amici di sempre, lui eccitato che spingeva con veemenza, lei sorridente che gli si faceva incontro e poi tornava verso di me per farsi penetrare ancora. Ci sincronizzammo facilmente e Eli presto cominciò a godere. In maniera meno eclatante di Sabrina, in un modo più discreto, scossa lievemente dai singulti dell’orgasmo, gli occhi chiusi e la bocca che emetteva un gemito roco e prolungato.
Cristiano attese che sua moglie venisse prima di scatenarsi e cercare il proprio piacere, penetrandola sempre più velocemente, sempre più con forza fino a goderle dentro emettendo gemiti acuti.
Io ero rimasto indietro, lo spavento di prima mi aveva smorzato l’eccitazione. Quando Prima Cristiano e poi Eli si tolsero da sopra me vidi che Anna era lì di fianco, muovendo lievemente la mano sull’uccello di Mauro in piedi accanto a lei. Era rimasta lì a osservarci attonita.
Mi guardò fisso negli occhi e poi mi disse:

– Adolfo”.. voglio”’ provare ‘

Negli occhi eccitati vidi la luce di quando si metteva qualcosa in testa senza possibilità di distoglierla. Nello stesso tempo c’era una muta attesa, come volesse chiedermi il permesso.
Era strano, dopo quel che era successo che volesse la mia approvazione. Apprezzai il fatto e le ammiccai.

– Però voglio te”. dietro ‘

Avuta via libera scelse lei come farlo:
Volle sedersi sopra di me, dandomi la schiena, facendo forza sulle gambe aperte a compasso, cospargendosi da sola di lubrificante e ricoprendone anche me. Poi se lo puntò da sola nel buchino che vidi dilatarsi e accogliere il mio membro facilmente.
Si fermò solo un istante, quando ero dentro a metà, come per sincerarsi di poterlo prendere tutto. Accennò a rialzarsi e poi torno giù decisa prendendone dentro ancora; e ancora su e poi giù, a scatti, fino a sedersi su di me totalmente piantato in lei.

– Vieni Mauro”’ ora” –

Chiamò a sé l’altro uomo stendendo le braccia, senza muoversi. Ancora il peso di due persone gravò su di me mentre lui la penetrava.
Essendo la prima volta per lei non sapeva come comportarsi, i suoi movimenti rischiavano ad ogni momento di far uscire fuori o me o Mauro. Mi dedicai a tenerla ferma per i fianchi, muovendomi solo di poco e permettendo a Mauro, invece, di muoversi liberamente. Cosa che fece scopandola senza un ritmo preciso, con brusche accelerate e rallentamenti.
Il respiro di Anna si fece corto, rotto, iniziò a gemere, a incitare Mauro, a roteare il bacino in un crescendo orgiastico. Reclinò la testa indietro e mi cercò le labbra baciandomi con furia, poi mi lasciò per guardare ancora in avanti:

– MUOVITI’. MUOVITIIIIIIIHHH”.. SSSSIIIIIIIIIIIII ‘

Non so a chi si rivolgesse tra me e Mauro mentre godeva, ma entrambi lo facemmo, io con cautela, ampliando solo di poco i piccoli movimenti che già facevo, lui invece velocemente, come un treno, colpendola con forza ad ogni affondo.
La sentii, tra le mie braccia, tendersi e poi rilassarsi, gemendo continuamente, appoggiandosi al mio petto, e fu il momento di Mauro di godere:

– VENGO”. VENGOOOOOOO ‘

Facendo forza con le mani lo spinsi indietro. Non mi andava che venisse nella micina della mia ragazza. Un sussulto di gelosia forse, stupido visto che scopavano da tempo. Me ne resi conto istantaneamente ma già lui era fuori da lei, stupito, risentito. Rimediai nell’unico modo che potevo, facendo forza coi muscoli della schiena, facendo chinare in avanti Anna fino a farle sbattere il viso sull’erezione di lui. Lei non si fece pregare, istintivamente lo accolse in bocca succhiandolo. In quella posizione io ero quasi uscito da lei, ma ora potevo muovermi liberamente e così feci, fregandomene di loro e delle difficoltà che poteva avere lei a succhiarlo. La presi per i fianchi e la mossi sopra di me entrando e uscendo dal buchino dilatato. Coi miei movimenti, prevedibilmente, parte dell’orgasmo di Mauro si perse sul viso di lei che riuscì a ricevere nella bocca solo i primi schizzi, poi bianche strisce di seme si disegnarono sulle sue guance, sui suoi occhi, sui suoi capelli.

Io questo lo vidi dopo, dopo aver goduto abbondantemente dentro di lei sodomizzandola come una furia, quando si alzò e si rovesciò sul divano appoggiandomi la testa alla coscia per guardarmi con occhi trasognati.
Tutti gli altri erano sbracati di qui o di là.

Restammo in silenzio per un paio di minuti, poi Mauro si alzò e tornò poco dopo con un vassoio con sopra una delle sue bottiglie di vino bianco fresco e dei bicchieri. Riempì i calici porgendoceli uno ad uno e li alzammo in un muto brindisi.

Avevo avuto il mio battesimo da scambista.

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