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Racconti Erotici Etero

Viola la tettona

By 10 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo fatto i biglietti per Lucca, volevo andare alla fiera del fumetto, era il mio sogno. Quattro giorni dalla mattina alla sera tra stand, scaffali e un mare di fumetti nuovi; incontro con gli autori…insomma non vedevo l’ora.

Ero partito con una mia amica, Claudia, la mia migliore amica, che doveva incontrarsi con altre sue amiche lì a Lucca, per cui senza problemi ci dividemmo anche la stanza d’albergo. Siamo amici da sempre, qualche bacio durante qualche festa alcolica, ma niente più.

Arrivato il primo giorno cominciai a girare tra gli stand in cerca di qualcosa di interessante in offertissima…girai e girai tutta la mattina, un casino assurdo, tremila persone solo in questa mattinata: numeri da capogiro. Ad un certo punto, mentre alzai la testa per tirarla un po’ sù, per il troppo tempo passato con il capo chino, notai tra gli scaffali una figura.

Era una ragazza di cui vedevo solo il viso, occhiali grandi, biondina, rossetto scuro, leggeva anche lei qualcosa, mi spostai per vedere meglio la sua figura e notai subito tutte le sue grazie, un grosso seno che a stento riusciva ad essere trattenuto da una giacchettina di lana ed una maglietta. Un jeans che racchiudeva due bei fianchi pieni come piacciono a me e due belle gambe, era anche alta sul metro e settanta, insomma era davvero una bella ragazza. Porca miseria, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso così lasciai il fumetto e cercai di fare il giro per andarle vicino e parlarle con una scusa, ma purtroppo nel mentre feci il giro dello scaffale lungo lei si spostò e con tutte le persone che c’erano la persi.

 

Girai un po’ tra i vari stand ma niente da fare, era andata ormai. Provai a pranzare al volo e tornare in giro per gli stand ma ormai di lei nemmeno l’ombra. Tornai in albergo sconsolato. Mi feci una doccia e pensavo sempre a lei, non mi toglievo dalla testa le sue tettone, ero eccitato da morire e Claudia che mi girava in torno mezza nuda a causa del riscaldamento dell’albergo non faceva altro che peggiorare la situazione.

Claudia era un anno più piccola di me, non era fidanzata come me, capelli castani scuri lunghi, bel fisichino, una terza scarsa ma aveva un gran bel culo. Le tettone della ragazza della mattina e questo culo semi scoperto di Claudia mi stavano facendo morire, volevo andare in bagno per “rilassarmi” un po’ ma stranamente il nostro bagno non aveva chiavi per cui non avrei mai potuto rischiare di farmi beccare da Claudia con l’uccello in mano sul cesso.  Quindi passammo il resto della serata (non uscimmo perché stanchi morti entrambi) a guardare un pò di tv in camera; quando Claudia si addormentò aveva il culo rivolto verso di me e cominciai a guardarlo per bene nella penombra, un culo perfetto, un gran culo come piace a me (che sono amante delle tettone, ma questo culo era il massimo). Il mio socio ormai era andato e pure io, decisi di girarmi verso di lei appoggiandomi piano piano a lei, passò qualche interminabile minuto, lei pareva addormentata ed alla fine mi addormentai pure io.

 

Mi risvegliai durante la notte a causa dei suoi movimenti, si stava strusciando contro di me, muoveva il culo contro il mio socio e sentivo che sospirava; decisi quindi di fare un respiro lungo per farle capire che mi ero svegliato e vedere la sua reazione, si girò di scatto ma poi si rigirò e continuò. Così mi avvicinai e l’abbracciai da dietro, cominciai a baciarle il collo ed a tastarle le sue belle tette sino a quando si girò e cominciammo a baciarci; senza che nessuno dei due avesse ancora detto una parola cominciò a toccarmi giù e liberò il mio socio che fierò più che mai era grosso e duro e contento dalla situazione, provai così a toccarla pure io ma dopo qualche secondo smise di baciarmi e si spostò giù e cominciò un pompino da favola.

Se avessi saputo questa sua arte non avrei sprecato tutti i nostri passati anni, lo leccava e lo succhiava, mi stava facendo morire, la spingevo con la testa accompagnandola nei movimenti prendendola per la coda e lei faceva sparire il mio socio dentro la sua bocca, poi lo usciva e lo rileccava tutto, poi continuava a succhiarlo e lo rileccava, stavo già per venire.

La bloccai cercando di tirarle sopra la testa, ma non sembrava convinta, così le dissi: ” Clà…ora vengo se continui, ti prego cambiamo” volevo scopare quel gran culo io, ma lei non ne voleva sapere ormai aveva accelerato i movimenti, voleva farmi venire. Alla fine un pompino è un pompino, allargai le gambe e mi concentrai al massimo sino all’esplosione nella sua bocca accompagnata dalle mie urla che credo siano state sentite dalle camere affianco, stremato dalla forza del pompino mi addormentai con le gambe aperte e l’uccello all’aria.

La mattina quando ci svegliammo mi sembrò di aver vissuto un sogno, ma il socio fuori e le gambe scoperte dal lenzuolo mi fecero capire che era tutto successo davvero. Mi ricordai quindi tutto e capì di essermi addormentato subito lasciando Claudia sicuramente delusa, perché magari avrebbe voluto godere  anche lei.

Così ne approfittai, le dormiva ancora, le scostai il lenzuolo e cercai di muovermi piano piano sino a posizionare la mia faccia sulle sue mutande ( ed il pantaloncino? sicuramente se lo sarà tolto dopo avermi fatto venire convinta che avessi dovuto continuare, poveraccia…e che figura io).

Cominciai così a leccarla da fuori, inondavo la lingua per inumidire subito le mutante e farle sentire la mia lingua, fortunatamente ho una lingua grossa e lunga e sono stato sempre definito un gran baciatore di fiche. Continuiai così a leccarla, le spostai un po’ la mutandina e cominciai a succhiarla, si svegliò mi vidi e di scatto si alzò ma poi con l’affanno e la voglia che aveva si rimise con la testa sul cuscino ed allargò le gambe per facilitare la mia leccata.

Dopo averle tolto le mutandine la succhiaia per bene scopandola con la lingua sino a quando non mi venne in faccia e con un urlo si aggrappò alla mia testa spingendomi sino a soffocare. Sfinita rimase a letto, io mi alzai per una doccia. Quando tornai dal bagno lei era ancora a letto, si era riaddormentata, per cui le diedi un bacio e dopo essermi vestito partì alla volta della fiera, dovevo incontrarmi con la tettona.

L’avevo sognata anche durante la notte, lei e le sue tettone che ondeggiavano su di me, volevo incontrarla, volevo conoscerla, volevo scoparmela. Feci tutto il tragitto sino alla fiera con l’uccello in tiro, ormai ero andato. Cominciai a girare in cerca di lei, andai al bar vicino, nel vialetto vicino pieno di negozietti, vicino al palco dove alcuni autori avrebbero commentato i loro nuovi capolavori, ma niente…di lei nessuna traccia. Per cui mi misi in cerca di qualcosa di interessante, edizioni limitate, usato sicuro, numeri da collezione…wow, quando vuoi spendere un po’ di soldi questo è il posto adatto. Arrivato mezzogiorno stavo morendo di fame e decisi di andare a prendermi un trancio di pizza e…ed eccola lì, dietro il balcone che lavorara. Cappellino rosso con capelli raccolti, polo rossa con tettone che a stento rimanevo nascoste e jeans classici, ecco qua la mia tettona. Mi avvicinai e lessi il suo nome…Viola. Wow. Le chiesi di consigliarmi la pizza più buona, ma in preda al casino di quei giorni a mala pena mi rivolse la parola: “Prendi questa che è appena uscita”…Cazzo, una lastra di ghiaccio nella mia schiena. Così mi avvicino la pago e me ne vado; mi aveva lasciato malissimo…nel mentre ero fuori a mangiare pensai di chiedere ad un’altra cameriera l’orario di fine turno in modo d’aspettarla. Così continuai il mio giro e poco prima dell’orario definito mi appostai all’uscita della pizzeria per aspettarla, avevo pensato a qualcosa tipo: ” Ciao, scusa per oggi…tante persone…tu nervosa…io solo…io avere bisogno di te…io tanto solo…”, Vabbè come al solito avrei improvvisato.

Ad un certo punto vedo uscire lei dalla pizzera in tenuta sobria, sobria un paio di palle, maglietta a maniche lunghe aderente e le tette come due sfere che predicono il futuro…vado per avvicinarmi quando vedo un tipo che le si avvicina, lei va incontro, si salutano con bacio sulla guancia e se ne vanno insieme.

Fregato, sta con uno. E ti credo, una tettona del genere può mai stare sola? Ed io mi ero fatto tutto il giorno il film sul nostro incontro e sulla futura scopata…ah, dannazione. Deluso me ne tornai in albergo, avrei potuto stare in fiera ancora un po’ ma ci ero davvero rimasto male. Nel tornare in albergo incontro una ragazza in bus che mi guarda e sorride, ho gli occhiali da sole per cui posso scrutarla bene, con il giubbettino si vede poco quello che mi interessa (le tettone in primis) così dopo aver appurato che è carina, guardo gambe e culo e ci metto sopra il “mi piace” virtuale. Avrà una ventina di anni, forse anche meno. Arrivato dinanzi all’albergo vedo che anche lei si appresta a scendere così mi avvicino e scendo con lei. Fregandomene di tutto e di tutti le chiedo: ” Ma prima ridevi per me?” si fa rossa: “Scusami è una storia lunga, ti ho visto ieri che entravi nella camera affianco la mia in albergo e…” ed io: ” E scusami perché ridevi?”, lei: ” Che stanotte ti ho sentito…”.

Cazzo, questa vuole qualcosa. Il mio socio è già sul piede di guerra, faccio quindi la parte di quello dispiaciuto, le ho già guardato il culo, è grande come piace a me, per le tette devo ancora aspettare, non riesco a vedere nulla.

“Scusami, purtroppo è successo all’improvviso, non ci siamo potuti controllare”, lei: “E lo so…ho sentito, stanotte tu e stamattina la tua ragazza, beati voi”

Cazzo, questa vuole qualcosa. ” No che ragazza, è una mia amica (mi invento una storia al volo) si è lasciata con il ragazzo, piangeva stanotte e mi ha confidato che voleva dimenticarlo perché l’ha tradita…bla bla bla…io sono il suo migliore amico e che non sarebbe cambiato nulla…bla bla bla…aiutami, ecc ecc”

Lei: “Wow…che amico, pensavo fosse la tua ragazza, magari se il mio ragazzo mi tradisce posso chiamare te? Che dici?”

Cazzo, abbiamo capito. Prendiamo l’ascensore insieme:” Senti sei con il tuo ragazzo ora?”, lei si sbottona il giubbino ed escono fuori due gran belle tette che non posso fare a meno di guardare, il giubbino largo le nascondeva bene, siamo vicini ad una quarta:”No sono con i miei, non so come abbiano fatto sinceramente a non accorgersi di nulla, stamattina sono andata alla fiera per comprare qualche fumetto ma non ho trovato niente di interessante, almeno…sino a quando non ti ho incontr…”.

Non fece in tempo a finire la frase che l’avevo presa e sbattuta contro una parte dell’ascensore per baciarla. Limonammo sino a quando arrivati al nostro piano decidemmo di andare in camera mia, sperai con tutto il cuore che Claudia non ci fosse e meno male, lei non c’era.

Entrammo in camera e ci buttammo sul letto a limonare e toccarci di brutto, la posizionai sopra per poterle toccare le tette e tastarne l’effettiva grandezza, si era una quarta…o qualcosa del genere. Ci spogliammo e restammo io con le mutande e lei con la sua biancheria, le dissi di togliersi il reggiseno e lei sorridendo liberò le sue grandi tette: ” Tieni, se avessi visto i tuoi occhi quando le hai viste in ascensore saresti morto dalle risate!”,  la spostai sul lato e cominciai a leccarle tutto il seno, le laccavo i capezzoli e salivo sino alla sua bocca, a mala pena riuscivo a chiudere la mia mano intorno alla sua tetta.

Dopo averla toccata in basso decisi di leccarla un pò (è la mia passione, e poi quando una ragazza la prepari così, almeno per me, va tutto benissimo), cominciò ad ansimare e gridare, mi prese la testa e me la spinse contro il suo fiore con grande forza, cominciai a succhiarle il suo clitoride sino a quando dopo qualche minuto esplose anche lei con un urlo liberatorio, cercando di tapparsi la bocca con il cuscino per non farsi sentire. 

Quando si riprese un po’ ricominciaia a baciarla, volevo una spagnola, assolutamente. Cominciammo a limorare, cercavo in tutti i modi di spingere il mio socio ormai liberato verso il suo fiore, ma sembrava non volerne sapere nulla. Cazzo, perché non vuole scopare pensai? 

Provai a mettermela sopra ed a farle strusciare contro la sua patatina il mio socio per farla godere nuovamente, ma soprattutto per avere le sue tettone contro il mio viso…ah, che spettacolo. La situazione era strana, ogni volta che prendevo in mano il mio socio per infilarlo dentro lei si spostava, così mi fermai e smisi anche di baciarla, appoggiai la testa al cuscino e guardai verso il soffitto. Lei mi guardò un attimo e disse: “Ho capito”, cominciò a leccarmi i capezzoli e poi scese giù e cominciò un gran pompino, non aveva capito un cazzo, ma un pompino è sempre un pompino.

Anche qui cercai in tutti i modi di spostarla un po’ sopra per fare una bella spagnola, ma niente da fare, si faceva toccare le tettone, spingere la testa ma per il resto nulla,  sta ragazza era parecchio strana. Alla fine decisi di godermi il pompino ed esplosi anche io poco dopo , fregandomene delle grida e venendole in faccia, mentre lei cercava di allontanarsi dal socio. Le sporcai viso e tette ed alla fine si mise pure a ridere, quella risata mi lasciò un attimino perplesso: “Scusami, ma quanti anni hai?”, le chiesi dopo un po’, “20” disse lei.

“Perché non vuoi fare l’amore con me?”

“Perché sono vergine…” e si fece rossa, la abbracciai e sentì tutta la potenza delle sue tettone…ah, sarei potuto anche morire così, almeno ero in paradiso. Mi disse che era stata benissimo, che le era piaciuto tantissimo, che aveva goduto tantissimo e che l’aveva fatto perché sapeva che il suo ragazzo la tradiva perché non voleva aspettarla nel fatidico passo.  

Decise di andare, la salutai con un bacio e la seguì sino alla sua porta, qui le aprì la madre che dopo averla fatta entrare spiò nel corridoio e vide me ancora sulla porta, feci un segno con la testa per dire: “Sera…” ed entrai dentro. Dopo pochi minuti arrivò Claudia, mi sorrise e mi raccontò poi la giornata trascorsa (io evitai assolutamente dicendo che mi ero abbastanza rotto le palle), le chiesi se voleva parlare di quello che era successo stanotte e stamattina ma lei disse: “No no è tutto ok…” e mi diede un bacio.

Dopo la cena ed un film a letto ci addormentammo, con io che pensavo al pompino di…cazzo, non le avevo chiesto neanche il suo nome! Mi misi a sorridere nel buio compiaciuto, nel silenzio invece mi parve di sentire un piccolo gemito da parte di Claudia.

Quel piccolo gemito da parte di Claudia mi lasciò perplesso, perché quel piccolo singhiozzo? Claudia, la mia migliore amica, piangeva ma io non mi ero accorto di nulla. Problemi con qualcuno in amore? Mi giravo e rigiravo cercando di pensare a qualcosa…Claudia,  qualche storia come me in passato, sempre con me dal primo anno di liceo, sempre amici, si usciva insieme sia in coppia che singoli, qualche bacio in qualche serata alcolica, io a casa sua lei a casa mia, entrambi complici di una grande amicizia, altri viaggi insieme ad altri ragazzi…cosa aveva? 

Nel buio si girò, mi guardò e mi disse: “Ieri non è stata la prima volta che te l’ho succhiato lo sai?”

Ghiaccio…sudore freddo…cosa?

“Cosa?”

Sorride e si gira, “Claudia!” si rigira, mi guarda…cazzo, non mi fare quegli occhi Clà, ti prego.

“Claudia…mi spieghi cortesemente?”

“E’ stata la terza volta, per essere precisi.”

Assurdo…ma di cosa parlava Claudia? “Clà quando hai finito di raccontare palle poi mi dici…”

“Non sono palle, è stata la terza volta. La prima volta eravamo in campeggio, la seconda al centro benessere…”

Oddio…ma di che parla questa? Al campeggio? Ai tempi del Liceo, non ricordo se in quarto o quinto anno…durante l’estate ci fu questo campeggio, una cinquantina di ragazzi e ragazze….e oddio, un flash! Lei mi guarda ha capito che ho capito!

Dormivamo in casette di legno, dieci a casetta, io fortunato come sempre ero capitato in quella con tre altri ragazzi e basta per mancanza di altri, quindi sei posti liberi, un silenzio assurdo, poco divertimento. 

Anche Claudia c’era…alloggi femminili, ci divertimmo un sacco.

Una mattina mi svegliai completamente nudo…”Quella mattina che mi svegliai nudo…”, “Si, esatto…quando me lo raccontasti cercai di fare quanto più la vaga possibile, mi dicesti che era uno scherzo dei tuoi compagni di casetta che casualmente quella sera erano usciti e la mattina non erano ancora tornati…ma invece ardevo dalla voglia di dirti che te l’avevo succhiato e poi ti avevo lasciato così per farti pensare proprio ad uno scherzo.”

“Oddio Clà…”

“Entrai di notte, piano piano, dormivi come un ghiro, stanco morto dai lavori del giorno…ci pensavo da tanto, volevo avere un qualcosa di segreto con te di cui tu non ne eri a conoscenza, mi avvicinai, ti tolsi tutto e cominciai a leccartelo e succhiartelo, in cuor mio volevo anche che ti svegliassi e mi scopassi ma poi dopo un po’ me ne andai.”

“Perché me lo dici solo ora Clà…”

” Non lo so…credo solo sia arrivato il momento, siamo grandi, ero infatuata da te e poi boh…mi andava di regalarti questa cosa”

“Oddio…pensavo di esser stato oggetto di scherzo, il timore in quei giorni che potesse ripetersi…oddio che stronza Clà”

Sorrise

“Ma l’apoteosi la raggiunsi al centro benessere…”

“Ma eravamo in coppia, tutti e due fidanzati!”

“Non è stata Laura ha farti un pompino sotto la doccia al buio ma io…mi abbassai al volo e te lo leccai, tu pensasti fosse stata lei e quando usciste te la portasti in camera convinto che fosse stato il preludio voluto da lei ad una sana scopata…e invece…”

“Claudia…eravamo in quattro sotto quella doccia, e se si fosse accesa la luce subito?”

“Era un rischio che volevo correre…ero eccitata da matti, andai pure io in camera a scopare ma al posto di Giacomo immaginavo fossi tu a scoparmi…”

“Claudia…ho due ricordi che vorrei avere…ma che non ho, vorrei poter aver visto tutto, per avere una tua immagine…”

“Ce l’hai, l’hai avuta stanotte no?”

“Si ma vorrei averla avuta”

“Poi in piscina comunale o al mare, quando giocavamo in acqua cercavo sempre di capitare vicino a te in modo che potessi schiaccarmi con il tuo peso in acqua e poterti toccare…”

“Claudia…”

“Sono sempre stata innamorata di te…ma fortunatamente ora sono cresciuta ed il pompino dell’altra notte mi ha fatto capire che è stato solo sesso sia per me che per te. Ora dormiamo…”

Mi diede un bacio e si girò…non le dissi nulla…non sapevo cosa dirle…

Assurdo.

La mia amica Claudia mi aveva confessato il suo amore, due pompini fatti in passato al volo, senza che neanche io sapessi nulla…ero fuori di testa, non riuscivo a dormire, ero confuso non sapevo se dirle qualcosa o meno.

Lei si era girata, forse già dormiva, io pensavo: mi piace? non mi piace? Mi ci trovo benissimo, già, ma perché? Oppure mi sto semplicemente fissando ora a causa delle sue parole? Con le mani dietro la testa appoggiate sul cuscino guardavo il soffitto, pensavo al momento in cui l’avevo fatto nel pomeriggio e la ragazza della camera affianco, non so perchè, aveva pensato che volessi un pompino…ed in tutto questo appariva Claudia, oddio, l’ha fatto di proposito…vuole vedere la mia reazione, i miei comportamenti domani.

Dopo un po’ ancora a letto e con il mio socio in perenne tiro, provai ad abbracciarla da dietro, dopo qualche minuto sentì un respiro profondo, si girò e mi disse: “Finalmente”.

Cominciammo a baciarci come due innamorati, le lingue non si lasciavano mai…limonammo abbracciati sino a quando non sentì che cominciava a muoversi verso il basso, “no…” pensai, stanotte voglio farla godere prima tanto io…andai giù anticipandola e cominciai a leccarla per bene, cominciai a succhiarle il clitoride ed a farla gridare…chissà che la ragazza accanto non senta e domattina possa regalarmi qualcos’altro pensai.

Dopo un po’ mi alzai ed appoggiandole prima leggermente poi con forza il mio socio contro la sua patatina cominciai a penetrarla…una due tre quattro volte…piano piano e poi con forza, gridava e gridava, mi baciava e gridava.

La girai…volevo il suo culo, la presi da dietro e cominciai a pomparla, ormai le sue grida non si contavano più, cercai di tapparle la bocca con una mano ma me la morse, voleva essere libera di godere; quando mi accorsi che aveva raggiunto l’apice decisi di venire pure io.

Ci addormentammo così, quasi uno sopra all’altro, ma non prima di un ultimo bacio. Questa vacanza si stava rivelando fantastica, avevo già avuto più rapporti in due giorni che in due di settimane nella mia cittadina.

La mattina dopo quando mi svegliai Claudia già era uscita, per cui mi lavai ed andai alla fiera, il pensiero della tettona era sempre ricorrente.

Arrivato vicino agli stand la vidi che parlava sempre con il tizio di ieri, cazzarola, questa è davvero fidanzata; gonnellina a fiori, magliettina aderente, le tettone che richiamavano l’attenzione di molti…mi stavo innervosendo. Cercai di avvicinarmi per appurare che fosse il suo ragazzo ma i loro discorsi erano davvero frivoli, nessuna chiamata per nome o per “amore…” o qualcosa del genere. Li seguì sino alla pizzeria dove lavorava lei e dopo il loro saluto mi avvicinai a lei.

“Ciao…sono tre giorni che ti cerco…”

“….”

“Ho visto che ti piacciono questi fumetti (gliene feci vedere qualcuno)…lo sai che ora c’è l’autore che ne parla nella sala principale?”

“Cavolo! ma io neanche ti conosco?”

“Piacere Francesco”

“Viola…”

“Lo so…ho letto il tuo nome l’altro giorno in pizzeria…”

“Scusami non mi ricordo…ma con tutte le persone che ci sono in questi giorni sarebbe potuto venire anche Brad Pitt che non lo avrei riconosciuto.

” See…come no, ascolta ci andiamo?”

“Attacco tra un po’…non posso proprio, nel pomeriggio non c’è altro?”

“Possiamo andare nel suo stand…ci facciamo fare una dedica.

“Perfetto, quando faccio pausa alle sei ci andiamo, mi aspetti qui?”

“Ovvio…”

Il mio socio era al settimo cielo, tutto molto facile, stasera me la faccio. Nell’attesa pensai anche che questa cittadina mi piaceva, quasi quasi accompagno Claudia giù e poi me ne ritorno con qualche scusa.

Alle cinque ero già lì fuori e poco prima delle sei uscì lei, raggiante come non mai, ci dirigemmo subito verso lo stand, avevamo a malapena una mezz’oretta. Durante il breve tragitto cercai di farla ridere il più possibile raccontandole gli aneddoti più strani sui fumetti e sugli autori, grazie ai miei occhiali da sole potevo guardare le sue tettone che sballonzolavano ad ogni suo movimento…wow.

Ci prendemmo un caffè e cominciammo a parlare, con mia grande sorpresa scoprì che era single e che il tipo era semplicemente un amico che la accompagnava e viceversa; parlammo del più e del meno sino a quando non dovette tornare a lavoro. Ed anche qui con mia grande sorpresa mi lasciò il suo numero.

“Mi lasci il tuo numero? magari stasera ci prendiamo qualcosa…”

“Ok…”

“Ci vediamo per le dieci, dieci e mezza qui di fronte.”

“Ok va bene, a dopo”.

Tornai subito in albergo, faccio doccia e sono subito pronto pensai per le dieci. Quando si aprì la porta dell’ascensore dentro c’era la ragazzina del giorno prima che mi chiese il perchè della mia fretta, inventai un incontro con un autore importante e che volevo preparami subito.

“Peccato, disse lei, i miei sono fuori ed io non so che fare…mi fai compagnia?”

Porca puttana, e mo come faccio? Volevo scoparmela, ma non volevo spomparmi…se con Viola fosse andato tutto liscio che figura ci avrei fatto a farmi vedere magari stanco dopo poco? No, no, mi dispiace le dissi, ma devo scappare. Mi feci lasciare il suo numero e…il suo nome: Morena, cazzo, mi gelò il socio quando sentì quel nome.

“Vorrei veramente restare ma non posso perdermi quest’incontro, facciamo così: io cerco di sbrigarmi quanto prima così magari stasera con la scusa che stai giù in albergo ci possiamo vedere…lasciami il tuo numero.”

“Ok…”

La sua voce era diventata incredibilmente porca, pensai dentro di me, se con Viola dovesse andar male magari Morena mi aspetta e stasera concludo qualcosa.

Neanche il tempo di farmi la doccia che mi arriva un sms:

“Ti sembrerà strano ma mi ero davvero dimenticata del compleanno di una mia amica, il pomeriggio con te mi ha davvero scombussolata. Stasera devo darti buca ma…domani lavoro solo di mattina e posso offrirti un caffè per farmi perdonare. Vieni direttamente a casa mia?”

“Mi dispiace, ci tenevo a vederti…anche io sono stato benissimo oggi con te, ok dimmi dove abiti e domani ci vediamo, devo vestirmi bene? Magari i tuoi cominciano a squadrarmi…”

“Vieni in via Basso 24, dopo pranzo. Abito sola. (faccina con l’occhiolino)”

E’ fatta pensai. Domani è il gran giorno.

Uscì fuori e mi fiondai nella camera affianco, dove c’era Morena.

 

 

Morena mi aspettava dietro la porta. “Apri”, “Sapevo che avresti cambiato idea…”, si il cazzo, mi ha dato buca Viola ecco perché sono qui, mi fiondo su di lei non appena chiude la porta, la sbatto contro la porta ed incominciamo a limorare. “Come mai sei rimasta qui sola?”, “I miei volevano di nuovo andare in fiera ed io mi rompo a girare tutto il giorno, poi stanotte vi ho sentiti di nuovo e volevo rimanere sola qui, magari rimanevi anche tu e potevamo stare soli…”, le tolgo la maglietta e libero tutto quel ben di Dio che si ritrova, affondo la mia faccia nelle sue tettone.

“Perché vuoi stare con me?”

“Mi hai fatto godere troppo…volevo riaverti”

“Ma il tuo ragazzo?”

“Dice che va tutto bene, ma so che mi mette le corna, ha un’amica che si scopa mezzo paese e lui sta spesso con lei…dice che sono solo amici, ma poco gli credo.”

Ormai dopo averle tolto il reggiseno limonavo con i suoi capezzoli, le tettone morbide mi facevano da cuscino, volevo una spagnola, anche con la forza.

La portai sul letto della sua camera e continuammo a baciarci, memore dell’altra volta, mi misi con le mani dietro alla testa appoggiate sul cuscino ed aspettai un pochino continuando a baciarla, dopo poco scese giù e cominciò a mordere i pantaloni; me li sfilò e cominciò a leccare le mie mutande, il mio socio ormai era ben definito e lei con gusto grattava e leccava.

Finalmente lo liberò e cominciò un pompino da favola, leccava il glande con gusto, tutta l’asta, ora leccava e basta, raccoglieva tutta la saliva e rileccava; scendeva giù e metteva in bocca le mie palle…stavo morendo, ansimavo già da un po’ e cominciavo a lamentarmi.

Cominciò a succhiare le palle e masturbarmi, sarei venuto subito se non mi fossi alzato, così lo feci e la bloccai sotto, mi misi sopra e posizionai il mio socio in mezzo a quelle due montagne di carne morbida…stavo per fare il primo movimento quando sentimmo dei rumori in corridoio.

I suoi erano tornati, scappammo tutti e due in bagno cercando di raccogliere tutti i nostri vestiti, lei una paura assurda, io un cazzo di nervoso per quella spagnola tanto sognata e…rimasta tale.

I genitori entrarono e fortunatamente non si accorsero di nulla, Morena disse che era sotto la doccia e fortunatamente il suo bagno aveva la chiave. Restammo in bagno in silenzio, almeno io, lei cercava di fare quanto più rumore possibile sotto la doccia per giustificare la sua scusa; i genitori intanto volevano cambiarsi per scendere giù in albergo.

Io avevo ancora il mio socio in tiro e volevo venire prima di andarmene, la situazione era troppo eccitante, così mi avvicinai da dietro e l’abbracciai cercando di farle sentire quanto fosse duro, riprendemmo così a baciarci appoggiandoci al lavandino del bagno, spingevo il mio uccello contro la sua patatina cercando di farlo entrare ma lei si scostò e disse sottovoce: “No così…che rispetto hai di me? Ti ho detto che sono vergine e vuoi scoparmi su di un lavandino?”, aveva ragione…avevo esagerato.

Ripresi quindi a baciarla, cercando di farmi perdonare, la spinsi contro la doccia, la feci sedere sul bordo e mi inginocchiai; cominciai così a leccarle la patatina, lei eccitatissima accompagnava i movimenti della mia lingua guidando la mia testa, era un lago ed io spingevo sempre di più la mia lingua dentro, leccavo e succhiavo sapientemente, dopo anni ed anni di esperienze passate.

Stava per venire, così si prese un asciugamano e portandoselo al viso cercò di tamponare tutti i suoi gemiti, stremata si accucciò sul tappetino del bagno…col viso tutto rosso, i capelli sudati sulla fronte e gli occhi semichiusi.

La visione di quelle tettone di lato, ancora più gonfie, mi annebbiarono la vista…mi misi soprae cercai di piazzarle il mio socio in mezzo per continuare la spagnola, ma era scritto che non dovessi far nulla del genere, perché dopo essermi posizionato sua madre bussò e lei spaventandosi si scostò.

“More quanto ci metti?”

“Sto per finire ma…”

“Dobbiamo sciacquarci un po’ prima di scendere…”

Cazzo.

Mi guardai in giro, c’era un grosso armadio, avrei potuto nascondermi lì dentro ed aspettare che se ne fossero andati ma se qualcuno sbadatamente l’avesse aperto? Inoltre il Bagno aveva una finestra, solo che avrei dovuto fare un po’ di acrobazie prima di arrivare sul mio balcone…ma poi? Sarei morto dal freddo poiché era comunque chiuso perché non c’era nessuno in casa, ma avrei preferito il freddo a tutto il resto.

Così sottovoce le dissi che era il caso di andare, e che l’armadio non mi convinceva. Mi vestì al volo ed aprimmo la finestra, sporgendomi vidi la luce accesa, era tornata Claudia per cui almeno il problema del freddo era risolto. Mi girai per salutarla con un sorriso, la situazione era bruttissima ma eccitante al massimo, le diedi un bacio ed andai per scavalcare.

Ma lei mi bloccò: “Aspetta…voglio farti venire…”

Scese giù, dopo avermi tolto tutto e finì quel pompino da favola che aveva cominciato prima, cominciò ad avvitarlo e muovere la lingua velocemete, non ci volle molto che le venni in bocca ma a differenza dell’altra volta raccolse tutto senza allontanarsi e poi lo sputò nel cesso. Sorridendomi mi diede un bacio e mi aiutò ad uscire, con le poche forze che mi rimanevano uscì sul balconcino ed allungando la gamba saltai sul mio, lei reintrò in bagno chiudendo la finestra, io mi avvicinai alla mia finestra e mi feci vedere da Claudia che in un primo momento si spaventò ma poi scoppiò a ridere.

Mentre stavo per varcare la soglia vidi una sagoma sul lato del balcone di Morena, sua madre mi stava guardando.

Claudia volle sapere tutto, nei minimi particolari, ridendo e scherzando le raccontai tutto, sembrava molto tranquilla infatti disse: “Finalmente sono serena, sapevo che questa vacanza per noi era la prova del nove, almeno per quello che provavo io, ora ne sono certa, sono stata bene con te…benissimo, ma siamo amici, grandi amici e desidero con tutto il cuore rimanere tale. Non voglio assolutamente che nulla cambi tra di noi, ti voglio davvero bene, credimi, te lo dico con il cuore, ci tengo troppo a te.” Con gli occhi pieni di lacrime ci abbracciammo…poi continuai a raccontarle del giorno prima e di quello che era successo oggi, ma soprattutto il fatto che la mamma di Morena mi avesse visto.

La situazione era davvero imbarazzante…aveva sicuramente capito che ero scappato dalla finestra del bagno,ma a Morena cosa aveva detto? Avendo il suo numero di telefono le chiesi: “More tutto ok?”

“Si, perché?”

Pensai di non dirle nulla di sua madre, “No così…se c’avessero visto o sentito, se tutto era ok…”

“Si si tutto ok…mia madre mi ha semplicemente detto che c’avevo messo troppo tempo nella doccia e che non dovevo chiudermi, ma per il resto ok”

Bene pensai, meno male…pensavo peggio. Vidi che aveva anche whattsapp per cui le mandai una faccina curiosa anche lì e prese a rispondermi, erano giù a cenare, una cena tranquilla, le mancavo, ecc ecc.

Quando mi disse che era tornata in camera le chiesi una sua foto, e lei me ne mandò una in cui era carinissima, Morena era davvero bella. Mi piaceva molto. Allora cercai di spingermi oltre…

“E’ bellissima…ma io ne voglio una nuda…”

“faccina imbarazzata”

“Dai…lo sai che puoi stare tranquilla, non mettere il tuo viso…metti solo “loro” lo sai che le adoro…”

Morena andò in bagno e si fotografò le tettone con mia grande gioia e me le mandò…in foto sembravano così grandi, wow che spettacolo di donna.

Le chiesi quanto sarebbe dovuta rimanere e mi disse sino a fine settimana…io invece sarei dovuto partire la mattina del giorno successivo. Poi mi diede la buonanotte.

Nel frattempo con Claudia guardavamo un film…quando:

“Cazzo mi so dimenticata! Guarda che Lucia (la sua amica qui) è con la febbre…mi ha chiesto se posso rimanere altri due giorni? Le ho detto che le avrei fatto sapere domani perché volevo parlarne prima con te…”

Wow…uno spettacolo di settimana si prospettava, difficile immaginarla anche lontanamente. A “malincuore” le dissi che non c’erano problemi e che avremmo aspettato.

Il mio cuore era alle stelle, non mi sembrava vero. A Morena non dissi nulla.

 

L’indomani mattina mi svegliai tardissimo…questi giorni qui mi stavano distruggendo, così entrai in doccia e mi vestì con il meglio che avevo. Dovevo fare colpo su Viola. 

Arrivato alla fiera mangiai al volo qualcosa a mi diressi verso casa sua e suonai al campanello, mi misi a ridere perché qualcuno le aveva scritto con un pennarello Viola latettona, così salì le scale e suonai alla sua porta.

Mi aprì uno splendore di ragazza, una ragazza con dei raggi del sole che le illuminavano tutti i suoi punti forti, mi accolse con un bacio sulla guancia e disse: “Wow…che figurino, finalmente.”

(Finalmente?)

Dopo avermi fatto vedere casa ci sedemmo a prendere il caffè, io intanto seguivo sempre ogni suo movimento…quelle tettone che ondeggiavano da una parte all’altra, quella maglietta bianca che non faceva altro che enfatizzare quella sua dote mi stava facendo morire.

Così cominciò a raccontarmi la sua vita…le sue passioni, dove era andata, cosa aveva fatto…i fumetti che le piacevano, ecc ecc.

Quando toccò a me ci fu un breve preludio sulla mia vita e poi…

“…e poi un giorno ho visto te alla fiera,bella come non mai, non ho fatto altro che pensarti dal primo giorno, scusami se ti dico queste cose ma sono fatto così, non riesco a tenermi tutto dentro.” (cosa si fa per avere una spagnola)

“E dove mi hai vista?”

“Leggevi dei fumetti alla fiera…poi ti ho persa tra la gente, il giorno dopo ti ho vista con un tipo e pensavo fosse il tuo ragazzo, sono venuto dove lavoravi per poterti parlare e mi hai liquidato subito! (ridiamo) Poi ti ho fermata…volevo conoscerti…”

” Wow…che carino che sei…”

E cominciammo a baciarci, una donna magnifica mi stava baciando, un aroma di caffè si mescolava con il mio, adoro il caffè ma questa miscela nella mia bocca mi stava facendo morire, ci avvicinammo e cominciammo a toccarci, cercai di non metterle subito le mani sui suoi meloni e cominciai a toccarle il collo, la spalla, il viso…poi quando lei mise la mano sulla parte interna della mia gamba scesi anche io con la mia ed iniziai a massaggiarle una grande tettona, un’immensa tettona, una meravigliosa quinta. 

Le nostre lingue si intrecciavano e le nostre mani avevano già esplorato tante cose, provai a toglierle la maglietta ma con la mano mi scansò…

Ahia pensai, qua oggi concludo poco…riprendemmo a baciarci e toccarci, mi permise di mettere la mano sotto la maglietta e poterla toccare finalmente bene, una pelle morbida e due montagne che non finivano mai, cercai di avvicinarmi ancor di più ma lei rimaneva sempre sulle sue, quando poi si staccò e mi disse:

“Fra mi piaci…ma non voglio correre…”

Vaffanculo…neanche oggi spagnola…

“Tranquilla Viola…scusami anche tu per la mia irruenza, ma mi piaci troppo anche tu…e resisterti è praticamente impossibile…”

“Resistere a me o resistere a loro? (ed indicò le sue tettone)

“Beh…la lotta è dura…”

“Stronzo!” E fece la parte della finta offesa…

Così mi avvicinai e cominciai a baciarle il collo ed a farle il solletico sui fianchi sino a quando ridendo si girò e riprendemmo a baciarci.

Le misi subito le mani sulle tette ma me le tolse immediatamente:

“Peggio per te, queste ora non le tocchi più…”

Ecco, apposto, ora posso anche andarmene.

“Dai…ne ho bisogno, sono una droga…” 

E le facevo il solletico ma lei faceva la forte…tratteneva a malapena il sorriso e cercava di non darmela vinta. Dopo qualche bacio raccolto qua e là…le squilla il telefono: “Ehi dimmi…ah…ok…arrivo”

Ecco…lo sapevo…

“Devo tornare a lavoro, una mia collega non si è presentata…scusami (faccina triste)”

“Figurati Vio…il lavoro prima di tutto, tranquilla, possiamo vederci stasera?”

“Nooo…stasera devo andare a cena dai miei, glielo avevo promesso (faccina triste)”

Decisi di lasciarla in quel suo stato…

“Ah…mi dispiace, io domattina parto (bugia clamorosa), non potremmo vederci più…”

“Non ritorni più qui a Lucca?”

“Forse l’anno prossimo…”

“Cavolo…pensavo rimanessi di più…”

“Va bene dai…andiamo di accompagno”

Si preparò ed andammo alla fiera, lei era molto triste per strada, sembrava davvero mortificata. 

“Mi dispiace davvero…”

“Tranquilla Vio…tanto se è destino ci vedremo in un’altra occasione”

“Si ok, ma mi dispiace perché volevo vederti ora…”

Arrivammo alla pizzeria dove lavorava, io cercai per tutto il tragitto di fare il duro, la salutai baciandole la mano ma lei mi prese e mi diede un bacio.

“Hai il mio numero…sentiamoci” (faccina triste)

Quando se ne andò mi venne un magone assurdo…aspettai parecchio lì fuori, guardandola mentre lavorava…era davvero uno splendore di bellezza, al di là delle sue grazie, era bellissima davvero.

Il mio piano però era semplice…mi sarei presentato il giorno dopo e magari nella felicità del momento avremmo potuto fare l’amore…era una carta che mi volevo giocare. Ma perché poi pensavo a fare l’amore e non invece semplicemente a scoparmela? Avevo avuto un colpo di fulmine…

Dopo un giro in fiera tornai in albergo con un magone assurdo…ad un certo punto mi resi conto di avere il mio socio in tiro ed essendo in piedi sul bus alcuni se ne erano accorti, imbarazzo totale e faccia rossa per tutto il tragitto.

Ma lui non voleva sapere di abbassarsi…poi pensai, ovvio, sono stato con Viola…sicuramente le mie palle saranno ultrapiene, chissà che Morena non sia in albergo…

Quando entrai in albergo andai alla reception per chiedere se fosse possibile prolungare di altri due giorni la prenotazione della camera e fortunatamente non ci furono problemi. Nel frattempo una donna si avvicinò all’ascensore e mi disse:

“Mio marito è di sopra che riposa, vuoi venire con me?”

Ma questa è la settimana perfetta della mia vita? Possibile che stiano succedendo tutte queste cose solo a me? Chi era questa signora…dove l’avevo vista…

Feci un cenno di si con la testa e salimmo sull’ascensore, occhiali scuri da sole, si vedeva un certo gonfiore sul petto (buono pensai…) una gonna semplice…una bella donna, ed andammo ad un piano superiore al mio, qui mi prese per mano e mi portò in una stanza degli inservienti, si girò e mi prese con forza il cazzo:

“Questo fa male…vero?”

Che significava…

“Lo sento la notte quanto fai godere la tua ragazza…fa male?”

“Beh…non saprei…” (non sapevo che dire)

“Si…fa male…”

Mi abbassò la lampo e prese a massaggiarmi il cazzo da sopra le mutande, io cominciai a sospirare, si tolse la giacca ed uscirono fuori due grandi tette, cadenti per l’età, era sulla cinquantina, forse anche meno, ma due grandi tette che in passato sicuramente avranno fatto faville.

Presi a toccarle e lei compiaciuta sorrise…le tolsi la maglietta ed uscirono due grandi tette ancora sode, provai ad avvicinarmi ma si allontanò:

“Non devi fare nulla…faccio tutto io, tu fermo…”

Mi abbassò i pantaloni ed uscì l’uccello, ci sputò sopra e riprese ad avvitarmelo, prima con una poi con due mani, grattava le palle e poi l’asta, che donna…

Ad un certo punto si abbassò leggermente e si tolse il reggiseno, il seno era davvero magnifico ancora, sputò nuovamente sul mio socio e se lo piazzò in mezzo…ah, finalmente…

Sono sincero,..non durai neanche venti secondi, la inondai di sperma…tutto il collo e le tette erano completamente ricoperte dal mio seme…una goduria pazzesca, finalmente una spagnola, da una signora grande poi…una bella milf per intenderci.

Ah…soddisfatto mi rivestì, lei si ripulì e ci dirigemmo nell’ascensore, si fermò al mio piano e poco prima che la porta si aprisse stringendomi questa volta con forza il mio socio disse:

“Lascia stare mia figlia, quando vuoi liberarti le palle vieni da me…ma guai a te se la sfiori di nuovo”

Entrà nella camera di Morena e mi lasciò di sasso nel corridoio…che femmina pensai, che milf, che cazzo! era lei sul balcone…perché non l’aveva sgridata quel giorno? Come mai? Pensai e ripensai alle sue parole…questa gran troia voleva semplicemente avere il mio cazzo visto che come ha detto mi aveva sentito godere, a me e a Claudia, povero maritino, pur di non rovinarsi la vacanza perché magari poi il padre (di Morena) si sarebbe incazzato a morte ha deciso di far finta di non sapere nulla, di me e della figlia, e farmi una spagnola…ah, che gran troia. 

Quella sera rimasi da solo in camera peerchè Claudia era rimasta a dormire dalla sua amica, che cazzo pensai…sarei potuto essere con Viola ora, o con Morena… ma invece no! Così dopo aver mangiato qualcosina mi addormentai.

La mattina seguente mi svegliai ovviamente presto, erano all’incirca le sette, e mi preparai per scendere giù e fare colazione, mi misi una tuta al volo ed uscì dalla camera, quando chiamai l’ascensore sentì una porta aprirsi piano e richiudersi alle mie spalle, mi girai ed era la mamma di Morena.

Un vento gelido alle mie spalle…oddio pensai…che cazzo di sfortuna…

Entriamo in ascensore senza fiatare, imbarazzo totale da parte mia, lei vedo con la coda dell’occhio che mi sta guardando la tuta, si avvicina ai bottoni dell’ascensore e preme l’ultimo piano dell’albergo…ma dove deve andare pensai…

Partì l’ascensore e si girò verso di me:

“Scusa per ieri…ma quando mi toccano mia figlia non ragiono più, anche al suo ragazzo ho proibito di avere rapporti con lei”

Poveraccia pensai! E lei che pensa di essere cornuta per altri problemi!

Feci la parte del tonto: “Non capisco signora…che c’entra il ragazzo di sua figlia…”

“Gli ho detto che può stare con lei, ma che non le deve fare male…capisci cosa intendo no?”

“Si…”

“Così quando lui ha voglia, viene da me e lo faccio sfogare io…con mia figlia può baciarsi e toccarsi, ma non deve avere rapporti, la voglio vergine sino al matrimonio”

Oddio che troia questa, ma come cazzo sta con la testa?

Arriviamo all’ultimo piano dell’albergo ed esce un attimo, poi subito rientra…ma che combina?

“Vieni ti faccio vedere una cosa…”

Io la seguo…mi ha fatto rizzare il mio socio ormai…

Mi porta dietro un semplice armadio del corridoio, piano deserto, sembra disabitato, l’armadio è grande e copre quasi mezzo corridoio.

Mi fa appoggiare da un lato e si accovaccia ai miei piedi:

“La vedi questa lingua? Stamattina ti faccio vedere cos’è un vero pompino…”

Oddio…fermate il tempo, voglio fermarmi per sempre qui.

Mi abbassò la tuta e le mutande e se lo mise in bocca, una mano esperta, una bocca esperta, una lingua esperta, un risucchio perfetto…un rumore costante che accompagnava sapientemente con la testa. Era senza alcun dubbio il miglior pompino che avessi mai ricevuto, il mio socio era durissimo, era marmo, di prima mattina poi…non si aspetta altro.

Dopo alcuni minuti di vai e vieni, di avvitamenti, di risucchi e sputì le venni in bocca, gridando e sospirando, con le gambe che mi tremavano e con lei con la bocca aperta racchiudeva tutto il mio cazzo per non perdere nulla.

Quando mi fermai se lo sfilò dalla bocca e mandò tutto giù:

“Mi piace di prima mattina…mi sembra zabaione…”

Si certo…mi ci vorrebbero proprio un paio di quelli per riprendermi, mi rimise le mutande e mi alzò la tuta e ci dirigemmo verso l’ascensore. Si risistemò un pochino e poi uscimmo nella sala ricevimento…lei andò a sedersi ai tavolini io invece mi diressi al tavolo principale e sorpresa delle sorprese trovai le uova fresche! Ne presi tre che versai in un bicchiere, ci misi due cucchiaini di zucchero e girai per bene, ci aggiunsi due gocce di caffè e mandai tutto giù. Neanche fumai…mi riandai a coricare, quella troia mi aveva ammazzato.

Mi svegliai direttamente nel primo pomeriggio e cercai di focalizzare un po’ la situazione…avevo altri due/tre/quattro giorni…se vado oggi da Viola le faccio sicuramente una sorpresa…ma se aspetto domani sarà ancora meglio visto che le ho detto che partivo oggi. Ok, primo punto sistemato.

Discorso Morena…dirglielo, ma come? Lo doveva sapere, assolutamente, lei pensava di avere tanti problemi quando i veri problemi li aveva sua madre in testa. Però poi pensai…se le dico di sua madre, se le racconto di quello che m’ha fatto quante probabilità ci sono che mi creda? Zero…o qualcosa vicino allo zero. Ma poi mi feci coraggio, sta ragazza è brillante, è bella, pensa di avere problemi…non può stare con una mamma del genere dentro casa ed un coglione del genere come ragazzo che non le dice nulla e si scopa la mamma. No no, glielo dico.

“More…”

“Finalmente…buongiorno…”

“Come fai a sapere che mi sono svegliato ora???”

“Ho tirato ad indovinare! (faccina buffa)”

“Ascolta…vorrei parlarti…”

“Dimmi tutto…”

“No no, non per telefono…a voce”

“Ah…e che mi devi dire? Che mi vuoi vedere? Che ti manco?”

No Morena…non fare così. ti devo dare una notizia che ti spezzerà le gambe…

“No, ti devo parlare. Comunque si mi manchi…(faccina con l’occhiolino)”

“Io esco tra poco, devo andare da mia cugina in centro… ci vediamo tra poco fuori alla fermata del bus?”

“Ok il tempo di una doccia al volo…venti minuti e sono giù”

“Ok…(faccina con l’occhiolino)

Sotto la doccia pensai anche cosa e come dirglielo…pensandoci l’avrei distrutta, magari avrei potuto dire che sua madre aveva proibito al suo ragazzo di provarci, e da qui tutte le sicurezze mancanti di Morena…la sua voglia di rimanere vergine, le sue paure sul fatto che il ragazzo la tradisse,ecc ecc.

Quando scese era bellissima, una splendida ventenne, facemmo finta di nulla alla fermata…poi sul bus ci avvicinammo e ci salutammo con un bacio.

“Mi sei mancato…” mi disse…

“Anche tu…”

“Di che mi devi parlare?”

“Ora che scendiamo…”

Arrivati in centro cercai un posto isolato per raccontarle tutto, sapevo che avrei rischiato di perderla del tutto, ma non volevo che vivesse sempre nell’ombra.

“Morena mia…arrivo subito al sodo, ti ho conosciuto, so quanto sei brillante, sei soprendentemente bella e forte, per cui voglio che tu sappia qualcosa…”

“Mi stai facendo preoccupare…”

“Lo so scusami ma non posso partire e non dirti nulla”

“Ma non dovevi partire oggi?”

“Si ma ho rimandato poi ti spiego…”

“Ok dimmi tutto dai…”

“So per certo che tua madre tradisce tuo padre…”

Occhi sbarrati da parte sua:” Come fai a saperlo?”

“Lo so fidati…”

“Ne hai le prove? o lo dici solo perché è una bella donna? o vuoi fare colpo su di me?”

“No no…è stata con me, e so per certo perché me l’ha detto lei che non sono stato l’unico”

Lei sospirò…mi guardò e disse:” Pensavo che da te non sarebbe venuta…”

E si mise a piangere…la abbracciai forte.

“L’ho sempre saputo, ho avuto quattro storie importanti nella mia vita e tutte finite per corne, ho sempre sospettato e poi saputo di mia madre sin dal primo ragazzo che entrò a casa mia, aveva diciotto anni e venne con la sua bella macchina a prendermi, lei lo fece entrare in casa e cominciò a squadrarlo,  ogni volta dalla testa ai piedi, io pensavo fosse normale, è un genitore, ma invece un pomeriggio la trovai che lo accarezzava molto calorosamente, mi sentì gelare il sangue, mi sentivo impotente…spostiamoci, stanno passando persone da qui, andiamo al parco di fronte”

Arrivati al parco scegliemmo la panchina più isolata e riprese a raccontare:

“Ho sempre avuto il timore, non mi sentivo protetta…si accontentavano sempre di poco, mi chiedevo perché? eppure credo di essere una bella ragazza…”

“Te lo assicuro, sei una gran bella topa…”

La feci almeno ridere un pò tra le lacrime…

“Arrivò questo primo ragazzo e volle il suo numero…vedevo ogni tanto che si sentivano, vabbe normale pensai…è un genitore, ma ogni volta che erano soli mia madre lo accarezzava…mia madre, in realtà lei non è proprio mia madre, è la mia matrigna…”

Cazzo pensai…che storia di merda…

“Con il primo ci furono solo carezza, almeno per quello che so io…con il secondo li beccai una prima volta sotto la doccia insieme a mare che ridevano e scherzavano, la seconda volta si stava facendo toccare le tette da lui che eccitato al massimo si stava masturbando sotto la doccia…così con il terzo ragazzo, un militare di ventitrè anni, cominciai ad essere più spinta, mi facevo toccare di più, ovunque, pensando che potesse essere un grande passo verso la vera vita sessuale di una coppia, ma quando mia madre cominciò a chiedergli sempre passaggi mi vennero di nuovo i brividi ed un giorno li seguì e li beccai insieme in una stradina di campagna con lei che palesemente gli stava facendo un pompino. Ecco perché ho cominciato a fare pompini, pensavo fossero quelli la chiave del successo…così con il mio attuale ragazzo sono stata ancora più intraprendente…ma evidentemente deve essere passata al livello successivo visto quello che mi hai raccontato…”

“Mi dispiace More…”

“No no anzi, ti ringrazio…sono sempre stata con codardi che non hanno mai avuto le palle di dirmi come stavano le cose, facevano i vaghi e tutto ciò alimentava le mie insicurezze…che povera illusa che sono…la mia paura verso il sesso è dovuta sicuramente a lei e alla sua educazione…”

Io non sapevo cosa dire, ero entrato in un problema troppo grosso anche per me…

“Cosa ti ha fatto lei?”

“Morena quando sono scappato dal tuo bagno, non ero sicuro, ma mi era sembrato che una donna mi avesse visto…poi una ieri si è avvicinata a me nell’ascensore e m’ha detto di seguirla, che il marito dormiva e che voleva stare con me perchè mi aveva sentito la notte…”

“Che troia…”

“Già..(sorridemmo entrambi)…mi ha portato sopra, credo in un ripostiglio o bagno degli inservienti e dopo avermi masturbato per bene mi ha fatto venire strusciandomi con le sue tette…”

“Ti ha fatto una spagnola? Sarai stato contento visto che non volevi fare altro con me…”
Sorridemmo di nuovo…

“Si…ma posso assicurarti che non è stato il massimo, poi dopo poco prima di andarcene mi ha confidato di essere tua madre e che dovevo starti lontana e che quando dovevo svuotarmi le palle sarei potuto andare da lei…”

“Oddio…ma che troia…”

“Eh si…stamattina mi ero alzato e stavo pensando a come e quando dirtelo quando l’ho incontrata nuovamente e senza che dicessi nulla mi ha portato sopra e mi ha fatto un pompino questa volta…”

“A quanti ne ha fatti sarà stata sicuramente eccezionale, vero?”

“Si…devo ammetterlo, sono venuto così tanto che mi sono andato a coricare e svegliato poco fa.”

“Ma pensa…ah, poveri noi…”
Ridemmo…meno male, pensavo andasse peggio.

“Il mio ragazzo è andato, questi mezzi uomini li odio. Però vorrei salvare mio padre…farglielo capire, non voglio che sia cornuto a vita, ma soprattutto ha già problemi di cuore…è davvero un problema dirglielo.”

“Io glielo direi…direi che ho visto la moglie, visto che non è tua madre, con un altro qui in albergo…e che avevo già sospetti su di lei…”

“Farò così…ma non dirò nulla di tutti i miei problemi a mio padre, sarebbe questo secondo me il vero dispiacere”

“Si, ovvio…lascia stare”

Ce ne tornammo in albergo, lei avrebbe parlato con suo padre…io intanto avevo avuto un invito da Claudia a casa delle sue amiche, era ora cazzo, nessuno che si facesse vedere o sentire. 

Salutai Morena e le dissi di farsi sentire in qualsiasi momento, per qualsiasi cosa. Mi sistemai ed andai a casa dell’amica di Claudia.

Arrivato a casa dell’amica di Claudia mi aspettavo di passare una serata con quattro fighe più la mia amica, ma invece mi ritrovai in casa con quattro sfigate. Di tutte non ricordo neanche i nomi, mi ricordo solo di una certa Anna, bella cicciottella e due tettone pronte per asfissiare chiunque, ma per il resto un anonimato gruppo.

Ci sedemmo a mangiare e fortunatamente capitai con Anna al mio fianco per cui con la scusa del fare da galantuomo mi alzavo sempre io per prendere tutto l’occorrente per la mangiatona (per modo di dire) in modo da vedere dall’alto l’immensa distesa che proponeva Anna; anche se le altre aveva un fisico migliore di lei, era l’unica che per simpatia ma soprattutto per il suo davanzale, mi sarei tranquillamente fatto. Così cercai in tutti i modi di provocarla quando potevo sfiorandola, facendo il simpatico, urtandola quando potevo con il mio pacco…ma da parte sua nessuna risposta,per cui mi misi l’anima in pace e finita la cena mi sistemai sul divano con loro.

La vita universitaria è molto diversa da quella che uno si immagina, si pensa a feste in continuazione, uscite in discoteca o in centro a spendere e spandere…ma la vita era questa, mangiata semplice e tv tutti insieme per il doposerata, si usciva di venerdì, di sabato…ma poi era tutta casa e libri, come è giusto che sia tra l’altro.

Così nella noia più totale cercai il mio cellulare e vidi che da parte di Morena non c’era ancora nessun messaggio, pensai, ore le mando un sms, faccio vedere che mi interesso…ma il mio era un finto menefreghismo, alla ragazza ero interessato davvero, mi piaceva un sacco.

“More…come va?”

Dopo alcuni minuti ancora niente, pensai che stesse ancora parlando e mi concentrai sul film che avevano messo in streaming le amiche di Claudia, Anna era lontana da me, se l’avessi avuta al mio fianco magari sotto alla coperta qualcosa avrei potuto anche combinare…Neanche il tempo di finire il pensiero che una si alzò dicendo di esssere lontana dal termosifone e che voleva fare a cambio con qualcuna da quella parte, Anna così si alzò e venne vicino a me. Il mio socio, che è sempre stato un gran battagliero con le orecchie pronte a qualsiasi sintonia tettonesca, si mise in ordine e si irrigidì tutto.

Anna con un sorriso si sedette al mio fianco e spostata leggermente verso il lato opposto mi diede un quarto di culo appoggiato sulla mia gamba, con dei movimenti impercettibili che cercavo di fare anche quando si sistemava lei o le altre, cercai di schiaffare quanto più possibile sotto il suo culo la mia coscia, avrò guadagnato forse un paio di centimetri, ma vitali per quello che avevo in mente. Volevo una sega sotto la coperta.

Ad un certo punto infatti Anna si risistemò e nel farlo appoggio involontariamente la sua mano sul mio socio cercando un vero e proprio appoggio, quando sentì la forma del mio socio già duro si girò e mi guardò lentamente, le feci un impercettibile segno con la testa come per dire “vai avanti…” e lei sempre lentamente si girò non togliendo la mano; era immobile…così cominciai io a muovermi lentamente andando su e giù, sino a quando non cominciò anche lei a muovere la mano da sopra al pantalone, tre o quattro movimenti ed il mio socio era già pronto per la missione.

Da sotto la coperta allungai la mano per toccarle una tettona e dopo averla incontrata cominciai a massaggiarla piano piano…con estrema calma si girò un pochino verso di me in modo da facilitarmi il massaggio e riprese a grattarmi sul cazzo. Dopo qualche minuto avevo deciso che bastava, facendo finta di sistemarmi meglio la coperta mi sbottonai i pantaloni e lo liberai e glielo rimisi in mano, e di nuovo si bloccò.

Porca miseria, pure na deficiente mi sono scelto…ricominciai quindi il movimento su e giù sino a quando non riprese anche lei. Quella situazione era troppo eccitante così dopo alcuni minuti venni sulla coperta e sulla sua mano, lei si alzò ed andò in bagno per pulirsi, io richiusi tutto e sperai che quella coperta fosse andata direttamente nella lavatrice in serata.

Tornammo in albergo io e Claudia e ci mettemmo subito a letto.

Dopo poco mi arriva un messaggio di Morena:

“Ho appena finito di parlare con la mia matrigna…mi ha raccontato tutto, domattina parla con mio padre e va via lei di sua spontanea volontà”

“E tuo padre dove sta ora?”

“Giù a giocare a carte con altre persone”

“Dai Mo…raccontami tutto, se ti va (faccina con la lacrima sopra)”

“Allora…come ti avevo detto volevo parlare con mio padre ma dopo la cena si era già messo d’accordo con alcune persone per giocare e non mi andava, sembrava contento, così ho detto a “mia madre” di andare sopra che avremmo parlato un pò…siamo entrati in camera ed una volta sistemate le ho detto – So tutto…- lei imbarazzatissima – cosa dovresti sapere Morena?- io seria – so tutto…che tradisci mio padre e che lo fai anche con i miei ragazzi, lo so per certo e lo so perchè ti ho visto ieri ed oggi con il ragazzo della camera affianco (clamorosa bugia)”

“Che attrice che sei! (faccina curiosa) dai continua…”

“Lei si è messa a piangere, ha detto che non voleva che pensassi male ma andare con i giovani la faceva sentire giovane e cazzate varie…che voleva proteggermi…un mucchio di cazzate, giusto per dire qualcosa”

“Poverina…voleva sentirsi giovane…”

“Già…così le ho chiesto di raccontarmi tutto quello che non sapevo, tanto ormai la situazione era ben chiara, così lei inizialmente piangendo ha cominciato a raccontarmi un po’ di cose, che era stata con un paio di persone in palestra e che poi aveva cominciato ad appassionarsi ai miei ragazzi perché sempre giovani e pimpanti diceva lei…”

“Ti ha raccontato i particolari?”

“Si…”

“Ne vuoi parlare?”

“Non mi cambia nulla…se lo vuoi sapere chiedimelo e te lo racconterò…”

Stavo morendo dalla voglia di sapere tutto per cui cercai di farglielo dire di sua spontanea volontà:

“Non te lo chiederò per rispetto verso te ed i tuoi, se tu ne vuoi parlare perché vuoi sfogarti ok, parlane e ti ascolterò altrimenti parleremo d’altro…”

“Posso chiamarti?”

“Certo…”

Andai in bagno mi sistemai sul tappeto comodo ed aspettai la sua chiamata…

“Ma quanto sei bella?”

“Smettila…che bell’effetto sentirti al telefono..hai una voce molto forte, mi piace…”

“Ti saresti mai aspettata una vacanza del genere ed un’amicizia come la nostra?”

“Noi siamo amici?”

“A dir la verità non lo so…sono sincero, mi piaci, mi piaci tanto e lo sai…ma voglio che sia tutto naturale tra di noi…”

“Ok…sai che è tutto ricambiato da parte mia,e che mi piaci perché sai ascoltarmi, sai guardarmi e farmi godere!”

“Oooohhh…”

“Si…basta ora che mi sto facendo tutta rossa…allora, vuoi sapere cosa ha combinato in tutti questi anni quella gran troia?”

“Va bene…dimmi tutto…”

“Allora da dove comincio…mi ha detto che ha cominciato in palestra, c’era un tizio che la guardava sempre, che le faceva complimenti e lei giustamente si è sentita in diritto di mettere le corna a mio padre, lei non faceva nulla ma lui metteva sempre in risalto il suo cazzo, glielo faceva vedere con la tuta quanto era grande…”purtroppo tu – rivolta a me – non puoi capire queste cose, non mi sono più controllata”… inizialmente c’è stata solo qualche effusione, poi un bacio, poi una strusciata nel parcheggio della palestra e poi una sera hanno saltato la lezione direttamente e sono andati in una stradina abbandonata dove ha detto di aver visto il cazzo più grande che avesse mai visto e che non poteva lasciarlo stare, così se l’è scopato per qualche ora…e questo è il primo”
“Posso dire che troia?”

“No, perché non sai quello che mi ha raccontato dopo…”

“Ok procedi…”

“Dopo aver abbandonato il primo, dice che voleva mettere la testa a posto ma un ragazzo, sempre in palestra ha cominciato a fare apprezzamenti sulla sua bocca, che era bella carnosa, che moriva dalla voglia di baciarla, lei inzialmente ha cercato di resistere ma quando poi il ragazzo le ha detto che aveva una bocca da pompinara non ha più resistito…”Tu purtroppo – rivolta sempre a me – non puoi capire queste cose”…così una volta nel parcheggio per caso l’ha incontrato ed ha deciso di sua spontanea volontà di andare verso la macchina sua e quando lui ha aperto lo sportello lei si è subito abbassato ed ha liberato il suo uccello, perchè lo voleva. Ha cominciato a fargli un pompino così forte e bene -diceva lei- che il ragazzo dopo non ha potuto fare la lezione per quanto l’avesse spompato…ed era soddisfatta la troia…”

“Con i tuoi ex invece?”

” Ah…qui si fa tutto più interessante, tante cose che prima non sapevo…allora ti faccio uno schema al volo a mente: 

Primo ragazzo: la troia cominciò a squadrarlo come t’ho detto l’altra volta e vide che lui quando la vedeva si eccitava a morte, così ogni giorno lo chiamava per venire da noi anche prima che io arrivassi a casa e lo provocava in tutti i modi in modo che ad un certo punto se ne scappasse in bagno o a casa sua per far esplodere le sue palle,lo accarezzava, lo urtava, si metteva megliette scollate, faceva finta di raccogliere cose da terra pur di far vedere le tette ed il culo, e quello sfigato si segava e poi con me era spompato.

Secondo ragazzo: qui la troia poiché era più grande del primo ha cominciato ad osare di più, stranamente permise, anche contro la volontà di mio padre, di farlo venire a mare perché diceva che voleva conoscerlo meglio per il mio bene, così si faceva la doccia quando sapeva che c’era lui nei paraggi in modo che potesse vederla nuda, poi cominciò a farsi la doccia insieme, ( a mare devi sapere che abbiamo una casa con doccia sia interne che esterne grandi con le tende davanti )…le prime volte si eccitava solamente a guardare i costumi che si gionfiavano per lei…poi decise che era arrivato il momento di farsi toccare così con la scusa di farsi lavare la schiena o qualcos’altro si faceva toccare dallo sfigato, ed a volte ha anche aiutato il coglione a venire sotto la doccia…le sere spesso quando veniva a prendermi ed io non ero pronta lo portava fuori con la scusa di una sigaretta e nella penombra gli faceva una sega da sopra i pantaloni con la scusa che non poteva resistere a quella carne giovane ed inesperta.

Terzo ragazzo: era il militare… – “Quando l’ho visto in divisa è stato più forte di me, tu queste cose non le puoi capire” – e quindi cominciò a studiarlo per bene, quando la beccai io quella sera era praticamente una delle tante volte, era ormai abitudine che, quando era in licenza a casa nostra, si facesse accompagnare da lui in palestra ed una volta durante il tragitto non ha saputo resistergli e mentre lui guidava gli ha fatto un pompino, poi la seconda volta  è stato lui a volersi fermare e dirle – se vuoi un passaggio devi farmi un pompino ogni volta –  e lei a malincuore ha dovuto accettare…ed ogni volta arrivava da me e si addormentava..ed io pensavo inzialmente “cavolo quanto è dura la vita militare”…

Quarto ragazzo: l’apoteosi, te lo dico sinceramente ho fatto tutto quello che ho fatto con te perchè lo amavo e volevo che fosse soddisfatto con me…così mentre io ero più intraprendente mia “madre” lo sfiancava, mi ha raccontato che un giorno è venuto a casa ed ha detto – so quello che fai ai ragazzi di tua figlia, se vuoi che stia zitto abbassati e succhialo un po’ –  e lei giustamente ha dovuto sottostare a tale forza bruta ed ogni volta che erano soli era lui che le allungava le mani, che la faceva eccitare e lei non poteva farci nulla così è arrivata a fargli anche tre pompini in un giorno per la troppa voglia che gli aveva trasmesso, un giorno se ne sono andati da soli nella nostra casa a mare ed hanno scopato dalla mattina alla sera…- ti ricordi il giorno che non rispose per un giorno perché dormiva? l’avevo spompato io -…che troia che avevo dentro casa.

E questo è tutto mio caro…che ne pensi? “

“Penso che la tua matrigna abbia semplicemente voglia di scopare, punto. Che tu sia solo una scusa, che le piace stare con quelli più giovani perché la fanno sentire giovane, che non ha rispetto di tuo padre, per non parlare del fiore che ha dentro casa….”

“Oh…(faccia sicuramente rossa)”

“…e che sia una persona che è meglio perdere che trovare, domani cosa fa allora? Se ne va?”

“Si mi ha detto che domattina dirà a mio padre, che non sta bene con noi, che ha avuto delle storie in passato ma che non gli dirà che lo ha tradito con i miei ragazzi perché potrebbe sentirsi male se sa che io ho sofferto…che cercherà di farlo ragionare e fargli capire che è la scelta migliore per tutti…”

“Speriamo vada tutto bene…e quindi tu? te ne vai?”

“Non lo so…penso di andare da mia cugina qui a Lucca e stare un pò da lei sino a quando loro due non sistemeranno tutto”

“Si penso sia la scelta migliore…anche perché così possiamo vederci ancora…”

“Oh…ma di dove sei tu Fra?”

“Di un paese in provincia di Lecce, tu?”

“Un paese in provincia di Roma…”

“Che bella Roma…”

“Già…ma anche Lecce non è male”

“Eh già…ma Roma è Roma”

“Beh a questo punto preferisco Lucca”

“Bella anche Lucca, poi ci sono io ora (sorriso a sessantaquattro denti)…”

“Lucca è bella proprio per questo”

“Vorrei essere lì al tuo fianco per poter fare l’amore con te in questo momento”

“Lo vorrei anche io…ti auguro una serena notte”

“Dolce notte anche a te”.

 

La mattina successiva, come  mi svegliai mandai un messaggio a Morena per sapere se c’erano delle novità, e mi disse che stava scendendo per fare colazione perché la matrigna le aveva detto di lasciarli da soli. Così mi sistemai al volo ed andammo a mangiare giù; fette biscottate con marmellate per lei…per me l’impossibile, latte macchiato, caffè, fette biscottate, cornetto…

“Ma dove te le metti tutte ste cose?”

“C’è sempre spazio…”

Finita la colazione ce ne uscimmo, ci sembrava il caso visto che i “suoi” non le avevano ancora fatto sapere nulla; così andammo verso il centro, al parco, nelle viuzze caratteristiche di Lucca…sembravamo due fidanzatini che non perdevano mai occasione per baciarsi, ci stava venendo voglia così le dissi di andare in un bar e cercare un bagno, dove poi saremmo entrati insieme.

“Scusi il bagno?”

“Giù, dalle scale qui affianco”

Magnifico, pensai. Scendemmo giù e ci dirigemmo verso le due entrate, un’occhiata furtiva e dopo aver controllato che non ci fosse nessuno entrammo in una cabina del bagno degli uomini e ci cominciammo subito a baciare, la mia mano non perse tempo ed andò subito a prenderle la patatina in mano, grazie ai leggins fu facilissimo, una patatina magnifica che già cominciava ad inumidirsi, mi venne una voglia irrefrenabile di leccargliela, guardai un pò per terra ma la situazione era davvero pietosa e le dissi:

“Vorrei leccartela…(le leccavo la bocca intanto) ma non posso scendere più giù di così altrimenti mi sento male…”

“L’avevo capito che stavi guardando per quello…non preoccuparti…”

Riprendemmo a baciarci e limonare con le nostre mani che trafficavano ormai ovunque, le misi la mano dentro i leggins e da sopra le mutande cominciai a toccarla sempre di più e lei ansimava di brutto…mi mise così la mano dentro i miei pantaloni ed incominciò anche lei a massaggiarmi l’uccello da sopra le mutande, brevi movimenti sapienti che mi stavano facendo morire.

Le aprì la camicetta che aveva e cominciai a leccargli le sue belle tettone, le sfilai leggermente il reggiseno e cominciai a succhiare il suo capezzolo piccolo e bellissimo, mi alzai così per baciarla quando sentì un rumore di un secchio appoggiato per terra…

Cazzo.

“C’è nessuno? Dovrei pulire…”

Cominciammo a ridere, le dissi di aspettare ormai e che saremmo usciti una volta asciugato o quando se ne sarebbe andata la tipa delle pulizie, ma lei disse:

“No usciamo ora…così vediamo che faccia che fa quando ci vede uscire insieme…”

Era una pazza.

Uscimmo così dal bagnetto e cominciammo a risistemarci, la tipa con una sguardo meravigliato ma forse abituato ci fece segno con la mano di passare ed ondeggiò la testa, noi divertiti ce ne uscimmo.

Decidemmo così di andare a mangiare un trancio di pizza al volo, orvviamente avevo già cercato di allontanarmi quanto più possibile dalla zona “Viola”…a proposito, chissà che stava combinando quella grandissima tettona…

Cominciai a pensare a lei e alle sue grandi tettone, ma ciò non aiutò molto il mio socio, ormai sul punto di bucare i miei pantaloni per uscire fuori…mangiammo il pezzo di pizza e ci dirigemmo verso il parco per stare un po’ al sole e fumarci una sigaretta quando la chiamò il padre, – vieni, le disse, che dobbiamo parlare – sapevamo ovviamente quale fosse l’argomento infatti lei mi disse:

“Ci siamo, speriamo sia una cosa tranquilla, se tranquilla si può definire…ora, conoscendo mio padre, con la sua calma emblematica, mi dirà che con la “mamma” le cose non vanno bene, e che per il bene di noi è meglio se ci prendiamo qualche giorno per pensarci…magari potresti rimanere da tua cugina qui a Lucca, poi con il tempo tutto si sistemerà, eccetera eccetera…vieni con me?”

In quel momento pensai…beh, quasi quasi faccio una capatina da Viola a questo punto, altrimenti me la perdo di sicuro…

“No Morena…forse è meglio se vai sola, magari stanno giù dall’albergo, ci vedono arrivare o scendere insieme…magari la matrigna da di matto e racconta qualcos’altro…meglio di no…che ne dici?”

“Forse hai ragione, ci sentiamo dopo…”

Mi diede un bacio e se ne andò.

Chiamai immediatamente Viola:

“Buongiorno…anzi buon pomeriggio”

“Ehi…finalmente…dove sei? perché mi hai chiamato?”

“Ti pensavo…”

Nel frattempo cominciai ad andare verso casa sua…

“Ah mi pensavi…mi fa piacere”

“E tu mi hai pensato in questi giorni?”

“Si, ti ho pensato…mi è dispiaciuto molto non poter stare con te più tempo…”

“Devi vedere quanto è dispiaciuto a me…”

“Si certo…lo sappiamo perché ti è dispiaciuto, aspetta un attimo che metto i panni nella lavatrice…dai dimmi, perché ti è dispiaciuto?”

“No no…lascia stare, te l’ho detto che mi piaci…avrei potuto forzarti un po’ visto che ero a casa tua…avrei potuto fare chissà che, ma invece non ho fatto nulla, ho ascoltato le tue parole…e me ne sono andato”

“Si diciamo che può essere vero…ma tu sei un bel furfante…la tua faccia da brava ragazzo non mi prende in giro, i tipi come te sono sempre tutti gentili e premurosi e poi sono i peggiori stronzi…”

“Ma io non ho fatto ancora nulla, perché mi dici stronzo?”

“Perché ti conosco…”

“Troppo semplice parlare per luoghi comuni…”

“Ma quali luoghi comuni…siete tutti uguali voi uomini, è inutile che fate i bravi ragazzi davanti a noi fanciulle, poi quando siete soli siete i peggiori stronzi…”

Nel frattempo mi ricordavo la via ma non il numero preciso, e non potendo controllare il numero sul suo sms, mi ricordai della scritta “Viola latettona” sotto il suo campanello, così andai verso la zona che ricordavo e trovai la scritta e suonai…

“Aspetta un attimo che hanno suonato…”

“Ok…”

“Chi è?”

“Io”

“Oddio che stronzo!”

Aprì ed entrai, mi aprì e mi salutò con un bacio sulla guancia:

“Ma da quanto tempo sei qui?”

“No no sono arrivato ora davvero…”

“Ma non sei più partito?”

“No, dovevo rivederti…”

“Eccolo il piacione…mmmm, dai come mai sei ancora qui?”
“Sono riuscito a prendermi alcuni giorni in più a lavoro (clamorosa bugia), in questi giorni ho dovuto aiutare alcune mie amiche per un trasloco (altra clamorosa bugia) ed appena mi sono liberato sono venuto qui da te…”

“Sei proprio incredibile…”

Mi baciò lei, cominciammo a limonare di brutto, le chiesi dove fosse la sua camera e mi prese per mano e mi condusse sul suo letto.

Ci sedemmo e mi disse:

“Perché mi piaci secondo te?”

“Non saprei…il sorriso?”

“Anche…”

“Non so…il fisico?”

“Si…ma c’è altro?”

“(Il cazzo pensai?) Non so…i miei modi di fare?”

“No perché si vede che sei una grande stronzo e quando mi guardi mi desideri…”

Mi baciò nuovamente e cominciammo a spogliarci, l’apoggiai sul letto e cominciammo a muoverci uno sopra l’altro, nel frattempo massaggiavo quella grande tettona da sopra al reggiseno sino a quando non la liberai, un’immensa quinta, presi a leccare due capezzoloni all’interno di due aureole marroni scure, spostai la testa sotto e cominciai a succhiarle tutto quel ben di Dio…e lei miagolava dal piacere, mi massaggiava la testa e me la spingeva contro il suo seno; mi volle sopra per baciarla e cominciai a toccarle il fiore e massaggiare quell’enorme patatina, volevo farla godere tantissimo così le sfilai la tuta e cominciai a leccarle le mutande.

Ormai era andata, gliele tolsi e presi a succhiarla e leccarla, cercavo di arrivare sino al suo culo e risalire, spingevo la lingua sempre più dentro, le facevo uscire il clitoride e lo succhiavo avidamente…sino a quando venne sul lenzuolo, io spostai leggermente e mi misi sopra con la mia lingua che leccava la sua patatina superiore così le sue grida furono magnifiche, veniva e continuava a godere spostandomi la testa da una parte all’altra della sua patatina per godere di più.

Quando finì mi alzai e spingendomi contro il cuscino cominciò a baciarmi i capezzoli…perfetto, mi misi le mani dietro la testa e mi dissi – vediamo i pompini di Viola ora…- ma arrivata allo stomaco, prese solo a masturbarmi l’uccello, mi guardava ansimare ed avvitava sempre di più il mio socio, ad un certo punto si sedette per stare più comoda e sputò sull’uccello e poi l’apoteosi…se lo mise in mezzo a quei due meloni e cominciò a massaggiarmelo, anche questa volta non arrivai neanche a venti secondi che esplosi in mezzo a quella morbidezza assoluta.

“Ehi…di già? Ti faccio tutto questo effetto?”

“Ah…che spettacolo che sei…”

Si pulì e si sistemò sul mio petto…

“Aspetta un po’, il tempo di riprendermi un attimo…”

“Non preoccuparti…sono un po’ stanca anche io…”

Dopo qualche minuto cominciai a sentire la presenza di quei due grossi meloni sul mio petto ed il mio socio riprese vigore, lei si girò di scatto per dirmi qualcosa ma io avevo già spinto la mia testa per cominciarla a baciare.

Mi misi subito sopra di lei e cominciai a spungerle il cazzo contro la sua patatina, non vidi resistenza per cui, dopo alcuni affondi a vuoto entrai…

Un lago di fuoco, resistenza zero, era perfetta, cominciammo a godere ed ad urlare entrambi, le sue grida erano magnifiche, andammo su e giù per un pò sino a quando non me la misi sopra, le posizionai nuovamente l’uccello dentro ed affondai la mia testa in quelle grandi tettone, cominciammo a viaggiare per parecchio tempo sino a quando non la sentì urlare più forte e tremare, perfetto l’avevo già fatta venire un’altra volta…la spostai quindi sul letto e la feci mettere supina, mi posizionai sopra e cominciai a penetrarla così, questa posizione è pericolosa, se non stai attento vieini in poco tempo…ma io volevo rivenire o in mezzo a quelle tettone o nella sua bocca, così cercai di pensare a tante cose.

La feci alzare e cominciai una fantastica pecorina, le presi le tettone tra le mani e provai a spingere un po’ di più, le sue urla erano davvero il massimo…stavo per venire così mi appoggiai sulla sue schiena e cominciai a leccarla tutta, la schiena, il collo, le orecchie, cercando sempre di non perdere l’equilibrio mantenendomi a quelle tettone; sfilai quindi il socio e la feci girare, cercai di mettermi in mezzo a quelle montagne ma lei mi disse:
“Vieni così ma guai a te se mi vieni in faccia…”

“Non preoccuparti…” le dissi…volevo venirle in bocca ma non avevo ancora capito se le piacesse o meno così le dissi:

“Puoi bagnarlo un po’ che è secco…” (ovviamente era una scusa)

“Se vuoi ti sputo sopra, ma non voglio prenderlo in bocca…non mi piace…”

Cazzo…peccato…sarebbe stata da lode…

Così lo rimisi in mezzo e cominciai a scoparla in mezzo alle sue grandi tette, dopo poco venni sul suo collo con lei che aveva alzato la testa per paura…

Distrutto mi misi al suo fianco e forse per alcuni minuti mi addormentai pure…nel dormiveglia mi ricordai di Morena, chissà come erano andate le cose…così mentre Viola era da qualche parte, forse in bagno, mi alzai per prendere il telefonino dal giubbetto a terra, trovai alcuni messaggi.

Nel frattempo entrò Viola che mi disse:

“Alzati che deve venire mia cugina, sistemati”

“Ok…”

Ripresi a leggere i messaggi e c’era scritto che come mi aveva anticipato prima i “suoi” stavano tornando a casa perché la sua “matrigna” aveva sputato tutto fuori e che per lei era meglio rimanere un po’ a Lucca da sua cugina, in modo che le cose le sistemassero loro due da soli…va bene pensai, meglio così per lei…

Mi alzai quindi e cominciai a recuperare i miei indumenti, mi stavo mettendo le mutande quando suonarono al citofono.

Cazzo, cominciai a fare tutto di fretta ed uscì dalla camera ed andai verso il soggiorno aggiustandomi i bottoni nei pantaloni.

“Dai che è arrivata mia cugina Morena”

“Chi?”

La porta si aprì e davanti a noi apparve una meravigliosa ragazza, una ragazza che mi fece sciogliere il cuore, una ragazza splendente, magnifica, bellissima…mi apparve Morena.

Guardò prima sua cugina Viola impercettibilmente e poi si girò verso di me…il suo principio di sorriso non c’era più.

“Che ci fai tu qui…” chiese Morena…

“Oddio voi due vi conoscete?” chiese Viola…

Il suo viso era bellissimo, ma tristissimo, sarei voluto morire in quel momento, era visibilmente triste e delusa, non sapevo cosa avrei potuto dirle per risolevvarsi un po’:

“Sono un amico di Viola…” le dissi..

“Amico di Viola? Come sei amico mio?” e mi venne incontro…

“Rispondi! Come amico mio?” e cominciò a tirarmi pugni sul petto ed a piangere, sarei voluto morire, mi vennero gli occhi lucidi.

“Dai Morena…non sapevo fosse tua cugina, è stato un incredibile equivoco, una casualità…”

“Una casualità? Oh che povera illusa che sono, povera me…ed io che credevo fossi diverso da tutti gli altri…” e piangeva…

Viola bloccata anche lei disse: “Vi lascio soli ragazzi…”

“Aspetta Viò, cosa ci hai fatto con questo stronzo?” chiese Morena

“Eh…siamo stati insieme”

“Cioè avete scopato?”

“Si…”

“Che stronzo, sei proprio un gran figlio di puxxana, sei veramente un emerito coglione, mi fai schifo…”

Io non potevo dire nulla, volevo farla sfogare e farla piangere e basta.

“Sei venuto da me…mi hai illusa…mio caro amico…ti ascolto…voglio fare l’amore con te…ti confido i miei segreti…cazzo, passo una vacanza di merxa e tu mi fai pure questo?”

Io ero sempre immobile con gli occhi lucidi.

“Me ne torno in albergo, magari i miei sono ancora lì, preferisco stare con loro che qui” e sbattè la porta.

Mi accasciai sul divano del soggiorno e mi misi le mani nei capelli…che stronzo davvero, mi ero innamorato di Morena ma appena c’era stata l’occasione di stare con Viola non c’aveva pensato un secondo di più. Mi alzai di corsa e corsi a fermarla, ma la situazione peggiorò perché cominciò a gridare sul pianerottolo, cercai di abbracciarla e farla rientrare ma gridava e piangeva così forte che riuscì a scappare in mezzo alla strada.

“Sparisci” gridò…

Salì sopra e raccontai un po’ tutto quello che era successo in questi giorni, della situazione familiare di Morena e tutto il resto, inizialmente sembrava contrariata ma poi alla fine concluse:
“Ascolta…risolvi quanto prima con Morena perché non voglio avere problemi con lei…”

“Non credo Viola che abbia avuto risentimenti nei tuoi confronti, alla fine tu non sapevi nulla…la colpa è mia, punto.”

Le dissi che sarei partito il giorno dopo e lei si offrì di accompagnarci,a me e a Claudia, con la sua auto alla stazione, così ci salutammo e mogio mogio me ne tornai verso l’albergo.

Sul bus incontrai Claudia ed Anna (oddio pensai…ora vedi…), stavano andando tutte e due in albergo perché Anna era rimasta da sola per cui dormiva da noi:

“Come da sola?” Chiesi io

“Si…una sta con il ragazzo con la febbre a letto, due sono tornate nel loro paese ed Anna non voleva restare sola, così l’ho invitata da noi per una notte…ti fa problemi questa cosa?”

“Assolutamente no” risposi… e Claudia mi fece l’occhiolino…ecco questa sa tutto pensai.

Mentre eravamo sul bus, strapieno, Anna cominciò ad avvicinarsi sempre di più, sino ad appoggiarmi praticamente il suo culo sul mio socio, ecco e ti pareva pensai. Mi girai dall’altra parte, non avevo proprio voglia di fare niente.

Arrivati in albergo con una scusa rimasi un po’ giù salvo risalire dopo alcuni minuti, così mi avvicinai alla porta della camera di Morena, ma non sentivo nulla…mi feci coraggio e bussai…nulla, perfetto pensai, sono partiti. Provai a chiamare Morena, ma non mi rispondeva, provai un’altra volta…le scrissi che le volevo parlare, che mi dispiace, che era stato un equivoco, che avevo sbagliato e lei dopo un po’ mi scrisse:
“Sparisci”

Doccia gelata.

Tornai in camera e preparammo i bagagli per la mattina dopo, dopo la cena ci mettemmo a letto ed ovviamente Anna si mise in mezzo a me e Claudia, ahia pensai…

Dopo un po’ Claudia cominciò a dormire ed Anna si girò verso di me e mi disse:

“Ti voglio…”

“Guarda Anna non ci sto proprio con la testa oggi…per favore…”

“Voglio far l’amore con te…”

“Ma come far l’amore ma che dici? dai per favore…lasciami stare…”

Ma neanche per sogno…

“Posso dormire almeno sulla tua pancia?” mi chiese…

“Va bene” dissi io, e così si mise con la testa sulla mia pancia e si posizionò perfettamente sul mio ombelico, cominciò quindi a muoversi piano piano ed a urtarmi con le tettone, poi sfiorava la mia coscia con la mano…insomma, cominciò a fare quello che aveva in mente da un po’, il mio socio non se lo fece ripetere due volte e si eresse a paladino della giustizia, dopo altri momenti di strofinate e movimenti di tetta sulla coscia il mio socio arrivò perfettamente alla sua bocca che aprì e cominciò a leccare.

“Anna…per favore…lasciami stare…”

Non ero convinto neanche io delle mie parole.

“Voglio farti venire” disse lei…”Sei pensieroso…magari ti aiuto”

E cominciò a leccare e succhiare. cominciai ad ansimare io e mi chiedo come Claudia non abbia sentito nulla tra l’altro, leccava e succhiava e se lo avvitava in bocca, era brava, non eccezionale ma brava, leccava sempre la cappella e la succhiava, ad un certo punto le spinsi la testa un po’ giù e le venni in bocca.

Dopo averlo preso tutto si alzò, nella penombra vidi che l’aveva subito ingoiato e poi si rimise al mio fianco, mi diede un bacio sulla guancia e mi disse:

“Se stanotte cambi idea svegliami…”

E si girò…

Ma vedi questa pensai…

La mattina ci alzammo e quando venne Viola scendemmo con i bagagli, salì un’ultima volta sopra per bussare alla camera di Morena ma non aprì nessuno; così scesi, salutammo Anna e ci dirigemmo alla stazione.

Viola per strada mi disse che si era sentita con Morena, mi aveva consigliato di lasciarla stare per un po’…che poi le sarebbe passato, che era normale, che si era innamorata e che aveva avuto ragione lei:

“Cioè?” chiesi io

“Che sei uno stronzo, con la faccia da bravo ragazzo, ma sei uno stronzo…”

Claudia scoppiò a ridere.

Arrivati alla stazione sistemammo tutto e dopo averla abbracciata per bene le dissi di scrivermi tutti i suoi contatti su un foglietto o di mandarmi un sms con mail e contatto facebook, oltre al telefono che già avevo, perché volevo essere aggiornato su Morena, visto che lei non mi rispondeva più.

Ok rispose lei, ci salutammo di nuovo e salimmo, con Claudia, sull’Eurostar.

Dopo alcuni minuti mi arrivò un sms:

Mail: Viola86win@hotmail.com

Facebook: Viola Latettona

 

Cominciai a ridere da solo per una buona parte del viaggio.

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