Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Virginia e il tecnico informatico

By 20 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Virginia contattò l’assistenza informatica della propria azienda per segnalare che il proprio pc portatile non si avviava più mostrando all’avvio degli errori relativi alla mancanza di file di sistema necessari per il corretto utilizzo del pc.
Venni quindi ingaggiato per una verifica onsite presso di lei; cominciai con il contattarla telefonicamente per chiederle dove si trovasse.
Inizialmente la sua voce non mi fece granché impressione, anzi tutt’altro; era una voce calda che poteva certo risultare anche sensuale se non fosse stato per l’atteggiamento da svampita che mostrava al telefono, come se fosse scocciata che le fosse accaduto questo problema e che io, in rappresentanza della parte informatica, ne fossi la causa.
Una volta capito dove fosse posizionata mi recai quindi da lei; bussai alla porta dell’ufficio ed entrai. ‘Virginia?’, chiesi, dal momento che l’ufficio conteneva quattro ragazze ed un ragazzino, probabilmente uno stagista visto la giovane età, dubito infatti avesse più di 18 anni.
‘E’ questo catorcio, non parte più’, rispose Virginia infastidita senza nemmeno degnarmi di un saluto mostrando subito un arrogante atteggiamento di superiorità.
Tra le donne presenti in ufficio Virginia era sicuramente la più giovane e la più bella; la mia prima impressione sulla sua età, 25 anni, fu confermata successivamente quando spulciai sul suo desktop il file che conteneva la sua carta d’identità.
Era un tipico esempio di ragazza mediterranea, abbronzata, seno prosperoso, capelli lisci castani.
Aveva le sopracciglia ritoccate a matita nera, occhi color nocciola, labbra che trasmettevano morbidezza solo a guardarle, denti bianchissimi; praticamente bastarono pochi secondi per innamorarmi di lei, ed il suo atteggiamento da stronza la rendeva probabilmente ancora più attraente.
Era evidente che sapeva bene di essere un gran figa e che pertanto si sentisse autorizzata a credersi superiore rispetto a me nonostante avessi qualche anno in più di lei.
Diedi un’occhiata al pc, anche se l’occhio a dire il vero mi cadeva continuamente sulla signorina che rimase seduta al mio fianco; indossava un vestitino abbastanza scollato da permettermi di intravedere il suo meraviglioso seno. Inoltre il vestitino era abbastanza corto da permetterle di dare sfoggio alle sue altrettanto meravigliose cosce; per concludere, indossava un paio di scarpe con il tacco che lasciavano in vista i suoi dolci piedini con le unghie smaltate di rosso.
Mi chiesi subito come facesse il ragazzino seduto alla scrivania di fronte a lei a prestare attenzione al suo lavoro con un pezzo di figa del genere davanti; era abbastanza scontato che il suo contratto da stagista non sarebbe stato rinnovato alla scadenza.
Pensai anche che probabilmente Virginia era così troia da farlo apposta a vestirsi in quel modo per far impazzire il ragazzo di fronte a lei, costringendolo ad alzarsi per andare in bagno non so quante volte; per giunta, dalla posizione del ragazzo, non era difficile vedere ciò che si celasse sotto il vestito di Virginia, scoprendo se indossasse le mutandine, cosa su cui personalmente non avrei scommesso un solo euro.
Il problema del pc era effettivamente relativo alla mancanza di alcuni file di sistema necessari al corretto avvio e utilizzo dello stesso; dopo le classiche domande di rito, ovvero se aveva già provato a riavviarlo e se lo avesse spento correttamente la sera prima, le dissi che avrei dovuto ritirarlo per verificarlo nel mio ufficio.
Lei sbuffò scontenta ma capì suo malincuore che non aveva alternative; le dissi inoltre che probabilmente avrei dovuto rifare la macchina e che pertanto mi ci sarebbe voluta tutta la giornata.
Virginia sbuffò di nuovo; ‘cazzo!’, esclamò battendo leggermente il pugno sul tavolo.
‘E’ proprio quello che vorrei metterti in bocca, arrogante puttana’, &egrave ciò che pensai immediatamente io ma che per ovvie ragioni non dissi.
La ragazza chiese ad una collega se potesse pensarci lei a proseguire l’attività che evidentemente stava seguendo Virginia e una volta avuta conferma disse che potevo ritirare il pc.
Staccai quindi la cavetteria, ritirai il portatile e mi avviai all’uscita per recarmi nel mio ufficio.
‘Non &egrave che perdo i dati, vero?’, chiese la ragazza preoccupata prima che me ne andai.
‘Faccio una copia del disco appena arrivo in ufficio, non preoccuparti, non perderai nulla’a meno che il disco sia danneggiato, ma non credo lo sia’, replicai.
‘Mi raccomando’ho quintali di lavoro su quel pc’, disse ancora lei come se dipendesse da me il fatto che il disco fosse danneggiato o meno.
Uscii dall’ufficio e mi chiusi la porta alle spalle; ‘la prossima volta mettitele nella figa le mani se il pc non lo sai usare’, pensai di nuovo tra me e me avviandomi verso l’ufficio.
Arrivato nel mio ufficio aprii il computer e ne estrassi il disco, quindi collegai un apposito strumento per il travaso di tutti i dati.
Virginia non mentiva quando aveva detto di avere quintali di lavoro salvati sopra di esso, tanto che solo la copia dei dati impiegò poco meno di due ore.
Una volta terminata la copia, reinstallai il sistema operativo sulla macchina e la feci ripartire come nuova.
Dopo averla riconfigurata con l’utenza di Virginia fu il momento di travasare di nuovo i dati sul pc.
Il travaso impiegò nuovamente due ore circa che utilizzai per occuparmi di altro. Buttando però un occhio al pc per vedere come procedeva la copia, notai che il processo di copia spesso si interrompeva in quanto il sistema stava copiando video di grosse dimensioni; in particolare notai che la cartella ‘PERSONALI’, una sottocartella della cartella documenti, ne conteneva parecchi ed era quella i cui file all’interno impiegavano più tempo ad essere trasferiti.
In qualità di tecnico informatico sapevo per esperienza che molti utenti sul proprio pc aziendale avevano una cartella spesso nominata nello stesso modo, oppure con il proprio nome, che frequentemente conteneva file che in realtà poco c’entravano con il loro lavoro; foto e video delle vacanze, dei propri figli, oppure documenti contenenti dati personali che solitamente poco mi importava di andare a spulciare.
Virgina però mi eccitava da morire; ‘guarda un po’ la troietta, si sarà caricata tutto il film delle vacanze al mare sul pc aziendale, altro che quintali di lavoro’, fu la prima cosa che sussurrai tra me e me mentre osservavo la copia.
Sperai che il processo terminasse velocemente perché non vedevo l’ora di andare a sbirciare in quella cartella sperando magari di trovarci qualche foto di Virginia in costume o in qualche posa provocante; ho sempre pensato che il tecnico informatico al giorno d’oggi &egrave una professione poco riconosciuta ed apprezzata, pertanto non vedo perché almeno non prendersi qualche contentino personale guardando e magari copiandosi un paio di foto di una bella ragazza.
La copia dei dati finalmente terminò; erano circa le 16 ed il pc era praticamente pronto per la riconsegna.
‘Facciamo un controllino per vedere se ci sono tutti i dati, non vorrei consegnarglielo incompleto’, pensai beffardamente facendo subito clic sulla cartella documenti.
Per trovare la cartella ‘PERSONALI’ sul pc dovetti abilitare la visualizzazione delle cartelle nascoste; ciò significa che Virginia l’aveva impostata come tale e mi diede ancora più speranza di trovare qualche immagine o video compromettente.
A dire il vero molti utenti la impostavano come nascosta semplicemente perché non conteneva materiale lavorativo ed erano restii a far scoprire che appoggiavano sul pc aziendale dei file personali che nulla avevano a che fare con il lavoro.
Questa volta però con Virginia feci decisamente tombola.
La cartella in questione infatti conteneva una marea di sottocartelle che contenevano a loro volta centinaia di foto e video; alcune cartelle avevano i nomi di posti di capitali europee, posti di mare e di montagna e non mi fu difficile intuire che si trattasse di foto relative alle sua vacanze.
Non avendo molto tempo evitai di prendere in considerazione le cartelle con posti di montagna, visto che dubitai subito di trovarci foto particolarmente eccitanti di Virginia poco vestita.
Spulciai invece le località di mare e qualche foto della bella Virginia in costume la trovai eccome.
Rimasi circa mezz’ora a guardare foto della ragazza prendere il sole in spiaggia con costumini da capogiro e tette che sembravano esplodere sotto il due pezzi.
Alcune foto sembravano essere state fatte apposta per mettere in mostra il suo lato B da urlo; molte erano in compagnia di quello che doveva essere il suo ragazzo, vista la presenza di svariate foto dove i due si baciavano.
Fui decisamente soddisfatto e mi salvai una decina di foto da tenere per me; aprii anche qualche video ma non li trovai granché interessanti.
Alcuni erano stati girati al ristorante, alcuni in spiaggia, ma comunque nulla di particolarmente rilevante che mi importasse tenere oltre alle foto che già avevo preso.
Erano circa le 17 quando, intenzionato a riportare il pc alla ragazza, notai una sottocartella a cui non avevo fatto caso prima.
Si chiamava ‘VIRGINIA’ ed era in fondo, l’ultima cartella.
Quando la aprii notai la presenza di numerose altre sottocartelle, tutte nominate in modo strano oppure con delle date, come se fosse un nome assegnato in automatico dal dispositivo con cui erano state scattate.
Aprendone una a caso non potei che rimanere a bocca aperta di fronte a quello che ne trovai all’interno.

Leave a Reply