Skip to main content
Racconti Erotici Etero

voglia proibita di un poliziotto

By 13 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Si: era veramente una stupenda mulatta.
lui era all’ufficio rinnovo visti e ne vedeva spesso di ragazze, sopratutto di ragazze tutto fare.
Normalmente non alzava neanche lo sguardo, ma questa aveva un qualcosa di speciale.
Forse era l’aria fiera del viso, o le lunghe gambe affusolate che scomparivano sotto una gonna fiorita, o il seno prosperoso che svettava, ma più probabilmente quello che l’aveva colpito era il suo sedere, tipico delle mulatte africane, esagerato al confronto del corpo ben fatto.
Subito il suo pensiero si era perso dentro quelle natiche, aveva cominciato a fantasticare di come sarebbe stato prenderla in quel modo, entrare in quella soffice carne.
I suoi colleghi gli dicevano sempre che le mulatte lo facevano con piacere, che per loro era normale farsi scopare anche dietro.
Lui ascoltava e rideva, ma il discorso finiva sempre lì.
Venne riportato alla realtà dalla sua voce,
“Avrei bisogno di rinnovare il visto”
Aveva una voce calda, sexy, roca.
Si: quella ragazza era molto sensuale.
Prese il documento in mano, aveva un nome impossibile da leggere, venticinque anni, non sposata, con il visto giò scaduto.
“Signorina lei dovrebbe essere espulsa! il visto &egrave già scaduto”
Il suo viso prende un colore cinereo, balbetta parole indescrivibili poi dice
“Non posso tornare nel mio paese, vi prego,aiutatemi”
Io vedo la disperazione di quella ragazza, cerco di essere gentile, rispondo che &egrave troppo tardi, lei mi guarda e mi dice
“Sono disperata, ti prego aiutami, sono disposta a tutto”
Quella frase mi gira nella testa, sono una persona corretta, almeno sino ad oggi, ma quel sedere mi fà cadere in tentazioni che non dovrei, così prendo il coraggio che prendono i vigliacchi quando sanno che chi hanno di fronte non si può difendere e gli lancio una proposta che stento a credere abbia pronunciato io;
“Senti l’unico modo &egrave falsificare le date, capisci che &egrave un rischio pazzesco, io potrei farlo,ma voglio in cambio il tuo culo.
Mentre mi do del bastardo per la mia richiesta, vedo lei che annuisce con la testa, non dice niente, annuisce e basta.
Le chiedo di seguirmi, la porto nello sgabuzzino degli interrogatori, un posto fatto apposta per non fare sentire rumori, la faccio entrare, chiudo la porta e la faccio avvicinare al tavolo che si trova al centro della stanza: ormai ho deciso, ho passato il limite dell’onore, la voglio; così la faccio piegare con le mani e aprire le bellissime gambe.
La scena che vedo &egrave incredibilmente eccitante, il suo sedere esagerato &egrave coperto da un vestito leggero che lascia trapelare le forme, mi avvicino, le metto le mani sul sedere e comincio a accarezzare la sua carne, carne solida pur in quella grandiosità.
Sento l’odore della sua pelle, più acre di quella delle bianche, vedo delle gocce di sudore imperlarle la fronte, le alzo il vestito e le faccio sfilare lo slip.
La guardo adesso che &egrave nuda,un folto pelo nero le copre il pube, non &egrave curata come molte donne bianche amano fare, ma a me eccita un casino quella mulatta, le divarico le natiche e guardo quello che sarà il mio trofeo.
Un piccolo foro, un poco rosso nei bordi,si vede che non &egrave vergine, non me lo aspettavo neanche.
Con la mano accarezzo la sua fica, la sento asciutta, metto due dita dentro e comincio a muovermi per bagnarla un poco, lei geme appena quando mi introduco in lei, poi, piano la sua vagina comincia a bagnarsi, io continuo a spingermi in lei…le dita si bagnano, allora esco e comincio a strofinarle sul suo orifizio, anche lì mi spingo dentro con le dita mentre mi slaccio i calzoni e faccio scendere gli slip.
I gemiti e il movimento che fà all’intrusione delle dita mi conferma che per lei non sarà una cosa piacevole, ma ormai conta solo il mio piacere e così mi avvicino con la mia cappella e levo le dita.
Il foro &egrave solo leggermente dilatato e già comincia a restringersi, guardo quel culo che mi porterà alla perdizione, poi, metto le mani sui fianchi della ragazza, la faccio piegare fino a che i suoi seni sono a contatto col tavolo,infine, comincio a spingermi dentro il suo stupendo sedere.
La cappella entra a fatica mentre le natiche mi avvolgono completamente, il suo contrarre mi fa ancora più eccitare, come il suo gemito, ma &egrave troppo asciutta.
Mi guardo attorno e vedo l’olio di ricino che a volte usiamo per diversi motivi che non sto a spiegare, le dico di non muoversi, esco da lei, prendo la bottiglia di plastica, ne verso un poco in un bicchiere, poi, ci bagno la mano e mi lubrifico bene il cazzo, ribagno le dita e vado verso la ragazza , le dita spariscono facilmente dentro di lei, le faccio lo stesso massaggio che ho fatto al mio sesso, esco e questa volta spingo la mia cappella con sicurezza.
Il risucchio che sento e il gemito che segue, questa volta più forte, mi confermano che il mio cazzo a aperto la sua strada, metto le mani sulle sue spalle e comincio a spingermi dentro ancora di più.
Le sue natiche enormi mi nascondono la visuale, ma il tocco delle mie palle sulla sua carne, mi conferma che sono completamente dentro di lei, le mani scendono a tenerle le natiche larghe, guardo estasiato il mio sesso sparire dentro la sua carne, sento lo stretto del suo cunicolo adattarsi alle mie misure, adesso mi spingo deciso con stoccate secche: lo vedo entrare, sparire tutto, poi, lo vedo fuori, guardo quel culo così pieno, con l’orifizio più largo del normale e subito mi viene la voglia di rientrare in lei.
Mi infilo tra le sue natiche e ricomincio a scopare quel culo fantastico.
Lei adesso segue i miei colpi, il sudore sulla schiena &egrave aumentato, io mi appoggio completamente a lei, il mio corpo si unisce e forma una unica persona, il mio cazzo ha adesso il suo spazio, il foro si &egrave adattato e io sento il mio piacere crescere.
Sono molto vicino, le mani le tengono larghe le natiche mentre do i colpi finali che ni portano all’apice del mio godere.
Sento gli schizzi del mio sperma lasciare il mio cazzo e scaldare il suo intestino, le mie grida di piacere sono soffocate dalle pareti insonore, mentre la mia anima si ribella a quello che ho fatto: esco da lei e vergognandomi, cerco le parole per quel misfatto.
Sono ancora lì che penso al casino che ho fatto, quando sento la sua voce che dice;
“Se sapevo che per fare una buona scopata dovevo rifare il visto, sarei venuta sicuramente prima.”
Sto ancora cercando di riprendermi da quelle parole che lei si veste, si gira e mi dice
“Mi raccomando il visto”
e uscendo dalla porta mi lascia a riflettere su quanto io conosco poco le donne…

per discussioni
fantasypervoi@libero.it-

Leave a Reply