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Racconti Erotici Etero

Weekend in montagna

By 4 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Come tutti gli anni avendo acquistato una casa nelle Dolomiti passo tutti i miei weekend invernali a sciare in quelle bellissime montagne e dunque inizio la stagione invernale il weekend di S. Ambrogio e finisco praticamente a Pasqua. Anche quel venerdì pomeriggio di febbraio quindi sono partita per la montagna.
Mio marito Paolo non viene con me perché ha un attività commerciale a Milano per cui il sabato lavora, ma in compenso è chiuso il lunedì e dunque mi raggiunge il sabato sera, stiamo assieme domenica e io lunedì mattina parto per andare al lavoro, mentre lui rimane ancora tutto il giorno a sciare. Quel sabato, considerato che era una di quelle bellissime giornate di febbraio, in cui il cielo è terso di un azzurro incantevole sono andata come sempre a sciare. Essendo ormai anni che frequento la località posso dire di conoscere un po’ tutti , almeno quelli che frequentano abitualmente la stazione e dunque quando si incontra qualcuno che non si è mai visto lo si nota praticamente subito. Infatti quel giorno alla partenza della seggiovia ho notato un gruppo di amici che non conoscevo tra cui spiccava un bel ragazzo, alto, occhi scuri, con un bel fisico, capelli un po’ mossi, corti e brizzolati e abbronzato il giusto. Per vederlo meglio gli sono passata davanti ed i nostri sguardi si sono incrociati per un attimo lasciando, da parte sua, trasparire un lieve sorriso. Ero troppo incazzata per quel tuo modo di trattarmi al telefono e non ero in vena di rispondere ai sorrisi e dunque ho preso immediatamente la seggiovia per iniziare la risalita. Arrivata in cima però, invece di ripartire immediatamente per la discesa, mi è venuta la curiosità di rivederlo e dunque ho aspettato che anche quel gruppo di amici arrivasse in cima; mi aveva affascinata lo sguardo profondo di quell’ uomo e infatti arrivarono quasi immediatamente e notai subito che con lo sguardo era alla ricerca di qualcosa o forse di qualcuno. Decisi però di non aspettare ulteriormente ed iniziai la mia discesa, la neve era bellissima ed era un piacere sciare.
Arrivati a metà pista però mi sono dovuta fermare perché una bambina era caduta e piangeva perché si era fatta male Era caduta malamente e la sua mamma era molto più in basso. Mi sono quindi avvicinata ma da subito sembrava che non piangesse solo per lo spavento ma anche dal dolore, purtroppo però non sapevo bene cosa fare e mentre cercavo di rincuorarla è arrivato lui con i suoi amici.
Aveva un bel modo di porsi alla bambina dolce ma deciso e da subito sembrava avesse molta dimestichezza con il soccorso , infatti le disse di stare tranquilla perché era un medico e non doveva avere paura. Purtroppo però siccome la gamba era rotta mi ha chiesto di andare a chiamare il soccorso e di aspettarlo alla partenza della seggiovia, cosa che ho fatto immediatamente. Appena arrivati la bambina è stata caricata sull’ ambulanza direzione dell’ ospedale e lui, visto che mi ero comportata così bene, mi ha invitata a bere un caffè.
Ci siamo seduti al bar ed abbiamo iniziato a parlare, mentre i suoi amici dopo aver bevuto qualcosa ci hanno lasciato per andare a sciare mentre noi siamo rimasti a parlare. Si chiama Giulio è di Roma ed ha 4 anni meno di me cioè 33, ha uno sguardo magnetico delle bellissime mani cosa che noto immediatamente ed un fisico atletico ma non muscoloso. Ha iniziato a raccontarmi di lui ma sinceramente ho capito molto poco perché più che altro lo guardavo negl’ occhi che erano neri e profondi’.bellissimi.
L’ unica cosa che ho capito è stato che era da un po’ che mi seguiva sulle piste ma non sapeva come iniziare a parlare e l incidente alla bambina è stato proprio puntuale.
Allora si è avvicinato, avevo i capelli sugl’ occhi e con la mano mi ha scoperto il viso dicendo che un bel viso così con quei bellissimi occhi azzurri deve essere in vista e che voleva vedere un bel sorriso. In quel momento mi ha sciolto tutte le tensioni e gli ho fatto così un bel sorriso facendolo avvicinare ancor di più. Aveva un buon profumo e ha cominciato ad accarezzarmi il viso. Sentire le sue mani addosso mi ha provocato una vera e propria eccitazione, ci siamo guardati negl’ occhi mentre avvicinava le sue labbra alle mie, il contatto delle nostre lingue è stato immediato e quel suo modo di muovere la lingua dentro alla mia bocca dava un senso di penetrazione, sottovoce mi ha chiesto se volevo andare a casa sua per stare più tranquilli’.idea che ho accettato molto volentieri.
Non era la prima volta che di sabato incontravo amici occasionali, sarà l aria di montagna, sarà l ambiente, fatto sta che seppure stia molto bene con mio marito e lui sia molto geloso, a volte capitano queste situazioni alle quali non riesco a rinunciare.
La sua casa era vicino alle piste così ci siamo incamminati raggiungendo in pochi minuti il suo appartamento, ci siamo tolti gli scarponi e appena entrati mentre stavo ancora osservando il nuovo ambiente in cui mi trovavo ho sentito la sue mani prendermi da dietro per i fianchi e immediatamente dopo il suo corpo contro di me, mentre la sue labbra mi sfioravano il collo e il suo fiato mi faceva rabbrividire. Sentivo le sue mani ovunque e presa dal vortice erotico stavo godendo. Il suo contatto posteriore era sempre più forte e cercavo di mettere in evidenza i miei glutei per sentire maggiormente il suo bacino contrastare il mio movimento e man mano sentivo crescere il suo’desiderio e, con l aumentare del suo desiderio, aumentava anche il mio quello cioè di subire la sua violenta penetrazione
Ma evidentemente non era solo il mio desiderio ma anche il suo perché ho sentito le sue morbide mani slacciare i miei pantaloni da sci e con movimento rapido e quasi violento li ha abbassati assieme alle mutandine di pizzo viola. Pelle contro pelle era una sensazione meravigliosa e sentire il suo organo eretto strofinare da dietro la mia zona pelvica aumentava maggiormente il mio piacere che si manifestava bagnando abbondantemente il suo turgido sesso nodoso. E così ho sentito i polpastrelli delle dita della sua mano destra massaggiarmi dolcemente il cranio infilandosi tra le ciocche dei miei capelli biondi trasmettendo una bellissima sensazione di tranquillità che contribuì a rilassare ogni muscolo del mio corpo ma poi all’ improvviso quasi con violenza strinse tra le dita i capelli all’ altezza dell’ attaccatura al cranio ed iniziò a tirarli verso di se, sembrava quasi dolorosa come mossa ma quando ho sentito la penetrazione anale avanzare con decisione non ho resistito nell’ emettere una forte urlo, era un urlo di dolore ma anche di piacere e mentre approfondiva la penetrazione per non farmi scappare in avanti mi tirava verso di se mentre mollava la presa quando con altrettanta decisione cercava di uscire. Usava i miei lunghi capelli come fossero le briglie di una cavalla imbizzarrita che andava domata ed in effetti mi piaceva molto la fermezza a la decisione con cui il mio cavaliere mi montava. Il dolore era sparito o forse non lo sentivo più, sentivo Giulio aumentare sempre di più la forza e la violenza con cui spingeva donandomi un enorme piacere che era in costante aumento fino al punto di non ritorno, quando cioè entri in una situazione di convulsione totale e speri che non finisca mai, fino a che le forze sono venute a mancare e le gambe non erano più in grado di sostenere il peso del corpo. Di fronte a me avevo un bellissimo tavolo di cristallo che avevo usato per tenermi e quindi mi sono lasciata andare appoggiandoci sopra il busto. A quel punto o sentito Giulio uscire dolcemente e appoggiarsi anche lui sfinito sopra di me, ansimava come un animale braccato dai cani da caccia mentre sulle mie natiche sentivo uscire le ultime gocce del suo sperma caldo che inevitabilmente colavano lungo le mie cosce.
Siamo ritornati così sulle piste per assaporare le ultime ore di una stupenda giornata in attesa dell’ arrivo di mio marito. Amo molto andare in montagna da sola perché oltre a passare qualche bella giornata di sci, sport che amo molto, abitualmente si fanno sempre interessanti conoscenze.

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