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Yoko la studentessa asiatica – 7 parte

By 14 Luglio 2024No Comments

7 parte – devozione e servilismo

Quando mi svegliai la mattina dopo trovai un messaggio. Diceva grazie della fantastica serata. Sono stata benissimo. Spero sia stato bello anche per te. Risposi di sì, ma che dopo averla lasciata a casa avevo ancora voglia e che mi ero fatto una sega. Dopo poco arrivo un altro messaggio che diceva. Così non va affatto bene. Scusami se non ti ho soddisfatto abbastanza ieri sera. Mi farò perdonare. Ora tocca a me insegnati qualcosa. Sta sera a casa mia alle 7. Porta del vino. Risposi solo ok, non sapendo cosa avesse in mente.
Senti bussare alla mia porta. Era Filippino il mio coinquilino che era rientrato. Marco ci sei. Si, risposi. Vieni che prendiamo un caffè. Arrivato in cucina lo trovai allegro e sorridente con la tazzina del caffè in mano. Mi chiesi cosa avesse da ridere alle 8 di mattina. Lo guardi e gli dissi. Mi disse che si sarebbe laureato a breve e che sarebbe partito per gli Stati Uniti per un tirocinio presso un’agenzia di relazioni pubbliche. Ero contento per lui ma non riuscivo a mostrarlo.

No sei contento per me, disse Filippo? Certo risposi io. Tempo sei mesi e sono fuori qui, aggiunse lui. Ecco il problema gli dissi. E io cosa faccio. Lui mi guardo serio e mi disse. Pensa meno alla fica e un po’ più a finire la tua tesi. L’odiavo ma aveva ragione. Non potevo mollare Yoko proprio ora. Beh non dici niente, incalzò lui. Senti Pippo non è così facile. Cosa non è facile disse lui. Uff lascia stare e andai verso il caffè. Dai racconta, lo so che c’entra qualche donna. Chi ti ha fatto perdere la testa questa volta?
Pippo ti prego, lascia stare non capiresti. Senti Marco, sarà pure che non capisco e che mi ritieni uno sfigato in fatto di donne, ma vederti così non mi piace. Pippo era diventato un vero amico negli anni che abbiamo vissuto insieme. Totalmente diverso da me, ma li volevo bene.
All’improvviso disse, ti propongo un patto. Sentiamo dissi. Io ormai ho finito con la mia tesi. Ti aiuto se tu aiuti me. Cazzo avevo veramente bisogno di lui. Pippo era pratico e molto efficace. Quando si poneva un obbiettivo, andava fino in fondo tranne con le donne. Li era una vera schiappa.
Riusciva a mettere insieme le cose nella metà del tempo che serviva a me. Quanta bontà d’animo questa mattina. Cosa vuoi in cambio gli chiesi. Con un sorriso a trentadue denti disse, la cosa che fa impazzire tutti, la Fica. Portami con te. Fammi conoscere ragazze e spassiamocela insieme. Era un po’ un problema. Mica potevo uscire per andare a donne ora che frequentavo Yoko. Allora ci pensai e dissi, va bene, ma dammi qualche giorno e organizzo qualcosa. Conosco una tipa che ha delle amiche. Pippo era eccitato solo all’idea. 
Come faccio ora. Pensai di chiedere aiuto a Yoko.
 
Passai il giorno insieme a Pippo e mi resi conto subito dei progressi che stavo facendo con la tesi. Ormai si era fatta sera e dovevo andare all’appuntamento con Yoko.Dissi a Pippo di non aspettarmi. Lui disse vai tranquillo tanto ho la pizza con gli amici della facoltà, ma non dimenticarti del nostro patto. Certo, stai tranquillo gli dissi e uscì di casa.
Prendo la vespa, passo a prendere il vino e vado a casa di Yoko. Mi sentivo stanco e pensavo di passare una serata tranquilla con lei.
Sono il campanello e attento che mi venga ad aprire. Quando la porta si apre resto stupefatto. Era vestita con un abito tipo kimono per stare a casa ed era truccata diversamente dal solito. Labbra più marcate e viso più colorito. Mi dice ben arrivato caro, entra pure. Appena entro in casa mi ferma. Via le scarpe per favore, disse con voce pagata. Tolto le scarpe mi porta in salotto. Prese la bottiglia di vino che avevo in mano e disse che la metteva al fresco. Mi fece accomodare sul divano. Torno subito, disse. Pochi istanti dopo la vidi tornare con una tazzina in mano. Ecco del tee per rilassarti. Non è troppo caldo per il tee, le chiesi. Tu assaggia e poi mi dirai. Mi fece allungare i piedi su una specie di tavolino o sgabello e si sedette vicino a me. Racconta come è andata oggi. Le raccontai che avevo pesantemente lavorato alla mia tesi e del grande aiuto di Filippo. A proposito puoi aiutarmi con Filippo? Le spiegai la situazione e il patto fatto con Filippo. Mi serviva veramente molto il suo aiuto. Yoko ci penso su e disse. Vedo di organizzare qualcosa con la mia coinquilina Lucia quando rientra. È una brava ragazza da poco sigle. Perfetto esultai. Brindiamo?! Calma ragazzo, mi disse Yoko. Brindiamo dopo. Ora stenditi sul divano e rilassa la mente. Ma prima bevi la tisana. Feci come mi ordinò. Ora chiudi gli occhi. Si alzò e andò in cucina. La senti tornare e mi appoggio un panno umido, fresco e profumato sugli occhi e sulla fronte. Volevo chiederle della sua giornata ma lei mi zitti. Dopo, ora fa silenzio. Iniziò a massaggiarmi le tempie e il collo. Era brava. Non capivo se era brava lei o l’effetto della tisana o entrambi le cose. Mi stavo rilassando. Lei continuò con il massaggio. Poi si spostò verso il petto e poi con le mani scivolava giù sulle gambe. Ero immobile e mi godevo quel trattamento. Ad un tratto senti aprire la cinta e i pantaloni. Lei afferrò i pantaloni e le mutande e tiro giù. Accennai una timida reazione, ma lei subito disse non muovermi e di stare buono. Avevo i pantaloni a metà gambe e il cazzo al vento. Lei prese ad accarezzarlo con dei piccoli movimenti. In un attimo era di marmo. Poi lo afferrò e iniziò ad andare su e giù. A volte piano a volte più forte. Era fantastico aveva una leggerezza e decisione dei movimenti unici. Con l’altra mano mi afferrò le palle e iniziò a strizzarle e massaggiarle. Ero al settimo cielo. Dopo prese a leccarmi la cappella con la lingua mentre continuava il lavoro di mano. Resistere a lungo a quella tecnica era impossibile. Dal mio respiro senti che stavo per venire così lo prese tutto in bocca e iniziò a pompare velocemente e mi strizzava le palle. Venni di botto. Sembrasse non finire più. Tremavo dal godimento. Le ingoiò tutto e pulisse per bene. Io ero ancora disteso sul divano quando si avvicinò all’orecchio e mi disse. Vado a finire di preparare la cena. Tu rilassati. Ti chiamo io quando è pronto. Si alzò e mi lasciò col il cazzo a penzoloni e se ne andò.
Dopo circa cinque minuti mi senti chiamare. Marco è pronto. Marco svegliati. Mi tirai su e andai in cucina. Lei mi guardò e disse, ti sembra il modo di venire a tavola. Tirati su i pantaloni! Non mi ero reso conto che avevo ancora il cazzo di fuori. Mi sistemai e mi sedetti a tavola. Aveva preparato una bella cena giapponese composta da varie pietanze. Mi disse che ci aveva impiegato quasi tutta la giornata. Allora mangiamo le dissi. La cena trascorse tranquillamente gustando il vino e l’ottimo cibo preparato da Yoko. Dopo cena si mise a riordinare tutto e sistemare la cucina. Io la osservavo da dietro. Mi fissai sul suo culo. Chiuso in quella vestaglia appariva bello, tondo, sodo e molto invitante. Iniziai a fantasticare con la mente. Poi mi alzai e andai dietro di lei. Le passai una mano sul sedere e poi l’abbracciai e le strinsi le tette. Fermo mi disse. Devo prima riordinare tutto, ma io non avevo intenzione di staccarmi. Così lei si giro, mi sorrise e disse. Aspetta, ho quasi finito. Malvolentieri mi staccai da lei. Mi ringraziò facendo un cenno con la testa.
Marco questa notte resti qui. Perciò vai in bagno e fatti la doccia. Ti ho preparato degli asciugamani. Io finisco qui e ci vediamo dopo. Senza dire niente mi recai in bagno e mi feci una bella doccia. Quando uscì mi recai in cucina, ma non vidi Yoko. La chiamai. Sono in camera, rispose. Vieni pure ti aspetto. Segui la sua voce e arrivai vicino la porta. Era socchiusa. La apri lentamente e trovai una scena surreale. La stanza si presentava ambia. C’era luce soffusa e odore di incenso. Su di un comodino c’erano due tazze di stile orientale con della tisana fumante. Ma la cosa più sbalorditiva era di sicuro Yoko. Si era slacciata il kimono e si era posizionata a pecora sul letto. Vedevo il suo sedere tondo in tutta la sua splendida forma per la prima volta. Aveva curvato la schiena in modo che anche la fica era in bella vista. Si giro e mi guardo con uno sguardo provocante. Dopo qualche secondo disse. Allora prendi quello che vuoi. Il mio uomo non deve farsi le seghe prima di dormire. Sono qui per soddisfarti. Avevo il cazzo durissimo. Entrai in camera e feci cadere l’asciugamano chiudendo la porta dietro di me. Quella vista mi aveva mandato in tilt il cervello. Le andai dietro e mi chinai per vedere il tutto da più vicino. La sua pelle profumava di gelsomino. Era bellissima ed era lì tutta per me. Tirai fuori la lingua e la passai su tutta la fica e il buco del culo. Lei sussulto. Poi mi alzai, lei restò immobile e andai davanti. Lei dissi. Apri la bocca. Lei esegui. Le afferrai la testa le spinsi il cazzo nella sua bocca. Questa volta ero io a dettare il ritmo. Le scopavo la bocca come volevo io. Quando senti che era abbastanza bagnato mi sfilai e passai di nuovo dietro. Puntai il cazzo all’entrata della sua fica. La senti subito bagnata. Con un colpo secco spinsi il mio cazzo tutto dentro. Fece un piccolo grido e poi si morse le labbra. Io la afferrai per i fianchi e cominciai a spingere. Iniziavo a godere e anche lei stava godendo. Ogni tanto mi diceva sfogati e usami. Allora presi a schiaffeggiarla sul culo. Si lamenta del dolore ma poi mi diceva di continuare. Ancora usami sono tua. Mi sentivo un toro scatenato. Mentre la scopavo da dietro vedevo nello specchio posizionato al lato del letto le sue tette ondulare. Ogni tanto alzava una mano e se le toccava da sola. Poi tornai con lo sguardo sul suo culo. Vedevo il buchino contrarsi sotto i miei colpi. Con la bocca mi bagnai un dito e andai verso quella rosellina. Prima la massaggiai e poi iniziai a spingere il dito dento. Lei iniziò a gemere forte e io non riuscivo più a trattenermi. Aumentai il ritmo le forza delle spinte. Ormai la sua fica era completamente bagnata e aperta e le venni dentro con un gemito da orso. Quando mi ritirai vidi la sua fica aperta che iniziava a grondare di sperma. Lei andò subito con la mano per evitare di sporcare tutto. Mentre fece per alzarsi, la bloccai. Dove vai le chiesi. Lei disse a pulirmi. Tu vai pure a letto. Non dimentichi qualcosa? Lei abbasso lo sguardo poi prese il mio cazzo in mano e lo porto alla bocca e iniziò a pulirlo tutto. Quando ebbe finito si alzò e disse, ora puoi andare a letto. Arrivo subito.
Presi un sorso della tisana e mi misi a letto. Quando arrivò spense la luce e si mise sotto il lenzuolo vicino a me e mi abbracciò. Poi sotto voce mi disse. Spero di averti soddisfatto e che dormirai bene. Sogni d’oro Marco. Io le dissi. E se avessi ancora voglia? Lei senza dire niente scese con la mano giù, mi afferrò le palle e le strizzò un po’. Poi aggiunse. Sono a posto. Sono vuote. Buona notte.

Giggio_30

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