rabbia e gelosia
La mattina dopo mi svegliai, ma Yoko non era nel letto. Quando andai in cucina la vidi di spalle. Era nuda e piegata sopra il lavandino. Ammiro il suo bel culo tondo per un po’ e poi mi avvicinai a lei. Quando le toccai il sedere si spaventò e andò a sbattere con la testa sotto la mensola. Aiii, che modi sono, disse. Poi si girò e mentre si teneva la testa, mi diede un bacio sulla guancia. L’abbracciai e i nostri corpi nudi si sfiorarono. Mi stava crescendo un’erezione e lei se ne accorse. Si stacco da me e vedendo il mio cazzo sull’attenti disse, facciamo colazione.
Andò verso il tavolo e si sedette sopra. Aprì le gambe e con lo sguardo mi fece intendere ciò che voleva. Era li, stesa sul tavolo a gambe aperte che aspettava. Vidi la sua fica luccicare. Era già bagnata. Non mi feci attendere e mi fiondai con la testa fra le sue gambe. Iniziai a leccarla. Prima piano e tutto intorno e poi le infilai la lingua dentro fin dove arrivavo. La sentivo godere e tremare di piacere. Le stuzzicai la clito e dopo un po’ la senti venire con forti gemiti. La osservai mentre si riprendeva dall’orgasmo. Poi si tirò su e disse. Ho voglia di una spremuta. Pensai avesse sete, ma dopo un attimo capì cose volesse veramente. Si inginocchiò davanti a me. Si fermo con la faccia davanti al mio cazzo il tiro. Lo guardava. Sembrava volesse esaminarlo. L’attesa era snervante anche se erano solo pochi secondi. Poi aprì la bocca e lo infilò tutto dentro. Senza mezze misure iniziò a pompare forte. Non potevo resistere a quel ritmo. Iniziai a godere mentre le continuava a scoparmi con la bocca. Sentivo che stavo per venire e lei se ne accorse. Con una mano mi afferrò le palle e iniziò a stingerle. In un attimo esplosi nella sua bocca. Lei continuava a succhiare finché non rimase nemmeno una goccia.
Quando si rialzò mi disse. Ora vai che Filippo ti aspetta e io vado a lezione. Si voltò e andò a vestirsi. Io rimasi immobile per qualche istante. Dovevo ancora capire cosa fosse successo. Quando andai nella stanza da letto lei era quasi pronta. Stava indossando le scarpe. Venne verso di me, mi diede un bacio e disse io scappo. Tira la porta quando esci.
Per il resto della giornata non ebbi sue notizie e mi concentrai sul da fare. Quando finalmente Pippo decise di fare una pausa, decisi di uscire per sgranchire le gambe. Girai per le strade pensando a Yoko, alla notte passata insieme e alla colazione diversa. Persi completamente cognizione del tempo. Vedevo davanti a me la scena di lei che si offriva a me. Come si concedeva al piacere e a dare piacere. Come era cambiata. Dalla ragazza timida e introversa quale era, si è trasformata nel giro di pochi gironi in una ragazza che si apriva alla al piacere della vita. Ma la domanda che mi opprimeva di più era, a cosa stavamo giocando? Decisi di chiamarla, ma in quel momento squillò il telefono. Era Filippo. Arrivo subito dissi. Arrivai a casa che era ora di cena e mi beccai un cazziatone. Abbiamo perso un sacco di tempo oggi, sbottò. Ci rifaremo domani, aggiunse lui. Calma Filippo, calma. Dammi tregua per favore. Ma io lo faccio per te disse lui. No caro, tu lo fai per la fica. Che stronzo che sei Marco. Si alzò da tavola e se ne andò in camera sua. In quel momento mi sentì una merda. Pippo non si meritava di essere trattato cosi. Ma cosa mi stava succedendo? Lo mi stava aiutando e io lo trattai male. Mi andai subito a scusare con lui dicendogli che era un momentaccio. Poi aggiunsi che stavo organizzando un incontro con una ragazza di nome Lucia. Lui mi ringraziò e poi disse, ora dormiamo che è meglio.
Andai in camera mia e decisi di scrivere a Yoko. Controllavo spesso il cellulare, ma non ebbi risposta. Lo stesso il giorno dopo. Verso sera andai sotto casa sua aspettando che entrasse o uscisse. Poco dopo la vidi arrivare in compagnia di un’altra ragazza. Quando mi vide fece una faccia sorpresa e mi chiese cosa facessi là.
Perché non mi rispondi ai messaggi, la incalzai io subito. Non ho avuto tempo rispose lei. Cazzate. Dove sei stata in due giorni e con chi. Ero accecato e anche se non volevo ammetterlo ero geloso. La volevo solo per me. Sempre in ogni momento. Cosa mi stava succedendo.
Ero con la mia amica Lucia e le stavo proprio spiegando la situazione di Filippo. Non ti credo le vomitai in faccia. Fai come vuoi Marco. La ragazza che era con le cercò di calmare gli spiriti e si presentò a me dicendo di essere Lucia, l’amica e coinquilina di Yoko. Avevo lo sguardo su Yoko e non mi girai verso Lucia. Dimmi la verità, rivolgendomi nuovamente a Yoko. Sei andata dal pittore scommetto. Il grande artista che ti voleva scopare. Tu sei fuori come un cavallo disse lei. Come ti permetti di venire sotto casa mia e fare certe insinuazioni. La situazione stava sfuggendo di mano e la gente iniziò ad affacciarsi dalle finestre. Allora dove sei stata in questi giorni, continuai io. Vattene Marco. Sei uno scemo. Sparisci dalla mia vita, disse lei con aria furiosa.
Calmatevi entrambi disse Lucia con voce ferma. Andiamo via di qua e cerchiamo un posto tranquillo. Ci sedemmo in un bar all’aperto e Lucia ordinò tre Gin Tonic. Nessuno disse nulla per un po’. Fu Lucia a rompere il silenzio. Senti Marco, Yoko a trascorso questi due giorni con me. Sono appena rientrata da New York e avevamo molte cose da dirci e raccontarci. Non risposi e aspettai che continuasse. Dimmi Marco, che diritto hai su Yoko. Non risposi. Avevamo un patto io e lei mi sforzai di dire cercando di mantenere la calma. Lo so Marco disse Lucia. Come fai a saperlo tu? Yoko mi ha raccontato tutto.
Ma brava dissi rivolgendomi a Yoko. Ora racconti in giro chi ti scopi? Lei mi guardò con aria di disprezzo. Calma sbotto Lucia. Senti Marco, io so tutto. So cosa è successo e cosa e cosa hai fatto per lei. Non hai idea di come sei riuscito ad aiutarla. Sei stato un bravo insegnante. Ovviamente si riferiva al nostro patto di insegnarci cose a vicenda. Le hai insegnato molti lati della vita occidentale compresa la gelosia in questo preciso momento. Non sono geloso borbottai contrariato. In quel momento notai una lacrima sul viso di Yoko. Lei stava in silenzio. Lucia si accorse dell’espressione sul mio volto e disse vedo che hai capito. A quel punto mi alzai e feci per andarmene. Dissi solamente mi spiace. Nei gironi seguenti, mi concentrai sul mio lavoro insieme a Filippo. Tutte le sere però, quando mi mettevo a letto, mi segavo più volte pensando a Yoko.
Mamma mia ruben, mamma mia... Ti prego, scrivimi a gioiliad1985[at]gmail.com , mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze…
ciao ruben, mi puoi scrivere a gioiliad1985[at]gmail.com ? mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze...
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?