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Orgia

A fare del bene si riceve del pene

By 15 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Si dice che quando si lavora con bambini e ragazzi, la cosa più difficile &egrave rapportarsi con i genitori e le famiglie, che tendono sempre a interferire con il tuo lavoro..
Quando iniziai a lavorare nel quartiere periferico della città non potevo aspettarmi che non ci fosse detto più veritiero.
Appena venni assunta mi avevano spiegato che la maggior parte dei bambini di quell’asilo avevano problemi in famiglia di tipo economico o sociale, dovuti al fatto che molti di essi appartenevano a famiglie appena arrivate in italia da paesi stranieri il più delle volte molto poveri e lontani.
Mi venne affidata una classe piccola, con soli 10 bambini di cui 8 stranieri.
Con l’arrivo dell’inverno notai che due bambini venivano in classe sempre vestiti come in autunno, le temperature si abbassavano e loro arrivavano sempre con una felpa non troppo pesante e una giacca primaverile.
Decisi quindi di portare io stessa qualche cosa di invernale, e così feci.
Un mattino, a fine novembre, rimandai a casa il bambino con una giacchetta imbottita nuova.
La sera stessa la famiglia mi telefonò, mi ringraziarono per il gesto e mi proposero di andare a cena da loro il giorno seguente come forma di gratitudine.
Mi metteva un po’ a disagio la proposta.. ma non potevo rifiutare’ si sarebbero offesi.. così il giorno dopo mi preparai e andai in macchina fino a casa loro.
La via dove abitavano era proprio come me l’aspettavo.. sembrava uno di quei film americani in cui i quartieri per gli stranieri sembrano dei ghetti moderni, con case in pessime condizioni, e sporcizia un po’ ovunque.. era incredibile che esistessero ancora zone così degradate nel nostro paese.
Salii le scale poco illuminate e mi ritrovai in un appartamento di pochi vani, abitato da tre famiglie insieme.. tra cui quella del mio piccolo allievo.
Quando iniziammo a mangiare cercai di rilassarmi. A tavola eravamo 10 persone.. tutte di colore tranne me’ i bambini erano già a letto. Osservavo quelle mani scure porgersi a roba e mi chiesi se il mio disagio fosse dovuto a un inconsapevole forma di razzismo’
Avevo appena iniziato a rilassarmi, scambiando qualche parola con una delle donne che mi sedevano vicino, quando fuori dalla finestra iniziò il suono di un allarme..
‘E’ la mia macchina ‘ pensai con un sussulto.
Mi alzai da tavola, correndo alla finestra e la mia macchina’. Non c’era più!
Rimassi stranita davanti alla finestra.. era una cosa incredibile!
I padroni di casa mi invitarono a sedermi, e mangiare qualcosa .. avrebbero pensato a tutto loro.
Arrivai alla fine delle cena di pessimo umore, e i padroni di casa mi chiamarono un taxi.
Mi aspettavo che ci mettesse delle ore per arrivare, e invece in pochi minuti fu sotto casa.
Salutai e mi avvia verso casa.
Il taxista era un uomo di colore, piuttosto grosso e non mi metteva per niente a mio agio.
Non avevo la minima idea di che strada bisognasse fare per tornare a casa’ Ma sicuramente non quella che aveva fatto.
Dopo neppure 500 metri la macchina si fermò.
‘Eccoci arrivati ‘ disse l’uomo sorridendo.
Lo guardai esasperata. ‘Come sarebbe a dire eccoci arrivati! ‘ sbottai ‘ siamo appena partiti e questa non &egrave casa mia’
L’uomo sorrise scuotendo la testa. ‘Io le ripeto che siamo arrivati. Ora la faccio scendere, e lei viene con me’
Per un momento mi chiesi se sarei riuscita a ‘rubare’ la macchina mentre lui si trovava fuori, ma la mia idea fu subito smontata, quando lo vidi togliere le chiavi della macchina dal cruscotto.
Mi fece scendere e mi trascinò contro i miei inutili tentativi di opposizione in una casa a pochi passi da dove si era fermata la macchina.
Salimmo al primo piano.. e mi fece entrare in una stanzetta buia e mezza vuota.
‘Mi spiace signorina ‘ mi disse ‘ ma dovevo ripagare un piccolo debito.. e abbiamo optato per questa forma di pagamento’
MI chiuse la porta alle spalle e se ne andò. Cercai subito di riaprire la porta.. ma naturalmente non si aprì.
Dopo poco si accese la luce nella stanza, vidi 4 uomini stranieri, di colore, farsi avanti da una stanza adiacente’ mi fissavano compiaciuti, borbottando tra loro parole che non capivo. Uno di loro disse qualcosa un po’ più forte e due mi vennero vicino.
Non dissero niente, mi presero per le braccia e mi trascinarono vicino ad una tavolino sgangherato. Mi tolsero la giacca.
Sentivo le loro mani ovunque.. e iniziarono a spogliarmi.. dove non riuscivano a slacciare i bottoni cercarono di strapparmi i vestiti.. non sembravano avere fretta.. ma volevano mostrarsi brutali evidentemente.
Mi ritrovai completamente spogliata, paralizzata dalla paura.
Mi dissero di salire sul tavolo e di mettermi a quattro zampe’ sentii le loro mani che iniziavano a palparmi ovunque e a schiaffeggiarmi il culo.
Mi ordinarono di abbaiare, come fossi un cane, mentre loro continuavano a giocare con le mie tette e le mie chiappe.
‘Abbaia cagna che non sei altro’ – dicevano.
Sentii una mano stringermi il seno con una tale forza che mi vennero le lacrime agli occhi.
‘Sai cosa fanno i cani? Cercano le ossa nella terra’. Cerca anche tu il tuo dolcetto’ – mi disse uno ridendo; e tirandomi per i capelli avvicinò il mio volto alla cerniera dei suoi pantaloni.
Aprì la cerniera e mi spinse il volto contro i pantaloni’ Non potevo fare altro che muovere la testa..
Sentivo odore di cazzo.. un cazzo grosso ed eccitato’
Quando se lo tirò fuori mi stupii, un po’ ingenuamente, del colore così scuro della pelle.. Era un cazzo nero, enorme e duro.. con la cappella già lucida per l’eccitazione.
Me lo infilò in bocca, mentre gli altri 3 uomini continuavano a giocare con le mie rotondità.
Uno di loro mi prese le chiappe con le mani.. stringendole forte e divaricandomele..
Sentii una lingua lunga e umida scorrere lungo il solco del mio culo.. iniziò a scorrere su e giù senza sosta.. tanto che inizia a sentirmi il buchetto del culo che colava gocciole di liquido sul tavolo malandato su cui mi trovavo.
‘Ora come tutti i bravi cagnolini ti facciamo giocare con l’osso ‘ disse uno di loro ridendo.
Sentii qualcosa di duro appoggiarsi al buco del culo, non era un cazzo.. o così mi sembrava.. era qualcosa di freddo’
Lentamente sentii il mio buchetto fradicio allargarsi.. e quel pezzo freddo e duro che mi stava penetrando iniziò a vibrare.
Iniziai a gemere’
‘Bava mugola come un cane.. brutta puttana’
Si misero in due davanti al mio volto’ con il cazzo nero e grosso tra le mani’ si alternavano facendosi spompinare e leccare.. mentre gli altri due si contendevano il comando del vibratore e le curve del mio corpo.. sputandomi e palpandomi addosso.
Quando si furono stufati di quella situazione mi ordinarono di alzarmi in ginocchio’ Solo in quel momento mi accorsi che uno dei quattro stava riprendendo tutto con una piccola fotocamera’ Ero fradicia.. sconvolta.. con il vibratore che ancora mi spaccava il culo.
Uno di essi, che avevo spompinato fino a quel momento, si mise seduto sul tavolo e prendendomi per le chiappe mi sfilò di colpo il vibratore dal culo.. mi trascinò su di lui.. e sentii il suo pene piantarsi fino in fondo nel mio culo.. spaccandomelo e aprendomelo di botto’ Iniziò a farmi saltellare’
Un altro.. che ancora si era limitato solo a palparmi mi si avvicinò .. e puntata la sua cappella alla mia fica iniziò a giocherellare con il solco della mia michetta.. da li a un attimo sarei stata completamente riempita da due cazzi enormi.. davanti e dietro..
Fu questione di un attimo.. la piccola fotocamera si avvicinò nel momento in cui anche il secondo cazzo mi penetrò nella fica..
Sentivo le due aste lunge e dure stantuffarmi avanti e dietro..
Il terzo uomo di colore mi prese per i capelli e mi infilò il pene in bocca.. mentre il quarto continuava a riprendere tutto’ soffermandosi sulle mie labbra piene di cazzo o sul buco del culo che colava umori ad ogni stantuffata.
Mi sentivo scossa da tutte le parti.. non riuscivo più a capire nulla’ Sentivo solo odore di cazzo.. e mani sudate ed eccitate che mi palpavano ovunque.
Finch&egrave d’improvviso non iniziarono i primi fremiti da parte loro.
Il cazzo che avevo in bocca fu il primo a coprirmi il volto di sborra.. con grande soddisfazione dell’uomo con la fotocamera’
Poi quasi contemporaneamente sentii la fica e il culo gonfiarsi e riempirsi degli umori degli altri due..
Gridai, di eccitazione, mio malgrado, e anche la mia fichetta ebbe un fremito riempiendosi di umori propri.
L’uomo che mi aveva riempito di sperma la fica si alzò.. l’altro, che ancora mi stantuffava stancamente il culo mi spinse via.. gettandomi a terra.
Era finita’ ma che ne sarebbe stato di me?



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—-> L’antro di Giada

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