Skip to main content
Orgia

Alessia oggi 3

By 22 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

E venne il gran giorno.
Si, proprio quello del mio diciottesimo compleanno !
E se il buongiorno si vede dal mattino mi aspettavo grandi cose, sessualmente parlando, per la mia festicciola personale !
Allo scadere dei miei diciassette anni avevo finalmente conosciuto il piacere di concedermi ad altre razze differenti dalla mia. Un sogno segreto che meditavo già da tempo, rimandato varie volte un po’ per paura ed infine coronato il giorno prima del compleanno.
Il pasticcere indiano si era rivelato un amante caldo e passionale come mi avevan confidato certe amichette e non avrei potuto cominciare in modo migliore la conoscenza intima con gli extra-comunitari. Mentre il fattorino dei fiori era stato una sorta di diverso piacevolissimo imprevisto da cui mi ero lasciata scopare in casetta mia.
Il doppio rapporto clandestino mi aveva lasciata appagata ma un po’ spossata e la notte di sonno successiva ci era voluta tutta per rimettermi in forma.
Per fortuna la mattinata scolastica non era delle più pesanti e trascorse abbastanza velocemente con un paio di compagni di classe intenti a farmi il filo nei momenti buchi e alcune compagne a parlottarmi alle spalle tra loro piene di invidia invece di pensare a farsi qualche bel cazzo come facevo io.
Dopo la scuola corsi dalla parrucchiera per aggiustarmi la piega in vista della seratina uscendo, nonostante l’aria novembrina cominciasse a farsi un po’ tagliente, con un vestitino striminzito addosso che spinse un negretto a cercare di abbordarmi.
La cosa mi fece divertire e sorridergli da civetta invitandolo alla mia festicciola.
Non era male come ragazzo e non avevo mai avuto difficoltà a stringere nuove amicizie che potevano finire successivamente a letto.
Ormai mi sentivo lanciata nel concedermi ai ragazzi dalla pelle scura ed i negretti rappresentavano da sempre uno sfizio che desideravo togliermi.
Così pur non facendogli capire a chiare lettere di trovarsi di fronte una facile preda, gli feci intuire che il suo gradito corteggiamento poteva fruttargli qualcosa.
Tornata a casina mi cambiai d’abito evitando la doccia fatta la sera precedente.
Mi piaceva sentire i miei odori addosso ed ero certa che a fine serata avrei dovuto comunque ricorrervi.
In tutto avevo invitato una quindicina di ragazzi tra gli amci più stretti e meno, ovviamente ben attenta ad inserire nel numero quelli che avrei gradito farmi.
Claretta, mia amichetta intima sin dalle elementari e complice di ogni mia iniziativa, mi avrebbe spalleggiata in ogni cosa.
Eravamo finite a letto insieme moltissime volte sin da bambine arrivando a scoprire il sesso ed i nostri rispettivi corpi precocemente. Ed altrettanto avrebbe fatto il mio cuginetto Roberto (che si era sollazzato ampiamente con entrambe sin dalle medie inferiori) ed il suo amicone Pippino dalla stazza mastodontica e la forza erculea.
Ero eccitatissima e mi sentivo la reginetta della serata !
Appena il salotto di casa venne riempito dalla presenza dei miei ospiti con pacchi e pacchettini regalo a seguito cui contraccambiai con bacetti e abbracci di rito (ricavando in alcuni casi strizzatine di chiappe e di tette quali segno evidente di una fama da vacchetta che non mi curavo di nascondere tanto) diedi il via alla festicciola in mio onore. Presentai il mio nuovo amichetto nero Hafami a tutti e diedi inizio alle danze.
Tra la musica rap e qualche ballo, la coca-cola e la torta, arrivò il clou del compleanno: i bigliettini nelle scarpe.
Era diventata usanza consolidata della nostra compagnia sottoporre il festeggiato alla penitenza dopo essere rimasto al centro dell’attenzione per una intera serata grazie a bigliettini anonimi di diverso colore che ognuno dei presenti scriveva sulla schiena del protagonista dopo averlo fatto mettere a terra a pecora.
Sui biglietti di colore verde si scrivevano delle penitenze molto leggere e divertenti, ma su quelli di colore rosso si scrivevano quelle pesanti e sporche.
Poi a chi compiva gli anni veniva chiesto di togliersi le scarpe inserendovi in una i bigliettini verdi e nell’altra i rossi. Veniva eletto, per alzata di mano, un giudice che aveva il compito di abbassarsi ad annusare i piedi nudi del maschio o della femmina in questione e ne comunicava ad alta voce l’esito.
Se i piedi erano puliti questi pescava i bigliettini verdi. Ma se, a giudizio del giudice, la sudorazione era percepibile in modo superiore alla norma, pescava i bigliettini rossi.
Sottostai come altri prima di me al rito subendo talvolta una supplementare palpata di culo da parte dello scrivente di turno sotto lo sguardo interrogativo di mio cugino Roberto pronto a far la voce grossa ad un mio cenno.
Cenno che mai gli feci ligia alle regole del gioco.
Mi sfilai una scarpa da ginnastica della nike che portavo praticamente tutti i giorni e, piegandomi per togliere anche la seconda, avvicinai al nasino la prima.
‘Ok, ok .. ragazzi .. dal profumino che sento io non avete bisogno di eleggere il giudice. Mettetemi dentro i bigliettini rossi, vah !’
Dichiarai ad alta voce evitando inutili lungaggini e strappando una risata generale trionfante tra i maschietti arrapati intenti a leccarsi i baffi.
Esclusa io, Claretta, Robi e Pippino c’erano in casa altri dieci amici divisi in sei ragazzi (compreso il nuovo arrivato e mio corteggiatore del pomeriggio Hafemi) e quattro ragazze.
Il giochetto dei bigliettini colorati era ormai diventato un must per la compagnia e tre volte su dieci già capitate in un anno che lo si faceva erano stati estratti i porcellosi bigliettini rossi.
La prima un ragazzo aveva dovuto ripulire con la lingua la fichetta di Claretta dopo la pipì di fronte a tutti, la seconda un altro ragazzo aveva dovuto sparare lui stesso un pompino ad un secondo con ingoio, la terza un altro maschietto aveva dovuto sdraiarsi a terra nudo e farsi camminare sopra a piedi nudi da tutte le femmine dopo che ognuna gli aveva fatto pipì sul cazzo.
Ero perciò in assoluto la prima ragazza a fare penitenza con i bigliettini rossi.
Il più porcello della compagnia mise i bigliettini compilati poc’anzi nelle mie nike e si incaricò di mescolarli sorridendomi in faccia malizioso.
Io ne pescai uno leggendolo ai presenti come prassi.
‘Alessia cara .. ‘ c’era scritto ‘.. se peschi questo bigliettino &egrave meglio che non te la tiri più; inizia invece a spogliarti e metterti tutta nuda a disposizione della compagnia.
Usa una tua calza puzzolente (visto che hai pescato i rossi) per farti bendare gli occhi, passeggia senza vederci in mezzo a noi guidata dalle nostre voci e lasciati tastare ovunque. Il primo che raccoglierà umori di goduria dalla tua passera mezza sfondata avrà diritto a scoparti per il resto della serata di fronte agli altri senza preservativo !’
concludeva il testo senza mezze misure.
Una vampata di calore mi aveva colpito in viso.
Non ci erano di sicuro andati leggeri e se la volevano spassare alla grande con la prima femmina del gruppo a cadere.
‘Cazzarola !’ esclamai dopo lo sconcertante bigliettino lasciandomi sfuggire una risatina da zoccola a cui non spiaceva poi tanto la penitenza.
Da ora in avanti sarei stata davvero riconosciuta come tale dai presenti.
Robi fece un passo verso di me per capire quali fossero davvero le mie intenzioni, ma lo congelai all’istante con lo sguardo dimostrandomi consenziente.
Dario, il porcellone di prima, venne a sfilarmi subito la ‘puzzolente’ calza di nylon fingendo di arricciare sgradevolmente il naso per il cattivo odore.
‘Che stronzo che sei !’ gli dissi ridendo rilassata.
‘Ti faccio ululare come una cagnetta se tocca a me di sbatterti, Alessia !’
sussurrò il bastardo mentre mi bendava gli occhi con la calza compiendo due giri e mezzo per impedirmi di vedere bene chi avevo davanti.
Misero come sottofondo una canzone inglese che parlava di sesso spinto e di femmine in calore e presi a spogliarmi.
Per prima tolsi la larga felpa sotto la quale indossavo solo un reggiseno semi-trasparente di pizzo ricevendo cori di incitazione. Sapevo di mostrare già i miei capezzoli larghi e scuri alla loro vista lasciandone intuire la forma.
‘Bestia .. Va che roba; li ha grossi come quelli delle negre !
Eh, eh, eh .. ‘
‘Già .. ‘sta zozza .. mi arrapa un casino !! ‘
Qualcuno commentò con piacere trovandoli di suo gradimento.
Poi venne la volta dei jeans bassi in vita con gli strappi alla moda da cui fuoriuscivano limpidamente i laccetti degli slip.
Mi chinai offrendo loro le chiappe denudate e sode tra i fischi di consenso per poi rigirarmi su me stessa donando la vista del piccolo triangolino a nascondermi la peluria.
Incitata dai forti consensi presi coraggio e diedi loro ancora la schiena per raggiungere con le mani l’attacco del reggiseno.
‘Alessia, Alessia faccele ved&egraveee .. faccele toccàaa .. ‘ urlavano ossessi.
Voltatami di fronte afferrai entrambe le coppe e, con gesto volutamente sensuale, feci scivolare il reggiseno a terra liberando il seno che si adagiò con morbida naturalezza un po’ più in basso.
Ancora si alzarono cori di consenso tra i maschietti allupati.
‘Ahooo .. Che tette da zoccolaaaa .. ! Mo’ ti mandiamo a battereeee .. ‘
ululava qualcuno da grosso stronzo.
Quindi diedi loro le spalle per l’ultima volta chiando la schiena per far scendere gli slip sino ai piedi.
La visione del culetto prima e della soffice peluria poi ricavò un boato generale che mi fece ringraziare i miei assenti per aver preso un appartamento con i muri insonorizzati.
Nuda come mamma m’ha fatta diedi ascolto alle voci che indicavano dove incamminarmi.
Per fortuna il triplo strato di nylon sugli occhi mi permetteva di distinguere almeno i mobili e le persone come ombre oscure evitandomi di inciampare.
Alcune mani iniziarono a sfiorarmi con le dita i capezzoli nudi provocandomi dei brividi, e qualcuna tra queste apparteneva di certo ad una ragazza. Poi i tocchi si fecero più decisi e sfrontati tramutandosi in tastate in piena regola che mi spremevano i seni come fossero pompelmi di gomma.
Una mano scivolò lesta sotto la spacca carezzandomi il pelo e sfregandomi ben bene le grandi labbra ancora serrate.
Il proprietario mugugnò cupamente sentendosi sfuggire la possibilità di scoparmi subito.
Tuttavia tra i brividi che provavo c’erano anche quelli di piacere e sapevo non avrei retto a lungo alle esplorazioni di gruppo.
Altre mani sostituirono le prime puntando stavolta alle chiappe scoperte che palparono e divaricarono permettendo a due successive di intrufolarsi a perlustrarmi il buchetto posteriore in punta di dita.
‘Cazzo, cazzo .. Non &egrave ancora rotta qua dietro ! Wow, wow, wow !! ‘
dichiarava a tutti il proprietario mentre porgevo il culetto lievemente china per mio perverso piacere.
Quindi un nuovo giro di mani prese a tastare cosce e le zone proibite precedenti soffermandosi lungamente a sfregolare la spacca ormai prossima a schiudersi nonostante contraessi i muscoli per evitarlo.
E venne la volta di un ragazzo che si fiondò sulla mia schiena a strizzarmi da dietro le poppe facendomi quasi perder l’equilibrio mentre infilava il cazzo racchiuso dai soli slip a sfregarsi sulla passera.
‘Bagnati, puttana .. bagnatiiii … che ti scopoooo … ‘
ululava come un ossesso spingendomi con forza.
Un secondo ne imitò l’esempio incollandosi davanti e premendo forte anche il suo uccello ricoperto dagli slip.
‘Ahiii .. Mi fate maleee … ‘
protestai dolorante chiusa a sandwich tra i due toretti che parevano volermi rompere qualche costola oltre alla fichetta.
Ma restavo in mezzo accettando di buon grado il brutale trattamento mentre avvertivo la vagina rilasciare le sue secrezioni correndo il rischio mi fottessero in due insieme.
‘Ohhh .. Oooohhh … ‘
gemetti riconoscendo infine la resa e sentendo lacrimare il succo attraverso le labbra oramai schiuse.
I mormorii confermarono i miei timori.
Entrambi si erano bagnati gli slip con le mie secrezioni ed ora dovevano riscuotere il premio.
‘S-c-o-p-a-t-e l-a z-o-c-c-o-l-a .. S-c-o-p-a-t-e l-a z-o-c-c-o-l-a … ‘
festeggiavano i presenti.
Instupidita dallo stesso orgasmo che mi aveva fatta bagnare rimasi in balia delle mani dei due sconosciuti vincitori i quali mi adagiarono senza troppi riguardi sulla moquette della sala.
Con gesti di intesa che non distinguevo bene decisero chi fosse il primo a sbattermi.
Si adagiò sopra di me e puntando l’uccello ritto e durissimo contro il pelo umido penetrò all’interno con una spinta decisa.
‘Ahhhh … Unhhhmmm …. ‘
latrai rumorosamente avvertendo un membro massiccio e voluminoso privo di profilattico spingersi in profondità.
L’affondo mi costrinse ad inarcare la schiena abituata a cazzi con dimensioni medie come ero.
‘Oddio .. Ma quanto l’hai grosso ?? .. Ahhhh … Urghhh … ‘
‘Alessia, Alessia prende l’uccellon .. Alessia, Alessia si fa rompere il figon ! ‘
intonava l’allegra brigata non rendendosi conto di quanto fossero vicini al vero nonostante la mia rodata passera.
Presi ad affondare le unghie sulla schiena del mio scopatore mentre questi iniziava a pistonare con foga gemendo di piacere ma senza dire una parola per tenere l’anonimato.
La vagina a sfilacciarsi e dilatarsi per adeguarsi faticosamente al nuovo possente ospite che mi arava divaricandomi il canale come mai prima.
Poi vidi una scena imprevista nella penombra; il secondo ragazzo avvicinò il suo cazzo al viso del mio scopatore intimandolo a prenderglielo in bocca.
Rifilandogli qualche sonoro schiaffetto per farsi obbedire fino a cotringerlo a cedere.
Intravvedevo il mio chiavatore sbocchinare con cura il più piccolo uccello come fossi dietro ad una tenda fum&egrave mentre contemporaneamente mi trasmetteva fitte dolorose alla fica per le sue bordate virili e profonde.
Era talmente grosso che mi pareva di sentirne l’attrito contro le pareti uterine ormai spanate irrimediabilmente, la lunghezza altrettanto spropositata me lo faceva sentire sino alle ovaie.
‘Bestia … Uhhh .. Che uccello che hai !!! Uhhh … Aaahhhhh …. ‘
ululai senza pudore quando il secondo orgasmo mi strappò delle leggere e prolungate convulsioni.
‘.. ‘Fanculo ! Ma .. ‘sto stronzo non viene maiiii ?? … Aaahhh … ‘
si mise a mugugnare cupo il secondo vincitore irriggidendosi per la sborrata che lo stava scuotendo provocata dalla alterne ciucciate del mio scopatore il quale, sentendosi gonfiare il pene tra le labbra, lo sputò fuori indirizzandolo con una manata verso di me. Diversi getti di sperma presero ad impiastrarmi bocca, tette e guance ed un rivolo abbondante sguazzò direttamente sul mio palato.
Dell’improvvisato terzetto l’unico ancora attivo era sempre il ragazzo che mi stava sbattendo da parecchi minuti e si stava godendo appieno la chiavata con una fica ormai ben dilatata.
‘Sfondala, sfondala, sfondala, sfondala … ‘
incitavano i cori che lo resero ancora più irruento e violento negli affondi scuotendomi da testa a piedi come una bambolina rotta.
‘Ahhh .. Ahiiii … Achhh .. Nghhh … Ahiii … ‘
mi lamentavo per le fitte all’utero in reazione alle botte che ricevevo sentendomi lacerare in profondità dentro ad ogni nuovo colpo dimenandomi.
Con un barlume di coscienza pensai per un attimo di chiamare mio cugino per porre fine allo sfondamento in piena regola cui ero sottoposta dall’enorme uccello.
Ma la parte perversa e troiesca di me ebbe il sopravvento
‘E dove lo ritrovo più un cazzone simile ?? ‘
ripeteva oscenamente una vocina nella mia testa.
Così rimasi in balia completa del mio amante, latrando come una capretta squartata e oscillando il corpo come una marionetta senza fili, che sotto gli occhi lussuriosi della compagnia mi rompeva la fica.
A cosce spalancate dalle sue forti braccia, con le sue mani a stringermi a s&egrave il bacino tenendomi sollevata dalla moquette.
Finch&egrave con un ultima spinta mi penetrò sino alle palle costringendomi a curvare la schiena per il dolore inflittomi all’utero, irriggidendosi.
Un attimo dopo avvertivo i fiotti caldi dello sperma invadermi la vagina in lungo ed in largo infischiandosene di un mio consenso, come lava bollente in un canale fradicio e demolito.
‘Oh cazzo …!!! ‘
gemetti con un filo rauco di voce mentre il peso del mio chiavatore che si accasciava sopra di me mi sovrastava.
Distrutta dal super-dotato che mi aveva posseduta e riempita del suo seme scivolai lentamente nel sonno avvertendo l’uccellone iniziare a ridursi di dimensioni e durezza tra gli hurrà di soddisfazione della compagnia circostante.
Non so quanto rimasi incosciente. Mi risvegliò Claretta mentre mi sfilava la calza dagli occhi coccolandomi dolcemente.
Con la vista appannata diedi rapidamente uno sguardo attorno
‘Se ne &egrave andato .. ‘
disse lei intuendo.
Non ebbi bisogno di chiederle chi fosse stato a sfondarmi la passera.
Dopo un rapido controllo vidi Robi e Pippino raccogliermi i vestiti e riordinare prima del ritorno dei miei a casa.
Il resto della compagnia a ridacchiare divertiti per il porno spettacolino che avevo concesso a mie spese e compresi chi fosse l’unico assente.
Portai la mano a toccarmi il buco ora svuotato dal grosso intruso sentendolo gonfio, tumefatto e dolorante. Le grandi labbra rientrate e lise denotavano un ingresso slargato, aperto pieno di liquidi da sembrare una zolla di terreno cui &egrave stata sradicata una quercia.
Sentendomi scossa da un brivido, per rincuorarmi Claretta mi abbracciò baciandomi con tenerezza sulla fronte.
Hafami mi aveva lasciato addosso segni indelebili ……………..

Leave a Reply