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Orgia

Cioccolata con panna!

By 5 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Esco da un impegno di lavoro che mi ha esaurita, tanto &egrave stato difficile chiudere il contratto. Torno in albergo a passo lento, mi perdo un po’ a guardare le vetrine distratta, penso alla serata, ultimamente ho voglia di fare sesso quando sono molto stanca. Mi faccio il film mentale della serata, fa freddo ed appena sarò in camera, userò la grande vasca idromassaggio per un bagno caldissimo, ho voglia di starci un sacco e quando uscirò, mi spalmerò di crema idratante, quindi trucco leggero, abbigliamento da cacciatrice e discoteca, sempre che ne trovi una frequentata da persone adulte. La vetrina successiva &egrave quella di una pasticceria che fa anche da bar, magari mi faccio una cioccolata calda con panna, almeno soddisfo un po’ di voglia di dolcezza, tanto so già che quando questa notte avrò cacciato, farò sesso selvaggio. Ma si, facciamo questo strappo alla regola, entro nel locale e lascio che il piacevole tepore all’interno, cominci a cacciare il freddo che ho nelle ossa.
‘Posso avere una cioccolata calda con panna, per favore?’, chiedo al uomo carino dietro al banco, lo degno soltanto di un fugace sguardo, ma non mi sfugge il bel viso e la prestanza fisica.
‘In effetti saremmo in chiusura…’, ribatte con la bella voce profonda, mi imbroncio e gli faccio pure il labbrino, ‘Ma per una bella ragazza, facciamo volentieri un eccezione!’, conclude sorridente, meritandosi un bel sorriso radioso di approvazione.
Siedo all’ultimo tavolo, il più lontano possibile dalla porta, mi pongo proprio nel punto in cui la panca imbottita fa angolo, tolgo i guanti di lana e struscio le mani, contraendomi e facendomi piccola – piccola, mi provoco brividi e lascio che il mio corpo si riscaldi un po’.
‘La vuoi normale?’, chiede l’uomo.
‘Si grazie… non molto densa… mi piace berla…’, rispondo, lui sorride e si gira di spalle, mettendosi ad armeggiare con un bricco d’acciaio e la grossa macchina del caff&egrave. E’ proprio carino, indossa un paio di pantaloni informi bianchi ed una casacca altrettanto bianca, si vede però il bel culetto tonico e le spalle larghe, sorrido fra me, magari visto che &egrave più grande di me, saprà indicarmi un locale per la caccia notturna.
‘Come mai da queste parti? Non sei di qui, vero? Non ti ho mai vista…’, attacca cercando di intavolare una discussione, i baristi sono come i parrucchieri, da loro si può sapere tutto ciò che succede.
‘Sono qui per lavoro… alloggio al Hotel… passavo ed ho deciso per una botta calorica, in barba alla dieta!’, rispondo cordiale, lasciandogli capire che francamente, mi va di parlare. Lui intanto mi fa la cioccolata, la versa nella tazza, poi sparisce un secondo nel retro bottega, ‘Vado a metterci la panna!’, mi informa. Quando torna, mi posa davanti con garbo una tazza molto invitante, la panna esce a punta dal bordo, tutta spruzzata di cacao in polvere, quella nella tazza sta già sciogliendosi, raccolgo il cucchiaio e comincio a mangiarla.
‘Davvero ottima! Complimenti!’, esclamo con gli occhi vispi e contenti di una bambina, lui mi sorride.
‘Chiudo la porta… non preoccuparti, non voglio rapirti, lo faccio perché a quest’ora dovrei già essere chiuso, non vorrei che mio fratello si arrabbi…’, comunica incamminandosi verso l’ingresso con un mazzo di chiavi in mano, chiude a chiave la porta a vetri e con un interruttore, abbassa la serranda.
‘Fai pure con comodo… magari ci facciamo due chiacchiere se ti va…’.
‘Ok… ma non vorrei farti fare tardi… e ehm… dopo da dove esco?’, chiedo sorridente.
‘Non ti preoccupare… non ho impegni stasera… e credo che non ne abbia nemmeno mio fratello… a proposito, lui &egrave mio fratello, Giovanni… io invece sono Mattia!’, risponde indicando verso la porta in cui &egrave entrato per andare a prendere la panna, mi giro e, mamma mia, il fratello &egrave un gemello.
‘Piacere a tutti e due… Ilaria e scusatemi per il disturbo…’, esclamo fingendo costernazione.
‘Nessun disturbo…’, dice Giovanni, con la voce uguale al fratello, poi entrambi da opposte direzioni, convergono al mio tavolo. Giovanni siede sulla panca accanto a me, alla mia destra, Mattia sulla sedia dirimpetto, li guardo di nuovo, voltandomi a destra ed a sinistra, sorrido.
‘Hai un sorriso radioso… davvero accattivante!’, esclama sorridente Mattia, sembra in vena di complimenti.
‘Concordo!’, ribadisce Giovanni.
‘Grazie, siete davvero carini!’, sancisco, ‘Gemelli?’, la mia domanda &egrave retorica e loro l’aspettavano, sorridono entrambi, &egrave come se avessero davanti uno specchio, anche le espressioni sono uguali.
‘Si nota davvero tanto?’, sbotta sorridente Mattia.
‘In effetti… forse &egrave perché siete vestiti uguali!’, butto li la battuta e tutti ci ridiamo sopra, intanto finisco la panna ed attacco la cioccolata, buona e caldissima, sarebbe arrivato il momento di togliere il giaccone, ma non vorrei dare l’impressione di approfittarmi troppo del loro tempo, quindi mi limito ad aprire la cerniera.
‘Toglilo pure se vuoi… fa caldo qua dentro e francamente, non credo ci dispiaccia vedere il tuo fisichino…’, mi incita Mattia, sorrido e lo assecondo, certo non che ci sia così tanto da vedere, sotto al giaccone ho un maglione bianco largo a collo alto, un paio di jeans infilati dentro agli stivali che mi arrivano al ginocchio, l’unica nota sexy, potrebbero essere i tacchi da dieci.
‘Se sei un’abitudinaria delle cioccolate con panna, non si vede affatto… complimenti, sembri davvero in forma…’, insiste con i complimenti Mattia, facendomi arrossire un po’ sulle gote.
‘Siete davvero due adulatori… ma non sono un abitudinaria delle cioccolate con panna… in genere le evito come la peste… ma oggi, ho avuto una giornataccia e credo di meritarmela!’, confido ai due che mi ascoltano interessati, poi porto la tazza alle labbra e prendo un piccolo sorso bollente.
‘Io ti vedrei bene a fare la cubista, più che impegnata in lavori faticosi!’, aggiunge Giovanni sorridendo.
‘In effetti… avrei proprio voglia di andare in discoteca questa sera… ma non conosco il posto…’, racconto prima di prendermi un altro sorso bollente. Adesso anche il maglione sarebbe da togliere.
‘Se vuoi un cavaliere… non hai che da chiedere… scegli il più bello di noi e il gioco &egrave fatto!’, propone Giovanni, sorridendo più al fratello che a me. In effetti i due sono davvero belli, ma come spiegare che il mio fine, non era proprio ballare? Con un cavaliere a disposizione, non si concretizza più il bisogno di andare in un locale a procacciarmene uno, ma non posso davvero essere sfacciata con i due gemelli, oppure si? Potrei benissimo dire che il mio fine non &egrave quello di ballare, ma quello di trovarmi un bel torello da portarmi in camera e farmi sbattere alla grande, tanto mica mi conoscono qui! Però in questo caso sarei ancora più sfacciata, perché offenderei uno dei due a fare parzialità, a meno di dimostrare quanto sono troia e prendere il pacchetto completo, con due gemelli non l’ho mai fatto, non sarebbe male, così non ci sarebbe da scegliere chi &egrave il più carino.
‘Siete davvero gentili!’, ribatto prendendo tempo e portandomi subito la tazza alle labbra. Bevo un sorso vagando con lo sguardo da un gemello all’altro, sembrano pendere dalle mie labbra, mentre li guardo e sorrido con gli occhi, ma si, chi se ne frega, sarà una botta e via, in tre probabilmente sarà più di una botta, ma quando mi sono mai posta certi problemi in vita mia? Poso la tazza sul piattino sorridendo.
‘Perché scegliere? Quando fra voi due non c’&egrave partita!’, sbotto sorridente, facendoli ridere, ma il sorriso che mi rivolgono, sembra piuttosto tirato, la mia frase ha suonato come una bocciatura, probabilmente immaginano che uscendo assieme con me, automaticamente si precludono la possibilità di provare ad avere un dopo discoteca.
‘Non amiamo competere fra noi!’, esclama Mattia risoluto, ‘Sei molto bella… conoscerti meglio avrà delle conseguenze, magari non porteranno a nulla, ma non vogliamo ritrovarci a competere per entrare nelle tue grazie… se ti va di accettare la proposta di un accompagnatore, dovremmo decidere adesso chi sarà, o lo fai tu, o lo facciamo noi!’, conclude serio, ma poi distende le labbra in un sorriso quando mi vede ridere.
‘Capisco! E penso che hai ragione da vendere! Ma io non cerco un accompagnatore per andare in discoteca…’, ribatto e le loro facce si scuriscono un po’, ‘Andavo in discoteca per cercarmi un accompagnatore…’, rimarco molto sull’ultima parola, sperando che comprendano, prendo un altro sorso, adesso la cioccolata &egrave un po’ più tiepida, dato che ho bevuto più di metà del contenuto.
‘Quindi ribadisco il concetto… perché scegliere un accompagnatore, quando c’&egrave ne sono due uguali?’, lo stupore che leggo sui loro volti, palesa che i due hanno assimilato il concetto che volevo esprimere, quindi non servirà essere troppo diretta, le loro labbra si distendono in un sorriso teso, lo sapevo, non fanno proprio tutto assieme e adesso subentra l’imbarazzo.
‘Cazzo!’, l’espressione colorita di Mattia &egrave di stupore, Giovanni invece si limita a sgranare gli occhi, come a dire che gli ha tolto la parola di bocca.
‘Abbiamo capito bene?’, chiede subito dopo, ‘Cio&egrave, quello che hai detto &egrave proprio quello che abbiamo capito? E una candid camera? Ci stai prendendo in giro?’, continua a chiedere Mattia, domandando a raffica come una macchinetta.
‘Fa davvero caldo adesso… non trovate?’, domando sorridente, le loro teste annuiscono assieme, mi sposto leggermente indietro sulla panca e sfilo il maglione dalla testa, sotto sono bardata per il freddo, ho una canotta aderente nera ed il reggiseno, ma il mio decolleté fa strabuzzare comunque gli occhi ai due, le gote di Giovanni si colorano un po’, sembrano un pochino timidi.
Torno alla mia cioccolata, abbasso gli occhi sulla tazza, anche se non vedo, mi sento i loro sguardi quasi bruciarmi sulla pelle dei seni, prendo un sorso, adesso la temperatura &egrave quella ideale, senza staccare le labbra dalla tazza, trangugio tutta la cioccolata.
‘No, dai davvero, &egrave uno scherzo?’, insiste Mattia. Rido maliziosa, incrocio le mani ed alzo le braccia sopra la testa, inarco la schiena, petto in fuori mi stiro per qualche secondo la schiena, quando abbasso le braccia, appoggio la mano sinistra sulla panca, la destra sulla coscia di Giovanni, con il taglio pericolosamente vicino all’inguine.
‘Ok… la cioccolata era davvero buona… quanto devo?’, chiedo strizzando la coscia a Giovanni, saggiando la muscolatura davvero tonica, prima di togliere la mano e raccogliere la borsa, per aprirla e tirare fuori il portafogli.
‘Nie… ehm… Niente!’, esclama Giovanni schiarendosi la voce.
‘Assolutamente no!’, replico seria, ‘Voglio pagare!’.
‘Giusto…’, mi fa eco Giovanni, ‘Ma lascia perdere i soldi!’, si avvicina scivolando sulla panca e con mio sommo stupore, dimostrando di essere meno timido di quanto avevo pensato, allunga la mano destra e la posa a coppa sul mio seno. Sorrido di nuovo maliziosa, Mattia guarda sempre più stupito, fondamentalmente lo capisco, anche io sarei diffidente in una situazione come questa, troppa grazia in genere non &egrave mai gratuita, ma a volte, i colpi di fortuna esistono e questo &egrave uno di questi, per loro intendo, anche se anche io mi sento molto fortunata. Mi lascio palpare da Giovanni e ripongo il portafogli nella borsa, gli poso di nuovo la mano sulla coscia, questa volta con il taglio gli arrivo direttamente in zona inguinale, avverto dal sottile tessuto dei pantaloni bianchi da pasticcere, i testicoli che si spostano e la durezza del membro. Muovo su e giù la mano, poi la giro con il palmo verso il pacco e gli stringo il membro eretto, sembra ben messo, intanto lui mi abbraccia con la sinistra e solleva la canotta, sfilandola dai jeans e toccando la pelle nuda del ventre con la mano forte. Mattia guarda serio, quasi aggressivo, poi si alza in piedi, prende la tazza dal tavolo e la posa sul banco.
‘Fanculo!’, sbotta, ‘Chi se ne frega!’, conclude tornando verso il tavolo e spostandolo verso il centro del locale assieme alle due sedie, liberando di fatto la panca. Giovanni intanto continua a palparmi le tette, mi mordicchia il collo, sono un lago fra le cosce, sono quasi partita completamente, preda della mia stessa lussuria libertina, quando mi viene in mente che &egrave dalla mattina che sono in giro e non sono proprio in ordine come mi piacerebbe essere per l’occasione. Giovanni abbassa la mano destra dal seno al pube, palpando la fessura dal jeans, Mattia allunga la mano e mi pizzica un capezzolo.
‘Un secondo…’, esclamo cercando inutilmente di tenere a bada la foga dei due, ‘E’ dalla mattina che sono in giro e non sono proprio in ordine…’, spiego, pensando di ottenere una tregua.
‘Anche noi e francamente non me ne frega un cazzo…’, bisbiglia Giovanni direttamente dentro al padiglione auricolare, smettendo di mordicchiarmi il collo e dedicandosi poi al lobo.
‘Sono sicuro che sarai buonissima…’, gli fa eco Mattia, slacciando la coulisse dei pantaloni da pasticcere, che subito gli cadono attorno alle caviglie, indossa un paio di slip nere, completamente rigonfie e riempite dal membro duro fin sul fianco, io strizzo con più veemenza quello di Giovanni che tengo nel palmo della mano, decisamente messi bene, penso contenta, volevo un cazzo per rilassarmi e ne ho trovati due davvero tosti.
Giovanni mi sbottona i jeans, Mattia infila i pollici nell’elastico delle slip e le cala, finalmente vedo direttamente ciò che finora ho soltanto immaginato, &egrave davvero un bel esemplare, largo il giusto, una ventina di centimetri circa, dritto e duro, scuro, con le vene gonfie in rilievo a renderlo nodoso. Allungo la mano sinistra e lo impugno, lo libero dal prepuzio ed annuso l’odore forte che emana, non &egrave pulitissimo ma ci se ne frega, mi sporgo e lo imbocco, anche il sapore &egrave forte, sa proprio di pesciolino, niente che la mia saliva non può ripulire. Mi sposto ancora più avanti e lascio che mi sprofondi in bocca, Giovanni mi sposta i capelli e ricomincia a mordicchiarmi il collo, questa volta sulla nuca, succhio il membro di Mattia, stringendolo con la mano sinistra, con la destra stringo quello di Giovanni, ancora nei pantaloni, mentre lui &egrave riuscito a sbottonarmi i jeans ed infila la mano dentro, puntando deciso la fessura e schiacciando il clitoride che sbuca dalle grandi labbra con un polpastrello.
Mattia sospira di piacere, poi si sposta allontanandosi all’indietro, si china e raccoglie il mio piede sinistro, abbassa la cerniera dello stivale e lo sfila, ripete l’azione per quello destro. Giovanni intanto si rimette seduto eretto e mi abbassa la testa verso il suo inguine, slaccio la coulisse dei pantaloni, lui fa perno sulle gambe e si solleva, sfilo via pantaloni e slip con una mossa abile e veloce, anche il cazzo hanno uguale, lo impugno con la sinistra e lo scappello, l’odore che emana &egrave come quello del fratello, lo imbocco e gusto il sapore di pesce per la seconda volta. Senza nessuno ad impedirmi il movimento della testa, il pompino viene meglio, Giovanni sospira, mentre Mattia mi sfila i pantaloni e mi spalanca le gambe, mordicchia il perizoma, penso che non devo essere proprio un bello spettacolo con i calzettoni a righe rosa e marroni che mi arrivano al ginocchio. La cosa non sembra interessare molto ai gemelli, uno si gode ansante il pompino che gli faccio, l’altro si impegna a farmi sentire i denti sul sottile tessuto del perizoma, gemo di piacere, faccio sentire che mi piace quello che stiamo facendo. Mattia mi osserva mentre succhio il gemello, stacca la bocca dal pube e lascia il perizoma fradicio di saliva, lo sposta da una parte e mi guarda la passera nuda.
‘Cazzo!’, esclama osservando quanto &egrave perfettamente liscia e glabra, ‘Sei rasata completamente, bello!’, conclude spalancando di nuovo la bocca ed infilandomi la lingua nella fessura, mi sfugge un gemito più forte, mentre lo guardo leccarmi nell’intimità. Giovanni intanto mi appoggia la manona sulla testa e mi schiaccia verso il basso, non sono perfettamente dritta, ottiene soltanto di gonfiarmi la guancia sinistra dall’interno. All’improvviso mi rendo conto di essere in balia di due sconosciuti davvero infoiati, sembravano molto più timidi all’inizio, forse perché credevano che gli stessi giocando qualche tiro mancino, adesso che l’eccitazione ha preso il sopravvento, si vede che sanno come muoversi, di certo per loro non &egrave una novità questa, probabile che non sono la prima troia che decide di farseli assieme, del resto &egrave una situazione davvero eccitante scopare con due uomini uguali in tutto e per tutto. Giovanni con entrambe le mani mi abbassa ritmicamente la testa, quasi si stesse facendo una sega con la mia bocca, Mattia succhia e mordicchia il clitoride, mi ha infilato a fondo un dito dentro, sento le nocche della mano contro il perineo, gemo a ruota libera sul glande che mi deforma la guancia sinistra dall’interno, come un grosso ascesso che si gonfia e si sgonfia.
Il termoconvettore in alto contro la parete, sbuffa aria calda sopra le nostre teste, il risultato &egrave quello di essere completamente avvolti da un inebriante odore di sesso, tutti e tre siamo preda della lussuria, l’eccitazione &egrave davvero al massimo, almeno per quanto mi riguarda, sono un lago e continuo a sbrodolare.
Volevo un uomo da cui farmi usare sessualmente, ne ho trovati due e mi sento davvero troia, sono contenta quando Mattia allontana la faccia dal interno coscia e mi sfila il perizoma, sto succhiando ad occhi chiusi il fratello quando vengo tirata in piedi, smetto giusto il tempo di essere piegata a novanta gradi. Il grosso membro duro di Mattia mi penetra di botto, riempiendomi completamente fino alla cervice, mi sfugge un gridolino di piacere e stupore, tende le pareti interne, lo sento davvero bene, sembra bollente. Non ho nemmeno il tempo di abituarmi, Mattia carica come un toro inferocito, vibrando colpi fortissimi che mi squassano il ventre, mi tiene entrambi i polsi dietro la schiena con una mano, con l’altra mi stringe la tetta destra. Giovanni con una mano strizza il seno sinistro, con l’altra mi schiaccia di nuovo la testa verso il basso, il pene mi arriva in gola e mi toglie il respiro, fortunatamente lo fa con la solita modalità di prima, quasi si facesse una sega con la bocca, una cosa positiva visto che riesco a respirare quando mi risollevo.
Non c’&egrave nessuna dolcezza nei loro modi, mi si fanno selvaggiamente, la cosa mi eccita in maniera esponenziale, stanno abusando di me senza riguardo, sono un pezzo di carne calda che pensa e respira, niente di più di questo, era tanto che non mi sentivo così, mi rendo conto che ne avevo bisogno e non solo per la dura giornata passata oggi. Un orgasmo intensissimo mi fa contrarre la vagina, resto in apnea, con la testa che fa su e giù a bocca spalancata sul membro di Giovanni, avverto distintamente lo spruzzo di umori caldi che esce dal mio corpo, come se mi fossi fatta la pipì addosso, ma non &egrave orina, mentre Mattia, continua impietoso a pompare con foga, sembra contento di ciò che &egrave appena successo.
Si ritrae ed esce dal mio corpo, due mani forti mi mettono in piedi, mi tremano le gambe e mi gira la testa, cado a sedere sulla panca, c’&egrave un sorriso stupito sul volto di Mattia, indica al fratello lo scroto che sgocciola umori, un orgasmo così intenso &egrave raro, mi &egrave capitato pochissime altre volte di venire così.
I due uomini si liberano degli indumenti residui e restano completamente nudi, sono davvero due bei manzi, Giovanni mi solleva le gambe e mi sdraio per forza di cose sulla panca, lo fa con forza, spostandomi come un fuscello, tanto che devo aprire il braccio sinistro per mantenere l’equilibrio e non cadere per terra. Sdraiata sulla schiena mi sento sfilare i calzini, mi vengono tolti finalmente, dovevano essere davvero antiestetici, la lingua calda di Giovanni mi lecca le piante dei piedi unite davanti al suo viso, si insinua fra le dita, Mattia mi sfila dalla testa la canotta ed il reggiseno, senza aprirlo, adesso anche io sono completamente nuda.
Il grosso cazzo duro ed intriso di umori appare nel mio campo visivo, un ginocchio si appoggia sulla panca fra lo schiena e la mia testa, il membro scende verso il mio viso e mi ritrovo lo scroto fradicio davanti alle labbra, lo lecco ed il mio sapore mi riempie la bocca, mi piace, lo trovo davvero eccitante. La gamba sinistra mi viene posata quasi per terra, la destra appoggiata sulla spalla di Giovanni, di colpo mi ritrovo di nuovo infilzata a fondo la vagina, in una posizione scomodissima.
Anche Giovanni non mi da tregua, mi scopa con foga, strizzandomi il seno sinistro come se fosse una maniglia per vibrare colpi più profondi, il destro lo stringe in mano Mattia, adesso me lo ha infilato in bocca, tengo la testa reclinata all’indietro e lui la scopa, al contrario del fratello però, non lo spinge eccessivamente in profondità e non mi toglie il respiro. La posizione però &egrave davvero scomoda, mi fa male l’inguine a sinistra, sono messa davvero male, tento di sollevare la gamba, ma il corpo di Giovanni che mi schiaccia sulla panca, mi impedisce il movimento, tento altre due volte, prima che si renda conto che la posizione &egrave dolorosa per me. Sono di nuovo tirata in piedi e piegata a novanta gradi, in mezzo ai due gemelli in piedi, Giovanni mi infilza di nuovo a fondo con foga, tenendomi le braccia dietro la schiena come aveva fatto il fratello, ogni spinta mi fa ingoiare il pene di Mattia che adesso mi invade la gola e mi toglie il respiro. Giovanni mi molla le braccia ed io mi aggrappo ai fianchi di Mattia, infila la mano destra sotto il ventre e mi titilla il clitoride, con la sinistra mi stringe il seno, usandolo di nuovo come una maniglia per tirarmi verso di lui, mi reggo con le mani appoggiate ai fianchi del fratello, fermo la testa ad ogni spinta per evitare di ritrovarmi impalata di gola.
Questa volta urlo quando vengo, anche questo orgasmo &egrave davvero intenso e mi scuote dal interno, ma non spruzzo umori, mi limito a scernerli normalmente, anche se copiosi ed abbondanti, Giovanni al contrario del fratello si ferma quando mi sente venire, spingendomelo dentro a fondo e godendosi le contrazioni della vagina sul membro duro.
Di nuovo i due uomini si ritraggono e mi costringono a cadere seduta e sfinita sulla panca, ansimo e cerco di riprendermi, chiudo un istante gli occhi e quando li riapro, due peni uguali, grossi e duri, mi puntano il viso a pochi centimetri dalle labbra. In quel momento mi rendo conto che non so più chi &egrave chi, se avessero cambiato posto, non saprei più distinguerli, sorrido, trovo la cosa divertente.
‘Sei contenta troia?’, chiede quello a sinistra, annuisco con un espressione sfinita ed appagata in faccia, in effetti sono davvero contenta, soprattutto soddisfatta, perché dopo due orgasmi da sfinimento, non &egrave ancora finita, suppongo che i due mi ridurranno ai minimi termini. Apro la bocca e ci infilo il pene di quello che ha parlato, riconosco che &egrave Mattia perché il membro non &egrave intriso dai miei umori, meno l’altro con la mano destra, i miei seni sono di nuovo presi di mira dalle mani degli uomini, li stringono senza riguardo, mi pizzicano i capezzoli, Giovanni mi fa male, libero la bocca, ‘Ahia!’, esclamo, lui capisce e allenta la stretta, lo ringrazio prendendolo in bocca.
Si &egrave decisamente Giovanni, il suo cazzo sa di me! Mi alterno per un po’ a menare e succhiare i due membri duri, poi Mattia siede sulla panca alla mia sinistra, mi solleva e mi prende in braccio, guido con la mia manina il membro duro dentro la vagina, impalandomi sopra di lui. Cavalco appoggiandomi sulle sue ginocchia, mi muovo su e giù, quasi stupita di avere l’iniziativa, visto che anche Giovanni si fa succhiare senza guidare. La nuova situazione non dura a lungo, Mattia mi stringe i fianchi e mi solleva, mi alzo in piedi a gambe divaricate, cavalcioni sulle sue, ancora appoggiata alle sue ginocchia, sposta la mano destra e si prende in mano il pene, con la sinistra sul ventre mi abbassa di nuovo, questa volta mi sta puntando il buchetto posteriore. Sposto la mano destra sullo schienale della panca e mi ci appoggio, interrompendo la discesa quando la punta del glande e pericolosamente contro l’ano.
‘Aspetta!’, esclamo con un tono quasi timoroso, ma lui con un colpo di gomito mi sposta la mano d’appoggio e con l’altra mi tira verso di se, riesco a rilassarmi appena in tempo, ma non &egrave sufficiente, il glande ottimamente lubrificato dai miei umori, mi si conficca dentro facendomi un male cane.
‘Ahia!’, grido tentando di nuovo di appoggiarmi con la mano e fare perno sui piedi per sollevarmi, il mio movimento &egrave veloce e riesco ad alzarmi quel tanto che basta da farlo uscire, ‘Cazzo!’, mi lamento, mentre la fitta di dolore scema e scompare, ‘Piano, mi spacchi in due così!’, rimprovero Mattia, girandomi all’indietro per rivolgergli uno sguardo indignato. Lui mi da un attimo di tregua, il mio rimprovero ha funzionato, non &egrave che sia molto entusiasta di farmelo infilare dietro, non sono preparata, probabilmente sono sporca, ma so che se anche mi opponessi, non riuscirei a fargli cambiare idea. So cosa hanno in mente di fare, vogliono infilarmelo in due, il fatto che Giovanni sia così tranquillo a menarsi il membro &egrave una conferma, l’idea di una doppia penetrazione &egrave eccitante, ma i due membri non sono piccolini e ci sta che mi facciano male.
L’idea però &egrave davvero molto eccitante, da tanto non ne prendo due assieme, io ci provo che mi frega, se mi fa male, magari capiscono e smettono. Mi abbasso da sola, lo faccio lentamente finché sento la punta del membro di Mattia contro l’ano, faccio un bel respiro e mi rilasso, mi riempio di nuovo i polmoni e reggendomi contro lo schienale della panca, mi abbasso lentamente, il glande vince facilmente la resistenza della muscolatura anale, lo sento entrarmi dentro ed invadermi il retto millimetro dopo millimetro. Sospiro di piacere, &egrave davvero grosso e duro, lo avverto bollente contro le pareti tese del intestino, scendo sempre più in basso, mentre il membro risale sempre più in alto, finché le mie cosce si appoggiano sulle sue.
Mi sento infilzata come un pollo allo spiedo, appoggio entrambe le mani dietro sullo schienale e stacco i piedi da terra, li sollevo e li appoggio entrambi sulla panca, a lato delle gambe di Mattia, spalanco le cosce e facendo perno sui talloni, comincio a muovermi lentamente su e giù, gemo e sospiro di piacere, Mattia mi ansima nel orecchio, mentre lo mordicchia. Giovanni osserva con un sorriso malizioso stampato in faccia, rompe l’empasse e si avvicina, lo appoggia al clitoride ed io sento la morbida durezza del suo glande che mi masturba, mentre continuo a salire e scendere. Cerca l’ingresso della vagina, il glande adesso mi spalanca le piccole labbra, fermo il movimento, lui prova a spingere, io faccio la smorfia di dolore ancora prima di sentirlo, mentre Mattia mi prende le gambe sotto le ginocchia, sollevandomi e divaricandomi ancora di più, per agevolare il fratello. Giovanni da una spinta decisa e mi penetra all’istante, stranamente non sento dolore, avverto solo la piacevole sensazione di sentirmi completamente colma, gemo di piacere a volume alto, mi sento oscenamente posseduta, selvaggiamente abusata, appena i due si muovono, vengo di nuovo come un fiume in piena, il grido mi muore in gola, resto in apnea, mentre i due membri impietosi mi scopano simultaneamente davanti e dietro.
Si muovono perfettamente sincronizzati, entrano ed escono assieme, estendendo il mio ultimo orgasmo all’infinito, non ho tregua e grido, mentre mi rendo conto di quanto mi ero sbagliata all’inizio, quando li avevo reputati timidi, sono molto navigati, sembrano davvero avvezzi a certe attività sessuali. Giovanni mi martoria le tette stringendole davvero forte, fa male, ma stranamente non me ne curo, c’&egrave solo questa piacevole sensazione che sembra un orgasmo infinito a farmi urlare e godere, sbrodolo davvero tantissimo, finché Mattia dietro di me grugnisce, Giovanni coglie al volo e si sposta velocemente, il fratello lascia andare le gambe e lui tirandomi per entrambe le mani, mi costringe ad alzarmi in piedi, mi sento improvvisamente vuota, mentre brividi e contrazioni mi scuotono ancora il corpo.
Due forti mani sulle spalle da dietro mi spingono in basso, piego le ginocchia fino ad appoggiarle sul pavimento, Mattia mi si staglia davanti al viso, con la destra si masturba velocissimo, emette di nuovo un verso gutturale a basso volume ed erutta come un vulcano che esplode all’improvviso. Due getti mi colpiscono violenti e copiosi la faccia, da sinistra verso destra, uno mi chiude l’occhio sinistro, l’altro mi colpisce la guancia destra di striscio e si stampa poco sopra al seno, gli altri, meno violenti centrano le labbra spalancate. Con il braccio sinistro tengo i seni sollevati a balconcino, Giovanni lo prende come un invito muto, schizzandomi il proprio piacere sulle tette, ingoio lo sperma che ho in bocca, mentre fiotti caldi mi si rovesciano al centro fra i seni, succhio il membro di Mattia, senza curarmi di guardare se &egrave sporco o no, visto dove &egrave entrato, Giovanni mi struscia il proprio sulla parte alta delle tette, spalmando il proprio nettare.
Mattia si defila con il membro che si ammoscia, succhio anche Giovanni, quando anche lui si ritrae e siede accanto al fratello sulla panca, resto sola, inginocchiata sul pavimento, sporca di sperma ed ancora scossa da brividi. Mi ci vuole qualche minuto di pausa per riprendermi, quando il fiatone cala, mi sento sfinita, davvero distrutta, con l’occhio sinistro, l’unico che posso aprire, guardo le tette, sono completamente spruzzate di sperma, rivoli pesanti sono colati verso il basso, gocciolando sul pavimento. Mi alzo a fatica e mi volto verso i due gemelli, anche loro sembrano abbastanza provati, sono seduti quasi sdraiati sulle panche, i loro peni si sono parzialmente ammosciati e fanno tenerezza.
‘Nel retro c’&egrave una doccia…’, mi informa Giovanni ansando.
‘Grazie… ma ho ancora in programma un lunghissimo bagno caldo in albergo… datemi solo qualcosa per pulirmi…’, ribatto davvero soddisfatta, mi sento davvero spossata, proprio come avevo voglia di sentirmi.
‘Sei davvero una troia da sballo…’, esclama Mattia, lo prendo come un complimento.
Intanto Giovanni sparisce nel retrobottega e riappare con un rotolone di carta assorbente, di quelli industriali, gli fa fare un bel po’ di giri prima di strappare la carta e porgermela, ne prende altrettanta e mi aiuta a pulirmi sul seno, mentre io pulisco la faccia. Quando sono pulita, verifico nello specchio sopra la panca, quindi mi impegno a cercare i vestiti, la maggior parte sono appoggiati sul tavolo che Mattia ha spostato, soltanto i calzini sono stati lanciati, uno &egrave contro il bancone, l’altro sotto al tavolo di fianco.
‘Sei una figa da sballo… e davvero troia, ha ragione mio fratello!’, esclama Giovanni infilandosi le mutande.
‘Grazie… e voi mi avete fatto davvero godere…’, ribatto strizzandogli l’occhio.
‘Non &egrave che ti fermi ancora un po’ dalle nostre parti, eh?’, chiede Mattia sorridente, ‘Potremmo organizzare una festicciola…’.
‘Non so… può darsi…’, apro la borsa e prendo una penna, scrivo il mio numero su un tovagliolino che prendo sul banco dal dispenser, ‘Provate a chiamarmi domani sera, verso quest’ora, se rispondo significa che sono ancora da queste parti ed ho voglia di fare festa…’, concludo infilando il giaccone. Do un paio di baci a testa sulle guance ai due gemelli, poi Mattia mi accompagna all’uscita sul retro del locale e mi incammino claudicante sulle gambe, mi hanno davvero sfondata. Mi sento addosso l’odore di sperma e la pelle appiccicaticcia sul occhio sinistro, so che &egrave soltanto un impressione, ma non faccio che strusciarmi, tanto fra poco sarà nella mia camera e mi farò un lunghissimo bagno caldo.

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