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Orgia

Club Iris

By 8 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Parcheggio e spengo la macchina. E’ notte e vedo solo i riflessi delle luci dell’insegna. Club Iris. Bagliori rosa e blu. Che squallore penso. Ma &egrave una vita che mi immagino le scene e voglio entrarci. Sono sola niente accompagnatore, non mi interessano gli scambi: io voglio che le decisioni siano solo mie, voglio essere l’unica protagonista.
Entro e sono bellissima. Mi sento potente sono una donna sola in un club priv&egrave. Scendo le scale e mi ritrovo nella sala. Luci basse, musica da acchiappo. Il primo pensiero &egrave l’alcol, tanto alcol e forte. Mi devo sciogliere. La serata &egrave già iniziata vale a dire che in sala c’&egrave poca gente, la maggior &egrave nelle salette private. Quando sento di aver bevuto un adeguata quantità di vodka sposto le cosce dallo sgabello del bar e mi incammino languida verso la zona più buia. Scosto la tenda e adori di umori e testosterone mi stringono il naso. Un momento per abituarmici e proseguo. Mi sento una gatta mentre tutti mi guardano, lo so. Non sono a braccetto di nessuno e sono radiosa. Non ci vuol niente perché i single mi si attacchino addosso. Io sorrido eterea e non gli guardo in faccia. D’altra parte non me ne può fregare di meno di ricordarmi i tratti somatici. Faccio un breve giretto per le stanze con una mano fissa sul culo e sconcezze sussurrate alle orecchie. Trovo il mio obiettivo. La stanza più grande, quasi completamente in penombra e aperta a tutti. Sul letto ci devono essere almeno due coppie. Corpi attorcigliati e sudati, gemiti da film porno. Chissà perché poi le donne devono urlare come cagne impalate per sembrare più maiale. Entro e mi metto in un angolo, accendo una sigaretta mentre i due anonimi mi iniziano a toccare. Adoro avere due uomini che si danno da fare. Io mi sento un manichino consenziente. Completamente in balia di quelle quattro mani che mi frugano ovunque. Finisco la sigaretta e allungo entrambe le mani sui loro pacchi. Dimensioni comuni, siamo tra gente comune. Hanno premura di spogliarmi visto che non do un solo accenno di assenso. Gli uomini oggi non sanno mai capire quando una donna vuole essere presa e basta, nemmeno se siamo in un priv&egrave. Allora mi spoglio io completamente, lasciandomi solo alti stivali neri e un collarino di velluto al collo. In un attimo sono sul letto tra le due coppie. I due ignoti mi si piazzano ai lati mi baciano alternativamente e mi toccano sempre con più insistenza. Quasi troppo delicati per i miei gusti. Poi uno mi si mette sopra e mi fa ingoiare il cazzo mentre l’altro ,da bravo schiavetto, mi lecca la figa succhiandomela e penetrandomi con un paio di dita. Situazione carina penso, ma non ho niente in mano. Le allungo allora entrambe ai miei lati toccando cose che non vedo visto che ho i ciglioni di uno dei due in faccia. Mi sembra di sentire un pene e un seno, poi un sedere (di uomo?) e una figa secca. Voglio andare più in là, tutto questo non mi basta. Mi alzo allora prendo la mia maglietta e mi bendo. Voglio questo: voglio sentire cose e non sapere da dove vengono. Ora va benissimo. Mi accompaiono sul letto e ho di nuovo un cazzo in bocca almeno un paio di mani tra le gambe e un dito nel culo. E’ bellissimo. Non so da dove vengano, non so se siamo di uomini o di donne, non so quanti siamo. La gente sul letto mi sembra aumenti e io sono al centro di tutto. Vengo sollevata e messa a quattro zampe sopra un uomo che mi penetra mentre mi succhia avidamente il seno. Poi mi aprono le natiche e mi leccano il buco. Sento appoggiarsi un cazzo e dopo una lieve pressione entra. Quello che mi sta inculando si muove avanti e indietro lentamente per trovare il giusto ritmo con quello che mi sta sotto e che continua a martoriarmi i capezzoli. Mi abbassano la testa e mi ritrovo in bocca del pelo e dell’umido. Una vagina penso. Allora inizio a leccare come se fosse gelato squagliato al sole. Lecco lecco e sento la donna che urla. I due scopatori ci mettono sempre più impegno e sento il mio corpo rilassarsi, scaldarsi, fremere, irrigidirsi e proprio nell’istante in cui mi tolgono la faccia dalla figa della sconosciuta e mi mettono un cazzo in bocca vengo. Soffocando i gemiti ingoiando tutto il membro. Mi vengono nel culo e qualcuno credo anche sulla schiena. Perdo quasi i senti perché a incularmi si alternano almeno tre uomini finch&egrave le cosce mi cedono e cado riversa su un fianco. Un attimo per prendere fiato, un altro attimo per ricordarmi dove sono, un altro per togliermi la benda.
Apro gli occhi e vedo un orologio analogico rosso: 7.44
Allungo una mano, c’&egrave un corpo caldo in pigiama di flanella vicino a me.
7.45 Suona la sveglia.
Tra un ora devo essere in ufficio.

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